Apicoltura, miele e zucchero, spezie e salumi nel Medioevo e Rinascimento

Apicoltura, miele e zucchero, spezie e salumi nel Medioevo e Rinascimento
Apicoltura, miele e zucchero, spezie e salumi nel Medioevo e Rinascimento

Nel Medioevo l’agricoltura si trasforma sensibilmente, grazie all’introduzione di nuove attrezzature agricole, come l’aratro di metallo, ma anche per l’introduzione delle tecniche di agricoltura a rotazione, denominate maggese, di cui vi abbiamo parlato in questo articolo: Medioevo nuove tecniche agricole e le curtis.

Oltre al’evoluzione dell’agricoltura che si ripercuote positivamente anche sugli allevamenti degli animali, si diffondono sempre più le tecniche di apicoltura, e l’uso di spezie. Anche i salumi e gli insaccati in genere assunsero un ruolo davvero molto importante.

Apicoltura, miele e zucchero, spezie e salumi nel Medioevo e Rinascimento una grande evoluzione

Lo zucchero è uno di quegli alimenti che provenendo dall’altra parte del mondo, in Europa, fu conosciuto ed apprezzato solo dopo la scoperta dell’America.

La storia dello zucchero è legata alla storia triste della tratta degli schiavi che nei Caraibi, ma anche in Brasile, lavoravano nelle piantagioni di canna da zucchero.

In epoche precedenti, prima dell’arrivo dello zucchero in Europa, generalmente, come dolcificante veniva utilizzato il miele.

Nel medioevo si utilizzavano cibi europei e cibi provenienti da altri paesi, cibi sconosciuti che portavano il profumo esotico dalla terra di provenienza come il cacao, il caffè, lo zucchero e tante spezie diverse, provenienti dalle Indie.

La follia delle spezie nel Medioevo e nel Rinascimento

Molti dei cibi citati erano destinati ad un pubblico benestante, cibi di lusso, di ostentazione e di distinzione sociale. Il prezzo per quasi tutti inarrivabile costituiva un buon motivo per farli diventare un oggetto di desiderio.

Negli anni del Medioevo, e soprattutto nel Rinascimento, si assiste a quella che fu denominata “la follia delle spezie”. I menù ed i piatti vennero farciti di spezie: pepe, zenzero, noce moscata, cannella, chiodi di garofano, senapi di varia tipologia.

Gli stessi medici contribuirono alla diffusione delle spezie, consigliandone l’uso nelle diete in virtù delle loro proprietà digestive. Ma, oltre ai cibi di lusso, come le spezie, in questo periodo storico si diffondono anche i cibi per i contadini, come ad esempio alcuni salumi.

Medioevo ed salumi

Per far fronte ai lunghi periodi invernali e alla scarsità di cibo, i contadini consumavano ampie quantità di salumi, essiccati e conservati. E’ proprio in quegli anni che si svilupparono nuove tecniche di essiccazione e conservazione che coinvolsero anche altri prodotti. Tra i salumi vi erano salami, prosciutti, salsicce etc.

Il termine salume deriva, infatti, dalla parola “sale”, attraverso la salatura ed essiccazione veniva conservata la carne di maiale. La carne di maiale veniva avvolta nel grasso, salata, pepata, e condita con varie spezie come cannella e zenzero (le più costose).

Si conservavano anche i cibi sotto sale, e non con poca fatica, dato che i grossi grani di sale andavano ben pestati e ridotti per potere trattare i cibi con la salatura. Si conservavano sotto sale e in salamoia, attraverso una soluzione satura composta da acqua e sale.

Si utilizzavano anche le tecniche di essiccazione: le carni venivano battute per estrarne il liquido, per poi esporle al sole a seccare e conservare per lungo tempo. Tutte queste tecniche servivano a creare delle scorte per l’inverno, utili nei periodi di carestia per allontanare la paura della fame.

Il miele e le tecniche di apicoltura nel medioevo

Arnie antiche

Le tecniche di apicoltura hanno origini preistoriche risalenti a 12 mila anni fa. Ne sono testimonianza diversi dipinti rupestri di epoca neolitica ritrovati a Valencia e in varie altre località del mondo.

Ma è certo che già il popolo egizio si dedicava, non solo alla raccolta del miele sui nidi presenti in natura, ma ad una vera e propria apicoltura.

Ti potrebbe interessare: Gli egiziani: usi e costumi insoliti secondo Erodoto

I primi alveari nacquero utilizzando tronchi sui quali vi era già allocato un nido ed uno sciame. Successivamente comparvero i primi alveari artificiali.

Le arnie si otteneva attraverso ceste di paglia o vimini che venivano trattate ed impermeabilizzate attraverso l’uso di paglia e sterco o creta, creta e paglia.

L’apicoltura e l’evoluzione delle arnie dai greci ad oggi

Nell’antichità popoli come i romani e i greci svolgevano questa attività di rilevanza economica e, l’apicoltura era molto considerata. Riscossero molto successo, in Grecia, gli alveari mobili con favi di paglia. Dalle arnie si otteneva il miele per dolcificare cibi e fare dolci, e la cera, utilizzata per diversi scopi.

Nel Medioevo l’apicoltura continuò ad essere praticata e, in particolar modo, se ne presero cura i monasteri per ricavarne, oltre al miele, la cera per le candele.

Nei primi anni dell’800 le tecniche greche di costruzione dei favi furono riprese e sviluppate e, nel 1851 Langstroth inventerà un nuovo favo mobile che aprirà la strada a nuove innovazioni fino ad arrivare, gradualmente, all’arnia con modulo base contenente diversi favi, seguirà lo smielatore automatico, e successivamente si giungerà all’attuale arnia moderna.

Previous articleCome scegliere i mobili giusti per casa senza sbagliare le misure: 7 consigli
Next articleCanapa acquatica o Lisimachia – Eupatorium cannabinum

1 COMMENT

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.