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domenica, Luglio 20, 2025
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Come essere bella senza trucco: 10 consigli utili

Come essere bella senza trucco: 10 consigli utili
Come essere bella senza trucco: 10 consigli utili

Essere belle senza trucco si può? Certo che si! La bellezza è data da un insieme di fattori, ed il make up, serve solo a valorizzarla. Essere belle senza truccarsi è dunque possibile, ma richiede, in alcune persone un impegno maggiore, e in altre invece, grazie a dono di natura, è più semplice da realizzare.

Ma va detto che, in entrambi i casi, le cure della pelle, dei capelli e dei lineamenti (occhi sopracciglia e bocca), contribuiscono a dare un aspetto migliore e curato del viso, facendoci apparire belle anche senza truccarci: vediamo i 10 consigli utili su come fare.

Essere bella senza trucco 10 consigli utili

Quando parliamo di “non trucco“, intendiamo proprio l’assenza di make up, fermo restando che un po’ di colorito derivante da una leggera abbronzatura, sia estiva che invernale, può conferire al viso un aspetto più sano, e riuscire coprire piccole imperfezioni come leggere occhiaie, piccole macchie ed altro.

Detto ciò, vediamo come apparire belle e quali sono i 10 consigli che ci sentiamo di darvi per essere al top in ogni occasione, anche senza trucco.

  1. Curare la pelle del viso
  2. Beauty routine appropriata
  3. Curare i capelli
  4. Curare le sopracciglia
  5. Curare le ciglia
  6. Proteggere la pelle del viso
  7. Tonificare la pelle del viso
  8. Cura dei denti e del sorriso
  9. Curare la silhouette
  10. Curare l’abbigliamento

Curare la pelle del viso #1

Per apparire belle senza make up è fondamentale che la pelle del viso venga curata con attenzione, per far si che abbia la giusta luminosità, non sia troppo secca ne troppo grassa, e abbia un colorito sano.

A tal proposito, prendere un po’ di sole ogni giorno, oltre da aiutare la produzione della vitamina D, è utile per avere un aspetto più sano. Ma attenzione: è importante proteggere la pelle dall’esposizione solare estiva, specie nelle ore più calde.

Beauty routine appropriata #2

Per essere belle senza trucco si deve seguire giornalmente una beauty routine appropriata, che sia indicata al tipo di pelle che abbiamo, e alle attività che svolgiamo durante il giorno. Ottenere un incarnato fresco e luminoso, pur senza trucco, dunque al naturale, non è difficile essere belle se si usano i prodotti giusti.

Curare i capelli per essere belle al naturale #3

La bellezza del viso al naturale è fortemente influenzata dai capelli. Per questo dei capelli sani, luminosi e ben curati, valorizzeranno un viso senza trucco.

E’ dunque importante tagliare e curare la chioma, nutrirla con prodotti alla cheratina e ai semi di lino e se si presentano grassi sconfiggere il problema dei capelli grassi in modo naturale. Usare prodotti che rinforzano e fanno apparire lucidi e luminosi i capelli. Anche il taglio di capelli ed il colore giusto possono valorizzare molto il viso.

Curare i capelli
Curare i capelli

Curare le sopracciglia #4

Curare le sopracciglia e lo sguardo degli occhi contribuisce a rendere un viso bello anche senza trucco. Le sopracciglia andranno curate eliminando i peli superflui, tinte, qualora presentino i primi segni di invecchiamento, e nutrite.

Se vi accorgete che le vostre sopracciglia presentano dei buchi e vanno infoltite, potrete usare dei prodotti specifici che servono a favorirne la crescita e che funzionano egregiamente.

Curare e ciglia degli occhi #5

Lo sguardo è molto importante. Essere belle senza trucco è molto più facile se si possiedono occhi belli, sguardo profondo e delle ciglia folte e lunghe.

Anche in questo caso un prodotto che ne aiuta la crescita può rivelarsi utilissimo. Al tempo stesso, usare un piega ciglia può sostituire abilmente l’uso di mascara.

Proteggere la pelle del viso e mangiare in modo sano #6

La pelle del viso va protetta per evitare macchie, bruciature, pelle secca dovuta al sole eccessivo o al freddo. Per questo motivo per essere belle senza trucco con un viso acqua e sapone è bene individuare una crema idonea alla nostra pelle, che possa nutrirla secondo il grado di necessità e proteggerla.

Attenzione perché a tal proposito è bene seguire un’alimentazione variegata e sana ricca di vitamine e sali minerali e bere almeno 2 litri di acqua al giorno. L’uso di probiotici, fermenti lattici o il consumo di yogurt e kefir può rivelarsi un vero toccasana per l’intestino ma anche per al pelle del viso. Da evitare il fumo, l’alcool e il consumo eccessivo di insaccati e fritti.

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Tonificare la pelle del viso #7

Tonificare la pelle del viso è molto utile a qualsiasi età. L’uso di acqua fredda e di ghiaccio, ma anche della ginnastica facciale eseguita per pochi minuti ogni giorno, aiuta le pelli rilassate delle donne non giovanissime, ad essere più toniche.

Per le ragazze e le donne giovani invece, essere belle senza trucco è possibile anche grazie ad una pelle tonica con pori non dilatati. Per chiudere i porti della pelle, una volta eseguita la pulizia del viso ed applicata una maschera astringente, è opportuno utilizzare dell’acqua gelata, o applicare del ghiaccio sul viso senza metterlo a contatto ma interponendo un panno morbido. Questo provocherà una forte zione astringente chiudendo i pori della pelle del viso.

Cura dei denti e del sorriso #8

Cosa c’è di più bello di un sorriso smagliante? La cura dei denti è fondamentale per apparire belle senza truccarsi. Denti bianchi, ben curati e gengive sane contribuiscono a dare un buon aspetto curato a qualsiasi persona, donna o uomo che sia.

Contribuisce alla salute dei denti e gengive una buona igiene orale e un alimentazione ricca di vitamine, minerali, calcio e vitamina D, alleata delle ossa intestino e pelle. A tal proposito è bene volgere anche un’attenzione particolare alle labbra: curare con prodotti nutrienti e praticare uno scrub per rimuovere la pelle morta, periodicamente.

Curare la silhouette

La forma fisica e la silhouette curata sono elementi che contribuiscono a far apparire belle anche senza trucco e make up elaborati. Una forma fisica smagliante o anche solo decente, consente di valorizzare la propria persona anche grazie a outfit curati e scelti a dovere per noi.

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Curare l’abbigliamento

Capelli, viso, occhi e silhouette, pelle curata tutti dettagli che vi faranno apparire più belle anche senza trucco ma alla fine, conta molto anche curare l’abbigliamento e scegliere capi, accessori e colori, che possono valorizzarci nel migliore dei modi.

Sfatiamo un luogo comune! Ricordiamoci che non serve essere artefatte, scollate e trasformarsi in mascheroni carnevaleschi per essere belle. La bellezza inizia dall’interno: mangiare bene, fare sport, avere una vita sociale, lavorativa ed affettiva soddisfacente, rappresentano il segreto della vera bellezza, oltre a seguire i 10 consigli utili per essere belle senza trucco che vi abbiamo dato.

Modelle: Alessia Manni; Valeria Gennaro; Gaia Petta.

Ph Valeria Gennaro e Notizie in Vetrina

Come dire NO o declinare un invito con educazione

Come dire no o declinare un invito
Come dire no o declinare un invito

Dire di no per alcune persone è molto facile, mentre per altre, diviene davvero difficile. Dire di no può servire per trarsi d’impaccio, declinare un invito, non sottoporsi a qualcosa che non ci interessa, non ci piace o ci mette in difficoltà.

Ma come fare a dire di no? Ci sono modi e modi di negarsi e di dire no senza per questo essere sgradevoli o maleducati. Vediamo come dire no e declinare un invito con educazione, cercando di non ferire il prossimo, o di non risultare maleducati.

Come dire no? 5 modi per farlo con educazione

Capita di dire si quando invece vorremmo dire di no, ma subito dopo ci sentiamo in colpa in preda all’agitazione perché “quel si” ci crea problemi, ci arreca danni, o ci aggiunge lavoro al lavoro già eccessivo. Talvolta dire no è d’obbligo se già abbiamo altri impegni presi in precedenze. Altre volte dire di no è necessario anche se sappiamo che la persona che riceverà il nostro rifiuto potrebbe rimanerci male. Come addolcire il no e declinare un invito?

Intanto sappi che se dire di no ti crea troppi problemi, forse è il caso che tu lavori su di te. Dire si non può eludere i tuoi desideri e le tue aspettative, quindi è sempre necessario saper dire anche di no. Molte persone temono i conflitti, non voglio creare problemi ne deludere il prossimo.

Spesso la leva che spinge a dire di si, quando vorremmo dire di no, è proprio il timore di deludere il prossimo. Altre volte siamo sopraffatti dai sensi di colpa per aver detto un no, ci sentiamo di aver fatto un torto anche se così non è. La motivazione? Scarsa autostima, magari insicurezza e paura di sbagliare e ferire.

Quando dire no

Possiamo e dobbiamo dire no tutte le volte che il dire SI ci implica un problema: non ci sentiamo in grado, non abbiamo tempo, abbiamo altre cose da risolvere di maggiore importanza. Siamo sopraffatti dalla situazione; ci viene chiesta una cosa che non vogliamo e non possiamo fare. Declinare con un NO diviene importante e inevitabile, ma di sicuro quel che possiamo fare, è addolcire il NO: vediamo come fare usando una buona dose di furbizia ed una sana empatia!

Quali sono le richieste a cui dire NO?

Le richieste che possono indurci a dire Si o NO posso essere collegate all’ambito familiare, affettivo / relazionale e al lavoro, all’ambiente che riguarda la cerchia di amicizie. Possono scaturire situazioni di richieste in denaro, richieste in termini di tempo, favori, cene, appuntamenti e molto altro.

Continue richieste di denaro #1

Se prestare dei soldi ad un amico in difficoltà è quasi un dovere (a volte), prestare ripetutamente denaro a qualcuno che non ce lo rende, o che lo sperpera, diviene un errore compiuto sia nei suoi che nei nostri confronti. Le persone devono imparare a cavarsi dai guai da sole e a non innescare fenomeni spiacevoli come la richiesta continua di denaro impiegato in malo modo. Dire di no e motivarne la causa, può sembrare scortese ma è la cosa giusta da fare.

Potete addurre anche come rafforzativo che avete avuto delle spese inaspettate e non potete proprio far fronte all’ennesima richiesta. Stesso discorso vale per membri della famiglia troppo esosi che non sanno dare il giusto valore ai soldi.

Dire di no ad un appuntamento galante 2#

Qui il discorso cambia di molto: se la persona che vi invita (ed ha secondi scopi) non vi interessa proprio, avete l’obbligo di chiarire la cosa con educazione, ma dovete essere sinceri. Dire di no vi tirerà fuori da una situazione spiacevole e eviterà di creare illusione nella persona che vi sta invitando.

Ciò non toglie, che potete addurre come rafforzativo il fatto che “la persona” non vi interessa come fidanzato / a ma che sarebbe un perfetto amico. Cercate di non offendere ma di comprendere e confortare durante il rifiuto.

Dire di no a figli e incombenze familiari #3

Alcuni ruoli all’interno della famiglia ci inducono, talvolta, a fare più di quello che siamo realmente in grado di svolgere, senza arrivare a sovraccaricare il nostro fisico e il nostro sistema nervoso.

Il No diventa uno strumento per salvaguardare noi stessi dagli eccessi; questo gioverà, oltre che noi, all’intera famiglia. Talvolta i figli si trasformano in “tiranni” nei confronti dei genitori: pretendono all’infinito.

Un comportamento di continua accettazione e assecondamento per non provocare delusioni o liti, alla lunga danneggia la serenità familiare. Meglio dire di NO e rispettare i propri ritmi, le proprie finanze e le proprie forze.

Uscita con gli amici #4

Gli amici organizzano cena, viaggi, feste e molte altre cose da fare insieme. Sebbene ciò sia molto bello e spesso piacevole, può capitare di non gradire una situazione specifica o di non apprezzare qualcosa che ci viene proposto. Dire di NO potrebbe dare l’impressione che vogliamo fare sempre e solo ciò che ci piace, e questo è sicuramente sbagliato.

Se da un lato, quando le persone a decidere sono tante si deve cercare sempre la mediazione, è altrettanto vero che se la cosa proposta rischia di rovinarci la giornata, e rovinarla anche agli altri, diviene opportuno declinare. Come fare a dire di NO? Giustificandosi con un impegno precedente o con un motivo di salute banale.

La cosa più corretta sarebbe quella di dire la verità: ho voglia di passare una giornata rilassante in casa dato che ho cose arretrate da fare e vorrei approfittarne. (Potrebbe essere un buon modo per dire NO e giustificare il motivo).

Dire di NO al capo #5

Quando il No è volta al rifiuto in ambito lavorativo si deve prestare molta attenzione. Ricordate che sebbene vi siano dei contratti nazionali che sanciscono regole e incombenze, è sempre un rischio dire di no al capo dato che si è sempre meno tutelati.

In questo caso usare un po’ di furbizia non guasta e, di volta in volata, in base al tipo di richiesta e alla situazione, è bene escogitare un escamotage che possa tirarvi fuori, ma senza dire un NO diretto, ma facendo capire che siete impossibilitati, vostro malgrado, ad esaudire quella specifica richiesta.

Magari avete un forte mal di schiena, o le ginocchia vi dolgono tanto, in alternativa la testa scoppia e non sapete come mai ultimamente vi capiti di vere ronzii…etc. Escamotage e motivazioni vi renderanno la vita più facile.

Conclusione

Qualche si in più, non ha mai fatto male a nessuno! Ma essere in grado di dire no e declinare un invito o un’incombenza è importante e doveroso verso noi stessi, l’importante è farlo con educazione, gentilezza, e quando possibile, addurre delle giustificazioni motivazionali valide e convincenti.

Connettersi sulla stessa frequenza d’onda di amici partner e familiari in modo sensibile, affettuoso ed empatico motivando, adducendo giustificazione, ed agendo con diplomazia, vi aiuterà a dire di NO senza drammi e conseguenze.

Differenza tra rimpianto e rimorso: come non avere rimpianti

Differenza tra rimpianto e rimorso: come non avere rimpianti
Differenza tra rimpianto e rimorso: come non avere rimpianti

Tutti sogniamo una vita perfetta ma spesso, gli errori si compiono e si subiscono. La vita ci mette alla prova e, nel corso della stessa, capita di fare delle scelte sbagliate che inducano ad avere rimorsi e al tempo stesso, alle volte, le scelte implicano delle rinunce che nel tempo, generano del rimpianto più o meno marcato. Ma qual è la differenza tra rimorso e rimpianto e cosa significa avere dei rimpianti? Sbagliare capita a tutti, ma come affrontare i rimorsi che alle volte attanagliano la nostra esistenza? Scopriamolo insieme!

Che differenza c’è tra rimpianto e rimorso?

Rimpianti e rimorsi hanno un denominatore comune che è quello della scelta sbagliata. La scelta sbagliata si può compire quando si rinuncia al fare una cosa, generando nel tempo, un rimpianto. Allo stesso modo, alle volte, le scelte che operiamo nel corso della nostra vita sono sbagliate e questo, se pur con il senno di poi, tendono a dar vita al senso di rimorso: quel peso profondo che ci fa sentire colpevoli nei confronti di qualcuno.

Se per provare rimorso si deve comunque essere dei soggetti sensibili ed empatici, il rimpianto invece nasce dalle rinunce e dalla sensazione di “aver perso un treno” un’occasione che non tornerà mai più, qualunque essa sia. E’ bene specificare che provare emozioni di questo tipo è comunque una cosa normale, metre la mancanza di emozioni invece, non è affatto normale.

Come si fa a non avere rimpianti?

E’ molto difficile che nella vita non si abbiano rimpianti. I rimpianti, piccoli o grandi che siano sono parte di noi e si originano dalle scelte di vita e dalle rinunce. Tutti, almeno una volta, e spesso più di una, abbiamo rinunciato a qualcosa per insicurezza, paura, amore o timore. Il rimpianto fa parte delle scelte sbagliate e talvolta, anche di quelle giuste che ci hanno fatto anteporre, magari, la vita di altri alla nostra.

Una donna che ha lasciato il suo lavoro per crescere i propri figli, un domani potrebbe aver rimpianti per questa scelta. Allo stesso modo, la donna in carriera che ha deciso di non avere figli potrebbe, un domani, avere dei rimpianti che derivano da una maternità mancata.

Ma i motivi che possono generare rimpianti sono infiniti, legati al mondo del lavoro, ma anche dell’amore, dell’affetto, dell’amicizia, e così via. Si può rimpiangere di non aver chiesto scusa, o di non aver detto la nostra al momento giusto. Ma si può rimpiangere anche di non aver viaggiato come avremmo voluto, di esserci sposati o di aver divorziato, di non aver amato la persona giusta quando ne abbiamo avuta l’occasione.

C’è un’aspetto cruciale quando si parla di minimizzare i rimpianti nella vita: l’importanza che viene dalla consapevolezza. Spesso i rimpianti si manifestano quando realizziamo che le nostre scelte sono state fatte sulla base di stati d’animo temporanei o pressioni esterne. E’ dunque fondamentale prendersi del tempo per andare a fondo scavando nei propri pensieri e confrontarsi con ciò che si desidera veramente.

Meditazione, Journaling o semplici momenti di riflessione possono diventare degli strumenti fondamentali per riuscire ad allineare le nostre scelte con i valori che abbiamo insiti in noi, Questo tipo di approccio garantisce una vita più consapevole spesso priva di rimpianti e riduce le occasioni di trovarci a chiederci ” cosa sarebbe successo se…”

Avere rimpianti è inutile?

Le lancette del tempo non tornano mai indietro! Quel che è certo è che avere rimpianti è inutile: una volta che il danno è fatto, rimane. Il tempo trascorrere inesorabilmente e, quel che è stato, non potrà tornare. “Piangere sul latte versato“, è un modo di dire che significa, appunto, proprio questo.

Come si fa a non avere rimpianti?

Non esiste una regola base per evitare che nel corso della vita nascano dei rimpianti. Ma si può cercare di vivere pienamente, ascoltando sempre il nostro cuore e le proprie esigenze, insieme a quelle di chi abbiamo vicino.

Cosa significa provare rimorso?

Come il rimpianto, anche il rimorso è un sentimento profondo che nasce dentro di noi e, in genere, scaturisce da un errore compiuto. Il rimorso parte dal nostro cuore, ci tormenta, ci arrovella la mente ed è lì a ricordarci che abbiamo sbagliato. Rimorso è sinonimo di senso di colpa, e si genera dalla consapevolezza dell’errore compiuto.

Indagare sul proprio stato d’animo e sul senso di rimorso è fondamentale per comprendere come possiamo affrontarlo. E’ importante però fare una distinzione tra il rimorso di tipo sano che guida verso la riconciliazione personale o con l’altro, od entrambe ed il rimorso opprimente che può trascinarci in una spirale di autocommiserazione.

L’autocompassione rappresenta un alleato potente in questo processo: trattare noi stessi con gentilezza, accettando che anche gli errori fanno parte del nostro percorso, può facilitare la transizione verso un’autovalutazione più equilibrata. Questo approccio rende il rimorso non solo un peso da portare, ma al tempo stesso anche uno strumento per crescere ed evolvere

Sbagliato con chi?

Con noi stessi, nei confronti di un’altra persona, o più persone. Il rimorso nasce dall’aver arrecato un dolore, un danno, o un problema di qualsiasi tipo, a persone, animali, cose. Abbandonare un cane può generarci rimorso, lasciare una persona, tradirla, deludere un amico, rubare ed uccidere, sono tutte situazioni che possono generare rimorso.

Come non avere rimorsi?

I rimorsi sono un sentimento giusto e sano. Avere rimorsi significa che il nostro animo è buono, che siamo in grado di metterci in discussione, e di sapere di avere sbagliato. Se nella vita, nonostante gli errori ripetuti, compiuti ai danni di qualcuno, non proviamo mai rimorso, vuol dire che a livello di sensibilità e di empatia c’è qualcosa che non va, forse abbiamo una patologia chiamata Alessitimia che fa parte del disturbo della personalità.

Dunque, sarebbe opportuno rivolgersi ad uno psicologo per comprendere cosa è che ci rende privi di questo sentimento che dovrebbe nascere anche solo da una semplice litigata tra persone che si vogliono bene.

C’è rimedio al rimorso

Il rimorso può svanire con le scuse, l’espiazione, la confessione, e in tanti modi diversi che possono cambiare in relazione a qual è la cosa che ha generato il senso di colpa e dunque il rimorso. La voglia di rimediare è già di per se un’ottimo punto di partenza: imparare a chiedere scusa è segno di forza e maturità, e quando si riesce in questo, anche i rimorsi svaniscono.

Abbiamo visto la differenza tra rimpianto e rimorso, e come non avere rimpianti nella vita, ma non dobbiamo dimenticarci che siamo esseri imperfetti e che come tali sbagliamo. L’errore non deve colpevolizzarci più di tanto ma servire da monito, aiutarci a maturare, crescere, e a diventare persone migliori.

La riscoperta dell’equilibrio interiore

Tutti sogniamo il raggiungimento di un equilibrio interiore sia esso provo di rimorsi o con qualche sassolino nella scarpa. Ritrovare l’equilibrio interiore dopo aver provato dei rimorsi è sicuramente un viaggio che richiede tempo e pazienza.

Riconnettersi con se stessi è importante ma è necessario utilizzare pratiche quotidiane di auto-gratitudine e mindfulness che possono aiutarci a ritrovare noi stessi centrando i bisogni dell’anima e del cuore.

Ricordarsi delle cose buone che si sono compiuto può aiutarci in questo processo specie se hanno fatto la differenza nella vita di altre persone, in senso positivo. Questo bilanciamento non solo aiuta a lenire il rimorso, ma apre anche nuove opportunità per un rinnovamento interiore che ci porterà a ritrovare un senso di pace e serenità.

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Gatti affettuosi come educare un gatto all’amore

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Si ritiene erroneamente che i gatti siano degli animali opportunisti: nulla di più sbagliato! Il gatto è un animale affettuoso che si affeziona moltissimo al proprio padrone, tanto da diventare anche morboso. Infatti, i gatti si rivelano più o meno affettuosi in relazione al modo in cui sono stati cresciuti, e in base a quando sono entrati a far parte della vostra vita. Ma incidono nella formazione di questo sentimento e sulla tranquillità dell’animale, i primi mesi di vita del gattino.

I gatti, quando sono cuccioli dovrebbero stare con la mamma, almeno fino a 3 – 4 mesi. Questo periodo è fondamentale per l’imprinting dell’animale ed è molto formativo anche per quel che concerne la sicurezza, i sentimenti verso il prossimo, e l’affetto.

Un gatto che ha trascorso i primi mesi con la mamma, sarà un micio tranquillo, difficilmente diventerà un gatto pauroso, e sarà predisposto ad amare il suo padrone. Vi è capitato di vedere gatti affettuosi e gatti scontrosi? Il segreto è da ricercare prevalentemente nel modo in cui si cresce il gattino. Volete dei gatti affettuosi? Dovrete educarli all’amore condividendo la vostra vita con loro.

Come avere un gatto affettuoso

La regola dell’affettuosità di un animale, va di pari passo con la sua conoscenza del mondo e la sua scurezza nei confronti di quest’ultimo. Un gatto e un cane abituati a socializzare con l’uomo e con gli altri animali saranno sicuramente soggetti sicuri, più tranquilli ed affettuosi rispetto ad un gatto cresciuto in una casa, ma con persone vi soggiornano per poche ore al giorno lasciandolo solo per la maggior parte del tempo.

La convivenza e la presenza del padrone rafforzano la dipendenza dell’animale ed il legame affettivo che si instaura con esso, e con i membri della famiglia. Oltre a questo, incide anche la sicurezza dell’animale, ed il rispetto delle sue esigenze. I gatti sono animali abitudinari, hanno bisogno dei loro spazi, necessitano di essere accuditi come si conviene. Un gatto tranquillo ed appagato sarà più predisposto all’affettività. Nella foto sotto 2 dei miei gatti.

L’imprinting materno e l’indole dell’animale

Partiamo dal presupposto che in base alle razze avremo dei gatti più o meno tranquilli e coccoloni. Ma non basta questo elemento. I gattini randagi avranno un imprinting che induce il cucciolo ad essere in uno stato di allerta continuo, ma al tempo stesso, anche l’indole del gattino avrà il suo peso. Un gattino figlio di una randagia, se avvicinato dagli uomini sin dai primi mesi di vita, può diventare un gatto buonissimo.

Ho allevato tantissimi gattini figli di una randagia che partoriva sistematicamente nel mio giardino. Si sono rivelati tutti gatti molto socievoli ed affettuosi. Sono cresciuti tra casa e giardino, svezzati da noi e seguiti giorno per giorno. In una casa dove la presenza dell’uomo è costante, e dove il gatto viene accettato in famiglia con la possibilità di vivere in casa con le persone, difficilmente si avranno dei gatti non affettuosi.

Gatto affettuoso come fare

L’affettività del gatto nasce e si genera proprio attraverso il rapporto continuato. I gatti amano essere coccolati, partecipare alle attività che il suo padrone compie. Amano la compagnia, il gioco, stare vicino al proprio padrone, o ai propri padroni, accoccolarsi sulle gambe e fare le fusa. Anzi, è molto facile che qualora si abbiano più gatti, che nascano delle gelosie tra gatti e cheli inducono a litigarsi, letteralmente, le coccole del padrone.

L’indole del gatto è già affettuosa di suo, ma poi entrano in gioco tutti gli altri fattori elencati, inclusa la componente caratteriale che contribuiranno a rendere il gatto affettuoso educandolo all’amore, giorno dopo giorno.

Gatti ed estranei

Un gatto amato e seguito all’interno dell’ambiente familiare, abituato alla socializzazione, sarà un gatto sereno ed affettuoso, non solo con i propri padroni, ma anche con eventuali visitatori che sappiano trasmettere al gatto il piacere di incontrarlo, e la simpatia che nutrono per lui.

La sensibilità di un felino è molto elevata, tanto da percepire lo stato d’animo delle persone che ha difronte. Per cui, non esiste opportunismo nel gatto domestico, ma solo la capacità di educarlo all’amore da parte del proprio padrone, questo anche in virtù del fatto che i gatti amano la stabilità e la routine sia per quel che concerne la casa che le persone che ci vivono con lui. Dedicate del tempo a vostro gatto e vi ripagherà dandovi tantissimo amore, esattamente come un cane.

Cappelli uomo invernali: le tendenze per l’Autunno Inverno 2021/2022

Cappelli uomo invernali
Cappelli uomo invernali le tendenze per l’Autunno Inverno 2021 2022

Il cappello è un accessorio spesso sottovalutato. Si trova a diretto contatto con la testa, la parte più esposta del corpo durante la fredda stagione. Coprirsi bene è importante ma perché non farlo con stile? In questo articolo vi portiamo alla scoperta delle tendenze moda di quest’anno per quanto riguarda i cappelli uomo invernali.

La casa di moda più cool

Il cappello, un accessorio di moda che sempre più spesso completa gli outfit che sfilano sulle passerelle di tutto il mondo. Tra le case di moda specializzate nella moda uomo ce n’è una che davvero non delude mai, per l’allure elegante, comodo e nel segno del lusso accessibile.

Stiamo parlando di Kenzo, brand giapponese nato negli anni Settanta per iniziativa di Kenzo Takada, capace di fondere, nelle sue collezioni, la cultura orientale insieme allo street style occidentale. Un binomio vincente della maison molto apprezzato dal pubblico.

Uno stile moda uomo riconoscibile da linee e colori: capi unici che hanno trovato nuova vita nel 2011 quando allo stilista sardo Antonio Marras sono subentrati i creativi Humberto Leon e Carol Lim, che hanno rilanciato il marchio proponendo tutta la qualità del lusso secondo una vision più contemporanea. Il cappello invernale di marca Kenzo non fa eccezione e si trova declinato secondo il mood originario, tra appeal sportivo e quello classico del cappello uomo invernale elegante.

Tutto ciò rende Kenzo indubbiamente la casa di moda più cool per la stagione autunno inverno attuale. Il cappello Kenzo si abbina perfettamente agli altri capi della collezione che si inseriscono naturalmente all’interno dello stile per eccellenza di quest’anno, nel segno dello sporty chic. Il cappello Kenzo più modaiolo? Il berretto con logo a vista, disponibile in diversi colori tra cui un blu particolare che ricorda il mare dell’Oriente.

Come portare i cappelli da uomo invernali

I cappelli da uomo di quest’anno sono semplici, i berretti vanno davvero di moda e vogliono essere caldi e capaci di accompagnare l’uomo in tutto l’arco della giornata. Possono essere utilizzati durante lo smart working in casa come per una passeggiata in città e persino nei boschi. Scaldano, e completano il look in maniera disinvolta.


Sono multitasking e si inseriscono all’interno di una filosofia che vede outfit all day. Tra i trend da considerare si colloca il check, onnipresente durante questa stagione e modulato secondo diverse tonalità.

Il berretto sta bene anche in questo caso, ma niente vieta di scegliere un cappello uomo invernale elegante, tono su tono rispetto al look. I contrasti, infatti, sono ben accetti, così come colori dei capi all’unisono che si fondono tra di loro. Molto dipende dallo stile e deal gusto personale.

Tessuti e cappelli: il velluto

Altro trend da non sottovalutare è caratterizzato da abiti ed accessori realizzati in un tessuto elegante per natura: il velluto, sia a coste larghe, che fino o liscio è sempre di tendenza. Il cappello può essere in velluto anch’esso, abbinando sempre tono su tono, oppure in lana, meglio ancora se in cashmere, caldo e senza dubbio più elegante e discreto a contatto con la pelle.

Fondamentale in ogni outfit uomo è modulare la scelta del cappello con quella dei capispalla. Il cappotto, il capo che rifinisce l’outfit e rimane al centro dell’attenzione quando si passeggia in città si coniuga ottimamente con un bel cappello caldo.

Ricordate: potete indossare anche un pullover e un paio di jeans, grande revival dell’autunno inverno 2021/2022, ma non rinunciare a un cappotto d’effetto. Non è obbligatorio indossare un cappotto, molti uomini non li amano, e preferiscono capispalla più pratici da indossare; va benissimo anche una bella giacca sportiva, a patto che la qualità sia di assoluto livello. Proprio come nel caso dei cappelli uomo invernali.

Cucina piccola come arredarla: 5 trucchi funzionali

Cucina piccola come arredarla: 5 trucchi funzionali
Cucina piccola come arredarla: 5 trucchi funzionali

Cucina piccola come fare? Non ci si deve perdere d’animo, per le dimensioni ridotte. In ogni contesto abitativo la pianificazione e, l’ottimizzazione degli spazi, sono in grado di dare risultati sorprendenti anche quando si deve arredare una cucina piccola, o un altro ambiente della casa poco ampio.

I trucchi da seguire, semplici e funzionali, vi aiuteranno ad arredare la vostra piccola cucina nel migliore dei modi: vediamo come fare e quali attenzione avere.

Cucina piccola come arredarla?

Che la pianificazione sia alla base dell’ottimizzazione di qualsiasi ambiente domestico è un concetto che non ci stancheremo mai di ripetere. Rendere funzionali ambienti e spazi ristretti è possibile proprio grazie alla pianificazione che prevede l’utilizzo delle misure degli ambienti, incluse eventuali aperture (porte e finestre) e l’uso di mobili multi funzionali, piani a scomparsa, pareti attrezzate e molto altro.

Quanto deve essere grande una cucina?

Ma quanto deve essere grande una cucina per essere pienamente funzionale? Non esiste una regola di base fissa, molto dipende da quanti commensali ospita la casa, e quante persone si siedono a tavola ogni giorno. Anche se non è detto che un cucina debba per forza ospitare anche un tavolo. Detto questo, vediamo quali sono i 5 trucchi per arredare una cucina piccola.

5 trucchi per arredare una piccola cucina

Spesso, nelle case moderne, ciò che si tende a sacrificare, magari a favore di una cameretta in più o del secondo bagno, è proprio l’ambiente cucina. Le cucine sono diventate, nel tempo, un luogo unicamente utilizzato per cucinare e, solo in alcune case, costituiscono un ambiente ampio in cui poter pranzare seduti ad un tavolo e compiere altre funzioni, come stirare, cucire far svolgere i compiti ai bambini, etc.

Angolo cucina, angolo cottura, parete attrezzata o cucinotto?

La cucina diventa quindi un angolo cucina che va ben strutturato. In altri casi la cucina, in senso stretto, non c’è, ma è rappresentata da un angolo cottura che si trova nel soggiorno. Talvolta la cucina è un piccolo e semplice cucinotto preposto alla sola preparazione dei pasti. In queste ed in altre situazioni simili, la cucina piccola andrà ottimizzata al massimo. Mobili su misura e cucine fai da te possono aiutare a sfruttare ogni piccolo angolo disponibile.

Trucchi per arredare la cucina

Le aziende d’arredamento, dal canto loro, propongono soluzioni salvaspazio con piani cottura ridotti, piccole isole che funzionano da piani d’appoggio, tavoli a ribalta pensili alti e vani contenitori. Tutti accorgimenti che renderanno la cucina funzionale anche quando lo spazio è stretto. Sveliamo i piccoli trucchi di base per una cucina funzionale:

  1. Utilizzare mobili multifunzionali
  2. Arredare sfruttando l’altezza delle pareti scegliendo pensili alti e mensole
  3. Utilizzare contenitori e mobili a rotelle sviluppati in altezza che permettono versatilità di spostamento
  4. Alternare ante chiuse con ante a vetro
  5. Sfruttare gli angoli
Cucina piccola sfruttare gli angoli e le altezze
Cucina piccola sfruttare gli angoli e le altezze

Mobili multifunzionali

Sono da sempre la soluzione che consente di moltiplicare lo spazio. Un esempio di ciò lo costituiscono la cassapanche che, oltre ad essere delle sedute comode, sono anche dei validi contenitori. Altra soluzione sono i tavoli a consolle che si aprono, alcuni dei quali contengono anche delle sedie pieghevoli al loro interno.

Arredare sfruttando l’altezza

Quando la superficie è insufficiente, cercate di arredare la cucina sfruttando l’altezza che avete a disposizione: i pensili alti costituiscono una valida soluzione.

Abbattere i muri: pareti attrezzate

Un ‘altra soluzione ci proviene dall’abbattimento di alcuni muri: se avete una mini cucina puntate su uno spazio più aperto e ampio togliendo dei muri ed inserendo delle pareti attrezzate creando un angolo cottura o una cucina semi-nascosta.

In un soggiorno una parete attrezzata potrà contenere la TV così come bicchieri, piatti e stoviglie, forno e molto altro come la parete attrezzata in foto.

parete attrezzata
Parete attrezzata soggiorno cucina

Cucina piccola? Arredare su tre lati, contenitori e mobili estraibili

I mobili che si possono spostare, siano essi carrelli con binario inseriti nei mobili, tavoli e quant’altro, consentono una certa elasticità dello spazio. Un tavolo su ruote, magari un tavolo a consolle, può svolgere più funzioni ed essere spostato dal soggiorno alla cucina, secondo necessità.

In tal senso l’industria d’arredamento ci viene incontro in maniera sapiente con soluzioni sempre più pratiche e belle. Talvolta, sacrificare il tavolo significa poter arredare la cucina su tre lati specie se la cucina è ad U lunga e stretta come quella in foto.

Cucina piccola? Arredare su tre lati
Cucina piccola? Arredare su tre lati

Luminosità e contrasti: ante chiuse e a vetro

Nell’arredare una cucina piccola rivestono un ruolo di rilievo anche i colori, le luci e le ante dei pensili. E’ decisamente meglio optare per colori chiari che tendono ad ampliare gli spazi, giocare con effetti di luce posti in maniera funzionale sui piani di lavoro.

Funzionale ed estetico anche optare per superfici non continue ma prediligere un alternanza di ante chiuse con ante in vetro (satinato o non), mensole, nicchie e ripiani. In questo modo, anche un’ambiente molto piccolo non sembrerà angusto.

Sfruttare gli angoli

Se le pareti vengono sfruttate a tutta lunghezza e larghezza, e con esse anche gli angoli ed i centimetri a disposizione, amplieremo lo spazio di utilizzo ed i vani in cui riporre oggetti di uso comune, avendo sempre l’accortezza di mettere a portato di mano ciò che viene più utilizzato, inserendo in spazi meno accessibili gli oggetti che si utilizzano di meno.

Considerazioni

Abbiamo visto che, tutto sommato, i modi per arredare una cucina piccola ci sono. E’ necessario adottare e seguire delle regole di base e mettere in atto i 5 trucchi funzionali descritti oltre ad altre piccole strategie, come scegliere accessori di dimensioni contenute, piano cottura e lavello ridotto, trucchi semplici che vi aiuteranno a completare un design estetico e funzionale di qualsiasi cucina.

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Arredare Zen idee e consigli per la casa

Arredare Zen idee e consigli per la casa
Arredare Zen idee e consigli per la casa

Arredare zen la casa sta diventando sempre più di moda, vuoi perché si è alla ricerca di un equilibrio interiore, vuoi perché tutto ciò che ponderato, naturale e potenzialmente benefico, sembra essere sempre più ricercato in questo periodo storico.

Se si ha voglia di atmosfere orientali e consigli zen per arredare casa. eccone una carrellata utili per organizzare al meglio, gli spazi e gli ambienti domestici: soggiorno, cucina, camera da letto, cameretta e bagni. Vediamo come arredare zen la nostra casa.

Arredare Zen idee e consigli

L’arredamento zen prevede l’utilizzo di uno stile minimale, semplice nelle linee e nei contenuti, un’essenzialità che prende ispirazione dall’estremo Oriente, nata per creare armonia, necessita di spazi ampi e finestre grandi.

L’ Oriente è il paese in cui semplicità e felicità sono un binomio che convive insieme al pensiero positivo e alla meditazione. Oltre alle linee dei mobili e dei complementi e alla scelta di quest’ultimi che ovviamente variano da stanza a stanza, ci si dovrà focalizzare sulla scelta dei colori zen da adottare seguendo le regole di questa antica scuola.

Regole dello Zen

Lo Zen (scuola di contemplazione mistica) è una delle scuole chiave del buddhismo dell’Asia orientale, nata in Cina, nei secoli 5-6. L’obiettivo principale Zen è comprendere la natura della mente, conoscere la propria personalità, purificare il cuore, e cercare l’illuminazione attraverso la meditazione. Sono 7 le categorie e regole, che troviamo nella scuola Zen e che vengono utilizzate anche nell’arredamento moderno:

  • WABI – Trovare la bellezza nelle cose semplici e naturali è il principio wabi:  materiali e superfici naturali ruvide come pietra, o ceramica, prive di finitura, materiali essenziali ch consentono un incontro con l’oggetto a livello sensoriale più veritiero.
  • SABI – Ossia avere la comprensione della fragilità delle cose che naturalmente invecchiano, ciò vale per i graffi del legno, il cambiamento della tonalità della pietra o le sue lesioni o fratture, le crepe nella ceramica, ed anche la patina creta dall’ossido sui metalli.
  • WEI- WEI – Secondo il wei wei, la natura è vista come un vero artista che da vita e crea il mondo che ci circonda, e di cui noi scegliamo materiali e oggetti, creando l’ambiente in cui viviamo.
  • YUGEN – Un principio che serve per comprendere l’essenza di un oggetto od anche di uno spazio. L’essenzialità e la semplicità conducono ad una conoscenza e comprensione più verace.
  • HIETA – Indica semplicità: secondo lo Zen, linee eccessivamente complesse privano della libertà mentale e inficiano sulla comprensione.
  • YOHAKU NO BI –.Sostanzialmente implica una valutazione dell’ estetica del vuoto, riposare gli occhi e la mente favorisce e valorizza valore il silenzio menatale e aiuta a liberare il sé interiore.
  • SYORASY – La parola stessa ci conduce al non colore o dissolvenza. Rifiuto del colore e dei contrasti netti, ornamenti e accessori che distolgono o sguardo allontanando dalla comprensione della vera essenza degli oggetti.

Sostanzialmente i 7 principi Zen ci riconducono al concetto anticipato di profonda armonia dettata da spazi ampi e semivuoti linee minimali e colori neutri e semplici e con essi l’uso di materiali che ci riconducono alla natura in tutta la sua essenza.

Come scegliere i colori nell’arredamento Zen

Non tutti i colori sono adatti all’arredamento ZEN. Questo stile orientale, infatti, predilige i colori naturali come il bianco, il grigio, il beige ed il rosa, ma anche l’azzurro con il suo evocativo legame con l’acqua.

Anche se è innegabile che dall’Oriente ci arrivano stupendi mobili in lacca dalle tonalità brillanti come oro e rosso, che in alcuni casi potranno essere adottati, sono da prediligere i colori semplici.

I colori zen dovrebbero creare continuità tra pareti, pavimenti e mobili, questo per dar vita ad un effetto di fusione e relax. I colori più adatti per un soggiorno zen non sempre equivalgono a quelli indicati per la camera da letto zen. In soggiorno si può osare di più, così come in una cucina dove magari un piccolo mobile in lacca in oro potrà trovare collocazione (ad esempio).

Arredare zen in soggiorno – pranzo

Il soggiorno costituisce il fulcro della casa, il luogo in cui vivere e dove accogliere i propri ospiti. La scelta dei mobili e delle luci andrà fatta con molta attenzione creando un giusto equilibrio senza rinunciare alla funzionalità e all’accoglienza.

L’illuminazione del soggiorno zen dovrà essere frammentata, evocare relax e pace ma anche fornire il giusto supporto, qualora necessario. I mobili del soggiorno zen invece, saranno essenziali: immancabile il classico tavolo da salotto basso, a cui si potrà affiancare anche un tavolo da pranzo normale in tinta neutra.

I materiali sono da prediligere naturali come il legno, bambù o la pietra: sarà perfetto anche un tavolo in pietra. Il tavolo andrebbe posizionato vicino alla luce naturale, come ad esempio quella che proviene da una bella finestra.

L’ideale sarebbe una finestra molto ampia, scorrevole. che consente di creare un senso di continuità tra interno ed esterno della casa. Perfetto all’esterno un bel giardino in stile giapponese. All’interno del soggiorno qualche pianta verde e magari un bonsai completeranno l’arredamento zen.

Soggiorno ZEN
Soggiorno ZEN

Feng Shui e arredamento ZEN

Le finestre grandi, sono in perfetta sintonia con le regole del Feng Shui. Se si vuol coniugare arredamento Zen e regole del Feng Shui può essere davvero utile rivolgersi ad un esperto del settore che vi aiuterà a ritrovare l’armonia e le energie benefiche in maniera naturale attraverso alcuni spostamenti, variazioni e tinteggiature, utili per ritrovare la giusta dimensione zen.

Arredare zen il salotto

Alle volte, soggiorno e salotto si svolgono nello stesso ambiente domestico. La zona soggiorno salotto potrà ospitare dei divani dalle linee minimali in beige o grigio o magari, affiancare il tavolo basso ad un tatami con cuscini e cuscinoni. Anche adottando un arredamento Zen, difficilmente noi europei rinunciamo alla comodità!

Camera da letto Zen

La camera da letto Zen è un luogo in cui le regole del feng shui, anche se basilari, necessitano di essere messe in atto per donare equilibrio ed energia giusta. L’ambiente dovrà essere ordinato e ispirare un senso di pulito e semplicità.

Nella camera da letto zen potrà rivelarsi utile un letto contenitore, e ricavare su una parete della stanza un armadio a muro con sportelli essenziali e lineari che si integrano nel contesto estetico della camera.

Camera da letto Zen
Camera da letto Zen –  Falegnameria 1946, letto Urano

Cucina zen: le regole e i materiali

Siamo europei e dunque, la cucina per noi è fatta di elettrodomestici. Praticità e funzionalità devono regnare nella cucina zen e, anche in questo ambiente armadi in muratura rendono più pulito ed essenziale l’arredo.

Quanto agli utensili, è consigliabile utilizzarne alcuni realizzati in bambù, e adottare quanto più possibile materiali come legno, bambù, carta di riso, bancone e tavolo in pietra, marmo grigio o legno. Gli spazi di lavoro dovranno essere ampi, consentendo una preparazione comoda dei pasti.

Anche in questo ambiente la continuità con l’esterno e le finestre molto grandi completano il “quadro zen cucina“. Un bell’esempio è la cucina in foto di Mobilturi.

cucina zen
Cucina zen – Foto foto di Mobilturi

Il bagno zen

Per arredare la stanza da bagno zen servono poche regole: armadietti in bambù, asciugamani morbidi e chiari, stuoie, candele, luci soffuse, pietre, e anche qualche pianta.

Il lavabo in pietra sarebbe perfetto, così come una bella e suggestiva vasca da bagno, unitamente a pratiche stuoie poste sul pavimento. Un ambiente che deve inneggiare al relax, ricongiungere alla natura ed evocare pace. Considera che pietra e legno e bambù sono i veri protagonisti del bagno in stile zen.

 Il bagno zen - Bagno zen Leroy Merlin
Il bagno zen – Bagno zen Leroy Merlin

Arredare Zen non è semplice ma le idee e i consigli per la casa che vi abbiamo dato vi saranno molto utili nella realizzazione del vostro nido domestico zen.

Come arredare la casa in stile orientale: soggiorno, camera, bagno, giardino zen

In attesa di Mare fuori 3 arriva l’ EP Edo di Matteo Paolillo e Lolloflow

EP Edo di Matteo Paolillo e Lolloflow
EP Edo di Matteo Paolillo e Lolloflow

In primavera riprenderanno le riprese della terza stagione di Mare Fuori 3 che andrà in onda su RAI 2 in autunno, ma intanto, il protagonista di Mare Fuori, Matteo Paolillo, noto anche per la sua vena poetica e i testi di alcune delle canzoni di Mare Fuori, ci regala un EP davvero bello: il suo titolo? EDO.

Dopo il successo della canzone che sigla Mare fuori (spotify) versione originale degli autori ‘O Mar For di Lorenzo Gennaro e Matteo Polillo, conosciuta dal pubblico per la versione rivisitata e arrangiata in modo classico per la serie televisiva, abbiamo assistito al successo di altri brani prodotti dai due artisti, tra essi, Sangue Nero.

Sangue Nero è una delle canzoni presenti nella seconda stagione di Mare Fuori che potete ascoltare su Spotify o vedere ed ascoltare il video di Sangue Nero in you tube. Entrambi i pezzi sono presenti nell’EP di Matteo Polillo prodotto da Lolloflow. Ma scopriamo insieme l’EP di Matteo Paolillo uscito il 29 Dicembre 2021 a mezzanotte.

Dal set agli studi di registrazione nasce l’Ep EDO di Matteo Paolillo

Giovani, ambiziosi, con una vena artistica notevole, musicista cantante e producer Lorenzo, attore e cantante Matteo, hanno dato vita ad un EP attuale, fresco, intriso di tematiche sociali.

Dalla denuncia alla violenza cantata in Sangue Nero, all’amore che ritroviamo in diversi testi ma che ci cattura in N’ata Poesia e in ‘O Mar Fa Paura, ma anche di amicizia e complicità tra amici, come in Fa’ Chell’ Che ‘A Fa’ il brano cantato da Edoardo e Ciro (Matteo Paolillo e Giacomo Giorgio).

Ma nell’EP ispirato alla serie Mare Fuori, vi è anche la partecipazione di un altro dei beniamini della serie, il giovanissimo attore Domenico Cuomo, (CardioTrap) che ritroveremo anche in Mare Fuori 3. Il brano in questione condanna la violenza sulle donne e si intitola Amare Chi Fa Male.

Qualche tempo fa, vi avevamo parlato di Mare Fuori 2 e delle canzoni di Lorenzo Gennaro e Matteo Paolillo, anticipando alcune prossime uscite. Si corona così la nascita dell’EP EDO composto di 7 brani musicali.

I brani dell’EP EDO di Matteo Paolillo

L’EP nasce dalla collaborazione dei due artisti, Matteo e Lorenzo, che fondendo i loro talenti hanno dato vita a questo bellissimo EP EDO che presenta 7 brani, alcuni in italiano, altri in dialetto campano. I testi dell’EP sono di Matteo Polillo, mentre le musiche sono opera di Lorenzo Gennaro, in arte noto come producer e cantante con lo pseudonimo di Lolloflow. Ma vediamo quali sono i 7 brani che compongono l’EP:

  1. Fa’ Chell’ Che ‘A Fa’
  2. Amare Chi Fa Male
  3. Sangue Nero
  4. ‘O Mar For (originale)
  5. Amare Chi Fa Male
  6. N’ ata Poesia
  7. Edo Freestyle

Intervistiamo Lorenzo

Come nasce l’EP EDO?

Lorenzo: EDO è un EP sudato; nasce in un anno di introspezione scaturita dall’interpretazione della seria Mare Fuori e, in particolare, dal personaggio di Edoardo (la tigre). Sensazioni, sentimenti, esperienze prendono voce attraverso i testi scritti da Matteo che si è calato emotivamente in ogni attimo della vita di Edoardo.

Come siete riusciti a fondere testi e musiche di EDO in un sinergismo così forte?

Lorenzo: L’amicizia che ci lega è di grande aiuto in questo percorso di creazione, ci supportiamo e ci capiamo con facilità. E’ così che le mie musiche riescono a creare un legame empatico forte con i contenuti di Matteo.

Possiamo aspettarci nuove piacevoli creazioni musicali in Mare Fuori 3 da voi?

Lorenzo: In realtà non lo sappiamo, ma ce lo auguriamo! Per il momento vi invitiamo ad ascoltare l’EP in Spotify: EDO

Nuove uscite di EP o singoli sono in programma?

Lorenzo: si certo! Dopo l’uscita dell’EP di Matteo, sono previste altre sorprese. Stiamo lavorando ad un progetto come gruppo Subacrew, e al tempo stesso, è prevista entro Gennaio-Febbraio 2022, l’uscita di un mio nuovo brano che siamo certi, piacerà al pubblico, e di cui stiamo preparando il video.

Grazie per la disponibilità; intanto attendiamo il nuovo brano e aspettiamo con ansia l’uscita di Mare Fuori 3 2022, per il prossimo autunno, e ci auguriamo di trovare ancora dei brani introspettivi ed evocativi della serie, così profondi e belli, come questi che avete creato.

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