Egoismo: un piccolo grande “neo” da evitare

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La parola egoismo deriva dal latino “ego” che significa “io”, questa parola racchiude un’insieme di comportamenti finalizzati unicamente al soddisfacimento del proprio io.

Egoismo: un piccolo grande “neo” da evitare

Sebbene una piccola parte di egoismo in determinate situazioni possa essere salutare, è altrettanto vero che forme estreme di egoismo, che sfociano in un  concentrazione diretta unicamente su se stessi, provocano un isolamento individuale e sono spesso riconducibili ad una forma patologica dei rapporti umani. Dell’egoismo vengono fatte varie classificazioni, si parla di egoismo etico, morale, psicologico, razionale, sociale e di massa.

Classificazioni dell’egoismo: quanto sei egoista?

  • Secondo l’egoismo psicologico gli esseri umani sarebbero sempre motivati dai propri interessi legittimi, argomento sul quale ci sono ovviamente pareri contrastanti.
  • L’egoismo razionale, invece determina una scelta oggettiva e mirata all’ottenimento di una soddisfazione puramente personale.
  • L’egoismo etico è determinato da convinzioni sociali o religiose che inducono ad essere egoisti per un senso di giustizia radicalizzato nella persona.
  • Per egoismo di massa o sociale: si intende  un comportamento direzionato e mirato di un gruppo allo scopo di ottenere dei benefici personali, rimane il fatto che l’egoismo, in forma minima, può essere talvolta giustificato e produrre effetti a salvaguardia della propria serenità ma, in tutti gli altri casi l’egoismo esprime un individualismo estremo.

Chi è più egoista, uomini o donne?

Sembra che tra i due sessi, l’uomo sia spinto in maniera superiore ad assumere atteggiamenti egoistici, forse in virtù del fatto che le donne nascono con un’indole completamente diversa, determinata dalla loro capacità di procreare e dall’importante ruolo di madre che la natura le ha assegnato. C’è chi sostiene che la maternità e paternità stessa sia una forma di egoismo.

Personalmente ritengo che l’essere umano nella necessità di procreare abbia mantenuto il ruolo primordiale di conservazione della specie, questo non può, far dimenticare che l’evoluzione della specie ha indotto nell’uomo un miglioramento delle capacità intellettive e cognitive, esseri intelligenti che decidono di procreare semplicemente per amore e con consapevolezza, mantenendo viva la concezione di famiglia e branco propria di molte specie, unita ad una scelta cosciente e non istintiva.

L’amore genera amore, e l’egoismo è nemico primario di qualunque rapporto sociale o di coppia, quindi al di là della scienza e conoscenza, amare il prossimo, procreare, e dedicarsi agli altri senza dimenticarsi di pensare anche un po’ a se stessi non significa altro che comportarci nel modo in cui la natura ci ha creato.

Le giovani coppie ed i figli

Sempre più frequente nelle giovani coppie, la scelta di non avere figli, nella quale è racchiuso, spesso, un atteggiamento fortemente egoistico nel quale degli individui adulti, si rifugiano, rifiutando la responsabilità e la limitazione di libertà che una paternità o maternità comporta. Anche se , oggettivamente, le nuove realtà sociali e le difficoltà lavorative nonché di inquinamento e clima, possono ampiamente giustificare la volontà di non avere figli per il timore di non potergli dar una vita dignitosa

La non maturità e l’egoismo

Uno scarso spirito di sacrificio, verso un amico, un parente, un animale, denota una tendenza all’egoismo. Generalmente esiste una percentuale di egoismo maggiore nei figli unici, scarsamente abituati sin da piccoli al ruolo di una sana condivisione che tra fratelli e sorelle è d’obbligo accettare. Amare in maniera spontanea e serena senza ansie ne obblighi estremi, è di sicuro la via migliore. 

L’egoismo  estremo molto spesso è stato generato da forme di abbandono psicologico o fisico  o al contrario dall’ essere stati troppo e per troppo tempo al centro di attenzioni eccessive, nel primo caso subentra uno spirito di individualismo spiccato, atto a garantire una sopravvivenza con minor sofferenza possibile, mentre nel secondo caso, l’essere stati abituati ad una risposta eccessiva e costante verso se stessi, conduce l’individuo alla ricerca costante e primaria, del proprio soddisfacimento. In questo caso si sfocia spesso in una sorta di narcisismo malto. 

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