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sabato, Ottobre 4, 2025
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Coronavirus e cazzeggio: forse è proprio di troppo!

#iostoacasa
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In questi giorni non si parla d’altro: Coronavirus! Ogni persona dice la sua, ma ciò che proprio stona, ed anche molto, in questa emergenza sanitaria mondiale, è il cazzeggio. La gente sta morendo, muore ed è morta, e questo è un fatto reale che non può passare inosservato. Eppure, in tutto questo dramma, c’è chi si diverte a postare vignette idiote, quasi a voler sfatare una realtà, quasi a voler dire: io sono immune! Ed il rispetto per i morti? Il rispetto per le famiglie che piangono i propri cari, coloro che, purtroppo, non ci sono più?

Tante realtà, ma poco rispetto

Personalmente faccio parte di una realtà diversa, vivo e convivo con una malattia che al momento mi sta dando filo da torcere, tanto da dover ricorrere a terapie forti, come biologici e immunosoppressori. Rientro tra quei soggetti a rischio anche se ho grinta da vendere, e voglia di vivere. Non mi abbatto, non l’ho mai fatto, tant’è che molti che mi conoscono da anni, neanche sanno della mia patologia. Nella mia vita ho voluto fare sempre tutto, ed anche di più di quello che avrei dovuto, e potuto fare. Non sto a letto con i dolori, ne con la febbre.

Faccio ciò che voglio, o che devo fare, con forze, o senza forze. Con dolore, o senza dolore. Ho 3 figli, vengo considerata, dai medici, una specie di miracolata. Li ho voluti, malgrado tutto, e nonostante tutti. Quindi, sono sostanzialmente una persona che sdrammatizza, da sempre, anche se stessa. Ma questa volta non posso, non ci riesco, perché questa tragedia non è la mia, non è solo la mia: è di tutti!

Forse è proprio per la mia posizione, con una vita in bilico, che sto provando fastidio, ed anche rancore, nei confronti di coloro che sdrammatizzano eccedendo. Forse perché sento dire, da sempre, che di Crohn non si muore, ma ho visto morire diverse persone di Crohn in questi 35 anni di malattia…

Forse perché mi sento dire che il Coronavirus è al nord… ma poi, giro per i reparti dell’ospedale dove sono in cura, e sento infermieri e medici disperati, preoccupati, in ansia per se stessi e per le loro famiglie.

Forse perché, lavorando nel web, ho contatti con gente di tutta Italia, e ho sentito e visto le lacrime di molti amici e amiche, persone che hanno perso un loro caro congiunto per colpa di questa epidemia.

Eh si! Per me il cazzeggio è proprio di troppo, è una mancanza di rispetto nei confronti di chi piange un suo caro. Leggo nei vari gruppi che ho in wazzup, battute idiote, e poi leggo un articolo e vedo il video della mia amica blogger Elisabetta, che piange suo padre. Una bellissima donna distrutta da questa pioggia gelata che gli ha portato via il suo papà.

Questa è la realtà, e questa realtà merita rispetto! Mi chiedo se anche i cinesi si siano comportati nel medesimo modo, non lo so, ma immagino che la risposta sia NO.

Cazzeggio per scongiurare?

No, non credo che sia un modo per scongiurare il problema, credo che sia in modo per auto convincersi che le cose “capitano solo agli altri“.

Scarsa empatia così la chiamo io, scherzare sulla morte è sinonimo di scarsa empatia e poco rispetto. Poco rispetto nei confronti di chi sta soffrendo, di chi si trova in campo 24 h al giorno, medici ed infermieri ridotti allo stremo nel tentativo di salvare 1 vita umana in più, se pur con modesti mezzi a disposizione.

Ma basta scansarsi un po’ più in la e sentirsi al riparo da tutto…?

Rispetto è, rimanere a casa!

Ci vuole rispetto, maturità serietà, senso di responsabilità: Ci sono dei giovani nella zona dove abito io, che si sono offerti di consegnare la spesa agli anziani a casa, gratuitamente. E poi c’è chi continua a far finta di nulla, a minimizzare, sia nel linguaggio che nei modi.

Gli intoccabili! Coloro che si sentono al di sopra delle situazioni, ma che in realtà, ti rendi conto, giorno dopo giorno, che sono metri al di sotto del “mondo comune”… hanno scarsa capacità di comprendere, poca empatia, e probabilmente, una certa dose di anaffettività, racchiusa, talvolta, in una raggelante stupidità!

Sdrammatizzare va bene, ma il rispetto è dovuto

E’ vero che non essendo tutti uguali, ci sia chi voglia sdrammatizzare ma, come in ogni cosa, esistono modi diversi di farlo.

Più la situazione diventa grave, più i morti salgono, meno trovo congruo il cazzeggio: abbiate pietà e sappiate: ci stona proprio! Scorrendo anche la home di facebook ho letto tante di quelle cretinate, stupidaggini? Fake news…ma il senso? C-o-m-u-n-i-c-a-z-i-o-n-e delle più deleterie.

Forse non vi è chiaro: ma, mentre i ciliegi fioriscono e, con essi le rose, i gerani, le violette profumate di cui ne ho pieno il giardino; mentre si raccolgono i mandarini cinesi e si semina il prato; mentre l’aria di primavera si sente ovunque e diffonde odori e pollini, c’è gente che sta morendo, i numeri parlano chiaro: dalle 100 alle 160 persone al giorno. Siamo in un emergenza sanitaria che non sappiamo ancora dove ci condurrà. Ma semina morte!!!

Non ve ne frega un ca- -o??? Beati voi!

Sicuramente servirebbe meno cazzeggio, più responsabilità, stare a casa: #iostoacasa. Magari, è utile anche il tendere una mano a chi ha più necessità: anziani ad esempio, persone che da un giorno all’altro si sono ritrovate senza lavoro, malati, vittime e parenti delle vittime, servizi sociali utili, genitori con bambini etc.

Ma tutte queste persone che si danno al cazzeggio, a crisi finita, quando si ritroveranno, (e ci ritroveremo), ricoperti da una montagna di tasse che serviranno per risanare il deficit che si sarà creato, disoccupati in più e chiusura di alcune piccole attività, avranno sicuramente ben poco da ridere. Perché le tasse toccheranno anche loro.

Apprezzare ciò che si ha

Per le persone comuni, invece, quelle che di cazzeggio non hanno voglia, quelli che si radunano nei gruppi facebook di malati di varie patologie, e chiedono consigli e li suggeriscono, sono quelle persone che si sostengono da sempre, per mano, anche con un semplice: FORZA CE LA FARAI!!!

Quelle persone che guardando il telegiornale, e si lasciano sfuggire una lacrima, quelli che, come me, si commuovono nel sentire che la Cina sta porgendoci il suo aiuto con mezzi e persone; beh, per loro, per tutti loro, ci sarà un dono: quello di saper apprezzare ogni minuto delle propria vita, come non avevano mai fatto prima.

Agli altri rimarrà uno sterile cazzeggio e magari, pure la fortuna di averla sfangata. O magari no!

Cose da fare a casa: organizzare un angolo dedicato al fai da te

fai da te vetro e mosaico
Fai da te vetro e mosaico

Se c’è una stagione che tra tutte ci mette addosso una grande voglia di fare, quella è la primavera. La fortuna è che sta per arrivare, certo, ma le notizie che ci provengono dal mondo ci intimano di stare in casa, causa Coronavirus.

Certo, tutto questo potrebbe mettere a rischio il nostro equilibrio psichico, perché potremmo non essere abituati ad avere poche interazioni sociali e comunque uno stravolgimento delle nostre abitudini, anche solo lavorative, potrebbe essere fonte di grande stress.

Cose da fare a casa: organizzare un angolo dedicato al fai da te

Che fare a casa, dunque?

Le possibilità sono diverse, aspettando che questa terribile bufera passi (e passerà), noi cercheremo di concentrarci su una in particolare, ovvero la creazione di un piccolo angolo dedicato al fai da te, alle idee creative per il bricolage, all’interno di casa nostra. Vediamo insieme come farlo, e se questa potrebbe essere un’attività che potrebbe darci un po’ di equilibrio e di soddisfazione nei prossimi giorni.

Il primo passo: un contesto adeguato

Pensiamo a casa nostra e domandiamoci: quale potrebbe essere il nostro angolo di quiete da ritagliarci? Forse abbiamo già in mente un luogo preciso, forse siamo già convinti della sua ubicazione, o magari siamo ancora indecisi e titubanti. Se rientriamo in questa seconda categoria, quella delle persone indecise sul da farsi (forse sarebbe meglio dire sul “da mettersi”!) ecco un consiglio fondamentale: badate al contesto.

Fai da te carta e lavori di carta: rosa con spartiti

Fate caso, ad esempio, a quale tra i posti in lizza mette a disposizione più luce: la luminosità, quando avete a che fare con lavori di precisione o con strumenti taglienti (forbici, trapani, taglierini e chi più ne ha più ne metta) è davvero un punto fondamentale. Spazio a zone con ampie finestre, perché la luce naturale è quella che meno fa sforzare gli occhi, ma anche largo a lampade da tavolo abbastanza potenti da illuminare il nostro lavoro.

Il secondo passo la corretta gestione degli spazi

Lavorare in un ambiente ordinato potrebbe non solo favorire l’avvento e lo sviluppo di nuove idee, ma pure farci risparmiare molto tempo: organizzazione, dunque, dovrebbe essere una delle nostre parole chiave.

Pensiamo a un ordine degli oggetti nei cassetti, a una corretta disposizione sugli scaffali di ciò che usiamo di più (gli oggetti di uso più frequente, infatti, dovrebbero essere più a portata di mano, mentre quelli di raro utilizzo su scaffali più alti).
In più, una piccola rastrelliera da parete e un organizer da scrivania potrebbero davvero darci un valido aiuto quando si tratta di trovare qualcosa a colpo d’occhio. 

Lavori a maglia

Terzo passo: un piano d’appoggio che non ci dia pensieri

Lavorare con oggetti appuntiti o taglienti potrebbe essere fonte di preoccupazione anche per il nostro piano lavoro, se si trattasse del tavolo in radica della nostra nonna o del prezioso tavolo in cristallo della sala.

Evitiamo quindi di utilizzare questi appoggi per i nostri scopi di fai da te, perché potremmo rovinarli; il nostro piano d’appoggio dovrebbe essere robusto e di poco valore, così da non destare in noi nemmeno la più piccola preoccupazione. 

Prendiamo l’occasione di amare di più i nostri hobby casalinghi in attesa che la primavera, con il suo caldo e la sua energia, possa finalmente liberarsi. Buon lavoro!

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Torta di mele soffice senza latte con lievito madre

Torta di mele soffice con lievito madre
Torta di mele soffice con lievito madre

La torta di mele è uno di quei dolci che ci riconduce al sapore e ai profumi delle case di campagna delle nostre nonne, dove la tradizione culinaria comprendeva la preparazioni di dolci caldi e soffici da sfornare più volte alla settimana. Un tempo, i prodotti dolciari da forno, non erano molto commercializzati, specie quelli confezionati e, per la buona colazione, un dolce preparato in casa era all’ordine del giorno.

Le ricette della torta di mele sono molteplici: con uova, senza uova, con latte e burro o con olio di semi e latte di riso. Le variazioni sul tema sono tante. Vediamo la ricetta della torta di mele soffice senza latte ne derivati con lievito madre.

Lievito madre

Torta di mele soffice senza latte con uova

In genere, cerco di non utilizzare ne latte ne derivati, ne tanto meno le uova, perché in casa abbiamo problemi di allergie e intolleranza, ma questa volta, la torta di mele con lievito madre che ho preparato, contiene le uova. (Potete farla anche senza). Per quanto concerne il lievito potrete utilizzare 1 bustina di lievito o 200 grammi di lievito madre come ho fatto io. La lievitazione sarà più lunga (circa 4/6 ore). Ma il dolce vi ripagherà dell’attesa.

Ingredienti Torta di mele soffice senza latte

Gli ingredienti sono variabili ma la ricetta base che ho utilizzato io è questa che vi propongo.

  • 200 gr di farina Manitoba 0
  • 100 gr di fecola di patate
  • 200 gr di pasta madre
  • 2 cucchiai di miele
  • 2 uova
  • 250 gr di latte di riso
  • 100 gr di zucchero di canna
  • 100 gr di uva passa
  • 60 gr olio di semi / olio di riso
  • 1/2 cucchiaino di cannella
  • 3 mele
  • 1 pizzico di sale
  • 1 bustina vanillina
  • buccia di limone grattugiato

Preparazione torta di mele con lievito madre

Dopo aver rinfrescato il lievito madre, ed averlo fatto riposare, ponete la quantità che vi necessità nel latte di riso tiepido posto in una casseruola. Aggiungetevi il miele e lasciate riposare 5 minuti. Intanto pesate tutti gli altri ingredienti.

Impasto: Aggiungete al lievito disciolto, lo zucchero e le due uova sbattute. A parte dovrete mettere l’uvetta a bagno in acqua tiepida, ed attendete che diventi morbida per poi strizzarla ed aggiungerla all’impasto (fatelo per prima cosa).

Aggiungete gli altri ingredienti, la farina, la fecola e, per ultimo, il pizzico di sale. Amalgamate bene il tutto. Lasciate riposare per almeno 4 ore. Intanto avrete tagliato le mele molto sottili. Spruzzatele con succo di limone e cospargetele di zucchero di canna (non scuriranno).

Guarnizione torta di mele

Una volta che l’impasto sarà raddoppiato e la lievitazione ottenuta si dovrà ungere la tortiera con olio e procedere a colare l’impasto. Versatene una metà e poi fate uno strato di mele ponendo gli spicchi in verticale. Versate l’altra metà d’impasto e guarnite con le mele rimanenti nel modo che preferite.

Potrete realizzare anche simpatici disegni che personalizzeranno la torta di mele. Una volta pronta, infornate la torta a 180 gradi per circa 30 /40 minuti e controllate la cottura dopo 30 minuti con uno stecchino che forando la torta deve rimanere asciutto.

  • Le calorie della torta di mele per 100 grammi di prodotto sono circa 230.

Lievito madre o pasta madre rinfresco ed uso

Lievito madre o pasta madre rinfresco ed uso
Lievito madre o pasta madre rinfresco ed uso

Il lievito madre o la pasta madre viene impiegata in cucina per pane, focacce, pizza prodotti da forno salati e dolci. Un tempo molto più usato sta attualmente riscuotendo di nuovo un buon successo in virtù della digeribilità dei prodotti realizzati con pasta madre. La fermentazione e la creazione della pasta madre richiede tempo ma potrete rimediarne un pezzo chiedendo agli “spacciatori di pasta madre” diffusi nella vostra città e reperibili attraverso il web. (Potete scrivermi se volete cimentarvi nella preparazione di prodotti da forno con pasta madre).

Preparazione lievito madre

Per la preparazione ed il mantenimento del lievito madre è necessario utilizzare della farina di forza come la Manitoba. E’ preferibile usare delle farine di qualità, magari quelle che usano i fornai più professionali e meglio mantenute rispetto alle farine del supermercato che, rimanendo sugli scaffali del tempo perdono alcune delle loro caratteristiche.

Per la preparazione della pasta madre vi lascio questo video che condivido quasi in tutto. Personalmente non faccio il bagnetto in acqua e zucchero e rinfresco il lievito solo con farina di Manitoba ogni 2 o 3 giorni. C’è chi usa lievito madre in biga liquida, e chi, come me, panetti di pasta madre solida. Ma ve ne sono di vario tipo.

Rinfrescare il lievito madre

Anche per quel che concerne il rinfresco del lievito madre c’è chi dice che andrebbe fatto tutti i giorni, chi afferma che basta effettuarlo ogni 3 / 4 giorni e chi consiglia una volta alla settimana. Diciamo che, più volte lo si rinfresca, meglio si conserva. Se trascorre troppo tempo tra un rinfresco e l’altro poi è meglio fargli il famoso bagnetto e rinfrescarlo per 2 o 3 volte di seguito.

Per rinfrescare il panetto di lievito occorre la stessa quantità in peso di farina e una metà in peso di acqua in bottiglia liscia e leggermente tiepida. ( esempio: 200 grammi di lievito si aggiungono 200 grammi di farina di Manitoba, 2, 100 ml di acqua ossia un bicchiere medio scarso).

Con un coltellino rimuovete la parte superficiale ed ossidata della pasta madre, poi mettetela in una ciotola e aggiungete l’acqua. Schiacciatela con una forchetta, e fatela sciogliere pian piano. Lasciate riposare dieci minuti. Aggiungere la farina ed impastate, ottenendo un panetto che andrà lavorato in orizzontale e in verticale per pochi minuti, comprimendone la superficie a mano o con il mattarello fino a rendere l’impasto sodo, elastico e liscio. Tagliatelo al centro facendo un segno a croce.

Avvolgete il panetto di pasta madre in tessuto di cotone (canovaccio), e lasciate riposare in un contenitore a chiusura non ermetica medio alto, per un paio di ore. Dividete la pasta madre in due se dovete preparare qualche dolce, pane o pizza e preparate due panetti.

Trascorse le due ore potete preparare gli impasti che vi occorrono e porre il lievito in più in frigo per il prossimo rinfresco. Potrete preparare torte come ad esempio una buonissima torta di mele, o dei prodotti da forno tra cui la pizza fatta in casa è uno dei più apprezzati con qualsiasi lievito la si prepari. Ma la lievitazione tra impasto e tempo di cottura richiederà ameno 24 ore.

Lievito madre o pasta madre rinfresco ed uso: pizza con lievito madre

Pasta madre e preparazioni: la pizza

Per la preparazione di pane, pizza e quant’altro vi occorre mescolare sempre farina di forza tipo Manitoba in quantità preponderante, potete aggiungere un po’ di farina 0 e per rendere la pizza più soffice anche un 20 – 30% di fecola di patate. Per agevolare la lievitazione si usa aggiungere 1/2 cucchiaini di miele ogni 500 gr di farina. In alternativa si può usare lo zucchero.

Occorrerà anche dell’olio d’oliva e sempre per agevolare la lievitazione del malto d’orzo. Sale quanto basta da aggiungere dopo. Ci ho messo un po’ per affinare la mia preparazione per l’impasto della pizza ma poi, dopo vari tentativi e cambi di farine, ho ottenuto una buona pizza di cui vi parlerò in un’altro articolo.

Panna cotta fatta in casa

Panna cotta fatta in casa
Panna cotta fatta in casa

La panna cotta è un dolce di facile realizzazione, richiede tempo perché va fatta raffreddare per circa 6 ore in frigo, ma la sua preparazione è semplice e realizzabile facilmente da tutti.

Panna cotta fatta in casa

La panna cotta è un dolce facile da preparare anche grazie all’esistenza dei preparati già pronti che si trovano in commercio e che  consentono la preparazione di un’ottima panna cotta in vari gusti: frutti di bosco, caramello, o magari cioccolato sono solo alcuni dei gusti con cui preparare una panna cotta squisita ma potrete anche decidere di consumarla semplice, o di aggiungere della Nutella colata a filo per guarnirla in modo goloso. Frutti di bosco, caramello e fragole possono rendere la panna cotta ancora più buona e golosa.

Ingredienti panna cotta

Vi fornisco l’elenco degli ingredienti per preparare una panna cotta eccezionale che vi farà leccare i baffi ad ogni cucchiaiata.

  • Ingredienti  panna cotta:
    (dosi per 5-6 persone)
    Panna fresca 1 litro
    Vaniglia 1 stecca
    Zucchero 8 cucchiai
    Colla di pesce in fogli 12 gr

Preparazione panna cotta

Come potete vedere gli ingredienti sono pochi e di facile reperibilità. Iniziate la preparazione della panna cotta ammorbidendo i fogli di colla di pesce in acqua calda. Successivamente ponete a scaldare la panna sul fuoco, aggiungete lentamente lo zucchero e la stecca di vaniglia che avrete precedentemente tagliato a pezzettini.

Mescolare di continuo fino a quando la panna comincerà a solidificare addensandosi. Quando la cremosità è al punto giusto togliete la panna dal fuoco e versatela in appositi stampini. Fatela raffreddare a temperatura ambiente e successivamente, ponetela in frigorifero. Togliete dal frigo dopo un 5/6  ore e guarnite la panna cotta con crema di fragole, cioccolato, caramello o come meglio preferite.

Si può accelerare la solidificazione della panna cotta ponendo le vaschette in congelatore e prestando attenzione affinché non ghiacci.

La panna cotta è perfetta per essere servita a fine pasto, da consumare come merenda o per ricevere gli ospiti. A tal proposito si potrebbe preparare la panna cotta senza guarnirla e, successivamente guarnirla singolarmente, in base al gusto di chi la dovrà consumare.

Calorie

Questo dolce ha come tutti i dolci un buon contenuto in termini di calorie che si attesta, per 100 grammi di prodotto intorno alle 350.

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Stile moda nel cinquecento abiti: Lucrezia Borgia

stile moda nel 500 lucrezia borgia
Stile moda nel 500 Lucrezia Borgia

Con la fine del Medioevo la moda cambia e, con essa, lo stile adottato da molte classi sociali. Lo sfarzo era imperante. Lucrezia Borgia ad esempio, ben nota per essere stata una delle donne più eleganti dell’epoca cinquecentesca, aveva nel suo guardaroba circa una cinquantina di abiti e gonnelle, alcuni ricamati in prezioso filo d’oro. Il suo guardaroba era arricchito dalla presenza di oltre 80 paia di scarpe. Una donna che amava il lusso e l’estetismo.

La moda del cinquecento

Nel 500 si sviluppò l’economia e parallelamente anche la moda. Il lusso aumentò a dismisura e divenne lo strumento principali ostentazione e prestigio delle classi benestanti e nobili. Si assiste alla modifica delle leggi suntuarie che diventano mirate e rivolte in prevalenza alle classi medie e popolari.

Il lusso era consentito ai nobili e borghesi. Per fare un esempio: il Doge di Venezia e la sua famiglia indossavano capi di grane eleganza e sfarzosità, in via eccezionale, i nobili potevano indossare stoffe in argento e oro in occasioni importanti come una visita al Re.

L’altezza e la bellezza nel 500

Non solo gli abiti sontuosi davano prestigio ai nobili, ma anche l’aspetto maestoso acquisito attraverso lo spazio dalla struttura occupata fisicamente dalla persona. Per aumentare la struttura e la maestosità, si utilizzavano espedienti, capi non comodi e talvolta, scarpe altissime.

Le donne indossavano, a tal proposito, il vertugato che irrigidiva la struttura della gonna limitando i movimenti. Nella parte superiore invece, indossavano un busto di acciaio che scendeva a punta sul ventre (nel tempo fu proibito per la pericolosità).

Gli uomini, indossavano il robone, un manto rigido ed ampio con maniche molto larghe che conferiva un aspetto altezzoso ma che risultava poco comodo. Il poeta Ludovico Ariosto in una sua commedia, sbeffeggio i nobili ed il loro abbigliamento scomodo e ostentante.

Variazioni dell’abbigliamento nel cinquecento: i colori del mantello

Nel cinquecento, tuttavia, non si assiste solo allo sfoggiare di abiti assurdi, lussuosissimi e scomodi, ma esistevano attività e ruoli ben precisi che davano vita a consuetudini d’abbigliamento osservate da tutti. Ad esempio, il colore del mantello poteva denotare il tipo di professione svolta. A Venezia, i medici ed i ministri portavano un mantello di colore blu violaceo, mentre i “comandatori” indossavano un mantello turchino.

I mercanti indossavano dei mantelli prevalentemente corti, ed il popolo invece, usava indossare mantelli di colore greggio, umili e semplici. Gli studiosi prediligevano il rosso, i giuristi ed i teologi, il mantello nero e, spesso, anche l’abbigliamento in tale colore. Gli studenti utilizzavano colori scuri.

La moda degli intellettuali del 500 Niccolò Macchiavelli

Accanto ai ricchi della borghesia e ai nobili, vi erano gli intellettuali che, nel loro studio, indossavano abiti comodi di foggia ecclesiastica. Ad esempio, Niccolò Macchiavelli per abitudine componeva le sue opere indossando la toga in quanto l’abito della repubblica romana sembra potesse favorirgli l’ispirazione.

Il gusto e l’eleganza della moda cinquecentesca

Nel 500 il gusto per l’eleganza e l’arte di piacere si fece decisamente sontuoso. Si adottarono stoffe pregiate e materiali ricchissimi. Stoffe pesanti, ricami, pietre preziose e pizzi. adornavano e completavano i capi d’abbigliamento del 500.

In America si utilizzava moltissimo oro, argento e piume d’uccello per adornare cappelli e ventagli. Tra i materiali per i monili erano comuni il lapislazzuli, giade, madreperla e perle.

Gli abiti femminili del cinquecento

I giornali di moda e le buone maniere: il Galateo

La moda ricevette una spinta anche dalla nascita dei giornali. Nacquero così i primi giornali di moda che diffondevano le novità assolute insieme a delle bamboline regalo “bambole di Franza” vestite elegantemente, e che le signore amavano collezionare e scambiarsi. Allo stesso tempo, le buone maniere entrano a far parte dell’uso comune, anche grazie al Galateo di Monsignor della Casa e il Cortigiano di Baldassarre Castiglione. Le Regole di buone maniere ben presto si diffusero in tutta l’Europa.

Abiti femminili del cinquecento

L’abbigliamento femminile cinquecentesco era costituito da un corpetto aderente reso rigido da delle stecche, ed una sottogonna ed una gonna molto arricciata. Le scollature divennero molto audaci e generose, mentre le maniche degli abiti si potevano staccare.

Molto usati i ricami, specie in città come Venezia. La camicia acquistò notevole importanza ed era prevalentemente bianca decorata in oro, o nera. La camicia si indossava anche per dormire e sotto gli abiti. Sotto alle gonne, si indossavano calzoncini e calze di seta o maglia.

Acconciature, cappelli ed accessori

Il viso fu valorizzato dalle acconciature che lasciavano libera la fronte. I capelli venivano pettinati all’indietro e raccolti in reticelle preziose, berretti e cuffie rigide di seta o lino, da cui pendevano veli. Molto in voga il colletto rialzato dietro il capo, mente in Inghilterra era di moda il cappello Tudor formato da una cornice di tessuto prezioso fissato alla cuffia. Non durarono molto i tacchi, alti circa mezzo metro, costringevano le donne a farsi sostenere.

Cappelli ed acconciature nel cinquecento

Abiti maschili del cinquecento

Gli abiti maschili del 500 erano composti da una camicia, da un indumento denominato giustacuore molto ricco sulle maniche a sbuffo e sul fronte, talvolta ricchi di tagli che riflettevano la moda tedesca, e la moda del 400 in genere. Le scollature quadrate erano presenti anche in alcuni indumenti maschili.

Nella parte inferiore si indossavano calzoni o gonnellini lunghi fino al ginocchio al di sotto dei quali venivano portate delle calze. A completare il tutto, c’era il mantello di varie tipologie. Dalla Germania arrivò e si diffuse l’abitudine di indossare pantaloni a palloncino, mentre le zimarre, mantelli lunghi fino ai piedi, erano indossate da i ceti elevati specie a Venezia.

Abiti maschili nel cinquecento

Scarpe e gioielli

Le scarpe erano a pianta larga e punta rotonda, molto lussuose. Molto graditi i gioielli e le pesanti catene in oro. Molto usati i guanti, le borse, e gli orologi da tasca da portare in tasca o in borsa. Vi era un uso smisurato dei profumi, lo zibetto, il muschio e l’ambra, con i quali si cospargevano cappelli, abiti, calze e scarpe specie quando la pulizia scarseggiava.

Una moda in continua evoluzione, che si sviluppò in Europa dalla seconda metà del 500 fino al 600, e fu soprattutto spagnola e rifletteva il clima rigido della controriforma.

Lucrezia Borgia

Lucrezia Borgia nacque a Subiaco nel 1480 e morì a Ferrara il 24 giugno 1529 all’età di 39 anni. Figlia llegittima, insieme a 3 fratelli maschi, di Vanozza Cattanei ed il Cardinale Rodrigo Borgia. Rodrigo Borgia aveva un affetto speciale per Lucrezia e l’affidò per la sua educazione, alla cugina Adriana Mila Orsini. 11 Agosto del 1492, Rodrigo Borgia fu eletto papa con il nome di Alessandro VI. Dopo questo evento importante, Lucrezia divenne una sposa ambita da molti nobili e, nel 1493 all’età di 13 anni, venne data in sposa a Giovanni Sforza, di 27 anni, signore di Pesaro.

Il matrimonio di Lucrezia Borga e Giovanni Sforza

Si celebrò un matrimonio con fasto, danze, cortei ed abili lussuosi caratterizzarono le nozze di Lucrezia Borgia. Lucrezia indossò gioielli costosi e un abito fastoso di broccato con strascico molto lungo sostenuto da una giovane ragazzina nera (come si usava all’epoca).

Le nozze non ebbero una normale evoluzione e, dopo due mesi Sforza tornò a Pesaro dove Lucrezia lo seguì successivamente. Di li a pochi anni gli Sforza ebbero un declino ed il Papa, che richiamava spesso la presenza di Lucrezia a Roma, decise di sciogliere il matrimonio in quanto sembra non fosse stato consumato. (18 Novembre 1497). Oltre ad avere probabilmente tendenze omosessuali, lo sposo, sospettava una relazione incestuosa tra Lucrezia ed il Papa.

La storia con Pedro Calderon

Lucrezia conobbe Pedro Calderon che aveva il compito di trasmettere i messaggi tra Lucrezia e la sua famiglia. Nacque una storia d’amore e Lucrezia Borgia si ipotizza che ebbe un figlio. Forse, Giovanni Borgia riconosciuto però dal papa Alessandro II come suo. Caldeorn venne ucciso, da Cesare fratello di Lucrezia, insieme ad una serva di corte sembra per far tacere le chiacchiere. Nonostante tutto, ella fu sempre una ambita sposa da molti nobili per la sua importante posizione politica e sociale. Lucrezia fu considerata una cortigiana libertina sebbene l’unica storia dimostrata e probabile, fu quella con Calderon.

Le nozze di Lucrezia Borgia e Alfonso II d’Aragona

Tra i vari pretendenti alla mano di Lucrezia, fu scelto Alfonso II d’Aragona re di Napoli, con il quale convogliò a nozze nel luglio del 1498. I due giovani neanche ventenni si piacquero molto, ed il matrimonio, questa volta, ebbe un’avvio positivo. La giovane rimase incinta, ma presto la vita militare dello sposo, e le vicende politiche, li portarono a stare a distanza. Così per tenerla occupata, Papa Alessandro II la nominò governatrice di Spoleto.

Fu la prima donna governatrice nello stato della Chiesa. Dopo alcuni mesi lo sposo cavalcò verso Spoleto per poi ritornare a Roma insieme a Lucrezia che partorì il piccolo Rodrigo. Dopo pochi mesi, dati gli sviluppi politici europei, il fratello Cesare, non ritenne più Alfonso II un giusto alleato per la famiglia, che cadde vittima di due attentati ordinati probabilmente proprio dal fratello Cesare.

La duchessa, distrutta dalla morte del suo amato Alfonso, chiese al padre e alla chiesa di ritirarsi a Nepi dove successivamente si recò con il piccolo Rodrigo, ed una comitiva di seicento cavalli.

Il matrimonio tra Lucrezia Borgia e Alfonso d’Este

Diverso tempo dopo fu progettato, con grande difficoltà, un’ altro matrimonio, questa volta con Alfonso d’Este, erede del ducato di Toscana. Lo stesso Papa affidando lo Stato della Chiesa a Lucrezia (cosa mai più ripetuta nella storia), si recò a negoziare con la famiglia d’Este. La fama di Lucrezia non piaceva agli Este, si parlava di rapporti incestuosi con il papa e con i fratelli, e le fu suggerito, comunque, di lasciare il figlioletto Rodrigo alla cura della famiglia a Roma.

Il 30 dicembre del 1501 furono celebrate le nozze per procura e successivamente, la sposa con una stuola di cavalli e servi, dame, damigelle e cavalieri, ed il suo ricco guardaroba trasportato da 72 muli, raggiunse Ferrara.

Negli anni Lucrezia riprese a studiare, si avvicinò all’arte, ed accolse a corte poeti come Ludovico Ariosto, Ercole Strozzi e Pietro Bembo; fu molto attenta alla formazione spirituale delle figlie e delle sue damigelle, tanto che, alcune di esse si ritirarono in convento, luogo in cui anche Lucrezia amava ritirarsi a pregare. Tra le sue sofferenze c’era la mancanza del figlioletto Rodrigo che, alcuni anni dopo, morì.

Dal suo ultimo matrimonio Lucrezia Borgia ebbe diversi aborti e dei figli, l’ultimo parto le costò la vita nel 1519. Fu sepolta nel monastero del Corpus Domini. Di lei rimangono le immagini di una bella ragazza dal viso dolce e capelli biondi, e un’ immeritata fama oscura alimentata da dicerie.

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Quali sono le migliori strategie per avere successo con l'ecommerce? 8 consigli utili
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L’ecommerce è il metodo migliore per vendere, perché costituisce una nuova risorsa indispensabile dell’economia globale consentendo ad ogni venditore di essere reperibile a livello mondiale. Il negozio online rappresenta per qualsiasi brand o venditore una vetrina sul mondo. Il mercato di internet ha messo in stretta connessione marketing, tecnologia e business, rendendo molto più semplici le transazioni finanziarie dovute agli acquisti, e mettendo in relazione compratori e venditori in tempo reale, abbattendo tutte le barriere della distanza.

Oggi è possibile inserire il proprio prodotto sui migliori siti di ecommerce online, come Amazon o eBay, oppure ricercare la soluzione di vendita migliore attraverso una piattaforma che offra assistenza, come Oberlo. Per ottenere successo convertire gli utenti in clienti e aumentare le vendite, è necessario attuare le migliori strategie di digital marketing: ecco 8 consigli preziosi per migliorare il fatturato della tua ecommerce.

Crea un sito web e un blog 1#

La prima cosa da fare per avere la possibilità di vendere i tuoi prodotti o servizi in tutto il mondo, è creare un sito web dove esporre in vetrina la tua gamma disponibile. Per interagire con gli utenti del web e offrire un migliore supporto ai tuoi clienti, puoi creare un blog dove trattare gli argomenti di maggior interesse relativi al tuo settore.

Crea le pagine aziendali sui social ed un canale You Tube 2#

I social network come Facebook, Instagram, Twitter e Tik Tok, ti consentiranno di migliorare la tua visibilità ed essere presente nel web. Creare le pagine aziendali sui social e un canale YouTube per i video, ti consentirà di attuare una strategia di marketing vincente, facendo interagire queste piattaforme e comunicando in tempo reale con gli utenti e i tuoi clienti.

Connetti tutti i tuoi canali attraverso i social network 3#

Puoi condividere i contenuti del tuo blog e i video sui canali social. Facebook è utile per offrire le schede dei prodotti che vendi e specificare le caratteristiche, non dimenticarti di inserire le foto scattate con una risoluzione di qualità. Su Instagram puoi inserire le immagini dei tuoi prodotti e creare una vera e propria vetrina online, attraverso l’uso degli hashtag (#) e delle parole chiave, potrai aumentare i tuoi follower e migliorare il tasso di conversione. L’interazione dei social fra di loro e con i video condivisi da You Tube, è fondamentale per offrire ai tuoi clienti contenuti interessanti e pertinenti al tuo settore di vendita.

Pubblica contenuti originali ed interessanti 4#

Su ogni canale devi pubblicare contenuti pertinenti che interessino gli utenti e li convertano in clienti (funnel). Crea rubriche dove valuti prodotti o offri consigli su come fare acquisti di qualità valutando le caratteristiche della merce. È importante mettere in moto la creatività senza mai uscire fuori tema, ma soprattutto, non devi copiare i contenuti altrimenti verrai penalizzato dai motori di ricerca. Solo con i contenuti originali e l’ottimizzazione delle parole chiave dal punto di vista SEO, riuscirai ad apparire fra le prime pagine dei motori di ricerca. A tal proposito leggi anche le 10 migliori regole del bravo blogger.

Scegli l’orario con un maggior afflusso di traffico 5#

Non è semplice prevedere l’orario quando c’è maggior traffico sui social ed essere più visibili, ma non è impossibile. Se analizzi qualche sponsorizzazione in facebook o le visite in search console puoi ricavare informazioni utili. L’affluenza degli utenti dipende dal social che utilizzi e dagli orari in cui il tuo target è online.

Se vendi prodotti o servizi per una fascia giovane rappresentata da studenti, pubblica negli orari pomeridiani o serali, se ad esempio ti occupi di prodotti culinari o alimentari, il tuo target sarà online negli orari dei pasti. Una volta appurato il momento in cui vieni più seguito, è quello l’orario giusto in cui pubblicare i contenuti.

Ottimizzazione: semplifica la massimo i form degli ordini e acquisti 6#

Uno dei motivi fondamentali che sta decretando il successo dell’ecommerce, è la possibilità di acquistare i prodotti in tempi rapidi e a qualsiasi ora. Per questo è fondamentale che il form degli ordini sia semplice da utilizzare e richieda solo le informazioni base per registrare gli acquisti.

Un form con troppe domande e un eccesso di richiesta dei dati, potrebbe scoraggiare l’acquirente: semplifica l’interfaccia grafica e rendi l’operazione il più veloce possibile. Sapere come deve essere strutturato un sito per un’attività commerciale è importante, è importante l’ ottimizzazione, la fruibilità, e la facile navigazione, sostanzialmente deve essere di facile uso e veloce nel caricamento.

Offri la spedizione gratuita 7#

Il costo delle spedizioni rappresenta il principale motivo per cui un prodotto rimane nel carrello e non viene acquistato. Per ottimizzare al massimo le vendite, offri la spedizione gratuita ai clienti più fedeli, a quelli nuovi e ovviamente ai clienti più indecisi. Promozioni, sconti e offerte temporanee costituiranno un’ulteriore spinta all’acquisto.

Premia i tuoi clienti attraverso l’email marketing 8#

Non sottovalutare l’email marketing e l’SMS marketing, la prima, nonostante sia stata la prima strategia ecommerce con la nascita di internet, rimane una delle più affidabili. Premiare i tuoi clienti con un’offerta personalizzata è il miglior modo per farli sentire speciali, non dimenticare di offrire sconti e regali nel giorno del compleanno o durante le feste, anche il black friday e i saldi stagionali, sono degli ottimi momenti per regalare sconti e premi.

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Madia e mobile buffet Ikea, Amazon Maisons du monde

Madia e mobile buffet Ikea, Amazon Maison du monde
Madia e mobile buffet Ikea, Amazon Maison du monde

I mobili arredano la casa e la rendono funzionale. Tra i mobili da soggiorno e cucina si collocano le madie e i mobili buffet. Lo stile può essere vario: rustico, arte povere, elegante, classico e Shabby chic. Ad ogni modo, la scelta della madia, e soprattutto delle sue dimensioni, dipende dallo spazio che si ha a disposizione e dal contesto in cui la si deve inserire. Si trovano, infatti, madie a due sportelli di piccole dimensioni e madie decisamente molto grandi.

Madie e mobili buffet piccoli ed eleganti

Alcune madie e buffet sono molto eleganti e questo consente di inserirle in contesti ampi di ogni genere, inclusi soggiorni eleganti. Una piccola madia a due sportelli come quella in foto, ha struttura decisamente elegante e raffinata, determinata da linee minimali e gambe sottili ed allungate. Si può optare per credenze con soli sportelli, od anche per piccole credenze eleganti con sportelli e cassetti. Un mobile versatile adatto a moltissimi utilizzi. Le madie Amazon e le credenze, sono di vario genere: piccole, grandi, più o meno alte, moderne e non.

Cosa condiziona la scelta? Sicuramente il tipo di arredamento che abbiamo adottato per il nostro soggiorno o la sala pranzo. Ricordiamo che i colori chiari tendono a dilatare gli spazi e ad illuminarli. Non è necessario scegliere per forza lo stesso colore che regna nella stanza, ma è necessario puntare su linee e colori che armonizzino con il contesto.

Mobili buffet Ikea e Amazon grandi e capienti

Se è vero che arredare casa è un impresa difficile quando si allestisce un’intero appartamento e sembra che i mobili non bastino mai, accade poi, con il tempo, che i mobili si riempiono, e lo spazio contenitivo offerto dai mobili diventa, inevitabilmente, insufficiente. Una madia di grandi dimensioni, un mobile buffet capiente possono risolvere questi problemi e costituire una soluzione per riporre piatti, bicchieri, ceramiche e tessili per la nostra sala da pranzo.

Offrono, brand come Ikea, Maison du Monde madie, mobili buffet e credenze di vario genere. Se amate lo stile scandinavo Ikea e Maison du Monde troverete, nei loro negozi fisici o online, molte soluzioni. Se invece puntate su mobili moderni, Amazon ha una vasta scelta di questa tipologia. Molti modelli di questi brand li potete visionare in questo articolo: 7 credenze Shabby Ikea – Maison su Monde – Etnicoutlet.

Mobile buffet moderno, colorato e versatile

Un mobile buffet con cassettoni e sportelli costituisce la soluzione più pratica. Il buffet in foto (clicca sulla foto e vai al mobile), è venduto in vari colori e può quindi, adattarsi ad ogni tipo di arredamento in stile moderno. Minimale, squadrato caratterizzato da 2 ante capienti e 5 cassetti profondi.

Kofkever Credenza Moderna Modello Bingo, Mobile con Cassa Bianca e Frontali Bianco Lucido

Kofkever, modello Bingo, è una credenza molto versatile e capiente che misura 117 centimetri in lunghezza, 74 cm di altezza e 36 di profondità. Molto bella è caratterizzata da una grandezza media che permette un inserimento facile. Ingresso, soggiorno ma anche sala da pranzo cucina e camera possono ospitare un mobile di questa tipologia.

I colori della credenza buffet Bingo sono, oltre al bianco, Champagne, Antracite, verde mela acido (lime), Petrolio, Bordeoux, Crema, Fucsia, grigio scuro, Grigio chiaro, varie tonalità di marrone e sabbia.

I colori vivaci consentono di creare un fulcro nella stanza su cui focalizzare l’attenzione. I colori vivaci si prestano molto bene ad essere inseriti in arredamenti pop, giovanili e disinvolti, ma non solo.

Credenze etniche stile savana Giungle

Per chi ama il classicismo, le credenze possono ispirarsi allo stile rustico o magari ad un classico più moderno che ben si intona agli arredamenti di tendenza attuali delle case. Lo stile giungle e savana quest’anno, entrano in casa, e divampano nelle vetrine ed anche negli outfit di moda. Si tratta di uno stile di tendenza dal sapore etnico, e dunque, la scelta può variare anche di molto in base alle offerte del mercato.

Uno stile d’arredamento che si sposa molto bene con materie naturali come stuoie in cocco, complementi in legno e bambù, mobili essenziali in legno.

Mobile buffet componibile

Mobile Buffet stile rustico e arte povera

Retaggio culturale, presenza costante in molte case di campagna e di pese, lo stile rustico è sicuramente uno dei più caldi che suggerisce convivialità, robustezza e ci riporta indietro nel tempo. Una credenza in stile rustico viene generalmente realizzata in legno di pino o abete, più raramente il legno di castagno o ulivo. Per l’arte povera, invece, si usano essenza come il noce chiaro e scuro, talvolta mogano. Mobili buffet vintage o in stile vintage che caratterizzano gli ambienti.

Si tratta, senza dubbio, di mobili molto resistenti in grado di resistere bene nel tempo e di sopportare carichi non indifferenti sicuramente superiore rispetto ad altri tipologie di credenze.

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