Amigdala: Il cassetto segreto delle nostre emozioni

L’amigdala e la sa funzione condizionano fortemente la nostra vita e le emozioni. Esperienze vissute vengono immagazzinate nel suo cassetto fantasma per riemergere ed allertarci. Ma cos’è l’amigdala e come funziona?

La nostra mente, i nostri pensieri, sono fortemente condizionati dalle esperienze che abbiamo vissuto nel corso della nostra vita. Determinanti e fondamentali i primi 3 mesi ed i primi anni di vita di un individuo, specie i primi 3, periodo in cui si formano e delineano le principali caratteristiche della nostra personalità, nella quale influisce, oltre alla componente ambientale sociale e familiare, una forte componente di natura genetica. L’amigdala in tutto questo assume un ruolo importante.

Amigdala: Il cassetto segreto delle nostre emozioni

Un elemento che non va sottovalutato e che l’Amigdala funge da cassetto segreto delle nostre esperienze ed emozioni. Ma cos’è esattamente? L’Amigdala è un piccolo organo presente nella nostra testa, grande poco più di una noce che nel corso della nostra vita rappresenterà la banca dati delle emozioni passate, dando vita a quelle presenti.

Amigdala e il suo compito primordiale

L’Amigdala originariamente nell’uomo primitivo, aveva il compito di aiutare l’individuo per la sopravvivenza, in questa piccola noce vi è depositata in maniera indelebile, la memoria delle nostre emozioni, tutto ciò che nel corso della nostra vita ci ha provocato emozioni positive e negative di una certa entità rimane registrato e scolpito in quest’organo.

Le emozioni  derivanti da esperienze negative, legate talvolta a suoni, parole gesti ed anche odori, rimangono impresse nella nostra Amigdala, quando nel corso della nostra vita, si verificano situazioni in cui la nostra Amigdala identifichi di nuovo, uno o più di questi elementi o fattori, viene  automaticamente attivato, dall’Amigdala stessa uno stato di allerta, se si tratta di esperienze memorizzate come negative, e uno stato di gioia se, se si tratta di esperienze positive, la reazione è ovviamente determinata dal tipo di esperienza vissuta in passato riguardante la situazione specifica.

L’Amigdala nell’uomo primitivo e nell’uomo moderno

 In epoche passate il pericolo per l’uomo, era costituito da animali predatori, da situazioni climatiche e ambientali legate al territorio e alla natura, oggi, invece, la nostra Amigdala percepisce, recepisce e immagazzina a livello emotivo, segnali determinati da legami affettivi, situazioni lavorative, scolastiche, le quali  in base alla loro evoluzione e percezione possono determinare uno stato di ansia anche in situazioni di “quasi normalità”, situazioni che, nei secoli passati la nostra Amigdala non avrebbe neanche considerato: Panico per un esame, ansia per una situazione affettiva legata all’amicizia o all’amore, sfiducia nel prossimo, profumi, musiche e immagini visive (paura dei temporali, fobie provocate da animali), che ridestano, a livello inconscio, ricordi e stati d’animo legati ad esperienze, sia positive che negative, condizionamenti estremi ed esterni proposti da altri soggetti, riconducibili  al nostro passato.

Come ricondizionare un’Amigdala 

Da quanto detto è ovvio presupporre che ricondizionare un Amigdala con l’obiettivo di superare situazioni che generano psicosi, ansia, panico sfiducia nel prossimo e quant’altro, non sia esattamente un’impresa semplice, però vogliamo essere positivi, e quindi diremo che è possibile, in che modo?

Ogni volta che entrano in gioco le nostre emozioni e i nostri stati d’animo (in negativo), dobbiamo cercare, quanto più possibile, di “razionalizzare l’evento”, fare un esame di quello che ci sta accadendo, contare magari fino a dieci e gestire, o almeno cercare di gestire, lo stato d’animo, le sensazioni che la situazione contingente ci sta procurando.

Questo ovviamente, è valido anche quando un soggetto ci procura antipatia o paura senza un motivo apparentemente esplicabile, si dice: “mi sta antipatico e basta”; oppure, “mi mette paura, non mi piace”.  In realtà, dietro a queste emozioni sono presenti dei forti condizionamenti del passato di cui non siamo coscienti (magari è sufficiente una somiglianza) oppure il riconoscimento, in questo soggetto, di caratteristiche dominanti di successo che non riusciamo ad identificare in noi (stato di inadeguatezza e inferiorità).

Panico e fobie

Lo stesso discorso va applicato quando si verificano attacchi di panico o fobie, spesso riconducibili a traumi infantili e condizionamenti involontari genitoriali, l’importante è rendersi conto che ogni volta in cui una situazione tende ad influenzarci e a prendere il sopravvento sulle nostre emozioni, siamo noi e solo noi che possiamo contrastarla, razionalizzando e prendendo il controllo dei nostri pensieri, analizzando l’accaduto, la situazione o la persona in causa in maniera distaccata e imparziale, acquisendo in questo modo il controllo della nostra vita e del nostro umore, senza ansie patologiche o preconcetti. 

Note personali:

Dedico quest’articolo a tutte quelle persone che in un modo o nell’altro hanno condizionato i loro rapporti umani nell’incapacità e la non volontà di voler andar oltre le loro istintive emozioni.

 

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 Gocce di vita

L’acqua scorre instancabilmente nel letto di un fiume

tracciando in maniera indelebile il letto che l’ha ospitata,

un fiume in piena allagherà le pianure

costruiamo gli argini e controlliamone il percorso

rendiamo sicuro il suo scorrere

nello stesso modo rendiamo più sereno il fluire della nostra vita.

Mara Mencarelli

 

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4 COMMENTS

  1. […] L’amigdala, il cassetto segreto delle nostre emozioni va ricondizionata quel tanto che basta per consentirci di vivere in maniera più serena. Non si tratta di un percorso facile, ma partiamo dal presupposto che “volere è potere”, e se siete arrivati al punto di rottura e ad uno stato di malessere, forse è arrivato il momento di frenare pulsioni e reazioni in maniera graduale e produttiva. […]

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