Elsa la ragazza di provincia

Elsa la ragazza di provincia
Elsa la ragazza di provincia

Era una mattina di fine Maggio, Elsa dormiva in giardino sdraiata sulla sua coccolante amaca. Erano da poco passate le 17:00, il sole era tiepido e l’aria profumava di gelsomino in fiore.
Elsa aveva sempre avuto un debole per tutto ciò che era bello: la natura con i suoi fiori, le farfalle, gli insetti, i colori del cielo; persino il suono e il fragore dei temporali le piaceva.

Il suo animo sensibile le faceva apprezzare le bellezze della vita, il mondo, tutto. Adorava gli animali e si commuoveva di fronte alla spontaneità di ogni cucciolo, inclusi quelli d’uomo. La sua natura era pacifica e mai e poi mai, avrebbe fatto male ad una sola mosca. Elsa era così, semplicemente Elsa, con un cuore grande e tanti sogni nel cassetto. Desiderava, come molte ragazze della sua età, farsi una bella famiglia con tanti marmocchi scorrazzanti e realizzarsi nel suo lavoro.

Vita di città

Lei, ragazza di provincia, aveva da poco conosciuto Marco, un ragazzo di città. lei, che nella sua vita aveva solo frequentato luoghi familiari, amicizie d’infanzia, parenti, sagre di paese e pochi locali di provincia, si sentì catapultata in un mondo che sapeva non appartenergli. Era andata in città poche volte insieme a Marco, ma come tutte le ragazze di provincia, era rimasta affascinata dai negozi, le vetrine colorate, i pub, i cinema, le numerose discoteche e sale da ballo: una città grande e storica come Roma, sembrava offrire davvero molto ad una ragazza di provincia.

Il ragazzo di Elsa

Marco era un ragazzo per bene, con un matrimonio fallito alle spalle, ed una figlia piccola che teneva con se nei fine settimana, ed ogni volta che gli era possibile. L’ex moglie non era una madre possessiva, faceva la modella ed amava svagarsi, viaggiare e divertirsi ed era ben felice di lasciare a Marco la piccola.

Marco aveva un lavoro artistico che gli piaceva molto. Era uno scenografo, e curava con passione e professionalità le scenografie di spettacoli teatrali ma anche di set cinematografici. Nel suo ambiente era molto apprezzato, ed il suo lavoro gli piaceva moltissimo.

Elsa, invece, aveva da poco terminato gli studi di storia dell’arte, e sognava di trovare un lavoro che la facesse sentire realizzata e libera. In città, forse, avrebbe avuto la sua occasione. La provincia, in tal senso, offriva davvero poco, ma una città come Roma, ricca di musei, storia, ed arte, avrebbe potuto spalancargli le porte del mondo del lavoro.

Almeno così le diceva Marco.

Fu così che, dopo alcuni mesi di frequentazione, quel pomeriggio di Maggio decise che doveva tentare. Lasciò la sua casa paterna, salutò gli amici d’infanzia, abbracciò sua madre sull’uscio di casa, trattenendo le lacrime a stento, e si diresse alla scoperta del mondo cittadino e della sua nuova vita da convivente.

Per i primi tempi avrebbe vissuto con Marco occupandosi della casa e cercando con calma il suo lavoro.

Una ragazza in città

Le prime settimane le servirono per ambientarsi un po’, comprendere dove si trovavano i negozi per gli acquisti quotidiani, come muoversi con i mezzi pubblici, fare amicizia e conoscere gli amici più intimi di Marco.

Conobbe anche Angelica, la figlia di Marco, una bambina di appena 5 anni. Aveva due grandi trecce castane che le scendevano sul dorso, due occhi grandi verdi e una faccina furba e sveglia. Tutto sembrava andare per il meglio. Dopo circa un mese dal suo arrivo, riuscì a fissare i primi colloqui di lavoro. Purtroppo non andarono come sperava.

In attesa di altro, si dedicava alle faccende domestiche e cercava nuove opportunità. Alle volte portava al parco giochi e a scuola la figlia di Marco, Angelica, che, da quando lei si era spostata in città, era sempre più spesso a casa con loro.

Ogni tanto si fermava a riflettere e ripensava ai pomeriggi trascorsi nella sua casa paterna, le ore a fissare un albero dondolare al vento, incantata ad ascoltare il canto degli uccelli o a fissare il volo di una farfalla. La città le stava un po’ stretta, lo sapeva bene, lo avvertiva in tutto il suo essere, ma amava Marco, e sperava di poter realizzare il suo sogno di trovare un lavoro e costruire con lui una famiglia.

Un po’ di solitudine

Talvolta quella casa gli sembrava davvero vuota, specie quando Marco era al lavoro. Aveva conosciuto davvero poche persone con cui trascorrere del tempo. Quando Angelica era con lei, le giornate trascorrevano più veloci, ma quando era sola, una volta svolte le faccende e le commissioni domestiche, occupava del tempo nella ricerca del lavoro e faceva alcuni colloqui. Le giornate trascorrevano lentamente.

Le sembrava di vivere come sospesa in una bolla di sapone pronta a rompersi da un momento all’altro. Sospesa tra amore e realizzazione, desideri e sogni

Continua

Elsa la ragazza di provincia trova lavoro

Elsa torna in provincia la visita a Ninfa

Continua Domenica prossima intanto vi lascio alcune domande…

  1. Secondo voi vale la pena trapiantarsi in un altra città per il vostro lui o la vostra lei?
  2. Chi deve seguire chi? Lei il suo compagno o lui la sua donna? Avete esperienze in merito?
  3. A ben 25 anni si può essere ancora delle spensierate sognatrici? E a 40?

“La ragione può avvertirci di quel che conviene evitare; solo il cuore ci dice quel che dobbiamo fare”

Joseph Joubert, filosofo

Ci vediamo Domenica prossima con il seguito del racconto.

Seguono gli altri episodi

  1. ELSA LA RAGAZZA DI PROVINCIA
  2. ELSA LA RAGAZZA DI PROVINCIA TROVA LAVORO
  3. ELSA TORNA IN PROVINCIA LA VISITA A NINFA
  4. ELSA TORNA A CASA UNA SETTIMANA DA ORGANIZZARE
  5. ELSA VITA DI COPPIA E RESPONSABILITA’
  6. PUNTI DI VISTA E RESPONSABILITA’: ELSA ALLA RICERCA DELLA SOLUZIONE
  7. CHI FA DA SE FA PER TRE: ELSA VERSO L’INDIPENDENZA
Previous articleGatti paurosi: ansia e paura nel gatto cosa fare
Next articleI disturbi della minzione e l’incontinenza urinaria

11 COMMENTS

  1. Io sono una romanticona , e per me si, varrebbe la pena trasferirsi per un progetto comune , per me non si tratta di chi deve seguire chi, ma di progettare tutto tenendo conto dei desideri di entrambi. A 40 anni si può essere ancora sognatrici, forse a 40 più che a 25

    • Noi donne siamo tendenzialmnete romantiche. Si si può essere sognatrici ad ogni età ma poi si devono fare i conti con la realtà che speso non coincide con i propri sogni…altre volte si, per fortuna!

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.