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lunedì, Agosto 18, 2025
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Cosa significa sognare di cantare? Simbologia e numeri

Cosa significa sognare di cantare? Simbologia e numeri
Cosa significa sognare di cantare? Simbologia e numeri

Sognare di cantare può avere diverse interpretazioni, ma generalmente è un sogno che tende ad essere espressione di emozioni profonde legate alla gioia, all’allegria, od anche al dolore. Dipende anche dalla simbologia, dal tipo di canzone e dalle emozioni provate nel sogno mentre si canta. Scopriamo di più su cosa significa sognare di cantare in relazione alla simbologia ed il significato numerico legato a questo sogno.

Cosa significa sognare di cantare?

Il canto è un modo di interpretare ed esprimersi. Nel sogno si identifica il significato onirico nel bisogno di esprimere gioia, rabbia, tristezza, allegria, emozioni represse. Ma al tempo stesso, cantare rappresenta anche un valido modo per comunicare con gli altri esprimendosi. Infine il canto è un’espressione artistica che può identificarsi nella volontà di realizzarsi a livello personale.

Sognare di cantare bene

Qualora il sogno sia positivo e prevalga la sensazione di cantare bene in modo armonico e soddisfacente ciò indica che si è soddisfatti di se stessi. Abbiamo del potenziale e una buona capacità di riuscire ad esprimerci con successo.

Cantare male nei sogni

Contrariamente al contesto onirico positivo precedente, in questo caso il sogno riflette insicurezza, paura di fallire, difficoltà nel realizzarsi e paura del giudizio esterno.

Cantare canzoni allegre

In questo contesto onirico in cui sogniamo di cantare canzoni allegre si evince che stiamo vivendo un periodo positivo in cui regna dell’ottimismo rappresentato anche dalla gioia e dalla felicità presente.

Cantare canzoni tristi

Qualora nel sogno si cantino dei brani e delle canzoni tristi si deve puntare il dito verso situazioni non positive che sono presenti nella vita del sognatore. Tristezza, malinconia e dolore, possono rappresentare la necessità di elaborare questo periodo non facile.

Sognare di cantare soli

Non esprime necessariamente solitudine, ma piuttosto il desiderio di esprimersi e di farlo in maniera autonoma e libera. Un sogno, dunque, che rappresenta indipendenza ed individualità.

Cantare in gruppo

Questo tipo di contesto onirico in cui si canta in gruppo esprime un senso di appartenenza, e simboleggia armonia, condivisione e collaborazione produttiva con gli altri.

Sognare di tornare bambini e cantare

In questo caso specifico c’è un desiderio di ritornare alla spensieratezza connessa all’infanzia. A tal proposito, è consigliabile leggere l’articolo specifico: Sognare bambini che cantano, tenendo a mente che il bambino in questione è il sognatore.

Cantare e suonare nel sogno

In questo tipo di contesto onirico vi è un’arricchimento della simbologia dovuta alla presenza di uno strumento che potrà essere una chitarra, un pianoforte, o magari uno strumento a fiato o a percussione.

Sebbene il tipo di strumento possa avere un significato diverso, in linea di massima possiamo indicarvi che cantare e suonare insieme esprime un periodo di pace interiore, un armonizzazione di alcune parti del sognatore e l’equilibrio tra ragione ed emozioni.

Una combinazione onirica che tende ad enfatizzare, sia la creatività, che la voglia di esprimere se stessi e realizzarsi pienamente in forma autonoma.

Perché si sogna di cantare? E a chi capita?

E’ un sogno che può essere fatto di chiunque. Si tratta di un contesto onirico variegato molto comune che nasce spesso come riflesso dei propri pensieri e delle emozioni. Il sogno rappresenta quindi un modo per elaborare il proprio vissuto sia in positivo che in negativo.

Come accade spesso il significato del sogno può variare anche di molto in relazione al contesto onirico, alle emozioni provate, alla presenza o no di determinate persone e dalle esperienze individuali del sognatore.

Cosa significa sognare di cantare e numeri connessi

La numerologia ed i sogni camminano di pari passo. Ad un sogno corrisponde un significato onirico così come determinati numeri connessi sia al fatto che alle lettere che compongono gli elementi principali del sogno, che in questo caso specifico sono rappresentati nel cantare.

Secondo la Smorfia napoletana il numero da giocare se si sogna di cantare è il 6

Bambino che canta: 55

Secondo Pitagora invece la parola cantare è connessa alla seguente numerologia:

C-A-N-T-A-R-E = 3-1-5-2-1-9-5 = 8

Quanto è attendibile l’Esame della Calprotectina e cosa è in grado di rilevare?

Quanto è attendibile l'esame della calprotectina e cosa è in grado di rilevare?
Quanto è attendibile l'esame della calprotectina e cosa è in grado di rilevare?

La colprotectina fecale è un esame diagnostico in grado di misurare la concentrazione della calprotectina, una proteina presente nelle feci in varia misura, che tende ad aumentare quando vi è presente un’infiammazione. Prodotta dai globuli bianchi, il suo aumento rileva diverse condizioni infiammatorie che interessano il tratto intestinale, ma non solo. Quanto è attendibile l’esame della calprotectina e cosa è in grado di rilevare? Scopriamolo insieme!

Quanto è attendibile l’esame della calprotectina e cosa è in grado di rilevare?

L’attendibilità dell’esame della calprotectina è ritenuto abbastanza utile nel rilevare delle infiammazioni intestinali. Gli studi effettuati dimostrano che il test è accurato specie nel distinguere tra malattie infiammatorie come le MICI (Crohn e RCU) da altre condizioni come ad esempio il Colon Irritabile.

Cosa è in grado di rivelare l’esame della Calprotectina?

Un esame che è in grado di rilevare alcune patologie e monitorarle, anche se non è del tutto infallibile, e va affiancato ad altri esami specifici che vedremo più avanti.

Diagnosi e monitoraggio delle MICI con l’esame della calprotectina

Per MICI, intendiamo il Morbo di Crohn e la colite ulcerosa, due malattie infiammatorie multifattoriali con componente genetica e autoimmune, entrambe caratterizzate da un’infiammazione cronica dell’intestino con stenosi, ulcere, rischio di perforazioni, fistole, malassorbimento.

Questo esame può essere utile nella diagnostica così come per monitorare la risposta soggettiva in fase di trattamento con i vari farmaci in uso.

Calprotectina per distinguere tra MICI e IBS (colon irritabile)

L’esame della calprotectina si rivela utile anche per distinguere tra malattia di Crohn e colite ulcerosa rispetto alle IBS ossia la sindrome del colon irritabile che presentano sintomi talvolta molto simili anche se si tratta di patologie completamente diverse tra loro sia per trattamento che per severità. Generalmente, in caso di colon irritabile il livelli di calprotectina rimangono nella norma ossia < 50.

Altre cause di calprotectina alta?

Alcune infiammazioni intestinali, come la diverticolite, infezioni intestinali e tumori del colon retto, possono causare un aumento della calprotectina fecale.

Limiti dell’esame della calprotectina

Vi sono dei limiti rispetto alla veridicità di questo test? Sebbene si tratti di un esame utilissimo e non invasivo presenta dei limiti, in special modo quando la localizzazione del morbo di Crohn è a livello alto dell’apparato gastro enterico, come nel caso di stomaco e duodeno.

Inoltre il livello aumentato di calprotectina indica la presenza di uno stato infiammatorio ma non ne identifica la causa specifica.

Alcuni farmaci non steroidi come i FANS sono in grado di alterare l’esame, così come alcune infezioni potrebbero far salire il valore della caprotectina.

Per avere un quadro generale è necessario ricorrere anche ad altri esami, come la risonanza magnetica e la colonscopia. Infine la sua interpretazione va fatta da un medico specializzato.

Calprotetina e artrite quando vi è correlazione?

Alcune forme di artrite come l’artrite enteropatica o da IBD è associata a malattie infiammatorie dell’intestino (MICI). Quindi sia in caso di Crohn che di colite ulcerosa la calprotectina fecale può essere elevata e rilevare uno stato infiammatorio sia dell’intestino che delle articolazioni.

Artrite settica e artrite reumatoide

Gli studi dimostrano che la calprotectina presente nel liquido sinoviale delle articolazioni si è dimostrata utile anche nel rivelare alcune altre forme di artrite come l’artrite settica, dovuta ad infezione articolare, e l’artrite reumatoide (rilevata nel sangue). In ambo i casi i valori della calprotectina possono risultare aumentati.

I limiti di questo esame specifico

Come molti altri esami, anche questo della calprotectina ha dei limiti, e va dunque coadiuvato da altri esami ed accertamenti, sebbene si riveli utile nella diagnostica così come nel monitoraggio di varie patologie a carattere infiammatorio.

Calprotectina e Morbo di Crohn

A differenza della colite ulcerosa che tende a colpire il colon, il Morbo di Crohn è una malattia infiammatoria che può colpire qualsiasi distretto dell’apparato digerente dalla bocca all’ano.

Anche se ha predilezione per il tratto terminale dell’ intestino, ossia ileo terminale e colon, può essere rilevata, nelle forme più rare, anche nelle parti alte dell’apparato digerente andando ad interessare anche lo stomaco ed i distretti limitrofi.

La calprotectina è un marker sensibile alle malattie infiammatorie di questo tipo e può essere utile nella diagnostica nel distinguere una MICI rispetto ad altre forme infiammatorie (sindrome intestino irritabile) o infettive.

Un morbo di Crohn localizzato nella parte alta ossia esofago, stomaco duodeno può non venire rilevato dalla calprotectina fecale, in quanto queste sedi potrebbero non determinare un aumento significativo della proteina nelle feci. In questi casi specifici, si rende utile l’esecuzioni di altri esami come gastroscopia, biopsia e risonanza magnetica.

Efficienza energetica negli impianti industriali: Strategie e tecnologie per ridurre costi e impatto ambientale

Efficienza energetica negli impianti industriali: Strategie e tecnologie per ridurre costi e impatto ambientale
Efficienza energetica negli impianti industriali: Strategie e tecnologie per ridurre costi e impatto ambientale

Nel complesso scenario industriale, l’energia rappresenta non solo un fattore produttivo essenziale, ma anche una delle voci di costo più significative spesso più volatili. Le fluttuazioni dei prezzi energetici, unite a una crescente pressione normativa e a una maggiore sensibilità verso la sostenibilità ambientale, spingono le aziende a cercare soluzioni concrete per ottimizzare i propri consumi.

In questo contesto, l’efficienza energetica smette di essere un concetto astratto per diventare una leva strategica fondamentale, capace di generare un doppio dividendo: ridurre i costi operativi e diminuire l’impronta ecologica. Il focus si concentra inevitabilmente sugli impianti industriali, in particolare quelli dedicati ai processi termici e al condizionamento, che sono tra i maggiori responsabili dei consumi energetici complessivi.

Affrontare il tema dell’efficienza energetica in ambito industriale significa intraprendere un percorso virtuoso che porta benefici tangibili. Non si tratta solo di rispondere a normative sempre più stringenti o di migliorare l’immagine aziendale – aspetti comunque rilevanti – ma di incidere direttamente sulla competitività e sulla resilienza dell’impresa nel lungo periodo.

Un’azienda che consuma meno energia per produrre lo stesso output è un’azienda più efficiente, più profittevole e meglio posizionata per affrontare le sfide del mercato e le incertezze future.

Efficienza energetica e il doppio vantaggio: la riduzione dei costi ed emissioni

Il legame tra consumo energetico e costi operativi è diretto e intuitivo. Ogni kilowattora (kWh) di energia elettrica o metro cubo di gas risparmiato si traduce immediatamente in una riduzione delle bollette energetiche, liberando risorse finanziarie che possono essere reinvestite in innovazione, sviluppo o altre aree strategiche.

In settori energivori, dove l’energia può rappresentare una quota considerevole dei costi di produzione, anche piccoli miglioramenti percentuali nell’efficienza possono generare risparmi significativi.

Ma i vantaggi non si fermano al bilancio economico. Ridurre i consumi energetici, soprattutto quelli derivanti da fonti fossili, significa anche diminuire le emissioni di gas serra (come la CO2) e altri inquinanti atmosferici. Questo contribuisce attivamente alla lotta contro il cambiamento climatico e migliora la sostenibilità ambientale dell’attività industriale.

In un’epoca in cui consumatori, investitori e stakeholder sono sempre più attenti all’impatto ambientale delle imprese, dimostrare un impegno concreto verso l’efficienza energetica rafforza la reputazione aziendale e risponde ai principi della Responsabilità Sociale d’Impresa (CSR).

Capire dove si consuma: il ruolo della diagnosi energetica

Prima di poter intervenire efficacemente, è fondamentale sapere dove e come l’energia viene consumata all’interno dello stabilimento. Quali sono i macchinari più energivori? Quali processi assorbono più calore o richiedono più freddo?

Ci sono perdite significative negli impianti di distribuzione? Rispondere a queste domande è il compito della diagnosi energetica (o audit energetico).

Si tratta di un’analisi sistematica dei flussi energetici dell’azienda, condotta da tecnici specializzati, che permette di mappare i consumi, identificare le aree di spreco e individuare le opportunità di miglioramento con il miglior rapporto costo-beneficio.

Una diagnosi accurata, supportata da sistemi di monitoraggio energetico continui (sensori, contatori intelligenti), fornisce la base dati indispensabile per definire una strategia di efficientamento  mirata ed efficace, stabilendo le priorità di intervento e stimando i potenziali risparmi.

Interventi chiave: ottimizzare gli impianti energetici

Gli impianti che producono e distribuiscono calore (per riscaldamento ambienti, acqua calda sanitaria o processi produttivi) sono spesso aree ad alto potenziale di risparmio:

  • Isolamento termico: una delle cause più comuni di spreco è la dispersione di calore. Un adeguato isolamento termico degli edifici (cappotto, coperture, infissi performanti), delle tubazioni del vapore o dell’acqua calda, dei serbatoi e dei componenti caldi dei macchinari è un intervento relativamente semplice ma con un impatto enorme sulla riduzione dei consumi;
  • Generatori di calore efficienti: sostituire vecchie caldaie a bassa efficienza con moderne caldaie a condensazione o altri generatori ad alto rendimento permette di ridurre significativamente il consumo di combustibile a parità di calore prodotto;

Recupero del calore di scarto: molti processi industriali generano calore di scarto che viene semplicemente disperso nell’ambiente (es. fumi di scarico, acqua di raffreddamento, aria esausta, calore dai compressori d’aria). Installare sistemi di recupero termico (come scambiatori di calore) permette di catturare questo calore e riutilizzarlo per preriscaldare acqua, aria o fluidi di processo, riducendo il carico sui generatori principali. Il potenziale di risparmio è spesso notevole.

Interventi chiave: razionalizzare il freddo e il condizionamento

Anche gli impianti di refrigerazione e condizionamento industriale offrono ampi margini di miglioramento:

  • Gruppi frigoriferi ad alta efficienza: la scelta di chiller (refrigeratori) con elevati coefficienti di prestazione (COP per il riscaldamento, EER per il raffreddamento) è fondamentale. La sostituzione di unità obsolete può portare a risparmi energetici importanti;
  • Ottimizzazione dei cicli: una manutenzione regolare (pulizia scambiatori, controllo carica refrigerante), l’ottimizzazione delle temperature di evaporazione e condensazione e l’adozione di tecnologie come i compressori a velocità variabile contribuiscono a massimizzare l’efficienza del ciclo frigorifero;
  • Free cooling: sfruttare le basse temperature esterne durante i periodi freddi per raffreddare direttamente i fluidi di processo o l’aria, bypassando i gruppi frigoriferi, è una strategia a costo quasi zero che può generare grandi risparmi;

Azionamenti a velocità variabile (inverter): applicare inverter a pompe e ventilatori (es. torri evaporative, unità di trattamento aria) permette di regolarne la velocità in base al carico termico effettivo, evitando inutili sprechi di energia quando la richiesta è ridotta.

L’importanza di un approccio integrato e di partner competenti

Massimizzare i benefici dell’efficienza energetica richiede un approccio che consideri le interazioni tra i diversi impianti (termici, frigoriferi, elettrici, aria compressa) e i processi produttivi. Spesso, un intervento su un sistema può avere ripercussioni positive (o negative) su un altro.

Per questo è fondamentale affidarsi a partner che abbiano competenze trasversali e una visione d’insieme. La realizzazione di un piano di efficientamento efficace passa attraverso diverse fasi critiche: dalla diagnosi energetica accurata, alla progettazione di soluzioni tecnologiche adeguate, fino alla loro corretta installazione e, non meno importante, a una manutenzione che ne preservi le performance nel tempo.

L’efficienza come investimento strategico

L’efficienza energetica negli impianti industriali non è più un’opzione, ma una necessità strategica. Le tecnologie e le competenze per ridurre significativamente i consumi esistono e sono mature.

Abbracciare un percorso di efficientamento significa non solo tagliare i costi operativi e contribuire alla sostenibilità ambientale, ma anche migliorare la propria competitività e costruire un futuro più resiliente per la propria azienda. È un investimento nel presente che garantisce benefici duraturi per il futuro.

Aziende strutturate come Sistemi Service sono in grado di offrire un supporto completo, fornendo consulenza e implementando soluzioni personalizzate che coprono le diverse aree tecnologiche rilevanti per l’efficientamento energetico degli impianti industriali, dalla climatizzazione ai processi termici.

Fibra di carbonio per auto e moto: rifinire e costruire

Auto da tuning
Auto da tuning

Non tutti sanno che esistono attualmente in commercio degli utili fogli in fibra di carbonio di diverse dimensioni, utili a rivestire parti dell’auto o della moto. La fibra di carbonio è una struttura filiforme, molto sottile, realizzata in carbonio con la quale si costruisce una grande varietà di materiali detti compositi in quanto le fibre sono “composte” ovvero unite assieme ad una matrice, in genere di resina. Lo spessore e la plasmabilità dei fogli differisce da tipo a tipo con essi è possibile tramite specifiche fasi rivestire parafanghi, forcelle o quant’altro e realizzare intere auto (vedi foto).

Fibra di carbonio per auto e moto: rifinire e costruire

La prima fibra di carbonio ad alte prestazioni fu creata da Roger Bacon, scienziato e noto fisico presso il Parma Technical Center, Ohio, nel lontano 1958. Il materiale creato dal Dottor  Bacon consisteva principalmente in sottili filamenti di grafite disposti in fogli o in rotoli.

 

Auto costruita con fogli in fibra di carbonio (autore Rhots)
Auto costruita con fogli in fibra di carbonio (autore Rhots)

 

Tipi di fibra di carbonio

Vi sono diversi tipi di fibra di carbonio. Alcuni tipi di fibra di carbonio rimangono più netti al taglio da effettuare con cutters o forbici, mentre altre tipologie, tendono a sfrangiarsi un po’ in questo caso sarà utile rifilare la parte con un po’ di cartavetrata (150 -200).

Va precisato che negli ultimi anni l’utilizzo dei fogli di fibra di carbonio si è andata estendendo anche ad altri settori e non solo in ambito automobilistico come le auto da tuning o simili. Ad esempio, viene utilizzata in ambito tecnologico per la produzione di dispositivi leggeri ma al tempo stesso resistenti. Smartphone e laptop vengono rivestiti da questo materiale offrendo robustezza ed estetica.

In campo sportivo, invece, si trovano diverse attrezzature costruite in carbonio come ad esempio le racchette da tennis, le biciclette, gli sci; tutti oggetti che si presentano leggeri e resistenti al tempo stesso. Anche il settore aerospaziale beneficia di questo materiale che viene utilizzato per la creazione di satelliti e velivoli, permettendo di ridurre il peso e aumentarne l’efficienza ed il risparmio di carburante.

Come utilizzare la fibra di carbonio

I fogli di carbonio vengono fatti aderire con della apposita resina “vinilestere” su superficie precedentemente pulita e di colore scuro (nero), in caso contrario provvedere alla verniciatura con pistola o bomboletta.

Dopo aver steso la resina vinil-estere, attendere circa 15 minuti e provvedere alla stesura del foglio in fibra di carbonio dopo circa 30 minuti, ad asciugatura avvenuta procedere alla stesura di 2 o 3 mani di resina.

Rifilare i bordi del foglio applicato e ritagliare eventuali parti in eccesso. carteggiare la parte con carta abrasiva sottile (600) e acqua levigando con cura la parte. A questo punto non vi resta che verniciare con la pistola a spruzzo la parte realizzata.

I fogli i fibra di carbonio sono reperibili in vari formati nei negozi di autoricambi fisici o online in grado di fornire le varie tipologie di fogli di fibra di carbonio di cui si necessita.

Applicare la fibra di carbonio richiede una certa manualità, ed è una delle tecniche più apprezzate nella laminazione, metodologia che migliora sia l’aderenza della fibra che la sua rigidità. Per laminare la fibra si utilizza un rullo che consente di stendere la resina in modo uniforme evitando la formazione di bolle d’aria. Un altro metodo è quello che si avvale del sottovuoto garantendo una penetrazione ottimale della resina tra superficie e pannello.

Durante l’installazione, si dovranno considerare anche il grado di umidità e la temperatura, entrambi fattori che influenzano il tempo di asciugatura della resina. Una preparazione attenta delle superfici e l’osservanza delle istruzioni del produttore faciliteranno una buona riuscita.

Dubbi sulla sostenibilità della fibra di carbonio

In un epoca in cui l’attenzione alla sostenibilità rivolta verso la salvaguarda dell’ambiente è in forte crescita, l’utilizzo di questo materiale lascia dubbi. Sebbene questo materiale offra vantaggi di leggerezza e resistenza il suo processo di produzione è inquinante.

Sicuramente ci sono sforzi da parte delle aziende produttrici che si prodigano nella ricerca di materiali da riciclare e nello sviluppare tecnologie in grado di ridurre le emissioni di carbonio inquinanti. Questo profila un futuro di ecocompatibilità che potrà migliorare sensibilmente l’impatto ambientale di questo materiale durante tutta la sua filiera produttiva e di utilizzo.

 

Camedrio “Teucrium chamaedrys” piante curative

Camedrio "Teucrium chamaedrys" piante curative
Camedrio "Teucrium chamaedrys" piante curative

Il Camedrio nome latino “Teucrium chamaedrys” appartiene alla famiglia delle Labiatae, possiede proprietà curative e terapeutiche ottime per tutte le malattie dello stomaco e dell’apparato digerente in genere. Scopriamo di più su questa pianta, il Camedrio “Teucrium chamaedrys” una delle piante curative facili da reperire nella nostra penisola.

Camedrio “Teucrium chamaedrys” piante curative

La piantina presenta un rizoma molto gracile con numerose radichette. Il fusto del Camedrio è leggermente legnoso per poi divenire erbaceo  alto fino a circa 30 cm.

Le foglie sono disposte in modo opposto sul fusto e presentano un picciolo corto, sono di forma ovale con margine crenato lievemente dentato, la loro consistenza è coriacea ed il loro colore di un bel verde scuro. Le foglie superiori sono sessili ed intere.

I fiori di Camedrio sono piccoli di color rosa antico nascono all’ascella delle foglie e presentano un calice tuboloso pentadentato, una corolla tubolare bilabiata dal colore rosato, con labbro inferiore trilobato.

Il frutto di questa pianta è formato da 4 acheni di forma ovoide.

Camedrio dove trovarlo e raccolta

Per cogliere la pianta, basta recarsi in luoghi campestri, lungo i margini delle strade in montagna e collina tra le rocce, la si trova un po’ ovunque, predilige collocazioni soleggiate, e va raccolta nel periodo estivo. Molto comune e facile da reperire.

Il Camedrio è molto indicato per ornare le zone esposte a sole, in particolare nei giardini rocciosi nei quali può essere utilizzato in scarpate, pendii sassosi o bordure di vario genere. La moltiplicazione di questa pianta è abbastanza facilitata in quanto può avvenire sia per seme che per divisione dei cespi, il periodo adatto è la primavera.

Camedrio proprietà ed utilizzo

Il Camedrio viene utilizzato in tutte le sue parti, dalle foglie ai fiori alle radici stesse. La pianta contiene vari composti chimici curativi: Teucrioresina, colina, scutellaria, tannino ed infine essenza.

Sicuramente, il crescente interesse rivolto verso la fitoterapia e le piante che ne fanno parte ha portato ad una rivalutazione del Camedrio come rimedio naturale per l’intestino e l’apparato digerente.

Infatti, alcuni studi recenti hanno evidenziato come questa pianta sia in grado di ridurre il gonfiore intestinale e migliorare la motilità intestinale. L’azione carminativa del Camedrio aiuta a ridurre i disturbi gastro-intestinali. Inoltre ha effetti antiossidanti grazie alla presenza di flavonoidi in grado di contrastare l’invecchiamento cellulare; inoltre, stimolano il sistema immunitario.

La preparazione di decotti con foglie fresche della pianta di camedrio può costituire un valido aiuto per stomaco ed intestino. Si consiglia di unire all’infuso del miele per migliorarne il gusto e la biodisponibilità dei principi attivi del Camedrio.

Proprietà

Le proprietà terapeutiche sono di vario genere indirizzate all’apparato digerente: digestive, aromatiche, carminative, stomatiche.

Modalità d’uso Camedrio

Può essere utilizzata in vari modi sotto forma di infuso, tintura, estratto fluidi, polvere. Questa pianta è anche utilizzata nella preparazione di liquori stomachici dal gusto a fondo amaro (vermouth ma può dare problemi epatici).

La piantina fornisce un’essenza con un resa bassa dello 0,06 % circa di color giallo e con odore caratteristico. Contiene canfene, pinene, borneolo, acetato di bornile, cariofilene,  ed infine aldeide insovalerianica.

Viene utilizzata all’esterno, sotto forma di infuso, molto  utile come astringente nelle forme di piorrea e nelle gengiviti.

anticamente veniva usata come vulneraria (proprietà depurative e diuretiche), per via del suo contenuto tannico.

Camedrio in cucina

Come visto si tratta di un ottimo rimedio naturale ma va detto che presenta un ampio ventaglio di utilizzi anche nelle nostre cucine. Infatti, le foglie di camedrio possono essere consumate in insalate, zuppe e piatti a base di carne conferendo un profumo distintivo alle pietanze. 

Nella medicina naturale popolare si racconta che il camedrio consumato sotto forma di infuso possa favorire la digestione, stimolare la circolazione sanguigna diventando un valido alleato dopo i pasti. 

La pianta di Camedrio viene utilizzata anche nella preparazione di liquori artigianali grazie alle sue proprietà aromatiche e digestive. Infine ricordiamo che il Camedrio infuso nel vino bianco da vita ad una bevanda rinfrescante e tonica molto gradita nel periodo estivo. Come visto si tratta di una pianta fitoterapica davvero molto versatile. 

Curiosità sul Camedrio

Si dice che il nome del genere della pianta derivi da Teucro,  re di Troia, figlio di Scamandro (divinità fluviale) e della Ninfa Idea, che per primo sperimentò le proprietà medicinali di alcuni vegetali tra cui la nostra pianta.

L’interesse verso il Camedrio deriva anche dalle sue antiche tradizioni e dai tanti utilizzi che nel corso dei secoli gli sono stati attribuiti. Ad esempio, in alcune località italiane il Camedrio è considerato portatore di buona sorte questo perché le leggende raccontano che durante i riti di raccolta gli agricoltori onoravano la pianta ed i suoi doni.

Questo riconoscimento non è puramente folkloristico, ma rispecchia il profondo legame che da sempre l’uomo ha con la natura. Il Camedrio, simbolo di resilienza e prosperità, viene da tempo studiato dai botanici e microbiologi ai fini di comprendere le sue interazioni con l’ecosistema. Infatti sembra possieda un potenziale come bio-pesticida naturale  come lo è anche la quassia amara. Utile il suo uso quindi sia nei giardini che nei campi coltivati. 

Il genere Teucrim si compone di circa un centinaio di specie differenti, di cui una buona parte sono presenti sul territorio italiano.

 

Fiori secchi: come realizzare dei simpatici quadretti o palline natalizie

Quadretti con fiori secchi fai da te
Quadretti con fiori secchi fai da te

 

I fiori, sia freschi che secchi, sono uno splendido dono della natura, nelle numerose varianti di forme, dimensioni e colori, si prestano ad una gran varietà di utilizzi.

Cerchiamo di mantenerli freschi più a lungo possibile, cambiando spesso l’acqua, e accorciando di qualche centimetro il gambo ogni giorno, possiamo aggiungere una pastiglia di aspirina per allungarne le durata, ma comunque se vogliamo mantenerli anche successivamente, li possiamo essiccare.

Lavoretti fai da te con fiori secchi
Lavoretti fai da te con fiori secchi

 

Sono diversi i metodi di essicazione dei fiori, dal forno, alla silice, fino al più semplice che consiste nel pressarli nei libri o appenderli all’aria. Una volta ottenuti i fiori secchi si potranno utilizzare per un infinità di lavoretti fai da te e, tra essi, dei simpatici quadretti con fiori secchi. Vediamo come fare!

Fiori secchi: come realizzare dei simpatici quadretti

le tecniche di essiccazione dei fiori sono svariate, con silice, oppure in forno, ma il metodo più economico e semplice, che può essere utilizzato proprio da tutti consiste nell’appendere i mazzolini di fiori a testa in giù in luogo asciutto, va bene anche un balcone  riparato, il sole e l’aria faranno il loro compito, per fiori e foglie singole possiamo adottare un metodo scolastico utilizzando un libro pesante metteremo i fiori a seccare tra le pagine, un metodo più “sofisticato” consiste nell’utilizzare una pressa e dei fogli di carta assorbente, la pressa può essere semplicemente costituita da due tavolette di legno che chiuderemo ai quattro lati con dei piccoli morsetti, avendo cura di sistemare  i fiori tra due fogli di carta.

Rafforzare il colore dei fiori essiccati

Quando i fiori si sono seccati, possiamo rinforzarne il colore adoperando del colore a tempera diluito e sfumarlo qua e la. Una volta che i nostri fiori sono pronti per essere utilizzati, verranno assemblati in quadretti acquistabili nei brico, nei supermercati o da Ikea a prezzi contenuti, possiamo optare per quadretti a giorno, o con cornice.

Come realizzare un quadretto con fiori secchi

Per far aderire i fiori useremo un po’ di colla vinilica, e applicheremo la nostra composizione al foglio di carta presente nel quadro, in alternativa possiamo adoperare del cartoncino colorato, del colore prescelto o dei fogli di sughero.

Provate a comporre in più modi il vostro quadro e solo quando sarete soddisfatti del risultato incollerete prima le foglie e poi i fiori. A lavoro ultimato spruzzare una lieve strato di lacca (o fissativo), lasciate qualche ora all’aria, e poi chiudere con il vetro il  quadro. il risultato è gradevole, e possiamo utilizzarli per farne dei simpatici regali personalizzati.

Palline natalizie con fiori secchi

Non solo dei quadretti, possiamo anche inglobare i fori secchi nella resina bicomponente e realizzare gioielli, e decorazioni di ogni genere. Ma se siamo sotto Natale, l’idea giusta è quella di creare delle palline natalizie con fiori secchi ed adornarci l’albero. Sarà bellissimo ed originale!

Nel periodo natalizio possiamo realizzare con sfere di plastica trasparente delle belle palline ornate di fiori secchi all’interno che possono essere incollati alle pareti o lasciati liberi, l’effetto sarà molto bello in entrambi i casi. La cosa importante è scegliere dimensioni e colori giusti da abbinare tra di loro per comporre l’interno delle palline.

 

Quadretto con fiori secchi
Quadretto con fiori secchi

 

Quadretto con fiori secchi
Quadretto con fiori secchi

 

Quadretto con fiori secchi
Quadretto con fiori secchi

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Questi quadretti  con i fiori secchi, sono stati realizzati insieme ai miei figli quando erano più piccoli, quindi il lavoro risulta facile, alla portata di tutti, ed  è di sicuro successo. Il Fondo è stato colorato con i colori a tempera spugnati.

Oltre ad essere un passatempo divertente e creativo, come lo è dipingere o realizzare candele o simili, aiuta a sviluppare la fantasia e la creatività dei bimbi e diventa anche un ottimo modo per svagarsi e condividere con altre persone, o con i propri figli, un’attività fai da te piacevole.

Se avete ancor più dimestichezza con il fai da te potete decidere, ad esempio, di realizzare un vassoio con fiori secchi al di sotto del vetro o magari decorare un tavolino da salotto nel medesimo modo, sempre avvalendovi del vetro.

La scelta dei fiori secchi è soggettiva. Potrete usare dei fiori comprati nei negozi scegliendo tra bellissime orchidee o fiori più semplici come le violette o la viola cornuta, i girasoli, le rose,  o optare per fiori di campo, felci e simili. In ogni caso è importante che i fiori siano completamente secchi per far si che non muffiscano successivamente.

 

Quali sono le auto più piccole perfette per la città?

Quali sono le auto più piccole perfette per la città?
Quali sono le auto più piccole perfette per la città?

Le città hanno spesso molto traffico e difficoltà di parcheggio. Per far fronte a questi problemi di traffico e parcheggio vengono in aiuto le piccole auto, macchine di dimensioni contenute adatte non solo per giovani e donne ma per tutti coloro che amano districarsi nelle città alleggerendo lo stress da traffico ed i problemi di collocazione dell’auto per parcheggiare in zone anguste. Le piccoline infatti, sono facilmente parcheggiabili, consumano poco e offrono spesso una guida agevole. Scopriamo quali sono le auto più piccole perfette per la città.

Quali sono le auto più piccole perfette per la città?

Le auto piccole, maneggevoli e comunque abbastanza dinamiche nella guida sono più di una ma alcune si distinguono per dimensioni contenute e estetica. Alcune di queste, come la smart nei suoi vari modelli, offrono davvero molto in termini di spazio ridotto, anche se ormai sono uscite fuori produzione, sono sempre ricercatissime. Scopriamo quali sono le auto più piccole perfette per la città e non solo.

City care quali sono i modelli di auto piccola?

Non andremo a considerare le mini macchine ossia le micro car che vengono guidate anche dai giovanissimi come ad esempio la Citroen Ami, ma solo alcuni modelli di city car perfette per gli spostamenti urbani e per il parcheggio.

Smart for two

Come anticipato tra tutte le city car, la più piccola ed amata, specie da coloro che sono appassionati dei modelli Smart è proprio lei. Un’ icona tra le auto piccole molto maneggevole e con design inconfondibile. E’ una due posti con un bagagliaio contenuto. Con dispiacere di molti quest’automobile è andata fuori produzione per cui si trovano solo modelli usati in vendita.

Fiat 500

la piccolina di casa Fiat resite da decenni pur avendo subito, nel corso degli anni, modifiche rilevanti sia alla carrozzeria che al motore. La nuova fiat 500 è un classico rivisitato in chiave moderna. I suoi consumi non sono ridottissimi, ma l’estatica ha il suo fascino. Le due sedute posteriori non sono adatte a tutti gli adulti ma sono a bambini o adulti non altissimi.

Volkswagen Up

La Volkswagen up ha dalla sua un brand storico ed una casa automobilistica seria. Si tratta di una piccola vettura funzionale 4 posti adatta all’uso quotidiano che presenta un design pulito e offre una guida tranquilla ed una buona visibilità. Prezzo tra 17 e 18 mila euro (benzina).

Renault Twingo

Anche casa Renault offre vetture contenute nelle dimensioni, e tra esse ricordiamo la Renault Twingo un’ auto che presenta un design originale, una guida piacevole, ed un motore collocato posteriormente. Amata molto dai giovani è una piccola auto perfetta per la guida in città. Presente anche la versione elettrica.

Kia Picanto

Un modello di vettura piccola ma compatta perfetta per la città la Kia Picanto si rivela abbastanza spaziosa con un design piacevole e offre una buona guida. Ha un ottimo prezzo ed è ben equipaggiata ottimo rapporto tra qualità e prestazioni. Offerta anche in versione GPL è lunga 3,595 cm quindi abbastanza capiente come vettura offre 5 posti.

Hyundai i10

Una macchina di dimensioni contenute con un estetica piacevole. La Hyundai i10 è una auto affidabile e pratica molto adatta per la città. Oltre all’estetica piacevole offre anche una buona tenuta di strada. Il modello N Line è una versione sportiva molto carina che offre un motore da 90 CV. Lunga 3,67 metri

Come scegliere l’auto piccola perfetta per la città

Le city car sono molteplici ma alcune, come quelle viste, si distinguono per estetica e piacevolezza di guida. Prima di scegliere è bene fare una prova e considerare diversi fattori tra cui ovviamente il prezzo, il tipo di utilizzo che se ne fa, valutando attentamente le dimensioni come larghezza e lunghezza, ma anche capienza del bagagliaio che, in alcune è davvero ridotte, mentre in altre offre maggior comfort.

Infine, è consigliabile valutare un motore adatto al proprio stile di guida e esigenze. I motori a benzina sono in genere più economici rispetto agli ibridi o a quelli elettrici ma offrono emissioni ridotte a zero.

Anche le dotazioni sono importanti da considerare alcune auto piccole offrono di serie molti optional altre hanno dotazioni limitate nei modelli di serie e gli optional tendono a far salire anche di molto il prezzo.

Plum Cake al cioccolato senza latte ne derivati

Plum Cake al cioccolato senza latte ne derivati
Plum Cake al cioccolato senza latte ne derivati
Un Plum Cake con cioccolato senza latte ne derivati addolcito con cocco, adatto anche a chi è allergico o intollerante  al latte. Vi propongo  la ricetta di uno squisito Plum Cake ottenuto con gustosi ingredienti senza l’utilizzo di latte ne derivati, per assaporare un ottimo dolce senza  incorrere in eventuali problemi. Vediamo nel dettaglio tutti gli ingredienti necessari per la preparazione di questo ottimo dolce adatto a tutti.
 

Plum Cake con cioccolato senza latte ne derivati

La preparazione è abbastanza facile ma occorre seguire, passo passo, tutte le modalità indicate. per prima cosa dovremo procurarci tutti gli ingredienti utili per la preparazione del nostro Plum Cake con cioccolato senza latte ne derivati.

 

Plum Cake al cioccolato con cocco ( realizzato da Franca Tomasi)

Ingredienti:

200 gr di farina
150 gr di zucchero
2 cucchiai di miele
75 gr cacao amaro in polvere
330 ml latte di riso 
1/2 bustina lievito per dolci
1/2 cucchiaio bicarbonato

Ripieno al cocco: Sicuramente una chicca di questo dolce è l’utilizzo della polvere di cocco o farina di cocco necessaria per rendere il suo gusto unico e inconfondibile. 

Preparazione ripieno di cocco: ingredienti

100 gr cocco disidratato
100 gr di zucchero a velo
1 albume montato a neve

30 gr di latte di riso
1 cucchiaio di farina
1 pizzico di sale

Plum Cake con cioccolato senza latte ne derivati preparazione

Vi occorrerà uno stampo per Plum Cake. Preparate l’ impasto utilizzando gli  ingredienti citati,  versate la farina aggiungendo uno ad uno gli ingredienti e mettendo per ultimi sia  il lievito  che il bicarbonato mentre nel frattempo scioglieremo il miele in un po’ di latte di riso stemperato.

 

Stampo per Plum Cake

 

Preparazione della farcitura

Nel frattempo preparate la farcitura interna a base di cocco montando a neve l’albume d’uovo e aggiungendo un pizzico di sale. Unite al  cocco lo zucchero a velo aggiungendo un po’ di  liquido e  un cucchiaio di farina che serve unicamente a legare un po’ i componenti interni utilizzati per la farcitura. Arrotolate la farcitura con della carta di alluminio e ponetela  in frigo, o meglio ancora in frizer, lasciandola raffermare per circa mezz’ora.
 
A questo punto dovrete ungere lo stampo da Plum Cake con un po’ d’olio e infarinare il tutto.
Versate la metà dell’impasto per poi porre al centro di quest’ultimo la farcitura al cocco, completate la parte superiore del Plum Cake aggiungendo l’altra metà dell’impasto.
Ponete in forno preriscaldato a 180 per circa 30 35 minuti.
 
Fate raffreddare e servite in tavola quest’ottimo Plum Cake con cioccolato senza latte ne derivati, delizioso, che sarà sicuramente ben gradito da tutti.

I dolci da realizzare senza latte ne derivati sono davvero molti. E’ sufficiente utilizzare al posto del burro la margarina, o l’olio di riso o di semi ,e al posto del latte, del latte di riso o di soia. In questo modo potrete anche preparare farciture e creme di ogni tipo, ed avere un dolce comunque buono anche senza utilizzare gli ingredienti allergizzanti.