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Sognare di regalare alberi di mandarino significato, simboli, numeri

Sognare di regalare alberi di mandarino significato, simboli e numeri
Sognare di regalare alberi di mandarino significato, simboli e numeri

Sognare di regalare alberi con dei frutti, come quelli di mandarino è un sogno simbolicamente legato alla prosperità e all’abbondanza. Sognare di regalare alberi di mandarino è sicuramente un’immagine ricca di simbolismo che andrà interpretata anche in relazione al contesto del sogno, alle persone presenti nel sogno e ad altri fattori come colori, suoni, profumi, sensazioni e stati d’animo del sognatore. Comunque sia gli alberi da frutto nei sogni significano abbondanza e se vengono regalati, indicano generosità e condivisione. Ma scopriamo di più sul significato che c’è dietro al sogno di alberi di mandarini regalati ad amici e parenti.

Sognare di regalare alberi di mandarino significato e simboli

Gli alberi nei sogni sono dei simbolici onirici positivi che segnalano crescita e maturazione, e sono li ad indicare la capacità del sognatore di portare a maturazione e far fruttificare un proprio percorso di vita. Quando gli alberi da frutto vengono regalati ciò indica un desiderio di condividere con altri le proprie risorse e conoscenze e quindi, dietro a questo sogno, si cela un atto di generosità.

Sognare alberi: radici e identità

Indubbiamente dietro al sognare piccoli o grandi alberi si cela anche un senso di appartenenza e di legame con le proprie radici, la storia familiare e la propria identità. Regalare un albero di mandarino può simboleggiare un desiderio di rafforzamento di alcuni legami familiari o di amicizia, questo in base anche a chi doniamo l’albero.

Al tempo stesso, i frutti maturi dell’albero di mandarini sognato stanno a simboleggiare la saggezza e l’esperienza che si è raggiunta ed i risultati ottenuti nella propria vita o in un percorso specifico. Regalare, suggerisce il desiderio di donare aiuto a qualcuno che secondo noi percepiamo in difficoltà e che vogliamo, in qualche modo, aiutare a crescere e maturare.

Perché si sognano alberi da frutta?

I sogni connessi agli alberi da frutta, siano essi mandarini, o di altro tipo, spesso indicano un desiderio di crescita, una voglia inconscia di realizzazione e abbondanza. Questo tipo di sogni potrebbero indicare e riflettere un periodo di cambiamenti positivi che riguardano la vita del sognatore.

Allo stesso tempo potrebbero indicare anche un desiderio profondo di modificare e creare qualcosa di duraturo e “fruttifero”. Spesso questo tipo di sogno è connesso a desideri che riguardano l’ambito lavorativo, ma non solo. A questo punto il regalare alberelli con frutti nei sogni va analizzato nel dettaglio.

Cosa significa regalare alberelli con frutti nei sogni?

Partiamo dal fatto che si tratta di un regalo. Regalare, significa donare, rendere partecipe l’altro di un nostro pensiero e dono. Dato che l’alberello con frutti indica fertilità, prosperità e abbondanza, noi stiamo sognando di accrescere il benessere di un’altra persona che se identificabile riguarda proprio quella persona (amico o parente) se non identificabile, potrebbe riguardare noi stessi. Riassumiamo quanto detto come segue:

Il sognatore potrebbe avere un desiderio di crescita e la volontà di voler aiutare gli altri o se stesso a crescere e sviluppare raggiungendo alcuni obiettivi.

Dietro al dono e al regalo, vi è l’intento di rafforzare dei legami affettivi con la persona che lo riceve, creando, in questo modo, un ricordo duraturo e un forte senso di condivisione.

Anche la speranza per il futuro si cela dietro al sognare di regalare un albero di mandarini in quanto questo sogno esprime ottimismo rivolto verso la persona che riceve il nostro regalo, augurandole di poter godere dei frutti che si trovano sull’albero che potrebbero esprimere “i frutti del proprio lavoro”.

Se in sogno la persona trascura l’albero?

Ecco che il simbolismo positivo dell’alberello donato si modifica. Se la persona che riceve in dono l’alberello con i frutti tende a porlo in una posizione sbagliata e a non curarlo come dovrebbe, ciò indica ansia e fallimento. Chi riceve il regalo non è in grado di gestirlo al meglio e di “coglierne i frutti”.

Per cui il sogno indica una sorta di fallimento, un tentativo di aiuto rivolto verso qualcuno che, almeno in quel momento, non in grado di recepirlo. Un po’ come quando si sogna un albero che cade, evento che indica dei forti cambiamenti in atto, non sempre positivi.

Regalare alberelli di mandarini ad amici e parenti: un significato particolare

Il tipo di frutto di cui ha natura l’albero assume un ruolo importante in questo tipo di sogno. Infatti i mandarini sono simbolo di fortuna, prosperità e gioia.

Quindi regalare proprio questo tipo di albero con i suoi frutti a parenti ed amici può venire interpretato come augurio di buona fortuna e vita felice ed abbondante.

Un gesto che può mettere in evidenza e andare a sottolineare il desiderio di condividere momenti felici e rafforzare legami con i familiari e con gli amici. Quindi con alcune persone importanti per noi.

Sognare di regalare alberi di mandarino e numeri

L’associazione tra sogni e numeri è un’usanza radicata. Quando si sognano degli alberi da frutto i numeri da prendere in considerazione sono principalmente i seguenti:

Numero 3; 8; e 9, che relativamente hanno il seguente significato:

Il numero 3 simboleggia l’armonia e la creatività ma al tempo stesso anche la crescita.

Il numero 8 è quello connesso proprio all’albero anche secondo la numerologia pitagorica. Indica prosperità, buona fortuna ed è il simbolo dell’infinito se viene capovolto.

Infine il numero 9 che rappresenta completezza, saggezza e illuminazione.

Altri numeri connessi all’albero e alla Smorfia sono il 23 e il 10

Albero e numerologia pitagorica

A – L – B – E – R – O  è uguale a = 1 – 3 – 2 – 5 – 9 – 6 = 8

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Se nel sogno si raccoglie frutta potrebbe essere utile leggere anche: sognare di raccogliere o mungere.

Paolo-Paola-Paolino-Paolina-Paul-Pablo: significato del nome, numerologia simbologia

Paolo-Paola-Paolino-Paolina-Paul-Pablo: significato del nome, numerologia simbologia
Paolo-Paola-Paolino-Paolina-Paul-Pablo: significato del nome, numerologia simbologia

Paolo e Paola, sono due nomi di origine molto antiche e latine. Il nome paolo significa letteralmente “piccolo”, “poco grande” e deriva dall’aggettivo Paulus. Nome molto in uso sin dall’epoca romana, e molto comune, sia al femminile che al maschile, ai giorni nostri. Dai nomi Paolo e Paola derivano alcuni diminutivi: Paolina, Paolino, Paoletto; altre varianti di tale nome sono Paul e Pablo di origine spagnola. Vediamo di più sulle origini, il significato e la simbologia di questi due nomi comuni: Paolo e Paola.

 

Paolo-Paola: due nomi, due differenti onomastici

PAOLA  viene festeggiata, generalmente, il  26 di Gennaio, in memoria di Santa Paola martire a Roma, mentre PAOLO viene festeggiato il 29 di Giugno, in memoria dell’apostolo di Gesù San Paolo. San Paolo è patrono e protettore dei tappezzieri e dei conciatori in varie parti del mondo, inclusa Roma e alcune città d’Italia, nonché la Grecia e l’incantevole Malta. Viene invocato in aiuto, contro i morsi velenosi di alcuni rettili striscianti, quali ad esempio, la vipera.

Paolino e Paolina sono due nomi che hanno il loro specifico onomastico, il quale viene festeggiato il 22 di Giugno, in memoria di san Paolino da Nola. Ma i santi riconosciuti e venerati sono molteplici anche se quelli “ufficiali” sono questi che vi abbiamo citato e tra essi l’Apostolo Paolo.

Paolo Apostolo

Paolo secondo gli atti degli Apostoli è stato un missionario del vangelo di Gesù tra i pagani sia Greci che Romani. Uno dei principali apostoli che secondo i testi biblici era un ebreo ellenizzato che godeva di cittadinanza romana.

 

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Simbolismo del nome Paolo

Significato del nome: Piccolo di statura

Origini: latine

Onomastico: Paolo 29 giugno, Paola 26 gennaio; Paolino 22 Giugno

  • Colore: Rosso
  • Pietra: rubino
  • Metallo: oro
  • Segno zodiacale connesso: cancro
  • Numero fortunato: 5

Vedi significato del numero 5

Numerologia del nome Paolo, Paola e suoi derivati

Analizziamo  le lettere dell’alfabeto che compongono tali nomi:

  • P-A-O-L-O       = 7-1-6-3-6 =  23 = 5
  • P-A-O-L-A       = 7-1-6-3-1 =  18 = 9
  • P-A-O-L-I-N-O = 7-1-6-3-9-5-6 =   37= 10
  • P-A-O-L-I-N-A = 7-1-6-3-9-5-1=    32 = 5
  • P-A-B-L-O       = 7-1-2-3-6=           19= 10
  • P-A-U-L           = 7-1-3-3 =             14 = 5

Sicuramente sia Paolo che Paola sono due nomi di cui si è fatto largo uso in passato. Un po’ meno utilizzato in tempi recenti, in cui i gusti delle giovani coppie in fatto di nomi si sono sensibilmente modificate.  Trovi qui alcuni esempi di nomi molto utilizzati.

Personaggi noti Paola e Paolo

Tra alcuni noti artisti  dal nome Paolo ricordiamo:

  • Paolo Barbieri, illustratore
  • Paolo De Matteis, pittore.
  • Paolo Garretto, caricaturista, pittore e fotografo
  • Paolo Veronese, pittore.
  • Paola Barale, attrice.
  • Paola Perego, conduttrice.
  • Paola Cardinale, giornalista.
  • Paola Turci, cantante.
  • Paolina Bonaparte sorella di Napoleone nota  anche come Paolina Borghese (quadro del Canova).

Ancora alcuni nomi noti:

Paolo Buzzi, poeta e scrittore, Paolo Mosca, scrittore, Paolo Rossi, poeta e scrittore, tra i musicisti e cantautori ricordiamo:

Paolo Vallesi, Paolo  Conte, Paolo Meneguzzi ecc.

Nome molto comune tra i papi, frequentemente usato, ha dato vita ad un’ intera dinastia ecclesiastica che porta tale nome:

Tra i Pablo noti ricordiamo: Pablo Neruda, poeta, Pablo Picasso, Pittore e scultore.

 

Dipinto Pablo Picasso
Dipinto Pablo Picasso

 

Paolo e Paola sono dunque, insieme ai loro derivati, due nomi importanti che spesso nella storia sono stati presenti e hanno accompagnato la vita di moltissimi personaggi illustri sia in ambito religioso, che artistico pittorico, politico e letterario.

Nome di Lolloflow il singolo rap – trap di rivalsa

Nome di Lolloflow il singolo rap - trap di rivalsa
Nome di Lolloflow il singolo rap - trap di rivalsa

Rimanere se stessi ricominciando dal proprio Nome. Questo è il concetto di base che alimenta l’ultimo singolo di Lolloflow “Nome”, un brano che è un inno alla rinuncia ai cambiamenti, a quelle imposizioni che non ci appartengono. La voglia di farcela, sempre e comunque, ma mantenendo fede ai propri ideali. In un mondo pieno di stereotipi si lotta e si vince, ma è importante mantenere fede a se stessi, alle proprie idee, lasciando che il resto del mondo non ci condizioni più di tanto. Nome di Lolloflow il singolo rap – trap di rivalsa con all’interno sonorità melodiche pop, un mix tra il passato ed il presente artistico del cantante che si esprime con note piacevoli, e un testo introspettivo profondo.

Lolloflow - Lorenzo Gennaro
Lolloflow – Lorenzo Gennaro

Nome di Lolloflow il singolo rap – trap di rivalsa

L’ultimo singolo di Lolloflow dal titolo evocativo ” Nome” è uscito su tutte le piattaforme digitali il 24 Gennaio 2025. Etichetta ADA. Un inno a mantenere fede a se stessi, ai propri ideali, lasciandosi alle spalle le delusioni, le dinamiche sociali e lavorative che non ci appartengono e che provocano un senso di malessere che rende la vita pesante e intrisa di insoddisfazione.

Ritrovare la forza di andare avanti, rincorrere i propri sogni e mantenere fede a ciò in cui realmente si crede. “Gente che ti tarperà le ali e che ti renderà poi schiavi reali” senza che il mondo sia li a dirti cosa fare… dove andare, a cosa mantenere fede “saboterò anche questo pensiero anche se poi non parla di te“. Perché ciò che non ci rispecchia diventa “veleno” nella nostra vita. L’artista mette in luce un modo di vivere che si rivela tossico per lui e da cui è bene distaccarsi.

Concetto descritto nel testo: “Non mi cambiare adesso, non so come si fa, per non ferire me stesso, non lascerò che il mondo mi dica non ce la farai, che mi guardi, e mi prenda anche il mio nome“. In queste frasi c’è un forte rifiuto alle imposizioni, sono quelle che poi finiscono per ferire e non aiutano a farci star bene con noi stessi.

Alcune parti della canzone presentano riferimenti forti al passato, a quel che si è fatto per gli altri, per poi ritrovarsi “solo e senza scopo senza nessuno che ti aiuterà mai” e prosegue: “mentre pensavo agli altri, TU, mi hai fatto schiantare contro al guardrail, giù”. “Mi dici: chi non mente?… vabbé frate, lascia perde”.

Ma l’artista incalza dicendo che non è mancanza d’aria, ma piuttosto un pensiero che evoca veleno, e dal quale è meglio distaccarsi, allontanandolo, pian piano, così come il peso dei guai (troppi).

Un rifiuto dei compromessi?

Chiediamo all’artista se si tratta di un rifiuto dei compromessi. Ci risponde che nella vita alle volte e compromessi servono e vanno fatti, perché il compromesso è anche un modo per venirsi incontro.

Ma dipende sempre dal tipo di compromesso e con chi si fanno dei compromessi. In alcune realtà lavorative alle volte i compromessi vanno oltre la normalità e depersonalizzano.

Se le proprie idee vengono annullate, se ci spingono ad essere ciò che non siamo, e ad affrontare situazioni più grandi di noi, fatte di bugie e irriconoscenza, allora è meglio non cedere ai compromessi e ripartire sempre da se stessi, dal proprio Nome e dai propri ideali, mantenendo quella purezza d’animo che fa, della vita di una persona, la vera “nota creativa felice”.

Ho una schema personale e nella mia vita so bene cosa fare“. Ed è da questo che ogni persona dovrebbe riprendere il proprio percorso, includendo il senso di libertà e le proprie convinzioni, buttandosi alle spalle ciò che non va bene, tutte le esperienze negative che comunqu, in un modo o nell’altro, aiutano sempre a maturare e crescere.

Nome di Lolloflow un inno a ritrovare se stessi

Un testo, quello di NOME di Lolloflow, nella vita Lorenzo Gennaro, che rispecchia un po’ quelle che sono le mille tematiche sociali in cui i giovani d’oggi che si trovano immersi in un dilagare di cambiamenti, in cui si ritrovano pieni di dubbi ed ansie.

Ognuno può ritrovare una parte di se in questa canzone, riflettendoci i propri guai, le imposizioni subite, le paure che derivano da questo mondo sempre più chiuso e pieno di insicurezza rivolta verso il proprio futuro.

Un singolo che rispecchia come sempre una forte note introspettiva ed una grande sensibilità dell’artista.

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Sara-Sarah-Sary-Saro: significato-onomastico e numerologia del nome

Sara-Sarah-Sary-Saro: significato-onomastico e numerologia del nome
Sara-Sarah-Sary-Saro: significato-onomastico e numerologia del nome

Significato del nome SARA

Il nome Sara ha origini ebraiche Sarah e significa “signora, principessa”. Nell’Antico Testamento, era la moglie di Abramo anche se il suo vero nome era Saray ( litigiosa), successivamente modificato. la donna era sterile, ma essendo molto devota al Signore  ricevette in dono la grazia di poter avere un figlio  in età avanzata.
Sara di Antiochia, è la santa venerata nella ricorrenza cristiana. Scopriamo di più su Sara-Sarah-Sary-Saro: significato-onomastico e numerologia del nome.

Sara di Antiochia la storia e la forza del Nome Sara

Ella fu  moglie di un ufficiale di Diocleziano, che dopo aver partorito il secondo figlio, partì per Alessandria per poterli far  battezzare. Il viaggio si svolse per mare e furono colti da tempesta, la donna  si incise il petto e con il sangue che ne sgorgò, segnò una croce sulla fronte dei figli infine li immerse per tre volte invocando la Santissima Trinità. La nave, nonostante la tempesta,  raggiunse l’ Egitto, dove Sara si recò  ad una  fonte battesimale ma, narra la storia che quando si avvicinò ad essa  l’acqua si ghiacciò per 3 volte. Il suo onomastico si festeggiata il 20 aprile.

Nel contesto della tradizione cristiana, Sara è simbolo di determinazione e fede. Questo aspetto della sua vita viene evidenziato, molto spesso nei racconti agiografici, dove il suo atto estremo di sacrificio viene interpretato come manifestazione tangibile della sua connessione con Dio. Dalla sua storia nel corso dei secoli sono nate innumerevoli interpretazioni artistiche che hanno ispirato pittori e scrittori. Le opere artistiche raffigurano il momento del suo sacrificio e l’indissolubilità del legame tra madre e figli che trascende le avversità.

 

 

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Diffusione nome Sara-Sarah-Sary-Saro

Secondo L’ISTAT, Sara è uno dei nomi più usati per le nuove nate in Italia nei primi anni del XXI secolo, essendo il quarto nome più diffuso del 2004 e il secondo del 2006; mentre negli Stati Uniti, Sarah, è stato  uno dei  nomi fra i più popolari  negli anni 1870, 1978 e il 2000. In inglese il nome è stato usato a partire dalla Riforma protestante. In Calabria e in Sicilia può costituire un ipocoristico del nome Rosaria.

La diffusione del nome Sara va di pari passo con le sue apparizioni in letteratura e nella cultura popolare. Infatti questo nome è stato usato da numerosi personaggi iconici anche in opere d’arte di narrativa contribuendo ulteriormente alla sua diffusione.

Ad esempio nel romanzo “la casa degli spiriti” di Isabel Allende, uno dei personaggi principiali è Clara del Valle, si trova a riflettere sulla figura di Sara come simbolo di rinascita e di speranza. E’ proprio la presenza del nome Sara o Sarah anche biblico, che già impresso un valore culturale diffondendolo ulteriormente.

 

Nome Sara, Sarah, Saray e Saro e interpretazione numerologica

Da considerare anche un altro aspetto del nome Sara quello della numerologia. La sua associazione con il numero 3 deriva dalla somma dei suoi valori numerici che secondo il metodo pitagorico è simbolo di creatività, comunicazione e dinamismo. Per questo motivo numero e nome sono considerati portatori di vitalità e le persone con questo nome considerate inclini ad esprimere le loro idee ed emozioni. La loro presenza viene percepita come energetica e coinvolgente predisponendo alla socializzazione e alle relazioni significative.

 

Il nome Sara è stato largamente utilizzato nel corso dei secoli sia in epoche lontane che attuali.

Il segno zodiacale connesso al nome Sara è quello del leone, mentre il metallo è l’oro ed il colore è il rosso e la pietra l’altrettanto rosso rubino, il suo numero fortunato viene considerato il 2.

 

Onomastico nome Sara, Saro

  • 20 aprile
  • 10 dicembre
  • 24 maggio, santa Sara la Nera, protettrice degli zingari, festeggiata a Saintes-Maries-de-la-Mer
  • 19 agosto, Santa Sara, moglie di Abramo per la Chiesa copta; mentre i cattolici possono commemorarla assieme agli altri antenati di Gesù il 24 dicembre.[.
  • 27 dicembre, beata Sára Salkaházi, vergine e martire a Budapest

Origine: Ebraica

Colore: Rosso
Pietra: Rubino
Metallo: Oro

Numero fortunato 2

Segno zodiacale connesso: Leone

 

Numerologia del nome secondo Pitagora

S-A-R-A = 1-1-9-1 = 12=  3

 

 

Reborn colori da forno vs colori acrilici: caratteristiche a confronto

Reborn dipinta colori acrilici da Mara Mencarelli
Reborn colori da forno vs colori acrilici: caratteristiche a confronto

Per realizzare le bambole reborn di cui vi abbiamo parlato dettagliatamente “Cosa sono le bambole reborn” vi sono diversi metodi e soprattutto, differenti tipologie di colori. I colori acrilici, atossici e diluiti con acqua e fissativo, e i colori da forno che richiedono un impegno maggiore e tempi di lavorazione più lunghi. La scelta tra colori da forno e colori acrilici per la realizzazione di bambole reborn è una decisione cruciale che incide anche sul risultato finale nonché sulla lavorazione. Entrambe le tipologie di colori presentano pregi e difetti che andremo a vedere nel dettaglio.

Reborn colori da forno vs colori acrilici: caratteristiche a confronto

I colori da forno per le reborn sono quelli che normalmente venivano usati per la realizzazione delle bambole rinate. In genere sono i colori Genesis ma attualmente si trovano anche altre marche inclusa quella che ha sostituito i Genesis ossia la IRHSP.

Solo successivamente sono stati introdotti i colori acrilici che essendo ad acqua asciugano rapidamente, non sono tossici e richiedono dei tempi di lavorazione meno lunghi rispetto ai colori da forno. Entrambe le tipologie di colori, quelli da forno e quelli acrilici presentano dei pregi e difetti specifici che è importante conoscere, prima di decidere quali colori utilizzare.

Colori da forno per reborn richiedono un forno

I colori da forno per reborn hanno un costo leggermente superiore, cosa che non incide più di tanto, in quanto anche gli acrilici se scelti di ottima qualità, hanno un prezzo analogo. Tra le marche ricordiamo gli Ultimate Fusion e i Liquitex (6 colori primari 45 euro circa) di cui si trovano anche diluente ottimo e fissativo “sigillante mate”.

La differenza di base sta nel fatto però, che mentre i colori acrilici asciugano all’aria quelli da forno richiedo l’acquisto di un forno specifico. Al prezzo del forno va aggiunto che questi colori in fase di cottura sono tossici per cui è consigliabile porlo in un ambiente specifico ben ventilato.

Miscelare i colori acrilici, farli aderire e fissarli

L’utilizzo dei colori acrilici è molto più facile rispetto ai colori da forno motivo per cui l’utilizzo di questo tipo di colori è consigliabile per chi è alle prime armi. Per far aderire il colore al kit reborn serve utilizzare dei prodotti specifici. Fissativi e diluenti servono a tale scopo e per lo più si tratta di prodotti non tossici che però in alcuni casi possono dar e problemi di allergia.

Resistenza dei colori da forno vs colori acrilici

Ovviamente i kit reborn vanno lavati e sgrassati con acqua calda e sapone in entrambi i casi, sia che si opti per colori da forno, che per i colori acrilici. Fatto questo procedimento di lavaggio si attende l’asciugatura, e si procede alla pittura con l’ausilio anche di diluenti e fissativo e sigillante.

Consigliabile, specie per i colori acrilici, utilizzare i guanti per non sporcare il kit con il grasso che potrebbe essere sulle mani anche se in minuscole particelle.

COLORI DA FORNO – Le reborn dipinte con i colori da forno presentano una maggiore resistenza, durano nel tempo, ed offrono una finitura estremante naturale. Sono più difficili da utilizzare e miscelare e richiedono l’uso del forno, insieme ad un ambiente adatto. Alcuni kit potrebbero danneggiarsi nell’utilizzo del forno specie i kit cloni, ma non solo.

COLORI ACRILICI – I colori acrilici sono più facili da utilizzare, si miscela facilmente, non sono tossici e permettono di creare sfumature, vene, rossori con facilità. Nel tempo se non opportunamente fissati e se la reborn non è tenuta con cura, possono scolorirsi o graffiarsi.

Reborn colori da forno vs colori acrilici: quali scegliere?

Alla luce di ciò che abbiamo detto sui colori acrilici e sui colori da forno per reborn non esistono i colori migliori o i colori peggiori, ma solo colori diversi tra loro con caratteristiche e peculiarità differenti tra cui scegliere. La scelta andrà operata in base alla propria esperienza e alle proprie preferenze.

Se non si possiede un ambiente ben areato in cui inserire il forno di cottura delle vernici, allora è meglio optare per la soluzioni più sostenibile e salutare che prevede l’uso dei colori acrilici.

Dipingere le reborn è un’arte e consente di rilassarsi ed esprimere la propria creatività, ragion per cui, provare ogni tecnica di pittura è sicuramente la cosa migliore se si decide di intraprendere questa strada.

Nel caso in cui invece si voglia solo provare a creare bambole reborn per se stessi, saltuariamente, allora i colori acrilici costituiscono un ottima soluzione. In ogni caso è bene scegliere un kit che piaccia e che, specie all’inizio non abbia dei costi troppo alti: Come scegliere il kit Reborn perfetto.

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Quando lo smart working diventa stressante

Quando lo smart working diventa stressante
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Dopo la pandemia lo smart working è diventato più comune anche qui in Italia. Alcuni amano molto questa forma di lavoro. Consente di alzarsi più tardi, rimanere a casa evitando il traffico delle grandi città, permette di organizzare il lavoro come meglio si crede: ma è tutto oro ciò che rappresenta lo smart working? In realtà no. Per alcune categorie e, nello specifico quelle femminili, lo smart working, o lavoro da casa diventa stressante e oggetto di ulteriore aggravio delle mansioni della donna. Ma scopriamo quando lo smart working diventa stressante.

Quando lo smart working diventa stressante

Va detto che lo smart working è senza dubbio una fonte utile di lavoro svolto in maniera alternativa che permette di ottimizzare il lavoro. Ma Questo accade se si è single o se in casa, pur vivendo in coppia o con famiglia, generalmente non si svolgono altre mansioni e si delega la gestione della casa e dei figli (se vi sono) ad altre persone.

Ed è proprio da qui che vogliamo partire. Si parla tanto di parità di genere ma nel 90 % dei casi la donna lavoratrice che lavora da casa o fuori casa non riesce a svincolarsi da tutte le incombenze familiari. Ma quando si lavora a casa ciò che spesso accade è davvero stressante per la donna.

Lavorare da casa per le donne con famiglia

Se è vero che in alcuni casi lavorare da casa risulta essere davvero comodo per uomini e donne, vi sono poi tutte una serie di situazioni in cui o stress che deriva dallo smart working è connesso ad abitudini familiari in cui si tende a riversare ogni tipo di incombenza sulla donna.

Il telefono squilla; la donna risponde. Il citofono suona, la donna va ad aprire. C’è da fare il pranzo la donna provvede. C’è un lavatrice da attaccare, i panni da stendere, la cena da mettere su… il bambino che piange e chiede attenzione. In tutte queste mansioni citate (ed anche in altre), molto spesso interviene la donna.

Durante la pandemia mio figlio fece diversi esami online e anche in quelle situazioni alcune delle sue professoresse si sono ritrovare a fare gli esami con i bambini che richiedevano la loro attenzione disturbando l’esame.

La cosa grave, a mio avviso, è che queste donne non erano sole in casa, c’erano i mariti che non stavano lavorando. e avrebbero dovuto occuparsi dei bambini senza attendere l’urlo e la richiesta d’aiuto che è inevitabilmente arrivata.

Ma si sa, nella maggior parte delle famiglie, spesso, il punto di riferimento dei figli piccoli, ma anche di quelli grandi, sono le mamme. Non è scontato, e neanche giusto che sia così, ma spesso accade questo. Nella vostra non è così?

La mia esperienza di lavoro da casa

So che tra quelli che leggeranno vi saranno una marea di negazionisti. Chi non vuole vedere, non vede. E’ da sempre così e sempre sarà così. Quindi inutile aspettarsi che tutti riescano a calarsi nella situazione citata dello smart working al femminile e nell’esempio di alcune professoresse dell’università la Sapienza di Roma.

Sicuramente ci sono e ci saranno sempre delle eccezioni, ma in linea di massima, la situazione è quella citata. Lavoro da casa da vent’anni e ho sempre dovuto dividermi tra il lavoro in smart working, la casa e la famiglia.

Alle volte lavorare da casa ti da la sensazione che gli altri pensino che tu non lavori: ma non è così. A fine mese e anche durante il mese stesso, i soldini entrano, perché qualcuno ha lavorato. Qualcuno si è seduto alla scrivania ed ha prodotto.

Qualcuno che però, contemporaneamente, ha risposto al telefono, ricevuto il terzo fattorino del giorno (per i figli) al cancello, preparato il pranzo, pulito la casa, lavato e steso i panni, e tutto questo, ovviamente, con enorme aggravio e stress.


Personalmente, e non esagero, non riesco a stare alla mia scrivania per due ore di fila senza essere disturbata almeno 3 o 4 volte. Anche quando cerco di organizzarmi il lavoro al meglio, intervengono 2000 fattori a rompere l’idillio “del riuscire a lavorare in tranquillità”. Non nego che probabilmente qualche responsabilità la devo avere sicuramente anche io.

Dentro le mura domestiche o tra i colleghi d’ufficio: dov’è meglio lavorare? La risposta è ovvia: dipende dalle situazioni!

Altre situazioni di smart working no stress?

Sicuramente donne single o in coppia ma senza figli riescono a lavorare da casa con enorme serenità senza dover sentire il peso di altre 200 mansioni, ma credo che questa situazione lavorativa da casa per le donne sia davvero una fregatura.

Se da un canto lavorando in smart workin possiamo organizzarci il lavoro, o almeno speriamo di riuscire a farlo ed organizzarci anche le incombenze di casa, spesso ci troviamo a fare tutto insieme e magari neanche nel modo in cui vorremmo perché finiamo per trascurare inevitabilmente qualcosa.

Lavorare no stop

Spesso lo smart working svolto in maniera autonoma rischia di diventare un lavoro no stop. Lo smart working mi ha permesso di lavorare come blogger anche di sabato e di domenica, durante le festività, così come di portarmi il PC in vacanza e continuare a lavorare sempre e ovunque, unendo così lavoro, vacanza e incombenze: tutto questo vi sembra un vantaggio? No, non lo è!

Potrebbe esserlo, ma probabilmente, gestito in questo modo, non lo è di sicuro, ne per me, ne per nessun’altra persona, donna o uomo che sia.

Ecco, queste sono sicuramente alcune delle situazioni in cui lo smart working diventa stressante: tu ne conosci altre? Ti è capitato di vivere del lavoro da casa in questo modo? Se si raccontamelo nei commenti!

5 curiosità che non sapevi su Starbucks

5 curiosità che non sapevi su Starbucks
5 curiosità che non sapevi su Starbucks

Fra aneddoti inaspettati e sorprendenti lasciamoci affascinare dalla storia di Starbucks, la più grande catena di caffè al mondo. Quella incentrata sul colosso del caffè è una narrazione che contempla la fase di avvio, con la nascita del primo negozio negli anni ’70, ci permette di scoprire la varietà dei menù, per arrivare agli aspetti che coinvolgono elementi di più stretta attualità quali l’estetica e la sostenibilità con cui ha scelto di operare. Vogliamo quindi svelarvi 5 curiosità che non sapevi su Starbucks.

Starbucks, una storia di grande successo

Dalla commercializzazione di innumerevoli miscele di qualità, all’accoglienza calorosa che si respira nelle caffetterie di proprietà, quella di Starbucks, dagli anni ’70, è l’effige di una storia di autentico successo, che ha contribuito a far crescere la cultura del caffè in America e nel mondo.

Considerata per dimensioni la più grande catena di caffè al mondo, Starbucks è presente in più di 70 paesi, e conta più di 160mila dipendenti, dispone inoltre, di 30 mila negozi e vende al pubblico ogni anno 4 miliardi di tazze di caffè.

Si tratta di un prodotto di qualità che oggi si può sorseggiare comodamente a casa come al bara, grazie alla nuova generazione del gusto che contempla l’utilizzo di capsule per il caffè. Le capsule Starbucks sono una proposta che unisce al prodotto iconico come quello offerto da Starbucks l’esperienza di Nescafé Dolce Gusto.

Per conoscere più da vicino la realtà di questo brand iconico del caffè, non resta che lasciarsi affascinare da una narrazione coinvolgente e inaspettata, fatta di innumerevoli dettagli. Eccone cinque che garantiscono al lettore di scoprire interessanti curiosità su questo colosso del caffè.

1 negozio aperto a Seattle nel 1971 e la regola dei dieci minuti

Nata negli anni ’70 per mano di Jerry Baldwin, Gordon Bowker e Zev Siegel, Starbucks ha mosso i primi passi a Seattle con l’apertura nel 1971 della rivendita capostipite. Il primo negozio era specializzato nella produzione e distribuzione di caffè in chicchi tostati, provenienti da ogni parte del mondo.

Fra gli aneddoti che caratterizzano i negozi Starbucks la più particolare è la regola dei 10 minuti che considera l’apertura e la scelta di servire caffè e bevande 10 minuti prima dell’orario ufficiale, e fissa la chiusura 10 minuti dopo.

2 Il primo Starbucks caffe latte venne servito nel 1984

Risale al 1984 il primo caffè latte servito da Starbucks grazie a uno dei capisaldi dell’esperienza tutta italiana in fatto di caffè. A garantire un interessante punto di svolta, infatti, fu l’idea di Howard Schultz di far rivivere in America la tradizione dei caffè italiani.

Durante un viaggio nel nostro paese nel 1983 Schultz, storico presidente e amministratore delegato di Starbucks, restò affascinato dall’esperienza italiana e dalla cultura in fatto di caffè, tanto da decidere di trasferirla negli Stati Uniti, servendo nel 1984 il primo Starbucks caffè latte.

3 A chi deve il nome Starbucks?

I tre fondatori, che frequentarono l’Università di San Francisco, decisero di battezzare l’azienda con il nome del primo ufficiale di coperta, la cui figura emerge palpitante dalle pagine di Moby Dick, il romanzo capolavoro di Melville. La scelta del nome avvenne dopo aver bocciato altre due ipotesi ovvero ‘Cargo House’ e ’Pequod’, tratte sempre da quello che viene considerato uno dei libri più noti della letteratura americana e mondiale.

4 I menu targati Starbucks, 87mila combinazioni di gusti

Come sottolinea Lisa Passe, portavoce dell’azienda “Se si considerano tutte le nostre bevande principali, e le si moltiplicano per le possibili customizzazioni di ciascun prodotto, di ottengono oltre 87 mila combinazioni”.

Le 87mila combinazioni sono disponibili all’assaggio nei bar della catena dove, fra gli altri, si possono gustare 40 diversi tipi di frappuccino, i classici espressi, il caffè freddo, le cioccolate calde. Questo perché la preparazione del caffè è una vera arte così come la composizione delle sue miscele aromatiche.

In fatto di gusto è un’occasione imperdibile lasciarsi tentare dai topping, sinonimo di gusto ricercato, e dalle innumerevoli integrazioni vegetali quali cocco, soia, avena e mandorla.

5 Un caffè etico sostenibile

Starbucks ha raggiunto negli anni scorsi un obiettivo ragguardevole tagliando il traguardo del 99% di caffè proveniente da approvvigionamento etico.

Con l’acquisto nel 2013 di una piantagione di caffè in Costa Rica, Starbucks ha scelto di puntare a una tipologia di coltivazione che tiene nella massima considerazione i cambiamenti climatici, le malattie e la spiacevole diminuzione delle risorse naturali.

La fattoria si è trasformata in un vero e proprio centro globale di ricerca e scoperte. Il team che opera al suo interno lavora alacremente, cercando di aiutare tutti i coltivatori del pianeta ad affrontare le sfide imposte dal terzo millennio.

Dal 2013 ad oggi, grazie alla cultura della sostenibilità, Starbucks ha limitato le emissioni di CO2 per euro generato con una diminuzione del 30%.

Fra le novità, impossibile non evidenziare la bontà di Pistacchio Velvet Latte, che coniuga l’espresso a una bevanda vegetale a base di avena con sciroppo al gusto di pistacchio.

Parte integrante del menù è il Grand Coffee, che dispone di 330 milligrammi di caffeina, in grado di quadruplicare la consistenza della Red Bull.

In origine le misure delle tazze consideravano la presenza di 350 ml di prodotto nella tazza grande, e 240 ml nella tazza piccola, per arrivare oggi alla tazza grande che contiene quasi 900 ml.

L’utilizzo di latte nei bar della catena raggiunge i 93 milioni di galloni l’anno, una quantità che, a conti fatti, è sufficiente per riempire 155 piscine olimpioniche.

Tavolo decorato: come realizzarlo

Tavolo decorato: come realizzarlo
Tavolo decorato: come realizzarlo

Ci sono mille modi per creare un tavolo decorato e personalizzato e per procurarsi la struttura di base. Diciamo che il sistema più semplice è quello di acquistare un tavolo che abbia il vetro che ricopre la superficie superiore, asportarlo e decorarlo come si  preferisce. Ma in alternativa fatevi realizzare o realizzate, una struttura con dei profilati di metallo, utilizzate come fondo del piano un pannello in legno, (multistrato) e interponete tra esso e il vetro delle decorazioni. Ovviamente il piano in legno verrà trattato con tura-pori, carteggiato tinto (tintura ad acqua) e lucidato. Ma i modi e le tecniche per la creazione di un tavolino decorato in metallo o legno sono molteplici: scopriamone alcune!

Come creare un tavolo decorato personalizzato

Un tavolo decorato potrà essere personalizzato utilizzando un’infinità di elementi naturali: fiori, foglie, sabbia, conchiglie, mosaico. Potrete ad esempio considerare l’utilizzo di tessuti, pizzo o tele da inserire nella parte sottostante di un vetro o cristallo.

Per chi ama il contrasto tra la semplicità e l’opulenza si potranno adottare due materiali molto diversi tra loro, tra tela grezza o materiale in lino o seta. Se si è inclini ad un’interpretazione artistica la tecnica del collage permetterà di mescolare tra di loro materiali come legno, sassi, riviste e colori. Il tutto poi verrà ricoperto e conservato dal vetro. 

Oltre all’estetica infatti il tavolo assume anche un ruolo di funzionalità estrema e dunque dovrà essere reso fruibile, specialmente se verrà utilizzato di frequente. La scelta del piano e dei materiali da utilizzare o inserire andrà dunque operata con attenzione in modo da garantire bellezza e funzionalità del tavolo. 

Idee tavoli decorati
Idee tavoli decorati

Decorazioni tematiche del tavolo

Per la scelta, sicuramente utilizzare un tema specifico può costituire una valida soluzione. Ad esempio, se si vuole creare un tavolo che si inserisca in un atmosfera marittima di una casa al mare saranno indicati materiali come sabbia, piccole conchiglie e fotografia di vacanza al mare. Questi materiali inseriti sotto un piano di vetro creeranno la giusta atmosfera.

Per un tema botanico, invece, foglie secche, fiori essiccati, ma anche piccole piantine grasse o muschio, potranno costituire le decorazioni da inserire al di sotto del piano in vetro. 

Una variabile interessante può venire anche dalle stagioni e dalle festività consentendo di modificare l’interno del tavolo in base al periodo, sperimentando creazioni che si identificano con il periodo come l’autunno, halloween, le feste di Natale e così via. 

Tavoli a scacchiera

Un ‘altra soluzione consiste nell’utilizzare dei tavolini  e arricchirli di scacchiera: sono i cosiddetti tavoli da ludo o tavola reale che possiedono dei disegni molto semplici e facili da realizzare.

Per quel che concerne le decorazioni possiamo adottare il dipinto, il ricalco, il dipinto su cartoncino che poi andremo ad interporre tra piano e vetro, romantiche composizioni floreali, utilizzando fiori pressati e seccati,  in questo caso è meglio adottare una lastra di cristallo pesante che possa mantenere ferme le decorazioni floreali.

Se invece puntate su delle decorazioni meno romantiche e d’effetto, potete utilizzare stampe fotografie e cartoline scelte con cura nonché i classici stickers prodotti in vari  disegni e colori.

Sicuramente vale la pena considerare la tecnica del reverse decoupage. Una variante che prevede l’applicazione di elementi decorativi sul lato inferiore del vetro in grado di dar vita ad un effetto tridimensionale che valorizza l’estetica del tavolo.

Come fare?

Si utilizzano delle immagini ritagliate, canovacci stampati e persino tessuti leggeri per creare un’effetto sorprendentemente piacevole Va detto però di non dimenticarsi di abbinare le decorazioni e quindi il tavolo al tema generale dell’arredamento per poter così garantire un aspetto armonico d’insieme di tutti gli elementi presenti nella stanza. 

Tavolo-decorato
Tavolo-decorato

Decorazioni floreali e sticker

Per decorazioni floreali, sticker e quant’altro, è consigliabile lo sfondo di colore chiaro, mentre se optate per decorazione in decoupage che andrete poi a proteggere con vetro o cristallo, molto dipende dal disegno che decidete di adottare.

Se non siete abili disegnatori munitevi di formine per la realizzazione dello stancil o in alternativa realizzatele voi usando un taglierino o stampini di fortuna ottenibili con fantasia anche utilizzando semplicemente una patata tagliata.

Qualunque sia il metodo o la tecnica che scegliete per decorare il vostro tavolo cercate di non farvi prendere troppo la mano e considerate sempre il tipo di arredamento in cui andrete ad inserirlo abbinando i colori e la tecnica di decorazione.

Ad esempio, in un arredamento classico andranno bene tavoli con fiori essiccati decoupage, stencil, o dipinti, mentre per un arredamento moderno è indicata una scacchiera ludica dai colori vistosi o un bel fondo tavolo ricco di fotografie e cartoline, ma può andare bene anche una bella decorazione dipinta in forme stilizzate in bicromia o policromia caratterizzata magari da triangoli cerchi e quadrati nei colori adottati per l’arredamento della stanza, o riccioli in bianco e nero, nero e rosso  blu e rosso. Per i colori considerate quelli già presenti nell’arredo esistente.

Un’altra soluzione, sempre di grande fascino ma semplice nella realizzazione, è quella di acquistare tavoli in cristallo definiti a bacheca ed inserire al loro interno ciò che desiderate, incluse pietre lucidate, conchiglie e minerali e fiori essiccati.

Tavolo in legno dipinto

Se la pittura è il vostro forte potrete allora procuravi un tavolo in legno vecchio, di recupero e riciclo, e riverniciarlo creando dei disegni e un dipinto a vostro gusto. Piccole decorazioni, mortivi floreali, o una cornice che ne valorizza il contorno possono rappresentare una valida soluzione decorativa per un tavolo di questo tipo. Un tutorial in merito lo trovate in questo articolo “Tavolino shabby chic in 5 passaggi“. 

Un tavolo che prenderà vita piano piano interpretando i vostri gusti e l’atmosfera del momento specie se si opta per i tavoli a bacheca apribili  che consentono di modificare il contenuto e la vena artistica con facilità. 

Vi abbiamo fornito spunti ed idee ora sta a voi fare un buon lavoro e divertirvi nella creazione.

Pressare i fiori tecnica di base