Cravatta storia, origini e tipi di cravatta

Cravatta storia origini e tipi di cravatta
Cravatta storia origini e tipi di cravatta

La storia della cravatta è molto antica risalente ai tempi degli egizi e dei romani, e sembra, anticipata da uomini preistorici che si appendevano i testicoli di alcuni animali in modo ornamentale, intorno al collo. Gli Egizi nel loro abbigliamento, invece, usavano un pezzo di tessuto colorato annodato intorno al collo dei defunti.

Erroneamente attribuita la sua invenzione ai Croati, popolo che la ricorda con una festa importante, “il cravatta Day”, che si celebra il 18 Ottobre, ispirato della guerra dei trent’anni, in cui i soldati croati indossarono un foulard annodato al collo. Ma al di la della paternità della cravatta, scopriamo quali popoli anticamente l’ hanno usata per primi, e i tipi di cravatta antichi e moderni.

Cravatta storia origini nel mondo

Nella guerra del 1618 – 1648, nota come guerra dei trent’anni, i mercenari croati in servizio in Francia indossarono dei foulard che incuriosirono e furono apprezzati dai francesi. Re Luigi XIV portò alla ribalta questo accessorio di moda divenne un vezzo amato dal Re Sole Re Luigi XIV di Francia grande modaiolo.

Ma la cravatta, se pur con delle varianti, apparve in altre culture anche in tempi antecedenti al 600. Il libro di Cesare Vecellio di metà del 600 pubblicato a Venezia a fine secolo, fa una vasta ed approfondita carrellata di tutti i costumi tradizionali del mondo e cita più volte la cravatta.

Mentre ancor prima, a metà del 300 circa, Eustache Deschamps scrisse una ballata “Faite restraindre sa cravate” che significa letteralmente “riannodate la cravatta”. Elementi che ne testimoniano la presenza.

Roman focal
Roman focal

Nell’abbigliamento, gli ufficiali dell’esercito romano, indossavano un indumento simile alla cravatta, denominato sudarium, mentre l’imperatore Augusto se pur in privato per proteggere la gola indossava il focal e un indumento di lana posto introno al collo per proteggerlo da malattie utile anche per gli oratori.

In Cina i guerrieri Xian indossano una bandana al collo, così come nel 300, le armate di Huang-Ti. Bandane, foulard, nastri e pezzi di stoffa rettangolari, furono i predecessori dell’attuale cravatta.

tipi di cravatta antichi
Tipi di cravatta antichi: https://it.wikipedia.org/wiki/Cravatta

Tipi di cravatta

La cravatta è indubbiamente un accessorio maschile, indossato anche dalle donne in versione androgina, presente da secoli nella storia della moda. Nel 600 e nel 700, il Re Sole, e i cittadini di Venezia, fecero ampio sfoggio di queste bandane o foulard ricamati in merletto simili al plastron. Da allora la cravatta si è semplificata ed è diventata un accessorio elegante da usare nelle occasioni formali, al lavoro e agli eventi. Ma quali e quanti sono i tipi di cravatta? E in quali stili di abbigliamento da uomo la si può inserire?

Plastron
Plastron
  • Plastron un foulard con spilla usato nelle cerimonie e in particolar modo con il Tight.
  • Cravatta larga.
  • Cravatta stretta.
  • Papillon denominato anche farfallina.

Tessuto e fantasie cravatta

La cravatta classica può avere una lunghezza ridotta, in media di circa 150 cm 165, o molto lunga raggiungendo talvolta anche i 190 cm. Le tinte sono molteplici, si va dalla tinta unita alle righe, disegni floreali od altro, tipo pois, damascate, fino a quelle tipicamente trendy con colori fluo. Per quanto concerne il tessuto la cravatta elegante è in seta ma si trovano anche cravatte misto cotone o sintetiche.

Come annodare la cravatta

In genere la cravatta viene annodata con nodo semplice che pone la striscia più sottile al di sotto di quella più larga. Ma i nodi che si possono realizzare sono molteplici fino ad oltre 85 nodi, vediamone alcuni più comuni:

  1. Four in hand: il tiro a quattro il più diffuso nodo da cravatta originario del Club Londinese si effettua in 4 passaggi.
  2. Windsor: si esegue in 8 passaggi prende il nome dal duca del Windsor che lo creò. Divenne molto in voga negli anni 30 e da vita ad un nodo voluminoso.
  3. Mezzo Windsor: più semplice del precedente da cui deriva, si esegue in 6 passaggi è meno voluminoso del precedente.
  4. St Andrew: un nodo per la cravatta che si compone di 7 passaggi ed è un nodo che fa sporgere in avanti la cravatta.
  5. Balthus; nodo per cravatta che si realizza con ben 9 passaggi, è molo grande e prende il nome dal pittore che lo ideò.
  6. Onassis, si tratta di un nodo semplice che si realizza con l’uso di una pinzetta ideato dall’omonimo.
  7. Eldredge un nodo particolare con diversi giri di cravatta molto decorativo e sfizioso.
  8. Infine, troviamo il Trinity ed i Cape poco usati.

Cravatta 800- 900 dal rigore all’anarchia

La cravatta si diffonde, si modifica, e dal plastron di Balzac, si arriva al rigore della cravatta dell’800. Nell’epoca Vittoriana le cravatte si trovano vendute con il nodo già fatto in versione enorme o di piccole dimensioni sia per il papillon che per il plastron e la cravatta.

Sarà Edoardo VII che, all’inizio del 900 inventa la cravatta con nodo libero, una libertà che score veloce tra i giovani divenendo il simbolo dell’anarchia e dell’anticonformismo. Anche nel 900 casa reale inglese influirà sul futuro della cravatta e sarà il futuro duca di Windsor a disegnare i canoni della cravatta e del nodo.

La cravatta oggi

Ormai da qualche decennio la cravatta ed il suo stile hanno trovato una certa stabilità, sia per quanto riguarda linea, che colore e nodo. Ma la moda influenza le sue misure per questo la si trova lunga, corta stretta o larga. La scelta del suo utilizzo va valutata anche in base al dress code richiesto.

Attualmente le maison che rivisitano le cravatte, in termini di colori e tessuti, sono moltissime, alcune come quelle di Mila Schon sono diventate un vero status symbol e si alternano con i modelli e i colori di Missoni, Ferragamo, Armani, Fendi e molti altri fino a d arrivare alle splendide cravatte artigianali di Villarosa e Mosconi.

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2 COMMENTS

  1. Un articolo davvero molto interessante , non conoscevo la storia della cravatta . Quando passo da te imparo sempre cose nuove . Un saluto, Daniela.

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