Alessitimia e mancanza di empatia nei disturbi della personalità: lo psicologo

Alessitimia
Alessitimia mancanza di emozioni ed empatia

Con il termine alessitimia, si fa riferimento all’incapacità del soggetto di riconoscere e descrivere verbalmente i propri stati emotivi e quelli altrui. Questo disturbo fu individuato nei pazienti affetti da patologie somatiche, che non erano in grado di esprimere la sofferenza tramite l’emozione e cosi somatizzavano, esprimendo questo disagio tramite la sofferenza fisica. Alessitimia e mancanza di empatia: da che cosa nasce questa condizione?  Come lo psicologo può aiutare le persone che ne soffrono? Vediamolo insieme!

 

Eleonora Campelli - Psicologa Roma
Eleonora Campelli – Psicologa Roma

Psicologo Roma: Alessitimia e mancanza di empatia

L’alessitimia riguarda l’incapacità della persona di riconoscere ed esprimere le proprie emozioni ed i propri sentimenti e, descriverli. Queste persone non sono in grado di interpretare le emozioni degli altri, talvolta fanno fatica ad interpretare le espressioni facciali legate ad una determinata emozione e presentano una capacità immaginativa onirica ridotta. A causa della loro condizione, possono avere delle relazioni di coppia caratterizzate da dipendenza affettiva o, in mancanza di essa, preferiscono l’isolamento. La mancanza delle emozioni definisce e caratterizza il quadro clinico dell’alessitimico (parziale o totale).

Tra le cause principali dell’alessitimia è importante considerare il rapporto con i genitori durante l’infanzia. Il disturbo può infatti dipendere dalla crescita in un ambiente invalidante e da una relazione affettiva inadeguata con i genitori che non permette al bambino di sviluppare le abilità cognitive e di regolare e modulare il proprio stato emotivo. Queste difficoltà possono essere riscontrate in una famiglia molto autoritaria, oppure in seguito ad una separazione dei genitori od anche, in seguito ad un evento traumatico che può portare il soggetto a non comunicare adeguatamente i propri stati d’animo. Le persone alessitimiche sono poco empatiche.

Alessitimia e mancanza di empatia
Alessitimia e mancanza di empatia nei disturbi della personalità: lo psicologo

Empatia

L’empatia infatti, al contrario dell’alessitimia, è quell’ abilità che consente alle persone di entrare in contatto con gli altri e comprendere le loro emozioni ed i loro sentimenti  ed immedesimarsi. Ovviamente tanto più si è bravi a leggere i propri stati d’animo, più possono essere letti gli stati d’animo altrui. Le persone alessitimiche non comprendendo e non riuscendo a descrivere i propri di stati d’animo hanno difficoltà a riconoscere quelli degli altri e dunque non manifestano empatia.

Alessitimia  e sintomi comuni

La difficoltà ad esprimere i propri sentimenti e le proprie emozioni al livello verbale, porta spesso queste persone a somatizzare la sofferenza e quindi ad esprimerla attraverso il sintomo fisico. Questi soggetti possono dunque mostrare sintomi somatici, ridotta capacità empatica, difficoltà a comunicare i propri sentimenti, difficoltà a discriminare e distinguere le sensazioni, esplosioni di collera, pianto immotivato e una bassa capacità di introspezione.

L’alassitimico può avere difficoltà anche nel manifestare le emozioni positive come la gioia e la felicità. Come già accennato precedentemente, alcune ricerche sulle cause di questo disturbo hanno rilevato una correlazione tra alessitimia e bassa scambievolezza di affettività con le figure di attaccamento e non solo.

Difatti molti soggetti alessitimici sono vittime di abusi, maltrattamenti, incurie, abbandoni. Continuamente cercano rassicurazioni e manifestazioni d’affetto. Il test maggiormente utilizzato per evidenziare una condizione di alessitimia è la TAS-20 una scala psicometrica di autovalutazione che indaga la difficoltà nell’identificare le sensazioni, nella descrizione delle sensazioni proprie ed altrui, e nella difficoltà di introspezione.

Come aiutare le persone alessitimiche in modo efficace

Dal momento che in alcune fasi del disturbo i pazienti possono passare dalla dipendenza all’isolamento, la terapia eseguita con loro può manifestare delle ricadute. È importante che si instauri con il paziente, una relazione terapeutica che si basi sulla fiducia, per capire innanzitutto qual è la causa di questo blocco emotivo, se risiede nell’infanzia oppure è data da un evento traumatico, per poi lavorare su questi aspetti, insieme al soggetto.

Nella psicoterapia strategica l’attenzione viene focalizzata sulle strategie disfunzionali che il soggetto mette in atto per fronteggiare il problema. Queste vengono individuate, bloccate e sostituite con strategie funzionali. In questa terapia vengono fatte sperimentare una serie di concrete esperienze che porteranno la persona ad acquisire queste strategie ed a sviluppare una capacità di gestire la realtà arrivando all’acquisizione dell’autonomia.

Rivolgersi ad un psicologo può migliorare la vita di questi persone e dei loro cari. Quindi se vi riconoscete, anche in parte, in questo quadro, non perdete altro tempo e rivolgetevi ad uno specialista del settore.

  Articolo a cura della Dott.ssa Eleonora Campelli

Psicologa e Specializzanda in Psicoterapia Strategica Breve

                            Info e contatti Dott.ssa Elonora Campelli:  3428338385

 

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13 COMMENTS

  1. non sapevo che questo tipo di disagio si chiamasse così e colpisse così tante persone, purtroppo oggi vi sono molti più distrubi che nel passato sarà colpa della società in cui viviamo?

  2. è una patologia davvero triste questa eppure leggendo i sintomi ho in mente due o tre conoscenti a cui girare questo post

  3. Chissà perchè oggi come oggi che possiamo veramente comunicare in modo più veloce e immediato ci siano tanti disturbi dell’umore, legati a traumi non superati mi sa di capire

  4. A quanto leggo, qui e altrove, la maggior parte dei disturbi della personalità ha origine nell’infanzia con un rapporto anomalo con i genitori. Quanti danni può fare chi ti da alla luce… Per fortuna ai tempi nostri queste situazioni si diagnosticano e si possono curare.

  5. Un argomento molto delicato che coinvolge molte persone che conosco. Meglio analizzarlo e risolverlo

  6. non ero a conoscenza di questi problemi, grazie però al tuo articolo mi hai aperto un mondo nuove. Sono sempre info interessanti da sapere…

  7. […] Empatia significa mettersi nei panni altrui… provando le emozioni altrui ed intervenendo: ma non è uno stato emozionale che si raggiunge con la paura osservazione, empatia vuol dire sentire, percepire, avere una sensibilità tale, da riuscire a comprendere in maniera naturale e spontanea, le emozioni che prova colui o colei con la quale stiamo interagendo. Il livello di empatia varia da persona a persona, L’alessitimia e la mancanza di empatia si riscontrano nei disturbi della personalità. […]

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