Una lezione di ballo tra “i condor” (brevi racconti comici)

Il titolo di questo articolo è semplicemente esplicativo…una lezione tra i condor, una di quelle specie animali che sono li, in attesa di vedere morire “le bestie”, sperando di poter mangiarne la carne fresca e succulenta e saziare così i propri irrefrenabili appetiti. 

Nel caso specifico, io sarei la “bestia morente” con i condor che svolazzando dall’alto dei cieli e si predispongono, attendendo la morte, (facciamo le corna), per sbranare la preda, senza il che ben minimo rimorso, ovviamente!

I condor in natura non usano stratagemmi particolari per accelerare la morte delle loro prede, gli esseri umani “quelli travestiti da condor” con i fiocchetti rosa in testa e le scarpette in tinta, be si! quelli si... 

Oggi mi è tornato alla mente un episodio risalente a qualche anno fa, e dato che ho scoperto il grande divertimento di sdrammatizzare scrivendo scene, a dir poco tragiche, ricavandone tra le altre cose, il divertimento dei lettori, mi son detta:<<perché non farlo?>> …fare cosa? Ma ovviamente raccontare episodi “tragici” della mia vita, e non solo, cogliendone il lato comico, perché, vi assicuro che anche nelle storie più tragiche si può, se si vuole, scoprire scovare e portare alla luce, un lato comico, un lato poetico un altro romantico, e così via, dipende solo ed esclusivamente dal punto di vista dal quale vogliamo guardare l’episodio…

 

Anni fa “lavoravo” in una scuola di ballo dove rivestivo il ruolo di  assistente – maestra (visto che di corsi per maestri ne avevo fatti ben due), alle volte (spesso) mi occupavo di inserire i nuovi arrivati,  con piccoli corsi paralleli in cui si iscrivevano i ritardatari,  cioè gli allievi dell’ultimo minuto, quelli che tra i “si” i “no” e i “forse”,  decidevano di iscriversi ai corsi quando le lezioni stavano praticamente per finire, e lì, ovviamente, occorreva il miracolo: portarli con un po’ di lezioni e qualche settimana di “sudore”, il mio sudore, non il loro, ad essere in grado di ballare all’interno del corso iniziato da svariati mesi, gestito dal “grande capo”.

La passione, la mia passione, era molta, ma veramente molta, altrimenti non avrei rivestito un ruolo tanto scomodo che mi era stato gentilmente offerto dal mio maestro, ovviamente in modo totalmente gratuito.

Mio marito su questa cosa del “gratuito” dice che sono bravissima, mi ripete da anni che ho una dote naturale nel riuscire in tutto ed impegnarmi a pieno senza guadagnare una lira… be, devo dire che, mio malgrado, ha ragione, e sapeste quanto mi costa dire che ha ragione…da brava moglie mi ci “scorno sempre” e ognuno di noi si tiene le proprie ragioni, la mia amica Gigliola, che ci conosce da quando eravamo bambini,  dice che sembriamo Sandra Mondaini e Reimondo Vianello nei loro comici e fantastici schatch che ci hanno fortunatamente, lasciato in eredità.

Ridiamo di questo, ma effettivamente ha ragione anche lei…

Per molti anni ho investito energie senza avere nulla in cambio, ho aiutato persone che mi hanno chiesto il loro aiuto, ricevendo poi un bel grazie e un calcio nel fondo schiena, come contorno, tanto per non rimanere “digiuni”, alla fine mi ero talmente abituata a prendere i calci che quando ho deciso di farla finita,  quasi mi sentivo male…”dipendenza da calci” così si chiama, mi sono disintossicata lentamente, ma nonostante ciò qualche fregatura continuo a prenderla, ma non divaghiamo, torniamo ai condor con il fiocchetto rosa e le scarpette in tinta, e  aggiungerei, la faccina da angelo “con tutto  il rispetto per gli angeli”.

Dunque come vi ho anticipato, dovevo compiere il miracolo, mi veniva detto dal gran capo “che avevo qualcosa in più degli altri” delle capacità superiori, ed era proprio per questo che mi si affidava i ruoli più pesanti e meno gratificanti, per le capacità e il merito…mentre le signorine con i fiocchetti rosa e le scarpette abbinate se la ridevano e si divertivano completamente sgravate dai compiti duri e gratificate con corsi per giunta p-a-g-a-t-i , pagati in quanto annuali,  (erano di supporto a qualche assistente maestro uomo)… “donne!”… cosa contano?…

Ma io non sono venale, non lo sono mai stata,  e quindi, non ci facevo caso… mio marito, invece si, e mi ci prendeva sistematicamente in giro, così oltre al danno, subivo anche la beffa dei miei familiari, che cercavano di stuzzicare il mio amor proprio inducendomi a rinunciare alla mia bella dose di calci e di non gratificazioni giornaliere…ma io no, testarda come pochi, perseveravo trovando mille giustificazioni a queste spiacevoli e pesanti situazioni, facendo apparire per buoni anche il branchetto di condor con le scarpette rosa ed il sorrisetto da iena ridens famelis.

Così continuavo giorno per giorno ad assolvere i miei innumerevoli impegni familiari, tre figli piccoli, un cane, un marito, 150 metri di casa su 4 maledettissimi livelli, il giardino, pranzi e cene panni e ripetizioni private per studenti, diciamo una giornata di tutto rispetto, così alla sera per svagarmi e riposare, 3  volte a settimana, me ne andavo ai corsi per fare ciò che amo: “ballare ed insegnare!”

Sistematicamente non mi trovavo ne ballare, come avrei voluto, ne ad insegnare come avrei voluto.

I condor con i fiocchetti rosa e il sorriso da iena ridens non sapevano… cosa? non sapevano fare un tubo! oltre che ballicchiare e scodinzolare, al capo sorridenti. Motivo per cui, se serviva un uomo: eccomi! mi travesto in uomo e sono pure il più “figo” della scuola, forse un po’ troppo… attiravo troppo l’attenzione degli allievi, ma che è colpa mia? a forza di ballare da uomo ero diventata “un uomo” ed anche piuttosto “bravo”, ma devo essere sincera la cosa non mi dispiaceva affatto, tranne che alle volte mi sentivo un po’ spersonalizzata, ci tenevo alla mia femminilità e quindi ho provato a indossare fiocchetti rosa scarpette in tinta e sorriso da iena ridens… ma ahimè non ha funzionato, e sapete perché? perché non ero capace a non saper fare un “tubo”, chi volevo prendere in giro? Come diceva il mio capo: ” hai qualcosa in più degli altri per questo ti affido questi compiti”…toccava a me! non c’era nulla da fare, d’altro canto le veterane esperte come me, da quel di che se l’erano data a gambe, stressate da situazioni infelici, simili alla mia, avevano abbandonato  lentamente il campo, una per volta, piano piano, per la gran gioia dei condor. E così, se serviva inserire qualcuno di nuovo? eccomi! toccava a me!…se poi c’era da affibbiare il tizio antipatico, o quello super negato, o ancora quello che a un chilometro di distanza faceva svenire la gente per la sua essenza specialissima: “eau de ascell”, eccomi, toccava a me!

qualche rara volta ho provato a protestare…ma il mio capo, lui si che era saggio e sinceramente affettuoso, se la prendeva a male, e mi toglieva il saluto…quasi gli avessi mancato di rispetto.

Be! in fondo aveva ragione, a chi li dava i 6 7 calci quotidiani se io mi ribellavo? bisogna essere obbiettivi, quello che è giusto è giusto.

Mica si può abituare qualcuno per anni a prenderti a calci, e poi da un giorno all’altro svegliarsi una mattina e dirgli : <<da oggi non voglio più i tuoi calci>> bé, scusate, ma  uno ci rimane male, perde una sicurezza quotidiana, si sente perso, non sa più dove sbattere la testa, o peggio ancora gli viene una crisi d’identità…no no aveva ragione il mio capo, ero io che dovevo aiutarlo, si aiutarlo perché lui fondamentalmente non amava molto i condor con i fiocchetti gli facevano persino rabbia, ma allo stesso tempo “mooolto” comodo.

C’è chi mi diceva e mi dice tuttora che le persone sono così e che le donne entrano in competizione: dissento fermamente! le persone, alcune sono così, e le donne alle volte e solo alcune entrano in competizione tanto da diventare dei condor dai fiocchetti rosa con il sorriso da iena ridens.

Ma torniamo a quel giorno, ero finita la lezione delle 21.00 e come al solito mi viene chiesto di salire al piano di superiore  ed andare in saletta (una palestra più piccola) per seguire il “corso nuovi inserimenti” e…”imbranati al seguito”, eh certo, quelli con difficoltà di apprendimento di ogni tipo mi venivano spediti su, mica rimaneva nel corso normale, e così arrivavo in saletta, armata di bacchetta magica e cercavo quantomeno di far quadrare i numeri, ossia gli uomini  e le donne in numero tale da poter formare le coppie. I condor o iene ridens, ovviamente non amavano aiutarmi rivestendo oltretutto il ruolo, in quel frangente specifico, di mie assistenti, e quindi svicolavano anche quando mi venivano affidate, gli uomini assistenti non amavano collaborare con una donna che ne sapeva più di loro, gli si leggeva stampato in faccia, ma io non avevo grossi problemi, armata della mia potente bacchetta magica e un bel sorriso implorante, arruolavo gli allievi del corso precedente che avevano terminato la lezione e che con piacere, (riscuotevo successi tra gli allievi, mi prendevano in simpatia), mi aiutavano a formare le coppie offrendosi di salire al “corsetto disperati” con me, si univa al gruppetto, il gentil fidanzato della segretaria, sempre pronto a collaborare.

Una volta mentre salivo, un amico del mio capo mi guarda con aria triste e mi dice: << mi dispiace tanto questa cosa, se ti serve una mano chiamami, meriti di più>>, io sorrido e quasi non capisco, mi dico:<< in fondo ho qualcosa in più degli altri, il mio capo me lo ripete e quindi…lasciamo perdere>>, spengo il cervello, rifiuto di pensare e vado a farmi la mia lezione di crocifissione quotidiana.

 

Per chi non balla e non insegna, forse è difficile capire le difficoltà e lo stress che si affrontano quando si devono continuamente inserire elementi nuovi, cercare di far quadrare le coppie non dare l’impressione di rallentare la lezione perché ci sono 2 nuovi, no 3 nuovi… no! ecco arriva un’altro con mezz’ora di ritardo aaaaah basta!…Scendi dal capo e lui sorridendo ti manda su una o due condor iena ad aiutarti, ma il sorrisetto gli scompariva veloce veloce alle “condorelle”..:<<come mai?>> mi chiedevo, e mia figlia di 16 anni a farmi la predica a casa:<<quelle sono incapaci e invidiose, stai attenta>>, e io :<<Vale, (mia figlia si chiama Valeria), pensi sempre male, ma non è così saranno un po’ a disagio, sono più grande di loro>>, mia figlia farfugliava qualcosa, e se ne andava, si perché mia figlia quando si stanca di ripetermi le cose comincia a farfugliare tra se e se e se ne va, si capisce da sola, e rinuncia a tentare di convincere una come me che vuole vedere per forza, il bene e il positivo ovunque.

Ma ritorniamo alla mia lezione, ero riuscita con grande fatica a fare le coppie, quel giorno mancavano un sacco di donne e in più avevo, oltre al gruppo 3 uomini nuovi e uno “de coccio”, lo so non sta bene, ma era proprio una persona poco portata come ne ho conosciuti veramente pochi, una di quelle che forse non avrebbe, anzi, senza forse…sicuramente non avrebbe mai imparato! E si che sono riuscita ad insegnare a persone con  handicap cognitivo e motorio,  non sono una che desiste facilmente, “lo sapeva bene il mio capo”, e tra un calcio e l’altro mi faceva i complimenti:<<sei una brava maestrina!>> ok! mi dicevo, ma io voglio i corsi “ufficiali”, quelli veri quelli che dai ai condor con i fiocchetti rosa e il sorriso da iena ridens per giunta pagati…così mio marito almeno la smette di prendermi in giro ed io potrò dirgli:<<hai visto tu avevi torto e io ragione, la pazienza e la perseveranza mi hanno premiato>>…ma de che! non è stato così, purtroppo.

 

Finisco la prima ora di lezione, andiamo tutti in pausa, finisce la pausa e riprendo la mia lezione ma mi trovo due uomini senza donna…che è successo? proprio in pausa il capo mi aveva chiesto se era tutto a posto e io ho detto di si ho rifiutato l’aiuto della sua collaboratrice per lasciarla a lui  e ora mi trovo due uomini in più?… uno c’era anche prima ma con i cambi la situazione era tranquilla, mi guardo  intorno e:<<è sparita un’assistente>>, dove è andata non si sa, continuo la mia lezione evitando di far capire il disagio, l’uomo “contro ballo ” (chiamiamolo così) non potevo metterlo in coppia con le allieve a rotazione le avrebbe fatte fuggire una ad una, l’altro uomo fermo  mi guardava con fare interrogatorio, fissandomi. Guardo altrove, crisi! Mi dico:<< se scendo e dico al capo che “tizia” è scomparsa, se la mangia>>, quindi perdo tempo e mando una gentile allieva del corso precedente, che mi sta aiutando, a cercare “l’evasa” perché effettivamente era un’evasa, fuggita da una situazione poco divertente a cui io magari ero abituata, ma lei no.

In futuro mi dirà che problemi lavorativi (alle 22.00 di sera) l’hanno tenuta occupata al telefono per un’ora, e  non ha neanche pensato lontanamente di  affacciare il naso sulla porta per avvisarmi  in modo da concedermi la possibilità di chiedere aiuto al capo senza metterla nei guai.

L’allieva infuriata stufa cercare “l’evasa” per tutto l’edificio sale e scende da un piano all’altro, andando fino al bar del centro sportivo, comincia a perdere la pazienza, alla fine dopo venti minuti di ricerca, scende dal capo e le dice ciò che pensa:<< siamo nei guai “tizia” è sparita abbiamo due uomini fermi (anzi 3 mentre lei girava), interrompendo la lezione del grande capo (az.o) 🙁 …

Io intanto continuo da sola cambio i CD perdo tempo, dispongo cambi ogni 2 minuti, spiego, rispiego, e rispiego ancora delle pure banalità tanto per perdere tempo, faccio “melina” e la lezione, malgrado le difficoltà va avanti.

Sorrido, si, bisogna sorridere in questi casi, mentre in cuor tuo pensi .<<ma tu guarda sta s…..a, a sparire così senza dire nulla, o magari le sarà capitato qualcosa di grave? bo!…mi preoccupo>> in quei frangenti pensi tutto e di più e intanto ridi ridi di un sorriso teso nevrotico ma ridi e con gli occhi strabici  fissi la porta di sguincio sperando di veder entrare, come in una visione, magari proprio le condor iene salvatrici!

Finalmente l’allieva torna su con un’altra donna di sostegno.

Ora voi vi chiederete, ma perché:<< ce l’hai tanto co’ ste pore condor iene coi fiocchetti rosa e le scarpette in tinta?>>

 

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Ma perchè in tutto ciò c’è un epilogo, alla fine della questione,  io e solo io ero la colpevole, la voce di popolo, o meglio di un paio di “condor iene” non presenti in sala emise un “comunicato stampa” informando  il mondo intero dicendo: << ha sospeso la sua lezione, è scesa dal capo e ha fatto una sceneggiata interrompendo anche la sua lezione>>, in pratica ho generato il caos, cercando di coprire la “fuggiasca” mi sono clonata, un clone di me ha continuato e non sospeso la lezione, e l’altro clone è sceso a fare una piazzata…peccato che a scendere è stata un ‘allieva (e non rispondo della sua ira), biondina capelli corti bassina che sinceramente in comune con me in quel momento forse aveva solo l’imbarazzo e un po’ di rabbia..aaaaah ma come è bello il mondo, con  i condor che  seminano e sparano, non lo sapevate? hanno imparato a pescare, tessono reti e ragnatele meglio dei pescatori e dei ragni.

Il bello è che ad informarmi della notizia in questione, fu proprio la “tizia sparita” che dopo essersi scusata mi ha processato per cose che io avrei detto e fatto quel giorno senza muovermi dalla mia saletta…eeehhh?

Certo che nel tempo qualche soddisfazione me la sono levata mentre i condor sono ancora li a sorvolare il cielo nella speranza di sbranare qualche preda “abile” e crescere un po’ di più, scalando la vetta delle loro aspirazioni, sempre più vicine all’olimpo, ma con indubbie capacità.

.

Devo ammetterlo mia figlia e mio marito avevano proprio ragione:<<alla prima occasione, approfittando della mia stanchezza psicologica,  mi hanno fregata>>!

Ma il resto ve lo racconterò un’altra volta…

 

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6 COMMENTS

  1. come ti capisco… ho da poco vissuto un’esperienza simile… a volte mi domando se a pagare non sia proprio l’opportunismo… nah, dicono che ognuno poi deve rispondere alla propria coscienza…

    • Certo ognuno deve rispondere della propria coscienza, ma credo che, come tu dici, spesso a pagare è proprio l’opportunismo

  2. Ooooh, il mondo dei condor e delle iene, che meraviglia :-(. Ci sono ovunque e non ti mollano mai, sono compagni di vita fedeli, gli unici di cui non ci si riesce a liberare. Povera te, che
    malefiche!

    • ah ah ah Lauretta, come vedo ho ampiamente metabolizzato e digerito, ora ci rido su…l’importanet, è non diventare mai ne un condor ne una iena…almeno si stà in pace con se stessi.

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