Tante cose da raccontare: Elsa, piccole conquiste e indipendenza

Tante cose da raccontare: Elsa, piccole conquiste e indipendenza
Tante cose da raccontare: Elsa, piccole conquiste e indipendenza

La giornata volò in fretta e, in men che non si dica, per Elsa, era giunta già l’ora di tornare a casa. Era lunedì, l’orario in galleria terminava alle 13:30, per lei. Poteva andare a prendere Angelica che sarebbe uscita di li a pochi minuti dal campo estivo.

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Trovò Stefano e Margherita ad attenderla. Stefano aveva preparato dei bicchieri e una bottiglia di spumante, alcuni pasticcini e dei fiori. Margherita lo aveva aiutato nella preparazione…Elsa si sentì come una bambina viziata. Sorrise ai due che la fissavano. Era felice ma allo stesso tempo un po’ in imbarazzo: non se l’aspettava un’accoglienza così calorosa. Fissò lo striscione con su scritto “Benvenuta Elsa” e le scesero le lacrime…

Primo giorno di lavoro per Elsa: l’inizio di una nuova avventura

Quella sensazione piacevole di euforia non voleva lasciarla andare, era tanto che non si sentiva così bene. Ne era contenta, ma allo stesso tempo era sorpresa dal fatto che poche ore in galleria, potessero averla resa così felice.

“Sicuramente mi ci abituerò, è solo l’effetto della novità”. Pensò

Si probabilmente era la novità, un posto nuovo pieno di bellissime opere, gruppi di persone in visita, e poi la calda accoglienza ricevuta: Stefano e Margherita l’avevano davvero sorpresa con il loro benvenuto inaspettato.

Tutto, di quella giornata, le sembrò fantastico. Come primo giorno di lavoro non poteva davvero lamentarsi di come era andato. Girò la chiave nella serratura del cancello in ferro battuto che chiudeva l’accesso in galleria, e voltò le spalle avviandosi.

Alle 14:00 Stefano e Margherita, già in pausa pranzo da una mezz’ora, avrebbero fatto ritorno per proseguire la giornata lavorativa della galleria, mentre lei poteva tornare a casa ed occuparsi della bambina. Come primo giorno era perfetto in tutti i sensi. Angelica si sarebbe abituata a questo nuovo menage familiare senza risentirne troppo.

Il ritorno alla quotidianità

Arrivò al campo estivo per prendere la bambina in orario. L’orario era elastico e prevedeva l’uscita dato dalle 14:00 alle 16. Per la prima volta, Angelica aveva pranzato al campo estivo. Fino a quel giorno, l’aveva sempre presa alle 12:00. Chissà se le era piaciuto pranzare con suoi compagni?

Era un po’ in ansia.

Ciao Angelica, com’è andata? Chiese sorridendo.

“Bene”! Sfoggiò uno dei suoi sorrisi dolcissimi in cui le comparivano due fossette ai lati della bocca. Le “fossette simpatiche del sorriso”, le chiamava Elsa.

Angelica raccontò la sua giornata in un solo respiro e poche parole. Era contenta di aver pranzato con le sue amichette anche se il cibo che le avevano dato non le era piaciuto poi molto: “cucini meglio tu“, disse con una smorfia.

“Che ne dici di andarci a prendere un bel gelato?” La bambina annuì felice.

Andarono da Malcoln, una gelateria vicino casa. Si presero due coni gelato enormi con tanta panna e granella di nocciole sormontata da uno svettante biscotto triangolare per metà rivestito da cioccolato fondente: una vera delizia che si lasciava mangiare con gli occhi.

Si sedettero su di una panchina ai giardinetti li vicino, e si gustarono il loro bel gelato: un premio per entrambe: la piccola aveva intrapreso un percorso di indipendenza infantile, e lei, invece, un percorso di indipendenza femminile da adulta.

Elsa pensò che, tutto sommato, era stata una giornata ricca di nuove emozioni per entrambe, e che quel bel cono gelato se lo meritavano proprio, oltre al fatto che lei non aveva pranzato, e aveva una certa fame. Quel bel cono gelato goloso, sostituiva il suo pranzo. Non aveva certo voglia di tornare a casa per mettersi a cucinare solo per lei, (dato che la bimba aveva mangiato).

L’aria era tiepida e un leggero venticello le accarezzava il viso. Era caldo. Si poteva stare all’aperto solo se all’ombra di un bel platano come quello che svettava a pochi metri dalla panchina su cui, lei ed Angelica, erano sedute.

Un senso di pace la investì. Assaporò il suo gelato, il profumo estivo nell’aria, e s’incantò a fissare una coppia di passeri alla ricerca di briciole. La fontana al centro del giardinetto scrosciava fragorosamente acqua fresca e alcuni volatili ne approfittarono per bere e farsi il bagno.

Il suo stato di relax fisico e mentale fu turbato da un pensiero: si ricordò di avere la spesa in macchina.

“Andiamo Angelica ho la spesa da portare a casa prima che si rovini per il caldo”. Disse.

Le due “donne”, la prima di un metro e settanta e l’altra di meno di un metro, si diressero verso l’automobile per prendere le loro cose, spesa, borse e zainetti, ed andare a godersi le loro conquiste giornaliere, silenziosamente, dietro l’uscio di casa.

“La vita è anche questo: fatta di piccole e grandi conquiste quotidiane”

Anche oggi vi lascio una domanda:

Quando vi sentite soddisfatte del vostro lavoro, o di qualunque altro vostro successo, che reazioni avete? Vi mettete a stravolgere casa, vi va di festeggiare? O magari vi lasciate andare al pieno relax?

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6 COMMENTS

  1. Mh dipende dall’evento solitamente festeggio con qualcosina che non sempre è possibile, anche questo capitolo è super emozionante.

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