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sabato, Ottobre 25, 2025
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Reborn colori da forno vs colori acrilici: caratteristiche a confronto

Reborn dipinta colori acrilici da Mara Mencarelli
Reborn colori da forno vs colori acrilici: caratteristiche a confronto

Per realizzare le bambole reborn di cui vi abbiamo parlato dettagliatamente “Cosa sono le bambole reborn” vi sono diversi metodi e soprattutto, differenti tipologie di colori. I colori acrilici, atossici e diluiti con acqua e fissativo, e i colori da forno che richiedono un impegno maggiore e tempi di lavorazione più lunghi. La scelta tra colori da forno e colori acrilici per la realizzazione di bambole reborn è una decisione cruciale che incide anche sul risultato finale nonché sulla lavorazione. Entrambe le tipologie di colori presentano pregi e difetti che andremo a vedere nel dettaglio.

Reborn colori da forno vs colori acrilici: caratteristiche a confronto

I colori da forno per le reborn sono quelli che normalmente venivano usati per la realizzazione delle bambole rinate. In genere sono i colori Genesis ma attualmente si trovano anche altre marche inclusa quella che ha sostituito i Genesis ossia la IRHSP.

Solo successivamente sono stati introdotti i colori acrilici che essendo ad acqua asciugano rapidamente, non sono tossici e richiedono dei tempi di lavorazione meno lunghi rispetto ai colori da forno. Entrambe le tipologie di colori, quelli da forno e quelli acrilici presentano dei pregi e difetti specifici che è importante conoscere, prima di decidere quali colori utilizzare.

Colori da forno per reborn richiedono un forno

I colori da forno per reborn hanno un costo leggermente superiore, cosa che non incide più di tanto, in quanto anche gli acrilici se scelti di ottima qualità, hanno un prezzo analogo. Tra le marche ricordiamo gli Ultimate Fusion e i Liquitex (6 colori primari 45 euro circa) di cui si trovano anche diluente ottimo e fissativo “sigillante mate”.

La differenza di base sta nel fatto però, che mentre i colori acrilici asciugano all’aria quelli da forno richiedo l’acquisto di un forno specifico. Al prezzo del forno va aggiunto che questi colori in fase di cottura sono tossici per cui è consigliabile porlo in un ambiente specifico ben ventilato.

Miscelare i colori acrilici, farli aderire e fissarli

L’utilizzo dei colori acrilici è molto più facile rispetto ai colori da forno motivo per cui l’utilizzo di questo tipo di colori è consigliabile per chi è alle prime armi. Per far aderire il colore al kit reborn serve utilizzare dei prodotti specifici. Fissativi e diluenti servono a tale scopo e per lo più si tratta di prodotti non tossici che però in alcuni casi possono dar e problemi di allergia.

Resistenza dei colori da forno vs colori acrilici

Ovviamente i kit reborn vanno lavati e sgrassati con acqua calda e sapone in entrambi i casi, sia che si opti per colori da forno, che per i colori acrilici. Fatto questo procedimento di lavaggio si attende l’asciugatura, e si procede alla pittura con l’ausilio anche di diluenti e fissativo e sigillante.

Consigliabile, specie per i colori acrilici, utilizzare i guanti per non sporcare il kit con il grasso che potrebbe essere sulle mani anche se in minuscole particelle.

COLORI DA FORNO – Le reborn dipinte con i colori da forno presentano una maggiore resistenza, durano nel tempo, ed offrono una finitura estremante naturale. Sono più difficili da utilizzare e miscelare e richiedono l’uso del forno, insieme ad un ambiente adatto. Alcuni kit potrebbero danneggiarsi nell’utilizzo del forno specie i kit cloni, ma non solo.

COLORI ACRILICI – I colori acrilici sono più facili da utilizzare, si miscela facilmente, non sono tossici e permettono di creare sfumature, vene, rossori con facilità. Nel tempo se non opportunamente fissati e se la reborn non è tenuta con cura, possono scolorirsi o graffiarsi.

Reborn colori da forno vs colori acrilici: quali scegliere?

Alla luce di ciò che abbiamo detto sui colori acrilici e sui colori da forno per reborn non esistono i colori migliori o i colori peggiori, ma solo colori diversi tra loro con caratteristiche e peculiarità differenti tra cui scegliere. La scelta andrà operata in base alla propria esperienza e alle proprie preferenze.

Se non si possiede un ambiente ben areato in cui inserire il forno di cottura delle vernici, allora è meglio optare per la soluzioni più sostenibile e salutare che prevede l’uso dei colori acrilici.

Dipingere le reborn è un’arte e consente di rilassarsi ed esprimere la propria creatività, ragion per cui, provare ogni tecnica di pittura è sicuramente la cosa migliore se si decide di intraprendere questa strada.

Nel caso in cui invece si voglia solo provare a creare bambole reborn per se stessi, saltuariamente, allora i colori acrilici costituiscono un ottima soluzione. In ogni caso è bene scegliere un kit che piaccia e che, specie all’inizio non abbia dei costi troppo alti: Come scegliere il kit Reborn perfetto.

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Quando lo smart working diventa stressante

Quando lo smart working diventa stressante
Quando lo smart working diventa stressante

Dopo la pandemia lo smart working è diventato più comune anche qui in Italia. Alcuni amano molto questa forma di lavoro. Consente di alzarsi più tardi, rimanere a casa evitando il traffico delle grandi città, permette di organizzare il lavoro come meglio si crede: ma è tutto oro ciò che rappresenta lo smart working? In realtà no. Per alcune categorie e, nello specifico quelle femminili, lo smart working, o lavoro da casa diventa stressante e oggetto di ulteriore aggravio delle mansioni della donna. Ma scopriamo quando lo smart working diventa stressante.

Quando lo smart working diventa stressante

Va detto che lo smart working è senza dubbio una fonte utile di lavoro svolto in maniera alternativa che permette di ottimizzare il lavoro. Ma Questo accade se si è single o se in casa, pur vivendo in coppia o con famiglia, generalmente non si svolgono altre mansioni e si delega la gestione della casa e dei figli (se vi sono) ad altre persone.

Ed è proprio da qui che vogliamo partire. Si parla tanto di parità di genere ma nel 90 % dei casi la donna lavoratrice che lavora da casa o fuori casa non riesce a svincolarsi da tutte le incombenze familiari. Ma quando si lavora a casa ciò che spesso accade è davvero stressante per la donna.

Lavorare da casa per le donne con famiglia

Se è vero che in alcuni casi lavorare da casa risulta essere davvero comodo per uomini e donne, vi sono poi tutte una serie di situazioni in cui o stress che deriva dallo smart working è connesso ad abitudini familiari in cui si tende a riversare ogni tipo di incombenza sulla donna.

Il telefono squilla; la donna risponde. Il citofono suona, la donna va ad aprire. C’è da fare il pranzo la donna provvede. C’è un lavatrice da attaccare, i panni da stendere, la cena da mettere su… il bambino che piange e chiede attenzione. In tutte queste mansioni citate (ed anche in altre), molto spesso interviene la donna.

Durante la pandemia mio figlio fece diversi esami online e anche in quelle situazioni alcune delle sue professoresse si sono ritrovare a fare gli esami con i bambini che richiedevano la loro attenzione disturbando l’esame.

La cosa grave, a mio avviso, è che queste donne non erano sole in casa, c’erano i mariti che non stavano lavorando. e avrebbero dovuto occuparsi dei bambini senza attendere l’urlo e la richiesta d’aiuto che è inevitabilmente arrivata.

Ma si sa, nella maggior parte delle famiglie, spesso, il punto di riferimento dei figli piccoli, ma anche di quelli grandi, sono le mamme. Non è scontato, e neanche giusto che sia così, ma spesso accade questo. Nella vostra non è così?

La mia esperienza di lavoro da casa

So che tra quelli che leggeranno vi saranno una marea di negazionisti. Chi non vuole vedere, non vede. E’ da sempre così e sempre sarà così. Quindi inutile aspettarsi che tutti riescano a calarsi nella situazione citata dello smart working al femminile e nell’esempio di alcune professoresse dell’università la Sapienza di Roma.

Sicuramente ci sono e ci saranno sempre delle eccezioni, ma in linea di massima, la situazione è quella citata. Lavoro da casa da vent’anni e ho sempre dovuto dividermi tra il lavoro in smart working, la casa e la famiglia.

Alle volte lavorare da casa ti da la sensazione che gli altri pensino che tu non lavori: ma non è così. A fine mese e anche durante il mese stesso, i soldini entrano, perché qualcuno ha lavorato. Qualcuno si è seduto alla scrivania ed ha prodotto.

Qualcuno che però, contemporaneamente, ha risposto al telefono, ricevuto il terzo fattorino del giorno (per i figli) al cancello, preparato il pranzo, pulito la casa, lavato e steso i panni, e tutto questo, ovviamente, con enorme aggravio e stress.


Personalmente, e non esagero, non riesco a stare alla mia scrivania per due ore di fila senza essere disturbata almeno 3 o 4 volte. Anche quando cerco di organizzarmi il lavoro al meglio, intervengono 2000 fattori a rompere l’idillio “del riuscire a lavorare in tranquillità”. Non nego che probabilmente qualche responsabilità la devo avere sicuramente anche io.

Dentro le mura domestiche o tra i colleghi d’ufficio: dov’è meglio lavorare? La risposta è ovvia: dipende dalle situazioni!

Altre situazioni di smart working no stress?

Sicuramente donne single o in coppia ma senza figli riescono a lavorare da casa con enorme serenità senza dover sentire il peso di altre 200 mansioni, ma credo che questa situazione lavorativa da casa per le donne sia davvero una fregatura.

Se da un canto lavorando in smart workin possiamo organizzarci il lavoro, o almeno speriamo di riuscire a farlo ed organizzarci anche le incombenze di casa, spesso ci troviamo a fare tutto insieme e magari neanche nel modo in cui vorremmo perché finiamo per trascurare inevitabilmente qualcosa.

Lavorare no stop

Spesso lo smart working svolto in maniera autonoma rischia di diventare un lavoro no stop. Lo smart working mi ha permesso di lavorare come blogger anche di sabato e di domenica, durante le festività, così come di portarmi il PC in vacanza e continuare a lavorare sempre e ovunque, unendo così lavoro, vacanza e incombenze: tutto questo vi sembra un vantaggio? No, non lo è!

Potrebbe esserlo, ma probabilmente, gestito in questo modo, non lo è di sicuro, ne per me, ne per nessun’altra persona, donna o uomo che sia.

Ecco, queste sono sicuramente alcune delle situazioni in cui lo smart working diventa stressante: tu ne conosci altre? Ti è capitato di vivere del lavoro da casa in questo modo? Se si raccontamelo nei commenti!

5 curiosità che non sapevi su Starbucks

5 curiosità che non sapevi su Starbucks
5 curiosità che non sapevi su Starbucks

Fra aneddoti inaspettati e sorprendenti lasciamoci affascinare dalla storia di Starbucks, la più grande catena di caffè al mondo. Quella incentrata sul colosso del caffè è una narrazione che contempla la fase di avvio, con la nascita del primo negozio negli anni ’70, ci permette di scoprire la varietà dei menù, per arrivare agli aspetti che coinvolgono elementi di più stretta attualità quali l’estetica e la sostenibilità con cui ha scelto di operare. Vogliamo quindi svelarvi 5 curiosità che non sapevi su Starbucks.

Starbucks, una storia di grande successo

Dalla commercializzazione di innumerevoli miscele di qualità, all’accoglienza calorosa che si respira nelle caffetterie di proprietà, quella di Starbucks, dagli anni ’70, è l’effige di una storia di autentico successo, che ha contribuito a far crescere la cultura del caffè in America e nel mondo.

Considerata per dimensioni la più grande catena di caffè al mondo, Starbucks è presente in più di 70 paesi, e conta più di 160mila dipendenti, dispone inoltre, di 30 mila negozi e vende al pubblico ogni anno 4 miliardi di tazze di caffè.

Si tratta di un prodotto di qualità che oggi si può sorseggiare comodamente a casa come al bara, grazie alla nuova generazione del gusto che contempla l’utilizzo di capsule per il caffè. Le capsule Starbucks sono una proposta che unisce al prodotto iconico come quello offerto da Starbucks l’esperienza di Nescafé Dolce Gusto.

Per conoscere più da vicino la realtà di questo brand iconico del caffè, non resta che lasciarsi affascinare da una narrazione coinvolgente e inaspettata, fatta di innumerevoli dettagli. Eccone cinque che garantiscono al lettore di scoprire interessanti curiosità su questo colosso del caffè.

1 negozio aperto a Seattle nel 1971 e la regola dei dieci minuti

Nata negli anni ’70 per mano di Jerry Baldwin, Gordon Bowker e Zev Siegel, Starbucks ha mosso i primi passi a Seattle con l’apertura nel 1971 della rivendita capostipite. Il primo negozio era specializzato nella produzione e distribuzione di caffè in chicchi tostati, provenienti da ogni parte del mondo.

Fra gli aneddoti che caratterizzano i negozi Starbucks la più particolare è la regola dei 10 minuti che considera l’apertura e la scelta di servire caffè e bevande 10 minuti prima dell’orario ufficiale, e fissa la chiusura 10 minuti dopo.

2 Il primo Starbucks caffe latte venne servito nel 1984

Risale al 1984 il primo caffè latte servito da Starbucks grazie a uno dei capisaldi dell’esperienza tutta italiana in fatto di caffè. A garantire un interessante punto di svolta, infatti, fu l’idea di Howard Schultz di far rivivere in America la tradizione dei caffè italiani.

Durante un viaggio nel nostro paese nel 1983 Schultz, storico presidente e amministratore delegato di Starbucks, restò affascinato dall’esperienza italiana e dalla cultura in fatto di caffè, tanto da decidere di trasferirla negli Stati Uniti, servendo nel 1984 il primo Starbucks caffè latte.

3 A chi deve il nome Starbucks?

I tre fondatori, che frequentarono l’Università di San Francisco, decisero di battezzare l’azienda con il nome del primo ufficiale di coperta, la cui figura emerge palpitante dalle pagine di Moby Dick, il romanzo capolavoro di Melville. La scelta del nome avvenne dopo aver bocciato altre due ipotesi ovvero ‘Cargo House’ e ’Pequod’, tratte sempre da quello che viene considerato uno dei libri più noti della letteratura americana e mondiale.

4 I menu targati Starbucks, 87mila combinazioni di gusti

Come sottolinea Lisa Passe, portavoce dell’azienda “Se si considerano tutte le nostre bevande principali, e le si moltiplicano per le possibili customizzazioni di ciascun prodotto, di ottengono oltre 87 mila combinazioni”.

Le 87mila combinazioni sono disponibili all’assaggio nei bar della catena dove, fra gli altri, si possono gustare 40 diversi tipi di frappuccino, i classici espressi, il caffè freddo, le cioccolate calde. Questo perché la preparazione del caffè è una vera arte così come la composizione delle sue miscele aromatiche.

In fatto di gusto è un’occasione imperdibile lasciarsi tentare dai topping, sinonimo di gusto ricercato, e dalle innumerevoli integrazioni vegetali quali cocco, soia, avena e mandorla.

5 Un caffè etico sostenibile

Starbucks ha raggiunto negli anni scorsi un obiettivo ragguardevole tagliando il traguardo del 99% di caffè proveniente da approvvigionamento etico.

Con l’acquisto nel 2013 di una piantagione di caffè in Costa Rica, Starbucks ha scelto di puntare a una tipologia di coltivazione che tiene nella massima considerazione i cambiamenti climatici, le malattie e la spiacevole diminuzione delle risorse naturali.

La fattoria si è trasformata in un vero e proprio centro globale di ricerca e scoperte. Il team che opera al suo interno lavora alacremente, cercando di aiutare tutti i coltivatori del pianeta ad affrontare le sfide imposte dal terzo millennio.

Dal 2013 ad oggi, grazie alla cultura della sostenibilità, Starbucks ha limitato le emissioni di CO2 per euro generato con una diminuzione del 30%.

Fra le novità, impossibile non evidenziare la bontà di Pistacchio Velvet Latte, che coniuga l’espresso a una bevanda vegetale a base di avena con sciroppo al gusto di pistacchio.

Parte integrante del menù è il Grand Coffee, che dispone di 330 milligrammi di caffeina, in grado di quadruplicare la consistenza della Red Bull.

In origine le misure delle tazze consideravano la presenza di 350 ml di prodotto nella tazza grande, e 240 ml nella tazza piccola, per arrivare oggi alla tazza grande che contiene quasi 900 ml.

L’utilizzo di latte nei bar della catena raggiunge i 93 milioni di galloni l’anno, una quantità che, a conti fatti, è sufficiente per riempire 155 piscine olimpioniche.

Tavolo decorato: come realizzarlo

Tavolo decorato: come realizzarlo
Tavolo decorato: come realizzarlo

Ci sono mille modi per creare un tavolo decorato e personalizzato e per procurarsi la struttura di base. Diciamo che il sistema più semplice è quello di acquistare un tavolo che abbia il vetro che ricopre la superficie superiore, asportarlo e decorarlo come si  preferisce. Ma in alternativa fatevi realizzare o realizzate, una struttura con dei profilati di metallo, utilizzate come fondo del piano un pannello in legno, (multistrato) e interponete tra esso e il vetro delle decorazioni. Ovviamente il piano in legno verrà trattato con tura-pori, carteggiato tinto (tintura ad acqua) e lucidato. Ma i modi e le tecniche per la creazione di un tavolino decorato in metallo o legno sono molteplici: scopriamone alcune!

Come creare un tavolo decorato personalizzato

Un tavolo decorato potrà essere personalizzato utilizzando un’infinità di elementi naturali: fiori, foglie, sabbia, conchiglie, mosaico. Potrete ad esempio considerare l’utilizzo di tessuti, pizzo o tele da inserire nella parte sottostante di un vetro o cristallo.

Per chi ama il contrasto tra la semplicità e l’opulenza si potranno adottare due materiali molto diversi tra loro, tra tela grezza o materiale in lino o seta. Se si è inclini ad un’interpretazione artistica la tecnica del collage permetterà di mescolare tra di loro materiali come legno, sassi, riviste e colori. Il tutto poi verrà ricoperto e conservato dal vetro. 

Oltre all’estetica infatti il tavolo assume anche un ruolo di funzionalità estrema e dunque dovrà essere reso fruibile, specialmente se verrà utilizzato di frequente. La scelta del piano e dei materiali da utilizzare o inserire andrà dunque operata con attenzione in modo da garantire bellezza e funzionalità del tavolo. 

Idee tavoli decorati
Idee tavoli decorati

Decorazioni tematiche del tavolo

Per la scelta, sicuramente utilizzare un tema specifico può costituire una valida soluzione. Ad esempio, se si vuole creare un tavolo che si inserisca in un atmosfera marittima di una casa al mare saranno indicati materiali come sabbia, piccole conchiglie e fotografia di vacanza al mare. Questi materiali inseriti sotto un piano di vetro creeranno la giusta atmosfera.

Per un tema botanico, invece, foglie secche, fiori essiccati, ma anche piccole piantine grasse o muschio, potranno costituire le decorazioni da inserire al di sotto del piano in vetro. 

Una variabile interessante può venire anche dalle stagioni e dalle festività consentendo di modificare l’interno del tavolo in base al periodo, sperimentando creazioni che si identificano con il periodo come l’autunno, halloween, le feste di Natale e così via. 

Tavoli a scacchiera

Un ‘altra soluzione consiste nell’utilizzare dei tavolini  e arricchirli di scacchiera: sono i cosiddetti tavoli da ludo o tavola reale che possiedono dei disegni molto semplici e facili da realizzare.

Per quel che concerne le decorazioni possiamo adottare il dipinto, il ricalco, il dipinto su cartoncino che poi andremo ad interporre tra piano e vetro, romantiche composizioni floreali, utilizzando fiori pressati e seccati,  in questo caso è meglio adottare una lastra di cristallo pesante che possa mantenere ferme le decorazioni floreali.

Se invece puntate su delle decorazioni meno romantiche e d’effetto, potete utilizzare stampe fotografie e cartoline scelte con cura nonché i classici stickers prodotti in vari  disegni e colori.

Sicuramente vale la pena considerare la tecnica del reverse decoupage. Una variante che prevede l’applicazione di elementi decorativi sul lato inferiore del vetro in grado di dar vita ad un effetto tridimensionale che valorizza l’estetica del tavolo.

Come fare?

Si utilizzano delle immagini ritagliate, canovacci stampati e persino tessuti leggeri per creare un’effetto sorprendentemente piacevole Va detto però di non dimenticarsi di abbinare le decorazioni e quindi il tavolo al tema generale dell’arredamento per poter così garantire un aspetto armonico d’insieme di tutti gli elementi presenti nella stanza. 

Tavolo-decorato
Tavolo-decorato

Decorazioni floreali e sticker

Per decorazioni floreali, sticker e quant’altro, è consigliabile lo sfondo di colore chiaro, mentre se optate per decorazione in decoupage che andrete poi a proteggere con vetro o cristallo, molto dipende dal disegno che decidete di adottare.

Se non siete abili disegnatori munitevi di formine per la realizzazione dello stancil o in alternativa realizzatele voi usando un taglierino o stampini di fortuna ottenibili con fantasia anche utilizzando semplicemente una patata tagliata.

Qualunque sia il metodo o la tecnica che scegliete per decorare il vostro tavolo cercate di non farvi prendere troppo la mano e considerate sempre il tipo di arredamento in cui andrete ad inserirlo abbinando i colori e la tecnica di decorazione.

Ad esempio, in un arredamento classico andranno bene tavoli con fiori essiccati decoupage, stencil, o dipinti, mentre per un arredamento moderno è indicata una scacchiera ludica dai colori vistosi o un bel fondo tavolo ricco di fotografie e cartoline, ma può andare bene anche una bella decorazione dipinta in forme stilizzate in bicromia o policromia caratterizzata magari da triangoli cerchi e quadrati nei colori adottati per l’arredamento della stanza, o riccioli in bianco e nero, nero e rosso  blu e rosso. Per i colori considerate quelli già presenti nell’arredo esistente.

Un’altra soluzione, sempre di grande fascino ma semplice nella realizzazione, è quella di acquistare tavoli in cristallo definiti a bacheca ed inserire al loro interno ciò che desiderate, incluse pietre lucidate, conchiglie e minerali e fiori essiccati.

Tavolo in legno dipinto

Se la pittura è il vostro forte potrete allora procuravi un tavolo in legno vecchio, di recupero e riciclo, e riverniciarlo creando dei disegni e un dipinto a vostro gusto. Piccole decorazioni, mortivi floreali, o una cornice che ne valorizza il contorno possono rappresentare una valida soluzione decorativa per un tavolo di questo tipo. Un tutorial in merito lo trovate in questo articolo “Tavolino shabby chic in 5 passaggi“. 

Un tavolo che prenderà vita piano piano interpretando i vostri gusti e l’atmosfera del momento specie se si opta per i tavoli a bacheca apribili  che consentono di modificare il contenuto e la vena artistica con facilità. 

Vi abbiamo fornito spunti ed idee ora sta a voi fare un buon lavoro e divertirvi nella creazione.

Pressare i fiori tecnica di base

Carte da parati design unico: decorazione d’interni affascinante

Carte da parati design unico: decorazione d'interni affascinante
Carte da parati design unico: decorazione d'interni affascinante

Tinteggiatura o carta da parati? In alcuni casi la tinta trova risposta a molte applicazioni d’arredo ma la carta dea parati, sicuramente più carismatica, offre soluzioni d’arredo dal design unico che conferiscono carattere e stile alle stanze. Carte da parati dal design particolare, sono in grado di evocare stili diversi: da quello vintage per arredare un soggiorno classico, od anche una cameretta per i bambini, fino a quelle più moderne ed esclusive che riescono ad esaltare lo spazio. Ville o piccoli appartamenti trovano fonte di ispirazione nella carta da parati di alta qualità: scopriamo il perché!

Carte da parati design unico firmate da illustratori e designer

La carta da parati di oggi, ed il parato in genere, è sempre più sofisticato ed offre scelte ampissime. Si ricercano stili e fantasie con disegni realizzati da grandi illustratori e designer di rilievo, motivi che riescono davvero a fare la differenza in uno spazio da arredare con grande gusto.

Rivestimenti murali di questo tipo si trovano sia nei negozi fisici, che online. Molti i siti che offrono la vendita di carta da parati, ma alcuni hanno qualcosa in più: tanta qualità nei materiali, insieme a carte da parati dal design unico come quelle visionabili nel sito photowall, qui troverai carta da parati con design unico per arredare la tua casa con grande personalità.

Il ruolo della carta da parati nell’arredamento

La carta da parati non solo è un componente d’arredo, ma rappresenta un mezzo espressivo in grado di raccontare storie e suscitare atmosfere. Infatti, ogni disegno riesce a trasformare il luogo in cui viene installato, evocando dal romanticismo assoluto, al vibrante e audace senso di coinvolgimento.

Quando si sceglie una carta da parati, si entra in una narrazione visiva che tende ad abbracciare il proprio stile personale, e che si traduce nell’essenza dell’ambiente. Progettisti, illustratori e designer con la loro visione artistica valorizzano i materiali in maniera significativa dando vita a creazioni che permettono di personalizzare e lasciare il segno.

I dettagli raffinati e le tonalità scelte con estrema cura, arredano con gusto ed evocano emozioni e, talvolta, anche dei ricordi. Per esempio, immaginate di entrare in una stanza adornata un parato dai motivi geometrici audaci, dove linee e curve donando all’unisono in piena armonia.

Immaginate anche un altro ambiente decorato con delle fantastiche illustrazioni che evocano un mondo incantato e fiabesco, immagini visive in grado di trasportarvi in una dimensione surreale infantile. Ecco: questo è il potere evocativo della carta da parati. Ecco perché la scelta del tipo di carta da parati è fondamentale nell’arredamento.

Quale carta da parati scegliere?

Appurato che la qualità la si trova in moltissimi negozi che forniscono questo tipo di prodotti, quello che farà poi la vera differenza dal punto di vista dell’arredo, e dello stile, è la scelta del disegno. Disegni geometrici dal sapore vintage conferiranno un tocco di eleganza senza tempo alla stanza che ospiterà questo tipo di carta.

Forme di animali integrate in contest botanici invece, daranno un tocco di modernità e di allegria agli ambienti, Per i bambini si trovano carte da parati fantasiose, ricche di dettagli, fatte per rallegrare gli ambienti e per stimolare la fantasia del bambino. Ma non finisce qui.

La carta non deve necessariamente diventare l’unico protagonista di una stanza, si potrà infatti optare anche per soluzioni miste.

Carte da parati lavabili e tessuto: personalità e sostenibilità

Scegliere la carta da parati è un’azione che merita davvero molta attenzione. Ogni stanza ha le proprie esigenze e caratteristiche, la scelta del design è in grado di far emergere perfettamente la propria personalità.

I tessuti non tessuti, ossia le tappezzerie murali, e le carte lavabili, ad esempio, offrono praticità d’uso senza per questo comprometterne l’estetica.

Non ci dimentichiamo poi che le carte da parati ecologiche realizzate con materiali sostenibili arricchiscono esteticamente gli ambienti domestici ma rispecchiano, al tempo stesso, l’impegno personale rivolto verso l’ambiente.

Attraverso la scelta giusta e ponderata di texture e colori, nonché di materiali, si riesce a creare un racconto armonico che renda la propria casa calda, accogliente ed evocativa, in sintonia con il proprio essere con lo stile più adeguato ad esso.

Carte da parati, legno e tinta

Quando una carta da parati è particolarmente ricca, decorata in modo eccellente, tanto da poter simulare un gigantesco quadro, la si potrà utilizzare anche per decorare una sola parete della stanza. A completare il tutto si potrà utilizzare una cornice perimetrale bassa in legno, magari uno zoccolo di rifinitura bugnato o comunque lavorato e, sulle altre pareti, utilizzare la vernice.

L’effetto che si ottiene è sbalorditivo: elegante, evocativo e raffinato, perfetto in ogni ambiente, dalla camera da letto al soggiorno, dalla camera dei bambini, fino allo studio.

Carta da parati di design e zoccolo in legno
Carta da parati di design e zoccolo in legno

Creare zone separate con la carata da parati

La carta da parati, se sapientemente utilizzata, può essere una valida soluzione che visivamente vi aiuta a separare le zone creando pannelli murali suggestivi.

Ad esempio un soggiorno con cucina annessa potrà trovare una valida alleata nella carte da parati con stampe che, attraverso la foderatura del muro con carta, crea una zona separata per l’area che accoglie l’angolo pranzo, il salotto o quant’altro. La foto sottostante ne è un valido esempio.

Innegabilmente l’accostamento tra la carta da parati e i materiali naturali, come il legno, si rivela una scelta raffinata che riflette un design consapevole e caldo. Optare per legno dai toni naturali o tinte neutre come il bianco in stretta armonia con i colori della carta scelta riesce ad esaltare la bellezza di entrambi i materiali.

Creare zone separate con la carata da parati
Creare zone separate con la carata da parati

I dettagli in grado di fare la differenza

Carta da parati e complementi d’arredo come mensole in legno, cornici e piante, sono in grado di arricchire ulteriormente il contesto, creando un senso di continuità e coesione in tutta la stanza.

Le piante e di dettagli botanici in genere, come anche i fiori, sono in grado di aggiungere all’ambiente freschezza, vitalità e colore, stimolando un legame visivo e sensoriale con la natura.

Queste scelte estetiche e talvolta funzionali, non solo sono in grado di abbellire gli ambienti, ma evocano sensazioni visive e mentali connesse al proprio gusto, ma anche allo stile, al comfort e al benessere.

Possiamo dunque affermare che la scelta della carta da parati non è solo estetica, ma va ad abbracciare tutta una serie di dettagli, inclusa la sostenibilità che coinvolgono, inevitabilmente, anche il proprio benessere emotivo e sensoriale.

Stile moda uomo Old money cos’è e come interpretarlo

Stile moda uomo Old money cos'è e come interpretarlo
Stile moda uomo Old money cos'è e come interpretarlo

Cos’è lo stile Old money? Si tratta di uno stile moda maschile che interpreta un estetica che evoca un senso di ricchezza di tipo ereditario, ossia di rampolli provenienti da famiglie benestanti che vestono in modo elegante e raffinato. Lo stile moda uomo Old Money è tradotto letteralmente “vecchi soldi” ma non si tratta però di un modo di vestire che ostenta lusso, ma piuttosto di indossare dei capi d’abbigliamento realizzati con tessuti pregiati e caratterizzati da alta sartoria per uomo.

Stile moda uomo Old money come interpretarlo?

Lo stile Old money è ispirato all’abbigliamento delle famiglie aristocratiche così come delle èlite intellettuali ed è in grado di trasmettere accuratezza dei capi scelti e sofisticatezza. Per interpretare questo stile moda raffinato, è importante scegliere bene i capi da indossare e concentrarsi anche sui dettagli. Anche gli accessori da abbinare all’outfit dovranno essere di qualità, come orologi in pelle dal nome noto, occhiali da sole classici e scarpe di pelle.

La scelta dei tessuti e il taglio sartoriale per outfit Old money

Ma quello che riveste maggior importanza nella creazione di un outfit Old money, è la scelta di tessuti di qualità preferibilmente naturali come il cashmere, la lana merino, il lino ed il cotone selezionato.

La sartoria dovrà essere impeccabile e dar vita a capi ben tagliati che si adattano perfettamente al corpo di chi li indossa. Affidarsi ad un bravo sarto o a brand di rilievo che offrono anche modelli su misura è indispensabile per vestire Old Money.

Old money colori da indossare

I colori da preferire sono senza dubbio i colori neutri con una palette cromatica composta da tonalità come il beige, il bianco, il blu navy ma anche grigio e marrone.

Preferibile optare per outfit monocromatici con scelta di colori ton sur ton, o per outfit in due colori, sempre eleganti e discreti.

Sicuramente un guardaroba ben fornito avrà anche una discreta quantità di capi essenziali che interpretano lo stile Old money, anche se spesso chi veste in questo modo tende a farlo su tutta la linea.

Capi essenziali per lo stile Old Money

Appurato il fatto che lo stile necessita di tessili di qualità e capi sartoriali vi sono alcuni indumenti che si rivelano essenziali per coloro che decidono di vestire in questo stile moda uomo Old Money.

Capi essenziali per lo stile Old Money: blazer e camicia stile old money
Capi essenziali per lo stile Old Money: blazer e camicia stile old money

Blazer o giacca

Sono necessari capi come il blazer, un capospalla versatile e raffinato che può essere usato in ufficio, così come per il tempo libero. Una sola giacca non basta. Un bel guardaroba dovrebbe averne almeno 3 o 4. Più alcuni abiti da uomo completi, sempre dal taglio sartoriale ben curato. Consigliabile puntare per colori versatili adatti allo stile come il beige, il marrone, il grigio scuro e il blu navy.

La Camicia Oxford

Inutile negarlo, questa camicia rappresenta un must, un classico intramontabile che ogni uomo dovrebbe avere nel suo guardaroba per comporre outfit di classe come quello Old money. La peculiarità della camicia oxford è quella di essere prodotta con cotone di alta qualità, denominato appunto “Oxford”. Nel taglio queste camicie sono caratterizzate da colletti button down e presentano una linea classica elegante e raffinata.

Pantaloni a sigaretta e maglioni in lana pregiata

Non solo giacca e camicia rivestono un ruolo importante anche la scelta dei pantaloni da abbinarvi e, per l’inverno dei maglioni in lana pregiata sottile sono da considerare. Da considerare, dunque, dei pantaloni a sigaretta eleganti e versatili perfetti sia con un paio di mocassini che con delle scarpe derby da uomo.

Maglioni e polo

Non solo camicie, per l’inverno i maglioni saranno caldi e di qualità mentre per l’estate sono perfette delle comode polo magari griffate e di qualità superiore.
I maglioni invece, come accennato, saranno in morbida e calda lana come il mohair o il cashmere.

Stile Old money e linee classiche

Sicuramente, trattandosi di uno stile aristocratico tipicamente classico le linee moda da prediligere sono tendenzialmente classiche, talvolta retrò. Indicati i blazer, i pantaloni a sigarette, le camicie oxford ed i cardigan uomo di cui vi abbiamo parlato spigando tutti i modelli tra cui scegliere.

Brand che producono capi in stile Old Money?

A questo punto se si è deciso di vestire Old money perché lo stile ci piace e ci rappresenta è bene anche sapere quali brand producono capi in stile Old money. Vediamone alcuni!

Brooks Brothers è un marchio storico che offre una vasta gamma di capi classici di alta qualità.

Loro Piana è un brand famoso per la scelta dei tessuti pregiati usati per la produzione di capi sartoriali

Pini Parma, in foto copertina, è specializzato in abiti sartoriali, blazer e pantaloni su misura un marchio che offre prodotti e tessuti di qualità a prezzi ottimi.

Incotex invece è un’altra eccellenza moda uomo tutta italiana specie nella produzione di pantaloni in stile Old Money.

Thom Browe è invece un designer che ha interpretato in chiave moderna alcuni codici dell’abbigliamento Old money rivalutando dei classici dell’abbigliamento.

Altri brand che producono capi in questo stile classico sono: VC bianco privato; i fratelli Brooks; Luca Faloni; Di Drake; J Premere; Johnston & Murphy che offre una selezionata quantità di capispalla e calzature, e molti altri.

Brand che producono capi Old money
Brand che producono capi Old money

Perché scegliere lo stile Old Money maschile?

Lo stile Old Money ha più punti a suo favore: in primis è eleganza senza tempo e permette di creare un guardaroba duraturo sempre attuale. Si tratta dunque didi scegliere capi di qualità intramontabili che vi accompagneranno per lungo tempo.

Tra i vari stili moda uomo, questo stile trasmette un senso di raffinatezza ed evoca sicurezza e charme contribuendo a rafforzare la propria immagine

Sicuramente uno stile maschile che ha un’estetica affascinante e versatile che permette di esprimere la propria personalità con eleganza e discrezione.

Lupi mannari-licantropia: malattia genetica chiamata “Ambras”

Lupi mannari-licantropia: malattia genetica chiamata "Ambras"
Lupi mannari-licantropia: malattia genetica chiamata "Ambras"

Sin da bambini sentiamo raccontarci storie, nei film e nelle favole di fantomatici lupi mannari, uomini con il corpo ricoperto da peli che risentirebbero dell’influenza della luna. Come in ogni leggenda esiste anche in questo caso un piccolo fondo di verità. I lupi mannari, altro non sono che individui di sesso sia maschile che femminile affetti da una forma di ipertricosi. Infatti il mito del Lupo Mannaro è profondamente radicato in molte culture e, nei secoli ha spesso portato ad una vera e propria stigmatizzazione dei soggetti colpiti e ad una vera e propria persecuzioni di persone affette dal questa condizione medica rara che è l’ipertricosi. Scopriamo di più sui lupi mannari e la sindrome di Ambras o Ipertricosi e su cosa puntano le terapie genetiche.

Lupo Mannaro e sindrome di Ambras

La sindrome di Ambras è un sottotipo distinto dell’ipertricosi congenita generalizzata, caratterizzata da un eccesso di peluria diffusa sul corpo, presente fin dalla nascita. si tratta di una malattia molto rara, che non ha una predilezione geografica, etnica o sessuale.

Sebbene si tratti di una sindrome rara è stata descritta e documentata in varie parti del mondo in diverse epoche storiche. Ritratti e descrizioni testimoniano la presenza di individui affetti da questa rara condizione dell’ipertricosi. In tempi più recenti invece troviamo immagini fotografiche e video che la documentano. 

Tra i casi noti troviamo Petrus Gonsalvus  affetto da una grave forma di ipertricosi che lo rese peloso in ogni parte del corpo. Nato a Tenerife nel XVI secolo affetto da un grave caso di ipertricosi fu portato alla corte del francese Enrico II dove divenne una sorta di curiosità che però riscosse affetto e accettazione. 

Nel passato persone con disabilità di vario genere, come i nani, i giganti le persone deformi o le persone affette da ipertricosi suscitavano curiosità e venivano emarginati o usati come rarità da esporre (magari nei circhi).

Casi di Ipertricosi nel mondo

Nel mondo sono attualmente stati  riportati circa 40-50 casi. Caratteristica di questa patologia è la presenza sul corpo dei  pazienti di  peli leggermente colorati e setosi, i quali possono raggiungere diversi centimetri di lunghezza  più diffusi sul viso, sulle orecchie e sulle spalle. Con il passare del tempo, la crescita dei peli può aumentare.  In casi sporadici sono stati osservati dismorfismi facciali, anomalie dei denti, esadattilia e capezzoli accessori. A differenza delle altre forme di ipertricosi, nessuno dei pazienti affetti dalla sindrome di Ambras presenta difetti metabolici o endocrini.

Trasmissione genetica Ambras (lupo mannaro o Ipertricosi)

Sebbene lo sviluppo psicomotorio sia normale, la malattia può comportare gravi conseguenze di natura psicologica. La ricorrenza di casi familiari suggerisce una base genetica e una trasmissione autosomica dominante. In pochi pazienti sono stati descritti riarrangiamenti del cromosoma 8.

Le cause genetiche precise  della sindrome di Ambras sono ancor oggi oggetto di studio, ma va detto che attualmente si ritiene che coinvolgano alcune mutazioni in geni che coinvolgono, ovviamente, la crescita dei peli causandone una crescita a dismisura. 

La diagnosi si basa sui segni clinici e istologici e può essere supportata da analisi citogenetiche. Ai pazienti viene consigliata la consulenza genetica per quel che concerne i familiari delle persone affette dalla sindrome di Ambras ed un supporto psicologico.

La terapia consiste nella rimozione dei peli (rasature ripetute, metodi di depilazione, decolorazione e diatermia). La rimozione dei peli con il laser ha prodotto scarsi  risultati tutt’ora oggetto di discussione.

Trattamento sindrome di Ambras

Purtroppo, ancor oggi il trattamento della sindrome del lupo mannaro o sindrome di Ambras è principalmente di tipo sintomatico e mira per lo più a migliorare la qualità di vita dei pazienti che ne risultano affetti dalla nascita. Vengono dunque affrontati sia gli aspetti fisici con la rimozione temporanea, che quelli psicologici che la patologia determina, e che non sono da sottovalutare. 

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Supatra Sapusham, ad esempio,  è una ragazzina  di 12 anni  (in foto del 2012) attualmente 25 enne affetta da ipertrofia pilifera: La giovane donna è attualmente la persona più pelosa al mondo. Immaginiamo il suo dramma; Supatra vive a Bangkok e nel suo piccolo cerca di condurre una vita normale. Ha frequentato le scuole, a 18 anni si è sposata e in occasione delle nozze si è rasata.

La disfunzione genetica viene trasmessa dagli avi in secoli e secoli, ecco perché la leggenda probabilmente dei licantropi che nel medioevo insieme ad altre stranezze e all’ignoranza, vedeva queste persone affette dalla malattia di Ambras come dei veri e propri mostri.

E’ stato proprio il caso di Supatra ad attirare l’attenzione di scienziati e media di tutto il mondo sottolineando l’importanza di promuovere l’accettazione e la comprensione delle differenze individuali, siano esse sociali, di razza, o di altro genere.

Supatra Sapusham oggi
Supatra Sapusham oggi

Terapie e studi in atto

Le prospettive future circa la sindrome di Ambras prevedono l’identificazione dei geni coinvolti. Una volta identificati si potrà intervenire con una terapia genica mirata in grado di correggere la mutazione genetica rara che avviene nell’ipertricosi.

Tra le terapie un’altra promettente alternativa viene dalle terapie cellulari che potrebbero essere utilizzate per sostituire le cellule che causano la produzione eccessiva di peli con cellule sane.  Le terapie a base di RNA come gli “oligonucleotidi antisenso” potrebbero venire utilizzate per silenziare i geni che causano l’ipertricosi. 

Ma la ricerca si concentra anche sull’utilizzo di farmaci in grado di inibire la crescita di peli in modo selettivo. Questi farmaci potrebbero offrire un’alternativa meno invasiva rispetto alle attuali terapie utilizzate per la rimozione dei peli. Inoltre si stanno studiando farmaci topici da applicare direttamente sulla pelle per inibire la crescita dei peli. 

Inoltre si stanno sviluppando anche mini terapie chirurgiche per rimuovere direttamente i bulbi piliferi.

Sicuramente nel futuro gli approcci terapeutici rispetto alla malattia di Ambras saranno decisamente personalizzati e risponderanno alle esigenze specifiche del singolo caso e paziente. Ovviamente la grande rarità dei casi pone dei limiti alla ricerca e alla scienza. 

Concludendo, oggi come oggi la malattia non è più causa di ilarità ne di paura, è nota e ben conosciuta. Le prospettive future per i pazienti affetti da sindrome di Ambras sono positive: Grazie alla ricerca e alla scienza si vede una speranza derivante proprio dalla ricerca genetica e dalle biotecnologie e si prevede che nei prossimi anni saranno disponibili, come visto, nuove terapie efficaci per questa malattia rara che nei secoli ha fatto parlare di se in modo fiabesco diffondendo la leggenda dell’uomo lupo o lupo mannaro.

 

 

 

 

Cosa indossare quando fa molto freddo?

Cosa indossare quando fa molto freddo?
Cosa indossare quando fa molto freddo?

La stagione invernale è in atto e con essa il freddo più intenso dei mesi di gennaio e febbraio costringe a fare delle valutazioni su cosa indossare per proteggersi dal freddo. Maglioni pesanti, scarpe adeguate, ma anche un capospalla caldo e avvolgente, possono fare la differenza. Rimane il fatto però che se ci si veste troppo pesanti si rischia, una volta al chiuso, di soffrire il caldo. La soluzione consiste nel vestirsi a “cipolla” in modo da poter togliere agevolmente alcuni capi di dosso ed avere così una certa versatilità degli outfit. Vediamo cosa indossare quando fa molto freddo e quali capi sfruttare per non soffrire caldo e freddo in base alla situazione.

Cosa indossare quando fa molto freddo? Capi tattici per il freddo

Se è vero che maglie di lana e indumenti termici indossati sotto agli outfit possono aiutare moltissimo nelle giornate in cui le temperature scendono sotto lo zero, è altresì vero che una volta al chiuso si rischia di soffrire il caldo. Quindi un indumento a pelle può essere consigliato ma senza esagerare.

La soluzione è sempre nel mezzo ed un buon capospalla potrà garantire una protezione adeguata dal freddo senza vestirsi in modo eccessivo. Poter poi sfruttare alcuni golfini o cardigan consente di potersi alleggerire, qualora necessario, con estrema facilità.

La tecnica di vestire a cipolla

Sicuramente il “vestire a cipolla” costituisce una valida soluzione per proteggersi dal freddo e non soffrire poi il caldo nei luoghi al chiuso. Si rivela le tecnica più risolutiva ed efficace quella di vestire a cipolla sia per gli uomini che per le donne, tendenzialmente più freddolose del genere maschile.

In che consiste la tecnica del vestire a cipolla? Consiste nell’ indossare vari capi stratificati in modo da proteggersi al meglio, ma anche potere, al tempo stesso, alleggerirsi con facilità.

Per vestirsi a cipolla si sceglie di adottare un capo leggero sulla pelle come una canottiera o una maglietta o maglia termica. Si aggiunge un maglione o una camicia sotto al maglione magari un dolcevita e poi si termina il tutto con un bel cardigan, un golfino o una giacca. Corona l’outfit un bel capospalla caldo.

Una volta al chiuso, si rimuove il capospalla per poi passare a togliere la giacca o il golfino, mantenendo il dolcevita o la camicetta o quant’altro per avere un comfort maggiore e non sudare.

Indossare un buon capospalla

Un buon capospalla uomo o donna rappresentano la chiave per non soffrire il freddo in inverno. Piumini di qualità, capotti e giacche in lana o in tessuto tecnico, specie se dotati di cappuccio ed imbottiti sono degli ottimi alleati contro il freddo anche quando si sceglie di adottare degli outfit non pesantissimi.

Attenzione alle scarpe

Sicuramente anche le scarpe hanno un ruolo importante. Se i piedi sono al freddo si avverte comunque freddo. Dei calzini di lana e delle calzature di qualità che preservano dal freddo, dalla pioggia, o dalla neve, sono essenziali quando fa freddo.

Scarpe calde e impermeabili con una suola antiscivolo sono indicate per la pioggia e la neve. Scarpe in pelle o tessuto tecnico sono perfette per proteggere i piedi dal freddo, specie se all’interno hanno un poco di pelliccia.

Per non avere freddo è opportuno conoscere quali sono i capi ed i tessuti in grado di supportare un maggior comfort.

Quali capi garantiscono maggior comfort?

La lana è sicuramente uno dei filati in grado di proteggere dal freddo, ma non solo essa. I tessuti tecnici, utilizzati anche sulla neve sono perfetti per isolare il corpo dal freddo. In linea di massima è bene sapere qanto segue:

I tessuti in lana, cashmere, cotone sono tessuti confortevoli e caldi. Sono da evitare i tessili sintetici che nn consentono alla pelle di respirare e non scaldano.

Intimo termico: si tratta di una soluzione all’avanguardia ottima per tenere al caldo il corpo in ogni situazione.

Calze in lana: sono la soluzione ideale per tenere i piedi al caldo e non sentire freddo. Anche i materiali tecnici sono in grado di assolvere questa delicata funzione in inverno.

Perché scegliere di vestirsi a cipolla?

La termoregolazione del corpo è soggettiva. Varia molto da persona a persona anche in base al sesso. Per questo la tecnica di vestire a cipolla consente di regolare la temperatura corporea in base al momento e alle proprie esigenze specifiche.

La tecnica a cipolla è confortevole in quanto i diversi strati creati con gli indumenti creano un efficace barriera isolante che protegge dal freddo senza far sudare. Inoltre la stratificazione garantisce un buon grado di versatilità consentendo di adattare il proprio outfit alle diverse situazioni e al momento.

Piumino o cappotto?

Pumino o cappotto sono due ottime soluzioni che implicano una scelta di versa in relazione al tempo(pioggia, neve o sole) e al tipo di outfit più o meno formale da indossare. Se è richiesto un outfit formale il cappotto sarà sicuramente da preferire rispetto ad un piumino.

Il piumino dal canto suo offre una protezione elevata dal freddo ed è adatto anche a temperature molto basse specie se scelto in grammatura più alta, ossia fornito di una buona imbottitura fatta con materiale di qualità o meglio ancora, da piume d’oca.

Consigli extra per il freddo eccessivo

Se fa molto freddo oltre a vestirsi a cipolla e dotarsi di un buon capospalla e calzature di qualità, servirà proteggere la pelle del viso e delle mani con creme idratanti e indossare accessori aggiuntivi, come dei guanti, un cappello, e una buona sciarpa scelta in relazione all’outfit ma anche in relazione al tipo di freddo e alle proprie esigenze.

Un buon outfit a cipolla protegge dal freddo e aiuta a vivere meglio la fredda stagione invernale.