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mercoledì, Maggio 14, 2025
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Sognare scarpe significato simboli e numeri da giocare

sognare scarpe
Sognare scarpe significato simboli e numeri da giocare

Sognare le scarpe: le scarpe sono tra gli accessori uno dei più amati dalle donne. Ma allo stesso tempo le scarpe o calzature possono costituire un simbolo che appare nei sogni. Vediamo ed analizziamo il  Sognare scarpe significato simboli e numeri da giocare  cogliendone vari aspetti significativi “in psicologia sogni scarpe“. Tra i sogni  comuni, il sognare scarpe è uno di quelli non molto frequenti ma può accadere di fare un esperienza onirica di questo tipo ricca di simboli di vario genere che danno al sogno una connotazione diversa.

Sognare scarpe significato simboli e numeri

Scarpe nei sogni: simbologia onirica che tende a riflettere l’associazione immagine concetto che veniva fatta con le scarpe in tempi antichi, considerando però che uno dei luminari in materia, Freud, sostituì l’immagine concettuale delle scarpe con un simbolo sessuale in quanto vedeva nel piede il simbolo fallico maschile.

Le scarpe in passato, sono state considerate in tutti i popoli simbolo di autorità e di potere: nella Roma antica nell’abbigliamento gli schiavi non avevano calzature, mentre ad oggi nelle moschee islamiche si entra a piedi nudi. Dunque le calzature erano viste come un lusso ed uno strumento di potere appartenete soprattutto ad una fascia sociale ricca. Tutt’ora scarpe nuove indicano benessere e scarpe usurate ai piedi indicano uno stato economico di disagio. E nei sogni?

Le scarpe nella vita e nei sogni sono calzate dai piedi che si muovono, corrono e camminano. Per questo motivo le scarpe nei sogni rappresentano simbolicamente anche i viaggi e gli spostamenti nonché obiettivi e fasi della vita. Nella mitologia il Dio che protegge i viaggiatori, denominato Hermes indossava dei calzari. Togliere le scarpe nei sogni è un’azione che viene associata all’intimità.

Sognare scarpe nuove o sognare scarpe vecchie

In genere sognare scarpe vecchie si associa ad una perdita di valore, potere, successo, mentre sognare scarpe nuove ha il significato completamente opposto: successo, percorso in positivo, nuova vita, nuove energie.

Molte le domande che nascono con questo sogno che riguarda le calzature, alcune delle più comuni sono:

  1. Cosa significa sognare tante scarpe? Dipende dalle scarpe: nuove o vecchie? In relazione al loro stato di salute cambi il significato in modo totale.
  2. Cosa significa sognare scarpe nuove in numero elevato? Che vi sentite fortunati e state attraversando un periodo molto positivo per voi.
  3. Cosa significa sognare di perdere le scarpe? Indica una perdita di potere e successo.
  4. Cosa significa sognare scarpe sporche? Perdita di valore anche in questo caso…

Come si vede dalle domande relative alle scarpe, le variazioni sul tema possono essere davvero molte. Concettualmente le scarpe assumo significati diversi in relazione al numero e al loro stato. Cerchiamo nelle righe che seguono di dare una spiegazione dettagliata a questo sogno.

Sognare  scarpe infradito, sognare tacchi e scarpe con simboli diversi

Nell’immaginario collettivo legato ai sogni le calzature più sensuali sono quelle con tacchi a spillo, ma anche l’infradito. Altre tipologie di scarpe:

  • Sognare scarpe larghe o strette: esprimono disagio, soprattutto senso inadeguatezza. Se poi le scarpe strette nei sogni fanno anche male significa che state sopportando una situazione non adatta a voi. Le scarpe larghe invece vi mortificano e non vi permettono di procedere come vorreste.
  • Sognare scarpe al contrario: errori sensi di colpa che si proiettano su questo simbolo venendo alla luce dal nostro inconscio. Le scarpe al contrario nei sogni sono indossate maldestramente in modo sbagliato ma involontario.
  • Sognare scarpe di colore diverso o modello: si tratta di scarpe spaiate ed indicano un non equilibrio. Scarpe diverse indossate ei sogni possono anche indicarci una difficoltà di scelta.
  • Sognare di non riuscire a calzare le scarpe: esprime forte insicurezza e senso di disagio; mentre non riuscire a togliere le scarpe nei sogni indica l’incapacità a lasciarsi andare completamente.
  • Sognare scarpe inadeguate all’occasione: senso di insicurezza e convinzione di non essere all’altezza di qualche situazione.
  • Sognare scarpe da bambino indica invece che non siete all’altezza della situazione o quanto meno il vostro percorso è a metà, immaturo e incompiuto o forse siete voi che rifiutate di completarvi come un adulto. Ma allo stesso tempo indica profonda innocenza. Il sogno comunque indica una certa immaturità e la necessità di tornare a sentirsi come quando si era bambini, senza pensieri e responsabilità.

Abbiamo visto tutti i significati delle scarpe nei sogni, ed è evidente quanto i simboli e le caratteristiche delle scarpe orientino verso un significato rispetto ad un altro.

Infine vogliamo indicarvi anche un ‘altro articolo connesso alle scarpe nei sogno che è quello che spiega cosa significa camminare scalzi o perdere le scarpe: “Sognare di camminare scalzi o perdere le scarpe” se vi identificate in questo vi consiglio di leggere anche quest’altra guida sui sogni.

Ora andremo a vedere la numerologia connessa a questa tipologia di sogno ed i numeri che potete giocare per tentare la sorte.

Sognare scarpe numeri da giocare

Quando si sognano delle scarpe i numeri che l’otto consiglia di giocare per provare a vincere sono:

SCARPE  5

SCARPE STRETTE  n. 35

SCARPE NUOVE numero 69

Sognare le scarpe la numerologia secondo Pitagora

Per quanto riguarda Pitagora e l’analisi delle lettere che compongono una parola o più parole vediamo come considerare la parola scarpa o scarpe.

S-C-A-R-P-A = 1-3-1-9-7-1 = 22

S-C-A-R-P-E = 1-3-1-9-7-5 = 9

S-C-A-R-P-E-  S-T-R-E-T-T-E = 1-3-1-9-7-5  1-2-5-2-2-5 = 7

S-C-A-R-P-E- N-U-O-V-E = 1-3-1-9-7-5  5-3-6-22-5= 13

S-C-A-R-P-E-  V-E-C-C-H-I-E = 1-3-1-9-7-5  22-5-3-3-8-9-5 = 9

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Se vi interessa conoscere il significato di altri sogni cercateli nell’elenco sottostante in continuo aggiornamento: 👉  I sogni elenco per titolo

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Tavoli allungabili e tavoli fissi, scelte di design e praticità

tavolo cristallo
Casa idea il tavolo di design

Per un soggiorno o una sala pranzo la scelta del tavolo si articola su più fronti a cominciare da tavoli allungabili e tavoli fissi, scelte di design e praticità che possono condizionare l’arredamento il numero di sedute e la fruibilità dello stesso.

Tavoli allungabili e tavoli fissi, scelte di design e praticità per il soggiorno

La scelta del tavolo allungabile o fisso dipende anche dall’utilizzo che si vuole fare del tavolo. Le dimensioni dell’ambiente hanno poi, un ruolo molto importante. Un soggiorno piccolo spesso, dovrà avvalersi di un tavolo allungabile per poter ospitare un numero sufficiente di commensali, mentre, qualora le dimensioni della sala sia medie o grandi, la scelta del tavolo fisso ampio potrà costituire comunque una giusta soluzione. Oltre a questi fattori importanti influenzano la scelta di  un tavolo altri elementi come materiali, design, praticità e forma del tavolo e ovviamente il budget. Ma già entro i  500 euro si possono acquistare dei tavoli belli e funzionali.

Come scegliere la forma del tavolo

I tavoli sono essenzialmente di 4 forme: tondi, ovali, quadrati ed infine, rettangolari. In relazione alla forma sono indicati dei materiali piuttosto che altri. Ad esempio, i tavoli quadrati generalmente sono in legno o in materiale simile al legno. I tavoli rettangolari si trovano sia in legno che in cristallo. Quelli realizzati in cristallo sono molto eleganti e raffinati, adatti per arredare spazi eleganti e moderni. Mentre i tavoli in legno tendono ad essere ben inseribili in arredamenti classici, rustici e shabby chic. I tavoli ovali e tondi si trovano sia in legno che in cristallo o materiali ceramici di vario tipo.

I tavoli di design

I tavoli di design sono molto belli ma, spesso, possono essere meno pratici per chi ama ambienti comodi e pratici in quanto risultano anche più delicati da mantenere. Vetro, cristallo, materiali ceramici ed anche metallo, sono tra  i materiali più utilizzati per questa tipologia di tavoli che, spesso, hanno un costo considerevole non adatto a tutte le tasche.

Tavoli allungabili e tavoli a consolle

I più gettonati per gli ambienti medio piccoli sono i tavoli allungabili e ed i tavoli a consolle. I primi dotati spesso di allunghe estraibili sottostanti; i secondi i tavoli a bandelle che scendono lateralmente e che all’occorrenza vengono aperte offrendo una superficie in più. Alcuni modelli racchiudono in se ambedue le caratteristiche, ossia, sono sia a bandelle che con allunghe inseribili al centro e, per spazi ridotti, sono anche i più versatili, occupano poco spazio ma all’occorrenza si trasformano in un tavolo con piano d’appoggio ampio.

Prezzi dei tavoli allungabili

La tipologia di tavolo, fisso o allungabile, non cambia l’entità del prezzo. Ciò che fa la differenza sono la qualità dei materiali e se si tratta di tavoli industriali semplici e di scarsa o media qualità o tavoli di design. Esistono anche brand che offrono qualità a prezzi medi e ve ne parlo qui: Tavoli Maisons du Monde. Molti tavoli si trovano ad un prezzo inferiore ai 500 euro e si tratta comunque di tavoli di buona fattura.

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Quali verdure e frutta possono mangiare i cani: le 10 più amate

Quali verdure e frutta possono mangiare i cani: le 10 più amate
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I cani amano mangiare ciò che vedono sulle tavole dei padroni ma la loro dieta alimentare non è simile alla nostra, Vediamo quali verdure e frutta possono mangiare i cani e cosa evitare per il bene della sua salute.

 

Quali verdure e frutta possono mangiare i cani: le 10 più amate
Quali verdure e frutta possono mangiare i cani: le 10 più amate

Quali verdure e frutta possono mangiare i cani: le 10 più amate

Cani e gatti possono mangiare frutta e verdura evitando quelle che per  loro risultano tossiche, nocive e talvolta anche letali. Tra i frutti ricordiamo i noccioli di ciliegia, albicocca e i semi di mele e pere che contengono cianuro mentre la polpa non ha effetto nocivo su di loro. Contrariamente all’uva quest’ultimo frutto anche in piccole dosi 5 / 10 chicchi può risultare letale per il nostro amico fido.

Tra le verdure che  possiamo dare al cane ricordiamo:

bieta, carote, spinaci, lattuga, cetrioli, fagiolini, zucchine, finocchio e sedano.

I pomodori invece contengono come le patate, la  solanina che risulta tossica per le persone e per il cane in quanto il suo organismo non riesce a metabolizzarla I pomodori ben maturi ne contengono scarse quantità e dunque in piccole dosi possono essere somministrati al cane.

Quale frutta secca dare al cane

Tra a frutta secca che possiamo dare al cane ricordiamo le arachidi e gli anacardi preferibilmente tostati e non salati. Per quel che riguarda le nocciole si deve fare attenzione alla loro forma, e magari spezzarle in due o tre pezzi,  infatti, se inghiottite possono provocare un ostruzione intestinale.

Le mandorle piacciono molto ai nostri amici a quattro zampe ma sono difficili da digerire quindi se decidete di dargliene alcune non esagerate nella quantità o gli faranno più male che bene.

Come dare la verdura al cane

Le verdure in genere dovrebbero essere spezzettate e date al cane sia cotte che crude. In base alla tipologia mescolate con il cibo del suo pasto quotidiano. Si trovano preparati vegetali e liofilizzati da poter somministrare al cane già pronti all’uso, per chi invece ama preparare il pasto del suo cane potrà tagliare le verdure a quadratini e cuocerle con la carne macinata.

Se gradite dal proprio cucciolone le verdure potranno anche essere somministrate crude. Basterà individuare quali sono tra quelle elencate sopra, quelle che gradisce in modo maggiore, in quanto, gli animali esattamente come le persone hanno il loro gusto personale in termini di cibo, carne, croccantini riso e verdure.

Cibi tossici velenosi e letali da non dare al cane

Come già detto l’uva ed il ribes che provocano danni renali, aggiungiamo il cioccolato, l’avocado, la cipolla in percentuale dello 0,5 rispetto al suo peso corporeo, attenzione dunque  a preparati e cibi in cui è stata utilizzata la cipolla. Infine, sono tossiche anche le patate crude. Talvolta un ‘anemia nel cane è provocata proprio da un intossicazione alimentare di questo genere.

Molti dei cibi, frutta e verdura elencati per i nostri pet sono buoni anche per i gatti, Stessa cosa per i cibi tossici.

 

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Gli stereogrammi cosa sono e come vederli

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Gli stereogrammi cosa sono e come vederli: stereogramma 3

Gli stereogrammi o auto-stereogrammi sono immagini piane bidimensionali in cui i due occhi, destro e sinistro osservano, e percepiscono l’immagine, in due modi diversi. Lo stereogramma  o  immagine stereoscopica e fornisce dunque, un illusione ottica in grado di ingannare l’occhio con un’illusione di profondità. Ma cosa sono esattamente e come vederli? Scopriamolo insieme!

stereogramma squalo
Gli stereogrammi cosa sono e come vederli: lo squalo

Gli stereogrammi cosa sono e come vederli

Sapete cosa sono gli stereogrammi? Sono delle immagini che ingannano l’occhio, come visto sopra, almeno a  prima vista, in quanto, l’oggetto che si vuole mettere a fuoco, sembra trovarsi dietro il monitor o comunque dietro lo schermo.

Un tempo, questo termine definiva un immagine stereoscopica parallela, la quale poteva essere vista e visualizzata correttamente solo con l’utilizzo dello stereoscopio o la libera visione stereoscopica. Ma via via,  questa terminologia, ha incluso anche altre tipologie di visioni come gli auto-stereogrammi e gli anaglifi, osservabili solo attraverso appositi occhiali.

Stereogramma
Stereogramma geometrico

L’angolo di convergenza e la visione degli stereogrammi

L’angolo di convergenza degli stereogrammi non risulta essere fisso ma bensì variabile. Nel XX secolo si è iniziato ad utilizzare immagini tridimensionali di visione che si riescono a mettere a fuoco solo incrociando gli occhi, o meglio, lo sguardo. Per riuscire a vedere gli stereogrammi si deve imparare la tecnica che, una volta appresa verrà messa in pratica con facilità.

In questo post vi ho descritto: come vedere gli stereogrammi utilizzando 4 tecniche. Se avete curiosità di apprenderle, andatelo a leggere.

Come nascono gli stereogrammi

Quando si osserva un o stereogramma l’angolo di convergenza di visione non è fisso e varia in modo inversamente proporzionale rispetto alla distanza dell’osservatore. Ciò che si trova su distanze differenti viene dunque elaborato dal cervello come due immagini ben distinte recepite rispettivamente dall’occhio destro e dall’occhio sinistro.

Avere due occhi consente dunque di focalizzare due immagini e ci rende possibile percepire distanza  e tridimensionalità di questo tipo di immagini. L’occhio destro vede l’immagine e la destra della stessa, mentre l’occhio sinistro vede l’immagine ed il lato sinistro della stessa.

Il risultato è dunque una visione tridimensionale in quanto il cervello elabora tali dati traendo informazioni circa la profondità dell’immagine stessa e la sua posizione spaziale “stereopsi” o visione stereoscopica o binoculare, una visione tipica degli animali che possiedono gli occhi posti nello stesso lato.

stereogramma
Stereogramma 3

Le tecniche adoperate per creare gli stereogrammi includono in una sola immagine due porzioni complementari, o in alternativa, riproducono due immagini completamente diverse destinate ciascuna ad un occhio. Vengono poi percepite e separate dal cervello, come due immagini ben distinte visibili ad occhio nudo. Il cervello subisce un inganno e visualizzerà un immagine unica con la sensazione di profondità.

Un po’ di storia: lo stereoscopio

Lo stereogramma fu scoperto nel 1883 da Charles Wheatstone che costruì uno stereoscopio che combinava prismi e specchi permettendo la visione di un’immagine tridimensionale da una in realtà bidimensionale. Lo stereoscopio, successivamente, fu reso  più piccolo e compatto, a forma di binocolo da David Brewster, mentre nel 1851 verrà presentato a Londra il primo visore.

Oliver Wendell Holmes nel 1861 realizzerà una struttura molto leggera e al tempo stesso economica dello stereoscopio di Brewster. In quell’epoca e, nei primi del 900, lo stereogramma è rappresentato da un immagine doppia costruita, quasi sempre da una fotografia su cartoncino che riproduce una immagine stereoscopica.

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La storia della fotografia: nascita ed evoluzione

La storia della fotografia: nascita ed evoluzione

come sistemare vecchie foto
come sistemare vecchie foto

La fotografia nasce in tempi recenti intorno al 1830. Un invenzione che stravolgerà il modo di concepire le immagini. Un volto, una macchina che passa veloce, scorci di natura e paesaggi, opere d’arte,  o magari la foto di un compleanno nel momento di spegnere le candeline della torta. Tutto ciò, un tempo puramente utopico, diviene, grazie all’avvento della fotografia, un’immagine da catturare.

 

La storia della fotografia: nascita ed evoluzione
La storia della fotografia: nascita ed evoluzione

La storia della fotografia: nascita ed evoluzione di questa nuova arte

Un click, un semplice click è tutto ciò che si ha di fronte viene magicamente immortalato. La fotografia rappresenta la possibilità di fermare il tempo, cogliere l’attimo, essere testimoni fedeli di una situazione, e mantenerla nel tempo. Foto, fotografie e successivamente video, hanno rivoluzionato il mondo in epoca recente. La storia della fotografia è stata un crescendo di scoperte ed innovazioni.

Negli anni che vanno dal 1830 al 1850 la nascita della fotografia rappresentò un mutamento straordinario. Si pensò che la pittura, grazie all’avvento della fotografia, si sarebbe persa nel tempo. Ma fortunatamente non fu così. Si tratta infatti, se pur di due forme d’arte, di due correnti artistiche molto diverse tra di loro.

La fotografia ed il ritratto: Daguerre

I primi utilizzi che si fecero della fotografia erano destinati al ritratto in bianco e nero. Finalmente il ritratto corrisponderà al vero senza che vi sia più l’intervento e la personalizzazione della mano di un pittore.  Le macchine fotografiche dei primi dell’800 si diversificavano molto da quelle recenti. Si trattava di grossi apparecchi simili a delle scatole, realizzate in legno e montate su dei treppiedi.

Louis Daguerre
Louis Daguerre

Le fotografie dell’epoca si chiamavano dagherrotipi, il nome deriva da Louis Daguerre, considerato l’ideatore del processo fotografico. I dagherrotipi venivano realizzati su lastre  di latta preparate con una soluzione di cloruro di argento. Il procedimento richiedeva dei tempi di esposizione molto lunghi. Infatti, la persona che veniva fotografata, doveva rimanere  per circa quattro cinque minuti ferma d’avanti alla macchina fotografica, questo, per dar modo all’immagine di imprimersi sulla piastra.

Nel tempo, lo sviluppo della tecnica fu rivolto al miglioramento dell’apparecchio fotografico e dei materiali da usare.  L’intuizione di Daguerre proviene però dall’uso precedente di alcune tecniche di impressione  che si ebbero nei primi dell’ottocento ad opera dell’Inglese Thomas Wedgwood, un ceramista  che sperimentò la tecnica del nitrato d’argento e che si accorse che all’interno di oggetti in ceramica in cui venivano posti dei fogli, dove la luce colpiva il foglio lo anneriva mentre, le zone coperte rimanevano chiare. Ma le immagini non si stabilizzavano e perdevano rapidamente il contrasto.  Con Deguerre fu perfezionata tale tecnica.

L’introduzione degli obiettivi fotografici

Intorno al 1840 fu introdotto l’uso dell’obiettivo per macchine fotografiche che serviva e serve a mettere a fuoco l’immagine. Più o meno nello stesso periodo, le lastre di latta introdotte da Daguerre per imprimere l’immagine, furono sostituite da carta. Si trattava dell’introduzione di carta sensibilizzata con collodio, ossia una gelatina specifica, e sali d’argento. Tutto questo servì ad ottenere dei tempi di posa molto più bassi e delle foto migliori.

Le pellicole in celluloide: foto e video

La svolta della fotografia avvenne verso la fine dell’800 grazie alla nascita delle pellicole in celluloide. L’uso di questo nuovo materiale segnò la svolta vera e propria della fotografia ed inaugurò la fotografia moderna. Sotto il nome di celluloide si racchiudono una serie di sostanza plastiche inventate tra il 1863 e il 1868 da John Wesley Hyatt. Nel 1887 Hannibal Williston Goodwin, pastore episcopaliano, ne brevettò l’impiego per uso fotografico. Una vera rivoluzione nel campo fotografico che rese possibile anche la nascita delle prime pellicole per la  cinematografia.

La nascita della fotografia a colori

  • Nel 1889 vi fu la prima commercializzazione delle pellicole Kodak (su supporto trasparente in celluloide) e la presentazione della macchina per ripresa ad opera di Thomas Alva Edison mediante Kinetoscope .
  • Mentre la prima foto subacquea risale al 1893 ad opera di un biologo francese Louis Marie – Auguste Boutan. La prima fotografia a colori stabile è invece opera del fisico francese Gabriel Jonas Lippmann (fine 800).
  • A seguire nel 1935 la Kodak commercializzerà la prima pellicola fotografica a colori grazie al’impegno di due musicicisti inventori Leopold Mannes e Leopold Godowsky. Ricordiamo che Kodak presentò la Brownie la prima Entry Level, una fotocamera venduta ad 1 dollaro mentre la pellicola aveva un costo di 15 centesimi.
  • Nel 1895 (altre fonti 1907) va ricordato un altro evento importantissimo per la cinematografia ad opera dei fratelli Lumiére  che  attraverso l’uso della pellicola 35 mm ed utilizzando un apparecchio come il Kinetoscope di Edison riuscirono oltre che a registrare immagini anche a proiettarle su di uno schermo. Nasce così il primo cinema.
  • Nel 1905 grazie all’intraprendenza del giovane editore del National Geographic  Gilbert Hovey Grosvenor, la fotografia fu utilizzata per la prima volta nelle pubblicazioni giornalistiche.

La fotografia digitale

La fotografia subirà un ulteriore innovamento e stravolgimento attraverso l’avvento della fotografia digitale. La prima fotocamera digitale è nata in tempi recenti nel 1981 ed era una Sony Mavica FD5. L’apparecchio utilizzava un floppy per memoria mentre le immagini prodotte avevano una risoluzione di 570 X 490 Pixel.

Da allora la fotografia ne ha fatta di strada e, con essa, gli apparecchi fotografici, gli smartphone, lo sviluppo di tecnologie e nuovi obiettivi nonché di programmi di foto editing come illustrator e photoshop in grado di offrire esperienze artistiche e prodotti di grande rilievo. Fotografi esperti riescono a catturare immagini e farne dei veri capolavori.

Se siete curiosi e volete approfondire ulteriormente l’argomento e vedere alcuni modelli storici, guardatevi il video in cui troverete una bella collezione di macchine fotografiche d’epoca e macchine da ripresa cinematografica antiche.

 

 

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Lavorare in Germania: i motivi per trasferirsi in questo paese

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Lavorare in Germania: i motivi per trasferirsi in questo paese

Il fenomeno degli expat ha acceso le luci dei riflettori sulle condizioni relative ai giovani italiani di oggi, i quali scelgono spesso di fuggire per trovare nuove chance all’estero. È una situazione che in verità riguarda anche le persone meno giovani, fino ad arrivare a interi nuclei familiari che prendono questa decisione.

Fra le mete più gettonate si trova proprio la Germania: un paese che attira da sempre migliaia di italiani, come fra l’altro dimostrato dal Rapporto Migrantes. Secondo i dati ufficiali, aggiornati a dicembre 2017  si parla di circa 20 mila nostri connazionali trasferitisi per lavorare in Germania: una cifra che supera sia il Regno Unito (fermo a quota 13 mila), sia la Francia (seconda in classifica con 18 mila trasferimenti).

Non si tratta ovviamente di numeri casuali, perché trasferirsi in terra tedesca comporta numerosi vantaggi: analizziamone alcuni.

 

Lavorare in Germania: i motivi
Lavorare in Germania: i motivi per trasferirsi in questo paese

 

Ottime opportunità per lavorare in Germania

Un flusso tale di expat, in primo luogo, può dipendere da un beneficio: ovvero una situazione economica che, in Germania, dimostra di essere più che in salute. Non a caso, si parla del paese europeo con il tasso di disoccupazione giovanile più basso in assoluto (6,2%), e ciò spiega perché molti under 34 italiani scelgono la Germania come meta prediletta.

Non solo under 34, perché anche chi ha esperienza preferisce questa meta: i motivi? Si inizia dai salari più alti, che comunque approfondiremo più avanti in questo articolo. Altre ottime ragioni per pensare a un trasferimento in Germania sono le seguenti: il lavoratore di solito ha una maggiore autonomia, un fattore che gli permette di auto-responsabilizzarsi e di rendere al meglio.

Per sfruttare al massimo quanto offerto da questo fiorente mercato del lavoro, serve però imparare la lingua e studiare la grammatica tedesca magari sfruttando sistemi di apprendimento rapido, offerti da portali come Babbel, dove si possono apprendere i costrutti principali di questa lingua. Chiaramente è importante calarsi  anche nella realtà del luogo e parlare il più possibile con la gente del posto.

 

Imparare il tedesco
Imparare il tedesco con Babbel

Sistema previdenziale efficiente

In Germania vige un sistema previdenziale di certo non semplice, ma decisamente più chiaro ed efficiente rispetto a quello italiano. In primis perché il governo ha scelto di pubblicare una guida gratuita in proposito, che illustra ogni singolo aspetto relativo al lavoro in Germania (comprese tasse e previdenza).

In secondo luogo, qui il sistema funziona con un pacchetto di assicurazioni: di fatto, queste ultime diventano obbligatorie appena si inizia a lavorare e assorbono una parte dello stipendio per restare attive. Si parla delle polizze contro le malattie, l’assistenza pensionistica, quella per l’assistenza continua, i fondi contro gli infortuni sul posto di lavoro e i sussidi di disoccupazione (in totale sono cinque). Chi trova un lavoro in Germania deve informarsi nel dettaglio sul funzionamento del sistema previdenziale e sulle  garanzie che offre.

 

Lavorare in Germania: buoni stipendi

Come anticipato poco sopra, in Germania si trovano ottimi livelli di stipendio, essendo la remunerazione media per nucleo familiare superiore ai 3mila euro mensili, a fronte di uno stipendio medio lordo annuo che supera di poco i 41.000 euro.

Se si fa un confronto con l’Italia, ci si accorge che in settori specifici i lavoratori possono arrivare a guadagnare addirittura il +70% rispetto alla Penisola: soprattutto se si parla delle professioni che richiedono meno qualifiche, come ad esempio gli operai.

Anche i lavoratori qualificati, comunque, possono contare su stipendi  superiori rispetto all’Italia,(in media del +30%). Per fare anche stavolta un esempio concreto, un responsabile di gestione in Germania sfiora una remunerazione annua di 77mila euro (+34% rispetto allo Stivale). In base a quanto visto finora, di certo non mancano i buoni motivi per trasferirsi in Germania, passando dal lavoro per arrivare alla qualità della vita qui garantita.

 

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Camerette Ikea “nuovo catalogo”

Cameretta Ikea
Cameretta Ikea

La camera dei ragazzi, merita un’attenzione particolare da parte di chi si dedica all’acquisto della stessa. I ragazzi ed i bambini necessitano di una cameretta funzionale, mobili ergonomici, letti, poltrone e scrivanie pratici ed esteticamente validi.

Camerette Ikea “nuovo catalogo”

Uno spazio in cui poter giocare, ricevere gli amici e studiare, per questo motivo le camerette Ikea devono possedere molti requisiti che rispecchino a pieno tali esigenze. La cameretta bambini Ikea con un angolo studio ben attrezzato, diventa indispensabile per gli adolescenti ed i ragazzi più grandi, un modo per vivere il proprio spazio in piena autonomia.

Anche per i più piccoli Ikea camerette ha pensato a realizzare delle stanze arredate funzionali, allegre dotate di angolo studio e zona gioco, un luogo dove poter disegnare, impastare, costruire, tagliare, utilizzando materiali e giochi di ogni genere che contribuiscono ad uno sviluppo psichico equilibrato. La camera bimbi Ikea è studiata per fornire versatilità, gioco, allegria e sicurezza.

Cameretta Ikea
Cameretta Ikea

Catalogo e proposte IKEA

Nel nuovo catalogo  Ikea fornisce camerette dal design nordico utilizzando materiali non nocivi che rientrano nelle normative CEE in termini di salubrità e sicurezza. Le camerette Ikea spesso crescono con i vostri figli proponendovi soluzioni versatili dotate di letti che si allungano come “Trogen letto Ikea” realizzato in legno e venduto a 159 euro una soluzione pratica. Infatti, si tratta di camerette Ikea con pezzi componibili che consentono di modificare, nel tempo le stanze dei ragazzi.

L’ambiente cameretta va analizzato nel suo contesto, sarà indispensabile che, al suo interno, sia presente oltre ad un funzionale armadio a più ante, un comodo letto dai colori vivaci, magari ad una piazza e mezza, un modo per gestire lo spazio qualora presente, a vantaggio del comfort.

Estetiche e facilmente utilizzabili le mensole multifunzionali in cui poter riporre tutto il necessario e soprattutto pratiche e spaziose scrivanie sul quale poter organizzare il proprio studio e le proprie attività, incluso l’utilizzo del PC. Una scrivania che si rispetti si avvarrà di una capiente cassettiera, un tocco di colore che in alternanza ad altre ipotetiche tinte creano un elegante gioco di bicromie di attuale tendenza.

Ikea camerette
Ikea camerette

Una cameretta dal design elegante, raffinato e allo stesso tempo pratico e funzionale, una cameretta che si adegua alle esigenze dei giovani, appagando ogni loro desiderio di comfort e funzionalità. Nel nuovo catalogo IKEA  potrete trovare un gran numero di proposte per arredare in sicurezza e con gusto la vostra casa e la camera dei ragazzi.

Sfogliando il catalogo Ikea per le camerette e per la casa  in genere, troverete oggetti di ogni tipo, mobili ed accessori per la casa e la famiglia. Ciò non toglie che si possono trovare proposte interessanti per la cameretta dei ragazzi e dei bambini anche su altri siti. Molto dipende dal gusto personale e dal budget che abbiamo a disposizione ma, quel che è certo, è che l’offerta attuale del mercato e varia sia come design che come prezzi

Vuoi scoprire il nuovo catalogo delle camerette di Ikea per conoscere le nuove proposte camerette Ikea ragazzi? Lo trovi QUI.

Bonsai come coltivare Bambù, Baobab, Betulla, Bosso e Buganvillea

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Alcuni bonsai sono da interni ed altri da esterni, oltre a questo le norme colturale variano anche in relazione alla specie. In questo articolo vedremo alcune specie di Bonsai come coltivare Bambù, Baobab, Betulla, Bosso e Buganvillea, specie diverse, alcune rampicanti altre arboree.

 

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La coltivazione parla di alberi già formati, ma vi ricordo che si possono ottenere bonsai espiantandoli in natura, da seme e bonsai da talea. In senso generico i bonsai da interni sono meno rustici di quelli da esterni e per questo vi consiglio di leggere questo post: quali sono i bonsai da interno e quelli da esterno. Detto questo andiamo a vedere le caratteristiche e le norme di coltivazione del Bambù, del Baobab, della Betulla ed infine del Bosso arbusto utilizzato nell’arte topiaria e la Buganvillea splendido rampicante dalla ricca fioritura.

Bonsai coltivazione del bambù

In natura sono presenti diverse specie di bambù di cui il nome scientifico è Bambusa Humilis. Si tratta di un arbusto a internodi verdi e bianco rossastri,  che presenta canne arboree e foglie lunghe e strette.

  • Potatura: Il bonsai di bambù necessita di potature frequenti in effetti per mantenere compatto il bnsai le punte vanno cimate spesso.
  • Il terriccio adatto è un composto del terzo tipo (da vivaio: 60 % terriccio per la semina  e setacciato contenente argilla 20 % sabbia 20 % torba di muschio).
  • Rinvaso Quando la pianta è giovane il cambio di vaso del Bambù va effettuato tutto gli anni poi con l’invecchiamento anche ogni 2 anni.
  • Habitat: Il Bonsai di Bambù può vivere all’aperto dal mese di Maggio fino a Settembre posto in zone ombreggiate, nel restante periodo va ritirato al chiuso in zona luminosa. La temperatura ideale sarebbe intorno ai 14 gradi, inoltre teme il buio ed il sole diretto.
  • La propagazione di questa tipologia di Bonsai si effettua in primavera per talea.

Bonsai coltivazione del Baobab

Il nome scientifico del baobab è Adansonia digitata. Si tratta di un albero che raggiunge grandi dimensioni, presenta tronco a forma di botte ed è originario dell’Africa.

  • Composto. Il terriccio ideale per questo bonsai è quello del 4 tipo con il 70 % di terriccio 15 di torba di muschio e 15 di sabbia fine setacciata con argilla.
  • Potatura: il bonsai di Baobab andrebbe potato ogni anno questa procedura va rispettata fino ai 5 / 6 anni di età della pianta pi, successivamente le potature vengono diradate a due anni.
  • Habitat: ama le posizioni in pieno sole, una buona ventilazione e temperature inferiori ai 16 gradi.
  • Malattie e parassiti. Tra le malattie che colpiscono il Baobab ricordiamo alcune muffe e gli attacchi da ragnetto rosso.

Bonsai coltivazione della Betulla

Il nome botanico della Betulla è Betulla Pendula. Si tratta di un latifoglie con corteccia argentea a crescita rapida.

  • Composto:  Il terriccio ideale per questo bonsai è quello del 4 o del 5 tipo con il 70 % di terriccio 15 di torba di muschio e 15 di sabbia fine setacciata con argilla.
  • Potatura delle radici. Necessita, per essere contenuto, di potature annuale delle radici per i primi 5 anni per poi diradarle ad ogni 2 anni.
  • Esigenze colturali. Ama le posizioni soleggiate o  a mezz’ombra ed innaffiature moderate che mantengano il terriccio non troppo umido.
  • Malattie e parassiti. Viene attaccato dai bruchi mentre le malattie che lo colpiscono più comunemente sono: seccume, fungo rosso e tumori.
  • Propagazione. La betulla può essere propagata per seme, in modo tradizionale o per innesto.

Bonsai coltivazione del Bosso

Una bella pianta ornamentale che in natura viene coltivate per creare composizioni, siepi e decorazioni grazie alle potature effettuate nell’arte topiaria. Il suo nome botanico è Buxus microphylla, ed è un albero sempreverde che presenta corteccia giallo bianca e foglie molto piccole ovali e verdi.

  • Potatura dei rami: prima della stagione di crescita, dunque a fine inverno il bosso necessita di potature dei rami.
  • Esigenze. Ama sia il pieno sole che l’ombra ma non sopporta le basse temperature mentre ama innaffiature abbondanti.
  • Parassiti e malattie. non vi sono parassiti e malattie particolari che minano il bonsai di Bosso

 

Come coltivare il Bonsai di Buganvillea

Una pianta molto ornamentale usata generalmente nei giardini per le sue abbondanti fioriture. Si tratta di un arbusto rampicante con rami leggeri e spinosi che presenta fiori piccoli di grandezza di alcuni centimetri a seconda della specie presenta colorazione dei fiori diverse con sfumature rosa, viola, aranciate e rosate.

  • Potatura. E’ un arbusto a crescita rigogliosa che necessita di potature frequenti da effettuare prima dell’estate e subito dopo la fioritura che in genere si protrae dalla primavera fino in autunno.
  • Rinvaso: va effettuato in genere ogni due anni contestualmente al taglio delle radici nel periodo primaverile.
  • Composto. Ama un composto del secondo tipo 50 % di  torba di  muschio setacciata insieme al 50 % di sabbia fine adatto anche per le talee.
  • Habitat: ama posizioni luminose ed una temperatura media che non dovrebbe scendere al di sotto dei 10 /12 gradi. In estate e nel periodo primaverile posizionare in luogo soleggiato ed innaffiare frequentemente l’alberello.
  • Propagazione: deve avvenire in estate per talea legnosa e semi- legnosa.

Abbiamo visto: Bonsai come coltivare Bambù, Baobab, Betulla, Bosso e Buganvillea; in un articolo precedente abbiamo visto altre tipologie di bonsai che iniziano con la lettera A:  Come coltivare Abete, Acero, Albicocco, Aralia, Arancio ed Azalea.

*Composto da semina per bonsai: Il composto da semina per propagare i bonsai deve essere terriccio composto da semina leggero (80%),  con aggiunta del 10 % di torba di muschio e 10 % di sabbia fine.

 

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