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Alcuni consigli per arredare un bagno in stile moderno

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Alcuni consigli per arredare un bagno in stile moderno

Il bagno anche se non utilizzato moltissimo nel corso della giornata rappresenta un ambiente fondamentale per l’igiene ed il benessere personale. Ecco quindi che praticità e comfort devono essere i due “mantra” da seguire per arredare il proprio bagno, senza ovviamente rinunciare allo stile ed al design. Chi vuole un arredo bagno a Bergamo moderno e funzionale può scegliere tra diverse offerte che coniugano perfettamente estetica e comodità senza alcuna rinuncia. Per avere un’idea completa dei migliori design del momento è possibile consultare l’arredo bagno Sorelle Chiesa con tante idee innovative per ambienti moderni, classici e contemporanei.

Pavimentazioni bagno moderno: le idee più trendy del momento

La pavimentazione è un fattore fondamentale per il bagno poiché rappresenta lo sfondo dove inserire accessori, arredi e sanitari. Le ultime tendenze hanno visto il ritorno delle piastrelle che potrebbero sembrare un rivestimento d’altri tempi ma che invece sono tornate estremamente attuali. Si possono scegliere varie tipologie di piastrelle:
rettangolari, esagonali, con effetto legno o con fughe a vista, l’importante è che siano originali ed estroverse.

Oltre al classico bianco si possono scegliere diverse tonalità di colori, da quelli più accesi alle tonalità pastello, purché siano in sintonia con l’ambiente circostante. Sono molto gettonate le piastrelle con pattern decorativi che danno un aspetto particolarmente brioso al bagno. Grazie alle loro trame ed ai loro dettagli ornamentali, queste piastrelle sono la scelta ideale per conferire più carattere ad una parete che altrimenti risulterebbe anonima.

Altra idea molto suggestiva è quella di installare un riscaldamento a pavimento che riscalda le piastrelle con soluzioni di design molto originali capaci di trasformare il bagno in una vera area spa. Le piastrelle in ceramica possono essere usate per rivestire il pavimento, intere pareti o solo l’ambiente doccia e risultano indicate per dare un tocco vintage.

La ceramica risulta inoltre un materiale perfetto in un ambiente umido come il bagno poiché non assorbe. Sono disponibili diversi modelli con vari colori, decori geometrici, floreali, romantici o lineari per soddisfare ogni gusto e ricreare l’ambiente secondo il proprio stile preferito.

Parete bagno con quadri
Parete bagno con quadri

Il ritorno ai materiali naturali per le rifiniture del bagno

Il ritorno a materiali naturali è una delle principali tendenze dell’arredo bagno di questi ultimi anni. La pietra, grezza o liscia, è tornata prepotentemente di moda nei bagni sia per le finiture sia per le pareti. In alcuni casi la pietra al naturale può essere addirittura utilizzata per lavabi e top. Oltre alla pietra risultano particolarmente apprezzati altri materiali come il quarzo, il legno ed il gres che donano un suggestivo effetto “nature” a tutto il bagno.

Altro materiale molto apprezzato è l’ottone, capace di donare un effetto
retrò e quindi adatto prevalentemente a bagni dallo stile classico. Si può utilizzare per i rivestimenti, i piani d’appoggio ed i lavabi ricreando un’atmosfera molto rilassante. I materiali possono essere personalizzati secondo le proprie esigenze ed in alcuni casi anche combinati tra loro per definire ogni dettaglio nell’ambiente bagno.

Arredo minimal per bagni di piccole dimensioni

I bagni di piccole dimensioni devono essere arredati con uno stile minimal per ottimizzare al meglio ogni spazio e ridurre l’ingombro. Minimal però non è sinonimo di sciatteria, anzi questo stile punta a valorizzare al massimo ogni elemento d’arredo nel bagno e non a caso si è coniato il termine “minimal chic”. In questo caso si possono utilizzare materiali naturali in abbinamento con il vetro, un ottimo alleato per inondare l’ambiente di luce e dare un maggiore senso di ampiezza.

È infatti un’ottima idea utilizzare attentamente specchiere e piastrelle riflettenti per far brillare il bagno di luce propria. Bisogna puntare su pochi colori a contrasto, linee pulite e geometriche e accessori ridotti al minimo per dare un’idea di ordine e pragmatismo in una cornice elegante e moderna. Tra gli arredi salva-spazio spiccano lavabi compatti o sospesi, armadietti, piccole vasche e lavandini a parete. Le piastrelle decorative sono indicate nei piccoli bagni poiché donano un tocco di stile senza
appesantire eccessivamente l’ambiente.

Porte scorrevoli in vetro, mensolette e trasformazione della vasca in doccia sono tutte ottime soluzione per ridurre l’ingombro e guadagnare spazio. In una stanza con poca luce bisogna optare per accessori luminosi e metallici per riflettere l’illuminazione esterna.

Consigli finali per la scelta degli accessori

Solitamente gli accessori per il bagno vengono bistrattati e considerati elementi di secondo piano, tuttavia se mancano si nota la loro assenza. È consigliabile usare armadi e scaffalature a incasso per riporre i propri oggetti personali con discrezione e praticità. Gli elementi funzionali devono essere perfettamente coordinati tra di loro dando un senso di continuità stilistica. Eventualmente si possono creare dei contrasti purché non rappresentino stacchi cromatici eccessivi e fastidiosi e siano in perfetta armonia.

Un’altra tendenza molto originale e divertente è quella di appendere opere d’arte o pezzi d’artigianato alle pareti per dare un tocco creativo e fantasioso. Negli ambienti moderni e contemporanei le luci a LED sono soluzioni molto apprezzate, sia in chiave di risparmio energetico, sia in chiave estetica.

 

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Seggiolini e dispositivi anti abbandono la legge

Bambini sicurezza auto
Bambini sicurezza auto

La tecnologia ed il progresso hanno dato vita a prodotti che, accrescono e garantiscono la sicurezza, sia in casa che in auto. Uno di questi prodotti è sicuramente il seggiolino auto che con l’ultimo decreto legge si trasforma anche in seggiolino anti abbandono.

Seggiolini auto e dispositivi di sicurezza omologati

Infatti per quel che concerne i  seggiolini e dispositivi anti abbandono la legge  parla chiaro; si devono dotare le vetture di prodotti omologati con certificazione annessa pena multe salate. La proroga per l’adeguamento era stata fissata per marzo 2020 per poter dare alle aziende il tempo di produrre soluzioni valide, e ai genitori di adeguarsi nel migliore dei modi. Ma la legge è entrata in vigore il 7 di Novembre 2019 e la proroga per quanto concerne le sanzioni, è saltata. Alla base di un buon dispositivo che rispetti i requisiti di legge c’è l’omologazione e la certificazione. Ma quali sono i dispositivi ed i seggiolini anti abbandono?

Seggiolini e dispositivi anti abbandono la legge
Seggiolini e dispositivi anti abbandono la legge

L’offerta del mercato

Oltre a trattarsi di una legge che mette in sicurezza molti bambini dalla amnesia dissociativa dovuta a traumi o stress, o sindrome del black out della memoria, che hanno dato vita a fenomeni gravi di cronaca in cui i bambini sono stati dimenticati in auto con epiloghi talvolta anche tragici, si tratta anche di un vero business per molte aziende che, prontamente, hanno dato vita a seggiolini anti abbandono dotati di allarmi sonori e dispositivi da connettere al proprio smartphone in grado di allertare mamma e papà con un SMS o una chiamata telefonica. Oltre ai seggiolini auto, sono stati omologati anche dispositivi elettronici anti abbandono che possono essere installati su seggiolini auto preesistenti e che hanno la medesima funzione di aumentarne la sicurezza.

Cos’è un dispositivo anti abbandono?

Il decreto ministeriale specifica cos’è un dispositivo anti abbandono e quali requisiti deve avere per essere a norma di legge.  Lo scopo di questi dispositivi è quello di prevenire l’abbandono del bambino in auto. Sono compresi i bambini che vanno dalla nascita dunque anche da 0 mesi, fino a 4 anni di età. I dispositivi vanno applicati nei veicoli che rientrano nelle categorie M1, N2, N2, N3. il dispositivo si attiva qualora il conducente del veicolo si allontani dallo stesso dimenticandosi incautamente del bambino o dei bambini che si trovano sui seggiolini in auto. I dispositivi sono di 3 tipologie

  • I più sofisticati sono dotati di telecamera e allarme come quello di Bob CAM.
  • Altri dispositivi anti abbandono possiedono un allarme acustico,
  • Altri dispositivi di sicurezza possiedono un collegamento con lo smartphone e attivano sia messaggi che chiamate.
  • Alcuni dispositivi anti abbandono hanno più funzioni insieme, di quelle citate, integrate tra di loro

Come deve essere un dispositivo anti abbandono?

Nella scelte del dispositivo o del seggiolino auto si deve tener conto di alcuni fattori importanti:

  • Deve essere integrato al sistema di origine, funzionare correttamente, ed essere omologato e certificato.
  • Essere indipendente dal veicolo e dal sistema di ritenuta del bambino
  • Attivarsi automaticamente quando il bambino viene posto sul seggiolino
  • Deva avere un segnale che confermi l’avvenuta attivazione
  • Deve presentare segnali visivi, acustici o di altro tipo (es. vibrazioni) per allertare chi è all’esterno del veicolo o all’interno.
  • Essere conforme alle norme di sicurezza Europee (Ue), ed avere marchiatura CE.

 Dispositivi anti abbandono le sanzioni

Dunque, da quel che emerge la legge è attiva da circa 1 settimana: e per chi non si è ancora adeguato? La legge prevede che violazioni dell’art 172 C.d.S. saranno sottoposte a sanzioni amministrative di tipo pecuniario nell’ordine di un minimo di 81 euro fino a raggiungere i 326 euro. Il pagamento effettuato entro 5 giorni prevede una sanzione ridotta a 56,70 euro. Oltre al pagamento della multa è prevista una decurtazione di ben 5 punti sulla patente del guidatore

Tecnologia e buon senso

Sebbene i prodotti tecnologici possono costituire un ottimo aiuto, si deve sempre tener conto del fatto che anche la tecnologia può fallire. E’ buona norma usare anche il buon senso in ogni situazione, e far ricorso alle proprie risorse per scongiurare eventuali pericoli. Se si vede un bambino solo in auto segnalarlo al 112 o al 113.

Abbigliamento e stili moda nel Duecento e Trecento XIII – XIV

Abbigliamento e stili moda nel Duecento e Trecento XIII - XIV
Abbigliamento e stili moda nel Duecento e Trecento XIII - XIV

Nei secoli che seguirono il basso medioevo, superato l’anno Mille, la moda del duecento e del trecento subì enormi cambiamenti. Gli europei cominciarono a spostarsi sui territori e fiorirono le attività commerciali, intensificandosi gli scambi commerciali sia per mare che per terra. Le merci prodotte, inclusi  i tessili, erano apprezzate anche da Arabi e Bizantini. Si formarono nuove classi benestanti e si diversificarono moda e stili di abbigliamento.

Abbigliamento del Medioevo nel Trecento

Per Medioevo ed età medioevale si intende un periodo che durerà circa 10 secoli. L’alto medioevo compreso dal 476 a circa l’anno mille d.C. mentre, il basso medioevo, da dopo l’anno mille, fino alla fine dell ‘400 d.C. (1492). L’abbigliamento subì molte variazioni ed dall’anno mille in poi e si evolse notevolmente dal 1200 al 1300 dando poi spazio alla moda rinascimentale degli anni a venire.

Gli abiti di tutti i giorni indossati dalla gente comune dell’ alto medioevo, erano composti da camicia ossia tunica bianca grande  usata come abito al di sopra della quale veniva posta un ‘altra tunica che arrivava fino a metà gamba, per gli uomini, più lunga per le donne. Quest’ultima era arricchita da ricami e decori, drappeggiata in vita, abbellita con inserti in tessuto colorato.

Sotto le tuniche gli uomini indossavano delle brache che arrivavano fino al ginocchio. Il mantello era di uso comune e le donne lo ponevano anche sopra il capo. I mantelli nobili erano spesso foderati da una stoffa pesante di colore rosso il vermilione. ricchi ostentavano tessuti e pelli pregiate, come ad esempio l’ermellino usato dal Re, e lo zibellino.

Stili di moda Duecento e Trecento: come vestivano i popoli d’Europa

Il XII e il XIV secolo furono caratterizzati da un benessere crescente nelle società dell’epoca. Dai paesi dell’oriente giunsero tante novità tra esse, abiti con le maniche lunghe e larghe, tessuti come la seta intessuta d’oro, la mussola e tessuti leggeri come i veli. Si cominciarono ad adottare tessili come il fustagno ed il velluto, decisamente più pesanti. Tra le decorazioni dei tessuti vanno ricordati i disegni geometrici come i quadri , i pois ed i cerchi molto caratteristici i disegni a farfalla.

Nascita della sartoria nel Medioevo: il XIV secolo (‘300)

Si sviluppò, a metà del trecento, una vera e propria sartoria in grado di dar vita ad abiti drappeggiati, aderenti e cuciture dritte e vennero introdotti lacci e bottoni. La sartoria si sviluppò talmente che alcuni Re come Edoardo III di Inghilterra fece costruire una vera sartoria di ricamo e cucito nella Torre di Londra, dove, con molta probabilità furono realizzati gli abiti sfarzosi che, lui e sua moglie indossavano.

Come vestivano gli uomini medioevali del Trecento

Gli uomini che appartenevano ad una classe sociale elevata e benestante, indossavano calze aderenti di lana, talvolta con suola in pelle che sostituiva le calzature. Indossavano anche una camicia alla quale si sovrapponeva una tunica stretta al busto e svasata in vita. La sopravveste era costituita da tessuto pesante generalmente in lana, lino o tessuto leggero come seta a seconda della stagione,  era ricamata e tenuta aderente in vita attraverso l’ausilio di una cintura in cuoio.

A completare l’abbigliamento dei ricchi del duecento e del trecento vi era un mantello foderato con chiusura sul fronte, o indossabili attraverso un foro dal quale si introduceva la testa. I mantelli nella stagione fredda erano foderati da pelliccia. Intorno alla fine del 300 si adottò un nuovo capo, la Pellanda, arricchita da collo in pelliccia di visone era una tunica con maniche gonfie che scendeva dritta. I militari invece, durante la guerra dei cent’anni, (1337-1453), adottarono giubbe corte con bottoni, dotate di cappucci.

Re e Regine abbigliamento del '300
Re e Regine abbigliamento del ‘300

Come vestivano le donne Medioevali del Trecento

Le donne del duecento e del trecento seguivano una moda simile a quella del medioevo ma caratterizzata dai nuovi tessuti. Le donne, come gli uomini, indossavano una camicia di lino o seta lunga e delle calze di stoffa, Il tutto costituiva la biancheria di un tempo. Sopra ad esse gli abiti  composti da una lunga tunica stretta  nel busto che si andava svasando dalla vita in giù. Si usava una sopravveste denominata Kirtle con maniche ampie molto lunghe,  talvolta anche fino a terra,  ma staccabili. I sovra tunica presero diversi nomi in virtù dei modelli adottati, quelli privi di maniche furono chiamati Tabard  e derivarono dai cyclas in adozione nel tredicesimo secolo.

Accessori uomini e donne del Trecento

Sia gli uomini che le donne del trecento usavano accessori come borse attaccate alla cintura attraverso lunghi cordoni,  che sostituivano le tasche ancora non presenti nell’abbigliamento. Si adottarono calzature denominate Poulanie scarpe con la punta allungata che vennero diffuse in Francia sotto Carlo VI rimasero in voga fino agli anni ’70 del quattrocento (XV secolo).

Come vestivano o bambini del Trecento

Bambini ed adulti vestivano praticamente nel medesimo modo degli adulti fatta eccezione per i neonati che venivano completamente fasciati ma con il viso che veniva tenuto scoperto.

XIII - XIV acconciature capelli
Abbigliamento e stili moda nel Duecento e Trecento XIII – XIV -Acconciature capelli

I copricapo femminili del XIV  secolo

In Europa si adottarono diversi copricapo sia per le donne che per gli uomini. Noto il Berbet costituito da una fascia larga che fissava il copricapo, spesso una cuffia con o senza velo che, passando sotto al mento. Si adottò una retina che  conteneva i capelli denominata Snood e successivamente si evolse in Caul delle crespine in maglie raffinate lavorate in gioielleria. Sparì il Berbet già a metà secolo sostituito dal Caul. La moda Europea si discostò un tanto da quella Italiana. Le donne Italiane potevano mostrare i capelli ed acconciarli con fiocchi, cordoncini e tracce attorcigliate. Le donne più anziane, invece, indossavano il velo o il soggolo, e durante il lavoro, si munivano di semplice fazzoletto sul capo. Successivamente si diffusero i copricapo in lino di stile anche sfarzoso.

Abbigliamento del 400
Abbigliamento del 400

La lana, il cotone, il lino, la seta ed il broccato

La lana fu uno dei materiali tessili più adoperati per gli abiti superiori, in virtù del fatto che aveva la proprietà di isolare sia dal caldo che dal freddo e che si poteva tingere. Il commercio dei tessili crebbe per tutto il duecento ed il trecento, dando spazio a nuovi prodotti e tecniche di sartoria sempre più raffinate e ricercate, adottate specie dai nobili e dai ricchi.

Si diffusero, a tal scopo, il ricamo realizzato con fili in oro, e la stampa su tessuto. A pelle si utilizzavano spesso, capi in lino, mentre il cotone importato dall’Egitto trovò impiego si vasta scala. La seta era uno dei tessuti più pregiati utilizzato solo dalle classi benestanti mentre si diffusero, in epoca più tarda,  i tessuti di Broccato provenienti dall’Italia.

Lusso e povertà: moda e stili nel Trecento

Mentre le classi benestanti davano molta importanza all’abbigliamento e lo arricchivano di dettagli e stoffe di qualità, le classi meno ambienti ed i poveri indossavano abiti semplici. Gli uomini portavano calze di lino grezzo ed una blusa, brache infilate negli stivali. Le donne invece una semplice camiciola con calze, ed una tunica lunga sopra la quale usavano indossare un saio con cappuccio.

Abbigliamento dei Cavalieri dal ‘200 al ‘400

Anche l’abbigliamento dei Cavalieri subì modifiche sostanziali nel corso dei secoli. L’armatura costituita da una cotta maglia ed una tunica fu sostituita da armature che andavano a coprire anche il corpo e le braccia. La cotta maglia andò a pesare sui 9 14 chili, era pesante e talvolta provocava contusioni, per questo in seguito al di sotto si indossò una sottocotta imbottita e leggermente trapuntata di protezione. Si aggiunsero protezioni per braccia e gambe sempre in maglia metallica.

Si indossò l’elmo e sotto ad esso una infula protettiva, una cuffia metallica imbottita. Le mani furono protette da guanti semi metallici. A seguire a fine trecento, si diffusero intere armature metalliche complete denominate a piastra dal peso complessivo di circa 25 chili. Grazie alla protezione che offrivano consentirono di ridurre sensibilmente la dimensione degli scudi.

Armatura cavalieri del trecento
Armatura cavalieri del Trecento

Alla fine del secolo XIV si assisterà ad un ulteriore modifica della moda del tardo medioevo e all’introduzione di nuovi capi d’abbigliamento sia per le donne. Le tuniche si accorciano sensibilmente, nascono le giacche con colletto, viene adottato una sorta di reggiseno. Con il Rinascimento, periodo che si colloca tra la fine XIV e il XVI secolo anche la moda subirà enormi cambiamenti, gli abiti diverranno sfarzosi e sempre più curati e con essi gli accessori.

Capelli tendenze 2019 la frangia: 5 motivi per sceglierla

Capelli frangia stili
Capelli stili frangia lunghi scalti

Le tendenze moda autunno inverno 2019 2020 acclamano il grande ritorno della frangia per tagli di capelli giovanili da apprezzare per ben 5 motivi

La frangia aperta che ringiovanisce: tribal fringe

La frangia aperta è adottata da molte star della TV e del grande schermo, tanto per citarne alcune Michelle Hunziker e Federica Nargi. Questo perché oltre ad accorciare gli ovali del viso lunghi, ammorbidisce decisamente i lineamenti conferendogli un’aspetto più delicato e, sui capelli raccolti, anche elegante.  Anche Bella Hadid e Chiara Ferragni ogni tanto puntano ad una frangia aperta e temporanea per poi ripiegare per la classica riga in mezzo. Tagli decisi dunque, o scelte di stile temporanee, ma la frangia è diventata una dei top di tendenza attuali per i capelli. Adatta a tutti la tribal fringe è leggera e sfilata ed è la più amata tra le frange, anche sulle passerelle di moda.

Capelli tendenze 2019 la frangia: 5 motivi per sceglierla
Capelli tendenze 2019 la frangia: 5 motivi per sceglierla – Michelle Hunziker

La frangia anti rughe: coprire imperfezioni

Si! Molte star, ma anche gente comune opta per la frangia per un motivo semplicissimo: è in grado di camuffare rughette e segni d’espressione che si sono formati sulla fronte od anche all’esterno del viso in prossimità degli occhi. Una frangia tagliata a scalare con il lati più lunghi riesce a coprire qualche imperfezione ed i primi segni del tempo. Una fautrice della frangia ormai da sempre è la nota conduttrice televisiva Milli Carlucci, ma lo è anche Raffaella Carrà.  Lo stesso effetto (di cui parlavamo), per coprire imperfezioni  sulla parte laterale del viso, lo si può ottenere adottando un buon taglio scalato a dovere.

Le teen-agers amano la frangia corta e un look sbarazzino

Amata dal popolo cinese, adottata in Giappone e persino dai manga, ripresa in Europa e in America, la frangia super corta, magari irregolare, è la più amata dalle giovanissime. Conferisce un’aria fresca e sbarazzina sia quando viene realizzata compatta, che sfilata e leggera, creando irregolarità di rilievo che personalizzano moltissimo il taglio dei capelli. La frangia corta è la più difficile da portare. Molto di moda negli anni cinquanta, perfetta per chi ha un viso di forma tonda o irregolare, specie se affiancata da un bel caschetto. Decisamente in voga nel 2016 su tagli di capelli corti, perfetta anche su tagli lunghi. La frangia corta va tagliata almeno 2 o 3 centimetri sopra le sopracciglia e dunque richiede manutenzione e tagli frequenti per mantenersi corta. Ma con un buon paio di forbici professionali la si può contenere con facilità. Un esempio di questo taglio è quello adottato da Alice Pagani.

Frangia compatta - Alice Pagani
Frangia compatta – Alice Pagani

3 Tipologie di frangia e le star

Le tipologia di frangia da adottare per il taglio dei capelli sono 3, quella leggera ed aperta che abbiamo visto adottata dalla Hunziker in alto, quella compatta e lunga, e la frangia corta. La frangia diviene un accessorio popolare per la stagione autunno inverno: cadente fino a coprire gli occhi come quella di Monica Bellucci, compatta e decisa come quella di Charlotte Casiraghi, leggermente leggera come la frangia scelta da Rihanna. Oltre al taglio e alla frangia, anche scegliere il  colore giusto dei capelli può giocare un ruolo decisivo.

Idee di stile la frangia tendenza moda 18 frange per capelli
Idee di stile la frangia tendenza moda 18 frange per capelli

Scegliere la frangia in base alla forma del viso

Il quarto motivo per scegliere la frangia è che la si può abbinare alla forma del viso e dunque correggere difetti ed ammorbidire le linee. La frangia dunque, va scelta anche in virtù della tipologia di viso. Perfetta abbondante e di media lunghezza per ammorbidire un viso troppo lungo o zigomi sporgenti, specie se abbinata ad un taglio di media lunghezza. Ideale per camuffare un naso troppo prorompente: in questo caso meglio scegliere una frangia medio lunga con ciocche allungate. Una frangia allungata e bombata dona una nota di dolcezza in più, mentre per una viso rigido e quadrato meglio adottare una frangia con taglio in diagonale. Fronte bassa?  La frangia è la soluzione per armonizzare un viso di questo genere.

La mini frangia: dalla Francia alle star

Tipicamente adottata in Francia su tagli di capelli di molte star già in tempi lontani, è ripresa ed apprezzata attualmente da personaggi noti come Charilze Theron. Innegabilmente  la grangia ha la facoltà di mettere in risalto lo sguardo e la bellezza degli occhi.

Frangia corta - Charilze Theron
Frangia corta – Charilze Theron

Insomma i motivi per scegliere una frangia per capelli, sia che si tratti di corta, lunga, leggera o aperta sono molteplici: piace alle star e aiuta a migliorare la forma del viso ringiovanendo e coprendo alcuni difetti. Un tempo prerogativa solo delle persone tendenzialmente molto giovani o comunque giovani, oggi apprezzata per tutte le età.

 

 

 

Come ristrutturare e verniciare persiane e finestre in legno

ristrutturare persiane e finestre
ristrutturare persiane e finestre

La manutenzione degli infissi ha un ruolo molto importante. Finestre, persiane e portoni, specie se in legno, hanno necessità di periodiche operazioni di manutenzione e talvolta di ristrutturazione bella e buona. Sebbene l’alluminio e l’acciaio siano molto resistenti alle intemperie, il legno è, e rimane, il rappresentante per eccellenza in termini di bellezza ed eleganza. Dunque, per tutti coloro che come me, amano il legno, ed optano per infissi in materiale naturale, vediamo come ristrutturare e verniciare persiane e finestre in legno.

I materiali per la ristrutturazione degli infissi

Tempo fa vi parlai di come ristrutturare un vecchio portone  di legno, dei modi per riempire le parti di legno che i tarli e l’umidità si sono mangiati, e come dargli nuova vita con un restyling a tutto campo. Quindi, dato che nella stessa abitazione la ristrutturazione ha riguardato tutti gli infissi, vediamo come abbiamo operato per le finestre e le persiane, che come in tutte le ristrutturazioni andranno prima sverniciate, ricompattate laddove sia necessario e poi verniciate. I materiali necessari sono i seguenti;

  • Carta vetrata grana grossa e grana fine
  • Vernice ad acqua del colore desiderato
  • Impregnante
  • Sverniciatore (in alcuni casi)
  • Stucco per legno
  • Tasselli, colla e chiodi, laddove vi siano grandi parti marcite

Preparazione della finestra e della persiana

Nelle operazioni di ristrutturazione degli infissi per prima cosa si dovrà procedere alla rimozione del vecchio strato di vernice che, in alcuni casi, sarà quasi assente, in altri richiederà l’uso di prodotti specifici come lo “sverniciatore” che andrà spennellato su tutta la superficie in modo tale da agire sulla vernice e facilitarne la rimozione ad opera di raschietto e carta vetrata. Nei casi più comuni però, sarà sufficiente carteggiare con cura le finestre avendo l’accortezza di agire in tutti i punti della superficie.

Se avete una levigatrice orbitale aiutatevi con quest’ultima, farà polvere ma vi faciliterà l’operazione. Una volta rimosso lo strato di lucido e parte della tinteggiatura, si procede alle stuccature con stucco per legno che andrà lasciato asciugare e poi levigato con carta vetrata. In caso vi siano parti poco solide, o pezzi fradici, si dovranno realizzare dei tasselli in legno che andranno fissati con colla vinilica e morsetti e lasciati asciugare 24 ore. (Vedi il link ristrutturazione portone in alto).

Come ristrutturare e verniciare persiane e finestre in legno
Come ristrutturare e verniciare persiane e finestre in legno

Verniciare le finestre

Una volta che la finestra o la persiana è stata riportata a nudo, occorre carteggiarla con carta vetrata fine e lana d’acciaio. Spolverarla molto bene, e tingerla con impregnate. E’ consigliabile passare a due mani e attendere che l’impregnante per legno asciughi bene tra una mano e l’altra. A questo punto si potrà passare anche una vernice neutra o colorata del colore del legno precedente.  Esistono finiture che possono fungere da impregnante e vernice, in tal caso ve la cavate con due mani.

Le finestre in foto hanno venticinque anni circa,  sono al loro secondo restyling da quando sono state costruite. Si trovano in un paesino montano, ed adottano legno grasso di abete che resiste meglio alla pioggia, alla neve, al sole e al freddo. La scelta dei materiali per la ristrutturazione e, in particolar modo per la verniciatura finestre, è abbastanza semplice in quanto il mercato attuale offre una vasta gamma di prodotti di qualità. Non vi conviene lesinare sul prezzo perché maggiore è la qualità della vernice e dell’impregnante, più lunga sarà la durata della verniciatura degli infissi, porte e finestre incluse.

La tinta adottata per queste finestre e persiane è di noce scuro, in tal modo si riesce a coprire anche piccole imperfezioni.

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Candele Natalizie di ogni forma e genere da regalare e regalarsi

Candele profumate Ikea maison du monde
Candele profumate Ikea maison du monde

Il Natale si avvicina e con esso gli acquisti ad esso connesso, si inizia a pensare ai regali e alle classiche decorazioni natalizie, si rispolvera il vecchio albero di Natale ecologico e si procede all’acquisto di uno nuovo sia esso sintetico o naturale. Ed ecco che si comincia a valutare il tipo di decorazione natalizia da utilizzare sia per l’albero che per la casa cercando di abbinare colori e stili e rendendo la casa accogliente in linea con l’atmosfera magica del Natale.

Candele Natalizie di ogni forma e genere acquisto o fai da te?

Tra le vari decorazioni natalizie alcune delle più suggestive sono di sicuro le candele: quella pacata fiammella che arricchisce la nostra tavola di Natale utilizzata per rallegrare l’atmosfera e aggiungere un tocco di romanticismo, adottabile su qualsiasi mobile o proprio come centro tavola. In realtà io amo utilizzarle ogni giorno dell’anno: d’estate per rendere romantiche le serate in terrazza o giardino e, d’inverno, per creare una giusta atmosfera serale e profumare gli ambienti.

Il mercato offre candele di ogni genere e forma da utilizzare in ogni situazione, ma le candele dedicate al Natale ripercorrono la poesia dell’evento adottando forme e colori evocativi in pieno tema; è così che nascono candele a forma di campanella, palla di natale, Babbo natale, fiocchetto di neve o ancor meglio maglioncini, trenini e stelle, piccole renne, casette del presepe, fiori a forma di stella di natale o ancora, cappelli di Babbo Natale e molto altro.

Candele profumate Ikea Maison d Monde

Tra i brand che amo in particolar modo, in termini di acquisto candele, si collocano al primo posto Ikea e Maison du Monde. La scelta ricade sui due brand perché Ikea ha candele belle a costi contenuti, mentre le profumazioni delle candele Maison du Monde sono  ottime ed il packing dei prodotti davvero molto bello. Ciò le rende adatte a regali natalizi diversi dal solito.

Mi sono recata di recente nei due store, ed ho scoperto anche le proposte di alberi di Natale alternativi Maison du Monde,  molto originali. Alcuni prodotti regalo molto belli li trovate anche in Amazon: le ho acquistate anche io quelle in confezione da 4 con vasetto dipinto, e sono bellissime!!!

 

Candele fai da te

Se è vero che il mercato offre moltissimo in termini di scelta candele è altresì vero che realizzare da soli le proprie candele da grande soddisfazione: mai provato? L’occorrente è davvero limitato. Serve della cera in scaglie venduta in pacchetti colorati, un pentolino in metallo e dei contenitori. Per contenitori potrete utilizzare vecchi barattoli in vetro o magri delle scatole in cartone e cartoncino che poi, una volta colata la candela e freddata andrete ad eliminare. Potrete mescolare anche i colori e fare candele a strati. Se non sapete dove acquistare, vi consiglio di sbirciare sotto per stoppini, cera e colori.

 

La cera può essere acquistata nei Bricocenter, nei negozi fai da te come Leroy Merlin nei centri IKEA, o magari anche in alcuni store cinesi sia online che fisici. Da preferire, senza dubbio la buona cera italiana colorata e profumata. Oltre alla cera vi occorre acquistare uno stoppino di dimensioni proporzionate alla candele che andrete a realizzare.

Alcune spatole  potrebbero aiutarvi qualora decidiate di incidere o modellare delle parti della candela, ma qui andiamo sulle candele artistiche, la cui realizzazione è più complessa e dunque vi invito a provarla in un secondo tempo. Per candele fai da te le idee in vetro, come quelle della foto sotto, sono belle, semplici da realizzare e costituiscono una idea regalo perfetta per Natale basta dotarle di nastro e ciondolo in legno reperibile a costi contenuti.

candele fai da te in barattolo-min
candele fai da te in barattolo

Candele originali per natale

Per i più “golosi” vi sono splendide candele a forma di dolci tra cui spiccano candele a forma di fetta di panettone, ma anche panettoni semi interi, cioccolatini e golosissime proposte di ogni genere, per scaldare con gusto la vostra tavola, la stessa ditta propone delle splendide candele natalizie dall’indubbio fascino, realizzate in colori prettamente natalizi quali rosso, bianco e verde ma anche in policromia rappresentate in casette, trenini ed altri articoli molto gradevoli e curati nei minimi dettagli tanto da sembrare veri, piccoli capolavori di cera  da portare in casa per rallegrare la notte e il giorno di Natale o regalare ad amici e parenti.

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Strozzapreti ricetta vegetariana con la zucca

Primo piatto con zucca
strozzapreti con zucca

Gli strozzapreti sono perfetti  per tutti coloro che non amano la pasta all’uovo o non possono mangiarla. Propongo dunque, un primo piatto per allergici, intolleranti o vegani. Infatti si tratta di un tipo di pasta che si ottiene mescolando acqua e farina. Sono originari di varie regioni tra esse Toscana, Emilia, Trentino, Marche, Abruzzo e Lazio. Gli strozzapreti sono una pasta corta e attorcigliata dall’aspetto irregolare. Possono essere conditi in molti modi per questo le ricette degli strozzapreti sono molteplici. Vediamo come si preparano gli strozzapreti con la zucca.

Strozzapreti ricetta vegetariana con la zucca
Strozzapreti ricetta vegetariana con la zucca

Periodo di zucca? Ecco una ricetta primo piatto!

Mangiare sempre pomodoro può stancare oltre a non essere indicato. Dunque una ricetta alternativa senza uova, ne latte, per un primo piatto gustoso mi ha ispirato questa domenica di Novembre. Novembre, e l’autunno in genere, sono mesi in cui tornano in campo zucche, funghi ed anche le castagne. Le zuppe riprendono posto sulle tavole italiane e, con esse, tante ricette ispirate alla natura autunnale ed invernale.

Questa ricetta è valida anche per i vegani, per gli allergici all’uovo o al lattosio. A fine ricetta ho usato anche del formaggio senza lattosio che  può essere tranquillamente non utilizzato e sostituito con formaggi a base di soia o tofu un alimento sano e genuino privo di componenti animali e lattosio.

Zucca a cubetti con cipolla
Zucca a cubetti con cipolla

Ingredienti strozzapreti con zucca

Occorreranno 500 grami di pasta per circa 4 persone.

  • Uno spicchio di zucca circa 300 / 400 gr
  • 1 spicchio di cipolla
  • due noci di margarina vegetale
  • due cucchiai olio extravergine
  • 3 cucchiai vino bianco
  • 1 bicchiere e mezzo d’acqua
  • sale e pepe
  • Galbanino senza lattosio 3 fette da 1 cm

Preparazione primo piatto con zucca

La stessa ricetta potrà essere utilizzata per preparare risotto alla zucca, fettuccine, orecchiette, od altre tipologie di pasta e di primi piatti. In una padella di medie dimensioni mettere le due noci di margarina e porvi a rosolare la cipolla tagliata finemente,  poi aggiungere la zucca. Rimestare e fate cuocere aggiungendo sale e pepe. A cottura quasi ultimata aggiungete 1 bicchiere  e mezzo di acqua, in due tempi.

Lasciate cuocere e aggiungete anche i 3 cucchiai di vino bianco. Schiacciare la zucca con la forchetta e ponete il tutto in un contenitore verticale stretto dove, con un frullatore ad immersione, otterrete un composto a base di zucca, cremoso ed omogeneo.

Rimettete sul fuoco la crema di zucca e lasciate addensare per circa 2 minuti, Aggiungete il galbanino tagliato a cubetti e spegnete il tutto. In una pentola che avrete portato a bollore e salato, fate cuocere gli strozzapreti.  Scolate la pasta e versatela nella padella dove la ripasserete insieme al condimento. Servite in tavola e spolverate, volendo, con del parmigiano.

Zucche e zucchine, fiori inclusi sono tra i prodotti che si portano intavola con frequenza in questi mesi. Per questo vi consigliamo un articolo: Come cucinare i fiori di zucca 5 ricette

L’Amore: sentimento che va coltivato

amore
amore

Molto spesso si sente dire che l’amore deve essere incondizionato, che bisogna dare senza ricevere nulla in cambio. Nulla di più sbagliato! Vediamo perché…

L’amore: sentimento che va coltivato

Se da un lato queste affermazioni sono pienamente vere, e altrettanto vero che la nostra psiche ha,  al suo interno, dei meccanismi molto fragili, motivo per cui, se diamo sempre ed esclusivamente senza ricevere nulla, cominceremo a pensare, in maniera inconscia, che l’altra persona (partner, amica o amico, figli), non ci ami o quanto meno, non ci ami allo stesso modo e con lo stesso trasporto. Quindi, retorica a parte, (perché di retorica si tratta), è giusto dare in modo incondizionato, ma è anche indispensabile, per il buon equilibrio di un sano rapporto, ricevere e sentirsi amati ed apprezzati per quello che si fa e si è.

Va inoltre considerato che il modo in cui amiamo e doniamo, è proporzionale a quanto amiamo, e strettamente connesso al bisogno intrinseco di ricevere.

Quanto e come amare

Se si ama molto qualcuno abbiamo necessità di avere le sue attenzioni, di sentirci gratificati dal rapporto ed amati.  Considerando che,  il “non ricevere”, comporta sempre una grande frustrazione. Lo stesso concetto vale per l’amicizia, una amicizia produttiva, costruttiva e sincera, non  deve essere unilaterale:  questa non è amicizia ma generalmente, si chiama opportunismo, di opportunisti il mondo ne è pieno, ma se vogliamo che un’amicizia funzioni veramente, dobbiamo dedicarci all’altra persona e farle sentire, in primis, che le vogliamo bene.

In ogni rapporto umano c’è la necessità di trovare un equilibrio, senza il quale, il rapporto stesso, tende ad incrinarsi, questo non significa che per donare bisogna ricevere, si ama in maniera incondizionata e si dona allo stesso modo, solo per il piacere di farlo, ma chi, a lungo andare è capace di amare e donare  qualcuno che non ci ricambia e senza appagamento alcuno? Anche in questo caso il sentimento è riferito ad ogni rapporto (familiare, affettivo e di amicizia).

Amore e donare

Se aiutiamo un orfano o una persona in difficoltà, o magari salviamo la vita a qualcuno, in questo caso non ci dobbiamo aspettare un ricambio, ma saremo, ovviamente, gratificati dal fatto stesso di aver aiutato qualcuno che ne aveva bisogno e che, senza dubbio,  ne sarà quantomeno riconoscente, la sua felicità basta a contraccambiare i nostri “sforzi”, ma quando parliamo di rapporti interpersonali il discorso cambia, il nostro cervello è fatto in modo da poter codificare i sentimenti altrui, se quello che percepiamo, da un altro individuo è un menefreghismo assoluto e scarso affetto, questo ci procurerà sofferenza, e la sofferenza, quando è prolungata nel tempo, determina un affievolimento dei sentimenti che proviamo per l’altra persona ed il nascere di problematiche e rotture. Il segreto per essere felici è proprio quello di rispettarsi e rispettare, comprendere le proprie esigenze e quelle altrui anche in termini di amore e affetto.

Partner e figli

Se con un partner, e soprattutto con un figlio, siamo talvolta meno esigenti, di sicuro ci aspettiamo di più dalle amicizie, quelle  con la “A” maiuscola, che generalmente si contano sulla punta delle dita.

Concludendo, quando teniamo veramente ad una persona e l’amiamo, non dobbiamo perdere di vista le sue aspettative, ne tanto meno sottovalutare ciò che ci viene incondizionatamente offerto per affetto o amore, è l’errore più grande che si possa fare in qualsiasi rapporto, in quanto “L’amore è un sentimento che va coltivato“.