I problemi esistenziali, oggi come oggi, sono argomento comune e prerogativa di molti. Se un tempo ci si accontentava di poco, e si era “ammaestrati naturalmente dalla società” che incanalava i bisogni e la vita delle persone in concetti come lavoro, famiglia, figli, responsabilità sociale, oggi le cose sono cambiate di molto e spesso ciò induce ad avere proprie crisi di identità. Problemi esistenziali che nascono da insicurezza, mancanza di uno scopo, o di obiettivi da raggiungere. Specie tra i giovani, sia ha la forte sensazione che ogni impegno sia vano e che il proprio futuro, non dipenda da se stessi, ma dall’ambiente circostante. Se è vero che la società e la politica hanno un ruolo importante nel futuro e le aspettative delle persone, è altrettanto vero che le scelte soggettive possono ribaltare la situazione. Ma scopriamo quali sono i problemi esistenziali comuni e le crisi di identità sempre più frequenti nelle varie generazioni (nuove e non).
Quali sono i problemi esistenziali comuni di oggi?
Sarà una maggiore sensibilità derivante dall’ambiente, sarà anche una maggiore fragilità emotiva ma i problemi esistenziali di oggi sono in crescita. Un tempo si diceva: “basta la salute e un paio di scarpe nuove“.
Oggi, giustamente, le ambizioni sono diverse: si spera in un buon lavoro, una casa che offra comfort, qualche giorno di vacanza l’anno e il potersi togliere alcuni sfizi. Un tempo non era così, anche in virtù della fragilità della vita stessa e delle minori esigenze consumistiche.
Con la crescita delle esigenze soggettive ma comunque comuni, anche le aspettative si sono enormemente modificate. Al tempo stesso, i problemi economici dei paesi tra guerre, pandemie, odio raziale, ed altro, hanno reso la stabilità economica delle nazioni e di conseguenza delle classi sociali medie e medio povere, sempre meno certa.
In questo contesto sociale ed economico i problemi esistenziali si formano, si ingigantiscono e, in alcuni casi si appropriano della vita delle persone rendendola catastroficamente negativa. La mancanza di uno scopo preciso o la convinzione di non poter fare, di non avere possibilità è tra i problemi esistenziali, specie tra i giovani, uno dei più ricorrenti.
Problema esistenziale numero 1: Mancanza di uno scopo preciso
Alle volte la “non motivazione” nasce dalla convinzione che non sia possibile mettersi in gioco. La certezza che il contesto sociale non offra opportunità, spinge al non avere uno scopo preciso, o un qualcosa su cui puntare.
Molte persone si sentono perse, prive di un orientamento. Tendono ad interrogarsi sul significato della propria esistenza e sul perché di determinate situazioni che li coinvolgono, faticando a trovare una motivazione intrinseca che dia un valore, ed un senso, al tutto. Questa sensazione di vuoto assoluto può riguardare la vita lavorativa, così come quella sociale o affettiva, e coinvolgere alcuni obiettivi personali.
Difficoltà relazionali
La sensazione di vuoto esistenziale può anche inficiare sui rapporti sociali e creare problemi relazionali e di comunicazione. Quello che emerge è una reale difficoltà nel creare connessioni autentiche con le persone. Si ha la sensazione che i rapporti sociali siano sempre più frivoli e meno profondi; ciò contribuisce a creare un vuoto sociale, un senso di solitudine che da vita ad un vero e proprio disagio esistenziale.
Cosa fare?
Se è vero che il contesto sociale e la società moderna non sempre siano li ad agevolare sogni, idee, progetti, ed affetti, è altresì vero che ogni individuo può continuamente reinventarsi, crearsi nuove opportunità, e dar spazio a progetti che siano diversi da quelli originari.
E’ proprio il livello di reattività soggettiva a poter fare la differenza aprendo nuovi orizzonti in ogni ambito, da quello lavorativo a quello affettivo relazionale.
Problema esistenziale numero 2: crisi di identità
Il problema esistenziale numero 2 riguarda la frequenza di crisi di identità che tende a colpire le persone più o meno giovani. Il problema esistenziale numero uno, citato poc’anzi, ne può favorire l’insorgenza.
La vita che circonda il soggetto non è accolta con positività e spesso si può provare un senso di grande estraneità rispetto al contesto sociale e familiare. La tecnologia e i device in particolar modo, non fanno che acuire questo problema di “inadeguatezza“.
Tra i problemi esistenziali spicca dunque il non sentirsi autentici ed anche dubitare sia delle proprie scelte che dei valori, facendosi influenzare anche da quelle che sono le aspettative sociali ed i giudizi esterni.
Cosa fare?
E’ importante rendersi conto che ognuno di noi è un soggetto unico con fragilità e potenzialità. Riconoscere il proprio valore ed apprezzarsi per ciò che si è apre la strada verso un percorso di autostima e crescita personale. Non è necessario assomigliare ad altri, ma essere se stessi ed apprezzarsi per quello che siamo.
Problema esistenziale numero 3: Insoddisfazione, frustrazione, ansia esistenziale
Questo terzo problema esistenziale che si riscontra nelle società moderna è in realtà composto da “3 sensazioni“: insoddisfazione, frustrazione, spesso conseguente alla insoddisfazione ed ansia esistenziale, influenzata dalle due “sensazioni/stati d’animo” precedentemente descritte “insoddisfazione e frustrazione”. Il tutto è connesso ad un senso di inadeguatezza che si origina dalla “crisi di identità” poc’anzi descritta.
Per quanto riguarda l’ansia esistenziale, quest’ultima è spesso connessa anche a temi universali come la morte, l’esistenza, la solitudine e la responsabilità delle proprie scelte, il tutto crea una sorta di smarrimento rivolta verso il futuro.
Talvolta nonostante si abbiano realmente opportunità e successi, capita di sperimentare un senso di insoddisfazione. Sembra sempre che ci manchi qualcosa e questo comporti bassa autostima e la sensazione di non avere il controllo della propria vita.
Sarebbe importante e fondamentale ripercorrere le frasi dei nostri nonni con il cuore e la mente aperta: “basta la salute e un paio di scarpe nuove” e tutto sembrerebbe più facile. Ogni piccolo successo assumerebbe un altro aspetto ai nostri occhi, e la soddisfazione regnerebbe sovrana.
Cosa fare?
Si deve imparare ad “accontentarsi” il che non significa non puntare verso il miglioramento e la crescita personale, ma l’addestrarsi a riconoscere i propri traguardi e ad esserne fieri.
Nonostante si abbiano successi o si raggiungano obiettivi, può persistere un senso di insoddisfazione, come se mancasse sempre qualcosa. Questo può portare a irritabilità, bassa autostima e generare la sensazione di non avere il controllo sulla propria vita. Imparare a vedere il bicchiere mezzo pieno, (come spiegato nell’articolo al link), può rivelarsi di grande aiuto.
Per farlo, è importante scrivere nero su bianco i propri successi, i traguardi raggiunti, le cose positive che si sono realizzate e verificate nella vita e poi affiancarvi una liste di negatività. Vi accorgerete che l’asse dalla bilancia non è mai così negativo come sembra, ma che spesso pende verso i successi e la positività.
Essere positivi è una cosa che aiuta moltissimo. Indubbiamente le persone ansiose tendono ad essere meno positive di altre. Alla base dell’essere positivi, ci sono le esperienze di vita ed il modo di porsi alla vita stessa. Alcune persone minimizzano i fatti, ed altre invece, li vivono con grande tragicità anche quando si tratta di piccoli intoppi che, in realtà, sono assai comuni e fanno parte della vita di tutti i giorni. Questa percezione diversa dei fatti fa la differenza sostanziale.
La paura di non essere all’altezza; 4° problema esistenziale
Un altro problema esistenziale riguarda la paura di non essere all’altezza delle situazioni. Una condizione comune che deriva spesso da aspettative troppo alte che i genitori hanno rivolto al figlio, od ai figli, nella varie fasi di crescita.
Problema comune nelle ultime generazioni specie nelle “famiglie mono-figlio”. La pressione psicologica che ne deriva è alta e si sviluppa la necessità di essere perfetti sempre e comunque, di fare solo le scelte giuste e non deludere mai nessuno.
Cosa fare?
Accettare il fatto che nessuno di noi è perfetto, che in alcuni ambiti si eccelle, mentre in altri meno, e che nonostante tutti gli sforzi, alle volte si può sbagliare o non raggiungere i risultatati ambiti.
Siamo essere umani, non macchine, e dunque è giusto eccellere, così come fallire. Questo binomio tra perfezione e imperfezione è presente nella vita di ognuno, e si alterna sempre e comunque, in ogni ambito, da quello lavorativo a quello sociale, finanche quello sportivo ed affettivo.
Non c’è nulla di male nello sbagliare, non c’è nulla di irreparabile, e non esiste persona al mondo che nella sua vita non abbia sbagliato qualcosa, od avuto dei fallimenti. Prenderne coscienza, ci rende meno frustrati e vulnerabili, contribuisce a renderci più sicuri di noi, pronti ad accettare successi e fallimenti, nel medesimo modo.
Da non dimenticare, poi, che da ogni errore si può imparare, da ogni fallimento si può trarre la giusta motivazione per fare di nuovo e meglio. Concetti che sono alla base della crescita individuale.
I 4 Problemi esistenziali comuni presi in esame sono spesso connessi tra di loro e si intersecano, dando vita a risposte negative nel vivere comune che inficiano sulla felicità della persone in modo significativo.
E’ importante accettarsi per ciò che si è, crearsi nuove opportunità sfruttando le proprie potenzialità e circondarsi di affetti sani, anche se in numero limitato: il detto “pochi ma buoni” non ha mai fallito.
Siate ottimisti e propositivi e la vita vi sorriderà!