Legge sull’aborto e obiettori di coscienza: la crudeltà dell’uomo religioso

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Legge sull’aborto (legge 40), permette l’interruzione di gravidanza entro il III° mese e per cause patologiche (aborto terapeutico) entro il V° mese, la sanità italiana pubblica in virtù di una legge esistente, dovrebbe garantire il servizio ma, in realtà, le cose stanno in modo diverso. Negli ospedali pubblici nel reparto di ginecologia vi sono dei medici operanti a 360°, ed i così detti obbiettori di coscienza. Questa situazione da luogo a dei fenomeni tristissimi di mala sanità e mancata assistenza, ai danni di donne già lungamente provate dalla disgrazia di aspettare un figlio non sano e, in alcuni casi con nessuna possibilità di vita al di fuori dell’utero materno. Oggi come oggi nel 2024, la Francia ha inserito nella costituzione il diritto all’aborto. L’Italia è ben lontana da queste realtà, lo era dieci anni fa quando ho scritto questo articolo, e lo è anche oggi.

Legge sull’aborto e obiettori di coscienza

Le vere dinamiche in queste situazioni sono inimmaginabili. Talvolta la legge sull’aborto non è garantita e gli obbiettori di coscienza in nome della religione, danno luogo ad episodi di reale crudeltà e mancata assistenza. E’ accaduto a Roma e ne parlano moltissime testate on-linee e cartacee, c’è chi si interroga sulla veridicità dell’informazione ma noi non abbiamo dubbi in merito: è tutto vero!

La storia citata sotto è accaduta in un ospedale di Roma, il Sandro Pertini, il 27 ottobre 2010 e la ragazza che ha vissuto questa esperienza si chiama Valentina Magnati, una giovane di di 28 anni.

“Io sognavo un figlio, un bambino che avesse qualche possibilità di una vita normale. Invece mi sono ritrovata ad abortire al quinto mese sola come un cane. Abbandonata in un bagno a partorire il feto morto, con il solo aiuto di mio marito Fabrizio

La mia testimonianza circa gli aborti e gli obiettori di coscienza

Ricoverata per una peritonite saccata (5 anni fa), conseguente ad un morbo di Crohn di vecchia data, ed inserita per alcuni giorni al reparto ginecologia per mancanza di posti letto, ho assistito al calvario di queste poverette.

Alcune ricoverate per intervento programmato o ricoverate per aborto spontaneo in corso, quest’ultime, erano tra le più “fortunate di questa odissea ma attenzione, anche chi ha un’aborto in corso, rischia di vedersi mancare l’assistenza se vi sono in reparto solo obbiettori di coscienza: scena da panico e lacrime a fiumi…ma nel loro caso, l’aborto avveniva in maniera spontanea e talvolta, era necessario un raschiamento successivo.

Quelle più provate che mi hanno letteralmente spezzato il cuore, sono state le mammine in attesa con la pancia già evidenziata dalla gravidanza… Ne ricordo una in particolare, era alla sua prima gravidanza, straniera, occhi azzurri, capelli biondi, ed un visetto d’angelo, piangeva disperatamente per il suo piccolo: non avrebbe voluto abortire, era il suo primo figlio ma, il piccolo era senza cervello ne tubo neurale non aveva alcune possibilità di sopravvivenza e con molta probabilità, secondo i medici, sarebbe morto nella sua pancia ancor prima di nascere.

Nella mia sfortuna, che mi è costata un bell’intervento, e mesi di antibiotici ed ospedale, mi sentivo fortunata di fronte a tanto dolore.

L’ospedale in questione era il San Filippo di Roma e la giovane, veniva regolarmente condotta in sala parto per dare inizio al parto indotto, attraverso stimolazioni farmacologiche. Ditemi voi se la legge sull’aborto e obiettori non è una cosa crudele così com’è articolata.

La storia vera

Iniziava il travaglio che andava avanti per diverse ore. Sembrava di assistere alla roulette…perché dopo 5, 6, 8 ore, la vedevamo ritornare in camera ancora con le contrazioni i dolori e le lacrime, c’era stato il cambio dei medici e quelli pervenuti in sala parto, erano obiettori di coscienza, quindi l’induzione ed il parto stesso venivano sospesi. Questa storia è andata avanti per 4 giorni: 4 giorni di dolori, travaglio e lacrime, tra “medici normali” ed obbiettori, tra induzione al parto e sospensione della stessa: la tentazione di molte di noi fu quella di intervenire e fare “un casino”!!!

Alla fine riuscì a partorire in una giornata in cui gli obbiettori non c’erano, tornò in camera sorridente e serena: finalmente lo strazio fisico e psicologico era finito! Ora poteva guardare al domani, ed attendere un nuovo figlio sano, insieme al suo giovane compagno.

PS. Ci tengo a precisare che la ragazza era stata affetta da vomito e nausea continua, nei primi 3 mesi di gestazione e che la struttura medica pubblica che l’aveva seguita, non aveva pensato di integrare, in alcun modo, l’alimentazione con prodotti specifici e vitaminici (acido folico), tale stato è patologico per una gestante, ma nessuno aveva pensato di provvedere ad un alimentazione parallela in vena. In tre mesi perse 8 chili. L’assenza del tubo neurale viene spesso associata ad una cattiva alimentazione e alla carenza di alcune vitamine specifiche, non potendosi alimentare e vomitando continuamente avrebbe dovuto avere un’ assistenza medica differente.

Considerazioni personali Legge sull’aborto e obiettori

Un ospedale pubblico dovrebbe garantire il rispetto delle leggi: se esiste una legge specifica in merito all’aborto, (legge 40), chi lavora negli ospedali pubblici deve attenercisi, al di la del suo personale pensiero. L’alternativa potrebbe essere che ogni ospedale pubblico dovrebbe impegnarsi nel garantire, nell’arco delle 24h, la presenza di personale medico non obbiettore ma, si sa siamo in Italia, un paese dove tutto è relativo!

Aggiornamento

Siamo a Marzo 2024, e dopo che la Francia ha incluso nella sua Costituzione il diritto delle donne di poter decidere se abortire o no, il travaglio di queste poverette a cui ho assistito mi sembra ancor più barbaro, ingiusto e soprattutto amorale e disumano.

Foto cronologia.leonardo.it
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12 COMMENTS

  1. Non ho parole,davvero… Anzi,ne avrei ma sarebbero pesanti da scrivere e mi trattengo.
    Posso solo dire che io ho avuto un trattamento pessimo al momento del parto.
    Auguro solo un in bocca al lupo a questa ragazza..

    • Gli ospedali italiani sono spesso carenti sia dal punto di vista strutturale che psicologico, ed i casi come questo ne sono solo la conferma

  2. ciao ho letto il tuo articolo e sono rimasta molto scioccata, nell’ospedale non sempre si trovano persone competenti, ormai lavorano solo persone raccomandate e non davvero brave nel loro lavoro..

  3. Io sono senza parole, purtroppo molte persone durante questi momenti non vengono trattati con rispetto e con la giusta delicatezza..

  4. Una storia davvero sconvolgente , io da ricoverata in un reparto di ginecologia un paio di mesi fà ne ho viste di cotte e di crude….

  5. si, un po come se un vegano volesse fare il macellaio e poi si rifiutasse di vendere carne!
    cambiate lavoroooo!

  6. molto triste la storia che ci hai descritto, brutta e triste…solo noi donne sappiamo che dolore sia perdere un figlio e sentirsi trattate male per ciò che non vorremo mai passare, per fortuna io non ho mai avuto aborti…ma ho vissuto delle problematiche simili o peggio..per via di alcune amiche…storie che straziano davvero il cuore…essere donna a volte è proprio una condanna!!! forza e coraggio sempre a tutte le donne che si trovano di fronte a questa scelta cosi difficile per scelta o per obbligo.

  7. l’argomento é delicato e ci sarebbe tanto da parlare, ma effettivamente anche io mi sono spesso posta la stessa domanda, se esiste una legge regolarmente approvata, come può qualcuno rifiutarsi di fare il proprio lavoro perché va contro i propri principi, quando, come in questo caso, lo si fa non per capriccio ma perché si tratta di una gravidanza a rischio?

  8. credo che in casi come questo si dovrebbe soltanto ammirare la forza di una madre che di fronte ad una scelta così tragica, pensa a che vita darebbe a suo figlio… argomento delicato e molto triste… nno bisogna giudicare per una scelta così sofferta!

    • Infatti assolutamente no Enrica…una tragedia che va rispettata così come la scelta di queste donne (se di scelta si può parlare)…

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