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Vantaggi e impatto delle insegne a LED nell’architettura urbana

Vantaggi e impatto delle insegne a LED nell'architettura urbana
Vantaggi e impatto delle insegne a LED nell'architettura urbana

Le insegne luminose svolgono un ruolo essenziale nell’architettura urbana e nella comunicazione visiva per le attività commerciali. Tra le moderne soluzioni, le insegne luminose a LED emergono come un’opzione efficiente e all’avanguardia, offrendo numerosi vantaggi rispetto alle fonti di illuminazione tradizionali. In questa guida prenderemo in esame tutti i vantaggi nell’architettura urbana delle insegne a LED, ed i pro di questa tecnologia d’illuminazione all’avanguardia e sostenibile.

Vantaggi e impatto delle insegne a LED

Le insegne a LED si distinguono per il loro risparmio energetico significativo, superando le fonti di illuminazione convenzionali come l’incandescenza e le lampade alogene. Infatti i consumi sono ridotti del 75 % rispetto alle fonti di illuminazione tradizionale.

Grazie alla loro efficienza, convertono l’energia elettrica in luce in modo ottimale, riducendo i costi operativi e contribuendo alla sostenibilità ambientale argomento sempre più attenzionato anche per via dei cambiamenti climatici in atto, dovuti all’effetto serra provocato dalle fonti inquinanti.

Inoltre, le insegne luminose a LED si distinguono per la loro durata eccezionalmente lunga, (durano 50.000 ore e anche più) richiedendo meno interventi di manutenzione nel tempo e riducendo l’impatto ambientale associato alla sostituzione frequente.

La loro resistenza agli urti è un ulteriore vantaggio, garantendo una maggiore affidabilità e durata nel tempo rispetto alle insegne tradizionali, come quelle al neon. Infine, non contengono mercurio od altre sostanze nocive e non producono inquinamento luminoso.

Flessibilità del design

La flessibilità di design è un altro punto di forza delle insegne a LED, consentendo una personalizzazione completa in termini di forma, colore, dimensioni e spessore.

Per visualizzare alcuni esempi, si può consultare il catalogo di un’azienda specializzata nel settore, come per es. le insegne luminose a LED di Bonetti, azienda con sede a Reggio Emilia, od altre visionabili nel web. In questo modo le aziende possono esprimere la propria identità visiva in modo creativo e accattivante, catturando l’attenzione dei potenziali clienti e distinguendosi nel panorama urbano.

E dopo aver esaminato i vantaggi delle insegne luminose a LED rispetto alle opzioni tradizionali, è importante considerare anche altri aspetti chiave che contribuiscono alla loro efficacia e al loro impatto nel contesto urbano.

LED impatto nel contesto urbano

Una delle caratteristiche distintive delle insegne a LED è la loro capacità di adattarsi alle diverse esigenze di comunicazione visiva delle imprese.

Grazie alla tecnologia avanzata, è possibile creare insegne luminose con effetti dinamici, come il cambiamento di colore, l’animazione e l’interattività.

Queste funzionalità aggiuntive consentono alle aziende di catturare l’attenzione del pubblico in modo ancora più efficace e di trasmettere messaggi pubblicitari e non, più complessi e coinvolgenti, come quelli dei ledwell. Inoltre, le insegne luminose a LED si prestano bene a integrarsi con altre tecnologie digitali, come i sistemi di gestione remota e i sensori intelligenti.

Queste soluzioni consentono un controllo più preciso dell’illuminazione e una maggiore reattività alle condizioni ambientali e al comportamento del pubblico. Ad esempio, le insegne possono regolare automaticamente la luminosità in base alla luce ambientale o attivare messaggi personalizzati in risposta ai movimenti dei passanti.

Efficienza energetica e riduzione delle emissioni di carbonio

Un altro aspetto cruciale da considerare è l’impatto delle insegne luminose sull’ambiente circostante. Mentre le insegne a LED offrono indubbi vantaggi in termini di efficienza energetica e riduzione delle emissioni di carbonio, è importante anche valutare il loro impatto visivo e ambientale nel contesto urbano. Un design ben studiato e un uso oculato della tecnologia, possono contribuire a minimizzare l’inquinamento luminoso e a integrare armoniosamente le insegne nell’ambiente circostante.

Infine, è fondamentale considerare il ruolo delle insegne luminose nell’esperienza complessiva dello spazio urbano e nell’identità delle comunità locali. Le insegne non sono solo strumenti di pubblicità, ma anche elementi di design urbano che influenzano la percezione e l’atmosfera di un luogo.

Sostanzialmente dunque, le insegne luminose a LED rappresentano una rivoluzione nell’ambito dell’architettura urbana e della comunicazione visiva per le attività commerciali. Grazie alla loro efficienza energetica, durata eccezionalmente lunga e flessibilità di design, le insegne a LED si distinguono come una soluzione all’avanguardia, superando le limitazioni delle fonti di illuminazione tradizionali.

Oltre ai vantaggi tecnici, va sottolineato il loro impatto sulla vivacità e sull’identità delle comunità urbane. Le insegne a LED non sono solo strumenti di comunicazione, ma veri e propri elementi di design urbano che contribuiscono a definire l’atmosfera e l’esperienza dello spazio urbano. La capacità di integrarsi con altre tecnologie digitali e di adattarsi alle esigenze specifiche delle imprese le rende un asset prezioso per la promozione e la visibilità delle attività commerciali.

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Come vestirsi per una Comunione a cui si è invitati?

Come vestirsi per una comunione a cui si è invitati?
Come vestirsi per una comunione a cui si è invitati?

Siamo in primavera e, a breve, vi saranno le comunioni e le cresime per poi passare ai matrimoni ed altre cerimonie che approfittando della bella stagione, vengono celebrate. Per scegliere l’outfit per partecipare ad una comunione si dovrà, in primo luogo, pensare alla location più o meno elegante che ci ospiterà. In relazione a ciò decidere se vestirsi eleganti, comodi, semplicemente sobri ma chic, con tessuti preferibilmente freschi ed estivi ma con capispalla che, all’occorrenza, possono proteggerci da variazioni di temperatura che in primavera possono verificarsi con facilità. Vediamo quindi di scoprire come vestirsi per una comunione a cui si è invitati.

Come vestirsi per una comunione? Idee e Consigli

Comunioni ed eventi di questo tipo, ossia le cerimonie in genere, spesso ci fanno entrare in crisi: cosa indossare? diciamo che le soluzioni sono molteplici e si alternano tra capi super eleganti ad outfit chic fino a vestiti che ci lasciano liberi e comodi. Certo è che la scelta deve, per forza di cose, tener conto della location e della propria età.

Il luogo in cui si andrà dopo la cerimonia in chiesa, infatti, influenza e non poco il tipo di outfit da indossare per la comunione a cui si è stai invitati. Vediamo di individuarne tre tra modelli standard di abbigliamento tra i più comuni e gettonati che riescono ad accontentare un po’ tutte le esigenze e le età.

Comunione: vestirsi eleganti ma sobri

Anche se siete tra quelle persone che amano sentirsi al top in ogni situazione, ricordate che una comunione è un evento formale ma a metà… quindi, godetevi la giornata e cercate di vestirvi eleganti ma sobri e lasciare spazio a un po’ di comodità.

Abiti spezzati per gli uomini e completi gonna e blazer per lei o vestiti da cocktail che possono risultare anche di grande effetto. Un bel blazer potrà darvi conforto e calore se le temperature scendono. (Alcuni consigli sui capispalla: modelli di tendenza giacche e giubbotti).

Perfetti anche dei boleri per le giovanissime e giacche corte così come i completi con gilet e gonna o gilet e pantaloni. Abbinando calzature ed accessori sarete perfette ed eleganti.

Sconsigliati gli abiti lunghi da cerimonia adatti ai matrimoni serali. (Consigli? Eccoli: Abiti lunghi corti e sexy quali scegliere). Mantenere un certo decoro ed evitare scollature eccessive ed abiti troppo corti in quanto si tratta pur sempre id un’evento religioso che si svolge in chiesa.

Look primaverile ma fresco e comodo

Nello scegliere un look primaverile per una comunione non dobbiamo farci ingannare dalla stagione e pensare che se sta piovendo o è nuvolo andrà bene il vestito che abbiamo indossato alla cerimonia invernale. Non è così.

La primavera spesso, anche se tra pioggia e sole, ci regala temperature anche molto alte per cui l’outfit per la comunione dovrà essere fresco e magari anche comodo con stile elegante e, all’occorrenza, essere dotato di un capospalla che possa venirci in aiuto durante le ore serali più fresche.

Perfetti sono, per tutte le donne, i tailleur giacca e pantalone con camicette estive ma anche gli abiti Chemisier in versione elegante (foto due i tre modelli superiori) e molti dei vestiti in modelli semi lunghi, corti o tre quarti ma ampi che non vincolano nei movimenti.

Spesso in questi eventi è richiesta eleganza ma anche comodità perché nel post cerimonia si balla, si canta, ci si diverte e si festeggia tutti insieme.

Outfit giovani

Specie le giovanissime possono puntare anche ad outfit sbarazzini, gonne corte a balze nei colori pastello, top a cuore e giacchine corte, mini dress e molto altro, risultando sempre gradevoli. Attenzione a non scegliere tacchi vertiginosi che potrebbero rovinarvi la giornata.

Outfit troppo impegnativi rischiano di farci sentire ingolfati e poco sciolti e di non farci godere a pieno della giornata conviviale.

Chic, Trendy e Pratici

Chic, trendy ma pratico? Ecco l’outfit più adatto ad una comunione. Se siete magre o normopeso potrete puntare su una bella jumpsuit, elegante chic, trendy come pochi capi e assolutamente comoda. Questa tipologia di capo potrà essere adottato nei colori moda, le tinte pastello od anche nei classico colore nero elegante e raffinato, o bianco e nero o colorai pastello con grande connotazione Chic come quelle in foto.

Idee su Come vestirsi per una Comunione

La comunione permette dei look con tessuti sia in tinta unita che fantasia. Per cui, in base ai propri gusti e al livello di formalità richiesto dall’evento e dall’eventuale dress code indicato, si potrà scegliere tra queste opzioni:

Abito o jumpsuit a tinta unita: La tinta unita in genere assicura sobrietà ed eleganza. Per gli abiti scegliere colori che si abbinano al proprio incarnato, preferibilmente rispettando le tendenze ed optando per tinte pastello, e colori moda che vedremo più avanti.

Abito fantasia floreale: un vero must have per questa primavere estate. Data la fantasia con minor rigore della tinta unita, è consigliabile optare per modelli dal taglio elegante.

Tailleur gonna o pantalone: come visto il tailleur è un vero passepartout per le donne di tutte le età (vi consiglio di leggere: 10 modi per indossare un tailleur). Si potrà scegliere modelli con pantalone lungo ma anche corto o gonna. Tante le opzioni se si opta per questa scelta elegante ma comoda.

Colori outfit comunione e accessori

Come visto, quest’anno vanno di moda sia le tinte vitaminiche come il giallo ed il verde acceso, il rosso, fino ai colori pastello, celeste azzurro e rosa inclusi, e tutte le declinazioni di beige e grigio e bianco (da usare in abbinamento ad alcuni colori). Vi consigliamo questa guida sui colori moda 2024: “colori moda 2024 vedi quali sono“.

Il nero è adatto per chi ama outfit eleganti, ma consigliamo di abbinarvi un capospalla colorato in giallo, fucsia o bianco o di spezzare il sopra con il sotto (es. gonna nera top colorato e giacca).

Alcuni colori metallici come oro e argento, o i colori ramati sono di tendenza ma meglio adottarli a piccole dosi, ad esempio per un top da abbinare a un pantalone o ad una gonna.

Per completare ogni outfit è bene abbinare gli accessori giusti: scarpe da scegliere in base all’outfit “gonna” o “pantalone”. La borsa sempre meglio piccola per le cerimonie ed infine gioielli maxi per personalizzare look minimali. Piccoli gioielli per look sofisticati.

Abbiamo visto come vestirsi per una comunione a cui si è invitati, le scelte di stile ed i colori trendy, ora sta a voi decidere come vi sentite di più a vostro agio e cosa vi piace. Ps: non strafate: è sempre una comunione! 🙂

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Abito da comunione bambini

Come garantire stabilità e crescita a una startup

Come garantire stabilità e crescita a una startup
Come garantire stabilità e crescita a una startup

Il 95% delle startup secondo dati riportati fallisce nei primi 4 anni di vita. I motivi sono diversi ma è doveroso e utile conoscerli per evitare di seguirne le tracce e vanificare i propri investimenti. Quello delle startup è un settore che negli ultimi dieci anni è andato incontro a una vera e propria esplosione. I numeri testimoniano una costante crescita e diversificazione, ma anche elevati tassi di insuccesso. Non sono rari i casi di coloro che nel riscontrare difficoltà nel trovare lavoro decidono di improvvisarsi imprenditorie e aprire una startup.

Anche alla luce di questa estrema fragilità delle startup è utile individuare quali sono le principali cause di insuccesso per aiutare gli imprenditori a prendere decisioni più accurate e a garantire maggiore sicurezza ai propri investimenti.

Cosa fare per non far fallire una startup

Partiamo dal conoscere e capire cos’è una startup e come nasce. Parliamo di una tipologia di azienda che, anche tenendo conto di quelli che sono i riferimenti normativi del nostro Paese (il Decreto Legge 179/2012, noto come Decreto Crescita 2.0), deve essere costituita da 0 o non avere più di 5 anni di anzianità, offrire prodotti o servizi con un elevato valore tecnologico e avere un contenuto molto innovativo.

A dire il vero il significato è più ampio e sfumato, tanto che gli esperti del settore la definiscono come una realtà temporanea in cerca di modelli di business replicabili e scalabili, che offra prodotti e servizi nuovi in condizioni di elevata incertezza e nasce per avere una crescita rapida.

C’è quindi una forte identità di incertezza e temporaneità all’interno di una startup con cui dover fare i conti. Ma quali sono gli elementi che incidono maggiormente sul fallimento di questo tipo di realtà imprenditoriale?

Trovare fondi sufficienti

La prima enorme criticità è legata all’assenza di una solida base finanziaria. Poter disporre di risorse illimitate è un sogno di tutti ma una possibilità di pochi (o quasi) per cui definire il fabbisogno finanziario per quel progetto è assolutamente indispensabile.

In questo approfondimento che spiega come trovare fondi e vengono illustrati tutti i modi con cui finanziare una startup senza dover attingere ai propri fondi personali riuscendo così a garantire quella base solida indispensabile per la nascita ed il futuro delle startup.

Parco clienti garantito

L’altra grande sfida è legata all’individuare un, anche minimo, parco clienti che garantisca per il prodotto e il servizio che si distribuisce. In questo modo si riesce a trasmettere la capacità di quel prodotto o servizio di soddisfare le esigenze di chi lo acquista e, quindi, ad avere margini e potenzialità di crescita per garantire un futuro solido alla startup..

Una strategia definita

Per crescere una startup deve contare su una profonda conoscenza del mercato e la definizione di un programma (roadmap) dettagliata che definisca non solo gli obiettivi a lungo termine, ma anche quelli più immediati in modo da poter andare incontro a una crescita e uno sviluppo adeguato.

Un piano marketing

Per il successo di questo business non basta solamente avere prodotti e servizi di qualità ma anche saperli adattare alle esigenze dei consumatori e riuscire a trasmetterne i valori mediante un piano marketing adeguato.

Abiti Chemisier lo stile per tutte le occasioni

Abiti Chemisier lo stile per tutte le occasioni
Abiti Chemisier e stile per tutte le occasioni

Gli abiti chemisier, sono diventati, negli ultimi anni, dei veri passepartout di stile, adatti a tutte le occasioni in quanto forniti in tantissimi, modelli, fantasie nonché colori: troviamo abiti chemisier lunghi quasi fino ai piedi (foto copertina), e versioni di vestiti chemisier corti, dinamici, freschi e giovanili perfetti per la stagione estiva che interpretano in pieno le tendenze moda di oggi. Per chi non lo sapesse gli indumenti chemisier sono quelli dal taglio che ricorda il rigore della camicia anche se ne troviamo versioni che si distaccano da questo stile e sono più audaci, morbidi nelle linee e meno strutturati rispetto alle camicette. Scopriamo quali sono i modelli più amati, lo stile ed i colori, nonché come indossarli e quali accessori abbinare all’ abito chemisier.

Abiti Chemisier tanto stile, ma anche rigore e femminilità

L’abito chemisier è un capo versatile, perfetto per l’ufficio così come per i cocktail party, perfetto nella sua semplicità e al tempo stesso ricercato nello stile minimale e rigoroso e che lo rende un capo raffinato. Un must have che si abbina facilmente agli accessori e che può entrare con disinvoltura nel guardaroba delle donne di ogni età senza limite di altezza e fisicità in quanto se ne trovano modelli perfetti per ogni esigenza.

Abito Chemisier storia

Sebbene si tratti di abiti di tendenza che trovano riscontro e successo in questa stagione e nelle precedenti da diversi anni, va detto che la sua storia non è poi così recente, ma risale alla moda degli anni ’20 per poi affermarsi nel ’40- ’50.

In quel periodo della guerra e del dopo guerra questo indumento era in realtà un capospalla femminile che successivamente si evolve verso un utilizzo diverso: quello del vestito vero e proprio, un abito femminile semplice con collo e maniche, lunghe o corte, riprese dalle camice in più indossato con cintura in vita, gonna comoda alle volte ampia e magari foulard al collo.

Una delle prime donne stiliste che propose gli abiti chemisier composti da abitini in jersey a cui veniva sovrapposta una camicetta fu proprio Choco Chanel un personaggio che rivoluzionò la moda femminile. Nel dopoguerra Hubert de Givenchy lanciò negli anni ‘ 50 i primi veri e propri abiti chemisier.

Abiti a “Camicia” Come indossarli?

Sì! Al di la del termine “Chemisier” che è in francese e significa “camicetta”, si tratta proprio di “Abiti a Camicia” perché traggono ispirazione proprio dai modelli di camicia che, originariamente erano maschili e poi si estesero alla sfera della moda femminile in una lenta evoluzione della moda che va dall’800 al 900.

Il Chemisier è un vestito perfetto per tantissimi occasioni: per creare outfit da ufficio così come look casual e sbarazzini. Le linee dell’abito però sono minimali e conferiscono al vestito un’aria chic inequivocabile. Per questo se indossati con tacco ed accessori di lusso si possono creare outfit eleganti e raffinati. Sotto, alcuni consigli ed ispirazioni di stile con abito Chemisier nelle foto.

Modi per indossare l'abito Chemisier in estate e in inverno
Modi per indossare l’abito Chemisier in estate e in inverno

Chemisier indossato casual

Chemisier casual: per un look casual si potrà optare per modelli corti e floreali o tinta unita od anche per stampe animalier. Perfetti gli outfit chemisier in denim abbinati a sandali flat o sneakers.

Perfetti gli abiti lunghi e corti in questo stile ma anche tutte le fantasie floreali, le righe e le tinte uniche di ogni colore. Un golfino, una giacca donna o un giubbotto dai colori moda e di tendenza completeranno l’outfit nelle sere fresche d’estate.

Tra gli accessori le fasce nei capelli o la coda alta, donano un tocco estivo. Perfetti anche i cappelli sia con visiera che quelli di paglia e simili.

Abiti Chemisier eleganti e Chemisier casual
Abiti Chemisier eleganti e Chemisier casual

Chemisier indossato elegante

Chemisier elegante: per un look più formali, adatto magari per le giornate in ufficio si può abbinare ad un blazer ed accessoriare l’abito con scarpe con tacchi e borsa in tinta.

Meglio prediligere colori in tinta unita per un look più sobrio o tessuti leggeri a righe dal sapore minimale con giacca in tinta unita che richiama la base del l’abito o il colore delle righe.

Ricordiamo che le righe sono una chicca che quest’estate spopola nelle vetrine nei negozi così come i capi floreali ed i colori pastello.

A chi sta bene l’abito Chemisier?

Perfetto per la stagione estiva, meno ricercato in quella invernale, se non in tessuti con pattern pied de poule o tartan, questo tipo di vestito a camicia sta bene proprio a tutte, giovani e meno giovani, donne alte e magre e donne dal fisico meno in forma.

Seno prosperoso? Meglio scegliere un chemisier con scollo a “”V con bottoni particolari che caratterizzano il fronte.

Fianchi larghi? Scegliere un modello con gonna svasata o a ruota. Evitare di usare una cinta.

Donne robuste o curvy? Se si è curvy e sovrappeso, l’abbigliamento va scelto con attenzione (come vestire curvy); è preferibile scegliere una tinta unita scura o un modello a righe, indossare dei tacchi e scegliere un blazer a tre quarti. Da evitare i modelli troppo attillati e le cinte in vita.

Molto magre o piccoline? Adottare modelli floreali e colori chiari ed abbinare un blazer sopra l’abito. Per le più bassine di statura è consigliabile puntare verso modelli corti o midi freschi, sbarazzini e femminili. Sì alla cinta in vita drappeggiando il tessuto sui fianchi, riempendoli. Da evitare abiti troppo lunghi e rischiano di accorciare ulteriormente la statura.

Accessori e consigli di stile per l’abito Chemisier

Infine va detto che se si sceglie un abito a righe o floreale è bene puntare su accessori minimali mentre se si opta per tinta unita si potrà dare un tocco in più all’outfit con gioielli maxi. Per caratterizzare la silhouette si potrà optare per una cintura in vita. Per un tocco di eleganza in più scegliere le scarpe con il tacco o dei sandali gioiello.

Consigli di stile ed abbinamenti che possono tornarvi utile nella scelta dell’abito giusto in modello Chemisier e su come indossarlo.

Animali per bambini: 5 amici pelosetti, compagnia e responsabilità

Animali per bambini: 5 amici pelosetti, compagnia e responsabilità
Animali per bambini: 5 amici pelosetti, compagnia e responsabilità

Scegliere un animale per i bambini, che sia di compagnia e che sviluppi la responsabilità di accudimento del bambino verso l’animale, non è solo una scelta affettuosa ma responsabilizzante nei confronti dei propri figli. Vi sono tanti animali che si possono regalare a dei bambini e tra essi, quelli da compagnia più noti sono il cane ed il gatto. Abbiamo visto anche quali sono le razze di cane ipoallergeniche adatte ai bambini, ma va detto che comunque sia, un animale di questo tipo richiede un certo impegno. Per cui in questa guida vogliamo consigliarvi 5 animali per bambini facili da gestire, poco costosi, in grado di far compagnia al bambino, renderlo felice, e al tempo stesso responsabilizzarlo nei confronti di un altro esserino.

Animali per i bambini 5 poco impegnativi

Sicuramente si deve partire dalla consapevolezza che un animale non è un peluche e che quindi merita rispetto e attenzioni. L’amico ideale per un bambino è senza dubbio un cane, o un gatto, ma ci sono tantissimi animali in grado di interagire con un bimbo e donargli affetto. Nel web e nei social si troviamo un ‘infinità di video che testimoniano questa cosa.

Un legame che si instaura tra bambino ed animale assume una grande importanza e da valore alla sua crescita aiutandolo al rispetto e al responsabilizzarsi verso l’accudimento che riguarda un animale.

Se non si ha la possibilità di scegliere un cagnolino o un gatto si può puntare su uccelli, coniglietti, cavie e simili. L’importante è non prenderli già adulti, ma sceglierne uno da crescere in modo che si crei tra l’animale ed il bambino un rapporto affettivo e terapeutico importante. Quali i piccoli e irresistibili pelosetti tra cui scegliere?

Animali per i bambini: 5 Piccoli e irresistibili

Molte specie di uccelli sono ammaestrabili specie se allevati a mano, cosa che nei primi mesi richiede impegno e la collaborazione di un genitore. Un coniglietto nano di pochi mesi o una cavia, invece, è più facile da gestire sin da subito. Criceti e pesci, poi sono ancor più semplici. La scelta, ovviamente è soggettiva ma va fatta insieme al bambino comprendendone anche le preferenze.

Coniglietto

Sicuramente, tra i piccoli animali domestici uno da amare e preferire è il classico coniglietto. Alla stregua di un gattino, ma un po’ meno impegnativo, il piccolo coniglio nano ha un prezzo d’acquisto ridotto, si abitua alle persone se preso da piccolo.

Necessita di una gabbia spaziosa e cure giornaliere che il bambino può imparare per poi operare insieme a voi. Per sapere quali sono le razze più comuni vi consigliamo questo articolo di approfondimento: Coniglietti nani razze. Il lato positivo è anche che rispetto ai criceti i coniglietti vivono più a lungo.

Criceto

Semplice da gestire, economico da comprare il criceto o gerbillo è un piccolo roditore. Si trovano diverse razze e colori. Necessita di una bella gabbia giochi e cibo. Vive di notte e dorme quasi tutto il giorno. Un pelosetto facile da gestire e per questo adatto a chi non ha molto tempo a disposizione.

Cavia Peruviana

La cavia peruviana è un roditore di media grandezza, simpatico, dolce e molto gettonato. Anche in questo caso è bene consultare questo articolo: Cavie peruviane e Porcellini d’India. Leggerlo vi aiuterà a comprenderne le esigenze, i costi, e tutto ciò di cui si ha necessità per gestire questo piccolo animaletto da compagnia che, se preso da piccolo si affeziona al suo padroncino ed è molto docile e socievole.

Uccelli

Abbiamo parlato diverse volte degli uccelli, e chi ama i volatili sa che molte specie sono adatte ad essere allevate in semi-libertà. Tra esse anche i pappagalli, i merli indiani e molti altri volatili.

Personalmente ho avuto per diversi anni una dolcissima Calopsite allevata a mano, e vi assicuro che questi animali diventano un vero e proprio membro della famiglia capace di farci le feste al nostro rientro, di chiamarci per la pappa o per la compagnia ed il gioco.

Tra le razze di pappagallini più adatte all’addestramento, oltre alla Calopsite, ve ne indichiamo altre: Come rendere un pappagallo domestico e razze.

Pesci

Forse, tra i piccoli animali, i pesci sono quelli meno impegnativi. Si potrà optare per un piccolo acquario o per una semplice vaschetta con dei pesci rossi.

Un buon inizio per ogni genitore e per ogni bambino, ma non per questo si deve credere che si tratti di animali da tenere in disparte dimenticandosene.

Anche loro hanno bisogno di acqua pulita tutti i giorni e del loro cibo, nonché di qualche ora di buona luce e magari anche un po’ di sole.

Se tra i 5 animali che vi abbiamo indicato non ne trovate nessuno che vi entusiasma, allora provate a leggere quest’altra guida sugli animali d’appartamento poco impegnativi tanti pelosetti e non, come le tartarughe di terra, che potranno però donarvi affetto e far crescere il vostro bambino più responsabile.

Insegnare la responsabilità verso l’altro

Prendersi cura di un animale, insegna al bambino il senso di responsabilità rivolto verso un altro essere che necessita delle sue cure amorevoli. Sia esso un pesce rosso, un pappagallino, una cavia o un criceto, l’animaletto in questione ha bisogno di spazio, cure, gioco, e cibo.

E’ opportuno, specie all’inizio, affidare al bambino alcuni compiti più facili anche in relazione al tipo di animale e all’età del bimbo, contribuisce a renderlo responsabile, attento e premuroso verso l’altro.

Un compagno di avventure

Inoltre, ogni animale potrà diventare per i bambini un bel compagno di avventure, stimolando il gioco e l’immaginazione dei propri figli. Insieme potranno giocare, coccolarsi sul divano, dar spazio alla fantasia inventando giochi di cui bimbo e pelosetto sono i due protagonisti. Un legame forte che spesso dura per tutta la vita dell’animale.

Ovviamente ogni animale ha costi ed esigenze particolari che andranno considerate per bene, prima di prenderlo, e che dovranno essere idonee all’età del bambino, e al ritmo di vita della famiglia.

Come indossare gli short: guida completa estate 2024

Come indossare gli short: guida completa estate 2024
Come indossare gli short: guida completa estate 2024

Gli short sono pantaloncini comodi e freschi dal sapore casual prodotti anche in diverse tipologie di modelli più eleganti o in tailleur in grado di essere indossati un po’ in tutte le occasioni da quelle informali a quelle formali. Sicuramente gli short sono un must have per la stagione estiva 2024, ma come indossarli con stile? A chi stanno bene? Quali sono i modelli ed i colori di short di tendenza per l’estate 2024? In questa guida di moda andremo ad approfondire l’argomento rispondendo a tutte le domande più comuni che ci si pone nei confronti dei pantaloncini corti denominati short.

Come indossare gli short?

Sicuramente, in relazione al modello, alla fantasia e alla lunghezza, nonché al tipo di tessuto (approfondimento su tessuti tipologie) potremo avere dei modelli di short più casual e sportivi od altri dal taglio elegante e formale abbinati a giacche o blazer di varia lunghezza. Anche in relazione al proprio fisico (magro o non magro) e alle gambe più o meno lunghe o affusolate, questo capo moda può essere davvero un ottimo alleato nella creazione di outfit sportivi comodi ed eleganti al tempo stesso. Ma scopriamo di più su come indossarli e a chi stanno bene.

A chi stanno bene gli short?

Sicuramente si tratta di un capo versatile che può essere indossato da tutti specie in versione casual o sportiva. Ma la scelta del modello più giusto potrà valorizzare o meno la propria silhouette.

GAMBE ROBUSTE – Ad esempio chi ha le gambe e la silhouette robusta farebbe bene ad orientarsi verso dei modelli di short a vita alta con un taglio che abbia un po’ più di volume ed ampiezza, da abbinare magari ad una maxi t-shirt.

DONNE CURVY – Le donne che hanno una bella silhouette formosa o anche un po’ di più che formosa, definite donne curvy, è consigliabile l’utilizzo di short composti da tessuti fluidi e leggeri in grado di slanciare la figura.

GAMBE SNELLE – Sicuramente le donne magre con gambe snelle e magari anche lunghe, valorizzano e sono valorizzate da questo capo di abbigliamento e potranno osare anche indossando dei pantaloncini aderenti e corti senza problemi.

BASSA STATURA – Le donne molto piccoline con una statura ridotta potranno indossare gli short senza problemi ma avendo cura di scegliere modelli si short a vita alta potranno slanciare leggermente la silhouette.

Tutti consigli di base da tenere a mente, specie per le occasioni un po’ più formali, ma quando si veste in maniera casual o si indossano dei pantaloncini per andare al mare tutto diventa, ovviamente, molto relativo.

Quando evitare di indossare gli short?

A parte i tailleur eleganti, diciamo che in linea di massima gli short andrebbero evitati negli eventi propriamente formali di un certo tipo come ad esempio ai matrimoni, eventi formali serali o ambiente di lavoro molto rigoroso. Inoltre sono sconsigliati quando il tempo è brutto, piove e fa freddo, e questo per ovvi motivi.

Tailleur con short come indossarli e quando sono indicati?

I tailleur sono di per se dei capi moda formali. Sia che si scelga giacca e gonna, o giacca e pantalone lungo, o blazer e pantalone corto o gonna pantalone il tailleur ha di per se una connotazione elegante dal taglio sartoriale specie se scelto in alcune declinazioni di stile e colore.

Per questo il tailleur con pantalone corto è un’alternativa moderna e al tempo stesso chic perfetta per i pranzi di lavorio od altre occasioni formali estive. Perfetto per le giovanissime (vedi foto) e le donne sotto gli “anta” un po’ meno per donne mature.

Come indossarlo? Il consiglio è quello di puntare verso dei tessuti eleganti come il lino o il cotone, completando l’outfit con una camicetta o una blusa sotto alla giacca, e completare il tutto con una calzatura elegante con tacco e una bella manicure chic (trovi dei consigli qui).

Alcuni completi giacca e short sono dotati anche di gilet, un capo che dona all’insieme, maggior eleganza. Infatti spesso è l’insieme armonico e curata a fare la vera differenza di stile.

Un tailleur di questo tipo potrà essere indossato oltre che a pranzi di lavoro ed eventi di gala anche a matrimoni e cerimonie. Trovate alcuni approfondimenti in merito su come indossare gli short con eleganza. A questo punto, non rimane che individuare i colori di tendenza per questo capo di abbigliamento.

Pantaloni corti: indossare gli short con eleganza si può?
Pantaloni corti: indossare gli short con eleganza si può?

Colori di tendenza 2024 per gli short

Quest’anno vanno di moda, e sono dunque di tendenza, sia i pattern floreali che i tessuti a righe. Per quanto concerne i colori e le nuances, oltre al classico bianco estivo e all’elegante e intramontabile nero, si affermano anche colori come il blu navy, il verde, il giallo, il fucsia ed i colori pastello.

Gli short si rivelano dei veri passepartout estivi perfetti per tantissime occasioni. Ma indossare gli short significa anche prendersi cura delle proprie gambe, valorizzare la silhouette nei modi indicati, scegliendo i modelli o i completi più adatti a noi stesse.

Trattandosi di un capo particolare è bene sceglierlo per eventi formali solo in modelli eleganti completati da giacca modelli in cui ci si deve sentire a proprio agio. in caso contrario, meglio puntare per tailleur più classici con gonna, pantalone o gonna pantalone. Se vi necessitano consigli su come indossare i tailleur li trovate in questo articolo: 10 modi per indossare il tailleur.

Dunque donne: pronte a sfoggiare le gambe abbronzate questa estate?

Malattie dei Bonsai e Parassiti comuni

Malattie dei Bonsai e Parassiti comuni
Malattie dei Bonsai e Parassiti comuni

I bonsai possono essere colpiti da malattie o parassiti anche se, in realtà, questi alberelli nani risultano più resistenti rispetto ai loro simili che vivono in natura in condizioni di normalità. Ma nonostante ciò, anche le piante bonsai sono soggette a parassiti e malattie comuni e meno comuni sulle quali è bene intervenire con tempestività per la salute della pianta, ma anche per evitare che si rovini dal punto di vista estetico. Tra le cause più comuni di malattia o malessere del bonsai rientrano l’eccessiva acqua, o la scarsità della stessa, carenze nutrizionali e errata esposizione. Vediamo quali sono le malattie ed i parassiti dei bonsai e come intervenire nel modo più giusto e tempestivo per il loro benessere.

Malattie dei Bonsai

Intanto è bene specificare che per malattie intendiamo situazioni di non salute determinate da errata cura, cosa che determina foglie gialle, caduta delle stesse, aspetto poco sano; mentre per parassiti intendiamo gli attacchi dovuti a vari piccoli insetti.

Quali le malattie e parassiti dei bonsai comuni?

  • Mosca bianca (Aleurodidi)
  • Ragnetto rosso e giallo (Tetranychus urticae o Acari)
  • Cocciniglie di vario tipo (scudetto, cotonose o farinose etc.)
  • Lepidotteri, bruchi e farfalle
  • Limacce e chiocciole (lumache)
  • Maggiolini
  • Elateridi o ferretti (colore giallo / arancio)
  • Galla o cecidio dovuta a parassiti, acari, funghi.

Acqua errori

Spesso il malessere dei bonsai può dipendere da una cattiva manutenzione, tra le varie cause si collocano la troppa acqua o l’acqua con troppo calcio.

Troppa acqua per esempio, rende asfittiche le radici e le fa marcire.

Acqua non decalcificata, invece le fa ammalare di clorosi, una malattie che causa la mancanza di ferro e l’ingiallimento delle foglie (clorosi ferrica cos’è).

Quindi, è necessario irrigare nel modo giusto, in relazione alla specie di bonsai e alla stagione è davvero molto importante per evitare che il bonsai si ammali.

Errata esposizione: luce ed aria

Ogni tipo di bonsai da interno o da esterno, (spighiamo le differenze e quali sono quelli che vivono all’aperto e i bonsai da tenere in casa) ha esigenze di coltivazione diverse e in questo sito alla categoria BONSAI, li trovate tutti o quasi.

Ogni pianta ha necessità di luce diversa in base alla specie. Vi sono bonsai che vivono bene in ombra, altri che necessitano di alcune ore di sole al giorno: se la luce è scarsa la pianta si ammala così come se il sole diretto è troppo.

Anche una giusta ventilazione è necessaria per evitare la formazione di muffe o l’instaurarsi di varie malattie.

Concimazioni e rinvasi

Per crescere e rimanere in buona salute i bonsai necessitano di concimazioni periodiche adatte alla specie. Per questo è molto importante sapere come e quando concimare così come vi abbiamo spiegato in questa guida sui bonsai e la concimazione.

Infatti i fertilizzanti sono necessari per lo sviluppo del bonsai e per mantenerlo in salute, per vari motivi che andiamo a vedere.

1 L’azoto agisce su foglie e sugli steli.

2 Il fosforo, agisce sull’apparato radicale.

3 Il potassio ha azione sui fiori e sui frutti rinforzando la pianta aiutandola a combattere le malattie.

Bonsai e malattie da funghi

La maggior parte delle malattie che colpiscono i bonsai sono causate da funghi i quali trovano un habitat ideale di sviluppo soprattutto quando vi sono condizioni ambientali di tipo caldo e umido.

A tal proposito è bene controllare che intorno al bonsai ci sia sempre una buona circolazione d’aria.

Cosa fare se il Bonsai si ammala di funghi e muffe?

Per combattere i funghi dei bonsai a volte può essere sufficiente spostarlo in una zona più areata per risolvere in modo efficace la situazione di malattia fungina. Lo stesso discorso è spesso valido quando si presentano dei parassiti.

Bonsai e parassiti

Anche i parassiti possono causare malattie nei bonsai specie se le condizioni di salute sono precarie e la piantina non riceve le giuste quantità di acqua, luce, aria e fertilizzanti. Abbiamo visto nell’elenco in alto, quali i parassiti più comuni che possono attaccare i bonsai.

Come spiegato per i funghi, anche i parassiti si possono sconfiggere oltre che con i trattamenti, spostando il bonsai in zone più areate ed idonee alla specie di bonsai. (Dove collocare i bonsai; zone giuste per loro).

BONSAI DA INTERNO PARASSITI – Nel bonsai da interni possono essere soggetti ad attacchi di parassiti in ogni periodo dell’anno.

BONSAI DA ESTERNO PARASSITI – I bonsai da esterno, invece i parassiti tendono a svilupparsi prevalentemente da maggio a settembre.

Parassiti dei Bonsai cosa fare?

in relazione al tipo di parassiti è conveniente spostare le pianta, lavarla accuratamente rimuovendo i parassiti anche manualmente e poi effettuare, se necessario dei trattamenti anti parassitari. In alcuni casi è sufficiente la rimozione ed il controllo periodico (lumache, elateridi, alcune cocciniglie, maggiolini, etc.)

Bonsai come eliminare i parassiti

Insetti come afidi e pidocchi nei bonsai si possono eliminare con trattamenti alla quassia, non solo per i bonsai ma per le piante in genere. Altri trattamenti utili per combattere i parassiti li trovate in questa guida specifica: Insetti e animali nocivi: Bonsai 5 rimedi naturali.

Ricordate che se si effettua il rinvaso e la potatura delle radici quando occorre, si concima si irriga e si pone la piantina in luogo adatto a lei, e alle sue esigenze colturali, difficilmente il bonsai si ammalerà.

Per un aspetto sano e ben curato dei bonsai senza malattie vi consiglio anche la lettura di questa guida sulla potatura e defogliazione dei bonsai.

Imparare a curare e coltivare i bonsai nel modo corretto evita alla pianta le malattie dei bonsai ed i parassiti più comuni che tendono ad attaccarli.

Ti potrebbe interessare come coltivare e curare i bonsai mese per mese:

Età Fertilità e Nascite: un bene prezioso in calo

età fertilità e nascite
Età Fertilità e Nascite: un bene prezioso in calo

La fertilità è in forte calo e con essa la capacità di concepire i figli. Oltre a fattori ambientali, ormonali, interferenti endocrini e scarsa possibilità di realizzarsi lavorativamente prima di una certa età contribuiscono al calo delle nascite concetti sbagliati in relazione alla reale età anagrafica e alla possibilità di concepire dei figli. Si crede, a torto, che fino ai 40 anni sia possibile concepire. In realtà la scienza dimostra ampiamente che i periodi di massima fertilità per donne e uomini senza nessun problema fisico si riducono a pochi anni e ovviamente questi anni rientrano nell’età giovanile. Ma vediamo nel dettaglio qual è il periodo anagrafico migliore per le donne per concepire e fino a quando gli uomini hanno un tasso di fertilità elevato.

Età Fertilità e nascite: qual è l’età media?

Secondo la scienza l’età di maggior fertilità per le donne va dai 20 ai 30 anni fino ai 32 circa, dopo di che la fertilità diminuisce da un rapporto di 1/4 a 1/8. Dopo i 35 anni le donne perdono una preziosa parte delle possibilità di poter concepire un figlio, statistica che sembra scendere vertiginosamente, dimezzandosi, quando ci si avvicina ai 40.

In genere dopo un anno di tentativi di avere un figlio andati a vuoto, i medici consigliano di sottoporsi a visite ed esami. L’85 % delle coppie riesce a concepire un figlio entro un anno. L’OMS come riportato dal sito ISS parla di infertilità dopo 24 mesi di tentativi.

Ricordiamo che dai 40 anni ai 50 anni la maggior parte delle donne entrano in menopausa. Superati i 30 anni, poi, intervengono fattori di salute con aumento di fibromi ed endometriosi, problematiche che inficiano sulla fertilità femminile.

Tasso di natalità ed età materna secondo l’Istat

Detto questo, però, secondo i dati Istat dal 2019 a l 2022 sembra che l’età media delle donne che partoriscono si attesti intorno ai 32 – 33 anni per le donne italiane (35 uomini) e si sposti verso i 28 – 29 anni per le donne straniere.

Si registra il maggior tasso di natalità percentuale tra i 26 e i 36 anni materni nel 2019; dato che sale a 27 – 37 al 2021 e a 28 – 38 al 2022 con lievi flessioni tra nord, sud, centro ed isole.

Praticamente passano gli anni e si fanno i figli sempre più tardi e sempre meno. La fascia di età dei 43 anni passa dal 3,5 % del 2019 a ben l’8,7 % del 2022. Mentre quello delle 44enni passa da 1,7 a 5,6 % circa (2019/ 2022).

Ricordiamo anche che la gravidanza ed il parto sono fattori influenzati oltre che dalla natura, dalle implicazioni mediche come fecondazione assistita, gravidanze a rischio, con maggior monitoraggio e nascita attraverso cesareo in tarda età.

Età media massima fertilità donne

In sostanza, le donne hanno un picco di fertilità riconducibile all’età che va dai 20 ai 25 anni. Questo picco tende a scendere leggermente dai 25 ai 30 anni per poi calare sempre più in fretta negli anni a seguire. Quindi pensare di fare i figli a 35 anni non è di per se un concetto sbagliato, ma è bene sapere che la natura, in tal senso, è abbastanza severa e non sempre premia la volontà dei “futuri genitori”.

Età media massima fertilità uomini

Anche per gli uomini la massima fertilità si raggiunge dai 20 ai 35 anni dopo di che si assiste ad un lento e progressivo calo. Dopo i 40 anni si assiste ad un calo più significativo di fertilità maschile.

A tutto ciò contribuiscono nono solo l’età anagrafica ma anche lo stile di vita, l’ambiente e gli interferenti endocrini in grado di alterare la funzionalità ormonale. Ci sono poi altri fattori in grado di influenzare la fertilità umana, sia maschile che femminile: vediamo quali sono!

Quali sono i Fattori che influenzano la fertilità?

Sono diversi i fattori che possono influenzare la fertilità e tra essi alcuni li abbiamo già citati, come ad esempio gli interferenti endocrini. Ma oltre a ciò anche altri fattori e situazioni possono incidere sulla fertilità maschile e femminile tra essi:

  • Situazione lavorativa precaria: Lo stress lavorativo, l’incertezza economica e la difficoltà a conciliare lavoro e vita privata possono avere un impatto negativo sulla fertilità. Come accennato in questo articolo “Difficoltà dei giovani a costruirsi una famiglia” il lavoro stabile ha un ruolo molto importante sulla posticipazione dei giovani al formarsi una famiglia.
  • Interferenti endocrini: Sostanze chimiche presenti in alcuni prodotti come plastica, pesticidi e cosmetici (saponi e creme) possono interferire con il sistema ormonale e influenzare la fertilità.
  • Malattie sessualmente trasmissibili: Alcune malattie sessualmente trasmissibili possono danneggiare le tube di Falloppio o l’utero, rendendo difficile la gravidanza. Ma la sterilità indotta può comparire anche in giovane età. Altri fattori che influenzano la fertilità sono l’endometriosi, i fibromi ed ovviamente i tumori. Nell’uomo invece la Parotite ed infezioni possono indurre sterilità, nonché trattamenti chemioterapici e alcuni farmaci.
  • Stile di vita: Fumo, alcol, droghe e obesità possono ridurre la fertilità.

Italia e natalità in calo

Sebbene alcuni paesi europei, come la Francia e la Germania, non segnino un preoccupante tasso di denatalità, l’Italia è, in tal senso, un vero fanalino di coda in Europa.

In Italia, il tasso di natalità è in calo da decenni. Nel 2022, il tasso di natalità totale è stato di 1,29 figli per donna, ben al di sotto del livello di sostituzione (2,1 figli per donna). Ma la situazione è diversa da regione a regione anche in virtù appunto delle prospettive di vita e della possibilità di trovare un lavoro e “sistemarsi”.

La Sardegna una regione dove non nascono bambini

Vi è un’inversione di rotta in Italia anche a livello di mentalità giovanile rispetto alla formazione di una famiglia e dell’avere dei figli. E’ innegabile che spesso le situazioni contingenti inducano a ritardare o rinunciare all’entrata di un figlio in famiglia.

Regioni col più basso livello di natalità sono: Liguria (6,9), Sardegna (7,1), Molise (7,2), Basilicata (7,3). La Sardegna è ad oggi quella con il minor tasso di natalità che si attesta allo 0,5 figli al 2022 sempre secondo i dati Istat. Tra le cause di questo calo troviamo:

  • Spopolamento: La Sardegna è una regione con un alto tasso di emigrazione, soprattutto tra i giovani.
  • Precarietà del lavoro: Il lavoro in Sardegna è spesso precario e mal pagato, con scarse possibilità di carriera.
  • Costo della vita: Il costo della vita in Sardegna è relativamente alto, soprattutto per quanto riguarda l’affitto e gli immobili.
  • Difficoltà di accesso ai servizi: In alcune zone della Sardegna è difficile accedere a servizi essenziali come asili nido e consultori.

Il Trentino Alto Adige con natalità vicino al 2 in crescita

Mentalità, situazione lavorativa e stato di salute, incidono sensibilmente, così come incide il supporto che le famiglie hanno dalle Istituzioni in questa delicata fase della loro vita. Infatti, tra le regioni che segnano un tasso di natalità in crescita si colloca Il Trentino Alto Adige per i motivi che andremo a vedere:

Il Trentino-Alto Adige è una delle poche regioni italiane con un tasso di natalità in crescita, con un valore di vicino al 2 nel 2022 (9,9 per 1000). Le cause di questo trend positivo sono:

  • Politiche di sostegno alla famiglia: La regione offre diverse politiche di sostegno alla famiglia, come congedi parentali retribuiti, asili nido gratuiti presenti su tutto il territorio e nelle stesse strutture lavorative. Inoltre viene erogato un bonus bebè.
  • Tasso di occupazione femminile elevato: Il Trentino-Alto Adige ha un tasso di occupazione femminile elevato, con molte donne che riescono a conciliare lavoro e vita privata.
  • Benessere economico: La regione ha un alto livello di benessere economico, con un basso tasso di disoccupazione e un buon livello di salari.
  • Qualità della vita: Il Trentino-Alto Adige offre una elevata qualità della vita, con un ambiente sicuro e pulito, paesaggi montani mozzafiato e numerose attività per il tempo libero.

Come invertire la tendenza della denatalità

A livello politico si parla tanto di questo argomento, ma ben poco si è fatto, sebbene sia sufficiente analizzare il territorio per comprendere cosa andrebbe fatto per invertire la tendenza e favorire una ripresa della natalità agendo su diverse fonti, tra essi:

  • Politiche di sostegno alla famiglia: promuovere politiche che favoriscano “effettivamente” la conciliazione lavoro-famiglia, come congedi parentali retribuiti, asili nido gratuiti per tutti e bonus bebè.
  • Lotta contro la precarietà del lavoro: creare lavoro stabile e ben pagato, soprattutto per i giovani.
  • Riduzione del costo della vita: intervenire sul costo della vita, soprattutto per quanto riguarda l’affitto e gli immobili.
  • Miglioramento dei servizi: migliorare l’accesso ai servizi essenziali per le famiglie, come asili nido e consultori.
  • Sensibilizzazione: promuovere campagne di sensibilizzazione sull’importanza della fertilità e sui fattori che possono influenzarla inclusa la reale conoscenza da parte dei giovani, sin dalle scuole, di quali sono le fasce di età idonee alla riproduzione.

Il calo delle nascite è un problema complesso legato dunque a “età fertilità nascite” volute o meno, che richiede soluzioni multifattoriali. Intervenendo su diversi fronti, è possibile invertire la tendenza del calo della natalità e tutelare questo bene prezioso per il futuro del nostro paese.