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Come difendersi dalle infezioni: 10 norme igieniche

Come difendersi dalle infezioni: 10 norme igieniche
Come difendersi dalle infezioni: 10 norme igieniche

Si parla spesso di malattie, infezioni, influenza e molte patologie facilmente trasmissibili attraverso virus e batteri. Non solo Coronavirus ma anche influenza stagionale, bronchiti e polmoniti virali o batteriche, raffreddori, infezioni da Candida, HIV, Tubercolosi ed Epatite. Ma come difendersi da queste infezioni in modo efficace?

Iniziamo con il dire che, alcune infezioni, si trasmettono anche attraverso il sangue. E’ il caso ad esempio per trasmissioni di questa tipologia dell’epatite C e B, dell’HIV e di molte altre malattie veneree come l’Herpes genitale che si trasmette anche attraverso i rapporti sessuali. Ma escludendo questo tipo di infezioni, le normali malattie che derivano da contatto batterico e virale di tipo influenzale, si trasmettono con muco, starnuti, tosse etc. e possono essere combattute, a livello domestico, con opportune norme igieniche: vediamo quali sono!

Come stare in buona salute

Il primo consiglio è quello di rafforzare le difese immunitarie mangiando in maniera appropriata consumando una buona quantità di frutta e verdure, nonché un giusto apporto proteico e calorico. Detto questo, sappiate che lo sport, oltre a far bene all’umore e al corpo, tende a accrescere le difese immunitarie, specie se praticato in maniera corrette.

Da aggiungere che, una buona esposizione al sole è utili in quanto il sole irrobustisce le ossa rafforza il sistema immunitario ed è un ottimo antibatterico naturale. Detto ciò, non credo molto nell’igiene degli ambienti esterni alla propria abitazione in quanto, mezzi pubblici e locali affollati costituiscono senz’altro fonti di virus, batteri e rischi più alti di contagio, tra essi ricordo anche gli ospedali stessi che se si è immunodepressi andrebbero evitati, specie le visite nei reparti.

Regole e norme igieniche da seguire in casa

Le norme igieniche da seguire in casa, per evitare di passarsi l’influenza o il raffreddore, ma anche altre malattie sono semplici, ed in genere, chi è mamma di più di 1 figlio, le mette in atto proprio per evitare di causare epidemie in casa. Vediamo le 10 norme igieniche da osservare quando si ha un malto in casa.

  • Predisporre asciugamani da bagno diversi per i malati, disinfettare il lavabo dopo l’uso da parte del malato con Candeggina, Amuchina o simili. Disinfettare termometro e mani prima e dopo l’uso.
  • Separare lo spazzolino ed il dentifricio del malato da quello delle persone sane.
  • Usare stoviglie separate e, preferibilmente, bicchieri e tovaglioli usa e getta.
  • Se si ha il raffreddore e si usano gocce nasali destinarne 1 flacone per malato.
  • Anche le compresse ed altri farmaci da deglutire che vengono portati alla bocca, andrebbero separati o somministrati previa fornitura da parte di altre persone.
  • Lavarsi le mani ogni volta che ci si soffia il naso e comunque lavarle spesso e bene. Usare anche disinfettati in gel se manca l’acqua.
  • Non toccare viso, naso e bocca e in caso lavarsi le mani.
  • Cambiare spesso le lenzuola il pigiama e la biancheria del malato in lavatrice ad alta temperatura usando un disinfettate specifico di quelli adottati per i neonati.
  • Consumare i pasti nella propria stanza e non insieme alle persone sane.
  • Areare frequentemente gli ambienti domestici ed anche la stanza del soggetto malato.

Le influenze del 2020

Al di la del Coronavirus, di cui si parla molto questo inverno, si sono verificate influenze molto brutte e moltissimi casi di polmonite anomali anche per il periodo che è stato tra dicembre e gennaio, e non come al solito tra Gennaio e Febbraio. Quindi è buona norma osservare sempre norme igieniche in casa e ridurre i contagi di qualsiasi virus influenzale e non specie se vi sono bambini, donne in gravidanza, anziani e persone immunodepresse.

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Come scegliere il piatto doccia: ceramica o resina? Misure e prezzi

piatto doccia
Piatto doccia

I bagni moderni e non, necessitano di grande ottimizzazione, in quanto il comfort in quest ambienti di igiene e relax, è sempre più richiesto. La soluzione per i bagni grandi e medi è spesso quella di adottare un box da bagno con vasca e doccia incorporata ma, per bagni di dimensioni minori, o per piccoli bagni di servizio, la scelta si orienta verso i piatti doccia. Il piatto doccia viene attualmente commercializzato in un’infinità di misure e materiali, tra essi, ceramica pietra e resina. Vediamo insieme come scegliere il piatto doccia nel migliore dei modi.

Dimensioni piatto doccia

L’arredamento del bagno ha assunto negli ultimi anni molta importanza. In virtù di ciò, grandi e piccoli bagni, vengono pianificati a dovere, iniziando proprio dalla scelta della vasca o della doccia. Un piatto doccia di grandi dimensioni risulta sicuramente molto più comodo di uno dalla misure standard di forma quadrata. Ma attualmente, la scelta può orientarsi anche vero dei materiali che consentono di realizzare anche dei piatti doccia su misura. Un ampia gamma di personalizzazioni che permette di creare la doccia perfetta da inserire nel proprio bagno. Possiamo affermare che la scelta dei piatti doccia è molteplice, ma esistono fondamentalmente 3 tipi di piatti doccia:

  1. Piatti doccia standard di misure classiche e standard che non possono essere modificati.
  2. Piatti doccia con larghezza fissa disponibili in varie lunghezze e viceversa.
  3. Piatti doccia modificabili o personalizzabili disegnati e realizzati su misura.

Piatto doccia installazione: appoggio, incasso e a filo

Il piatto doccia tradizionale d’appoggio è quello che viene, appunto, poggiato sul pavimento creando il classico gradino. Ma posso essere installati anche dei piatti doccia a pavimento incassati con un gradino che pone il piatto al livello inferiore del pavimento, od anche piatti doccia a filo pavimento. Per le misure dei piatti doccia le offerte del mercato sono davvero molteplici: ma le misure più richieste sono le seguenti: 70X90, 70X80, 70X100, 80X120, 80X90 e 60X100.

Come scegliere il piatto doccia: ceramica o resina? Misure e prezzi

Piatti doccia materiali da scegliere

I piatti doccia possono essere realizzati in molti modi, utilizzando anche le stesse mattonelle del bagno o magari in mosaico, ma la soluzione migliore, quella che evita infiltrazioni e problemi, è sicuramente quella di adottare un vero piatto doccia, optando per i materiali più comuni:

  • Piatto doccia in pietra e marmo-resina sicuramente molto eleganti. Noti come piatti doccia in “mineral marmo” od anche pietra questi piatti doccia sono caratterizzati da elevata resistenza dovuta alla durezza del materiale. Inoltre si rivelano come dei prodotti ben inseribili in contesti particolari, come ad esempio i bagni moderni. Si tratta di un materiale abbastanza nuovo come uso edile per bagno. E’ sicuramente molto richiesto dal mercato per la sua naturale eleganza. Ha una peculiarità, quella di poter essere riparato in caso di piccole scheggiature della superficie. I prezzi medi di un piatto doccia in pietra partono dai 200 euro fino ai 300 euro circa. Le tinte disponibili sono molteplici, si parte dai colori classici come bianco e nero fino ad arrivare al beige, grigio, marrone etc.
  • Piatti doccia in ceramica: belli, eleganti e raffinati, i piatti doccia in ceramica sono in commercio da molti anni. Continuano ad essere apprezzati da molti acquirenti, anche grazie alla vasta scelta e alle linee innovative che hanno assunto sia nelle forme che nei colori.
  • Piatto doccia in resina: un materiale leggero e versatile che, allo stesso tempo, garantisce impermeabilizzazione e resistenza. Questo tipo di materiale e di prodotto può essere inserito in ogni genere di contesto, sia in bagni piccoli, che in vani dalle dimensioni anguste o irregolari. Ha un ottimo effetto estetico ed è, ovviamente antiscivolo. I prezzi di questa tipologia di prodotti sono abbastanza contenuti e si attestano tra i 100 ed i 200 euro.

Piatti doccia colori e forme

La molteplicità dei colori e della forma di piatti doccia presenti sul mercato, consente di poter scegliere un piatto doccia senza grandi difficoltà. Le forme più comuni sono quella quadrata, quella rettangolare e quella angolare con fronte a semicerchio, ma le variazioni sul tema, in termini poi di misure sono davvero molte. Anche per quel che concerne il colore del piatto doccia il mercato d’arredamento offre davvero molto e, a differenza di alcuni anni fa, attualmente è possibile reperire una vasta gamma di colori in grado di armonizzarsi perfettamente con il bagno, arredandolo con gusto ed eleganza.

Piatti doccia pulizia e manutenzione

Ovviamente, in base alla tipologia di piatto doccia installato, e al genere di materiale scelto, la pulizia risulterà più o meno semplice e, con essa, la scelta dei prodotti da adottare per la pulizia. Alcuni detergenti possono risultare troppo aggressivi, Ciascun materiale ha le proprie esigenze ed è bene dunque attenersi alle specifiche tecniche del prodotto illustrate dal produttore. I prodotti in polvere tendono a graffiare le superfici. La candeggina pulisce a fondo, ma non è adatta per tutti i materiali, così come gli acidi possono rovinare la smaltatura della ceramica.

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Polpettone di riso e salmone ricetta alternativa al sushi

Polpettone di riso e salmone ricetta alternativa al sushi
Polpettone di riso e salmone ricetta alternativa al sushi

Vi piace il sushi? Bene! Questa è una ricetta alternativa che prevede la preparazione di un polpettone fatto di riso bianco a chicco fino condito con salmone, piselli e qualche spezia. Gli italiani non amano solo pizza uno dei piatti preferiti, o spaghetti, ma adorano anche avvicinarsi ad altre cucine, tra esse sicuramente riscuotono grande interesse la cucina cinese, quella giapponese, quella messicana e cubana. Se l’idea vi incuriosisce e avete voglia di un qualcosa di diverso, vi conviene provare questa ricetta alternativa di sushi che si rivela veloce, semplice e molto appetitosa, oltre al fatto che si presenta molto bene a tavola.

Ingredienti Polpettone di riso e salmone

L’idea di questa ricetta mi è venuta per via del tempo che scarseggiava per la preparazione. Dunque ho pensato, che anziché fare tanti rotolini di riso per preparare il sushi, potevo fare un rotolo più grande. Così è nata l’idea del polpettone di riso, alternativo e molto carino da presentare in tavola.

  • 300 gr di riso
  • Aceto di riso per addensare / o 1 cucchiaino di zucchero
  • salmone affumicato 250 gr (o fresco abbattuto)
  • 250 gr piselli
  • olio
  • sale
  • 1 cucchiaino di curcuma
  • 1 uovo
  • salsa di soia se vi piace
  • cipolla

Preparazione polpettone di riso e salmone

Per la preparazione occorre cuocere il riso in acqua poco salata, alla quale aggiungerete l’aceto di riso a fine cottura o in fase di cottura 1 cucchiaino di zucchero. Aggiungete anche 1 cucchiaino di curcuma che darà sapore e conferirà un bel colore al riso. A fine cottura, scolate bene il riso a chicco fine. Nel frattempo sbattere 1 o 2 uova e cuocerle stracciandole con la forchetta. Mescolare l’uovo così preparato al riso. Amalgamare il tutto, e lasciate raffreddare ed addensare in frigorifero per circa 1 ora.

Polpettone di riso e salmone ricetta alternativa al sushi – Preparazione

A questo punto il polpettone di riso e salmone andrà rivestito di salmone affumicato o fresco a seconda di ciò che avete a disposizione. Il tutto adagiato su un piatto da portata. Cuocete in un pentolino (dove avrete fatto soffriggere la cipolla), i piselli, condendoli con olio, sale, pepe e prezzemolo. Versate i piselli cotti e freddi vicino al polpettone da un lato, e dall’altro lato del piatto aggiungete delle fettine di salmone. Servite in tavola!

Questo piatto si presta ad essere servito anche come piatto unico in quanto contiene, al suo interno, carboidrati, proteine del pesce e dell’uovo, vitamine derivanti, appunto dai piselli.

La preparazione non richiede grande abilità, quindi si tratta di una ricetta semplice di facile realizzazione. L’unico inconveniente è l’addensamento del riso che viene facilitato dall’aggiunta di aceto di riso, che io ho sostituito con un cucchiaino di zucchero. Ma sarebbe meglio utilizzare l’aceto di riso. Potete anche optare per riso bianco semplice senza aggiunta di uovo ne di curcuma.

Polpettone di riso e salmone ricetta alternativa al sushi: servire in tavola!
  • Calorie: 2 fette di polpettone con riso e piselli sono circa 300 / 350 calorie

Ficus Benjamina varietà e coltivazione

Ficus Benjamina varietà e coltivazione
Ficus Benjamina varietà e coltivazione

Il Ficus Benjamina appartiene alla famiglia delle Moraceae ed è originaria dell’India. Molto nota e comune negli appartamenti e negli edifici pubblici e privati, presenta fogliame leggero verde lucido. Di forma erette si adatta ad essere coltivato in vaso ad alberello. Le specie ficus sono tutte molto belle con fogliame molto decorativo coma anche il Ficus elastica, ad esempio o il Ficus Lyrata o Pandurata dalle foglie molto grandi e decorative. Ben comuni negli appartamenti per la loro facilità di coltivazione e l’ottimo effetto estetico

Ficus Benjamina varietà e coltivazione

Il genere Ficus, comprende numerosissime specie di alberi e arbusti sia sempreverdi che a foglie caduche, alcune a portamento eretto altre striscianti  o rampicanti (ficus Pumila o Repens), tra le varietà ricordiamo il fico a frutti commestibili che non è adatto alla coltivazione in casa.

Una delle specie più diffusa ed importante è sicuramente il “Ficus Benjamina”, un arbusto che raggiunge in vaso i 2 metri e più di altezza.

Presenta rami sottili e numerosi, foglioline ellittiche lunghe circa 6 – 10 cm, leggermente appuntite, dal colore verde chiaro, in età giovanile, e verde scuro, nella pianta adulta. Nelle zone a clima mite lungo le coste e nelle isole (Sicilia), vive bene anche all’aperto, non ama le correnti d’aria e la scarsa umidità della stessa. 

Varietà Ficus Benjamina

Troviamo, tra la specie Ficus Benjamina  2 varietà principali, il “Ficus Benjamina Exotica“, graziosa dai rami arcuati e lunghi con foglie pendule cuoiose lunghe 10 centimetri. L’altra varietà è “Ficus Benjamina Variegata” tendenzialmente più piccola della precedente e caratterizzata da foglie screziate e marginate di bianco – crema.

Coltivazione Ficus Benjamina

Si tratta di una bella pianta che, anche se perde parte del suo fogliame in alcuni periodi dell’anno, tende a riprendere il suo bell’aspetto con le dovute attenzioni.

  • Ama la luce intensa ma filtrata, vegeta bene a temperatura ambiente in inverno preferisce una temperatura di 13 – 15 ° C, non ama l’aria secca. Tenere lontano dai caloriferi e da correnti d’aria. 
  • Annaffiature regolari lasciando asciugare il terriccio tra un’innaffiatura e l’altra, concimare ogni 15 giorni in primavera – estate. Umidificare le foglie giornalmente con nebulizzazioni.
  • Come tutti i ficus predilige terriccio organico miscelato ad una parte di torba e una di sabbia.
  • Rinvasare ogni 2 anni, in primavera aumentando la dimensione del vaso di almeno 2 o 4 centimetri di diametro.

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Cosa visitare a Villa San Giovanni e Reggio Calabria

Reggio Calabria
Reggio Calabria Santuario

Villa San Giovanni sorge in un’area identificata in passato con il nome Cenidèo e la città
ricoprì un ruolo molto importante per le popolazioni che dominarono il Mediterraneo nell’era
della Magna Grecia. Nella città di Villa San Giovanni era situato il “Passaggio verso la
Sicilia”, ovvero il sito dell’antica Colonna Reggina che permetteva di attraversare lo stretto di Messina per raggiungere l’isola Trinacria.

Il centro di Villa San Giovanni era in realtà denominato “Fossa” perché fu scavata dai romani. Oggi, Villa San Giovanni è una bellissima città metropolitana di Reggio Calabria, che si affaccia sullo stretto di Messina e si collega con la Sicilia grazie al porto situato in Punta Pezzo, molto vicino alle coste siciliane. La città non ha edifici e monumenti che provano le diverse popolazioni che hanno dominato il luogo in passato, ma presenta altre attrazioni molto belle e importanti. Vedi il costo tratta traghetto Villa San Giovanni Messina con auto.

Cosa vedere a Villa San Giovanni

La città di Villa San Giovanni è composta dal lungomare, dalla bellissima spiaggia
circondata da frutteti e agrumeti
che regala una vista imperdibile. Al sud della città è possibile visitare il quartiere di Acciarello, dove si trova la Parrocchia dei Santi Cosma e Damiano, che risale al diciottesimo secolo e prende il nome di una famiglia di profughi di Messina, gli “Azzarello”. Questa famiglia si stabilì a Villa San Giovanni dopo una lunga fuga dall’epidemia della peste, scoppiata tra il 1742 e il 1743.

Spostandosi nel quartiere di Pezzo è possibile visitare Punta Pezzo, il punto dello stretto più vicino alla Sicilia e lì è situato il Santuario di Maria Santissima delle Grazie, molto frequentato dagli appassionati di storia e arte sacra. Le chiese di Villa San Giovanni sono le uniche attrazioni antiche che è possibile trovare all’interno della città, risalgono tra l’ottavo e il nono secolo e furono ricostruire nel 1920 dopo un terribile terremoto che ha devastato la città nel 1908.

Reggio Calabria cosa vedere

Reggio Calabria viene identificata come la città dei Bronzi e una delle attrazioni principali è il Duomo di Reggio Calabria, realizzato durante l’epoca dei normanni e ristrutturato nel settecento. Affascina i turisti con la sua costruzione a forma di croce latina e con le statue di San Paolo e Santo Stefano di Nicea presenti all’interno.

Durante il tour nelle città di Reggio Calabria è consigliato visitare La Madonna della Consolazione, patrona della città di Reggio, luogo di culto frequentato da migliaia di pellegrini devoti.

Lungomare di Reggio calabria


Il Lungomare di Reggio Calabria è considerato “Il più bel chilometro d’Italia”, passeggiando è possibile ammirare un fenomeno ottico unico e inimitabile: il miraggio della Fata Morgana, attraverso cui è possibile ammirare la Sicilia riflessa sul mare. Gli amanti della storia non possono mancare la visita al Museo Nazionale della Magna Grecia, realizzato nel 1882 e aperto al pubblico solo nel 1954.

Reggio Calabria mare

Al suo interno è possibile ammirare molti reperti archeologici trovati a Reggio Calabria, tra cui dei reperti risalenti alla preistoria. Sono presenti anche un Graffito del Paleolitico e alcune delle tante opere bronzee presenti sul territorio.

I bronzi di Riace a Reggio Calabria nel Museo Nazionale

I bronzi di Riace

I Bronzi di Riace sono situati nella sezione subacquea, e rappresentano una delle attrazioni più frequentate dai turisti. I Bronzi di Riace sono due statue realizzate in bronzo, appunto. Gli viene attribuita una provenienza incerta, oscillante tra Grecia, Magnagrecia e Sicilia. I due bronzi sono databili al V secolo a.C., ritrovati in perfetto stato di conservazione il 16 Agosto 1972, in località Riace Marina, in provincia di Reggio Calabria.  Si tratta di due capolavori tra i i più rappresentativi dell’arte greca dell’età classica. Attualmente i due bronzi si trovano al Museo Nazionale di Reggio Calabria  e sono diventati un vero simbolo per la cittadina.

Erba cedrina o Lippia citriodora fitoterpica Verbenaceae: liquore

Erba cedrina
Erba cedrina

L’Erba cedrina appartiene alla famiglia delle Verbenacee e ne eredita, appunto, alcune proprietà che vedremo più avanti. Si tratta di una pianta arbustiva di tipo perenne, con foglie decidue, che può raggiungere i due metri di altezza. Presenta foglie di color verde chiaro, raccolte in numero di tre o quattro per gruppo, con apice appuntito. Della pianta in fitoterapia si utilizzano i fiori. Si tratta di una pianta originaria del Cile importata in Europa nel 1784. Conosciuta anche come citronella, limoncina, erba limonaria, verbena odorosa. il suo profumo ricorda quello del limone.

Erba cedrina O Lippia citriodora: descrizione

Le foglie dell’erba cedrina se viste di profilo appaiono di forma ad uncino. Le venature presenti sulla foglia sono molto evidenti.

I fiori sono raccolti in pannocchie esili molto profumate. I fiori sono formati da un piccolo calice tubolare a quattro denti molto sottili ed allungati. La corolla è suddivisa in 4 lobi principali di colore verde chiaro.

Il frutto dell’ Erba cedrina consiste in due piccoli involucri contenenti ognuno un solo seme

Epoca di fioritura

Trattandosi di una pianta di importazione, risente del clima mediterraneo variabile da zona a zona della penisola italiana. Per questo motivo, il periodo vegetativo varia, ed è strettamente dipendente dal clima locale, che deve comunque essere di tipo caldo, e allo stesso tempo, umido. Nelle zone del settentrione la fioritura tende a tardare e, difficilmente, produce il seme.

Riporduzione

Nelle zone caldo umide la fioritura da vita ai semi e dunque la si può riprodurre per seme ma nelle zone in cui non si ha la produzione di semi si può riprodurre l’erba cedrina attraverso talea.

La raccolta, principi attivi, costituenti ed uso fitoterapico Erba cedrina

La raccolta può variare un poco a seconda del periodo della fioritura che, come abbiamo visto, può cambiare da nord e sud dell’Italia. In line a di massima, dato che si raccolgono e utilizzano i fiori, la raccolta avviene a fine estate. Si utilizzano sole le sommità fiorite. Ma con le foglie si può preparare un buon liquore. Le foglie andranno raccolte tra settembre ed ottobre.

  • Composti chimici: citrale, geraniolo, limone, verbenalina e verbenone.
  • Proprietà terapeutiche: si tratta di una pianta con proprietà sedative, antinevralgiche, stomachiche. Perfetta per preparare tisane ed infusi rilassanti in rado di conciliare il sonno.
  • Si utilizza sotto forma di: essenza, tintura, estratto fluido e Infuso.

Liquore di erba cedrina

  • Le foglie dell’erba cedrina possono essere utilizzate per preparare un buon liquore digestivo. La raccolta delle foglie deve avvenire a fine estate inizio autunno.
  • 500 gr alcool puro
  • 500 gr di zucchero
  • 500 ml di acqua + 500 gr
  • 70 foglie tenere di erba cedrina
  • 1 limone

Preparazione liquore all’erba cedrina

In un pentolino posto su fiamma bassa fate sciogliere lo zucchero nell’acqua. Lavate bene le foglie ed asciugatele. In un barattolo di vetro ponete lo sciroppo di zucchero ed acqua, aggiungete alcool e la buccia di un limone tagliata a strisce. Porre in un pensile ed agitare il tutto ogni giorno per una settimana. Filtrare il liquido, aggiungere dell’acqua a seconda del grado di alcolicità che si predilige (circa altri 500 gr di acqua). Lasciar riposare 60 giorni e poi servire il liquore come digestivo.

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Frutta secca e colesterolo

Frutta secca e colesterolo
Frutta secca e colesterolo

Facciamo chiarezza sul rapporto che intercorre tra frutta secca e colesterolo: è una coppia che funziona?


La frutta secca è da sempre al centro dell’interesse di nutrizionisti e dietologi, per via dei suoi alti valori nutrizionali e per i numerosi benefici che comporta per il nostro organismo. Ultimamente, molti sono anche gli studi sul rapporto che sussiste tra frutta secca e colesterolo: una patologia, quest’ultima, che è sempre più diffusa tra la popolazione mondiale, il cui sviluppo è incentivato da stili di vita scorretti, alimentazione poco attenta e alcuni comportamenti o abitudini sbagliate, come quella del fumo.

Colesterolo e integratori


Se da una parte assumere integratori (come quelli proposti da Colesia) e soluzioni farmacologiche può essere una soluzione, d’altro canto medici e professionisti del settore consigliano di integrare nella propria routine quotidiana un’alimentazione sana, diversificata ed equilibrata, che si basi su prodotti naturalmente privi di colesterolo e capaci, anzi, di bilanciare la presenza di colesterolo nel sangue, potenziando quello “buono” (HDL o High Density Lipoproteins) e riducendo quello “cattivo” (LDL, LowDensity Lipoproteins).

Quale frutta secca

Molti nutrizionisti, quindi, sono propensi a ritenere utili in questo senso i vari frutti comunemente raggruppati nel nome collettivo di frutta secca: le mandorle, le noci, i pinoli, le arachidi, i pistacchi, le nocciole e le noccioline. È d’obbligo qui precisare che sebbene quasi tutta la frutta fresca possa essere soggetta a essiccazione (quindi anche, ad esempio, datteri, uvetta, fichi, prugne e altro genere di frutta essiccata), l’immaginario comune identifica sotto tale categoria solo gli alimenti più ricchi di grassi, come appunto la frutta a guscio, che si caratterizza per un discreto contenuto proteico, vitaminico e minerale, oltre che di grassi.

Frutta secca calorie e proprietà

Non solo sana, ma anche molto apprezzata dal punto di vista del gusto, la frutta secca è quindi ideale per abbassare il colesterolo e tornare in forma. Sebbene sia da molti consumata solo a ridosso delle festività natalizie, è sempre più diffusa l’abitudine di consumare questa speciale tipologia di alimento in associazione a cereali e altre tipologie di frutta, specialmente nella prima colazione o nello spuntino di metà mattina. La frutta secca infatti unisce i vantaggi di un apporto nutrizionale molto elevato, che fornisce energia per molte ore, a un basso contenuto di grassi. A tal proposito è interessante conoscere meglio la frutta secca e le calorie.

A dire il vero, la frutta secca contiene grassi, ma “grassi buoni”: sono gli acidi grassi essenziali, che
contrastano la pressione alta, la stitichezza, e il gonfiore addominale e, non per ultimo, aiutano a tenere sotto controllo i livelli di colesterolo. Questa particolare qualità è merito della presenza degli omega 6, una tipologia di grasso che non viene sintetizzata dall’organismo, ma che va introdotta tramite una sana alimentazione. Gli omega 6 migliorano il metabolismo del colesterolo endogeno: gli acidi grassi omega 6 hanno infatti la capacità di ridurre il colesterolo totale, pur senza una netta distinzione tra quello “buono” (HDL) e quello “cattivo” (LDL).

Frutta secca e colesterolo

A tutto però c’è un giusto dosaggio: le alte quantità di omega 6 contenuti nella frutta secca non possono giustificare un consumo eccessivo di questi golosi alimenti. La razione giornaliera raccomandata dovrebbe non superare i 40 gr, calibrando l’apporto lipidico che viene introdotto nella dieta con altri alimenti ricchi di grassi. Dal punto di vista del colesterolo, la soluzione migliore sarebbe, ovviamente, quella di privilegiare i grassi “buoni” contenuti in prodotti come frutta secca, semi (girasole, chia, zucca, ecc.) e relativi oli, nei legumi e nel pesce azzurro. Meglio limitare, invece, alimenti ad alta densità calorica e lipidica, ricchi in grassi saturi, che non sono affatto d’aiuto nella lotta al colesterolo: stiamo parlando, in questo caso, di formaggi e insaccati, carne rossa, dolci e condimenti pesanti come il burro e lo strutto.

Vediamo cosa dicono, a tal proposito, i numeri: sarà bene fare un rapido confronto per comprendere
appieno la differenza tra tipologie di alimenti così differenti eppure, nella nostra dieta, così frequenti.

Tra la frutta secca

Tra la frutta secca:

  • 100 gr di noci contengono 660 kcal e 0 mg di colesterolo;
  • 100 gr di mandorle contengono 542 kcal e 0 mg di colesterolo;
  • 100 gr di pistacchi contengono 562 kcal e 0 mg di colesterolo;
  • 100 gr di nocciole contengono 628 kcal e 0 mg di colesterolo;
  • 100 gr di pinoli contengono 675 kcal e 0 mg di colesterolo;
  • 100 gr di datteri forniscono 253 kcal e 0 mg di colesterolo;
  • 100 gr di uvetta forniscono 300 kcal e 0 mg di colesterolo;

Tra gli alimenti di consumo abituale

  • 100 gr di prosciutto crudo contengono 145 kcal e 70 mg di colesterolo;
  • 100 gr di salame contengono 336 kcal e 95 mg di colesterolo;
  • 100 gr di Grana Padano contengono 431 kcal e 109 mg di colesterolo;
  • 100 gr di carne di pollo cotto al forno contengono 250 kcal e 109 mg (119 con pelle) di colesterolo;
  • 100 gr di carne di bovino adulto (70% magra e 30% grassa) contengono 332 kcal e 169 mg di
    colesterolo;
  • 100 gr di burro contengono 717 kcal e 215 mg di colesterolo;
  • 100 gr di uova contengono 143 kcal e 370 mg di colesterolo (concentrati nel tuorlo, non
    nell’albume).

Il confronto

Fatto il confronto, si deduce come a parità d’energia (e talvolta anche con un superiore apporto di calorie), la frutta secca può fungere da vera e propria riserva energetica senza influire in modo negativo sui livelli di colesterolo nel sangue. Le sue proprietà la rendono adatta sia per un veloce spuntino sia per guarnire primi e secondi piatti ed è estremamente versatile anche in pasticceria. Un ottimo modo per restare in forma senza rinunciare al piacere di un pasto gustoso e saziante.

Pordenone cosa vedere e dove andare

Cosa vedere a Pordenone
Cosa vedere a Pordenone

Pordenone, capoluogo di provincia del Friuli Venezia Giulia, è il massimo centro economico della regione e si espande nel cuore della pianura, in vista delle Prealpi Carniche. Anticamente, la città era già nota con il nome romano di Portus Naonis, dal quale deriva il nome attuale di Pordenone. La parola Naonins deriva dal fiume, che esiste tuttora e che nel medioevo era navigabile, consentendo alle imbarcazioni a trasportare merci e passeggeri da Pordenone a Venezia.

La “città vecchia” è rimasta quasi intatta e, aggirandosi per le sue vie, ci si può facilmente imbattere in una varietà di dintorni da visitare molto pittoreschi che si sono conservati esattamente com’erano un tempo.

Cosa vedere a Pordenone

Partiamo da Corso Vittorio Emanuele, luogo di ritrovo e di passeggio preferito per i pordenonesi, ricco di negozi, bar, ristoranti, accompagnato da una serie di portici che lo attraversano. I portici sono in stile gotico e rinascimentale, e alcuni hanno decorazioni di affreschi sulle pareti esterne.

Pordenone palazzo del Comune

Alla fine del corso si può notare il più antico monumento della città, il Palazzo del Comune. Eretto nel XIII secolo rappresenta ancor’oggi un gioiello dell’architettura gotica. All’interno, ha sede la Pinacoteca dentro la quale sono custoditi molti quadri di pittori, soprattutto veneti.

Tra le altre cose da vedere a Pordenone, non mancano le bellezze artistiche date dalle numerose opere d’arte che si scorgono in ogni angolo. Un vero e proprio museo a cielo aperto fatto di facciate dei palazzi, colonne e qualsiasi altra parte architettonica.

Case nobili e palazzi d’epoca a Pordenone

Inoltre, passeggiando per la città, è possibile notare numerose case tutte affrescate con colori vivaci e con simboli che rappresentano la classe dei nobili di Pordenone. Questo perché a causa di un grave incendio accaduto nel 1318, che distrusse tutto il nucleo urbano, gli abitanti di Pordenone si diedero da fare per regalare alla loro amata città, il fascino che aveva prima. Ecco che, mantenendo inalterato il precedente assetto urbanistico, si pensò di abbellire elegantemente la maggior parte degli edifici storici del centro: un modo per far capire a tutti, l’agiata posizione sociale e la propria condizione economica.

  • Un esempio è il trecentesco palazzo conosciuto come Casa Simoni, la cui facciata mostra un bellissimo affresco, posizionato tra due finestre gotiche, dal quale poi due bellissime fasce floreali delimitano l’inizio del tetto.
  • Un altro palazzo che merita di essere visto è il Palazzo Popaite – Della Torre – Policreti, edificio del 1300 sulla cui facciata compaiono tutti e tre i simboli delle famiglie che lo abitarono. Le facciate di tutto il palazzo sono affrescate con finti mattoni e motivi floreali stilizzati.
  • A spiccare per fama è il Palazzo De Rubeis: la facciata è ricoperta da una tappezzeria a motivi geometrici, tra i quali si scorge un simbolo gotico. Non si conosce ancora l’origine di tale simbolo, che spezza la forzata armonia delle geometrie. Rispetto ad altri palazzi è molto più colorato e tantissime sono le finestrelle ispirate a diversi stili.
Pordenone edifici colorati

Cosa visitare nei dintorni di Pordenone

Così come la città, anche i dintorni di Pordenone sono ricchi di storia: l’intera zona è circondata da paesi dalla storia secolare che si presentano ricchi di antichi edifici.

San Vito al Tagliamento

Tra i borghi più belli che circondano Pordenone è possibile ricordare San Vito al Tagliamento, che si mostra con altrettanto fascino con stile romano e medievale. I luoghi da visitare sono Piazza del Popolo, sulla quale si sporge la Loggia Pubblica, Il Duomo del 1745 –che è stato edificato su un edificio del ‘400– e il castello del XII secolo, restaurato in seguito con l’aggiunta di altre due torri.

Spilimbergo

Altro borgo da visitare vicino a Pordenone è Spilimbergo, famoso per la celebre scuola dei mosaicisti del Friuli. Una cittadina che si è sviluppata in epoca medievale e rinascimentale, circondata da tre cinte murarie. Oltre alle mura, al castello e alla Torre orientale, nel centro storico merita attenzione la Casa Dipinta, affrescata nel XVI secolo con scene della vita di Ercole. È questo il dettaglio che avvicina questo borgo a Pordenone.

Sacile

Infine, un altro incantevole borgo da vedere è Sacile, detto anche il “Giardino della Serenissima”. La cittadina sorge sulle sponde del fiume Livenza e si articola in un dedalo di vicoli e caratteristici ponticelli, da dove è possibile godere di scorci paesaggistici davvero notevoli. Da visitare vi sono: il Duomo di San Nicolò, la Chiesetta della Madonna della Pietà, Piazza del Popolo, la Loggia comunale e il Palazzo Ragazzoni-Flangini-Biglia.

Dove alloggiare

Se volete visitare Pordenone e i suoi dintorni, e quindi, soggiornare in questo posto incantevole, tra le diverse strutture alberghiere, vi consiglio l’Hotel Santin. L’albergo si trova in una posizione strategica, situata al centro della città, a 800 metri dalla stazione ferroviaria che vi permetterà di raggiungere le località più vicine e passare la vostra vacanza nel massimo comfort e con un ottimo servizio.

A poco meno di un ora di macchina da Pordenone (50 km), si trova Treviso anche detta la piccola Venezia, un incantevole cittadina ricca di arte e storia.