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mercoledì, Agosto 13, 2025
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Come rassodare la pancia senza fare gli addominali: gravidanza, obesità, dimagramento

Addome tonico
Come rassodare la pancia senza fare gli addominali

La pancia scolpita è il sogno di molti, uomini e donne, ma molto spesso repentini dimagramenti, gravidanza o obesità, possono lasciare un addome non rassodato e poco piacevole da vedere e toccare. In alcuni casi fare esercizi per gli addominali o usare gli elettrostimolatori costituiscono validi metodi per rassodare l’addome. Ma in altre situazioni e per motivi medici, utilizzare queste tecniche potrebbe non essere consigliato dal medico stesso. E’ il caso di chi ha un ernia, di chi dopo la gravidanza presenta una diastasi severa o magari di chi per motivi di prolasso vescicale o uterino non può sollecitare troppo l’aria incriminata. La pancetta molle però non piace a nessuno ed eccoci dunque a spiegare alcuni metodi per rassodare la pancia senza fare gli addominali: vediamo quali sono!

Tecniche per rassodare i tessuti lassi dell’addome (e non solo)

Di metodi e tecniche per rassodare i tessuti ce ne sono molti tra essi ricordiamo il potere modellante dell’acqua e quello rassodante e tonificante dell’acqua fredda.

Inoltre per favorire il rassodamento dell’addome la tecnica della frizione è validissima in quanto induce, nell’area interessata, una stimolazione della circolazione.

Idromassaggio

Nelle SPA, le piscine con idromassaggio sono dei veri toccasana per la salute e per rassodare il corpo. Ma anche in casa ci si può dotare di vasca con idromassaggio ed i suoi benefici, installandone una, o acquistando un kit da inserire in una vasca da bagno pre-esistente.

Camminare in acqua

Mare e lago offrono delle opportunità di svago ma anche di salute. Camminare in acqua aiuta a perdere peso e a rassodare i tessuti stimolando l’apparato cardio circolatorie e compiendo un’attività benefica anche per il cuore. Camminare con l’acqua che copre l’addome può rivelarsi davvero molto utile per rassodare l’addome senza fare gli addominali.

Massaggi e frizioni

Massaggi da praticare sull’addome con olii e prodotti riducenti e rassodanti sono molto indicati come tecniche di rassodamento. Oltre a ciò frizionare l’addome pizzicandolo o massaggiandolo con una spugna ruvida attiva la circolazione inducendo un miglioramento delle zone coinvolte dalla lassità dei tessuti.

Stimolazioni termiche con acqua fredda

L’acqua fredda ha un’azione ben nota tonificante e rassodante. Avere l’abitudine di farsi delle docce fredde, specie in estate, o al mare, è una pratica che fa bene alla circolazione e ai tessuti. Una soluzione può venire dalle spugnature fredde da effettuarsi più volte al giorno.

Se avete l’abitudine di fare la doccia tutti i giorni terminatela con un bel getto di acqua fredda sul corpo o solo sull’addome.

Rassodare la pancia e l’addome può essere una sfida, specialmente in situazioni come la gravidanza, l’obesità ed il dimagramento. Oltre a queste tecniche leggere per chi vuole cimentarsi in attività sportive potrà seguire i consigli che diamo di seguito.

Esercizi cardiovascolari e allenamento ad alta intensità

Non potete fare gli addominali e usare un elettrostimolatore? Eseguite un allenamento o degli esercizi ad alta intensità!

L’allenamento cardiovascolare è un’ottima tecnica per rassodare l’addome e la pancia senza eseguire specificamente gli addominali.

Attività come la corsa, il nuoto, ma anche l’aerobica ed il ciclismo aiutano a bruciare calorie e a ridurre il grasso corporeo, e al tempo stesso rassodano il corpo, addome incluso.

L’allenamento ad alta intensità “interval training” tende a stimolare il metabolismo a favorire la perdita di grasso localizzato sulla pancia.

Meglio una camminata o una corsa per dimagrire?

Esercizi di resistenza per l’intero corpo

Alcuni esercizi di resistenza tendono a coinvolgere tutto il corpo. Tra essi, troviamo gli allenamenti con gli elastici o il sollevamento dei pesi. Inoltre tra gli esercizi utili al rassodamento dell’addome, senza per forza dover eseguire degli addominali, troviamo lo squat, le flessioni, gli affondi o persino le remate.

Dimagrire camminando con la camminata metabolica, una tecnica che aiuta a perdere peso e a rassodare i tessuti sottoponendoli a movimento anche intensivo specie se si cammina a passo sostenuto, si percorrono delle salite e si salgono e scendono le scale.

Alimentazione sana e equilibrata

Cercare di perdere peso e rassodare il corpo non può essere una meta svincolata dall’alimentazione che si segue che dovrà essere sana ed equilibrata. Vi sono diete supportate scientificamente e bravi nutrizionisti a cui rivolgersi per farsi consigliare.

Si dovrà ridurre l’apporto calorico evitando cibi grassi (grassi saturi) e zuccheri raffinati. Optare per alimenti ricchi di fibre, proteine magre come carni bianche e pesce, cibi proteici, frutta, verdura e fibre possono contribuire a far perdere peso e rassodare il corpo, tonificando l’addome.

Ricordate che saltare i pasti fa male e fa ingrassare, ma seguire una dieta bilanciata gioverà al corpo e alla salute.

Benefici del sonno e del recupero

Anche il sonno fa la sua parte. Infatti, il sonno e il recupero se adeguati riescono a svolgere un ruolo essenziale nel processo di rassodamento dei tessuti.

Durante il sonno ed il riposo il corpo si ripara e si rigenera e in questo processo son inclusi anche i tessuti. Quindi, ottenere un sonno di qualità e dedicare del tempo a delle sessioni di allenamento “dolci” può favorire la riparazione dei tessuti e dare risultati ottimali di rassodamento del corpo e dell’addome.

L’importanza della postura

Anche la postura che si tiene nell’arco della giornata, sia da seduti che in piedi può influenzare il tono dell’addome. Dunque, nel lungo periodo una postura corretta ed eretta, può contribuire a rassodare l’addome.

Come visto di tecniche pratiche semplici e modi non invasivi per rassodare la pancia e l’addome senza eseguire gli addominali, sono molteplici e tutti hanno una quantità di efficacia comprovata. Ora sta voi decidere cosa è più adatto alla vostre esigenze e cominciare a rendere il vostro addome più sodo e piacevole da mostrare.

Buon Lavoro 🙂

Lago di Resia un posto fantastico in cui immergersi

Lago di Resia e il campanile sommerso
Lago di Resia un posto fantastico in cui immergersi

Di posti belli in Italia ve ne sono molti ma alcuni sono così unici nel loro genere che rasentano la favola. Tra essi vi è il lago di Resia, un luogo incantevole con il suo campanile sommerso. Il lago è situato all’estremo nord-ovest della penisola italiana. Per raggiungere il lago di Resia, in Alto Adige, si percorrono ed attraversano paesaggi mozzafiato che si snodano tra le Alpi Italiane. Questo luogo è davvero unico ed offre una bellezza naturale tutta da ammirare: scopriamola insieme!

Lago di Resia dov’è come raggiungerlo

Un posto incantevole in Alto Adige vicino al confine con l’Austria e la Svizzera. Un posto unico insieme ad altri luoghi particolari di cui vi abbiamo parlato “Posti particolari: i 15 posti strani e belli da visitare in Italia“. Incastonato come una perla tra i monti, il lago di Resia è raggiungibile in auto, con i mezzi pubblici e con il treno.

Se viaggi in automobile, puoi prendere l’autostrada A22 e uscire a Bolzano Sud. Da lì, segui le indicazioni per Malles Venosta (Mals) e poi per Resia.

Se preferisci utilizzare i mezzi pubblici, puoi prendere un treno fino a Malles Venosta (Mals) e da lì continuare con un autobus o un taxi per arrivare al lago.

Storia e origini del lago di Resia

Il lago di Resia chiamato anche Reschensee lake, in tedesco, ha nel suo trascorso originario una storia ricca di fascino che ha inizio con la costruzione di una diga. In origine infatti, l’area dove si trova attualmente il lago era fertile ed attraversata dal fiume Adige.

Durante la seconda guerra mondiale nel ’40 si decise di creare un bacino d’acqua e una diga in grado di fornire corrente elettrica al paese. Per attuare il progetto si sbarrò il fiume Adige costruendo una diga “Diga Resia“. I lavori iniziarono nel 1948 e si completarono nel 1950.

La diga di Resia ed i villaggi sommersi

La costruzione di questa imponente diga comportò un opera ingegneristica non indifferente che provocò la scomparsa di diversi villaggi. I villaggi furono sommersi dall’acqua, e tra essi il Villaggio di Curon Venosta.

La popolazione dovette abbandonare terre e case e trasferirsi altrove. L’unica testimonianza visibile di questo villaggio è, ad oggi, il campanile della chiesa che svetta solitario nel mezzo del lago.

Lago di Resia e turismo

Inutile dirlo, ma il suo aspetto suggestivo e la sua storia fanno del lago di Resia un’attrazione per i turisti. D’inverno poi, le basse temperature causano il ghiaccio: il lago Resia gela ed è possibile camminaci sopra riuscendo ad avvicinarsi al campanile Curon Venosta.

In estate invece, il lago di Resia è una destinazione turistica amata per la sua bellezza naturale e la possibilità di praticare diversi sport acquatici, ad esempio, la vela e il windsurf. La sua storia e le sue origini rendono il lago un luogo di interesse culturale e storico, oltre che un affascinante luogo di svago, un posto fantastico in cui immergersi fisicamente e dove far viaggiare la fantasia.

Lago di Resia dove dormire?

Indubbiamente, questo luogo dal grande fascino offre diverse tipologie di strutture ricettive. Si trovano hotel di diverse categorie e prezzi, (prezzo medio 80 – 250 a notte) dagli alberghi lussuosi a quelli più economici. Si può soggiornare in case vacanza o in ospitali B&B.

Soluzioni molteplici dunque, adatte a tutte le tasche e le esigenze. Infine è possibile soggiornare in tradizionali agriturismi locali, che offrono alloggio in fattorie tradizionali.

Questa può essere un’opzione interessante per vivere un’esperienza autentica e gustare prodotti locali freschi assaporando la vita rurale, il gusto genuino dei cibi e la natura.

Cosa visitare nelle vicinanze del lago di Resia

Oltre al lago di Resia e al campanile del Curon è possibile visitare la chiesa ricostruita del Curon Venosta la Chiesa di San Giovanni, ma anche altre zone di interesse ed edifici storici come il Castel Coira (1260), un castello medievale molto bello situato vicino alla città di Sluderno.

Castel Coira - Alto Adige
Castel Coira – Alto Adige

Infine, vi consigliamo di passeggiare lungo il sentiero delle Rogge che costeggia il fiume Adige e di programmare escursioni in montagna: luoghi bellissimi come l’Ortles, il monte Cevedale o il monte Scorluzzo (3095 m), nel comune di Valdisotto, un tempo pista da sci veloce e avamposto austro ungarico nella prima guerra mondiale.

Tutti luoghi ricchi di fascino che ti attendono, per farti godere a pieno la bellezza alpina.

Bonsai e concimazione: come e quando concimare

Bonsai e concimazione: come e quando concimare
Bonsai e concimazione: come e quando concimare

Per i bonsai le concimazioni sono molto importanti e servono a garantire un sano sviluppo di questi mini alberi. Azoto, Fosforo e Potassio, sono i tre elementi principali presenti nel terreno e necessari per le piante. Il terreno cedendo i nutrienti alle piante, pian piano, si depaupera e dunque per restituirgli le sostanze nutritive è necessario intervenire con i fertilizzanti. Vediamo come e quando concimare i bonsai e quali sono i momenti in cui sono da evitare le concimazioni.

Bonsai concimazione

La concimazione è importante per la salute e la crescita dei bonsai. L’azoto agisce su foglie e steli; il fosforo sull’apparato radicale; il potassio sui fiori e sui frutti inoltre, rinforza la pianta aiutandola a combattere le malattie.

Tra gli elementi presenti in diversa natura nel terreno, troviamo anche il calcio, lo zolfo ed il magnesio e una serie di microelementi tra cui il ferro, il rame ed il manganese, il boro ed altri. I fertilizzanti sono necessari a rendere il terreno un concentrato di nutrienti adatto alla vita dei bonsai.

I bonsai vivono n condizioni particolari in quanto hanno un pane di terra ridotto che avvolge e ingloba le radici. E’ necessario eseguire con attenzione le concimazioni.

Quali fertilizzanti usare?

I fertilizzanti sono di varia tipologia e natura, organici e inorganici.

ORGANICI – Si definiscono organici i fertilizzanti ricavati da materia organica ottenuti da materiale animale o vegetale e sono a lenta cessione.

INORGANICI – I concimi inorganici, invece sono detti anche chimici e generalmente si tratta di fertilizzanti a cessione rapida.

Quelli in polvere sono a loro volta a cessione lenta, mentre i concimi liquidi sono a cessione rapida.

Come e quando concimare i bonsai

Se è vero che i concimi chimici danno dei risultati incredibili è anche vero che impoveriscono rapidamente il terreno. Per questo motivo è consigliabile usare concime organico che, oltre a nutrire, migliora la struttura del terreno rendendolo più soffice e permeabile e permettendo la nascita di un fungo “micorriza” che si instaura nelle radici di alcune specie, favorendo l’assorbimento radicale.

Per quanto riguarda il tipo di concime per bonsai si dovranno valutare anche le esigenze della pianta in base alla specie botanica.

I bonsai, nel periodo che va dalla primavera fino all’estate, necessitano di azoto utile per la produzione delle nuove foglioline. In estate inoltrata e in autunno fosforo e potassio sono necessari per rafforzarle e favorire la fioritura e la fruttificazione (sempre in base alla specie). Prima di concimare è consigliabile innaffiare abbondantemente la pianta per consentire una migliore distribuzione del concime nel terreno.

Bonsai Maggio e Giugno, cure interventi cosa fare

Periodo delle concimazioni

Il periodo più adatto alla concimazione dei bonsai è quello del periodo vegetativo. Le concimazioni andranno effettuate da una a due volte al mese. Ma molto dipende dal tipo di concime scelto.

Meglio una concimazione in meno che una in più, in quanto in caso di eccessi, le radici si potrebbero bruciare.

Le piante più giovani necessitano di maggiore concimazione rispetto a quelle anziane. E’ sempre consigliato alternare l’uso dei concimi. Si raccomanda di fertilizzare nelle ore meno calde, prediligendo mattina o sera.

Quando non concimare

Ci sono di momenti e dei periodi in cui la concimazione dei bonsai andrà evitata e posticipata ad altro momento:

  • Prima (subito prima) e durante la fioritura: aspettare la formazione dei frutti.
  • Dopo il rinvaso e la potatura delle radici si devono attendere dalle 4 alle 6 settimane.
  • Durante la stagione invernale di dormienza.
  • Quando il bonsai è malato.
  • Dopo la defogliazione: attendere 2 settimane.

Considerazioni

Per la crescita e lo sviluppo in salute di un bonsai, sia esso da interno o da esterno è necessario arricchire il terreno delle principali sostanze nutritive necessarie, rispettando tutte le regole della concimazione dei bonsai, come indicato.

Acquisto auto nuova, non solo emozioni: documenti e adempimenti burocratici

Acquisto auto nuova cosa serve
Acquisto auto nuova cosa serve

L’acquisto di un’auto nuova è un momento emozionante, ma richiede anche una buona dose di organizzazione e preparazione. Prima di avventurarsi nel mondo delle concessionarie e dei concessionari, è importante assicurarsi di avere tutti i documenti necessari per facilitare il processo di acquisto. Esaminiamo principali documenti che devono essere preparati per l’acquisto di un’auto nuova e tutti gli adempimenti burocratici.

Quali sono i documenti da predisporre per acquistare una nuova auto?

Acquistare un’auto nuova non deve essere solamente un’azione considerata solo sotto un piano emozionale. È importante fare un piccolo passo in avanti, considerando tutti i documenti che devono essere messi a disposizione.

Il primo documento da avere a portata di mano è il documento di identità. Questo può essere la carta d’identità o il passaporto, qualsiasi documento riconosciuto a livello legale.

Le concessionarie richiedono il documento di identità per assicurarsi che tu sia una persona reale e che sia autorizzato legalmente ad effettuare l’acquisto di un veicolo, tradizionale oppure modello ibrido.

Un altro documento fondamentale da preparare è un codice fiscale. Questo è essenziale per il processo di registrazione dell’auto e per la creazione dei documenti di proprietà. È importante avere il proprio codice fiscale a portata di mano o richiederlo presso l’ufficio delle imposte locali.

Se si sta acquistando l’auto a nome di un’azienda o di un’organizzazione, si dovranno produrre ulteriori documenti. Ad esempio, potrebbe essere richiesto il documento di costituzione della società o il documento di registrazione commerciale. Assicurarsi di verificare con la concessionaria quali documenti specifici richiedono per la vendita a un’entità legale.

Oltre ai documenti di identità e fiscali, sarà bene preparare anche un documento che certifichi la residenza. Questo può essere una bolletta dei servizi pubblici, come quella dell’elettricità, del gas o dell’acqua.

Questa è necessaria per dimostrare che hai una residenza stabile e legale, e spesso richiesta dalle concessionarie per evitare problemi futuri legati alla proprietà.

Oltre a questi documenti, si consiglia vivamente di portare anche la propria patente di guida. Anche se sembra ovvio, a volte può essere dimenticata nella fretta

dell’acquisto. La patente di guida è essenziale per la prova su strada dell’auto e per dimostrare che sei legalmente autorizzato a guidare.

Infine, per assicurarti che l’auto sia completamente legale e regolarmente immatricolata, potrebbe essere necessario presentare  altri documenti, come l’attestazione di revisione dell’auto, il certificato di conformità e il libretto dei tagliandi. Questi documenti confermano che l’auto è sicura, conforme alle normative e ha subito regolari controlli tecnici.

Adempimenti burocratici per l’acquisto di una nuova auto

Oltre all’aspetto pratico dell’uso quotidiano e i documenti sopra evidenziati, ci sono numerosi adempimenti burocratici da considerare.

Il primo passo fondamentale per chi acquista un’auto è la registrazione presso l’ufficio provinciale dell’automobile o la motorizzazione civile. Questo adempimento è obbligatorio entro 60 giorni dall’acquisto e richiede alcuni documenti essenziali: documento di identità, codice fiscale, il certificato di proprietà del veicolo, il documento di vendita e, se necessario, l’atto di provenienza (in caso di auto usate).

L’ Assicurazione

Una volta completata la registrazione, si devono considerare gli aspetti relativi all’assicurazione. La legge italiana prevede l’obbligo di assicurare l’automobile contro i danni provocati a terzi.

Quindi, il proprietario di un’auto deve stipulare una polizza di responsabilità civile, comunemente chiamata RCA, presso una compagnia assicurativa di propria scelta valutando alcuni preventivi assicurazione auto.

Senza questa assicurazione, non è consentito circolare sulle strade pubbliche. È importante sottolineare che la scelta della compagnia assicurativa può essere fatta in base a diverse opzioni sul mercato e bisogna considerare attentamente le diverse proposte e coperture offerte.

Bollo Auto

Altro aspetto burocratico cruciale è il pagamento del bollo auto. Il bollo è una tassa annuale che si paga per il possesso del veicolo e deve essere regolarizzato entro il 31 gennaio di ogni anno. Il calcolo dell’importo da pagare avviene in base alla potenza del motore o alla cilindrata dell’auto. È possibile effettuare il pagamento tramite l’ufficio postale, attraverso internet o presso gli sportelli bancari abilitati.

Revisione Auto

Un adempimento spesso trascurato ma molto importante è il controllo periodico della revisione dell’auto. La revisione, anche detta controllo periodico di sicurezza, è obbligatoria ogni due anni per le auto nuove e ogni anno per quelle più vecchie di quattro anni.

Questa procedura consiste in un controllo tecnico del veicolo da parte di un’autorità competente per assicurare che rispetti determinati standard di sicurezza stradale. È importante sottolineare che la mancata revisione o la circolazione con un veicolo non idoneo può comportare sanzioni amministrative e la sospensione del certificato di circolazione.

Cambio Residenza e Variazione Proprietà

Infine, occorre menzionare che in caso di cambio di residenza o di variazione dei dati del proprietario, come il recapito o un cambio in caso di vendita dell’auto, è necessario informare l’ufficio provinciale dell’automobile e la compagnia assicurativa. Questi adempimenti, se tralasciati, possono comportare grave penalizzazione, ad esempio, il mancato recapito di multe e avvisi.

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Perché saltare i pasti fa male e fa ingrassare?

Perché saltare i pasti fa male e fa ingrassare?
Perché saltare i pasti fa male e fa ingrassare?

Saltare i pasti fa male e fa ingrassare! Ormai è noto. In estate per la prova costume e dopo le abbuffate di feste come Natale e Pasqua, la gente si sottopone a drastiche diete per riprendere il proprio peso forma o quantomeno, tronare a pesare meno chili. Ma le diete hanno il rovescio della medaglia che non tutti conoscono: quello di squilibrare il metabolismo, specie se non si seguono diete ben bilanciate e ci si sottopone al fai da te senza avere conoscenze nutrizionali di un certo tipo. Saltare i pasti fa male? Si, fa male e al tempo stesso fa ingrassare. Ma scopriamo nel dettaglio cosa comporta fare una dieta errata, o sottoporsi troppo spesso a diete ferree e, soprattutto, cosa comporta saltare i pasti o consumare pasti non sufficienti al nostro fisico e all’attività lavorativa svolta.

Perché saltare i pasti fa male: quando la dieta è nociva

Per alcune persone seguire la dieta del momento è anche un po’ come stare al passo con la moda. Ma quando si tratta di salute le mode centrano ben poco, si dovrebbe fare molta attenzione a cosa si mangia e alla quantità di cibo ingerito nell’arco della giornata.

Il metabolismo potrebbe essere danneggiato da diete drastiche e digiuni prolungati. Così come dal saltare i pasti. Vi sono diete supportate scientificamente ma resta il fatto che ogni persona è un mondo a se, e la dieta andrebbe sempre adeguata al singolo soggetto.

Quali sono le 12 tipologie di diete supportate scientificamente

Riduzione del metabolismo basale: ecco perché la dieta fa ingrassare

Molte persone, in special modo le donne, più avvezze alle diete, pensano che saltare i pasti possa aiutare a perdere peso. In realtà quando si salta un pasto, il nostro metabolismo percepisce la mancanza di energia e di conseguenza riduce il metabolismo basale rallentandolo.

E’ il caso della signora che riferisce: “bevo solo acqua e ingrasso“. Una volta che il metabolismo basale si è squilibrato il nostro corpo brucerà a riposo sempre meno calorie e noi tenderemo ad ingrassare con maggiore facilità.

Si tratta di un meccanismo di protezione che tende ad incamerare energia di scorta in caso di “carenze”. Saltare i pasti dunque, se nell’immediato può far perdere peso, a lungo raggio invece, provoca una riduzione del metabolismo basale, una conservazione maggiore del grasso e conseguentemente una maggiore tendenza ad ingrassare.

Conservazione del grasso

Come visto, il “saltare i pasti” può indurre uno stato di carenza energetica che, se pur momentanea, mette in allarme il nostro corpo. Di conseguenza, il grasso presente in punti specifici, specie addome, cosce e fianchi per le donne, addome per gli uomini, tende ad accumularsi come scorta energetica di emergenza. Nel tempo, ciò si traduce in un aumento di peso.

Ormoni della fame

Come se ciò non bastasse, entrano in gioco gli ormoni, e nello specifico gli ormoni della fame. La fame nervosa altro non è che una riposta ad uno stimolo ormonale che non è più quello “giusto”.

Il consumo regolare dei pasti, comprensivi dei relativi spuntini da effettuare nel corso della giornata, serve a mantenere attivi e regolari gli ormoni che regolano il senso di sazietà.

Tra essi ricordiamo la LEPTINA e la GRELINA. Saltare i pasti può allertare l’organismo rallentare il metabolismo basale, procurare un minor dispendio di grassi, ed infine, alterare la risposta ormonale con conseguente aumento dell’appetito, e maggior propensione a consumare cibi ad alto apporto calorico.

Riduzione della massa muscolare

Nei casi in cui il grasso da bruciare nella dieta sia in realtà solo di pochi chili, si deve far attenzione ad introdurre il giusto quantitativo di proteine onde evitare di andare in contro alla spiacevole riduzione della massa muscolare.

Quando si salta un pasto, il corpo potrebbe ricorrere alle riserve di glicogeno muscolare per avere l’energia necessaria. Una riduzione della massa muscolare può, al tempo stesso, indurre un rallentamento del metabolismo a riposo (di cui sopra) il tutto influendo negativamente sulla composizione adeguata della composizione corporea (massa grassa e massa muscolare).

Considerazioni

Detto questo, penso che sia ben chiaro il perché saltare i pasti fa male e fa ingrassare, e come la dieta non bilanciata vada ad inficiare anche sulla struttura fisica di una persona.

Inoltre le diete non bilanciate con restrizione calorica estrema possono provocare danni al corpo ed avere effetti negativi come la carenza di nutrienti essenziali; riduzione del metabolismo, perdita di massa muscolare (specie se l’introduzione di proteine è scarsa), e non in ultimo, disturbi alimentari come anoressia e bulimia.

Infine, Le diete non bilanciate, possono influire negativamente sul metabolismo, portando a squilibri ormonali, come mal funzionamento della tiroide dovuto al rallentamento della produzione di ormoni tiroidei.

Come capire se si hanno problemi alla tiroide: 2 libri utili

Ciò può influire sul metabolismo energetico e sul benessere generale incluso l’umore. Motivo per cui le diete andrebbero effettuate solo se si è seguiti da un bravo dietologo nutrizionista che le formulerà in relazione al peso e struttura corporea.

Dove collocare i bonsai: Quali sono le posizioni giuste per i bonsai?

Dove collocare i bonsai: Quali sono le posizioni giuste per i bonsai?
Dove collocare i bonsai: Quali sono le posizioni giuste per i bonsai?

I bonsai necessitano di cure diverse rispetto alle comuni piante da interno e esterno, in quanto, il piccolo pane di terra e la crescita limitata e forzata, implicano alcuni accorgimenti da attuare durate l’allevamento dei bonsai. Tra essi la collocazione dei bonsai nel luogo più giusto da attuare in relazione alla specie, al periodo stagionale, e alla collocazione geografica del proprio appartamento. Vediamo come regolarci nel scegliere il posto giusto per il nostro bonsai.

Dove collocare i bonsai, posizioni adatte

Sicuramente un bonsai è molto bello da vedere, tuttavia, non si tratta di un oggetto d’arredamento (in senso stretto), in quanto è animato ed ha delle necessità. Seppur in miniatura, si tratta di una pianta e dunque avrà necessità di essere tenuta nel posto giusto, necessitando di acqua, sole, aria e cure specifiche.

Dove mettere i bonsai? interno ed esterno

La maggior parte delle specie allevate a bonsai sono rustiche, ed amano la vita all’aria aperta. (Bonsai che vivono al chiuso e bonsai che vivono all’aperto).

Anche i cosiddetti bonsai da interno, durante la bella stagione che va dalla primavera all’estate inizio autunno, devono essere portati all’aperto.

Esposizione dei bonsai

Per quanto riguarda l’esposizione, conviene sempre far riferimento alla specie e quindi si dovrà verificare nelle schede tecniche o nelle guide sui bonsai che trovate in questo sito quali esigenze di coltivazione, inclusa esposizione, hanno.

Generalmente, è bene evitare tutte le posizione che presentano condizioni estreme, come il troppo sole, eccessivo vento o luoghi toppo coperti con scarsità di illuminazione.

In inverno

Specie nelle zone rigide in inverno è opportuno proteggere i bonsai dal freddo e dalle gelate e dunque è necessario portarli all’interno ma attenzione ai caloriferi che potrebbero danneggiarli. Androni scale, e ingressi, sono i luoghi più indicati. Perfette anche piccole serre allestite per loro.

In estate

D’estate si deve fare attenzione a non far inaridire il piccolo pane di terra. Per questo oltre alle irrigazione è necessario fornire il giusto grado di umidità alla piantina. Attenzione al sole che potrebbe bruciare le foglie. (Bonsai a Luglio e Agosto: cure, interventi, innaffiature e cosa fare).

Bonsai da interno

I bonsai da interno sono piante che provengono da paesi subtropicali e tropicali. Motivo per cui il clima delle nostre case in qualche modo riproduce il loro habitat ma non è sufficientemente umido. Per questo è opportuno fornirgli il giusto grado di umidità con spruzzature giornaliere.

Luce e temperatura bonsai

Anche la luce può essere un problema in alcune case scarsamente illuminate specie in inverno. Se la luce naturale non fosse sufficiente si può sopperire alla carenza installando delle lampade artificiali.

Temperatura

Per quanto concerne la temperatura, i bonsai vegetano bene tra i 10 ed i 15 gradi di giorno e tra i 6 e i 10 gradi di notte, Mentre, i bonsai tropicali necessitano di temperature più alte: 18-24 gradi di giorno mentre di notte possono stare anche a 2 – 4 gradi, considerando infatti che in natura vivono in luoghi in cui vi sono grandi oscillazioni termiche.

Umidità

Nelle nostre case per via dei riscaldamenti, le temperature sono spesso alte e l’umidità scarsa. Per questo motivo si deve aiutare i bonsai umidificando l’ambiente e le piantine.

Conviene sistema le piante sopra dei ripiani, scaffali o tavoli ed utilizzare dei rialzi come ad esempio dei mattoncini per evitare l’occlusione del foro di drenaggio o l’invasioni di animali e vermi.

Qualora siano all’esterno in luogo riparato durante la notte potranno essere protetti con un telo di plastica.

Nei mesi più freddi di Gennaio e Febbraio vi consigliamo di operare come descritto in questa guida. Bonsai a Gennaio e Febbraio cosa fare: manutenzione, acqua, concimazione, interventi.

Considerazioni

Torniamo a puntualizzare che la collocazione dei bonsai dipende dalla stagione e la zona climatica fanno la differenza ma che in linea di massima i bonsai potranno stare all’aperto nella bella stagione e protetti e ritirati al chiuso o in serra, in inverno.

Troppo sale fa male? Ecco come il sale nuoce alla salute

Troppo sale fa male? Ecco come il sale nuoce alla salute
Troppo sale fa male? Ecco come il sale nuoce alla salute

Ci piacciono i cibi saporiti e mangiare sciapo rendo tutto più insipido. Ma nella realtà comune, l’eccesso di sale in tavola può nuocere alla salute e procuraci dei problemi non indifferenti. Questo perché il sale che in natura è già presente nei cibi è più che sufficiente al nostro fabbisogno. Dunque, il sale che introduciamo nell’alimentazione, quello aggiuntivo, è in più, e alla lunga eccedere con l’uso del sale può causare danni di varia entità che possono riguardare, cuore e reni, ma anche occhi ed altri organi. Vediamo perché troppo sale fa male e nuoce alla salute di grandi e piccini.

Il sale fa male alla salute

Il consumo eccesivo di sale può avere effetti nocivi sulla salute specie se ne consumiamo in grande quantità ogni giorno della nostra vita. I bambini, come è bene noto, devono mangiare sciapo nei primi mesi di vita in quanto i loro giovani organi, (reni) non sono in grado di sopportare questo alimento. Nell’età avanzata il problema “sale” viene associato alla pressione alta e problemi cardiaci”.

Ma in realtà troppo sale è dannoso ad ogni età. Sarebbe consigliabile non usare il sale, o usarne poco, ed insaporire i cibi con le spezie, ma le abitudini culinarie sono radicate e difficili da modificare. Vediamo come il sale nuoce alla salute e come incide sul corpo umano.

Pressione sanguigna

Troppo sale fa male? Sicuramente Il sale è il nemico numero uno della pressione alta. Se si soffre di pressione bassa, un pizzico di sale può aiutarci, ma se la pressione è alta, il sale va accuratamente evitato.

Il sale contiene iodio e un elevato consumo causa ritenzione idrica. I reni si affaticano e possono avere difficoltà, specie ad una certa età, a rimuovere l’acqua in eccesso.

Tutto questo può causare l’innalzamento della pressione e aumentare il rischio di soffrire di ipertensione che a sua volta è un fattore di alto rischio per le malattie cardiache, ictus ed altre patologie di questo tipo.

Malattie cardiache

L’assunzione elevata di sale e di cibi salati può contribuire all’insorgenza di malattie cardiache. Infatti l’alto consumo di sale che induce ipertensione può provocare un danno alle arterie provocando malattie cardiovascolari come l’infarto, danni al miocardio ed insufficienza cardiaca. Il sale nuoce alla salute del cuore senza ombra di dubbio.

Malattie renali

I reni attraverso i tuboli renali filtrano, ogni giorno, grandi quantitativi di liquidi eliminando le sostanze di scarto e tra esse anche il sodio in eccesso.

Il sale affatica i reni e l’eccesso di sale può impattare negativamente sulla funzione renale. Un sovraccarico dei reni causato dal sodio può, alla lunga, causare malattie renali e insufficienza renale. Ecco perché chi ha malattie renali deve seguire diete specifiche in cui il sale è bannato.

Osteoporosi e eccesso di sale

Siamo macchine perfette ma con un equilibrio delicato che è molto facile andare ad intaccare. La scienza ci dice che un assunzione eccessiva di sodio può andare ad influire negativamente sulle ossa aumentando l’escrezione di calcio (ossia la perdita), sostanza necessaria per la riproduzione degli osteoblasti di conseguenza troppo sale può indurre osteoporosi. (Osteoporosi, cause, rimedi e notizie dalla Cina).

Quanto sale consumare? Ci risponde L’OMS

Senza creare allarmismo, è bene sapere che sì, il sale fa male, ma che alcune quantità sono necessarie all’organismo. Quello che va evitato sono i cibi salati e gli eccessi di sale in cucina. Il sale è coinvolto in molti processi fisiologici e quindi utile per il corpo umano.

L’OMS, organizzazione Mondiale della Sanità raccomanda un uso giornaliero di 5 g di sale, quantitativo che si può paragonare ad un cucchiaino scarso da tè. Ma nei 5 grammi vanno considerate anche le quantità di sale che normalmente sono presenti nei cibi e che consumiamo ogni giorno (pane, affettati, pasta, formaggi etc.).

Considerazioni

Sicuramente è consigliabile seguire uno stile di vita sano e mangiare bene adottando una dieta equilibrata, ricca di frutta e verdura, alternando carne e pesce e moderando l’uso di sale.

Anche il gusto “salato” è dettato dall’abitudine, mangiando progressivamente con meno sale ci si abitua in modo graduale, ai sapore meno “saporiti” senza problemi, ciò a vantaggio della propria salute.

Chi ha problemi di salute dovrebbe consultare uno specialista che possa consigliare un’alimentazione adeguata, i tipi di cibi, e comprensiva delle quantità di sale consentite.

Coltivare la gentilezza e l’empatia: si può?

Coltivare la gentilezza e l'empatia: si può?
Coltivare la gentilezza e l'empatia: si può?

Le società moderne stanno vivendo un terremoto sensoriale che sta portando ad una minor presenza di gentilezza e comprensione verso il prossimo. Fatti di cronaca quotidiana ne sono la triste testimonianza. Eppure, insegnare ai propri figli a coltivare la gentilezza e aiutarli ad essere empatici è un compito che spetta ai genitori. E’ proprio in casa che si gettano le basi di questi due importanti valori. Vediamo come fare a coltivare la gentilezza come se fosse un fiore da far sbocciare ogni giorno, e a sensibilizzare le persone ad un coinvolgimento più empatico e meno individualista nei confronti dl mondo e del prossimo.

Come coltivare la gentilezza ed essere “gentili” nella società moderna

Educazione e gentilezza sembrano alle volte attributi fuori moda. Coltivare la gentilezza e l’empatia è una pratica molto importante che può contribuire a migliorare le relazioni umane e a creare una società più armoniosa.

Nelle scuole dovrebbero introdurle come materie didattiche affidate a psicologi e psichiatri. Avremo meno persone sole, meno aggressività e, probabilmente, un mondo più umano e gentile.

E’ vero che in alcune circostanze la gentilezza sembra essere meno diffusa e che l’empatia può risultare meno evidente nelle grandi metropoli, ma la causa di ciò è proprio la vita che, nelle città di grandi dimensioni non è più a misura d’uomo e comporta dunque una desensibilizzazione.

Ci sono diversi fattori che possono influenzare (ed influenzano) questo cambiamento sociale in atto e spesso sono interconnessi tra di loro.

Il ritmo frenetico delle metropoli ci allontana

Triste a dirlo, ma nelle grandi metropoli in cui non manca nulla, il ritmo frenetico della vita ci fa perdere i contatti con quelli che sono gli elementi basici necessari alla sanità mentale, emozionale, affettiva: odori, sapori, spazi, profumi e ritmi lenti e primordiali.

Il vivere frenetico toglie tempo anche agli affetti e alla vita in famiglia fatta, un tempo, di condivisione, comunicazione e ascolto, ed infine, ma non da meno, amore.

Il ritmo di vita stressante e accelerato può far si che le persone si concentrino in maniera maggiore solo ed esclusivamente verso i propri obiettivi ed impegni, e siano dunque meno propense a rivolgere il loro sguardo verso gli altri.

La corsa quotidiana può far diminuire la disponibilità verso gli altri e, al tempo stesso, può indurre ud una “morte lenta” del concetto di empatia e gentilezza.

Anonimato e distanza sociale

Inutile dirlo, perché tutti lo sanno: nei piccoli centri e nei paesi dove si conoscono tutti, i rapporti sociali sono avvantaggiati dal contatto diretto e dalla conoscenza.

Al contrario, nelle grandi città si è sviluppata una grande interazione quotidiana con tanti perfetti sconosciuti (sul bus e la metro, al mattino) al supermercato di zona, od anche nei luoghi di svago, l’affluenza è talmente alta, varia e numerosa, che ogni individuo interagisce, ogni giorno, con un grande numero di individui sconosciuti.

Ciò comporta una desensibilizzazione “rivolta verso l’altro”. Ci si sente distanti gli uni dagli altri, ci si sente diversi, non si mostra e non si sente interesse per l’altro. Questo comporta una mancanza di sensibilità e responsabilità sociale e una minore propensione sia alla gentilezza che al provare empatia.

Quando le persone non si sentono legate ne connesse agli altri individui, possono sicuramente dimostrare una minore propensione ad occuparsi degli altri anche solo e semplicemente con un gesto gentile.

Purtroppo, questa primo stadio di desensibilizzazione “esterno” alla propria vita, viene lentamente catapultato anche all’interno dei nuclei familiari. L’egocentrismo è spesso alla base delle relazioni umane del mondo moderno vissuto all’interno delle grandi metropoli.

Un processo inarrestabile che probabilmente la scuola potrebbe invertire, educando le nuove generazioni al concetto di gentilezza e allo sviluppo dell’empatia.

Individualismo e competizione: il male sociale

Lavoro, sport, rapporti sociali vivono in uno stato surreale in cui governa la competizione e l’individualismo. Figli unici e non, trasformati in individui intorno ai quali ruota l’Universo.

Nelle società moderne e nelle grandi metropoli la competizione e l’individualismo fanno si che le persone siano concentrate solo sui propri successi e perseguano gli obiettivi personali, trascurando il prossimo, così come l’importanza del provare empatia ed essere gentile: l’altro non è parte presente nel proprio percorso di vita.

Sia che si tratti di un familiare, un amico, un collega o un estraneo in difficoltà a causa nostra, o non, esso non rientra tra le nostre preoccupazioni, ne tanto meno nelle nostre priorità. Anche se alcuni intimi potrebbero rientrarvi, ed altri no, ciò non cambia il concetto.

Ovviamente questo modo di vivere e questa mentalità centrista può comportare un clima sociale in cui la solidarietà venga meno. Oltre tutto ciò inficia gravemente sui rapporti di coppia che si deteriorano con maggiore facilità.

Pe chi invece mantiene una spiccata sensibilità ed empatia, tutto questo può tradursi in un “mal di vivere” in cui tutto e tutti appiano cattivi e fuori dal nostro concetto di essere gentili e vivere con empatia. (E’ a loro che consiglio la lettura di libri che insegano a gestire l’ipersensibilità).

La sensibilità è un dono: gestire l’ipersensibilità attraverso un libro

Mancanza di consapevolezza

Il mio pensiero e l’osservazione mi porta a credere che in molti, moltissimi casi, le persone non siano consapevoli di non essere empatiche e gentili. Non si accorgono di essere degli individualisti concentrati solo su se stessi, pur essendo consapevoli, magari per convenzione, di quale sia la reale importanza della gentilezza e dell’empatia nel vivere comune.

In altri casi invece, le persone potrebbero non rendersi conto di quanto sia importante essere gentili e provare empatia, questo perché, a loro volta, sono cresciuti in contesti in cui queste caratteristiche non erano presenti.

Non rendersi conto dunque di quanto e come questi fattori potrebbero influenzare i rapporti affettivi e sociali incide sull’evoluzione degli stessi e inficia gravemente sui rapporti lavorativi, sociali, d’amicizia e affettivi.

L’educazione e la promozione di valori come la gentilezza e l’empatia è una risorsa utile che può aiutare a sensibilizzare le persone su questi aspetti.

Tecnologia social ed isolamento

Lo sviluppo tecnologico ha favorito la nascita di rapporti sociali sviluppati in due diversi modi: quello naturale e spontaneo di sempre, e quello tecnologico strutturato in maniera virtuale. I cambiamenti significativi delle dinamiche sociali sono frutto anche dell’avanzamento tecnologico.

L’uso eccessivo della tecnologia può portare a un isolamento emotivo e a una riduzione delle interazioni faccia a faccia. Le persone possono sentirsi meno coinvolte nella vita degli altri e quindi mostrare meno gentilezza ed empatia.

Come coltivare la gentilezza ed educare all’empatia

Consapevoli di questi cambiamenti epocali anche solo spostandoci dalle metropoli ai paesi limitrofi per pochi giorni… è importante essere convinti del fatto che, sia la gentilezza che l’empatia, possono essere coltivate.

Specie verso le nuove generazioni, vi è una responsabilità sociale delle istituzione, della gente comune, delle famiglie nel mettere in atto cambiamenti che ne accrescano lo sviluppo.

Ci stupiamo per i numerosi femminicidi, ci meravigliamo dell’insensibilità rivolta verso gli animali, siamo sgomenti difronte all’aggressività di alcuni adolescenti, e siamo allibiti nel vedere che c’è chi filma, riedendo, un incidente in cui delle persone hanno perso la vita.

Attraverso l’educazione, la pratica personale e la promozione di una cultura basata sulla gentilezza, è possibile creare un ambiente in cui tali qualità vengano valorizzate e diffuse, anche nelle grandi metropoli.

La gentilezza e l’empatia possono essere contagiose, così come anche ogni piccolo gesto in positivo volto verso l’altro può davvero fare la differenza nella vita di una persona.

Questo piccolo trattato sulla gentilezza e l’empatia senza troppe pretese, (partorito in un caldo pomeriggio di giugno) è dedicato a coloro che essendo empatici e gentili, da sempre lottano emotivamente verso le incomprensioni dettate dall’egocentrismo / menefreghismo altrui. Una lettura che ha la presunzione di voler fornire un semplice spunto alla riflessione.

Mara