Coltivare la gentilezza e l’empatia: si può?

Coltivare la gentilezza e l'empatia: si può?
Coltivare la gentilezza e l'empatia: si può?

Le società moderne stanno vivendo un terremoto sensoriale che sta portando ad una minor presenza di gentilezza e comprensione verso il prossimo. Fatti di cronaca quotidiana ne sono la triste testimonianza. Eppure, insegnare ai propri figli a coltivare la gentilezza e aiutarli ad essere empatici è un compito che spetta ai genitori. E’ proprio in casa che si gettano le basi di questi due importanti valori. Vediamo come fare a coltivare la gentilezza come se fosse un fiore da far sbocciare ogni giorno, e a sensibilizzare le persone ad un coinvolgimento più empatico e meno individualista nei confronti dl mondo e del prossimo.

Come coltivare la gentilezza ed essere “gentili” nella società moderna

Educazione e gentilezza sembrano alle volte attributi fuori moda. Coltivare la gentilezza e l’empatia è una pratica molto importante che può contribuire a migliorare le relazioni umane e a creare una società più armoniosa.

Nelle scuole dovrebbero introdurle come materie didattiche affidate a psicologi e psichiatri. Avremo meno persone sole, meno aggressività e, probabilmente, un mondo più umano e gentile.

E’ vero che in alcune circostanze la gentilezza sembra essere meno diffusa e che l’empatia può risultare meno evidente nelle grandi metropoli, ma la causa di ciò è proprio la vita che, nelle città di grandi dimensioni non è più a misura d’uomo e comporta dunque una desensibilizzazione.

Ci sono diversi fattori che possono influenzare (ed influenzano) questo cambiamento sociale in atto e spesso sono interconnessi tra di loro.

Il ritmo frenetico delle metropoli ci allontana

Triste a dirlo, ma nelle grandi metropoli in cui non manca nulla, il ritmo frenetico della vita ci fa perdere i contatti con quelli che sono gli elementi basici necessari alla sanità mentale, emozionale, affettiva: odori, sapori, spazi, profumi e ritmi lenti e primordiali.

Il vivere frenetico toglie tempo anche agli affetti e alla vita in famiglia fatta, un tempo, di condivisione, comunicazione e ascolto, ed infine, ma non da meno, amore.

Il ritmo di vita stressante e accelerato può far si che le persone si concentrino in maniera maggiore solo ed esclusivamente verso i propri obiettivi ed impegni, e siano dunque meno propense a rivolgere il loro sguardo verso gli altri.

La corsa quotidiana può far diminuire la disponibilità verso gli altri e, al tempo stesso, può indurre ud una “morte lenta” del concetto di empatia e gentilezza.

Anonimato e distanza sociale

Inutile dirlo, perché tutti lo sanno: nei piccoli centri e nei paesi dove si conoscono tutti, i rapporti sociali sono avvantaggiati dal contatto diretto e dalla conoscenza.

Al contrario, nelle grandi città si è sviluppata una grande interazione quotidiana con tanti perfetti sconosciuti (sul bus e la metro, al mattino) al supermercato di zona, od anche nei luoghi di svago, l’affluenza è talmente alta, varia e numerosa, che ogni individuo interagisce, ogni giorno, con un grande numero di individui sconosciuti.

Ciò comporta una desensibilizzazione “rivolta verso l’altro”. Ci si sente distanti gli uni dagli altri, ci si sente diversi, non si mostra e non si sente interesse per l’altro. Questo comporta una mancanza di sensibilità e responsabilità sociale e una minore propensione sia alla gentilezza che al provare empatia.

Quando le persone non si sentono legate ne connesse agli altri individui, possono sicuramente dimostrare una minore propensione ad occuparsi degli altri anche solo e semplicemente con un gesto gentile.

Purtroppo, questa primo stadio di desensibilizzazione “esterno” alla propria vita, viene lentamente catapultato anche all’interno dei nuclei familiari. L’egocentrismo è spesso alla base delle relazioni umane del mondo moderno vissuto all’interno delle grandi metropoli.

Un processo inarrestabile che probabilmente la scuola potrebbe invertire, educando le nuove generazioni al concetto di gentilezza e allo sviluppo dell’empatia.

Individualismo e competizione: il male sociale

Lavoro, sport, rapporti sociali vivono in uno stato surreale in cui governa la competizione e l’individualismo. Figli unici e non, trasformati in individui intorno ai quali ruota l’Universo.

Nelle società moderne e nelle grandi metropoli la competizione e l’individualismo fanno si che le persone siano concentrate solo sui propri successi e perseguano gli obiettivi personali, trascurando il prossimo, così come l’importanza del provare empatia ed essere gentile: l’altro non è parte presente nel proprio percorso di vita.

Sia che si tratti di un familiare, un amico, un collega o un estraneo in difficoltà a causa nostra, o non, esso non rientra tra le nostre preoccupazioni, ne tanto meno nelle nostre priorità. Anche se alcuni intimi potrebbero rientrarvi, ed altri no, ciò non cambia il concetto.

Ovviamente questo modo di vivere e questa mentalità centrista può comportare un clima sociale in cui la solidarietà venga meno. Oltre tutto ciò inficia gravemente sui rapporti di coppia che si deteriorano con maggiore facilità.

Pe chi invece mantiene una spiccata sensibilità ed empatia, tutto questo può tradursi in un “mal di vivere” in cui tutto e tutti appiano cattivi e fuori dal nostro concetto di essere gentili e vivere con empatia. (E’ a loro che consiglio la lettura di libri che insegano a gestire l’ipersensibilità).

La sensibilità è un dono: gestire l’ipersensibilità attraverso un libro

Mancanza di consapevolezza

Il mio pensiero e l’osservazione mi porta a credere che in molti, moltissimi casi, le persone non siano consapevoli di non essere empatiche e gentili. Non si accorgono di essere degli individualisti concentrati solo su se stessi, pur essendo consapevoli, magari per convenzione, di quale sia la reale importanza della gentilezza e dell’empatia nel vivere comune.

In altri casi invece, le persone potrebbero non rendersi conto di quanto sia importante essere gentili e provare empatia, questo perché, a loro volta, sono cresciuti in contesti in cui queste caratteristiche non erano presenti.

Non rendersi conto dunque di quanto e come questi fattori potrebbero influenzare i rapporti affettivi e sociali incide sull’evoluzione degli stessi e inficia gravemente sui rapporti lavorativi, sociali, d’amicizia e affettivi.

L’educazione e la promozione di valori come la gentilezza e l’empatia è una risorsa utile che può aiutare a sensibilizzare le persone su questi aspetti.

Tecnologia social ed isolamento

Lo sviluppo tecnologico ha favorito la nascita di rapporti sociali sviluppati in due diversi modi: quello naturale e spontaneo di sempre, e quello tecnologico strutturato in maniera virtuale. I cambiamenti significativi delle dinamiche sociali sono frutto anche dell’avanzamento tecnologico.

L’uso eccessivo della tecnologia può portare a un isolamento emotivo e a una riduzione delle interazioni faccia a faccia. Le persone possono sentirsi meno coinvolte nella vita degli altri e quindi mostrare meno gentilezza ed empatia.

Come coltivare la gentilezza ed educare all’empatia

Consapevoli di questi cambiamenti epocali anche solo spostandoci dalle metropoli ai paesi limitrofi per pochi giorni… è importante essere convinti del fatto che, sia la gentilezza che l’empatia, possono essere coltivate.

Specie verso le nuove generazioni, vi è una responsabilità sociale delle istituzione, della gente comune, delle famiglie nel mettere in atto cambiamenti che ne accrescano lo sviluppo.

Ci stupiamo per i numerosi femminicidi, ci meravigliamo dell’insensibilità rivolta verso gli animali, siamo sgomenti difronte all’aggressività di alcuni adolescenti, e siamo allibiti nel vedere che c’è chi filma, riedendo, un incidente in cui delle persone hanno perso la vita.

Attraverso l’educazione, la pratica personale e la promozione di una cultura basata sulla gentilezza, è possibile creare un ambiente in cui tali qualità vengano valorizzate e diffuse, anche nelle grandi metropoli.

La gentilezza e l’empatia possono essere contagiose, così come anche ogni piccolo gesto in positivo volto verso l’altro può davvero fare la differenza nella vita di una persona.

Questo piccolo trattato sulla gentilezza e l’empatia senza troppe pretese, (partorito in un caldo pomeriggio di giugno) è dedicato a coloro che essendo empatici e gentili, da sempre lottano emotivamente verso le incomprensioni dettate dall’egocentrismo / menefreghismo altrui. Una lettura che ha la presunzione di voler fornire un semplice spunto alla riflessione.

Mara

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