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giovedì, Ottobre 2, 2025
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Camellia sinensis: la pianta del Tè

Camellia sinensis: la pianta del Tè
Camellia sinensis: la pianta del Tè

 

La Camellia sinensis è la pianta da cui si ricava il tè. Appartiene al genere “”a e alla famiglia delle Theacea. Molti tipi di tè traggono origine dalla lavorazione delle foglie, dei germogli, e di altre parti di questa pianta: soltanto i metodi di lavorazione differenziano le varie tipologie. Conosciuta come Camelia regala splendide fioriture precoci.

Le varietà di Camelia sono molteplici. Esistono due diverse varietà di Camellia sinensis, ossia la Camellia sinensis sinensis, detta anche China che può raggiungere i 5 metri di altezza, e la Camellia sinensis assamica, detta Assam, capace di arrivare a 11 metri. E’ un sempreverde dal fogliame e dai fiori decorativi, che diviene produttivo dopo 4 o 5 anni di vita. 

Camellia sinensis: la pianta del Tè

La Camellia sinensis è un arbusto eretto, dalle foglie ovato-acuminate, con il margine dentato, di colore verde-chiaro sono lunghe dai 4 ai 15 cm, e larghe dai 2 ai 5 cm. Una foglia fresca contiene circa il 4% di caffeina. La pianta  presenta  fiori semplici di piccole dimensioni, di colore bianco, portano numerosi stami color giallo-oro; è originaria della parte continentale del Sud e Sud est Asiatico.

Coltivazione e temperatura ideale

La temperatura ideale di coltivazione è  tra i 10° ed i 30 °C ,  le coltivazioni possono trovarsi anche a 2.500 m di altitudine considerando che è proprio a quote più elevate che spesso si ottengono i tè più pregiati.

  1. La vita produttiva della Camellia sinensiscomincia generalmente dopo 3-4 anni dalla semina, e dura per qualche decina d’anni, anche se esistono esemplari selvatici che superano il secolo d’età.
  2. Questa pianta ama terreno argilloso anche sabbioso ma fertile. Non sopporta i ristagni d’acqua ed ama dunque un terreno fertile ma ben drenato.
  3. Sopravvive bene con temperature che vanno dai 10 ai 37 gradi centigradi, ama irrigazioni medio basse ed esposizioni a mezz’ombra o al sole. E’ soggetta ad attacchi di cocciniglia. 
  4. La propagazione può avvenire sia per seme che per talea
  5. Coltivata in tutto il mondo, soprattutto in regioni a clima tropicale e sub-tropicale generalmente viene  mantenuta  dimensioni di cespuglio  o di piccolo albero. Le radici possiedono un robusto apparato mentre i fiori possono essere bianchi o gialli, del diametro  di circa  4 centimetri presentano una corolla formata da  7 o 8 petali.

Storia

In Italia la coltivazione della pianta del tè iniziò verso la fine del 1800  grazie a Giovanni Briosi, professore di botanica e direttore dell’orto  botanico di Pavia dal 1883 al 1919.
Dalla pianta originale negli anni ’30 Gino Pollacci anch’ egli professore di botanica, riuscì ad ottenere una varietà diversa che chiamò Camellia thea ticinensis, in grado di resistere al gelido clima invernale ma va protetta con pacciamature.

La raccolta delle foglie

Generalmente le foglie più giovani sono destinate alla raccolta per la produzione del tè e sono caratterizzate da una leggera peluria bianca o argentata. A seconda dell’età della foglia si hanno qualità di tè diverse tra di loro, dal momento che, con la maturazione, la composizione chimica può subire dei cambiamenti sensibili.

Va detto che le proprietà mediche riconosciute a questa pianta sono notevoli. I germogli giovani delle foglie ma anche i fiori contengono una percentuale elevata (la più elevata in natura) di anti ossidanti principi che aiutano a contrastare la formazione dei radicali liberi e l’invecchiamento. 

In base al tipo di trattamento cui vengono sottoposte le foglie della Camellia sinensissi possono ottenere prodotti diversi per forma, colore, aroma e sapore.

Si ottengono prevalentemente 3 varietà:

  • Tè oollong  (tè blu o ging)
  • Tè bianco
  • Tè nero

Trattando le foglie con il calore subito dopo la raccolta, si ottiene il tè verde essiccandole all’aria si ottiene il tè bianco, mentre  lasciando ossidare completamente le foglie si ottiene il tè nero; lasciandole parzialmente ossidare e poi trattandole con il calore si ottiene il tè oolong  chiamato anche tè blu o tè qing, è una tipologia di tè semi ossidato prodotto in Cina e a Taiwan. 

Tentare la coltivazione in giardino o in balcone può rivelarsi divertente e dar vita ad una produzione di tè casalingo! Seccare le foglie in luogo fresco asciutto e all’ombra. Sminuzzarle e riporle in barattoli di vetro.

Mimosa sensibile o Pudica, una pianta “viva” che si chiude al contatto

Mimosa pudica o mimosa sensibile
Mimosa pudica o mimosa sensibile

Ho acquistato, quasi per caso un piccolo esemplare di mimosa pudica, una piantina dal fogliame modesto, di un bel verde chiaro con le foglioline leggermente più larghe di una normale mimosa, la caratteristica che mi ha colpito, ed affascinato di questa graziosa piantina, e che se la si sfiora chiude istantaneamente le sue foglie, questo comportamento si ripete nelle ore serali, quando la pianta se ne va a dormire, la ritroviamo invece aperta nelle ore mattutine. Una pianta molto graziosa che merita la sua considerazione.

Mimosa sensibile o Pudica, una pianta "viva" che si chiude al contatto
Mimosa sensibile o Pudica, una pianta “viva” che si chiude al contatto

 

Mimosa sensibile o Pudica, una pianta “viva” che si chiude al contatto

 

La mimosa pudica appartiene alla famiglia delle Fabacee e mimosaceae. E’ originaria dell’Oceania e dell’America del Sud, in particolare del Brasile, sebbene sia diffusa oramai in tutte le zone temperate del globo. Se coltivata in vaso, tende a raggiungere il mezzo metro di altezza, mentre in piena terra, può arrivare ad innalzarsi fino a 4 metri ed assumere le dimensioni di un bellissimo esemplare. La sua particolarità di chiudersi al tatto e alle vibrazioni in genere,  la rende particolarmente nota ed amata. E’ una pianta perenne e non stagionale. 

 

Descrizione mimosa pudica

La Mimosa pudica è caratterizzata da foglie simili a felci, ma più piccole, costituite a loro volta da una serie di foglioline dal colore verde chiaro. I fiori invece sono piumosi, di colore rosa-lilla e compaiono sulla pianta nei mesi caldi, da luglio a settembre. La caratteristica di chiusura delle foglie è dovuto ad una forma di auto-protezione, una vera e propria di difesa messo in atto contro i predatori o il caldo intenso, chiudendosi infatti appare come marcia ai predatori e limita la perdita di liquidi diminuendo la superficie irradiata dal sole. 

E’ una pianta facile da coltivare, purché esposta a media luce ma non diretta dei raggi solari. Se coltivata in vaso, è opportuno riportarla all’ interno delle pareti domestiche nel periodo più freddo dell’anno, onde evitare che le gelate persistenti ne rovinino l’apparato radicale.

La temperatura ideale è quella che si aggira attorno ai 20°C, mai comunque al di sotto dei 13°C. La Mimosa Sensitiva  richiede parecchia attenzione nel periodo che va da marzo ad ottobre, sono indicate innaffiature regolari, evitando i ristagni idrici,è consigliata la completa sospensione delle operazioni nel periodo di riposo vegetativo. Si moltiplica per seme in primavera, regalando quasi immediatamente nuove pianticelle da mettere a dimora.

Riproduzione

La riproduzione della mimosa pudica è abbastanza semplice e si avvale della riproduzione per talea in estate approfittando delle potature, o attraverso la semina dei semi prodotti. 

Dove trovarla e prezzo

Facile da reperire nei vivai ed online una piccola piantina di Mimosa pudica o mimosa sensibile ha un costo che varia dagli 8 ai 15 – 20 euro circa in relazione alla grandezza e ad eventuali vasi in plastica o ceramici che la contengono. 


Mare da sogno e tanta natura: benvenuti all’Isola d’Elba

barca a vela
Barca a vela

Una vacanza all’Elba, oggi, è davvero un sogno. Una vacanza per mare, poi, in un’isola come questa, è un sogno che forse finalmente potremmo permetterci: in questo modo, infatti, si possono ammirare paesaggi unici, scorciatoie intriganti e tramonti indimenticabili, e godere di tutto il fascino e le meraviglie che questo luogo magico ha in serbo per noi.

L’Elba non è solo natura in abbondanza, ma una storia ricca e affascinante, testimoniata dai numerosi resti dell’epoca etrusca, romana e medievale. Ma possiamo davvero permetterci di visitarla con una crociera di un giorno, di un week-end, o addirittura di una settimana? Certo che sì!

Scegliendo uno dei tanti servizi che oggi propongono il noleggio barche online, dando anche la possibilità di navigare sia con che senza skipper, ecco che delle vacanze in barca all’isola d’Elba si trasformano in un traguardo vicino, e soprattutto a portata delle nostre tasche! Ma cosa visitare una volta raggiunta l’isola in barca? Scopriamolo nelle prossime righe!

Un’isola, mille possibilità

La zona di Portoferraio, capoluogo dell’isola, oltre ad essere uno dei principali punti di arrivo e di attracco dell’Elba, si distingue anche per la sua lunga storia. La zona è la più popolata dell’isola e custodisce alcuni dei tesori più preziosi della cultura elbana, connessi principalmente alla dominazione medicea.

Fortezza medicea di Porto Ferraio

Fu proprio Cosimo I de’ Medici che conferì a Portoferraio quel lustro e quell’importanza che prima le mancavano, grazie alla costruzione di una fortezza impenetrabile tutt’oggi conservata in perfetto stato. Le strade del centro storico, ricche di luoghi interessanti da visitare, si allungano e si snodano all’interno delle mura della fortezza.

Nonostante gli esempi apparentemente infiniti che possiamo trovare del dominio fiorentino – che all’epoca chiamava Portoferraio “Cosmopoli” – anche altri popoli conquistarono la scena di tanto in tanto, compresi i romani: siti come Villa della Linguella, adagiata sul mare, e Villa delle Grotte, che si trova lungo la strada provinciale che collega Portoferraio a Porto Azzurro, ne sono ricche e interessanti testimonianze.

Porto Azzurro

Non da meno, Porto Azzurro, situato all’interno di un porto protetto dal Golfo di Mola, è un’altra delle località più note dell’Isola d’Elba. La storia di questa zona è segnata invece dalla dominazione spagnola, la cui traccia più affascinante si ritrova nel maestoso Forte di San Giacomo, che svetta sopra le moderne abitazioni di oggi.

Tutto a Porto Azzurro sembra sprigionare suggestività: la tranquilla baia dove noi stessi potremmo attraccare, la piazza circondata da negozietti e ristoranti e il pittoresco panorama di Porto Azzurro stessa! All’interno delle mura della città si trova poi la chiesa barocca di San Giacomo Apostolo, che richiama nella forma e nella struttura le chiese di Barcellona.

A tre chilometri dal centro storico sorge il Santuario della Madonna del Monserrato, dove è conservata l’immagine della Madonna Nera. Dalla piazzetta di fronte al Santuario si gode di una vista spettacolare sulla spiaggia del Barbarossa, un paradiso per gli amanti dello snorkeling e dei sub, facilmente raggiungibile in barca e luogo ideale per concedersi una pausa dalla navigazione, con tanto di tuffi rinfrescanti.

Come composta da tanti piccoli mondi a sé stanti, l’Elba sorprende in ogni periodo dell’anno, con il suo gentile susseguirsi di ambienti differenti ma che si completano  armoniosamente, e una vacanza in barca è proprio quello che ci vuole per scoprire tutti i volti dell’isola!

Auto ibrida: i modelli meno cari a partire da 15 mila euro: 7 automobili

Auto ibride economiche
Auto ibride economiche

Il futuro del nostro pianeta ha bisogno di un aiutino: molti paesi esteri sono, in termini di protezione ambientale ed eco-sostenibilità, decisamente all’avanguardia rispetto a noi. In questi paesi le auto ibride e le auto elettriche sono ormai la maggioranza rispetto a quelle in circolazione.

Nel nostro paese si tarda a percorrere questa strada in virtù anche dei prezzi sostenuti delle auto elettriche e delle ibride rispetto alle auto a benzina e al diesel. Vediamo alcuni modelli economici di auto ibrida che hanno prezzi che partono da meno di 12 mila euro circa fino ai 20 mila euro con una media che si attesta intorno ai 15 mila euro per i modelli più economici di automobile ibrida.

Auto ibrida: ecco i modelli più economici le 7 auto ibride dal prezzo contenuto

La tecnologia ibrida, sicuramente la più versatile, comincia a diventare abbordabile a livello di prezzi. Sicuramente è quella che consente di muoversi agevolmente sia in città che per lunghi percorsi in virtù della sua duplice funzione elettrica e a benzina. I prezzi un tempo proibitivi, iniziano ad allinearsi alle esigenze economiche degli utenti. Nascono così i primi modelli “economici” di auto ibride a partire dai 15 mila euro. I modelli che non superano i 20 mila euro che abbiamo scovato sono 7. Appena fuori dalla soglia dei 20 mila euro si piazzano altre due auto: la Toyota Yaris e la Honda jazz.

Le 5 auto ibride più economiche

Abbiamo visto che la Toyota Yaris e la Honda jazz si collocano di poco sopra i 20 mila euro, ma vi sono altre 7 auto ibride economiche che non raggiungono i 20 mila euro e due vetture che si attestano al di sotto dei 15 mila euro. In elenco le auto selezionate:

  1. Fiata Panda
  2. Lancia Ypsilon
  3. Fiat 500
  4. Ford Fiesta
  5. Suzuky Swift
  6. Suzuky Ihìgnis hibrid
  7. Mazda 2

Oltre ai prezzi ridotti a far da leva all’acquisto dell’auto ibrida vi sono anche gli incentivi comunali, gli sconti delle case e le esenzioni regionali.

1# Fiat Panda ibrida

Top economica ibrida è la Fiat Panda con prezzo a partire da 11.400 euro, un’utilitaria adatta per la città, ottima per donne e neo patentati, perfetta per famiglie di 2 – 3 persone. I consumi sono ridotti e le emissioni ridotte sensibilmente. Ha batteria da 11Ah con una potenza massima di 3,6kW. Nuovo motore a 3 cilindri Firefly da 70 Cv ed un motore elettrico BSG.

Fiat Panda Hibrid 11.400 euro

2# Lancia Ypsilon hibrid

Piccola, versatile e performante la Lancia Ypsilon ibrida monta un motore 1000 a 3 cilindri Fireflay con sistema elttrico BSG. Tetsta dotata di 2 volvole per cilindro, motore brillante, distribuzione a catena e rapporto di compressione 12:1. Costo 14.450 euro.

Lancia Ypsilon hibrid – Prezzo 14.450 euro

3# Fiat 500 ibrida

La Fiat 500 ibrida prevede un nuovo motore 1000 anch’esso Fireflay con sistema elettrico BSg da 12 volt, (70CV). A breve andranno in produzione i modello 100 % elettrici. Prezzo base di 17.850 euro. Incentivi locali in varie regioni e risparmio più che sensibile sui consumi.

Fiat 500 ibrida – Prezzo 17.850 euro

4# Ford Fiesta ibrida

Un modello performante sotto molti punti di vista la Ford Fiesta ibrida, dotata di tecnologia EcoBost Hybridda 48 Volt, 125 cavalli di potenza, monta un motore 1000 a 3 cilindri. Prezzo base di 19.550 euro.

Ford Fiesta hibrid -prezzo 19.550 euro

5# Suzuky Swift hibrid

Si distingue dalle altre ibride la Suzuky Swift per la sua trazione integrale 4×4 e propone una doppia alimentazione benzina e GPL oltre che l’abbinamento alla tecnologia Hybrid. Allestimento full optional previsto nell’equipaggiamento standard comprensivo di fendinebbia climatizzatore, cerchi in lega sistema multimediale con schermo touch, retrocamera, bluetoot sedili riscaldati e molto altro. un vero gioiellino venduto al prezzo di 15.990 euro.

Suzuky Swift Hibrid – Prezzo 15.990 euro

6# Suzuky Ignis hibrid

Dotata di motore a 4 cilindri K12D garantisce potenza maggiore con picco di coppia da 12Nm. Da segnalare il cambio automatico, e la tecnologia 4×4 ALLGRIP per migliorare l’adesione al terreno. Il prezzo della Suzuky Ignis Hibrid è di 16.500 euro.

Suzuky Ignis Hibrid – Prezzo 16.500 euro

7# Mazda 2 ibrida

Arriva la versione 2020 della Mazda in versione hibrid dotata di piccolo propulsore che aiuta l’auto nelle fasi dispendiose in termini di carburante. Efficiente, con emissioni ridotte di CO2 e consumo contenuto. Il prezzo di 17.800 euro.

Mazda 2 Hibrid – Prezzo 17.800

4 Auto Ibride sopra in 20 mila euro: Toyota, Honda, Kia.

Altri modelli di auto ibride che si attestano su cifre contenute che rientrano sotto i 20 mila euro o di poco sopra, sono oltre alle già nominate Toyota Yaris che nel 2020 risulta essere l’auto ibrida più venduta; la Honda jazz, la Honda Jazz che si attesta sui 22.500 euro, e la Kia Niro che tocca i 26 mila euro.

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Calla “Zantedeschia aethiopica”coltivazione e riproduzione

Calla "Zantedeschia aethiopica"coltivazione e riproduzione
Calla "Zantedeschia aethiopica"coltivazione e riproduzione

La Calla è una pianta rustica, si adatta bene in ambienti molto umidi, per questo motivo può essere utilizzata, insieme al papiro e ad altre piante per ornare piccoli laghetti, stagni e vasche.

Calla “Zantedeschia aethiopica” coltivazione e riproduzione

Appartiene alla famiglia delle Aracee. Originaria dell’Africa meridionale  e delle regioni del capo, fu introdotta in Europa intorno alla metà del 700. Molto diffusa attualmente nei giardini anche per via della sua facile coltivazione. Il suo nome “Calla” deriva dal greco “kalos” che significa bello. I suoi fiori infatti sono molto belli ed eleganti con portamento eretto sostenuti da lunghi steli. Viene denominata anche “giglio del Nilo”.

Caratteristiche e specie botaniche

Vi sono varie specie: le Calle Cantedeschie si suddividono in specie a fioritura precoce, e a fioritura tardiva. La Zantedeschia aethiopica è a fioritura precoce, e fiore bianco e foglie verdi;  mentre la Zantedeschia schwarzwalder, meno nota, ha un fiore blu / viola, molto bello e foglie screziate di bianco.

Zantedeschia schwarzwalder
Zantedeschia schwarzwalder

Esistono altre varietà tardive  dai fiori gialli tipici della Zantedeschia Elliottiana; arancioni come la Zantedeschia Albomaculata con foglie screziate, etc. La differenza di base è che quelle a fioritura precoce si adattano meglio a vivere in esterno in località a clima mite, mentre quelle tardive amano temperature non inferiori ai 20 gradi e vengono coltivate in casa o al riparo in serre e verande. Entrambe le specie amano la luce ma non il sole diretto.

Descrizione e coltivazione Calla

  • La Calla è una pianta erbacea perenne a radice rizomatosa, dalla quale nascono foglie e peduncoli floreali. Le foglie possono raggiungere i 50 cm di lunghezza.
  • Le foglie sono di grandi dimensioni, lucide verde chiaro a forma di freccia di forma ovale appuntita che svettano all’estremità di piccioli portanti lunghi fino ad un metro circa di consistenza spugnosa spessi circa 1 centimetro.
  • I fiori di calla, molto grandi, risultano gradevolmente profumati. Presentano un aspetto a calice  di colore bianco o altri colori in base alla specie (vedi sopra), con all’interno uno spadice giallo, spesso erroneamente confusi con i fiori dello Spathiphullum   e con “L’ Anturio o Anthurium (appartenenti  ambedue alla stessa famiglia delle Aracee) che producono fiori dalla forma simile.
  • L’epoca di fioritura  delle calle precoci è la primavera tarda e fine estate, mesi in cui la pianta regala diversi fiori di media durata. Per le specie tardive la fioritura avviene a Febbraio.
  • Fertilizzare con concime liquido nel periodo di fioritura.

Moltiplicazione della calla, terreno e irrigazioni

Le piante di calla possono essere riprodotte  e moltiplicata in maniera piuttosto semplice, attraverso la divisione dei cespi, e ama le esposizioni a mezz’ ombra fino ad ombra completa. Non ama il sole diretto, porre in ombra, specie quando vengono moltiplicate.

Acqua o terra?

La Calla è una pianta  semi-acquatica motivo per cui, può essere coltivata in vaso se questi viene immerso parzialmente in acqua.

Il terreno che predilige è la normale terra da giardino mescolata a sabbia e torba arricchito da concime organico; ama irrigazioni frequenti e copiose. Si tratta di piante con foglie e fiori grandi molto belli che possono costituire un valore aggiunto nei giardini, in casa sul balcone in prossimità dei laghetti e in tante altre collocazioni.

Calla - Zantedeschia aethiopica
Calla – Zantedeschia aethiopica

Cosa sono i geroglifici: vari tipi di geroglifici e la scrittura, nascita dell’alfabeto

Cosa sono i geroglifici: vari tipi di geroglifici e la scrittura
Cosa sono i geroglifici: vari tipi di geroglifici e la scrittura

Nella storia dei popoli si è assistito ad un’evoluzione di usi e costumi. Il progresso ha delineato le nuove società e, con esse, anche l’uso dei simboli e della scrittura ha assunto dei connotati molto diversi rispetto al passato. Un tempo, l’uomo scriveva attraverso l’uso dei geroglifici.

Dunque, i geroglifici sono semplicemente un tipologia di scrittura primordiale. Volendola semplificare come definizione di scrittura, si ottenevano due tipologie di base più diffuse ed utilizzate.

I geroglifici: la scrittura ieratica e la scrittura demotica

Le due scritture più in uso furono, ieratica e demotica. Si differenziavano tra di loro: la scrittura ieratica era complicata e riservata ai soli testi sacri, la scrittura demotica era sostanzialmente destinata a tutti in quanto, decisamente più semplice da scrivere e leggere. Quest’ultima era utilizzata per atti ufficiali, elenchi, lettere e poesie.

A sinistra geroglifici: 3 sono i tipi di geroglifici usati dagli egizi: pittogrammi, ieratico e domotico. A destra scrittura cuneiforme inventata dai Sumeri usata successivamente anche dagli Assiro – babilonesi.

I geroglifici egiziani

In Egitto le belle lettere e la scrittura erano tenute in grande considerazione. Per questo motivo la professione dello scriba, uomo capace di leggere e scrivere, era molto ambita.

Nei templi e nelle regge i manoscritti venivano custoditi con molta attenzione per non rischiare di perdere testi preziosi se ne realizzavano più copie. Avere a che fare con la scrittura significava anche avere a che fare con la storia e con il potere.

Anche i tempi erano adornati con meravigliose scritte realizzate con i geroglifici che raccontavano e glorificavano i faraoni e le loro imprese in vita.

Come leggere i geroglifici egiziani

I simboli

L’uomo produce una grande quantità di simboli nel corso della storia. I simboli dell’uomo, a differenza di quelli animali (tracce, odori, secrezioni), sono delle vere e proprie creazioni prodotte dall’intelletto. La loro finalità è quella di comunicare attraverso la scrittura.

Da sempre l’uomo disegna, scrive, ascia tracce della sua esistenza. Dai disegni delle caverne risalenti all’epoca preistorica, ai templi dei faraoni dell’antico Egitto, fino ai nostri libri e al nostro alfabeto, i segni e le lettere hanno lascito un’eredità profonda.

Vari tipi di scrittura e simboli

Nel corso della storia si possono individuare vari passaggi e vari modi di esprimersi attraverso le immagini e la scrittura: dai pittogrammi alle scritture cuneiformi, fino ai geroglifici e ai caratteri runici, per arrivare successivamente, al nostro alfabeto attuale.

La scrittura cuneiforme inventata dai Sumeri e caratterizzata da caratteri ideografici o sillabici a forma di cuneo che venivano incisi su tavolette di argilla. [Ti potrebbe interessare: abbigliamento antico oriente come vestivano Fenici, Persiani, Sumeri e Assiri].

Le differenze tra questi sistemi di espressione sono enormi e, in linea generale, si possono suddividere fondamentalmente, in sistemi di simboli e sistemi di segni.

I pittogrammi, gli ideogrammi ed i geroglifici non riproducono esattamente il suono della voce ma, ogni segno, meglio definito come “disegno”, indica piuttosto un concetto, una funzione, oppure un mestiere o un’azione da compiere.

La scrittura comparve nel tardo Neolitica nel periodo di inizio dell’età del bronzo. Le scritture più antiche vengono ritenuto quelle dei geroglifici egizi e quelle cuneiformi dei Sumeri databili intorno al 3300 a. C. La scrittura cinese nascerà in epoca posteriore intorno al 1200 a.C.

Scrittura e alfabeto: i fenici inventarono il primo alfabeto riducendo i simboli ad un numero di 22 ed inaugurando così la tradizione alfabetica.

La Grecia e l’alfabeto

Nell’antica Grecia, intorno al VII secolo avanti Cristo, con la scoperta e l’introduzione dell’alfabeto si compie il passo decisivo per la scrittura. Il sistema alfabetico dei greci, che poi diventerà anche il nostro, deriva da quello dei Fenici, i quali furono i primi a ridurre il numero dei segni a 22.

La differenza di base stava nel fatto che con un sistema di geroglifici o ideogrammi il numero da usare era potenzialmente infinito mentre per quanto concerne l’alfabeto, il numero dei segni viene imposto in origine ed è statico. Con l’alfabeto si da forma ad ogni lettera alla quale corrisponde un suono prodotto dalla voce e si delinea dunque una forma grafica ben codificata.

Scrittura murale romana graffita di cui la somiglianza con la nostra scrittura attuale è ben evidente.

Con questo cambiamento radicale il simbolo perde la sua sacralità e diventa segno “lettera”, pura traduzione scritta del suono della nostra voce. Da questo momento, non vi saranno più scritture segrete e misteriose come quelle che esistevano nell’antico Egitto, ma i segni divengono chiari visibili e comprensibili a tutti.

Casa pareti e pavimenti: come cambiare l’aspetto di un’arredamento

Casa pareti e pavimenti: come cambiare l'aspetto di un'arredamento
Casa pareti e pavimenti: come cambiare l'aspetto di un'arredamento

Quando si pensa ad un restyling che modifichi l’aspetto della nostra casa, il primo pensiero va ai mobili ed ai tessili. In realtà, anche le pareti ed i pavimenti, possono completamente stravolgere l’aspetto della nostra casa senza andare a sostituire i mobili.

Dopo qualche anno, la voglia di modificare, cambiare, sostituire qualcosa nell’arredamento, è legittima. Talvolta, si può operare la sostituzione di alcuni mobili, come ad esempio il divano e le tende; altre volte, si può procedere in maniera diversa attraverso modifiche che coinvolgano pareti e pavimenti. (Ti potrebbe interessare: prezzo e posa dei pavimenti).

pavimento in cotto
Pavimenti in cotto, mura in pietra, ed allestimenti in muratura sono elementi spesso presenti nelle case di campagna e nei casali e ne caratterizzano l’estetica interna. Panchina in muratura realizzata d’avanti ad un grande camino.

Casa pareti e pavimenti come sceglierli e modificarli

Il colore delle pareti e dei soffitti può essere modificato con facilità, specie se abbiamo optato, precedentemente, per della tinta chiara, rispetto magari, alla carta da pareti.

Intervenire per rinfrescare le pareti e magari cambiare anche il colore delle pareti o applicare stikers non risulta essere un’operazione troppo invasiva. Cambiando il colore di una parete di fondo di un soggiorno si riesce a modificare l’intero aspetto della stanza.

Pensate ad esempio, ad una parte colorata in grigio, in azzurro, o in rosso scuro, l’effetto è garantito! Pareti tinte con “effetto acquerello”, o magari, rivestite di carta da parati solo da un lato, come ad esempio, una parete posta di sfondo alla testiera del letto.

Ma oltre alla pittura murale e agli stickers, ciò che può fare la differenza sono i pavimenti.

arredare casa il colore pareti
Pareti tinte effetto acquerello

Come cambiare l’aspetto di un’arredamento con i pavimenti

I pavimenti, sia per dimensione che per colore e materiale, possono stravolgere completamente l’aspetto degli ambienti di casa o di altri edifici. Le opere di ristrutturazione non sempre necessitano della rimozione del vecchio pavimento. Le soluzioni sono molteplici e possono avvalersi principalmente di 4 tipologie di materiali:

  1. moquette
  2. parquet
  3. ceramica, gress o marmo
  4. cotto

Moquette

Si tratta di un materiale molto versatile che può essere posato senza troppa difficoltà, specie se le stanze non sono di dimensioni troppo ampie. Adatta per le camere da letto e le camerette, ma anche per corridoi e ingressi, la moquette risulta perfetta in edifici commerciali, non indicata a chi soffre di allergia agli acari della polvere.

Parquet

I parquet sono sempre più diffusi ed adottati nell’arredamento degli ambienti domestici. Il mercato offre ampia scelta in termini di materiali e di prezzi, e dunque, individuare ciò che piace e che risponde al nostro budget è davvero molto facile.

Alcune tipologie di parquet possono essere posati anche con il fai da te, altri richiedono l’intervento specialistico e procedure di arrotatura denominate lamatura. Per approfondire l’argomento è utile leggere questo articolo: Parquet: scegliere il tipo di parquet e la messa in posa.

Ceramica, gres porcellanato cotto e marmo

Sicuramente il gres porcellanato offre ampia scelta sia in termini di formati che di colori e prezzi. Un materiale, il gres facile da pulire, che può essere posato in due modi.

  1. Il primo richiede la rimozione del vecchio pavimento.
  2. Il secondo, invece, può avvalersi, come piano d’appoggio, del vecchio pavimento preesistente.

La posa del nuovo pavimento avviene con l’ausilio di specifici collanti. Attenzione però alla valutazione dei solai e del carico che possono sostenere. In vecchie abitazioni potrebbe essere necessario rimuovere il vecchio pavimento o, in alternativa, optare per pavimentazioni più leggere, come ad esempio il parquet o la moquette.

Ad ogni modo, specie se il pavimento è vecchio, e presenta segni di usura, operare un restyling attraverso la sua sostituzione, rimane sicuramente la scelta migliore. In questo caso si potrà intervenire anche sulle pareti rinfrescandole con una nuova tinta.

Nella scelta dei colori è bene tenere conto delle dimensioni degli ambienti e della luminosità degli stessi, considerando che i colori scuri tendono a restringere gli spazi e a togliere luminosità.

Soggiorno shabby chic con pavimento in legno

Più pavimenti in una stessa casa? Sì si può

Alcuni affermano che in una casa i pavimenti debbano essere tutti uguali fatta eccezione per i bagni. In realtà, nulla vieta di optare per diverse tipologie di soluzioni: un pavimento in gres nel soggiorno e nella cucina, ingresso e corridoi e scegliere magari un bel parquet per le camere da letto, scegliere del marmo per i bagni, destinando un’ambiente studio alla pavimentazione con moquette (ad esempio). L’importante è che la scelta dei colori avvenga in sintonia tra i vari ambienti della casa.

Non aver paura di invecchiare: i migliori rimedi anti età

Non aver paura di invecchiare: i migliori rimedi anti età
Non aver paura di invecchiare: i migliori rimedi anti età

Oggi come oggi, grazie alle maggiori conoscenze scientifiche, si hanno molte più informazioni su come combattere i segni dell’invecchiamento precoce. Nelle prossime righe, vediamone alcuni tra i più efficaci attualmente in uso.

Alimentazione anti-age

Quando si tratta di combattere i segni dell’invecchiamento – o per meglio dire di prevenirli – è cruciale l’alimentazione. Esistono diversi cibi che permettono di apprezzare una vera e propria efficacia anti-age. Tra gli alimenti in questione è possibile citare senza dubbio i lamponi che, grazie al contenuto di manganese, aiutano a migliorare la densità delle ossa che, soprattutto per le donne, man mano che si va avanti con l’età necessitano di fare attenzione a questo aspetto della propria salute per via del rischio di osteoporosi.

Un altro alimento che aiuta tantissimo a tenere sotto controllo gli effetti dell’invecchiamento è la rucola. I suoi benefici sono numerosi. Tra questi è possibile citare la capacità di tenere sotto controllo la pressione arteriosa.

Si potrebbe andare avanti ancora tanto a parlare degli alimenti che dovrebbero essere inclusi in una dieta anti-age. Nell’elenco è possibile includere il salmone, nota fonte di grassi omega-3. Questi nutrienti sono preziosi alleati per via della loro efficacia antiossidante e antinfiammatoria.

Come non citare poi la curcuma, caratterizzata da un notevole potere antinfiammatorio benefico in particolare per la salute del cervello? Non c’è che dire: la natura ci offre tantissime opportunità per affrontare, attraverso quello che mettiamo nel piatto, gli effetti degli anni che passano.

Medicina estetica: come è cambiata negli anni

Tra i motivi per cui, oggi come oggi, non bisogna aver paura di invecchiare, rientra anche la medicina estetica. Questa branca della medicina si è evoluta tantissimo negli ultimi anni. Se fino agli anni ‘80/’90 si parlava di cambiamenti drastici – che in molti casi hanno stravolto la bellezza di celebri donne splendide – la situazione attuale è differente: grazie alle numerose conoscenze scientifiche, l’orientamento è sempre più focalizzato verso la preservazione della bellezza naturale.

Fondamentale, a tal proposito, è stata la svolta che ha previsto l’introduzione di prodotti riassorbibili, in primis l’acido ialuronico, zucchero presente naturalmente nel nostro corpo la cui esistenza è stata scoperta analizzando l’umor vitreo dell’occhio di un bovino.

Il suo impiego è molto frequente e può riguardare diversi protocolli. Si parla di quelli incentrati sul riempimento delle rughe, ma anche dei trattamenti aventi come obiettivo il miglioramento dell’idratazione e del turnover cellulare. Attenzione: oggi come oggi, quando si parla di medicina estetica, si inquadra un ambito a cui fare ricorso non solo per controllare i segni dell’invecchiamento, ma anche in situazioni come la preparazione della pelle all’esposizione al sole.

Altri rimedi

Non c’è che dire: i rimedi per tenere sotto controllo i segni dell’invecchiamento sono numerosi e poco invasivi. Tra questi, è possibile citare la liquirizia, ma anche l’olio essenziale di rosa e quello di avocado, ricco di carotenoidi (se vuoi saperne di più in merito, i rimedi da applicare alle rughe collocate tra il naso e la bocca li trovi qui.

Per concludere possiamo affermare che conta tantissimo anche lo stile di vita. Oltre all’alimentazione sopra ricordata, bisogna tenere in considerazione anche l’importanza di smettere di fumare (i danni da fumo a pelle ed organi sono ormai ben noti). La sigaretta, infatti, è una delle principali nemiche della luminosità della pelle.

Da non trascurare un altro temuto nemico della salute e della pelle: l’influenza dello stress. Il cortisolo prodotto sotto stress, non solo invecchia la pelle, ma contribuisce anche a peggiorare l’accumulo di adipe a livello addominale, una situazione che, di base, con l’età tende ad acuirsi e che non è certo il massimo per la salute.