Il prato è lo specchio del vostro giardino: tutti vorrebbero un prato semplice da curare e bello da vedere. Purtroppo, non sempre le condizioni climatiche e la tipologia di terreno nonché il tempo che abbiamo da dedicarvi ed il calpestio a cui e soggetto, ci consentono di avere un tappeto erboso degno di questo nome. Ma come scegliere un prato semplice da curare? Una tipologia che non richieda troppi interventi di taglio e manutenzione? Scopriamo insieme!
Anche nel giardinaggio esistono le soluzioni pratiche ai vari problemi che possono essere influenzati, in questo caso, dal terreno, dall’esposizione, e dal tempo che abbiamo a disposizione per curare il nostro giardino ed il prato.
Il prato semplice da curare e bello da vedere può usufruire di sementi ben scelti. Se è vero che esistono sementi di varie tipologie adatte alle varie esposizioni, usi, e terreni, e altresì vero che un bel prato richiede delle cure non indifferenti per far fronte al diradamento e alla diffusione delle infestanti.
Molte persone, poi, non possiedono proprio il tempo o la voglia, e così anche l’impianto migliore, diviene in breve tempo, un tappeto erboso decisamente poco gradevole. Come ovviare? Scegliendo un prato facile! Un prato facile avrà necessità di poche cure e crescerà senza troppo impegno da parte nostra.
Prato facile e bello con la Dicondra
Iniziamo con il dire che in commercio troviamo varietà nane e miscugli di sementi molto rustici che riducono notevolmente le operazioni di taglio, ma se vogliamo quasi eliminare tale operazione ed avere in breve tempo un prato fitto e gradevole potremo optare per la dicondrarepens, una piantina strisciante e tappezzante che presenta foglioline cuoriformi a rapida diffusione.
Per mantenere in forma il tappeto erboso, basterà una concimazione granulare del prato da effettuare ogni 15 giorni, annaffiature a giorni alterni più frequenti e quotidiane nei giorni di grande caldo, ed avrete anche voi il vostro bel prato, robusto e verde.
Si tratta di un prato davvero facile, la dicondra repens infatti è calpestabile ed adatta ad ogni tipo di giardino, utile per riempire le fessure tra i mattoni che lastricano varie superfici nei giardini. Acquistabile in semi, o in zolle di prato già formate.
Il prato facile: dicondra repens
Dicondra repens
Considerate che questa tipologia di prato resiste molto bene al clima rigido, teme un po’ le gelate, cresce bene sia in zone soleggiate che in ombra, e la sua altezza non supera i 2 o 3 centimetri, quindi, praticamente non necessita di tagli, se non davvero molto raramente. Adatto anche ai meno esperti.
Infine, se amate i prati rustici potrete anche optare per il trifoglio seminando qua è la delle margherite e dei papaveri per un effetto a tutto prato informale e molto piacevole. Un prato che richiede poche cure e tagli rarissimi.
Considerazioni
Il tappeto erboso che avrà vita grazie a questo tipo di sementi vi darà parecchie soddisfazioni, lo vedrete crescere, lentamente diventare sempre più fitto ed omogeneo. Bello e pratico, semplice da piantare e curare, il prato renderà il giardino ancora più bello. Ora non vi resta che creare alcune aiuole fiorite, piantare delle belle piante rampicanti, qua e la, e vedrete che anche il giardino più angusto cambierà totalmente il suo aspetto originario.
Infatti il manto erboso condiziona moltissimo l’aspetto del giardino tant’è che se proprio non riuscite a prendervene cura e a farlo crescere bene v conviene pensare seriamente all’uso di una pavimentazione per giardino o adottate dei ciottoli bianchi. In alternativa, adottate una soluzione mista che vi sgraverà un poco dalla manutenzione del parto e del giardino.
L’unico inconveniente è il costo dei semi di dicondra che è leggermente superiore rispetto ad altre sementi per prato.
Le regole del Galateo abbigliamento uomo il bon ton moda maschile
La moda si discosta dal galateo: le regole del galateo nell’abbigliamentouomo seguono, da sempre, dei canoni bon ton ben precisi che, nel tempo, si sono un po’ ammorbiditi, dando spazio ad esempio, ad abiti come lo smoking, ma al tempo stesso, si riaffacciano con forza mantenendo intatte le tradizioni che regolano l’abbigliamento maschile e gettano i dettami del galateo. Vediamo le regole della galateo moda uomo per abiti ed accessori, ma anche per le buone maniere.
Regole del Galateo abbigliamento uomo e non solo: il dress code
Il bon ton e le regole d’abbigliamento femminili si discostano da quelli che sono gli stereotipi bon ton al maschile, questo in virtù del fatto che, uomo e donna, usano abiti ed accessori completamente diversi tra di loro. Di sicuro però, vi è una regola del galateo univoca sia per lei che per lui, ed è quella di rispettare il dress code che viene richiesto esplicitamente in un invito.
Galateo abbigliamento maschile: Cos’è il dress code?
Con il termine Dress Code si intende letteralmente codice d’abbigliamento (o codice del vestito). Infatti esiste un vero codice che formalizza l’evento. indicando negli inviti quali capi d’abbigliamento sono graditi. Ma oltre agli inviti scritti, vi è un dress code non scritto ma implicito da seguire, che sarà in relazione al tipo di evento, al luogo e all’orario in cui si svolgerà.
Le regole del galateo abbigliamento uomo e donna devono rispettare questo genere di richiesta formale implicita o esplicita. Per non commettere errori, è bene che un uomo sappia qual è l’abbigliamento consono da indossare: lo stile maschile, secondo l’etichetta che ogni abito porta con se, non è nato oggi, ma risale ad un secolo fa, ed anche più.
I codici dell’abbigliamento maschile ed il galateo d’abbigliamento uomo sono un insieme di regole non scritte d’eleganza che seguono un codice nato dalla cultura che ruota intorno alla moda, e in particolar modo all’abito sartoriale e agli accessori: il tipo di cravatta, il nodo, la scelta dei materiali da utilizzare, il tipo di giacca da adottare, i colori consoni, il tipo di orlo per i pantaloni eleganti, e così via. Nel corso dei decenni, l’abito sartoriale ha subito una sorta di rivoluzione, e le regole del galateo moda uomo, oggi, si trasformano in consigli d’abbigliamento meno rigidi, ai quali però è bene attenersi.
L’abito secondo il galateo moda maschile: Frak, Smoking, Tight e Mezzo Tight
L’abito secondo le regole del galateo per uomo andrebbe scelto in relazione all’occasione: ilfrac, abito da sera per eccellenza, sinonimo di eleganza, adattabile anche di giorno, è uno degli abiti uomo più eleganti.
Il tight e mezzo tight sono abiti sartoriali maschili eleganti, corti sul davanti e lunghi sul dietro. Il tight andrebbe indossato nelle cerimonie che si svolgono di giorno, ed è perfetto anche come abito da matrimonio, ma solo per cerimonie che hanno lungo entro le 18:00 e in cui la sposa abbia scelto di indossare abito bianco, strascico e velo lungo. Qualora lo sposo opti per il tight, anche gli invitati uomini dovrebbero indossare il tight.
Come visto, ogni abito è adatto ad eventi ed occasioni differenti. Negli ultimi anni lo smoking è stato un po’ abusato ed utilizzato impropriamente per ogni occasione, matrimoni inclusi, ma è bene sapere che in realtà quest’abito nato come abito da fumo non dovrebbe essere usato per gli eventi che si svolgono prima delle 18:00 (per alcuni dopo le 20:00).
tight abito
L’abito spezzato per l’uomo elegante
Secondo le regole del galateo abbigliamento uomo, l’abito sartoriale è sempre sinonimo di eleganza. Oltre a quelli citati, l’abitospezzato si colloca perfettamente nel guardaroba di un uomo, ma non andrà usato in eventi di un certo tipo, tanto meno nei matrimoni, ma sarà perfetto per altre occasioni meno formali, ed incontri di lavoro.
Nell’abito spezzato il primo bottone della giacca andrebbe lasciato aperto. Come accessori sono da prediligere valigette ventiquattrore o porta documenti in pelle. In alcuni casi può essere concesso il borsello.
Il bon ton moda uomo e galateo impone che una volta scelto l’abito, la giacca non andrebbe mai tolta. La giacca può essere sia a 2 che a 3 bottoni e andrebbe portata allacciata, può essere aperta se al di sotto indossiamo un gilet. Sotto alla giacca, il galateo impone di indossare sempre una camicia a maniche lunghe (anche in estate).
I colori da preferire per la camicia sono azzurro o bianco per il giorno, nero, grigio e blu (bianco) per la sera. Le tinte unita sono sempre da prediligere nelle occasioni formali, mentre per eventi meno formali si possono adottare anche righe e motivi fantasia questo sempre se vogliamo rispettare le regole del galateo abbigliamento uomo.
La cravatta, fazzoletto e calzini di un vero gentleman
Un accessorio di cui abbiamo parlato ampiamente, (trovate l’articolo sulla cravatta) con tutti i dettagli. Il bon ton suggerisce, in questo caso, di abbinarne il colore della cravatta alla camicia, il nodo dovrà essere abbastanza ampio da coprire la chiusura della camicia, mentre la lunghezza della cravatta dovrebbe sfiorare ed arrivare con la punta ad un paio di centimetri sopra la cintura dei pantaloni.
Il fazzoletto che mettiamo nel taschino, deve riprendere il colore della fantasia della cravatta ma non essere uguale, andrà bene anche una nuance che richiami il colore della cravatta e, sarà comunque sempre perfetto se scelto bianco. La cravatta andrebbe coordinata alla camicia scegliendo una tonalità più scura.
Per quanto riguarda ai calzini, meglio abbinarli sempre al colore dell’abito e scegliere filo di scozia, o comunque tessili pregiati per abbinamenti eleganti.
Le scarpe e la cintura secondo le regole del galateo uomo
Le scarpe vanno abbinate secondo le regole del galateo moda uomo in relazione all’outfit adottato, e allo stile. Ad esempio, lo smoking ed il frac, abiti che risultano eleganti, richiedono una scarpa all’altezza. Al di la del colore dell’abito le scarpe da adottare saranno nere, in morbida pelle, preferibilmente lucida se usate di sera.
Le scarpe in pelle sono sempre eleganti e per il giorno sono perfette anche quelle non lucide. La cintura, qualora presente, va abbinata sempre alle scarpe. Alcuni abiti sartoriali adottano le bretelle e non la cintura dettaglio ritenuto super chic.
I gioielli per uomo elegante
Secondo le regole del galateo abbigliamento uomo, i gioielli andrebbero indossati in misura limitata: orologio e fede sono consentiti senza problemi, insieme ai gemelli indossati su una camicia con polsini doppi. Qualora si indossi una giacca con cravatta, si potrà adottare anche un elegante ferma cravatta in oro.
Dress code casual e Galateo moda uomo
Al di fuori degli eventi formali o cerimonie di rilievo, le regole del galateo abbigliamento uomo, decadono, e ci si potrà vestire in maniera più libera, considerando sempre alcune criteri che regolano il buon gusto. La giacca può essere indossata con i jeans purché sportiva, polo t-shirt sono perfette con dress code casual estivi, cosi come pullover dai colori classici e non, si possono abbinare e coordinare alla camicia senza troppe limitazioni.
In questo tipo di dress code si possono utilizzare anche borselli e simili, ma non nei dress code formali ed eleganti. I pantaloni con risvolto sono meno eleganti e si adottano prevalentemente di giorno e in look informali.
Per tutto ciò che non è formale, si possono adottare degli outfit casual e dress code casual di cui trovate e indicazioni dettagliate nell’articolo:
Oltre alla scelta adeguata degli abiti che consentono di rispettare le regole del galateo moda uomo, è importante adottare sempre capi puliti, profumati e ben stirati. La cura della persona è altrettanto importante, seguire una skin care giornaliera, cominciando dalla cura della barba, ai capelli, fino alle mani e alle unghie rigorosamente corte e pulite. Consigliabile utilizzare profumi e dopo barba gradevoli ma non troppo intensi, ed adottare un taglio dei capelli consono che fornisca un aspetto curato.
La buona educazione di un Gentleman
La buona educazione non centra molto con la moda e le regole del galateo maschile, ma anch’ essa impone alcune regole:
Cappello e quanti vengono tolti nei luoghi al chiuso e non si indossano MAI a tavola.
Gli occhiali da sole si indossano solo all’aperto, e vanno tolti se si entra in luoghi al chiuso.
Non si utilizzano telefonini a tavola ne durante le cerimonie e funzioni religiose.
Il tono di voce va mantenuto basso durante eventi e cerimonie.
La postura deve essere composta ed eretta, così come il modo di stare a tavola e di sedersi.
Infine, se si stringe la mano ad una persona e si indossano i guanti, quest’ultimi andranno tolti.
Si può indossare l’abito più elegante del mondo ma non si è dei signori se non si cede il passo, il posto, si apre la portiera o la porta ad una persona più grande di età o ad una donna.
Sembra una domanda di facile risoluzione e in realtà lo è, ma per esperienza personale, so che molte donne si trovano ad affrontare questo problema dell’allattamento e svezzamento e a ricevere risposte contrastanti, spesso non veritiere.
Il trucco non sta nel chiedere al pediatra (specie se uomo e senza figli) ma nell’attenersi ai consigli delle nonne. Come fare per non far andar via il latte? Chiedere a quelle donne mamme che hanno allattato per lungo tempo i loro bambini e scoprire che è davvero facile da fare. Vediamo cosa ci direbbero?
Come svezzare il bambino continuando ad allattare
Come donna e mamma ho un esperienza triplice di gravidanza e allattamento. Pur avendo partorito con taglio cesareo e non possedendo un seno particolarmente prosperoso ho allattato tutti e tre i miei figli ed avevo molto latte. La primogenita è stata allattata al seno solo fino a 5 mesi o poco più, perché quando iniziò lo svezzamento, il latte si ridusse drasticamente.
Il pediatra consiglio l’aggiunta di latte artificiale, cosa che influì ancor più negativamente sull’allattamento. Ecco che nelle gravidanze che seguirono non ascolti il mio pediatra, ma il buon senso, ed un pizzico di strategia. Avete iniziato lo svezzamento e avete meno latte? Ecco cosa fare!
Stimolare il seno a produrre latte attaccando il piccolo
Il seno va sempre stimolato: più il bambino viene attaccato più la lattazione prosegue abbondante. Unitamente a quanto detto, è necessario mangiare in maniera adeguata e soprattutto, bere molti liquidi. Evitare di affaticarsi troppo, di sudare troppo, e di prendere arrabbiature. Il nervosismo e lo stress non favoriscono l’allattamento.
Noterete una riduzione del latte anche nei giorni in cui avrete il ciclo, ciò è normale, e passati 2 o 3 giorni il latte tornerà come prima: evitate di dare aggiunte di latte e attaccate il piccolo una volta di più.
Non ridurre il numero delle poppate
Detto ciò, quando si inizia lo svezzamento il latte tenderebbe a diminuire se noi riducessimo il numero delle poppate ma se parallelamente alla pappa, diamo anche un po’ di latte a seguire, magari prima della nanna pomeridiana, e la sera prima di andare a dormire favorendo tra l’altro il rilassamento del piccolo ed il sonno, vedremo che la quantità di latte che il nostro seno sarà in grado di produrre rimarrà più o meno invariata.
I consigli di mamme e nonne
Un tempo in cui il benessere dei piccoli dipendeva spesso proprio dall’allattamento materno prolungato, le mamme sapevano bene che allattare con più frequenza i piccoli induceva una maggior produzione di latte. Questo principio andrebbe attuato sin dai primi giorni di allattamento specie se si nota di avere una scarsa quantità di latte. Una volta ingranato bene con le poppate e l’allattamento proseguirete senza troppi problemi anche oltre lo svezzamento.
Preparare il seno all’allattamento
All’inizio non nego che sia dura, il seno fa male, il latte è in eccesso e va tolto con il tira latte e le spugnature calde, i capezzoli si spaccano, ma si deve avere pazienza e continuare. Per evitare danni ai capezzoli è bene prepararli allattamento prima della nascita del piccolo con prodotti appositi e frizioni che irrobustiscano la pelle e la rendano più elastica.
Attaccare il bimbo al seno ed allattarlo qualche volta in più, può già di per se indurre il nostro corpo a produrre la quantità di latte necessaria al piccolo. Il latte materno è ricco di sostanze nutritive ma fornisce anche gli anticorpi per proteggerlo da infezioni e malattie. Continuare ad allattare anche quando si inizia lo svezzamento è dunque funzionale ed utile.
Il Consiglio
Il consiglio che vi do da mamma a mamma è di allattare i vostri bambini fino a circa un anno di età, (se vi riesce) in questo modo oltre a condividere con il piccolo una bellissima esperienza sensoriale e affettiva, potrete preservarlo dalle malattie, regalargli momenti di serenità e rilassamento conciliando il sonno. Attimi che gioveranno anche a voi e che ricorderete con amore.
PS: Se nonostante tutto il latte non ci fosse (accade in rari casi) o dovesse andar via, e può capitare, specie se ci si stanca molto, non vi colpevolizzate: avete tentato e saprete sicuramente crescere sano sereno e felice vostro figlio!
Gli abiti che per noi non vanno più bene possono rivelarsi perfetti per altre persone. Lo sanno bene le influencer e le blogger che spesso vendono gli abiti nuovi e usati provenienti da collaborazioni con brand.
Come guadagnare con gli abiti usati? Affidandosi ai mercatini dell’usato o meglio ancora, alla tecnologia. Vi sono infatti delle app di nuova generazione che consentono di creare una vetrina di prodotti d’abbigliamento ed accessori e venderli a prezzi scontati. Vediamo quali sono e come fare a vendere abiti e vestiti di cui non sappiamo cosa fare.
Come guadagnare con gli abiti usati
Fino a “ieri” ci recavamo al mercatino dell’usato, o donavamo i nostri capi dismessi in beneficienza. I mercatini però accettano, generalmente solo capi firmati e difficilmente capi anonimi o di marca non nota. Ma ormai tutto si compra e si vende grazie ad internet e al web. Computer, tablet e smartphone sono dei perfetti alleati per le vendite e gli acquisti online anche per quanto riguarda i capi d’abbigliamento usati e gli accessori, scarpe incluse.
Il trucco è crearsi più vetrine usufruendo di varie appdi vendita usato e piattaforme che consentono di vendere l’usato con facilità sempre che si rispetti un prezzo di vendita adeguato ed il prodotto da vendere sia nuovo o in perfette condizioni. Non sperate di vendere abiti e indumenti rovinati perché non ci riuscirete, per quelli, c’è il bidone giallo della raccolta dell’usato per i poveri ed i riciclo.
La tendenze moda cambiano e con esse gli stili di moda che vanno per la maggiore di anno in anno. Ecco che per avere un guardaroba ordinato composto da capi di tendenza, più qualche abito passepartout classico, occorre disfarsi di tutti gli abiti ed i vestiti che non utilizziamo più. Ci sono tante app per vender e l’usato alcune più note e funzionali: vediamole quali sono le migliori.
Migliori 7 app per vendere vestiti usati
Le app per vendere i vestiti sono molteplici alcune però esistono da tempo e sono affidabili, altre nuove hanno conquistato velocemente il mercato, vediamo 7 app popolari per vendere vestiti.
21 Button
Vinted
Mercatino facebook
Depop
Ebay
Shpock
Vestiaire Collective
1) 21 BUTTON
E’ un’ app nota 21 Button che esiste da diverso tempo, ed è arrivata in Italia nel 2017. L’app paga poco, dal 4 al 6 % del prezzo ricavato dalla vendita del capo. Ad esempio, se vendi un capo a 100 euro guadagnerai solo da 4 a 6 euro. Per usare l’app è necessario creare un profilo e caricare delle foto con gli abiti indossati e non. Lo stesso link del capo può essere condiviso anche in Instagarm, sui social o nel tuo blog. Essendo un app prevalentemente usata dagli influencerè possibile seguire i propri beniamini fashion e all’occorrenza acquistare i capi che gli stessi mettono in vendita sull’app.
2) VINTED
App che sta spopolando sebbene sia di nuova generazione creata una decina di anni fa in Lituania. Il suo successo è dovuto anche alla facilità di utilizzo. Si deve creare un account in maniera tradizionale o utilizzando Facebook o Google. Occorre scattare delle foto dei capi da vendere, preferibilmente caricare foto di buona qualità che mostrino nel dettaglio e nell’insieme il Vestito o capo da vendere.
L’abito andrà inserito nella categoria specifica di appartenenza del app Vinted (uomo, donna, bambino etc.), è possibile specificare il brand ed il prezzo di vendita del capo usato o nuovo. In alternativa, si può anche decidere di non optare per la vendita del capo d’abbigliamento ma per lo scambio tra prodotti.
Per acquistare i vestiti in Vinted si utilizza la modalità cerca o la ricerca per categoria dando risalto ai prodotti appena caricati rispetto a quelli più datati. La piattaforma accetta per i pagamenti tutte le principali carte di credito, bancomat e prepagate. Qualora tu stia acquistando un prodotto e a tua volta sei anche un venditore, nel momento dell’acquisto potrai utilizzare il tuo saldo Vinted ricavato dalle vendite precedenti. L’articolo venduto andrà spedito entro 5 giorni. La spedizione è a cura di chi vende mentre il prezzo della spedizione è a carico di chi acquista. In questa ed altre app, vi è il diritto di recesso ed è previsto un rimborso a protezione degli acquisti.
3) MERCATINO FACEBOOK
Una soluzione pratica e poco impegnativa alla portata di tutti la offre Facebook con il mercatino online che consente di pubblicare annunci di vendita per ogni genere di prodotto, dalle automobili all’usato arredamento fino alla vendita di capi di abbigliamento sia nuovi che usati. Facile da gestire dovrete stabilire un prezzo ed occuparvi voi della spedizione.
4) DEPOP
Depop è un app tutta italiana fondata nel 2011 ed utilizzata per vendere vestiti usati online. Le spese di spedizione non sono presenti ed andranno quindi incluse nel prezzo di vendita del prodotto usato. La commissione presente sull’app è del 10 % applicato sul prezzo di vendita del prodotto. Una valida soluzione per vendere e acquistare abiti usati.
5) EBAY
Nota app con sito web, utilizzata per la vendita di ogni tipologia di prodotto dai capi d’abbigliamento agli accessori per la casa, mobili, ed altro. Attraverso la vendita su Ebay verrà trattenuto l’11,50 dall’importo di vendita comprensivo di spedizioni e imballo. Quando si apre un account di vendita su Ebay si ricevono 150 inserzioni gratuite per il mese in corso. Mai venduto nulla su Ebay? Prova anche tu a farlo!
6) SHPOCK
L’ app Shopock consente di vendere ed acquistare non solo abiti, scarpe ed accessori, ma ogni tipologia di prodotto, esattamente come l’app precedente di Ebay. Si tratta di un’ app molto usata in Italia in quanto è totalmente gratuita non percepisce ne commissioni sugli annunci ne sulle vendite. Ha uno strumento di geolocalizzazione che consente di selezionare la località di acquisto. in questo modo la consegna dei prodotti acquistati potrà avvenire sia con spedizione o a meno come concordato con il cliente. Tovo che sia un app utile e molto versatile.
7) VESTIAIRE COLLECTIVE
Si tratta di un app per vendere vestiti ed accessori usati di marca. Vestiarie Collective ha infatti un team di esperti che vagliano la qualità e l’autenticità dei prodotti messi in vendita. Il servizio trattiene sulla vendita il 20 % pagato per l’acquisto del capo dall’acquirente. Inoltre si tratta di un’azienda certificata come sostenibile e vende prodotti usati in tutto il mondo. Una soluzione valida per chi è alla ricerca di un prodotto firmato e vuole risparmiare un po’ sull’acquisto.
l’App vendita acquisto vestiti: considerazione e preferenze
Abbiamo visto come guadagnare con gli abiti usati e quali app il mercato mette a disposizione, ora non resta che scegliere un app o più di una per vendere o acquistare abiti tra quelle elencate. Qual è tra le 7 la migliore app per vendere vestiti? Secondo me, analizzandole nel dettaglio e conoscendone alcune, diciamo che molto dipende anche dalle proprie esigenze:
non vogliamo responsabilità per spedizioni e imballi? Ci piace essere autonomi in tutto dalla vendita alla consegna?
Ecco è in relazione a questi fattori che potremmo preferire un’ app di vendita usato rispetto ad un’ altra.
Sicuramente tra le mie preferite si collocano Vinted e ovviamente Depop e Shopock, ma per vendite sporadiche è perfetto anche il mercatino di Facebook o Ebay: a voi la scelta! Conoscete queste app di vendita abbigliamento usato? E se si: qual è la vostra preferita? Fatemelo sapere nei commenti.
Agevolazioni per l’installazione dei pannelli fotovoltaici 2022
Con la Legge di Bilancio varata a Dicembre 2020 sono stati prorogati i termini del bonus straordinario 110%, che permette di ottenere incentivi e detrazioni per diversi lavori di efficientamento energetico compresa l’installazione di pannelli fotovoltaici, fino al 31 dicembre del 2022 per gli utenti privati.
Le agevolazioni impianto fotovoltaico prevedono sia la possibilità di accedere al bonus 110% sia al bonus 50% con detrazione IRPEF. L’accesso a uno dei due bonus dipende dal tipo di lavori che si svolgono e se sussistono o meno le condizioni per la richiesta del 110%. Vediamo nel dettaglio le caratteristiche delle agevolazioni fiscali per chi sceglie di installare i pannelli fotovoltaici.
Come funziona il 110%: si può richiedere per il fotovoltaico?
La Legge del 17 luglio 2020 numero 77 ha permesso la conversione del Decreto Rilancio confermando le detrazioni al 110% per gli interventi che permettono di ottenere un efficientamento energetico dell’abitazione. Gli interventi sono suddivisi in due categorie: trainanti e trainati. Gli interventi trainanti sono quelli che devono essere svolti obbligatoriamente per l’accesso al Bonus 110%.
Tra i principali interventi trainanti ci sono le opere di isolamento termico: l’installazione di una pompa di calore, il cappotto termico esterno, la coibentazione del tetto, la sostituzione degli impianti di raffrescamento e riscaldamento esistenti e gli interventi antisismici.
In presenza di questi interventi trainanti è possibile includere nel progetto diversi interventi trainati che possono così rientrare all’interno delle detrazioni del 110%, tra questi, figura anche l’installazione dei pannelli fotovoltaici.
Per ottenere il Bonus 110% oltre ad eseguire uno dei lavori trainanti illustrati, è necessario anche dimostrare che ci sarà, alla conclusione degli interventi, un miglioramento della classe energetica dell’abitazione di almeno due livelli rispetto a quello di partenza.
Bonus al 50% per l’installazione del fotovoltaico
Nel caso in cui non si debba investire in uno degli interventi trainanti, un’altra soluzione che si può adottare per installare il fotovoltaico e accedere alle agevolazioni è il Bonus 50%. Il Bonus 50% permette di usufruire delle detrazioni IRPEF al 50% per l’installazione di pannelli solari a patto che si realizzi l’opera al fine di ottimizzare e supportare il risparmio energetico dell’abitazione.
Inoltre, per l’accesso al bonus bisogna: installare l’impianto di produzione dell’energia solo per fini di autoconsumo, non si potrà quindi vendere l’energia prodotta in eccesso a quella necessaria al proprio fabbisogno, ma si dovrà immetterla nella rete o destinarla ad un accumulatore fotovoltaico.
Al termine dei lavori, dimostrando con ricevute e fatture quanto speso per gli interventi, sarà possibile ottenere un rimborso del 50% delle spese sostenute attraverso una detrazione sull’IRPEF in rate annuali per un periodo complessivo di 10 anni.
Bonus 110%: sconto in fattura o detrazione fiscale?
Come previsto dall’articolo 121 del Decreto Rilancio, i contribuenti hanno la possibilità di richiedere alla ditta installatrice del fotovoltaico un contributo in forma di Sconto Fiscale, conosciuto anche come sconto in fattura in alternativa alla detrazione fiscale IRPEF.
L’ammontare dello sconto fiscale viene concesso al pari del valore delle detrazioni che spettano al cliente come previsto dalla normativa, e in funzione dei prodotti che sono stati acquistati e delle caratteristiche dell’abitazione fino all’importo massimo corrispettivo previsto.
Eventualmente se sussiste una parte dell’importo corrispettivo non coperto da parte dello Sconto Fiscale, bisognerà farsene carico corrispondendo il dovuto mediante bonifico o forme di finanziamento convenzionate.
Lo sconto in fattura, nei limiti imposti dalla legge, permette così di ottenere un vantaggio economico immediato rispetto alla detrazione fiscale. Infatti, nel primo caso si ottiene direttamente dal fornitore uno sconto e quindi si pagherà meno o potrà anche non esserci alcun esborso per l’installazione dei pannelli (in base ai costi, ai Kwh installati e ai limiti previsti dalla legge in termini di spesa).
Con la detrazione fiscale, invece, si dovrà inoltrare tutta la documentazione all’Agenzia delle Entrate per richiedere la detrazione Irpef che sarà concessa sempre a rate annuali per un massimo di 10 anni complessivi.
Si fa il bagno al gatto? Una domanda che molti proprietari di felini si pongono e alla quale vogliamo dare alcune risposte. Esiste una perfetta armonia tra gli oli presenti nella pelle e nel pelo del gatto, e la loro azione che si rivela efficace ed autopulente. Queste sostanze rendono il manto bello e pulito, motivo per cui lavare il gatto con regolarità, come si fa per un cane, diventa inutile, ma rimane il fatto che il bagnetto del gatto può rendersi necessario in alcuni casi: vediamo come fare!
Il bagno al gatto va fatto solo se strettamente necessario ma per far ciò andrà comunque abituato da piccolo. Quando fargli il bagno?Se si è sporcato con olio o sostanze tossiche, vernici o anche con le sue feci liquide. Anche quando il gatto ha problemi cutanei potrebbe rendersi necessario fargli il bagnetto utilizzando prodotti curativi indicati dal veterinario.
Se si sporca con le feci dovrete intervenire subito, e consultare il veterinario, invece, se sono trascorse alcune ore, in quanto le feci contengono al loro interno delle sostanze tossiche che potrebbero dover richiedere l’intervento del veterinario.
Associazioni negative per il gatto e l’acqua
Attenzione, perché la maggior parte dei gatti non amano sentirsi bloccati e tenuti fermi e questa loro avversione si amplifica qualora vengano bloccati per fare il bagnetto. Se davvero il vostro gatto detesta il bagnetto è meglio che lo associ al veterinario o al toelettatore piuttosto che a voi. Se è un gatto pauroso e ansioso è bene che valutiate se lavarlo o no.
Ma ai gatti piace o no l’acqua?
I gatti sono originari della savana africana dove traevano dal cibo i liquidi e quindi non conoscevano granché l’acqua. L’acqua è per loro pericolosa, benché alcuni sappiano nuotare, rimane il fatto che quando è troppo alta possono facilmente annegare. Questo senso del pericolo mette in atto l’istinto di conservazione da parte di molti di loro.
Quindi, la maggior parte dei gatti sta ben alla larga dall’acqua e dal bagnetto, tuttavia alcuni mici coraggiosi amano giocarci come il gatto Turco Van a cui sci si riferisce come “al gatto che sa nuotare” proprio per questa sua propensione e amore per l’acqua.
Consigli su come fare il bagnetto al gatto
Se il veterinario vi ha consigliato di fare il bagno al gatto per pulirlo cercate di rassicurarlo parlandogli e di creare un ambiente confortevole e rilassato intorno a lui. Scaldate il bagno e fate in modo che non possa fuggire. Preparate una bacinella con acqua tiepida e non troppo calda, al punto giusto e ponete a portata di mano il detergente e l’asciugamano.
Cercate di non inondarlo di acqua ma prediligete una spugna per bagnarlo lentamente: fategli delle coccole e fategli avvertire il piacere dell’acqua calda e del bagnetto.
Siate rilassati voi per primi o il gatto avvertirà un senso di paura o pericolo provenire proprio da voi. Fate attenzione a non fargli entrare acqua e sapone negli occhi e nelle orecchie. Una volta inumidito massaggiatelo con un po’ di sapone e poi risciacquate con acqua sempre facendo attenzione a non usare troppa acqua su di lui tutta insieme: usate la spugna o la doccetta regolando il getto.
Passate le mani sul pelo del gatto per togliere l’acqua in eccesso e avvolgetelo nell’asciugamano strofinandolo delicatamente. Utilizzate una stufetta ad aria per asciugarlo, tenendolo chiuso nel bagno. Non usate il phon perché ne avrà sicuramente paura a meno, che non sia stato abituato sin da piccolino anche a questo apparecchio.
Alcuni gatti saranno davvero avversi al bagnetto, in questo caso utilizzate sono la spugna inumidita, ed evitate di fare al gatto il bagno completo.
Nel Medioevo si svilupparono tecniche di costruzione e architetture, atte ad ottimizzare le case. Dopo il 1300, infatti, le città diventarono numerose e sorsero in punti strategici: nei punti di incrocio di vie molto trafficate, in zone elevate da cui era facile dominare sulla pianura, in prossimità di fonti di risorse come miniere saline e corsi d’acqua. I borghi sempre più numerosi erano circondati da mura con relative porte. Ma come erano strutturate le case del tardo Medioevo?
Come erano le case del tardo Medioevo: spazi urbani di vita
All’interno delle mura dei borghi gli spazi erano piuttosto limitati e per questo si rese necessario sviluppare gli edifici in altezza, specie quelli dei commercianti. Inoltre, è tipico dell’epoca medievale. il prestigio che derivante dall’edificare delle case con una torre elevata. Più era alta la torre, maggiore era il prestigio della famiglia che l’aveva edificata.
san Gimignano alcune torri viste dai giardini della fortezzaBologna le due torriBevagna delle torri
Medioevo le case dei mercanti
Nel medioevo le case erano strutturate, dunque, in altezza, per via degli spazi ristretti in cui sorgevano (antichi borghi). In particolar modo le case dei mercanti medievali comprendevano sia le unità abitative che quelle dedite al commercio e magazzino delle merci, mentre in quelle degli artigiani, si trovava l’abitazione, ma anche i locali destinati alle lavorazioni artigiane e talvolta, alla vendita.
Spesso la vendita avveniva su strada allestendo appositi banchetti all’esterno della propria abitazione. E’ per questo che la vita nel medioevo si svolgeva prevalentemente in strada ed erano molti a dedicarsi all’attività di vendita di beni prodotti dalla terra, allevamento, agricoltura, o lavorazioni artigianali.
La floridezza dei borghi corrispose a quella sempre più grande della classe sociale emergente, che basò il suo benessere sugli scambi di merci lavorate o semi lavorate. Divenne importane anche l’attività di prestito del denaro praticata da usurai e da banchieri dell’epoca. Nel complesso questa classe sociale prenderà il nome del borgo di appartenenza e verrà denominata BORGHESIA.
Casa medievale con tetto spiovente
Le case medioevali nel tempo in base alla collocazione geografica
Per questioni di ordine pratico legato alle attività commerciali, la struttura delle case medioevali non cambia nel tempo in maniera sensibile, e si mantiene tale, almeno fino al 1400. Le case occupano sempre la stessa area e vengono ingrandite ricorrendo alle sopraelevazioni e, talvolta però, muta ache l’uso dei locali.
La tipologia delle abitazioni medioevali è diversa anche in virtù della collocazione geografica e delle regioni di appartenenza. Nell’aria centro europea i tetti delle case sono spioventi necessari per contrastare pioggia e neve. Nelle località più fredde i tetti spioventi partivano di solito già dal secondo piano. I piani alti vennero utilizzati come deposito delle merci. Nell’area mediterranea, invece, i magazzini si trovavano solitamente al piano terreno.
Le case erano edificate con un armatura in legno portante con tronchi a vista sulle facciate frontali che costituivano il sostegno a muri e pavimenti. L’intera struttura poi, veniva rivestita da mattoncini, mentre il tetto, nelle tipiche case medioevali delle città era una sorta di grande A più o meno spiovente a seconda delle regioni. Era comune l’uso di archi a sesto acuto, caratteristici dello stile gotico e costantemente utilizzati anche nelle costruzioni delle cattedrali del tardo Medioevo.
Interno casa medievale con visibile montacarichi
Il montacarichi e i piani delle case medievali
Per sollevare e trasportare gli oggetti da un piano all’altro, veniva utilizzato un montacarichi il cui vano si estendeva dal pian terreno fino alla parte più alta della casa, ossia il sottotetto. Al piano terra, come visto, si aprivano le botteghe, sopra si trovavano i piani destinarti all’abitazione e sopra ancora il magazzino con le merci, ed i locali per gli attrezzi e le provviste. Tra alto e basso medioevo i cambiamenti a cui si assisterà a livello di edificazioni e di gerarchia sociale, nonché di sviluppo, saranno molteplici.
Ikea è un brand amato per l’uso dei materiali ecosostenibili, vernici e colle atossiche, e non solo per il design dei mobili e delle camerette. La salute dei bambini e il rispetto dell’ambiente vengono al primo posto. Su questi cardini nascono le camerette Ikea 2022 e le idee salvaspazio che aiutano ad arredare gli ambienti di bambini piccoli e ragazzi in maniera funzionale.
Letti a ponte, castello, singoli o doppi quali sono quelli che più ritieni funzionali per la camera dei tuoi figli? Sono moltissime le idee salvaspazio Ikea per arredare la cameretta di tuo figlio: scopriamole insieme!
Camerette Ikea catalogo 2022 idee e consigli
Al di la dell’estetica, si deve, in primo luogo, considerare sia l’età del proprio figlio e quindi le sue necessità contingento in termini di studio e gioco, e poi anche lo spazio che si ha effettivamente a disposizione.
La metratura della cameretta e la presenza di “interruzioni come porte e finestre, ma anche eventuali pilastri o architetture particolari condizioneranno la scelta della cameretta, fermo restando che Ikea offre tante soluzioni modulari e componibili che ben si adattano alle camerette e agli spazi più angusti.
Catalogo Ikea letti estraibili
Oltre alle classiche camerette con letti salvaspazio caratterizzate da letti a ponte e letti a castello vi sono poi le soluzioni con letti estraibili che visivamente occupano poco spazio, non precludono l’aria e consentono di ricavare 2 letti da ogni letto singolo grazie al letto estraibili che si trova al di sotto del letto “primario”.
Perfette per accogliere un ospite ma anche per non togliere troppo spazio di gioco in una cameretta dei ragazzi o di due o più figli. Una valida soluzione in tal senso la fornisce il letto estraibile Slakt di Ikea che troviamo in foto. Il letto presenta un secondo letto estraibile dotato, a sua volta, di due ampi cassetti per riporre abiti, giochi o altri oggetti di uso comune.
Foto Ikea – letto Slakt
Letti a soppalco camerette
Se i letti estraibili offrono soluzioni salvaspazio, anche i letti a soppalco Ikea assolvono la medesima funzione offrendo nella parte sottostante al letto una spazio per lo studio, il guardaroba o il gioco. Un esempio di questo è la foto numero 1 in alto, caratterizzata da letto a soppalco Smastad, 90×200 cm (429 euro) con scaletta laterale, armadio e scrivania sottostante.
Catalogo Ikea camerette personalizzazione
Uno degli elementi di spicco dei cataloghi che compongono gli ambienti Ikea per arredare la casa è l’ampia possibilità di personalizzazione. Moduli di ogni forma, ma anche ante e pomelli, permettono di creare un ambiente a misura per le proprie esigenze e a seconda degli spazi realmente fruibili.
Le camerette Ikea del catalogo 2022 sono tante e riescono ad offrire soluzioni per tutti i gusti ed esigenze. Le camerette Ikea per bambini e ragazzi sono ampiamente personalizzabili, sfruttando la modularità e la componibilità, e potendo scegliere soluzioni adatte a bambini piccoli o ragazzi più grandicelli con esigenze diverse. Maschi o femmine, i colori e le fantasie a tema sono molteplici.
Ikea camerette a tema
Le camerette a tema o trasformabili offrono ampio spazio alla fantasia. Potrai scegliere per modelli dai colori tradizionali come bianco, rosa, giallino o verde, e magari anche celeste, o optare per camerette a tema che si ispirano ai cartoni animati o alle tendenze del momento, come la cameretta in stile giungla o la cameretta in stile shabby chic.
Ikea camerette a tema: stile giungla
Il letto Ikea che cresce con tuo figlio: Sundvik
Per ii bambini piccoli la cameretta è un luogo di riposo che poi pian pian si trasforma in un posto dove giocare in sicurezza. Il bambino cresce e con esso si modificano le esigenze del proprio figlio. Anche il lettino potrebbe non rispondere più alle primarie esigenze. Per questo motivo Ikea ha creato delle soluzioni di arredo che crescono insieme a tuo figlio.
Una di queste è rappresentata dal letto estensibile Sundvik con base in doghe e struttura allungabile. Dimensioni massime 80×200 cm prezzo 159 euro. Ma Ikea offre anche altre soluzioni allungabili, con letti sia in legno che in ferro battuto come Minnnen in ferro bianco, rosa o nero (119 euro), o sempre in legno il letto allungabile Busunge fornito in rosa, bianco e altri colori.
Letto Ikea estensibile Sundvik con base in doghe e struttura allungabile
Camerette componibili Ikea a due o più letti
Nel catalogo Ikea c’è una vasta scelta anche di camerette componibili per bambini e ragazzi a due letti od anche più. Perfette per camere di dimensioni medio grandi, le camerette componibili offrono ampio spazio per riporre gli abiti o per creare l’angolo studio per ogni figlio. Il catalogo Ikea camerette mette in risalto alcuni guardaroba funzionali come Godishus caratterizzato dalla presenza di simpatici pomelli colorati che consentono di identificare con facilità il contenuto dei cassetti e delle ante di ogni figlio.
Cameretta Ikea a due letti con armadio Godishus
Progettare la cameretta
Ora è facile progettare la cameretta dei bambini da Ikea. Infatti basterà recarsi sul sito selezionare la cameretta da personalizzare in base al proprio gusto ed iniziare a progettare utilizzando lo strumento online offerto dal sito. Vedrai la cameretta dei sogni di tuo figlio prendere forma sotto ai tuoi occhi.
Progettare la cameretta
Organizzare altezze, colori, dettagli sarà divertente. Potrai Salvare il progetto e ritornare quando si vuoi a gestire e modificare il progetto cameretta prima di procedere all’ordine. La stessa cosa si può realizzare recandosi in un negozio Ikea e facendoti aiutare nel progetto dal personale preposto. Vuoi iniziare da qui? Seleziona la combinazione e inizia il tuo progetto Ikea camerette.
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