Cosa c’è da sapere quando si passa dal fumo di sigaretta al vapore della sigaretta elettronica nel 2020

sigaretta elettronica
sigaretta elettronica

Dal suo boom avvenuto relativamente pochi anni fa ad oggi, la sigaretta elettronica è diventata uno dei sostituti, o addirittura “rimedi” per tentare di smettere di fumare.

Questo prodotto è particolarmente diffuso nel nostro paese, e col passare degli anni si è andata a consolidare una comunità di “svapatori” non indifferente, pari quasi a 900.000 persone.

Il mercato in questione è particolarmente interessante per quanto riguarda sia i consumatori che i venditori, grazie al fatto che le e-cig prevedono una varietà che non tocca soltanto la strumentazione atta a “svapare” in sé per sé, ma anche un altro componente fondamentale a questa operazione, e cioè i liquidi per la vaporizzazione.

Ad esempio, se si è interessati a comprare liquidi sigaretta elettronica con nicotina per alleviare i sintomi da astinenza di nicotina, l’e-shop di Terpy ne presenta una varietà veramente impressionante.

Detto ciò, andiamo subito a vedere cosa c’è da sapere per tutti quelle persone che fanno parte di questa nicchia di consumatori relativamente nuova e che spesso si ritrovano alle prese con varie perplessità e dubbi una volta che hanno cominciato o stanno passando dal fumo delle bionde classiche al vapore delle sigarette elettroniche.

La legislazione in materia di sigarette elettroniche e luoghi pubblici

Se agli albori delle sigarette elettroniche era possibile svapare praticamente ovunque, oggi la situazione è lievemente cambiata.

Ad oggi, sta ai locali e ai proprietari di luoghi privati il gestire il consenso o divieto all’utilizzo delle sigarette elettroniche all’interno delle proprie attività. Per quanto riguarda invece i luoghi pubblici, sono in vigore diversi divieti relativi a luoghi particolarmente sensibili come gli istituti scolastici, gli ospedali e in luoghi dove si denota la presenza di bambini.

Riguardo questo ultimo punto, c’è da sottolineare che anche le comunità di recupero e gli istituti di correzione minorili hanno il divieto assoluto di consumo delle sigarette elettroniche.

In tutti gli altri luoghi invece dove compare l’iconico cartello con su scritto il divieto: “Vietato fumare”; sappiate che questo si riferisce esclusivamente alle sigarette tradizionali, salvo essere espressamente dichiarato sul suddetto divieto che questo sia esteso anche alle sigarette elettroniche, si intende.

Per ulteriori informazioni riguardo le normative in vigore connesse alle sigarette elettroniche, potete liberamente consultare gli ultimi decreti emanati e pubblicati sulla pagina del Ministero della Salute.

Cosa c’è da sapere quando si passa dal fumo di sigaretta al vapore della sigaretta elettronica nel 2020

I danni delle sigarette elettroniche e i danni delle sigarette normali

Su una cosa tutta la comunità scientifica sembra essere d’accordo: le sigarette elettroniche fanno meno male delle sigarette tradizionali.

Ciononostante, sottolineiamo il meno poiché queste non possono essere considerate ad oggi completamente innocue. Se infatti la riduzione del consumo di sigarette canoniche, e in generale di ogni prodotto contenente tabacco e fumato tramite combustione, porta a numerosi ed indubbi vantaggi in termine di salute per il fumatore e per chi gli sta intorno, permangono dubbi relativi alle e-cig.

 I più recenti studi infatti hanno riscontrato la presenza di sostanze dannose nei vapori scaturiti dal consumo delle sigarette elettroniche, come ad esempio il glicole propilenico. Questa sostanza è comunemente utilizzata in ogni effetto speciale relativo ai “fumogeni” ed è considerata in linea di massima sicura, ma se inalata per un periodo prolungato può portare all’irritazione delle vie aeree, tosse e asma.

Altra sorvegliata speciale in materia di sostanze dannose è poi la glicerina, la quale se scaldata durante il processo di vaporizzazione può portare alla formazione e all’accumulo di formaldeide e acetaldeide, sostanze che possono risultare dannose per il nostro corpo se assunte in quantità elevate.

Il problema fondamentale relativo però ai dubbi sull’effettiva pericolosità delle sigarette elettroniche è legato fondamentalmente al loro effetto a lungo termine: essendo un prodotto di recente introduzione nel mercato, ad oggi non esistono studi estensivi e duraturi sugli effetti collaterali a lungo termine del loro consumo.

Smettere di fumare grazie alle sigarette elettroniche

Ad oggi, l’efficacia relativa allo smettere di fumare in maniera definitiva grazie alle sigarette elettroniche è ancora oggetto di studio.

Nonostante ci siano anche studi importanti come questo studio pubblicato sulla rivista medico-scientifica internazionale The Lancet, la comunità scientifica non è concorde nell’affermare che la sigaretta elettronica permetta di smettere completamente di fumare.

Sottolineiamo “completamente” perché sono in molti quelli che, se non sono riusciti a smettere completamente di fumare, rientrano in quella grossa fetta di “fumatori duali”, i quali fumano sia le e-cig che le sigarette elettroniche.

Detto ciò, una delle forze della sigaretta elettronica rimane la percentuale selezionabile di nicotina all’interno dei liquidi di vaporizzazione. Se infatti nelle sigarette classiche il contenuto di nicotina è pari a circa 12 milligrammi di nicotina, nelle sigarette elettroniche il contenuto è variabile, nonché selezionabile.

Questo limite è stato imposto in un range che può andare dallo 0% fino all’1,6% di concentrazione di nicotina all’interno del liquido da vaporizzare. Importante è il sottolineare sempre la variabilità della percentuale selezionabile all’acquisto perché uno dei metodi al momento più in voga per smettere di fumare è proprio quello di scalare gradualmente la suddetta in modo da attenuare l’astinenza da nicotina.

Tutti sanno infatti che la nicotina è una sostanza psicoattiva che crea dipendenza, ma non tutti sono a conoscenza del fatto che l’astinenza che essa porta è una vera e propria sindrome medica.

La cosiddetta sindrome di astinenza da nicotina è una malattia vera e propria classificata e descritta sia nel Manuale Diagnostico dei Disturbi Mentali (DSM) sia nella classificazione redatta dall’Organizzazione Mondiale per la Salute chiamata Classificazione Internazionale delle Malattie (ICD-10).

Da qui, la difficoltà nello smettere di fumare e la scelta di trovare metodi alternativi come la sigaretta elettronica come palliativo per gli effetti negativi di questa sindrome, i quali comprendono fastidiosi effetti collaterali quali nausea, irritabilità, depressione e, ovviamente, un desiderio incontrollabile di fumare.

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6 COMMENTS

  1. una problematica che non mi riguarda da vicino, ma ho alcune mie amiche a cui potrebbe interessare, glielo farò leggere, grazie

  2. Conosco tante persone che hanno provato ad abbandonare il vizio del fumo attraverso le sigarette elettroniche, e molti ci sono anche riusciti. Certo non può che essere un grande passo avanti per la loro salute (e non solo la loro…)

  3. Io ho pensato di smettere di fumare passando alla sigaretta elettronica ma sono ancora piena di dubbi. Grazie per le delucidazioni su alcuni aspetti che non avevo considerato.

  4. Io non fumo e non ho mai fumato. Ma la sigaretta elettronica, l’ho regalata a mia cugina per aiutarla a smettere e sembra stia funzionando.

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