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giovedì, Ottobre 2, 2025
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Sorteggi Champions League, le possibili avversarie delle italiane nei gironi

Sorteggi Champions League
Sorteggi Champions League

A nemmeno una settimana di distanza dalla finale tra Bayern Monaco e PSG che ha segnato la fine dell’edizione 2019-20, è già tempo di parlare della nuova Champions League. Partirà ovviamente in ritardo, martedì 20 ottobre partirà la fase a gironi, ma i preliminari sono già entrati nel vivo, peraltro già con grandi sorprese (k.o. Celtic e Besiktas contro Ferencvaros e Paok Salonicco). L’1 ottobre, ad Atene, si svolgerà il sorteggio degli otto gironi di Champions League. Sono quattro le italiane ammesse: Juventus, Inter, Atalanta e Lazio.

Le possibili avversarie delle italiane nei gironi Champions League

I bianconeri sono situati in prima fascia: già da diversi anni, la UEFA ha deciso di inserire tra le teste di serie le vincitrici dei campionati dei sei paesi meglio piazzati nel ranking UEFA, più le vincenti di Champions ed Europa League dell’anno precedente. Nel caso in cui una (o entrambe) di queste due squadre di calcio dovesse avere il posto già assicurato dalla vittoria del campionato nazionale, si scalerebbe poi al settimo e all’ottavo posto del Ranking.

Per intenderci, il Porto è passato in prima fascia grazie alla vittoria del Bayern in Champions, coi bavaresi già campioni di Germania e quindi già di diritto in prima fascia. Il Portogallo era settimo nel ranking all’inizio della stagione 2019-20.

In ogni caso, la Juventus anche col vecchio sistema sarebbe finita in prima fascia, considerato che è quinta nel ranking UEFA per club che tiene conto del rendimento nelle coppe europee durante gli ultimi cinque anni. Va da sé che, invece, l’Inter ha sprecato una grossa opportunità: gli uomini di Conte sono arrivati ad un passo dalla vittoria in Europa League (sconfitta in finale col Siviglia).

L’Inter dalla possibile prima fascia si ritrova nuovamente in terza e rischia quindi un gruppo di ferro, proprio come quello dello scorso anno (Barcellona e Dortmund). Considerato che la Juventus è attesa da un anno di “rifondazione”, è complicato immaginare le italiane protagoniste in Champions.

Non è un caso che nelle quote antepost dei bookmakers più conosciuti in Europa, piattaforme che consentono poi l’accesso anche a casino virtuali e ad altri giochi online come i gratta e vinci nuovi, le nostre rappresentanti siano considerate come outsider per la vittoria finale.

Le possibili avversarie della Juventus

La Juventus è in prima fascia e, quindi, di certo eviterà Real Madrid, Liverpool, Bayern, PSG, Zenit, Porto e Siviglia. Nella seconda fascia, però, i pericoli sono enormi: Atletico Madrid e Manchester City sono gli avversari più ostici sulla carta, lo stesso Chelsea è protagonista fino ad oggi di un mercato faraonico. Da valutare il mercato di Barcellona (legato al caso Messi) e Manchester United, mentre il Dortmund di Haaland è sempre un cliente scomodo. Più abbordabili Shakhtar e Benfica, a patto che i portoghesi superino i preliminari: in caso contrario, in seconda fascia salirebbe l’Ajax.

In terza fascia sono incluse le altre tre italiane, Inter, Lazio e Atalanta. Derby vietati, quindi le possibilità si stringono a Ajax (se il Benfica passa i preliminari) e Lipsia. A loro si dovrebbero aggiungere Dinamo Kiev, Salisburgo e Olympiakos, tre squadre che sulla carta dovrebbero superare le qualificazioni. Più chiaro il quadro della quarta fascia: Lokomotiv Mosca e Marsiglia conservano qualche possibilità di salire in terza, sicura la presenza di Club Brugge, Slavia Praga, Borussia Monchengladbach (lo spauracchio di questa fascia), Basaksehir (avversaria della Roma nella scorsa Europa League) e Rennes.

Atlanta in terza fascia

L’eliminazione del Celtic ha permesso all’Atalanta di abbandonare l’ultima fascia e raggiungere Inter e Lazio in terza. Per le altre tre italiane in gioco vale lo stesso discorso della Juve per seconda e quarta fascia, ma dovranno poi affrontare anche una tra le altre sette teste di serie sopracitate: Real Madrid, Liverpool, Bayern, PSG, Zenit, Porto e Siviglia.

Come e quando effettuare le potature estive in giardino o orto su alberi, piante e cespugli

Come e quando effettuare le potature estive su alberi, piante e cespugli
Come e quando effettuare le potature estive su alberi, piante e cespugli

Il vigore vegetativo che in primavera, inizio estate, a fatto sbocciare e crescere a dismisura le piante e gli alberi del nostro giardino è ora, verso fine agosto, leggermente rallentato. Ma alcuni alberi da frutto, da fiore, e alcuni arbusti, si sono sviluppati in maniera esponenziale e dunque, andranno contenuti con apposite potature estive. Oltre a riordinare giardino, frutteto ed orto le potature estive favoriscono la fioritura e la fruttificazione.

Come e quando effettuare le potature estive su alberi, piante e cespugli

Le potature estive vengono effettuate principalmente come potature di contenimento e non di formazione. Per questo motivo, a differenza delle potature invernali che prevedono lo sfoltimento ed il taglio di un terzo della chioma, quelle estive si riducono un poco provvedendo al taglio di circa 1/4 della chiama, risultando contenitive e meno invasive per l’albero o la pianta. La regola di base a cui attenersi è:

  1. potature estive: taglio di 1/4 della chioma
  2. Potature invernali: taglio di 1/3 della chioma

Oltre all’eliminazione di eventuali rami secchi e di polloni (che non sviluppano fiori ne frutti ma che traggono nutrimento dalla pianta), si provvede ad accorciare sensibilmente, tutti quei rami che si sono allungati in maniera esagerata dando all’albero o al cespuglio una conformazione compatta ed ordinata.

Quando potare

A seconda della specie e del suo sviluppo, le potature estive vengono attuate 1 o 2 volte durante la stagione calda. Talvolta è necessario accorciare alcuni rami ad inizio estate e procedere nel medesimo modo alla fine dell’estate.

Fiori e cespugli

Cespuglio di rose

I piccoli cespugli di rosa, (vedi come potare i cespugli e alberelli di rosa) rosmarino o i rampicanti necessitano di continue operazioni di sfoltimento e manutenzione. Per prolungare le fioriture di qualsiasi pianta da fiore è bene rimuovere sempre i capolini appassiti per non dar luogo alla produzione di semi e al blocco della fioritura.

Nelle rose vanno eliminati i boccioli sfioriti e le foglie secche, così come in altre piante da fiore e arbusti da fiore. Le piante che fioriscono in primavera, dopo la loro fioritura vanno cimate, in genere il mese varia in relazione alla specie: ad aprile, maggio, o giugno, mentre, quelle a crescita veloce andranno potate in estate (giugno, luglio, agosto).

Piante Rampicanti

Le piante rampicanti come l’edera, il glicine, o il trachelospermum, (uno dei rampicanti più usato, noto come falso gelsomino) possono necessitare anche di più di due potature tra la primavera e la fine dell’estate, questo, in virtù della loro rapida crescita.

Alberi da frutto

Albero di ciliege

Gli alberi di frutto, generalmente non crescono moltissimo ma, in relazione alla specie, necessitano anch’essi di una potatura estiva, specie se si vuol mantenere una chioma contenuta ed un albero non troppo alto dove poi, diventerebbe difficoltoso raccogliere i frutti.

Alcune piante, come gli alberi di noci, acero e betulla perdono molta linfa con le potature invernali, per questo, si tratta di specie sulle quali è meglio intervenire con potature estive.

  • Sugli alberi da frutto la potatura estiva ha una sua importanza in quanto influisce sia sulla fruttificazione dell’anno in corso che in quella dell’anno successivo. E’ da evitare di recidere rami di grandi dimensioni e agire solo su quelli di nuova formazione.
  • Tra le operazioni di potatura estiva delle piante da frutto rientra anche il diradamento dei frutti qualora siano in grande quantità. Ciò contribuisce a favorire una buona crescita di quelli che rimangono sulla pianta.
  • Per le potature si deve tener conto che portando i rami a svilupparsi in senso orizzontale anziché verticale, ne diminuisce il vigore vegetativo ma ne aumenta la produttività.
  • L’angolo di inserzione del ramo ne condiziona la vigoria, più è stretto maggiore sarà il vigore vegetativo del ramo, fattore da considerare specie nelle potature dei rami superiori che tendono a crescere in verticale.
  • Inoltre, per favorire la produttività è necessario sfoltire la pianta eliminando rami e foglie e permettere una buona penetrazione dei raggi solari e della luce, all’interno della stessa.
  • Oltre alla sfoltimento, si procede all’eliminazione dei polloni che andrebbero staccati con le mani, dei rami secchi, o dei rami eventualmente malati.

Le potature invernali

Le potature invernali invece, risultano più incisive. Vengono effettuate nel periodo in cui la pianta è generalmente in riposo vegetativo e, nel caso degli alberi e arbusti a foglia caduca, una volta che questi hanno perduto le loro foglie e sono in stato dormiente.

Sono potature di formazione, oltre che di contenimento, e vengono per questo, effettuate in modo più drastico su tutte le piante da fiore del giardino, e gli alberi da frutto.

Il teatro greco origini e grandi autori di commedie, drammi e tragedie satiriche

Il teatro greco origini e grandi autori di commedie, drammi e tragedie satiriche
Teatro di Epidauro

In Grecia paese che attira molti turisti, e ad Atene, il teatro, era un momento molto importante della vita sociale. Le gare drammatiche si svolgevano ogni anno e, gli autori, presentano le loro nuove opere. Un ministro “arconte eponismo” si occupava dell’organizzazione di queste gare, aiutato da alcuni facoltosi cittadini.

Così nasce e si evolve questa tradizione millenaria del teatro greco. La commedia greca e particolarmente incentrata sulla vita della città (specie Atene) e sui suoi personaggi pubblici.

Struttura del Teatro Greco

Il teatro greco origini

Tespi: formella sul campanile di Giotto a Firenze

La struttura che ospitava le rappresentazioni del teatro greco era dotata di gradoni in pietra che scendevano digradando verso la base lasciando spazio al posto che occorreva per ospitare gli attori, il coro, l’orchestra e al palcoscenico. Gli Attori andavano in scena indossando appositi abiti e maschere. Secondo la storia del teatro, le origini del teatro greco sono da far risalire al VI secolo avanti Cristo.

Tespi ed il teatro greco

I suoi albori si videro ad opera di un uomo di teatro, un certo Tespi, rappresentato in una formella sul campanile di Giotto a Firenze ( foto a sx)) che, con il suo carro, giunse ad Atene portando i primi strumenti di scena come maschere, abiti teatrali ed arredi scenici.

La struttura

La struttura del teatro greco veniva edificata generalmente addossata al fianco di una collina in modo tale da poterne sfruttare la pendenza naturale per la costruzione dei gradoni. Alla base del teatro vi era l’orchestra, un ampio spazio circolare dal quale partivano i gradoni più bassi della struttura del teatro greco.

Vi erano diverse entrate: sul lato opposto dell’orchestra si trovava la scenografia con la sua entrata, e altre due entrate rappresentate da due corridoi coperti collocati tra le gradinate denominati parodoi o eisodoi.

Ad Atene le rappresentazioni avvenivano nel teatro di Dionisio, ma altri teatri importanti del periodo greco furono il teatro di Siracusa, ed il teatro di Epidauro.

I grandi autori del teatro Greco ed i generi teatrali

I generi in uso nel teatro greco furono vari. Le due forme di teatro più utilizzate dagli attori greci furono la tragedia e la commedia. Il genere teatrale comico, utilizza, a differenza della tragedia vera e propria, personaggi inventati e non attinti dalla mitologia e dagli dei. Tra i miti greci Orefeo e Euridice, affascinano tutt’ora.

Ma vi fu anche una variante, quella del dramma satirico. La tragedia deve le sue origini negli antichi riti collettivi che venivano organizzati in onore degli Dei. Queste antichissime tradizioni si sono evolute nel tempo. Il “dramma satiresco” (o satirico), era comunque una rappresentazione comica che veniva generalmente messa in scena dopo una tragedia e serviva per risollevare l’animo degli spettatori, divertendoli.

In genere, gli autori delle tragedie erano anche autori del dramma satirico. La sua caratteristica era dovuta al fatto che il coro era composto da satiri che assumevano sempre un atteggiamento tipicamente comico.

In tutti e tre i generi teatrali greci, il coro era presente, e rappresentava un personaggio di tipo collettivo che partecipava attivamente alle avventure degli attori. Il coro poteva essere formato da un gruppo di giovani, di donne, o di anziani, a seconda dell’opera in scena.

I filologi della biblioteca di Alessandria ritennero di poter dividere le fasi della commedia e la sua evoluzione in tre periodi storici:

  1. Commedia antica che va dal suo inizio e si protrae fino al IV secolo a. C.
  2. Commedia di mezzo fino al 323 a. C.
  3. Commedia nuova dal 323 a. C. in poi.

La fase ultima della commedia, quella della commedia nuova, coincide con l’età ellenistica e, fondamentalmente sposta la sua attenzione dalle problematiche pubbliche, all’universo che riguarda il singolo, l’individuo.

I grandi autori del teatro greco

Eschilo è il primo grande autore di cui ci sono giunte le opere. Egli introdusse i coriferi, personaggi che si staccavano dal coro per diventare dei protagonisti.

Della commedia greca sono giunti a noi solo i testi di due grandi autori: Aristofane autore della commedia antica e Menandro, autore della commedia nuova. Tra gli autori della commedia antica ricordiamo: Cleone, Sofocle e Euripide. Tra i maggiori autori della commedia di mezzo dei quali però non sono pervenute opere vanno ricordati: Antifane, Alessi e Anassandride.

Sofocle

Sofocle continuò questo stesso percorso dando spazio al terzo attore dialogante oltre che al coro. In questo modo la tragedia si allontanò definitivamente dalle sue origini religiose, e divenne rappresentazione dei rapporti sociali e delle storie reali che accadono tra gli uomini. Tra le sue opere vi furono anche tragedie satiriche come “I cercatori di tracce”.

Euripide

Euripide fu il terzo grande autore della tragedia greca e fu l’autore di ulteriori cambiamenti: le sue tragedie portano in scena i dubbi, le amarezze e le illusioni della vita di tutti i giorni. Tra le sue opere ricordiamo una tragedia satirica “il Ciclope”.

Aristofane

Aristofane fu un altro autore molto importante. Le sue opere trovano origine nelle farse popolari che divennero grazie alla genialità di questo autore, dei veri e propri esempi della satira sociale. In queste opere si parla di problematiche serie e attuali come ad esempio la guerra, la carestia ma anche la pace e l’abbondanza. In queste opere satiriche i personaggi illustri delle città vengono messi alla berlina.

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Come scegliere e rivestire un grigliato con piante verdi rampicanti o da fiore

Grigliati e tralicci da giardino
Grigliati e tralicci da giardino

I grigliati da giardino e terrazzo servono per molteplici usi: creano una sorta di muro “vedo non vedo”, delimitano gli spazi, arredano, e arricchiscono le zone di verde rampicante. Ma come rivestire un grigliato con piante verdi rampicanti o da fiore senza rischiare di commettere errori? Vediamolo insieme!

La scelta del grigliato

La prima cosa da fare è scegliere il grigliato giusto. Sul mercato ne esistono di varie tipologie, diversi per materiale e dimensioni. Anche i prezzi dei grigliati possono variare di molto tra di loro in relazione alla tipologia di prodotto scelto. Quindi, andrà valutata la scelta in fase di pre-acquisto considerando pregi e difetti di ogni tipologia di grigliato.

Come rivestire un grigliato con piante verdi rampicanti o da fiore

Grigliati in legno fissi con fioriera

Sicuramente i più belli sono quelli realizzati in legno, con struttura fissa, che hanno alla base una bella fioriera. In questo modo è facile inserire delle piante alla base (in vaso) ed avere soluzioni omogenee e estetiche. E ‘ possibile creare aree decorative con grigliati, vasi ed archi, zone separate che alternano la bellezza del legno, l’estetica delle geometrie, e il verde delle piante.

Grigliato in legno o bambù estensibile

Altra tipologia di grigliato è quello non dotato di vaso con struttura non rigida, ma sempre in legno, o bambù, struttura che permette di modificarne leggermente la la larghezza e, in alcuni casi anche l’altezza. Sono versatili, non molto pesanti, ed hanno un costo contenuto.

Questo tipo di prodotto, come anche quello citato sopra (grigliato in legno rigido) vengono trattati in autoclave, sono resistenti alle intemperie, ma dopo qualche anno è bene trattarli con impermeabilizzanti specifici per il legno.

Grigliati ad estensione

Grigliati in plastica o resina

Grigliati in plastica (pvc) o resina non richiedono una grande manutenzione (a differenza del legno che nel tempo va trattato con prodotti specifici). Il costo è contenuto, ed il materiale gradevole ma non bello come il legno. Esistono di varie dimensioni, sono estendibili e regolabili in apertura. Se scelti di colore verde si integrano al colore fogliare dei rampicanti.

Esistono, poi, dei grigliati in metallo, ma sono meno diffusi di quelli citati.

Quali piane rampicanti adottare?

La scelta dei rampicanti è condizionata dal clima, dal costo, e dal tipo di schermatura che vogliamo ottenere. Vi sono piante rampicanti sempre verdi come ad esempio il falso gelsomino (trachelospermum), resistente alle malattie, con fogliame verde lucido e fioritura profumata, piante rampicanti che perdono le foglie in autunno come la bignonia dai bellissimi fiori arancioni.

Ed infine, piante rampicanti a foglia semi-persistente che secondo il clima possono mantenere o perdere le foglie, come la bellissima Passiflora. Sempreverde ed economica è anche l’edera, così il ficus pumila o repens. Ma per saperne di più sulle piante rampicanti è consigliabile approfondire l’argomento leggendo questa guida completa: Piante rampicanti: quale scegliere per giardino e terrazzo.

I prezzi

Per quanto riguarda i prezzi dei grigliati, il costo di quelli più economici realizzati in materiale plastico sono ridotti e partono da circa 20 euro. Si sale di prezzo per quelli in legno dai 25 euro in su per grigliati fissi senza fioriera fino a toccare i 60- 100 – 150 euro per grigliati fissi con fioriera di piccole e medie dimensioni.

Ma quest’ultima tipologia di grigliato, ha anche prezzi nettamente superiori se si sale con la qualità. Per fare un esempio un grigliato fisso in reticolato di legno da 1,50 cm x 1,50 cm con arco superiore sul sito Leroy Merlin ha un costo di 42,90 euro, i grigliati simili, ma senza arco hanno un prezzo intorno ai 30 euro.

Grigliati e tralicci da giardino
Grigliati e tralicci da giardino

Utilizzi dei grigliati

I grigliati possono essere utilizzati per creare delle recinzioni, o per schermare un angolo, od anche per conferire un tocco armonico di colore e di verde in più, od anche per fornire pareti perimetrali ad un gazebo. Si tratta, in effetti, di strutture molto versatili che offrono un ampio campo d’applicazione e di utilizzo.

Polpettone farcito con uova e prosciutto

Polpettone farcito con uova e prosciutto
Polpettone farcito con uova e prosciutto

La carne macinata si presta ad innumerevoli preparazioni, tra esse polpette e polpettoni nonché hamburger e farcitura di peperoni, e zucchine. E’ fondamentale scegliere un buon macinato che potrà esser di vitello, manzo, carne di maiale o pollo e tacchino.

Generalmente utilizzo un macinato scelto o sceltissimo preferibilmente di vitella in quanto le preparazioni sono decisamente più digeribili ma si può optare anche per il bovino adulto purché il macinato sia sempre di qualità scelta, meglio ancora se sceltissima.

L’ideale sarebbe quello di scegliere il pezzo di carne e farselo macinare, ma nei supermercati, questa soluzione non è sempre possibile. Vediamo la ricetta del polpettone farcito con uova e prosciutto che abbiamo realizzato.

Polpettone farcito con uova e prosciutto: ingredienti

Dopo essermi dilungata sull’importanza della scelta di una buona carne macinata di qualità passiamo ad elencare gli altri ingredienti che sono necessari per la preparazione di un buon polpettone farcito nel quale andremo ad inserire del prosciutto cotto ed una bella frittata di uova.

  • 600 gr di macinato scelto
  • 150 gr di mollica di pane
  • 100 gr di pane grattugiato
  • 50 gr di parmigiano grattugiato
  • 1 hg di prosciutto cotto
  • 4 – 5 uova
  • vino bianco
  • 1/2 dado vegetale
  • sale e pepe
  • olio
  • odori: prezzemolo un ciuffo, sedano 2 coste , cipolla 1/4 carota 1

Preparazione polpettone farcito

Trattandosi di un polpettone farcito gli ingredienti per la farcitura possono essere variati: Ad esempio al posto del prosciutto cotto si può utilizzare del salame o della mortadella. il parmigiano può essere eliminato se vi sono problemi di intolleranza e così via.

In una ciotola ponete il macinato ed unitevi la mollica di pane precedentemente inumidita e sbriciolata. Aggiungete sale, pepe, il formaggio, il prezzemolo e 1 uovo. Amalgamate bene il tutto.

Preparate la frittata

In una padella preparate la frittata. Ungete la padella con olio, unitevi le uova precedentemente sbattute al quale avrete aggiunto 1 pizzico di sale. Cuocete da un lato, coprite con il coperchio e abbassate la fiamma. Capovolgete la frittata aiutandovi con il coperchio e terminate la cottura.

A questo punto si dovrà stendere il macinato, su di un tagliere di legno, inserirvi al centro la frittata e poi il prosciutto cotto. richiudete a rotolo e assicuratevi che non vi siano fessurazioni. Passate il polpettone nel pan grattato.

In una padella con bordo alto fate scaldare dell’olio. Ponetevi il polpettone facendolo rosolare da un lato e poi dall’altro. Attenzione a non romperlo in fase di rosolatura. Versate due dita di vino bianco che lascerete sfumare.

Unitevi 3 o 4 bicchieri d’acqua fino a coprire buona parte del polpettone. Aggiungete mezzo dado vegetale, e gli odori (cipolla sedano carota prezzemolo). Coprite e lasciate cuocere.

Cottura finale del polpettone farcito e raffreddamento

Nella preparazione del polpettone, la vera difficoltà non è negli ingredienti, ma nel riuscire a farli legare bene e rendere il polpettone compatto. Anche in fase di cottura si deve prestare molta attenzione per evitare che si rompa. A cottura ultimata, si dovranno schiacciare con la forchetta o frullare gli odori preparando una salsa di condimento.

Prima di tagliare il polpettone e servirlo in tavola è necessario farlo raffreddare molto bene per evitare che in fase di taglio si sbricioli. Una volta tagliato a fette di almeno 1/2 centimetro od anche più lo si potrà scaldare in padella e condirlo con la salsa preparata con il brodo di cottura e gli odori frullati o schiacciati.

Servite accompagnato da funghi trifolati, piselli saporiti con pancetta, un buon puré di patate o un fresca insalata mista.

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Qual è il rossetto che dura di più? 5 a lunga durata

migliori rossetti
migliori rossetti

Moltissime donne sono alla ricerca del miglior rossetto permanente per avere delle labbra perfette per tutto il giorno. Del resto, i rossetti a lunga durata si sono rivelati prodotti efficaci e sono rientrati tra i preferiti delle donne. Vediamo subito, quindi, quali sono i 5 migliori rossetti disponibili sul mercato per nome e poi vediamone le specifiche dettagliate di ogni rossetto.

  • Rossetto Acqua di Clarins
  • Rossetto lunga durata Rihanna
  • Lip Finity, Rossetto indelebile Max Factor
  • Lip Magnet di Armani
  • Magnetici Maybelline
Qual è il rossetto che dura di più? 5 a lunga durata

Il rossetto “acqua” di Clarins

Tra i migliori rossetti si trova il Water Lip Stain di Clarins, che, come accennato sopra, si rifà all’acqua, alla sua leggerezza e alla sua delicatezza. Inoltre, la formulazione di questo rossetto a lunga tenuta è arricchita con principi attivi vegetali per una formulazione naturale. Comunque, il merito più interessante del rossetto è quello di avere un colore modulabile. Infatti questo prodotto per il make up offre la possibilità di modulare la nuance di colore, così da ottenere il rossetto perfetto per ogni occasione.

Rossetti a lunga durata di Rihanna

Tra i migliori rossetti troviamo anche quelli della linea Stuna Lip Paint di Rihanna. Nello specifico, questi sono rossetti liquidi, disponibili in nove nuance, con una durata di ben 12 ore e uno splendido effetto opaco sulle labbra. Un rossetto sicuramente molto bello e da considerare se si desidera un make up a lunga durata per le nostre labbra.

Rossetti indelebili di Max Factor

Il miglior rossetto è probabilmente il rossetto indelebile Max Factor. Si chiama Lipfinity e vanta di avere una durata di 24 ore, grazie al suo perma-tone. È un rossetto in due fasi: composto da una tinta per labbra e un gloss. Prima occorre applicare la tinta per labbra, che necessita di 15 secondi per asciugarsi completamente, poi si può procedere con l’applicazione del gloss, che gode di proprietà idratanti e fissanti, oltre ad esercitare una funzione protettiva sulla tinta. L’effetto del rossetto è quello lucido, con una colorazione molto intensa.

Gli Armani Lip Magnet

Tra i migliori rossetti si trovano anche gli Armani Lip Magnet. Questi garantiscono una tenuta favolosa e godono di una tinta molto confortevole, che non secca le labbra, ma le protegge come una seconda pelle. Sono disponibili in 18 nuance e sono corredati da un applicatore calligrafo, particolarmente preciso, che permette di disegnare un perfetto contorno labbra.

Maybelline rossetti metallizzati

Per concludere l’elenco dei migliori rossetti lunga durata citiamo quelli metallizzati di Maybelline, recenti e super moderni, per chi non teme di osare e desidera un look che sia in grado di attrarre magneticamente l’attenzione. Questi rossetti dall’effetto metallico e brillante sono comunque molto confortevoli sulla pelle e davvero molto affascinanti.

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Stella alpina (Leontopodium alpinum)

Stella alpina (Leontopodium alpinum)
Stella alpina (Leontopodium alpinum)

 

Questa piantina graziosa, conosciuta con il nome comune di Stella Alpina, è molto particolare nel suo genere, ed è caratteristica delle Alpi, ma originaria della Siberia. Raggiunge massimo i 15 cm di altezza e fiorisce, generalmente, da  Giugno a Agosto. Ha una fioritura molto caratteristica ed affascinante. Il suo nome botanico è Leontopodium alpinum.

Stella alpina (Leontopodium alpinum) specie e descrizione

Appartiene alla famiglia delle Asteraceae e vive ad alte quote, ad esempio sulle Alpi, di li il nome comune di “Stella Alpina”. La famiglia delle Asteraceae è la più vasta e comprende circa 23.000 specie diffuse in tutto il mondo.

Le specie di questo genere, crescono in varie parti del mondo: Cina, Giappone ed India, Alpi, Appennini ed Ande. La si trova in modo particolare sull’Appennino Abruzzese. Cresce in particolar modo ad alte quote, tra i 1500 ed i 2600 metri circa. In natura esistono circa 30 varietà di stella alpina.

Un fiore raro che, nel tempo, è diventato il simbolo delle Alpi. Si tratta di specie botaniche perenni di piccole dimensioni. La stella alpina presenta foglie lanuginose di color bianco argenteo, vellutate, oblunghe e lanceolate, mentre le basali sono lineari e ristrette. Il  fusto porta da 5 a 8 capolini composti da 7 – 8 foglie bislunghe densamente lanose, i fiori veri e propri sono piccoli biancastri e insignificanti.

Coltivazione

  1. La stella alpina ama le esposizioni in mezz’ombra fino a pieno sole, il terreno ideale per questa pianta è di natura prevalentemente calcarea, leggero e ghiaioso.
  2. Si tratta di una specie molto robusta che sopporta anche temperature molto basse ed il sole caldo estivo così come la siccità. E’ necessario fornire le piante di un terreno drenato in quanto non sopporta i ristagni idrici.
  3. Richiede annaffiature regolari, più abbondanti nel periodo estivo. In autunno tende a seccare per poi rinascere in primavera. La propagazione avviene per seme o divisione dei cespi.
  4. Si utilizzano in giardini rocciosi e alpini, per ornare muri o per piccole aiuole. Le piantine nate da seme, vanno messe a dimora alla fine dell’estate, la moltiplicazione per seme è consigliabile generalmente a Marzo, mentre per divisione dei cespi ad Aprile.

La leggenda della Stella Alpina

Questo fiore è accompagnato da diversi miti e leggende. Una di queste storia narra di una grande montagna che versava lacrime perché soffriva di solitudine. Le piante che l’abitavano non riuscivano a consolarla. Fu così che una notte di cielo stellato gli astri si accorsero della sua sconsolata tristezza e fu così che una stellina scese dal cielo con l’intento di consolare la montagna.

La montagna commossa dal gesto della stella la avvolse con il suo abbraccio regalandogli la peluria biancastra che le ricopre, infine, le donò le radici.  Da allora le stelle alpine adornano i costoni delle montagne con la loro bellezza. 

Stella Alpina: Proprietà fitoterapiche ed utilizzi

Attraverso l’estrazione di oli e macerati si utilizzano i benefici delle sostanze contenute nella pianta. 

Tra le proprietà è nota la capacità de inibire la formazione dei radicali liberi responsabili dell’invecchiamento cutaneo, migliora sensibilmente la circolazione sanguigna.

Contiene numerosi aminoacidi e polisaccaridi sostanze che nutrono la pelle idratandola, per questo, la preparazione di creme a base di stella alpina, o contenente i suoi principi attivi è molto comune.

Date le sue spiccate proprietà antiinfiammatorie e anti batteriche dovute ai fitosteroli, viene utilizzata nella produzione di saponi. Dunque oltre ad essere bella la stella alpina si rivela un vero toccasana utilizzato in molte preparazioni cosmetiche. 

 

Virus che brucia gli smartphone si chiama BadPower

Virus che brucia gli smartphone si chiama BadPower
Virus che brucia gli smartphone si chiama BadPower

Che il progresso ne avesse fatta di strada lo si sapeva, e senza dubbio, gli smartphone si sono evoluti a ritmo esponenziale negli ultimi anni: questa è una cosa che piace molto. Sicuramente piace un po’ meno sapere che questo progresso tecnologico intacca anche la sicurezza e la privacy. Tra gli ultimi rischi web e software arriva un temuto virus: il caso di BadPower un malware in grado di bruciare il vostro cellulare: come fa? Scopriamolo nelle prossime righe.

Virus che brucia gli smartphone si chiama BadPower

Di recente è stato scoperto da Trecent Security Xuanwa Lab, un team di ricerca all’avanguardia un virus o meglio un malware in grado di bruciare gli smartphone indistintamente dal modello o marca. Come agisce il virus? Il malware va ad agire, sostanzialmente, sui caricabatterie. I caricabatterie sono in grado di “dialogare” con il cellulare adottando il voltaggio da erogare in relazione al tipo di device da caricare in funzione di un firmware che ne gestisce l’elettronica.

Ciò che riesce a fare il malware è di andare a variare, modificandolo, proprio il firmware dei caricabatterie degli smartphone. Il virus infetta i device e rimane silente, ma una volta collegato il caricabatterie per la consueta ricarica, eccolo entrare in funzione: BadPower andrà ad agire sul firmware e gli comunicherà di erogare un voltaggio più alto possible. Facile immaginare quale sarà la conseguenza: l’apparecchio in carica, qualsiasi esso sia, verrà bruciato da un erogazione non idonea al dispositivo in carica.

Il team in questione ha fatto dei test su numerosissime tipologie di caricabatterie presenti in commercio, rilevando che circa il 50% dei modelli testati, risulta vulnerabile a questo tipo di attacco, diventando in grado di erogare anche fino a 20 volt contro gli appena 5V che generalmente sono necessari per caricare i comuni smartphone in commercio. Il risultato è un cellulare bruciato ed un nuovo acquisto da compiere. A rischio smartphone e tablet.

Da chi e da dove provenga il malware non si sa, ma quel che è certo è che a trarne vantaggio sono come sempre le case produttrici. Un po’ meno per quel che concerne i modelli ancora in garanzia.

Come fare attenzione?

Sebbene molti caricabatterie non siano stati testati (sono oltre 200), i modelli di serie sono generalmente più affidabili di quelli economici comprati negli store cinesi o di dubbia provenienza acquistati sulle bancarelle. Oltre a ciò, si deve fare attenzione a cliccare su link sospetti ricevuti nei messaggi, ed anche a scaricare “di tutto” sul proprio device. Piccoli accorgimenti che non ci mettono al sicuro, ma diminuiscono notevolmente il rischio di vedere infettato e fuso il nostro smartphone.

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