Salvare vite umane non è un reato lo dice l’ONU: Sea Watch il coraggio di Carola

Salvare vite umane non è un reato lo dice l'ONU: Sea Watch
Salvare vite umane non è un reato lo dice l'ONU: Sea Watch

Salvare vite umane per L’italia e, nello specifico per Salvini ora è un reato. Se è vero che l’Italia ha raggiunto il limite in termini di accoglienza, o quasi, così decantano le autorità nazionali, ma non i dati reali, e altresì verso che il diritto alla vita è d’obbligo per tutti, Italiani e non. Chiudere i porti non è certo un gesto di civiltà, così come incivile è l’eventuale rifiuto e la non collaborazione da parte di paesi all’accoglienza dei migranti.

Salvare vite umane non è un reato lo dice l’ONU: Sea Watch ed il coraggio di Carola! Vediamo cosa sancisce realmente la legge, e cosa suggerisce lo spirito umanitario.

Salvare vite umane non è un reato lo dice l'ONU: Sea Watch il coraggio di Carola
Salvare vite umane non è un reato lo dice l’ONU: Sea Watch il coraggio di Carola

Non parliamo di politica ma di vite umane

Non si può ridurre l’evento a mera politica fatta per accaparrarsi i voti da chi ha sviluppato, e sta sviluppando, un odio razziale dovuto alla carenza delle istituzioni e al malgoverno che regna nei confronti di questa ed altre situazioni che stanno dilaniando un piccolo paese come il nostro. Il problema è sociale ed umanitario! Cos’è il razzismo da cosa deriva? E perché alcune branche istituzionali e politiche stanno facendo leva su questo aspetto sociale?

Si può negare a persone che rischiano di annegare di essere salvate? Si può negare rifugio a dei profughi? Dove iniziano i loro diritti e dove finiscono quelli degli italiani? E’ molto facile dire: ci rubano il lavoro, delinquono etc. Il problema va analizzato alla radice. L’Italia negli ultimi anni ha perso molto in termini di lavoro e diritti, tutto ciò che dal dopoguerra era stato conquistato e finito come polvere al vento. I contratti di lavoro non sono più adeguati alla vita e il blocco della scala mobile, insieme alla crisi economica che ha favorito la disoccupazione e la perdita di lavoro per molti, ha messo in ginocchio tante famiglie, persone che prima vedevano adeguare il proprio salario al costo effettivo della vita e al livello d’inflazione. Oggi, non è più così!

Chi è Carola Rackete

Capitana della Sea Watch 31 anni, si tratta di una giovane donna tedesca di buona famiglia plurilaureata e poliglotta che ha compiuto i suoi studi nel Regno Unito. Per anni nostromo sulle navi di ricerca oceanografica rompighiaccio al Polo Nord Carola è stata anche volontaria di Greenpeace. Ora, con Sea Watch si impegna a soccorrere i migranti nel Mediterraneo. Nonostante i No del Governo Italiano Carola non si ferma, e non si ferma neanche al NO della Corte di Strasburgo ma andando contro corrente e consapevole delle sue responsabilità civili e penali, compie il gesto estremo e sbarca a Lampedusa.

I migranti a bordo della nave sono allo stremo delle forze e  annuncia con un tweet la sua decisione per poi procedere. Spinta da un energia vitale che da spazio prima al cuore e poi alla testa, tipica delle donne, lascia da parte le conseguenze di questo gesto e compie quella che ritiene la scelta migliore per i 41 migranti a bordo della SEA WATCH. Disobbedienza civile? O ragionamento e presa di coscienza? Quel modo inusuale di uscire dalle righe, infrangere le regole, per dar vita, spesso, a quelli che sono stati storicamente i veri cambiamenti positivi in termini politico sociali. Una donna coraggiosa, dunque la 31 Carola Rackete.

Una decisione che spacca in due il popolo italiano: chi approva e chi insulta, chi mette in ballo il proprio cuore, la propria religione e lo spirito umanitario, e chi giudica senza analizzare, senza provare, senza esserci mai. Si perché è “l’esserci” che fa la differenza! In modo asettico e senza coinvolgimento reale, spinti dall’odio razziale e dalla convinzione che tutti i mali di questo paese dipendano dai migranti e dagli zingari, beh sì, così è facile dire che ha sbagliato, e giudicare! Ma l’Italia ha un problema più grande dei migranti ed è il malgoverno, la corruzione, il qualunquismo e la finta democrazia. Lo dice la storia, lo dicono i fatti di attualità.

Altrettanto gravi gli insulti che coprono Carola ad opera di “UOMINI”, se così possiamo definirli, ripresi in un video girato dal parlamentare del PD a Lampedusa, in cui un linguaggio primitivo e greve tende ad offendere “la donna”, in realtà, e non il Capitano. La politica purtroppo fa leva sull’ignoranza, ed è proprio l’ignoranza di basso retaggio a parlare.

Tutti i mali dell’Italia

Il fisco pressa il lavoratore autonomo e le attività commerciali che, troppo spesso evadono per non dover soccombere, la legge fiscale è inadeguata! I contratti di lavoro per i giovani sono un fallimento che costringe 28 e 29 enni e più giovani, a lavori sottopagati anche di tipo super professionale. I cittadini non vengono tutelati su molti fronti: quello sanitario, in cui si toccano picchi stratosferici di attese e insufficienza del personale medico e paramedico; quello lavorativo, e quello che riguarda le infrastrutture, ponti che crollano e scuole inagibili ne sono la testimonianza.

Di fronte a tanto sfacelo distogliere l’attenzione e cercare dei voti dove e come si può è, per alcuni politici, la mossa più astuta. Ma la capacità di giudizio non dovrebbe venire meno.

Come non indignarsi difronte al procedimento in atto nei confronti di una giovane donna la comandante Carola Rackete che, contro ogni assurdo divieto, ha portato in salvo 41 migranti in mare da ben 17 giorni.

Cosa fa Sea  Warch: 5 motivi legali che scagionano la Capitana

Salva vite umane ed è autofinanziata! Questo fa da anni la Sea Watch 3, salvare vite umane in mare. Lo fa in Italia e lo fa in altri tratti costieri del Mediterraneo dove si trova ad attraccare per emergenza, perché le condizioni di salute delle persone tratte in salvo, donne, uomini e bambini, non sono mai delle migliori, specie dopo molti giorni in mare in condizioni precarie o tratti in salvo dalle onde!

La Capitana, forzando il blocco ha commesso un reato? Quanto questo reato è condannabile? Le circostanze non davano alternativa alla giovane Capitana ed anche per il Vaticano “il diritto umano alla vita” costituisce sempre la prima cosa da considerare in ogni situazione! Ma ci sono dei motivi legali dettati dalle leggi internazionali che scagionano Carola Rakete.

“Credo che anche chi giudica improprio l’atto di Carola avrebbe avuto difficoltà a non trarre in salvo dalle acque del mare quelle persone … come non portarle in un luogo “sicuro” per loro, parlare è facile, agire o non agire lo è meno!”…

Sea Watch 3
Sea Watch 3

Come sono avvenuti i fatti e cosa dice realmente la legge

La maggior parte di noi si commuove difronte alla morte di un gattino o di un passerotto, e dunque, non riesco proprio a comprendere, politica a parte, come si possa non salvare delle persone in pericolo di vita.

Cosa doveva fare Sea Watch? Ributtarle in mare dopo che quest’ultimi avevano affrontato ben 17 giorni di navigazione in condizioni precarie?

  • La Sea Watch è ufficialmente un ambulanza del mare e come tale non doveva osservare il blocco ma essere scortata dalla guardia di finanza che invece ha cercato di ostacolarla!
  • Quanto al rischio di collisione con la medesima non si può parlare di dolo perché la Comandate ha ammesso che si è trattato di un errore di manovra!
  • Oltre alla legge italiana che determina il Blocco delle navi con migranti di attraccare anche in caso di emergenza (ddl sicurezza2), vi ricordo che c’è una legge internazionale che invece impone di soccorrere le persone in difficoltà.
  • Infine, la legge sul blocco riguarda le navi italiane e, come tutti sanno la nave di Carola Rakete batte barriera Olandese ed essendo straniera la norma penale, come dice il nostro codice della navigazione, non può essere applicata: l’articolo 1100 non è applicabile al caso specifico!
  • Se la Capitana non avesse attraccato sarebbe venuta meno agli obblighi sanciti nei trattati internazionali:

Le Nazioni unite ritengono che il decreto “sicurezza bis” sia non in linea con il rispetto dei diritti umani previsto nei trattati internazionali. L’Onu si pronuncia nei confronti dell’Italia circa il decreto “sicurezza bis” in questi termini: Il diritto alla vita e il principio di non respingimento sono stabiliti nei trattati internazionali e prevalgono sulla legislazione nazionale. 

Come risolvere il problema: regolamento di Dublino

Va ricordato che 15 anni fa vi fu un fatto analogo che si risolse (dopo 5 anni di processi) a carico dei contribuenti… con l’assoluzione del Capitano Cap Anamur che forzò il blocco imposto dal Governo Berlusconi, nel medesimo modo.

Per evitare altri casi, o l’annegamento in mare di migranti non assistiti o non tratti in salvo, andrebbe rivisto il regolamento di Dublino che riguarda la protezione internazionale l’accoglienza dei migranti attraverso un meccanismo di ricollocazione automatica sancito nel 2018 ma attualmente, sia la Lega che il Movimento 5 stelle hanno disertato tutte le riunioni del Parlamento Europeo che avevano come scopo, quello di rivedere e ridiscutere la riforma.

Un paese civile, italiano o estero che sia,  si dovrebbe basare sull’attuazione ed il rispetto di regole comuni che dovrebbero riguardare anche tutte le Autorità Garanti e le persone che le rappresentano, inclusi i politici; ed avere come fondamento il rispetto dei diritti umani e sociali: salute, lavoro, assistenza, infrastrutture sicure (ponti, scuole, strade, edifici pubblici e privati di pubblica uso ed utilità), supporto anziani, bambini, disabili e di tutti coloro, italiani e non, che siano in pericolo di vita o necessitino assistenza di vario genere. Quante di queste cose in Italia sono al momento attuate? …

Non distogliamo lo sguardo!

Aggiornamento del 2 Luglio

Carola Rakete scagionata dal Gip di Agrigento

E non poteva essere diversamente perché il GIP conosce la legge e non a chiacchiere, ma di fatto, ed è proprio per i motivi che vi avevamo elencato in questo articolo che la Capitana è stata rilasciata, il gip d Agrigento Alessandra Vella ha deciso di non convalidare l’arresto escludendo il reato di resistenza a nave da guerra, perché tra l’altro non si tratta di nave da guerra ne nave militare. Il Gip ha dichiarato che la Capitana  ha agito nell’adempimento del suo dovere.

Il porto di Lampedusa era l’unico sicuro rispetto alla Libia e alla Tunisia in cui poter attuare lo sbarco. E il ddl sicurezza bis inoltre, non è applicabile alle azioni di salvataggio. La Sea Watch non può essere paragonata a degli scafisti, è una nave ambulanza, ed ha agito nell’adempimento del proprio dovere, come sancito dalle leggi ONU e dal parlamento europeo, oltre che da un legge morale ed empatica che sembra molti abbiamo dimenticato.

 

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7 COMMENTS

  1. Troppo esagerati per 60 immigrati mi auguro che possano capire che non tutto questo è deleterio per la cultura italiana, invece non fanno niente contro ideologie assurde come il fluid gender epr esempio che sta rovinando un’intera generazione di Millennians

  2. Sono molto combattuta su questa vicenda, da un lato ho pena per questi poveri migranti ma d’altro canto l’Italia da sola non puo’ gestire tutti questi sbarchi.

  3. Si sono tutte vite umane, concordo con te ma così non ci sono regole se ognuno poi li va a prendere e li porta con forza da un’altra parte

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