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martedì, Luglio 1, 2025
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Reborn come scegliere aghi e capelli per il rooting

Reborn come scegliere aghi e capelli per il rooting
Reborn come scegliere aghi e capelli per il rooting

Il rooting delle bambole reborn è responsabile per circa il 40 % del risultato finale dell’estetica della bambola e della sue sembianze più o meno realistiche ed umane. Dato che si tratta di un processo piuttosto difficile che richiede esperienza e tempi di apprendimento, se non si è ancora all’altezza del lavoro è bene fare delle prove ed esercitazioni su kit di scarso valore commerciale come i kit cloni economici. Detto questo vi abbiamo già parlato del rooting delle bambole ma in questo articolo vogliamo approfondire due argomenti come il numero degli aghi indicati in base al risultato che si vuole ottenere e il tipo di capelli, naturali e non, ottenuti da fibre animali. Vediamo nelle Reborn come scegliere aghi e capelli per il rooting.

Reborn come scegliere aghi e capelli per il rooting

A livello di tecnica esistono delle mappature che ripropongono la capigliatura dei neonati in vari modi, più folti, più radi o tipo peluria. Alcune reborner dipingono i capelli con la pittura o con delle matite specifiche (prisma color) ma il risultato, a mio avviso, non è mai come quello dei capelli veri impiantati attraverso l’uso di aghi che andremo a vedere. Nelle Reborn come scegliere aghi e capelli per il rooting è davvero importante per riuscire ad ottenere il risultato desiderato.

Come scegliere aghi per il rooting nel reborning

Gli aghi sono, insieme ai capelli, un elemento importantissimo per la realizzazione di un rooting realistico. Aghi grandi come il numero 38 lasciano dei fori visibili e in genere trattengono più capelli nello stesso foro.

Per ottenere un effetto realistico gli aghi più sottili del 43 e del 46 sono i più indicati, ma anche un ago del 42, se usato bene includendo 1 o 2 capelli per volta, potrà dare degli ottimi risultati. Ma gli aghi non sono fine a se stessi e, in base al tipo di capello che si decide di adottare e alla durezza del vinile, sono consigliati aghi più grandi o più sottili.

Aghi e barb (numero di barbe o scanalature)

Gli aghi sono dei comuni aghi da rooting che generalmente si utilizzano per lavorare il feltro, ed oltre alla misura più fine o più grande, hanno delle “barb” ossia delle scanalature sui lati che consentono di “acchiappare” con minore o maggiore facilità il capello (generalmente barb 1, 3 o 6). Ogni ago può avere sia forma tonda che triangolare distinta con il nome “fork” e “crown”.

Aghi da rooting e numero di spessore

Numero 38, sono gli aghi più grandi e facili da usare ma danno un risultato non del tutto naturale.

Aghi n 40, leggermente più sottili dei precedenti e vengono consigliati per chi ha poca esperienza nel rooting.

N 42 aghi sottili, decisamente uno dei più utilizzati dalle reborner l’ago n 42 è in grado di dare dei rooting dal risultato soddisfacente.

Aghi numero 43, si tratta di aghi perfetti per la realizzazione di un rooting naturale. Sono sottili e non facili da usare per questo si consiglia di acquistare un numero 43 ma di qualità che sia abbastanza resistente. E’ utilizzato per creare capigliature reborn naturali specie sui neonati con peluria o scarsa quantità di capelli. Sono quelli che preferisco utilizzare.

Aghi n 46: sono adottati per rooting delicatissimi su vinili morbidi o su silicone. Difficili da utilizzare, sono i più sottili e tendono a rompersi con facilità. Consentono di creare un rooting perfetto e quasi invisibile.

Una lampada riscaldante da inserire nella testa del kit potrà ammorbidire il vinile ed aiutarvi nella lavorazione.

Reborn come scegliere i capelli per il rooting

Gli aghi andrebbero scelti in relazione anche alla tipologia e qualità dei capelli adottati per il rooting della bambola. Troviamo i costosi capelli umani, di dimensioni più spesse, sono consigliati per bambole grandi chiamate toddler; e i capelli di mohair che derivano dal pelo della capra e infine l’alpaca.

Sicuramente quelli più utilizzati sono i capelli per reborn in mohair del quale si reperiscono in commercio due differenti tipi: kid e lo yarn. Infine troviamo l’Alpaca che viene considerata la fibra più pregiata in quanto risulta molto fine, lucida e pregiata.

Alpaca per rooting

Pregiata, delicata e sottile, l’alpaca è indicata per i neonati con peluria, o da usare in quelle zone della testa della bambola reborn che sono tendenzialmente meno folte come la zona frontale o le tempie. Adatta anche per teste piccole con pochi capelli in cui si consiglia di utilizzare aghi sottili (43 o 46 o entrambi).

Differenze tra mohair kid e yarn per le bambole reborn

La differenza di base tra questi due tipi di mohair, entrambi ottenuti da capre di angora, è rappresentata dall’età della capra da cui il pelo viene ricavato che ne determina morbidezza e spessore.

Infatti il MOHAIR KID è ricavato da capre molto giovani ed è sostanzialmente più fine, delicato e morbido, perfetto per bambole neonate o di qualche mese. Un ago fino del 46 e un mohair sottile kid saranno indicati per il reborning di bambole premature o comunque di neonati “newborn” con testolina piccola o medio piccola.

Il MOHAIR YARN è invece ottenuto da animali più adulti o anziani e risulta più spesso e meno morbido rispetto al precedente.

Quale fibra scegliere per il rooting?

Sicuramente una delle più usate è la lana mohair anche se l’alpaca è la più pregiata ma la sua delicatezza fa propendere all’uso dei capelli in mohair. In linea di massima se la fibra è molto sottile per riuscire ad inserirla con aghi sottili del 43 o 46 vi serviranno alcune barb sull’ago.

Una sola barb vi renderà il compito molto più difficile. Va detto che la durezza del vinile e la scelta del tipo di fibra determinano anche la scelta dell’ago ma sempre tenendo d’occhio il tipo di risultato finale che si vuole ottenere.

A lavoro finito incollare e pettinare

Qualunque sia il tipo di fibra scelto, alla fine delle operazioni di rooting dovrete fissare il lavoro con della colla che ne garantirà la permanenza sul capo della bambola. Comunque sia la capigliatura andrà trattata con delicatezza e pettinata con le spazzole per neonati o uno spazzolino morbido.

Una volta terminato il lavoro i capelli andranno fissati con colla vinilica e successivamente dopo circa 12 – 24 ore, tagliati e pettinati aiutandovi con acqua e spazzola o spazzolino.

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Abiti primavera estate 2025: modelli e colori

Abiti primavera estate 2025: modelli e colori
Abiti primavera estate 2025: modelli e colori

Abiti lunghi e abiti midi fanno parte delle proposte per la primavera estate e, oltre al gusto personale e alla propria fisicità, la moda ne declama alcuni modelli, tagli e colori. Da anni, sia gli abiti lunghi che quelli corti chiamati midi o mini, sono un must have per la stagione primaverile ed estiva. Freschi, comodi, venduti sia in versione casual che elegante, offrono un ventaglio di opzioni infinito. E’ importante però scegliere il modello giusto per la propria silhouette in modo da valorizzare il proprio aspetto. Vediamo cosa dicono le tendenze moda e come scegliere gli abiti primavera estate 2025.

Abiti primavera estate 2025: modelli e colori tra cui scegliere

se amate gli abiti lunghi la scelta è varia e ricca. Si potranno adottare dei vestiti in stile boho chic, così come modelli casual o super eleganti per le serate più rappresentative della vostra estate. Per chi ama i tagli mini degli abiti, la scelta ricade sui modelli in tinta unita ma anche verso alcune fantasie di tendenza.

Tra i colori più rappresentativi per la primavera estate 2025 si collocano alcune tinte pastello come il rosa, cipria, il celeste, il verde chiaro senza però disdegnare tinte audaci come il rosso, uno dei grandi protagonisti di quest’anno insieme al blu, all’azzurro e al verde menta.

Colori di tendenza femminili primavera estate 2025 i due must have
Colori di tendenza femminili primavera estate 2025 i due must have

Abiti primavera estate modelli e stili

Sono di tendenza per questa stagione calda in arrivo, abiti fluidi e leggeri. Dai maxi dress comodi e informali, perfetti per le serate estive così come per occasioni speciali in famiglia o con gli amici, fino ai classici abiti eleganti, magari in seta, per conferire al proprio outfit un tocco di eleganza e raffinatezza in più. Sempre un must gli abiti eleganti che regalano trasparenze evocative più o meno audaci.

Sono perfetti e sempre di tendenza gli abiti lunghi e corti in stile boho chic che esprimono spensieratezza e femminilità al tempo stesso.

Non mancano gli abiti dal taglio strutturato come i blazer dress tanto di tendenza perfetti per un look elegante, adatto per l’ufficio così come per le serate con gli amici. Infine, troviamo un must have che da decenni è sempre apprezzatissimo: l’abito a tubino un capo che riesce sempre a valorizzare una silhouette armonica e ben proporzionata.

Abiti primavera estate 2025 e dettagli di tendenza

Tra le linee ed i colori moda anche i dettagli fanno la differenza. Per questa stagione primavera estate 2025 si snodano tra le varie proposte delle case di moda gli spacchi laterali che conferiscono ai capi un tocco di sensuale femminilità.

Inoltre per un look originale, giovanile e moderno tornano di moda le asimmetrie in grado di valorizzare pregi e nascondere difetti in maniera quasi virtuosa. Tra i dettagli spuntano fuori anche fiocchi e farfalle, elementi in grado di caratterizzare magistralmente ogni capo.

Scegliere l’abito in base al fisico

Ad ogni fisico il suo abito e, ad ogni abito il suo fisico. Non tutte possono indossare tutto anche se alla fine è bello ciò che piace e non ciò che è bello.

Detto questo, in linea di massima possiamo affermare che se non si è molto alte è meglio puntare su abiti midi o vestiti di lunghezza media. Se si è sovrappeso meglio puntare sui tacchi alti che slanciano la figura e abiti larghi o destrutturati.

Infine chi è molto magra dovrebbe preferire tessuti ricchi di balze, volant e arricciature in grado di compensare l’eccessiva magrezza.

Per chi ha la fortuna di avere sia un silhouette ben proporzionate che altezza, la scelta dell’abito è dettata solo dal gusto personale e dall’evento in quanto in linea di massima, potrete permettervi un po’ di tutto.

Corpo a clessidra?

Potrai puntare su abiti che fasciano, tubini, maglina e simili senza problemi. Indossare la cintura metterà in risalto i fianchi proporzionati e la vita piccola.

Bacino largo?

Se si ha un fisico medio o minuto con spalle strette e fianchi eccessivamente larghi meglio puntare verso vestiti che non siano aderenti sui fianchi, ma piuttosto ampi e arricchiti magari nella parte superiore del corpetto da decorazioni, fiocchi, volant, scollature particolari.

Corporatura con fianchi non definiti e vita larga?

Viene considerato “fisico a mela” ma le variazioni sul tema sono infinite e talvolta dovute non proprio alla forma fisica ma a qualche chilo di troppo che si deposita sul punto vita.

Anche in questo caso destrutturare le linee può aiutare notevolmente. In alternativa puntare verso abiti con la vita alta “vestiti stile impero” o magari su blazer abbinati al vestito.

No alle cinture e sì ai drappeggi e ai tessuti sovrapposti in giochi di linee che possono camuffare una pancia troppo pronunciata o allargare i fianchi a vantaggio della vita.

Corpo spigoloso?

In questo caso le linee andranno armonizzate e lo si potrà fare con estrema facilità puntando su drappeggi, volant e simili. Arricchire la silhouette di volume e giocare con linee e colori prediligendo le tinte chiare e le fantasie che tendono a riempire visivamente.

Qui trovi alcuni suggerimenti di abbigliamento e su come valorizzare una persona magra grazie a linee e colori specifici.

Come abbinare gli accessori agli abiti primavera estate lunghi e midi

Ovviamente il tipo di abbinamenti da fare con abiti lunghi o midi sono infiniti e soggettivi, non si può stilare un decalogo in tal senso, ma si può armarsi di buon gusto e scegliere scarpe, borse ed accessori vari in base al proprio gusto personale, allo stile che ci piace e all’occasione.

Outfit elegante o casual?

Se puntiamo su outfit eleganti la soluzione migliore sia per gli abiti lunghi che per quelli midi è sempre rappresentata dalle scarpe con tacco. In caso di outfit casual saranno perfetti sia un bel paio di sandali che scarpe in tela.

Per chi punta all’eleganza oltre alle scarpe con tacco è consigliabile una pochette sofisticata, gioielli raffinati, ed un blazer leggero ma elegante anch’esso.

Casual nell’abito e nei dettagli

Se si opta per outfit informali e casual si può scegliere gli accessori che si preferiscono. Le ballerine sono comode, ma tendenzialmente adatte alle giovanissime; mentre stivali e stivaletti, specie in stile texano, sono di gran moda e perfetti per uno stile boho ma non adatti per la composizione di un outfit elegante mentre sono indicati per outfit informali e casual.

Anche la borsa potrà essere scelta in base alle proprie esigenze senza grossi rischi.

L’estate ci regala una grande varietà di stili di moda da interpretare sapientemente nella composizione di outfit con abiti primavera estate 2025 nei modelli e nei colori di tendenza che più ci piacciono sempre tenendo d’occhio l’occasione e l’evento specifico.

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Cosa significa sognare di cantare? Simbologia e numeri

Cosa significa sognare di cantare? Simbologia e numeri
Cosa significa sognare di cantare? Simbologia e numeri

Sognare di cantare può avere diverse interpretazioni, ma generalmente è un sogno che tende ad essere espressione di emozioni profonde legate alla gioia, all’allegria, od anche al dolore. Dipende anche dalla simbologia, dal tipo di canzone e dalle emozioni provate nel sogno mentre si canta. Scopriamo di più su cosa significa sognare di cantare in relazione alla simbologia ed il significato numerico legato a questo sogno.

Cosa significa sognare di cantare?

Il canto è un modo di interpretare ed esprimersi. Nel sogno si identifica il significato onirico nel bisogno di esprimere gioia, rabbia, tristezza, allegria, emozioni represse. Ma al tempo stesso, cantare rappresenta anche un valido modo per comunicare con gli altri esprimendosi. Infine il canto è un’espressione artistica che può identificarsi nella volontà di realizzarsi a livello personale.

Sognare di cantare bene

Qualora il sogno sia positivo e prevalga la sensazione di cantare bene in modo armonico e soddisfacente ciò indica che si è soddisfatti di se stessi. Abbiamo del potenziale e una buona capacità di riuscire ad esprimerci con successo.

Cantare male nei sogni

Contrariamente al contesto onirico positivo precedente, in questo caso il sogno riflette insicurezza, paura di fallire, difficoltà nel realizzarsi e paura del giudizio esterno.

Cantare canzoni allegre

In questo contesto onirico in cui sogniamo di cantare canzoni allegre si evince che stiamo vivendo un periodo positivo in cui regna dell’ottimismo rappresentato anche dalla gioia e dalla felicità presente.

Cantare canzoni tristi

Qualora nel sogno si cantino dei brani e delle canzoni tristi si deve puntare il dito verso situazioni non positive che sono presenti nella vita del sognatore. Tristezza, malinconia e dolore, possono rappresentare la necessità di elaborare questo periodo non facile.

Sognare di cantare soli

Non esprime necessariamente solitudine, ma piuttosto il desiderio di esprimersi e di farlo in maniera autonoma e libera. Un sogno, dunque, che rappresenta indipendenza ed individualità.

Cantare in gruppo

Questo tipo di contesto onirico in cui si canta in gruppo esprime un senso di appartenenza, e simboleggia armonia, condivisione e collaborazione produttiva con gli altri.

Sognare di tornare bambini e cantare

In questo caso specifico c’è un desiderio di ritornare alla spensieratezza connessa all’infanzia. A tal proposito, è consigliabile leggere l’articolo specifico: Sognare bambini che cantano, tenendo a mente che il bambino in questione è il sognatore.

Cantare e suonare nel sogno

In questo tipo di contesto onirico vi è un’arricchimento della simbologia dovuta alla presenza di uno strumento che potrà essere una chitarra, un pianoforte, o magari uno strumento a fiato o a percussione.

Sebbene il tipo di strumento possa avere un significato diverso, in linea di massima possiamo indicarvi che cantare e suonare insieme esprime un periodo di pace interiore, un armonizzazione di alcune parti del sognatore e l’equilibrio tra ragione ed emozioni.

Una combinazione onirica che tende ad enfatizzare, sia la creatività, che la voglia di esprimere se stessi e realizzarsi pienamente in forma autonoma.

Perché si sogna di cantare? E a chi capita?

E’ un sogno che può essere fatto di chiunque. Si tratta di un contesto onirico variegato molto comune che nasce spesso come riflesso dei propri pensieri e delle emozioni. Il sogno rappresenta quindi un modo per elaborare il proprio vissuto sia in positivo che in negativo.

Come accade spesso il significato del sogno può variare anche di molto in relazione al contesto onirico, alle emozioni provate, alla presenza o no di determinate persone e dalle esperienze individuali del sognatore.

Cosa significa sognare di cantare e numeri connessi

La numerologia ed i sogni camminano di pari passo. Ad un sogno corrisponde un significato onirico così come determinati numeri connessi sia al fatto che alle lettere che compongono gli elementi principali del sogno, che in questo caso specifico sono rappresentati nel cantare.

Secondo la Smorfia napoletana il numero da giocare se si sogna di cantare è il 6

Bambino che canta: 55

Secondo Pitagora invece la parola cantare è connessa alla seguente numerologia:

C-A-N-T-A-R-E = 3-1-5-2-1-9-5 = 8

Quanto è attendibile l’Esame della Calprotectina e cosa è in grado di rilevare?

Quanto è attendibile l'esame della calprotectina e cosa è in grado di rilevare?
Quanto è attendibile l'esame della calprotectina e cosa è in grado di rilevare?

La colprotectina fecale è un esame diagnostico in grado di misurare la concentrazione della calprotectina, una proteina presente nelle feci in varia misura, che tende ad aumentare quando vi è presente un’infiammazione. Prodotta dai globuli bianchi, il suo aumento rileva diverse condizioni infiammatorie che interessano il tratto intestinale, ma non solo. Quanto è attendibile l’esame della calprotectina e cosa è in grado di rilevare? Scopriamolo insieme!

Quanto è attendibile l’esame della calprotectina e cosa è in grado di rilevare?

L’attendibilità dell’esame della calprotectina è ritenuto abbastanza utile nel rilevare delle infiammazioni intestinali. Gli studi effettuati dimostrano che il test è accurato specie nel distinguere tra malattie infiammatorie come le MICI (Crohn e RCU) da altre condizioni come ad esempio il Colon Irritabile.

Cosa è in grado di rivelare l’esame della Calprotectina?

Un esame che è in grado di rilevare alcune patologie e monitorarle, anche se non è del tutto infallibile, e va affiancato ad altri esami specifici che vedremo più avanti.

Diagnosi e monitoraggio delle MICI con l’esame della calprotectina

Per MICI, intendiamo il Morbo di Crohn e la colite ulcerosa, due malattie infiammatorie multifattoriali con componente genetica e autoimmune, entrambe caratterizzate da un’infiammazione cronica dell’intestino con stenosi, ulcere, rischio di perforazioni, fistole, malassorbimento.

Questo esame può essere utile nella diagnostica così come per monitorare la risposta soggettiva in fase di trattamento con i vari farmaci in uso.

Calprotectina per distinguere tra MICI e IBS (colon irritabile)

L’esame della calprotectina si rivela utile anche per distinguere tra malattia di Crohn e colite ulcerosa rispetto alle IBS ossia la sindrome del colon irritabile che presentano sintomi talvolta molto simili anche se si tratta di patologie completamente diverse tra loro sia per trattamento che per severità. Generalmente, in caso di colon irritabile il livelli di calprotectina rimangono nella norma ossia < 50.

Altre cause di calprotectina alta?

Alcune infiammazioni intestinali, come la diverticolite, infezioni intestinali e tumori del colon retto, possono causare un aumento della calprotectina fecale.

Limiti dell’esame della calprotectina

Vi sono dei limiti rispetto alla veridicità di questo test? Sebbene si tratti di un esame utilissimo e non invasivo presenta dei limiti, in special modo quando la localizzazione del morbo di Crohn è a livello alto dell’apparato gastro enterico, come nel caso di stomaco e duodeno.

Inoltre il livello aumentato di calprotectina indica la presenza di uno stato infiammatorio ma non ne identifica la causa specifica.

Alcuni farmaci non steroidi come i FANS sono in grado di alterare l’esame, così come alcune infezioni potrebbero far salire il valore della caprotectina.

Per avere un quadro generale è necessario ricorrere anche ad altri esami, come la risonanza magnetica e la colonscopia. Infine la sua interpretazione va fatta da un medico specializzato.

Calprotetina e artrite quando vi è correlazione?

Alcune forme di artrite come l’artrite enteropatica o da IBD è associata a malattie infiammatorie dell’intestino (MICI). Quindi sia in caso di Crohn che di colite ulcerosa la calprotectina fecale può essere elevata e rilevare uno stato infiammatorio sia dell’intestino che delle articolazioni.

Artrite settica e artrite reumatoide

Gli studi dimostrano che la calprotectina presente nel liquido sinoviale delle articolazioni si è dimostrata utile anche nel rivelare alcune altre forme di artrite come l’artrite settica, dovuta ad infezione articolare, e l’artrite reumatoide (rilevata nel sangue). In ambo i casi i valori della calprotectina possono risultare aumentati.

I limiti di questo esame specifico

Come molti altri esami, anche questo della calprotectina ha dei limiti, e va dunque coadiuvato da altri esami ed accertamenti, sebbene si riveli utile nella diagnostica così come nel monitoraggio di varie patologie a carattere infiammatorio.

Calprotectina e Morbo di Crohn

A differenza della colite ulcerosa che tende a colpire il colon, il Morbo di Crohn è una malattia infiammatoria che può colpire qualsiasi distretto dell’apparato digerente dalla bocca all’ano.

Anche se ha predilezione per il tratto terminale dell’ intestino, ossia ileo terminale e colon, può essere rilevata, nelle forme più rare, anche nelle parti alte dell’apparato digerente andando ad interessare anche lo stomaco ed i distretti limitrofi.

La calprotectina è un marker sensibile alle malattie infiammatorie di questo tipo e può essere utile nella diagnostica nel distinguere una MICI rispetto ad altre forme infiammatorie (sindrome intestino irritabile) o infettive.

Un morbo di Crohn localizzato nella parte alta ossia esofago, stomaco duodeno può non venire rilevato dalla calprotectina fecale, in quanto queste sedi potrebbero non determinare un aumento significativo della proteina nelle feci. In questi casi specifici, si rende utile l’esecuzioni di altri esami come gastroscopia, biopsia e risonanza magnetica.

Efficienza energetica negli impianti industriali: Strategie e tecnologie per ridurre costi e impatto ambientale

Efficienza energetica negli impianti industriali: Strategie e tecnologie per ridurre costi e impatto ambientale
Efficienza energetica negli impianti industriali: Strategie e tecnologie per ridurre costi e impatto ambientale

Nel complesso scenario industriale, l’energia rappresenta non solo un fattore produttivo essenziale, ma anche una delle voci di costo più significative spesso più volatili. Le fluttuazioni dei prezzi energetici, unite a una crescente pressione normativa e a una maggiore sensibilità verso la sostenibilità ambientale, spingono le aziende a cercare soluzioni concrete per ottimizzare i propri consumi.

In questo contesto, l’efficienza energetica smette di essere un concetto astratto per diventare una leva strategica fondamentale, capace di generare un doppio dividendo: ridurre i costi operativi e diminuire l’impronta ecologica. Il focus si concentra inevitabilmente sugli impianti industriali, in particolare quelli dedicati ai processi termici e al condizionamento, che sono tra i maggiori responsabili dei consumi energetici complessivi.

Affrontare il tema dell’efficienza energetica in ambito industriale significa intraprendere un percorso virtuoso che porta benefici tangibili. Non si tratta solo di rispondere a normative sempre più stringenti o di migliorare l’immagine aziendale – aspetti comunque rilevanti – ma di incidere direttamente sulla competitività e sulla resilienza dell’impresa nel lungo periodo.

Un’azienda che consuma meno energia per produrre lo stesso output è un’azienda più efficiente, più profittevole e meglio posizionata per affrontare le sfide del mercato e le incertezze future.

Efficienza energetica e il doppio vantaggio: la riduzione dei costi ed emissioni

Il legame tra consumo energetico e costi operativi è diretto e intuitivo. Ogni kilowattora (kWh) di energia elettrica o metro cubo di gas risparmiato si traduce immediatamente in una riduzione delle bollette energetiche, liberando risorse finanziarie che possono essere reinvestite in innovazione, sviluppo o altre aree strategiche.

In settori energivori, dove l’energia può rappresentare una quota considerevole dei costi di produzione, anche piccoli miglioramenti percentuali nell’efficienza possono generare risparmi significativi.

Ma i vantaggi non si fermano al bilancio economico. Ridurre i consumi energetici, soprattutto quelli derivanti da fonti fossili, significa anche diminuire le emissioni di gas serra (come la CO2) e altri inquinanti atmosferici. Questo contribuisce attivamente alla lotta contro il cambiamento climatico e migliora la sostenibilità ambientale dell’attività industriale.

In un’epoca in cui consumatori, investitori e stakeholder sono sempre più attenti all’impatto ambientale delle imprese, dimostrare un impegno concreto verso l’efficienza energetica rafforza la reputazione aziendale e risponde ai principi della Responsabilità Sociale d’Impresa (CSR).

Capire dove si consuma: il ruolo della diagnosi energetica

Prima di poter intervenire efficacemente, è fondamentale sapere dove e come l’energia viene consumata all’interno dello stabilimento. Quali sono i macchinari più energivori? Quali processi assorbono più calore o richiedono più freddo?

Ci sono perdite significative negli impianti di distribuzione? Rispondere a queste domande è il compito della diagnosi energetica (o audit energetico).

Si tratta di un’analisi sistematica dei flussi energetici dell’azienda, condotta da tecnici specializzati, che permette di mappare i consumi, identificare le aree di spreco e individuare le opportunità di miglioramento con il miglior rapporto costo-beneficio.

Una diagnosi accurata, supportata da sistemi di monitoraggio energetico continui (sensori, contatori intelligenti), fornisce la base dati indispensabile per definire una strategia di efficientamento  mirata ed efficace, stabilendo le priorità di intervento e stimando i potenziali risparmi.

Interventi chiave: ottimizzare gli impianti energetici

Gli impianti che producono e distribuiscono calore (per riscaldamento ambienti, acqua calda sanitaria o processi produttivi) sono spesso aree ad alto potenziale di risparmio:

  • Isolamento termico: una delle cause più comuni di spreco è la dispersione di calore. Un adeguato isolamento termico degli edifici (cappotto, coperture, infissi performanti), delle tubazioni del vapore o dell’acqua calda, dei serbatoi e dei componenti caldi dei macchinari è un intervento relativamente semplice ma con un impatto enorme sulla riduzione dei consumi;
  • Generatori di calore efficienti: sostituire vecchie caldaie a bassa efficienza con moderne caldaie a condensazione o altri generatori ad alto rendimento permette di ridurre significativamente il consumo di combustibile a parità di calore prodotto;

Recupero del calore di scarto: molti processi industriali generano calore di scarto che viene semplicemente disperso nell’ambiente (es. fumi di scarico, acqua di raffreddamento, aria esausta, calore dai compressori d’aria). Installare sistemi di recupero termico (come scambiatori di calore) permette di catturare questo calore e riutilizzarlo per preriscaldare acqua, aria o fluidi di processo, riducendo il carico sui generatori principali. Il potenziale di risparmio è spesso notevole.

Interventi chiave: razionalizzare il freddo e il condizionamento

Anche gli impianti di refrigerazione e condizionamento industriale offrono ampi margini di miglioramento:

  • Gruppi frigoriferi ad alta efficienza: la scelta di chiller (refrigeratori) con elevati coefficienti di prestazione (COP per il riscaldamento, EER per il raffreddamento) è fondamentale. La sostituzione di unità obsolete può portare a risparmi energetici importanti;
  • Ottimizzazione dei cicli: una manutenzione regolare (pulizia scambiatori, controllo carica refrigerante), l’ottimizzazione delle temperature di evaporazione e condensazione e l’adozione di tecnologie come i compressori a velocità variabile contribuiscono a massimizzare l’efficienza del ciclo frigorifero;
  • Free cooling: sfruttare le basse temperature esterne durante i periodi freddi per raffreddare direttamente i fluidi di processo o l’aria, bypassando i gruppi frigoriferi, è una strategia a costo quasi zero che può generare grandi risparmi;

Azionamenti a velocità variabile (inverter): applicare inverter a pompe e ventilatori (es. torri evaporative, unità di trattamento aria) permette di regolarne la velocità in base al carico termico effettivo, evitando inutili sprechi di energia quando la richiesta è ridotta.

L’importanza di un approccio integrato e di partner competenti

Massimizzare i benefici dell’efficienza energetica richiede un approccio che consideri le interazioni tra i diversi impianti (termici, frigoriferi, elettrici, aria compressa) e i processi produttivi. Spesso, un intervento su un sistema può avere ripercussioni positive (o negative) su un altro.

Per questo è fondamentale affidarsi a partner che abbiano competenze trasversali e una visione d’insieme. La realizzazione di un piano di efficientamento efficace passa attraverso diverse fasi critiche: dalla diagnosi energetica accurata, alla progettazione di soluzioni tecnologiche adeguate, fino alla loro corretta installazione e, non meno importante, a una manutenzione che ne preservi le performance nel tempo.

L’efficienza come investimento strategico

L’efficienza energetica negli impianti industriali non è più un’opzione, ma una necessità strategica. Le tecnologie e le competenze per ridurre significativamente i consumi esistono e sono mature.

Abbracciare un percorso di efficientamento significa non solo tagliare i costi operativi e contribuire alla sostenibilità ambientale, ma anche migliorare la propria competitività e costruire un futuro più resiliente per la propria azienda. È un investimento nel presente che garantisce benefici duraturi per il futuro.

Aziende strutturate come Sistemi Service sono in grado di offrire un supporto completo, fornendo consulenza e implementando soluzioni personalizzate che coprono le diverse aree tecnologiche rilevanti per l’efficientamento energetico degli impianti industriali, dalla climatizzazione ai processi termici.

Fibra di carbonio per auto e moto: rifinire e costruire

Auto da tuning
Auto da tuning

Non tutti sanno che esistono attualmente in commercio degli utili fogli in fibra di carbonio di diverse dimensioni, utili a rivestire parti dell’auto o della moto. La fibra di carbonio è una struttura filiforme, molto sottile, realizzata in carbonio con la quale si costruisce una grande varietà di materiali detti compositi in quanto le fibre sono “composte” ovvero unite assieme ad una matrice, in genere di resina. Lo spessore e la plasmabilità dei fogli differisce da tipo a tipo con essi è possibile tramite specifiche fasi rivestire parafanghi, forcelle o quant’altro e realizzare intere auto (vedi foto).

Fibra di carbonio per auto e moto: rifinire e costruire

La prima fibra di carbonio ad alte prestazioni fu creata da Roger Bacon, scienziato e noto fisico presso il Parma Technical Center, Ohio, nel lontano 1958. Il materiale creato dal Dottor  Bacon consisteva principalmente in sottili filamenti di grafite disposti in fogli o in rotoli.

 

Auto costruita con fogli in fibra di carbonio (autore Rhots)
Auto costruita con fogli in fibra di carbonio (autore Rhots)

 

Tipi di fibra di carbonio

Vi sono diversi tipi di fibra di carbonio. Alcuni tipi di fibra di carbonio rimangono più netti al taglio da effettuare con cutters o forbici, mentre altre tipologie, tendono a sfrangiarsi un po’ in questo caso sarà utile rifilare la parte con un po’ di cartavetrata (150 -200).

Va precisato che negli ultimi anni l’utilizzo dei fogli di fibra di carbonio si è andata estendendo anche ad altri settori e non solo in ambito automobilistico come le auto da tuning o simili. Ad esempio, viene utilizzata in ambito tecnologico per la produzione di dispositivi leggeri ma al tempo stesso resistenti. Smartphone e laptop vengono rivestiti da questo materiale offrendo robustezza ed estetica.

In campo sportivo, invece, si trovano diverse attrezzature costruite in carbonio come ad esempio le racchette da tennis, le biciclette, gli sci; tutti oggetti che si presentano leggeri e resistenti al tempo stesso. Anche il settore aerospaziale beneficia di questo materiale che viene utilizzato per la creazione di satelliti e velivoli, permettendo di ridurre il peso e aumentarne l’efficienza ed il risparmio di carburante.

Come utilizzare la fibra di carbonio

I fogli di carbonio vengono fatti aderire con della apposita resina “vinilestere” su superficie precedentemente pulita e di colore scuro (nero), in caso contrario provvedere alla verniciatura con pistola o bomboletta.

Dopo aver steso la resina vinil-estere, attendere circa 15 minuti e provvedere alla stesura del foglio in fibra di carbonio dopo circa 30 minuti, ad asciugatura avvenuta procedere alla stesura di 2 o 3 mani di resina.

Rifilare i bordi del foglio applicato e ritagliare eventuali parti in eccesso. carteggiare la parte con carta abrasiva sottile (600) e acqua levigando con cura la parte. A questo punto non vi resta che verniciare con la pistola a spruzzo la parte realizzata.

I fogli i fibra di carbonio sono reperibili in vari formati nei negozi di autoricambi fisici o online in grado di fornire le varie tipologie di fogli di fibra di carbonio di cui si necessita.

Applicare la fibra di carbonio richiede una certa manualità, ed è una delle tecniche più apprezzate nella laminazione, metodologia che migliora sia l’aderenza della fibra che la sua rigidità. Per laminare la fibra si utilizza un rullo che consente di stendere la resina in modo uniforme evitando la formazione di bolle d’aria. Un altro metodo è quello che si avvale del sottovuoto garantendo una penetrazione ottimale della resina tra superficie e pannello.

Durante l’installazione, si dovranno considerare anche il grado di umidità e la temperatura, entrambi fattori che influenzano il tempo di asciugatura della resina. Una preparazione attenta delle superfici e l’osservanza delle istruzioni del produttore faciliteranno una buona riuscita.

Dubbi sulla sostenibilità della fibra di carbonio

In un epoca in cui l’attenzione alla sostenibilità rivolta verso la salvaguarda dell’ambiente è in forte crescita, l’utilizzo di questo materiale lascia dubbi. Sebbene questo materiale offra vantaggi di leggerezza e resistenza il suo processo di produzione è inquinante.

Sicuramente ci sono sforzi da parte delle aziende produttrici che si prodigano nella ricerca di materiali da riciclare e nello sviluppare tecnologie in grado di ridurre le emissioni di carbonio inquinanti. Questo profila un futuro di ecocompatibilità che potrà migliorare sensibilmente l’impatto ambientale di questo materiale durante tutta la sua filiera produttiva e di utilizzo.

 

Camedrio “Teucrium chamaedrys” piante curative

Camedrio "Teucrium chamaedrys" piante curative
Camedrio "Teucrium chamaedrys" piante curative

Il Camedrio nome latino “Teucrium chamaedrys” appartiene alla famiglia delle Labiatae, possiede proprietà curative e terapeutiche ottime per tutte le malattie dello stomaco e dell’apparato digerente in genere. Scopriamo di più su questa pianta, il Camedrio “Teucrium chamaedrys” una delle piante curative facili da reperire nella nostra penisola.

Camedrio “Teucrium chamaedrys” piante curative

La piantina presenta un rizoma molto gracile con numerose radichette. Il fusto del Camedrio è leggermente legnoso per poi divenire erbaceo  alto fino a circa 30 cm.

Le foglie sono disposte in modo opposto sul fusto e presentano un picciolo corto, sono di forma ovale con margine crenato lievemente dentato, la loro consistenza è coriacea ed il loro colore di un bel verde scuro. Le foglie superiori sono sessili ed intere.

I fiori di Camedrio sono piccoli di color rosa antico nascono all’ascella delle foglie e presentano un calice tuboloso pentadentato, una corolla tubolare bilabiata dal colore rosato, con labbro inferiore trilobato.

Il frutto di questa pianta è formato da 4 acheni di forma ovoide.

Camedrio dove trovarlo e raccolta

Per cogliere la pianta, basta recarsi in luoghi campestri, lungo i margini delle strade in montagna e collina tra le rocce, la si trova un po’ ovunque, predilige collocazioni soleggiate, e va raccolta nel periodo estivo. Molto comune e facile da reperire.

Il Camedrio è molto indicato per ornare le zone esposte a sole, in particolare nei giardini rocciosi nei quali può essere utilizzato in scarpate, pendii sassosi o bordure di vario genere. La moltiplicazione di questa pianta è abbastanza facilitata in quanto può avvenire sia per seme che per divisione dei cespi, il periodo adatto è la primavera.

Camedrio proprietà ed utilizzo

Il Camedrio viene utilizzato in tutte le sue parti, dalle foglie ai fiori alle radici stesse. La pianta contiene vari composti chimici curativi: Teucrioresina, colina, scutellaria, tannino ed infine essenza.

Sicuramente, il crescente interesse rivolto verso la fitoterapia e le piante che ne fanno parte ha portato ad una rivalutazione del Camedrio come rimedio naturale per l’intestino e l’apparato digerente.

Infatti, alcuni studi recenti hanno evidenziato come questa pianta sia in grado di ridurre il gonfiore intestinale e migliorare la motilità intestinale. L’azione carminativa del Camedrio aiuta a ridurre i disturbi gastro-intestinali. Inoltre ha effetti antiossidanti grazie alla presenza di flavonoidi in grado di contrastare l’invecchiamento cellulare; inoltre, stimolano il sistema immunitario.

La preparazione di decotti con foglie fresche della pianta di camedrio può costituire un valido aiuto per stomaco ed intestino. Si consiglia di unire all’infuso del miele per migliorarne il gusto e la biodisponibilità dei principi attivi del Camedrio.

Proprietà

Le proprietà terapeutiche sono di vario genere indirizzate all’apparato digerente: digestive, aromatiche, carminative, stomatiche.

Modalità d’uso Camedrio

Può essere utilizzata in vari modi sotto forma di infuso, tintura, estratto fluidi, polvere. Questa pianta è anche utilizzata nella preparazione di liquori stomachici dal gusto a fondo amaro (vermouth ma può dare problemi epatici).

La piantina fornisce un’essenza con un resa bassa dello 0,06 % circa di color giallo e con odore caratteristico. Contiene canfene, pinene, borneolo, acetato di bornile, cariofilene,  ed infine aldeide insovalerianica.

Viene utilizzata all’esterno, sotto forma di infuso, molto  utile come astringente nelle forme di piorrea e nelle gengiviti.

anticamente veniva usata come vulneraria (proprietà depurative e diuretiche), per via del suo contenuto tannico.

Camedrio in cucina

Come visto si tratta di un ottimo rimedio naturale ma va detto che presenta un ampio ventaglio di utilizzi anche nelle nostre cucine. Infatti, le foglie di camedrio possono essere consumate in insalate, zuppe e piatti a base di carne conferendo un profumo distintivo alle pietanze. 

Nella medicina naturale popolare si racconta che il camedrio consumato sotto forma di infuso possa favorire la digestione, stimolare la circolazione sanguigna diventando un valido alleato dopo i pasti. 

La pianta di Camedrio viene utilizzata anche nella preparazione di liquori artigianali grazie alle sue proprietà aromatiche e digestive. Infine ricordiamo che il Camedrio infuso nel vino bianco da vita ad una bevanda rinfrescante e tonica molto gradita nel periodo estivo. Come visto si tratta di una pianta fitoterapica davvero molto versatile. 

Curiosità sul Camedrio

Si dice che il nome del genere della pianta derivi da Teucro,  re di Troia, figlio di Scamandro (divinità fluviale) e della Ninfa Idea, che per primo sperimentò le proprietà medicinali di alcuni vegetali tra cui la nostra pianta.

L’interesse verso il Camedrio deriva anche dalle sue antiche tradizioni e dai tanti utilizzi che nel corso dei secoli gli sono stati attribuiti. Ad esempio, in alcune località italiane il Camedrio è considerato portatore di buona sorte questo perché le leggende raccontano che durante i riti di raccolta gli agricoltori onoravano la pianta ed i suoi doni.

Questo riconoscimento non è puramente folkloristico, ma rispecchia il profondo legame che da sempre l’uomo ha con la natura. Il Camedrio, simbolo di resilienza e prosperità, viene da tempo studiato dai botanici e microbiologi ai fini di comprendere le sue interazioni con l’ecosistema. Infatti sembra possieda un potenziale come bio-pesticida naturale  come lo è anche la quassia amara. Utile il suo uso quindi sia nei giardini che nei campi coltivati. 

Il genere Teucrim si compone di circa un centinaio di specie differenti, di cui una buona parte sono presenti sul territorio italiano.

 

Fiori secchi: come realizzare dei simpatici quadretti o palline natalizie

Quadretti con fiori secchi fai da te
Quadretti con fiori secchi fai da te

 

I fiori, sia freschi che secchi, sono uno splendido dono della natura, nelle numerose varianti di forme, dimensioni e colori, si prestano ad una gran varietà di utilizzi.

Cerchiamo di mantenerli freschi più a lungo possibile, cambiando spesso l’acqua, e accorciando di qualche centimetro il gambo ogni giorno, possiamo aggiungere una pastiglia di aspirina per allungarne le durata, ma comunque se vogliamo mantenerli anche successivamente, li possiamo essiccare.

Lavoretti fai da te con fiori secchi
Lavoretti fai da te con fiori secchi

 

Sono diversi i metodi di essicazione dei fiori, dal forno, alla silice, fino al più semplice che consiste nel pressarli nei libri o appenderli all’aria. Una volta ottenuti i fiori secchi si potranno utilizzare per un infinità di lavoretti fai da te e, tra essi, dei simpatici quadretti con fiori secchi. Vediamo come fare!

Fiori secchi: come realizzare dei simpatici quadretti

le tecniche di essiccazione dei fiori sono svariate, con silice, oppure in forno, ma il metodo più economico e semplice, che può essere utilizzato proprio da tutti consiste nell’appendere i mazzolini di fiori a testa in giù in luogo asciutto, va bene anche un balcone  riparato, il sole e l’aria faranno il loro compito, per fiori e foglie singole possiamo adottare un metodo scolastico utilizzando un libro pesante metteremo i fiori a seccare tra le pagine, un metodo più “sofisticato” consiste nell’utilizzare una pressa e dei fogli di carta assorbente, la pressa può essere semplicemente costituita da due tavolette di legno che chiuderemo ai quattro lati con dei piccoli morsetti, avendo cura di sistemare  i fiori tra due fogli di carta.

Rafforzare il colore dei fiori essiccati

Quando i fiori si sono seccati, possiamo rinforzarne il colore adoperando del colore a tempera diluito e sfumarlo qua e la. Una volta che i nostri fiori sono pronti per essere utilizzati, verranno assemblati in quadretti acquistabili nei brico, nei supermercati o da Ikea a prezzi contenuti, possiamo optare per quadretti a giorno, o con cornice.

Come realizzare un quadretto con fiori secchi

Per far aderire i fiori useremo un po’ di colla vinilica, e applicheremo la nostra composizione al foglio di carta presente nel quadro, in alternativa possiamo adoperare del cartoncino colorato, del colore prescelto o dei fogli di sughero.

Provate a comporre in più modi il vostro quadro e solo quando sarete soddisfatti del risultato incollerete prima le foglie e poi i fiori. A lavoro ultimato spruzzare una lieve strato di lacca (o fissativo), lasciate qualche ora all’aria, e poi chiudere con il vetro il  quadro. il risultato è gradevole, e possiamo utilizzarli per farne dei simpatici regali personalizzati.

Palline natalizie con fiori secchi

Non solo dei quadretti, possiamo anche inglobare i fori secchi nella resina bicomponente e realizzare gioielli, e decorazioni di ogni genere. Ma se siamo sotto Natale, l’idea giusta è quella di creare delle palline natalizie con fiori secchi ed adornarci l’albero. Sarà bellissimo ed originale!

Nel periodo natalizio possiamo realizzare con sfere di plastica trasparente delle belle palline ornate di fiori secchi all’interno che possono essere incollati alle pareti o lasciati liberi, l’effetto sarà molto bello in entrambi i casi. La cosa importante è scegliere dimensioni e colori giusti da abbinare tra di loro per comporre l’interno delle palline.

 

Quadretto con fiori secchi
Quadretto con fiori secchi

 

Quadretto con fiori secchi
Quadretto con fiori secchi

 

Quadretto con fiori secchi
Quadretto con fiori secchi

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Questi quadretti  con i fiori secchi, sono stati realizzati insieme ai miei figli quando erano più piccoli, quindi il lavoro risulta facile, alla portata di tutti, ed  è di sicuro successo. Il Fondo è stato colorato con i colori a tempera spugnati.

Oltre ad essere un passatempo divertente e creativo, come lo è dipingere o realizzare candele o simili, aiuta a sviluppare la fantasia e la creatività dei bimbi e diventa anche un ottimo modo per svagarsi e condividere con altre persone, o con i propri figli, un’attività fai da te piacevole.

Se avete ancor più dimestichezza con il fai da te potete decidere, ad esempio, di realizzare un vassoio con fiori secchi al di sotto del vetro o magari decorare un tavolino da salotto nel medesimo modo, sempre avvalendovi del vetro.

La scelta dei fiori secchi è soggettiva. Potrete usare dei fiori comprati nei negozi scegliendo tra bellissime orchidee o fiori più semplici come le violette o la viola cornuta, i girasoli, le rose,  o optare per fiori di campo, felci e simili. In ogni caso è importante che i fiori siano completamente secchi per far si che non muffiscano successivamente.