Il mito di Apollo e Dafne

apollo e dafneSi narra che nella lontana Grecia, la dea Gea ed il fiume Lacone ebbero una bellissima figlia, che chiamarono Dafne. Dafne era una ninfa dal carattere semplice, che amava passeggiare nei boschi e godere dei piaceri frugali della caccia. Un giorno si avventurò per quei boschi il dio Apollo. Egli si compiaceva a gran voce delle sue gesta ultraterrene come l’uccisione di Pitone, l’orrendo serpente che aveva sconfitto in tenera età.

 

Il mito di Apollo e Dafne

Durante il suo cammino, il dio spavaldo giunse in una radura dove il sole filtrava tra i rami, ed incontrò Eros nei panni di un cacciatore. Eros era intento ad aggiustare la corda del suo arco, che si era rotta durante una battuta di caccia fallita.

Apollo quando venne a conoscenza della fallace impresa del cacciatore, si fece beffe di lui, dato che le sue imprese altisonanti lo avevano reso alquanto vanesio. Eros rimase molto indispettito dall’impertinenza di Apollo, e rivelò la sua vera natura di dio dell’amore.

Quando il Dio del sole scoprì che il cacciatore era in realtà un dio anche egli, le sue beffe raddoppiarono. Le sguaiate risate di Apollo finirono per far nascere un profondo risentimento nel cuore di Eros, ma il dio dell’amore stava già covando una tremenda vendetta.

La vendetta di Eros

Eros usò i suoi poteri divini per tornare nell’Olimpo, la casa degli dei. Li prese il suo arco dorato, capace di scagliare frecce leggendarie, in grado di dispensare amore fra gli uomini. Tuttavia nella sua faretra prese solo due frecce: una aurea e acuminata, che una volta trafitto un cuore era in grado di far cadere nell’amore il più forte degli uomini, ed un’altra eburnea, spuntata e malridotta.

Essa avrebbe fatto nascere un sentimento di amore non corrisposto nel suo bersaglio. Con la sua mira eccezionale, Eros scagliò la prima nel petto di Apollo, e la seconda in quello della ninfa Dafne. Vendetta era così compiuta; Apollo si innamorò perdutamente della ninfa, che invece sentì nascere in lei un fortissimo senso di repulsione per il dio.

La metamorfosi di Dafne

Apollo, ormai stregato dal sortilegio divino di Eros, non poteva far altro che pensare a Dafne. Tuttavia nessuna delle sue peripezie e dei suoi approcci amorosi ebbero successo sula ninfa. Ella non faceva che respingerlo e pregarlo di smetterla di importunarla. Giunse il giorno che la fame d’amore di Apollo si fece tale, che il dio perse il lume della ragione e del contegno: iniziò infatti a rincorrere Dafne con l’intento di farla sua con la forza.

La ninfa iniziò a correre a perdifiato su e giù per i crinali del bosco, ma Apollo era un dio, più forte e veloce di lei. Ad un tratto Dafne inciampò in una radice, ed il dio le fu sopra. A quel punto, consapevole di non poter sottrarsi alle smanie di Apollo, Dafne eresse una tacita e accorata preghiera di salvezza. La preghiera giunse alle orecchie di Gea, la madre terra, che impietositasi, decise di trasformare la bella ninfa in un albero. Dai piedi di Dafne nacquero radici che si ancorarono nel terreno, le braccia le si sollevarono e si riempirono di foglie, la vita e tutto il corpo si coprirono di dura corteccia. La ninfa era diventata un albero sacro di Alloro.

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Written By Mirco Angelosante
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