Elsa torna in provincia: la visita a Ninfa

Ninfa doganella lago
Ninfa doganella lago

Si chiusero l’uscio alle spalle e si diressero verso la trattoria sotto casa. Era felice! L’indomani avrebbe chiamato i suoi genitori per raccontargli la belle notizia…

“Ciao Mamma, sono Elsa” devo darti una bella notizia. Elsa non stava più nella pelle. Dopo aver festeggiato con Marco ed aver brindato al suo nuovo lavoro, sazia di cibo e di amor proprio, tornò a casa stanca ma felice. Erano accadute molte cose da quando Elsa, ragazza di provincia aveva deciso di andare a vivere con Marco, in città.

La mattina seguente, per prima cosa, dopo aver fatto colazione e portato Angelica alla scuola materna, decise di chiamare sua madre ed informarla della buona nuova: aveva trovato lavoro! Un bel lavoro. Quello che per lungo tempo aveva desiderato e sognato, ora, era diventato realtà.

Di li a un paio di settimane la sua vita sarebbe cambiata, anche lei avrebbe potuto, come tutti, alzarsi la mattina e dirigersi al suo posto di lavoro e per giunta, con un incarico di responsabilità in una delle più belle e note galleria d’arte della città capitolina. Era felice e sognante.

Elsa torna in provincia: una domenica diversa

La madre di Elsa accolse con gioia la novità, e approfittò per invitare, la domenica seguente, Elsa e Marco a pranzo, per farsi raccontare tutti i dettagli. Erano mesi che non si vedevano, ed Elsa aveva proprio voglia di riabbracciare i suoi genitori.

La domenica mattina, di buon ora, prepararono poche cose da infilare in valigia, tanto per soggiornarvi una sola notte, e partirono presto per evitare il caldo e il traffico di quei giorni di metà Giugno. In quel mese infatti, le strade si riempivano di vacanzieri del fine settimana, orde di persone che si dirigevano verso mete balneari e lacustri alla ricerca di un po’ di fresco e divertimento.

Sermoneta e Ninfa Doganella: il ritorno a casa!

Erano da poco passate le 10:00 quando Marco svoltò al bivio che conduceva al paese di Elsa, Sermoneta, un piccolo luogo di provincia in cui, oltre a poche case, svettava imperioso e perfettamente conservato, il bellissimo castello di Sermoneta. Si trovava in provincia di Latina, a pochi chilometri dalla bellissima Ninfa Doganella, monumento naturale, collocata nel comune di Cisterna.

Ninfa Doganella era un bellissimo parco botanico con edifici interni medioevali conservati e non, un luogo che l’ultima domenica del mese apriva le sue porte ai turisti in visita. Scoprire le bellezze di quel giardino era ogni volta fantastico. Tra corsi d’acqua, mura ed edifici storici e bellissime fioriture il giardino di Ninfa sembravo uscito da una favola.

Era stata in quel parco decine di volte ma ogni volta aveva voglia di tornarci. Ogni volta, inaspettatamente, ne subiva il suo grande fascino: “Marco facciamo una piccola deviazione voglio farti vedere un posto fantastico“. “Va bene“, rispose lui!.

Si diressero verso Ninfa. Ninfa sorgeva ai piedi di una catena collinare rocciosa sopra la quale svettava un paesino molto caratteristico: Norma.

Ninfa Doganella o Parco Naturale Fondazione Roffredo Caetani prese il suo nome “Ninfa Doganella” per via della chiusura antica di via Appia e via Severiana, chiusura che costrinse i commercianti a percorrere una strada alternativa: la Pedimontana, pagando la dogana. E’ proprio dal pagamento del dazio doganale che deriva il nome di Doganella.

Il parco era ricco di specie botaniche mediterranee e di importazione. Si rimaneva incantati nello scoprire alberi secolari e fioriture di ogni genere.

Ninfa era in realtà, una antica cittadina medioevale al cui interno si trovavano 7 chiese. La più importante di tutte, era Santa Maria Maggiore. Le costruzioni presenti a Ninfa costituivano un villaggio di cui oggi rimane ben poco. Il corso d’acqua sorgivo ed il lago, tutt’ora esistenti, permisero, un tempo l’insediamento di vari mulini ad acqua edifici che nel medioevo permettevano nelle curtis le coltivazioni.

Chissà quante persone hanno vissuto in questo luogo, chissà quanti amori, famiglie, ma anche disgrazie“, disse Elsa.

Perché disgrazie?” Chiese Marco.

Beh perché nel Medioevo non erano fortunati come noi, la vita era dura, le medicine non c’erano e le malattie erano tantissime”.

Si era vero; pensò Marco, in quell’epoca la natura era vivida, l’inquinamento ridotto, i ritmi di vita più naturali, ma la gente moriva di influenza, vaiolo, meningite, peste e tante altre cose.

Ma Elsa, godiamoci questo spettacolo, non pensare alle difficoltà del passato, sicuramente hanno avuto il privilegio di vivere in un posto fantastico: non trovi?“.

Elsa lo guardò con occhi profondi, gli sorrise, e lo prese per mano conducendolo verso il lago. Il tempo sembrava essersi fermato. Mentre si godevano le bellezze di Ninfa, passando da un angolo all’altro, da un edificio all’altro, e da un fiore all’altro, inebriati da profumi e suoni della natura, suonarono le 12:00.

Era ora di rimettersi in viaggio: sua madre li stava aspettando per pranzo.

A casa di Elsa

In dieci minuti furono a casa. Sua madre l’attendeva sulla porta. Erano sei mesi che Elsa non tornava a fargli visita. “Un po’ troppo“, l’apostrofò. Si aveva ragione! Ma tra la ricerca del lavoro, Angelica da accudire, e gli impegni di lavoro di Marco non avevano proprio avuto modo di tornare a far visita ai genitori. “Ma ora siete qua” disse sua madre abbracciandola e baciandola ripetutamente sulle guance.

Mi siete mancati” disse Elsa. “Anche tu cara“…

Manuela, aveva da poco passato la cinquantina ma era una bella donna dinamica e gentile. Li invitò a sedersi a tavola e a servirsi l’antipasto a cui seguirono, come buona tradizione di famiglia, un primo, due secondi e due contorni, il tutto accompagnato da un buon vino rosso locale.

Era una bella giornata di sole. Manuela aveva apparecchiato la tavola in giardino, all’ombra di una bella pergola di glicine che splendeva in tutta la sua fioritura profumata. Il padre di Elsa, Stefano, chiese delucidazioni sul nuovo lavoro. Sua figlia, con sguardo sereno e voce infervorata da un sano desiderio di mettersi in gioco, cominciò a raccontargli ogni minimo dettaglio sulla nuova avventura che l’aspettava.

La giornata passò in fretta e la sera, dopo aver ammirato il cielo stellato e le lucciole che brillavano nei campi come piccole sentinelle, sfiniti da una giornata intensa, ricca di emozioni, si ritirarono nella loro camera. L’indomani avrebbero fatto rientro a Roma e Elsa aveva molte cose da sistemare prima di iniziare la sua nuova vita lavorativa.

Anche quando si sta per toccare il cielo con un dito ci si accorge che ci si potrebbe bruciare con una stella

Il seguito alla prossima Domenica: ecco i prossimi due episodi…

  1. Elsa e il rientro a casa: tanti pensieri e una settimana da organizzare
  2. Elsa vita di coppia e responsabilità

Anche in questa puntata vi lascio un paio di domande:

  • Il lavoro vi assorbe troppo le giornate scorrono frenetiche ma trovate il tempo di far visita alle persone che amate?
  • Vi piace andare a far visita ai vostri genitori?

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