La moda e gli stili dall’800 al 900: la nuova sartoria del 900

La moda e gli stili dall'800 al 900: la nuova sartoria del 900
La moda e gli stili dall'800 al 900: la nuova sartoria del 900

La Rivoluzione Francese sancì l’affermazione della borghesia e, l’abbigliamento, così come la moda, si semplificò per adattarsi ad una società di imprenditori, professionisti, impiegati, e di donne lavoratrici. Dalla Francia Napoleone, desideroso di avere una corte sfarzosa, si servì della moda e dei suoi capricci per imporre stoffe di lusso, come il crépe, il cachemire, il taffetà, il satin, ed anche tessuti come il velluto ed il raso, prodotti da fabbriche francesi ed italiane. Dal medioevo, poi la moda del 500 con Lucrezia Borgia e, a seguire, quella del 600 e 700, subì grandi cambiamenti, avvicinandosi sempre di più alla moda attuale e gettandone le basi.

Moda dell’800: abiti stile impero tipicamente francesi che si diffusero poco in Europa

La moda e gli stili dall’800 al 900: abiti femminili e maschili

La moda da inizio Ottocento, fino ad inizio Novecento, subì un enorme cambiamento, sia a livello di stile, che di produzione. L’industrializzazione, la nascita della macchina per cucire, delle riviste di moda e dei grandi magazzini, stravolsero il mercato dell’abbigliamento.

L’abbigliamento femminile dell’800

Le donne indossavano abiti che prevedevano la vita alta che arrivava fin sotto il seno. Le scollature erano generose di forma rotonda o quadrata, mentre gli orli, erano decorati da veli e ricami. Le gonne erano arricchite da un profondo drappeggio raccolto sulla schiena che terminava con uno strascico. Le maniche avevano varie fogge, spesso corte, gonfie e a sbuffo, prevedevano l’utilizzo di lunghi guanti. L’uso dei guanti si diffuse sia per la moda femminile che maschile.

L’abbigliamento maschile dell’800

L’abbigliamento maschile, per diverso tempo, prese riferimento dallo stile inglese. I pantaloni divennero, via via, molto simili a quelli attuali, si continuò ad utilizzare la giacca tagliata a redingote e l’ elegante frac. La fantasia decorativa, invece, si concentrava sui colletti, sulle cravatte e i foulard.

La moda della metà dell’800

Dopo Napoleone, la moda subì un grande cambiamento: il punto vita tornò come prima, fu reintegrato anche l’uso del busto, mentre, la gonna divenne conica e si ingrandì moltissimo, decorata da disegni vivaci e tessuti applicati. La moda femminile dell’epoca si complicò decisamente negli abiti, mentre quella maschile, si delineò in modo sempre più preciso, semplificandosi.

La moda femminile di metà Ottocento

Oltre alle gonne si modificarono anche la maniche che divennero molto grandi, con sbuffi e talvolta imbottiture. Si continuarono ad usare gli scialli di cachemire e mantelline.

Le pettinature divennero composte e molto femminili, raccolte a crocchia, o a gruppi di riccioli. Verso la metà del secolo l’abbigliamento virò di nuovo verso il fasto: per la terza volta nella storia comparve la gonna molto ampia con cerchio sottostante. La crinolina era la gonna composta da tessuto imbottito di crine usata per confezionare la sottogonna rigida di sostegno che, successivamente, verrà sostituita da una vera e propria armatura metallica. Si indossavano fino a 7 sotto gonne.

Per confezionare la crinolina era necessaria una grande quantità di stoffa, specie quando andarono di moda i volant. Tra le stoffe predilette vi furono la seta, il raso, il taffetà, il broccato e, d’estate, il crespo il tulle ed infine la mussolina.

Moda maschile di metà Ottocento

La moda maschile di metà 800 si semplifico nella cravatta, nelle pettinature, nel soprabito che aveva lunghezza tre quarti, e nelle calzature basse. Il colore più in uso era il nero ma si indossavano anche frac blu o marroni, mentre i panciotti, divennero sempre più fantasiosi nei tessuti. A metà secolo, il frac venne riservato per la sera, mentre i pantaloni si allargarono un po’ ed il bastone divenne un’accessori indispensabile. Si utilizzava ancora il mantello.

L’evoluzione della moda e l’industrializzazione

A determinare l’evoluzione della moda contribuirono due fattori: l’incremento del numero di persone con ampia disponibilità economica, e l’industrializzazione. Le fabbriche si svilupparono sensibilmente creando posti di lavoro per impiegati ed operai. I prezzi scesero dando vita a una nuova figura di acquirente. Già da inizio secolo nacquero magazzini di abiti pronti a prezzi differenziati, tra essi ricordiamo Quénin a Parigi; e Korn & Hostrupp ad Amburgo.

La macchina da cucire Singer

Macchina per cucire Singer

Oltre ai grandi magazzini, contribuì alla diffusione della moda di quel secolo anche l’avvento della macchina per cucire prodotta su scala. Isac Singer, americano, mise in produzione la macchina per cucire nota a tutto il mondo. 12 Agosto 1851.

Fu così che vestirsi decorosamente non fu più un lusso esclusivo della casse nobile, dei ricchi e dei borghesi, ma divenne possibile anche per un’ampia fascia della popolazione.

La moda ed il desiderio di distinguersi delle classi borghesi e nobili

Lo stile neoclassico venne abbandonato, le signore iniziarono a portare cappelli con piume di struzzo, le gonne si allargarono enormemente, le maniche divennero fastose e gonfie. Tornarono gli abiti maestosi e pomposi ma il lusso, rispetto al secolo prima, fu meno sfrenato in quanto la borghesia industriale e capitalista non indulgeva in bizzarrie.

La moda veniva seguita in modo accurato. Se veniva lanciata una nuova linea moda con tinta “rosa svenuta” o “sospiro d’estate” o “passione sopita” “polvere delle ruine”, le signore si affrettavano prontamente ad adottarla. Accadeva questo, in quanto la nobiltà e la borghesia ora venivano seguite e copiate anche dalla media borghesia e dunque, seguire la moda mutevole divenne l’unico modo per distinguersi dalla massa.

I giornali di moda

La diffusione della moda e delle nuove tendenze mutevoli, così come di tutte le novità che il mercato offriva, vennero diffuse con estrema facilità dalla nascita delle riviste di moda. Si diffuse l’uso della veletta che conferiva aria di mistero; di biancheria frusciante di seta; l’uso dei guanti, il bastone ed il cappello divennero indispensabili nella moda maschile.

Verso il 1828 nacque la moda del paltò grazie a Gabriel d’Oresey il quale, durante un acquazzone si coprì, comprandola, con una giacca rude di un marinaio (paltok). Il Corriere delle Dame riportò la notizia apostrofandola come “scandalo”. Ma fu di li a poco che il capo, denominato soprabito Chesterfield venne adottato dai Dandy, nacque uno stile elegante che tutt’ora viene seguito.

Il dandismo e lo stile moda Dandy

La nascita degli abiti destinati ai mestiere

Mentre le dame adottarono l’ombrellino ed i guanti per proteggere la pelle dal sole, mentre le pettinature si fecero romantiche e naturali; ed i bambini vennero vestiti con la divisa dell’aristocratico collegio Eton (inglese), che prevedeva calzoni lunghi e giacca poi successivamente calzoni alla marinara; nacquero gli abiti tipici, destinati ai vari mestieri, infermiera, ballerina, medico, panettiere, cuoco, imbianchino, carcerato, marinaio, ufficiale e così via.

In questo secolo diversi abiti divennero tipici e destinati ai vari mestieri, infermiera, ballerina, medico, panettiere, cuoco, imbianchino, carcerato, marinaio, ufficiale e così via.

La moda del primo 900

L’antica nobiltà aveva perso il suo potere. I borghesi e la media borghesia badavano all’estetica: amavano acquistare ed arredare le case, vestire alla moda, circondarsi di servitù. Accanto all’élite vi erano però altre classi sociali che, faticosamente, marciavano verso il benessere. Verso la fine del secolo, ed inizio 900, coesistevano varie mode e molta confusione tra gli stili che si adattarono alle varie esigenze e classi sociali.

Moda e stile abbigliamento femminile 900

La crinolina era stata soppiantata da una sottogonna e da una gonna aderente che rialzava il posteriore e per questo denominata ” cul de Paris“. Il corpino si stringeva verso l’alto per dare risalto al seno. Intano la vita cittadina e l’industrializzazione favorirono la semplicità, questo anche grazie agli abiti pronti che si trovavano in varie fogge nei grandi magazzini.

Il taglio delle giacche era mascolino, i tessuti semplici, la cintura di cuoio, il corpetto con colletto alto, la praticità era ricercata per andar incontro alle donne che conducevano una vita più attiva. Ma negli abiti eleganti la vanità si sfrenava: Silhouette sottili, scollature generose, e strascico deliziavano la vista. Più in là, la gonna si accorcerà, dando importanza alle scarpe con tacco.

Moda e stile abbigliamento maschile 900

Per gli uomini la giacca ed il frac rimasero per lungo tempo, e lo sono tutt’ora, gli abiti più importanti. Come soprabito si adottò un capo denominato finanziera, in alternativa il cappotto Chesterfield con chiusura frontale nascosta, od anche il paltò con la vita segnata. In seguito, per la sera, si aggiunse un capo elegantissimo: lo smoking! Fra gli accessori più diffusi troviamo il bastone ed il cilindro.

La sartoria nel primo novecento: sarti e sarte

La sartoria nel primo novecento

Tramontato il tempo in cui la moda, era lanciata da sovrani e nobiltà, assunsero un ruolo determinante i sarti, tra essi, ricordiamo due grandi nomi come Worth e Doucet. Nonostante esistessero i grandi magazzini e la produzione in serie nacque con l’avvento della macchina per cucire, l’abito sartoriale era ricercato dalle classi più ricche. Nei grandi magazzini diventò possibile reperire di tutto: abiti, scarpe ed accessori, pizzi, biancheria ma anche stoviglie e giocattoli. Ma all’epoca i sarti rivestivano un ruolo di primo piano.

Una vasta clientela animava le sartorie del 900: era composta da coloro che non amavano i vestiti in serie e preferivano gli abiti su misura. In Inghilterra, che ormai da tempo imponeva la sua moda maschile, nacque a Londra una via in cui si riunirono le sartorie principali: Savile Row.

Il ritorno della sartoria femminile

Si diffusero nuovamente anche le sarte per donna che avevano attraversato un periodo di declino durante il regno di Luigi XIV. I sarti e le sarte dell’alta moda si distinsero fortemente dalle produzioni di serie e difesero i loro atelier. In seguito, dovettero riconoscere la competitività della produzione di serie e elevarono il loro operato riservando la loro produzione ai clienti che se la potevano permettere, adottando tessuti di prima qualità, rifiniture eccellenti, e prezzi non per tutti. La differenza tra abito sartoriale e produzione in serie è nota, ed è una qualità che viene apprezzata tutt’oggi.

Nel secolo successivo gli stili di moda attualmente più usati, nacquero e si diffusero risentendo delle influenze sociali, musicali e di ballo.

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