L’insonnia è una condizione tanto diffusa, quanto grave. Secondo dati ufficiali di Assosalute divulgati nel mese di novembre 2024, circa il 20% degli italiani soffrirebbe di insonnia episodica. La problematica a livello cronico, invece, è quotidianità per il 6-7% del campione coinvolto, rappresentativo della popolazione italiana.
Per amor di precisione, ricordiamo che “insonnia” e “disturbi del sonno” non sono la stessa cosa.
Nel secondo caso, infatti, si inquadra una condizione che può manifestarsi a prescindere dalla qualità del sonno e sotto al cui cappello, per esempio, è possibile includere gli episodi di sonniloquio e il sonnambulismo.
Quando, invece, il problema riguarda la qualità del sonno, è bene ricordare che esistono diversi approcci, tra cui quello farmacologico e le cure naturali.
Non bisogna, infatti, trascurare o non considerare l’esistenza di diverse cure naturali per l’insonnia che, se gestite facendo riferimento ai giusti professionisti, possono rivelarsi risolutive da sole.
Tra questi, rientra l’alimentazione. Di dieta contro l’insonnia si parla tanto. Per aver maggiori chance di risolvere il problema e per evitare criticità di salute, è bene seguire indicazioni scientifiche.
Nelle prossime righe, ne vediamo alcune tra le più importanti (ricorda sempre che l’optimum è un approccio personalizzato).
Il rapporto tra alimentazione e qualità del sonno
L’alimentazione, dati scientifici alla mano, ha un effetto profondo sulla qualità del sonno. Alcuni cibi in particolare come caffè. tè, cioccolato cibi pesanti non sono adatti a chi soffre di insonnia, specie se consumati di sera.
Per questo l’alimentazione e la dieta ha un ruolo molto importante della qualità del sonno. Nel momento in cui è gestita con un approccio bilanciato, può migliorarla (vale ovviamente il contrario in caso di dieta squilibrata).
Se si adotta un regime alimentare più equilibrato rispetto ai propri standard si possono apprezzare effettivi positivi sulla qualità del sonno. Sì, si tratta di un rapporto di corrispondenza biunivoca e di una dimostrazione di quanto fare attenzione alla dieta sia importante.
Detto questo, non resta che entrare nel vivo dei giusti consigli pratici.
L’importanza di non eccedere nell’apporto calorico
Un consiglio prezioso per evitare il problema dell’insonnia (oltre a quelli che trovate nell’articolo in link) è quello di non eccedere a tavola nel pasto serale.
L’importanza di consumarlo cercando di mantenere la massima frugalità è stata confermata da diversi studi. Tra questi, è possibile chiamare in causa un piccolo lavoro scientifico i cui risultati sono stati pubblicati sulle pagine della rivista scientifica Journal of Clinical Sleep Medicine.
Gli esperti hanno coinvolto 26 soggetti adulti normopeso di età compresa fra i 30 e i 45 anni, abituati a dormire dalle 7 alle 9 ore a notte. L’obiettivo alla base del lavoro scientifico era quello di individuare l’influenza dei pattern dietetici sul sonno.
Al follow up è stato possibile notare che, a fronte di un’alimentazione controllata, rispetto ai parametri in cui, invece, l’apporto calorico era incontrollato, il sonno era caratterizzato da un maggior numero di onde delta – lente – il che è sinonimo di un livello avanzato di addormentamento (sonno non-REM). Anche dal punto di vista del tempo necessario ad addormentarsi sono state riscontrate differenze.
Nei giorni in cui si erano alimentati ad libitum, i soggetti coinvolti nel campione ci avevano messo, in media, 29 minuti per prendere sonno, contro i 17 richiesti, invece, dopo i giorni a regime di alimentazione controllata.
Il potere delle fibre e la qualità del sonno
Sempre grazie allo stesso studio citato, è stato possibile confermare il ruolo dell’assunzione della fibra per la qualità del sonno.
Concentrarsi sull’inclusione della fibra vegetale nella propria alimentazione permette, infatti, di allungare la durata delle fasi più profonde del sonno.
Questo risultato è stato osservato concentrandosi soprattutto sul confronto con la situazione successiva all’eccesso nell’apporto di grassi saturi.
Nei soggetti abituati a consumare alimenti ricchi di zuccheri, invece, è stato possibile ravvisare un sonno discontinuo, caratterizzato da un alto numero di risvegli.
Pur con il limite del campione numericamente ridotto, questo studio conferma l’importanza di una dieta equilibrata ai fini del miglioramento della qualità del sonno.
Quest’ultimo, quando è ristoratore, contribuisce alla sintesi della leptina, ormone fondamentale per tenere sotto controllo lo stimolo della fame, con tutti i vantaggi del caso per il peso forma.
Sonno di qualità può essere indotto tenendo conto che alimentazione, attività sportiva e uso smodato del pc e dei telefonini, ma anche altri fattori, possono influire negativamente sulla qualità del sonno.
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