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lunedì, Settembre 29, 2025
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Arredare casa: la dimensione domestica al miglior prezzo

Arredare casa
Arredare casa

Chiunque si sia mai trovato alle prese con l’arredare di nuovo o ristrutturare la propria casa sa perfettamente che, nonostante sia una buona occasione per sperimentare creatività, fantasia e praticità, l’operazione in sé è una delle più dispendiose da tutti i punti di vista.

Arredare casa

Acquistare i nuovi pezzi di arredamento, installarli correttamente, smaltire quelli nuovi, far combaciare tutti gli stili, magari crearne addirittura uno nuovo e rendere anche le diverse stanze della casa inagibili per qualche tempo a causa dei lavori. Tempo sì, ma anche molti soldi per poi non avere neanche la certezza di vivere come si sarebbe voluto! Davvero un gran bel problema, che cosa si può fare dunque una volta arrivati a questo punto? Beh, invece di arrendersi alla situazione occorre far sì che essa volga a nostro favore grazie ad una realtà tutta italiana come Import For Me. un sito per arredamenti casa pratico, fornito e funzionale: vediamo dei consigli per arredare casa.

Arredamento casa al miglior prezzo

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Arredare casa da soli: 10 errori da evitare

Sfogliando dunque le pagine del catalogo si potranno trovare degli elementi imprescindibili di arredo bagno, che vanno dai sanitari, alle docce, alle vasche da bagno, ai lampadari, all’arredo per il giardino, tutto ciò che serve per farsi la propria SPA personale ed anche stampe per abbellire gli interni e biciclette elettriche per muoversi agevolmente con tutta la “leggerezza” del green. Mobili ed accessori per arredare casa a prezzo concorrenziale. Come arredare bene una casa? Scopriamolo!

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Bonsai a Maggio e Giugno: cure interventi cosa fare

Bonsai a Maggio e Giugno: cure interventi cosa fare
Bonsai a Maggio e Giugno: cure interventi cosa fare

I bonsai mese per mese, necessitano di cure e trattamenti particolari che si differenziano in relazione alla specie a soprattutto al clima e alla stagione. I Bonsai a Maggio e Giugno si trovano in fase vegetativa dovuta alla primavera, inoltre, si avviano ad affrontare il caldo estivo già dal mese di Giugno. Vediamo quali norme colturali attuare, come proteggerli dal sole, potarli e concimarli: attenzione alle legature nei mesi di ripresa vegetativa!

Bonsai a Maggio e Giugno: cure interventi

Cosa fare nel mese di Maggio e Giugno sui bonsai? Ecco come intervenire, quali sono le cose da fare e quali no! Le innaffiature sono in aumento e con esse, anche la concimazione deve riprendere, il sole inizia ad avere raggi più caldi che, specie per alcune specie di bonsai, possono risultare dannosi nei mesi a seguire: mettere in atto delle coperture ombreggianti o spostare le piante di bonsai in luoghi ombreggiati al riparo dai venti. Avevamo visto quali cure sono necessarie per i Bonsai nel mese di Aprile, passiamo ora, ai mesi successivi.

Bonsai a Maggio

Come anticipato, il sole a Maggio si fa più caldo e potrebbe disidratare la vegetazione dei bonsai, specie quella di acero, betulla e faggio, albero abituato a vivere nelle zone fresche di montagna. Ma andrà considerato anche il piccolo pane di terra dei bonsai che tende ad asciugarsi velocemente al caldo, rispetto ad altre piante.

Cosa fare

  • Per ovviare all’innalzamento termico e ai raggi del sole, i bonsai andranno posto in luoghi ombreggiati o semi ombreggiati evitando il sole diretto nelle ore più calde.
  • Le innaffiature vanno aumentate ma senza eccessi, in quanto l’eccessiva irrigazione potrebbe stimolare troppo la crescita e danneggiare la silhouette del bonsai. I ristagni d’acqua comportano marciume e quindi andranno sempre evitati.
  • Concimare i bonsai alternando i tipi di fertilizzanti per evitare l’ assuefazione.
  • A maggio le chime dei bonsai andranno sfoltite ed i nuovi germogli accorciati a 2 – 3 foglie. Andranno cimati i germogli dei bonsai di ginepro e le candele dei pini giovani.
  • In questo mese, si dovrà fare attenzione ai fili metallici per evitare che un eventuale accrescimento della corteccia e dei fusti possa tagliare e danneggiare rami e fusto. Se dovesse accadere, il filo andrà rimosso con delicatezza e messo di nuovo con legature più lente.
  • Attenzione alle muffe che nel mese di maggio iniziano a manifestarsi sui bonsai.

Bonsai a Giugno

Nel mese di Giugno i bonsai hanno ripreso pienamente il loro vigore vegetativo. L pianta dovrebbe essere in ottima forma e completamente coperta di foglie. Ma cosa fare sui bonsai a Giugno? Le cure e gli interventi saranno simili a quelli del mese precedente.

Cosa fare

  • Controllare l’esposizione e continuare con la rotazione della pianta proteggendola sempre dai raggi diretti del sole.
  • Concimare gli alberi di bonsai a foglia caduca evitando gli alberi da frutto fiore e bacche ed anche le conifere.
  • Giugno è per i bonsai il mese adatto per la defogliazione che si potrà effettuare 20 giorni dopo aver concimato.
  • Per i bonsai di azalea e simili, è necessario effettuare una potatura corta da fioritura ultimata e procedere anche al rinvaso.

Conclusioni

I bonsai in base alla specie richiedono norme di coltivazioni diverse, ma alcune norme si accumunano a diverse tipologie di bonsai. Il clima caldo a cui vanno incontro nei mesi seguenti di luglio ed agosto, impone attenzioni rivolte alle irrigazioni e esposizione dei bonsai, ancor di più di maggio e giugno. Coltivati in casa o fuori, i bonsai da interno o esterno si dovrà sempre fare molta attenzione ai raggi del sole che possono danneggiarli in modo incisivo.

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Formaggi a pasta dura senza lattosio: ecco quali sono

Formaggi a pasta dura senza lattosio: ecco quali sono
Formaggi a pasta dura senza lattosio: ecco quali sono

Quali sono i formaggi a pasta dura senza lattosio?

Tra i più noti formaggi italiani a pasta dura, si annoverano Grana Padano, Parmigiano Reggiano, Pecorino Romano, Pecorino Sardo, Fiore Sardo e Montasio, tutti naturalmente privi di lattosio.

Che cosa sono i formaggi a pasta dura?

In generale si definiscono “a pasta dura” tutti quei formaggi che, a prescindere dalla tipologia del latte con cui vengono prodotti, hanno un contenuto d’acqua che non supera il 35% e subiscono una stagionatura mediamente lunga, che può durare da tre mesi fino a tre anni. I formaggi a pasta dura si distinguono per la loro evidente consistenza granulosa e, solitamente, derivano da un metodo di lavorazione artigianale che prevede l’aggiunta al latte di siero innesto e caglio.

Alcuni di questi, come ad esempio il Parmigiano Reggiano, vengono addirittura definiti formaggi “a pasta extra-dura”, dal momento che possono raggiungere stagionature estremamente elevate, fino ad oltre 70 mesi (sei anni), che riducono drasticamente il contenuto di acqua all’interno della pasta, rendendola estremamente asciutta e di conseguenza dura. I formaggi a pasta dura si prestano ad una lunga e ricca serie di utilizzi culinari: disposti in diverse varietà e stagionature su un tagliere di degustazione con miele, marmellate e aceto, serviti in aperitivo con un buon vino locale, gustati come dessert a fine pasto o semplicemente mangiati in un sol boccone come fonte di ricarica energetica pronta, dopo una prestazione sportiva.

Nella preparazione casalinga di alcuni piatti, i formaggi a pasta dura vengono spesso grattugiati e quindi aggiunti alle ricette per intensificare il sapore degli altri ingredienti o anche solo per condire paste ripiene tradizionali o gratinare paste al forno. Per via della loro consistenza cristallizzata, non si prestano al taglio lineare, pertanto, per il consumo “da tavola” se ne potranno facilmente ricavare scaglie irregolari e friabili.

Perché possono essere senza lattosio?

Generalmente i formaggi a pasta dura sono privi di lattosio. Questa caratteristica deriva dal fatto che essi contengono una elevata percentuale di batteri lattici che favoriscono la scomposizione del lattosio e, di conseguenza, ne riducono le tracce a livelli talmente bassi e trascurabili tali da consentirne il consumo anche a coloro che sono allergici al lattosio e che, normalmente, non possono mangiare formaggi che, invece, lo contengono.

L’assenza di lattosio nel formaggio a pasta dura va intesa come effetto naturale, quindi non chimicamente indotto, derivato dal processo di lavorazione del formaggio, pertanto già riscontrabile nella prima fase di vita del formaggio o dopo poche settimane dalla sua creazione. È poi in fase di stagionatura successiva che le eventuali tracce residue di lattosio vengono trasformate in acido lattico da parte dei batteri lattici abbondantemente presenti nella pasta del formaggio.

Va inoltre segnalato che i formaggi a pasta dura tendono a contenere un’elevata quantità di calcio, circa 1300 mg/100 grammi e sono quindi molto indicati proprio per chi, essendo appunto intollerante al lattosio, deve supplire alla carenza di latte dovuto al regime alimentare speciale al quale devono attenersi.

Quali sono i più famosi formaggi a pasta dura senza lattosio?

Tra i formaggi a pasta dura naturalmente privi di lattosio si segnalano in modo particolare il Pecorino, il Grana Padano DOP e il Parmigiano Reggiano DOP. Nel caso di gravi intolleranze, per tutti questi formaggi, se ne consiglia il consumo a stagionatura elevata, almeno 24 mesi per il Parmigiano Reggiano, 20 mesi per il Grana Padano Riserva e 36 mesi per il Pecorino. Ognuno di essi ha caratteristiche particolari, di seguito riassunte:

  1. Parmigiano Reggiano DOP: formaggio prodotto con latte vaccino crudo che viene in parte scremato e lavorato insieme a caglio e siero innesto. Il Parmigiano Reggiano è un prodotto a marchio DOP, Denominazione di Origine Protetta e in quanto tale soggetto a rigido disciplinare che, tra gli altri aspetti, colloca la sua zona di produzione tra le provincie di Parma, Reggio Emilia e Modena, Bologna (a sinistra del fiume Reno) e a Mantova (a destra del fiume Po). La sua stagionatura prevede un minimo di 12 mesi e nella media viene interrotta intorno ai 24 o 36 mesi, ma sono comunque disponibili sul mercato anche stagionature più avanzate che arrivano fino a un Parmigiano Reggiano di 60 mesi e oltre.
  2. Grana Padano DOP: formaggio prodotto con latte crudo di vacca a cui si aggiungono in lavorazione sale, caglio e lisozima, proteina estratta dall’albume dell’uovo di gallina e utilizzata per contrastare gli effetti indesiderati della fermentazione nel formaggio (ad esclusione del Trentingrana che non ne prevede l’utilizzo). Anch’esso insignito del marchio di Denominazione di Origine Protetta, quindi soggetto a rigido disciplinare di produzione, il Grana Padano prende forma in 32 province italiane distribuite su cinque regioni: Piemonte, Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna e Trentino-Alto Adige. La sua stagionatura è mediamente compresa tra un minimo di 9 mesi e un massimo di 16, ad eccezione del Grana Padano Riserva che può essere stagionato anche oltre 20 mesi.
  3. Pecorino: formaggio prodotto con latte di pecora, che si differenzia dal latte di vacca, oltre che per il sapore, anche per la percentuale di grasso e di caseina presenti in quantità quasi doppia rispetto al latte vaccino rendendolo, in termini di caseificazione, estremamente ricco. Il formaggio pecorino viene abbondantemente prodotto in diverse zone del territorio italiano, ma soltanto otto tipi di pecorino hanno ricevuto il marchio di Denominazione di Origine Protetta dalla Comunità Europea, ovvero: Pecorino Romano DOP, Pecorino Toscano DOP, Pecorino Sardo DOP, Pecorino di Filiano DOP, Pecorino Crotonese DOP, Pecorino di Picinisco DOP, Pecorino Siciliano DOP e Pecorino delle Balze Volterrane DOP.

Eurovision 2021 i Maneskin vincono il festival

Eurovision 2021 i Maneskin vincono il festival
Eurovision 2021 i Maneskin vincono il festival

E dopo Sanremo, i Maneskin spopolano sul palco dell’Eurofestival vincendo. Dopo essere rimbalzati dalla terza alla 5 posizione con il voto delle giurie internazionali, e aver tenuto tutti con il fiato sospeso, si aggiudicano il primo posto grazie al voto popolare. La band rock romana composta da giovanissimi, vince la 65esima edizione del kermesse musicale dell’Eurofestival con il brano “Zitti e buoni“.

Eurovision i Maneskin vincono il festival 2021

Il voto della giuria internazionale fino alla fine, ha tenuto in testa Svizzera e Francia, con l’Italia in 3 e 4 posizione, ma è poi il voto popolare ad aggiungere al punteggio finale oltre 300 punti, facendo sbalzare i Maneskin in pima posizione, vincendo con 524 punti, seguiti in seconda posizione dalla Francia con 499 punti, terza la Svizzera con 432 punti, seguiti dall’Irlanda con 378 punti, mentre si aggiudica il quinto posto l’Ucraina.

In diretta il duello finale che ha tenuto tutti con il fiato sospeso fino all’ultimo momento. I Maneskin durante un’intervista svoltasi nell’intervallo, si sono dichiarati felici della loro esibizione e di come il pubblico l’abbia apprezzata, e di non ambire a nulla di più. Ma la sorte gli ha rivelato una fantastica e inaspettata sorpresa: la vittoria della band! Un esibizione da brivido che lasciava speranze nel cuore di chi segue la band. Il brano vincente è il più ascoltato a livello Europeo su Spotify tra i partecipanti alla gara canora e dunque, diciamocelo: qualche speranza c’era.

Maneskin: Damiano e il momento della vittoria
Maneskin: Damiano e il momento della vittoria

Zitti e Buoni vince l’Eurofestival 2021: festeggiano i Maneskin

Ed è cosi che la giovanissima band romana si aggiudica, dopo il successo della critica, e la vittoria del Festival di Sanremo, anche l’Eurofestival, con il brano “Zitti e Buoni”, brano che, con il suo ritornello, è diventato famoso in tutto il mondo: “Siamo fuori di Testa, ma diversi da loro“. Un momento di vanto e di orgoglio per la musica italiana, che non dimenticheremo.

La canzone, eseguita con censura durante la gara, (eliminando alcune parole spinte), è stata poi cantata nella versione originale, dopo la vittoria dell’Eurofestival che si è svolto in diretta live, all’Ahoy Arena di Rotterdam. Molti i personaggi di spicco del mondo televisivo, canoro e non che hanno sostenuto il gruppo, tra essi anche Vaco Rossi e Chiara Ferragni ed il marito Fedez.

I vincitori dell’Eurofestival

Molte le nazioni ed i brani in gara (26), e tanti i cantanti ed i gruppo davvero validi. Tra i favoriti si sono collocati anche Svizzera, Francia, Malta. Si comincia ad assaporare la vittoria dei Maneskin quando le votazioni della giuria popolare danno risalto a gruppi rock come quello della Finlandia prima e dell’ Ucraina poi. E arriva la vittoria: il leader del gruppo, la voce unica e graffiante di Damiano, prende il microfono prima di esibirsi di nuovo e dice: “il rock non morirà mai“! Ed è proprio questo rock italiano a far parlare di se, prima in Italia e poi anche all’estero.

Il prossimo Eurovision song si svolgerà in Italia nel 2022. Sarà infatti il nostro paese ad ospitare il festival della canzone internazionale.

Piercing al trago: costi, manutenzione, problemi

piercing trago
Piercing al trago: costi, manutenzione, problemi

Il Piercing al trago è sicuramente uno dei piercing più sensuali praticati nella zona dell’orecchio. Ma attenzione: le problematiche di un piercing trago sono di varo tipo, in primis, una proliferazione eccessiva della cartilagine con la formazione di una inestetica gobba o pallina.

La manutenzione del piercing al trago richiede una scrupolosa igiene, mentre i costi del piercing del trago si equivalgono a quelli di altri fori praticati alle orecchie, ossia intorno ai 40 – 60 euro. Approfondiamo l’argomento si questa tipologia di piercing, esaminandone ogni aspetto, ed in particolare 5 specifiche voci.

Piercing al trago molto di moda

punti lobo piercing
Punti lobo piercing

Il piercing al trago è molto fashion e di moda, viene eseguito sulla sporgenza cartilaginea del padiglione dell’orecchio nella parte interna verso il viso.

Molto amato sia da uomini che dalle donne, viene considerato un piercing unisex che consente di utilizzare orecchini di ogni genere, e valorizzare il proprio viso e il proprio look.

Per valorizzarlo si possono adottare tagli dei capelli corti o legarli le chiome fluenti accorciandole in modo da scoprire l’orecchio. Sono adatti orecchini piccoli come pallini, fiori, cuori o altri simboli, od anche barrette e cerchietti. Molte sono le tipologie di orecchini che si adattano ad essere indossate nel piercing del trago.

Farsi il piercing al trago? Ecco cosa considerare!

  1. Rischi del piercing al trago
  2. Infezione da piercing al trago
  3. Piercing al trago: fa male?
  4. Deformazione del trago
  5. Orecchini per piercing al trago

Rischi del piercing al trago: come e dove farlo

Come tutti i piercing è richiesta una scrupolosa igiene. Il piercing del trago va eseguito manualmente, senza l’utilizzo della pistola che potrebbero risultare troppo invasiva e dannosa. I migliori piercer utilizzano tale tecnica manuale. E’ importante scegliere un professionista valido che conosca bene il suo lavoro. Il piercing al trago viene fato forando manualmente la cartilagine dell’orecchio nella zona interna. In pochi minuti il piercer esegue il foro utilizzando appositi strumenti sterili e guanti in lattice.

Infezione da piercing al trago

Buchi alle orecchie e piercing possono infettarsi, e dunque, richiedono una scrupolosa igiene e la disinfezione degli oggetti usati per praticare il foro. L’igiene è richiesta, sia durante l’esecuzione del piercing, sia successivamente, nella manutenzione del foro e nell’utilizzo degli orecchini da piercing di vario genere e materiale.

Per evitare infezioni al trago, il piercing andrà disinfettato due o più volte al giorno e le operazione di manutenzione andranno eseguite sempre dopo aver lavato scrupolosamente le mani. Per favorire la guarigione del piercing, possono essere usate pomate al cortisone che sfiammano la zona e andranno utilizzati orecchini in acciaio chirurgico.

Se la zona del piercing si arrossa e si gonfia e dovesse comparire un rialzo della temperatura è bene far controllare il foro al proprio medico ed eventualmente intervenire con un antibiotico.

Piercing al trago fa male?
Piercing al trago fa male?

Piercing al trago fa male?

Quanto fa male il piercing al trago? Come tutti i fori alle orecchie anche il piercing trago da dolore e può far male. Ma, il dolore dipende spesso dalla soglia personale di sopportazione e percezione del dolore, che cambia da individuo a individuo. Questo piercing comunque, non è tra i più dolorosi, il suo dolore è lieve o medio, per via della zona della cartilagine e, generalmente è ben sopportabile. I piercing considerati più dolorosi sono quelli effettuati ai genitali, i bridge ed infine quelli al capezzolo, piercing da uomo molto sensuale.

Deformazione del trago: la gobba

Abbiamo visto che il foro al trago ha un dolore sopportabile, come sempre richiede igiene, ed i suoi costi sono nella media rispetto ad altri piercing (40 – 60 euro). Ma, prima di farsi fare il piercing al trago è bene considerare che, in alcuni casi la zona dell’orecchio può deformarsi e dar luogo ad una escrescenza antiestetica.

Non dipende da come l’operatore effettua il foro, ma principalmente dalla proliferazione eccessiva del tessuto cicatriziale a cui si può andare incontro, che può dar vita ad una gobba o pallina sul trago. L’unico rimedio possibile è l’intervento chirurgico e la rimozione dell’escrescenza che si è andata formando.

Orecchini per piercing al trago dove comprarli

Gli orecchini che si possono utilizzare per piercing del trago sono di vario tipo. Il consiglio è di usare oro, argento, o acciaio chirurgico, orecchini anallergici che non contengano nichel. Come si chiamano gli orecchini per il trago? In genere sono reperibili sul mercato e negli shopping online come Crazy factory o Tragus piercing.

Curiosità sul trago e credenze popolari

Abbiamo visto i costi dell’orecchino al trago, la manutenzione, i rischi di questo piercing, ora vediamo quali sono le credenze popolari che si animano intorno al trago e al piercing in oggetto.

La zona in cui viene praticato il foro del trago è utilizzata anche nella medicina cinese e in tecniche come l’agopuntura o i trattamenti shiatsu ed il Do In. In alcuni casi, praticare un foro e inserire un orecchino può anche risultare una pratica terapeutica che stimola, attraverso gli tsubo locali, (361 punti sul copro in particolari linee energetiche chiamate meridiani), alcune aree del corpo.


Chiacchiere popolari attribuiscono al piercing trago problemi come paralisi facciale, danni all’udito ed altre piccole o grandi problematiche senza nessun fondamento reale. Ma la certezza che abbiamo sui danni del piercing al trago è quella della proliferazione cartilaginea eccessiva che in alcuni casi può portare, come visto, alla formazione di una antiestetica gobba che potrà essere eliminata solo chirurgicamente con alto rischio di recidiva.

Mare fuori 2 fiction: il cast, le puntate, nuova uscita in autunno

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In autunno andrà in onda la 2 serie di Mare fuori, fiction televisiva in onda su RAI 2 ambientata nel carcere minorile Nisida di Napoli. Le riprese della serie televisiva di Mare fuori seconda stagione sono in corso dalla metà di aprile 2021, mentre il cast di attori che ne fanno parte è quasi tutto conformato come nella precedente serie, fatta eccezione per alcuni personaggi. Per cui a tutti quelli che si stanno chiedendo: la seconda stagione di mare fuori si farà? Rispondiamo di sì, è in lavorazione ed uscirà il 17 Novembre 2021, con diverse sorprese musicali siglare Lolloflow e Icaro.

Mare fuori 2 fiction gli attori confermati

La serie di RAI 2 Mare fuori vede come attrice protagonista, anche per la seconda stagione, la severa e intransigente direttrice del carcere Paola Vinci interpretata dalla brava Carolina Crescentini. Nel gruppo giovani del cast ritroviamo Matteo Paolillo nei panni di Edoardo, piccolo camorrista con l’animo da poeta che, insieme a Lorenzo Gennaro “Lolloflow” firma e canta la sigla di “mare fuori”. Un successo che ha ottenuto un grandissimo successo con milioni si “strimmate”.

Cast

Tornano a far parte della serie Nicolas Maupas il musicista di origini milanesi di buona famiglia, insieme a Valentina Romani, la zingara Naditza dal grande talento musicale ed una vita difficile, Serena De Ferrari (Viola) dal carattere deciso con tendenze psicotiche, Massimiliano Caiazzo, il giovane appartenente ad una famiglia camorrista, a cui la vita pone dure prove, ma anche Cardiotrap, che nel film, si rivela come un baravo ragazzo, una promessa della musica Trap, interpretato da Domenico Cuomo e molti altri. Un cast che ripercorre i binari di Mare fuori prima stagione.

Domenico Cuomo : Cardiotrap
Domenico Cuomo : Cardiotrap

Quante puntate?

Mare Fuori prima serie si è articolata su una base di 12 episodi, due per puntata, e quindi su 6 puntate complessive. L’uscita che era programmata per Marzo fu rimandata per via dell’emergenza Covid a Settembre. Con molta probabilità la seconda serie di Mare Fuori si comporrà di altrettanti episodi e puntate.

Colpi di scena Mare Fuori?

Sì, come in ogni serie che si rispetti, le indiscrezioni ci parlano di colpi di scena, e come potrebbe non averne una serie che naviga i suoi umori all’interno di un carcere minorile? Un luogo dove i sogni vengono smorzati dalle mura grigie e dal cadenzato trascorrere dei giorni, ma anche un luogo che permette di volare con la mente, di sognare ed amare, di evadere al di fuori delle sbarre che celano la vita ma lasciano intravedere il mare “O’ Mar For”, testo evocativo, che canta e racconta, in maniera schietta, la realtà di giovani adolescenti che nella vita hanno preso la strada sbagliata, chi per errore, chi invece perché nato in una famiglia “sbagliata”.

E’ stata proprio la visita, da parte del cast di giovani attori, nel carcere di Nisida, a ispirare il testo di O’ Mar For da parte di Matteo Paolillo testo musicato da Lolloflow producer e cantante, e sigla della fiction Mare fuori. Arrangiamenti Lentini.

Mare Fuori Matteo Paolillo
Mare Fuori Matteo Paolillo

Musiche di mare fuori seconda stagione

Anche in questo caso le musiche della colonna sonora saranno in gran parte siglate dal maestro Lentini ma, come per la prima stagione, sembra proprio che vedremo anche la partecipazione di brani musicali che porteranno la firma di Matteo Paolillo e Lolloflow (Lorenzo Gennaro).

Il giovane attore Matteo Paolillo si dedica anche al mondo musicale e, durante la prima stagione, ha fatto uscire alcuni brani musicali tra cui Eclissi, e in particolar modo, un brano Fa’ chell’ che a’ fa’, prodotto la Lolloflow e cantato da Matteo Paolillo e Giacomo Giorgio che nella serie Mare fuori interpretava Ciro.

Matteo Paolillo nuova uscita: ‘O mar fa paura

Mentre aspettiamo l’uscita della seconda serie di Mare fuori prevista per il 17 Novembre 2021 (fine novembre il mese di probabile proiezione). Intanto ci godiamo l’uscita del nuovo singolo di Matteo Paolillo “Icaro” producer Lolloflow ‘O mar fa Paura, un brano che ci insegna ad amare, e a non aver paura della vita e delle prove con cui ci mette a confronto, amore incluso.

Sangue nero di Lolloflow e Icaro in Mare fuori 2

Oltre a questo brano che ritroveremo nella seconda serie di Mare Fuori, è presente anche un altro attesissimo brano siglato Lolloflow (Lorenzo Gennaro) e Icaro, ossia Matteo Paolillo che è Sangue Nero, una canzone uscita sulle piattaforme digitali e su Spotify a Novembre 2021.

 

Capelli: le acconciature che non passano mai di moda

Capelli: le acconciature che non passano mai di moda
Capelli: le acconciature che non passano mai di moda

Nell’effervescente mondo delle acconciature, ce ne sono almeno 5 che non passano mai di moda e che ogni anno tornano tra le tendenze del momento come vere e proprie perle imperdibili in fatto di look. Scopriamole!

Vintage o moderna, ogni acconciatura ha il suo perché e permette di essere sempre perfette, in ogni occasione. Quando si parla di look e capelli, è impossibile non imbattersi in alcune delle acconciature che non passano mai di moda, un mondo evergreen che porta con sé soluzioni che, come veri e propri assi nella manica, sono pronte a dare un tocco di magia e personalità in ogni situazione. Il loro sapore è intramontabile, e riescono sempre a creare quell’effetto wow che ogni donna merita. E sono anche le più amate dalle star: scopriamole insieme!

Acconciature evergreen

Nel mondo delle acconciature, ci sono soluzioni che non invecchiano mai e non conoscono le insidie del look “usa e getta”. Idee che attraversano indenni decenni di storia della moda, con la loro carica di fascino e di eleganza, ma anche di praticità. Tra le idee evergreen che vi proponiamo in questo articolo, c’è senza dubbio l’acconciatura perfetta che fa per voi e che si presta ad ogni
esigenza, dal look per l’ufficio a quello delle grandi occasioni, così come a diversi tagli di capelli. Ogni anno i trend di bellezza ci portano nuovi spunti, ma chi potrebbe mai dire addio alla frizzante coda di cavallo o al romantico chignon, magari impreziosito da fiori freschi e punti luce?

Le migliori acconciature per avere i capelli sempre in ordine

Che i vostri capelli siano lunghi, medi o corti, c’è sempre una soluzione perfetta per sfoggiare un look mozzafiato in ogni occasione. Anche le celebrità e gli hair stylist di tutto il mondo vanno pazzi per le acconciature evergreen, capaci di esaltare bellezza e outfit in ogni momento della giornata. L’acconciatura è una vera e propria arte, certo, ma non sfugge al fascino senza tempo di alcuni trucchi da tenere sempre a mente per non trovarsi mai impreparate, come spiega Francesca Secci, esperta di make-up e bellezza di Pourfemme che da anni si occupa di informazione nel settore beauty portandoci a spasso tra le tendenze del momento e gli intramontabili segreti della moda. Ebbene, quali sono le acconciature imperdibili e senza età?

  1. Chignon
  2. Coda di cavallo
  3. Capelli sciolti
  4. Treccia
  5. Capelli effetto spettinato

Vediamo nel dettaglio le acconciature più apprezzate ed in voga per avere capelli in ordine e look adatto ad ogni evento.

Chignon

Partiamo dallo chignon, una delle pettinature classiche più amate (e rivisitate) in ogni angolo del pianeta! Spesso è la prima scelta di una sposa grazie al suo tocco romantico, composto e regale, ma può tradursi in una soluzione perfetta per tante altre occasioni anche attraverso un effetto spettinato che regala ai capelli una nota frizzante, irresistibile e ancora più facile da portare.

Coda di cavallo

E come dimenticare il classico dei classici in fatto di acconciature, la coda di cavallo? Che sia alta, media o bassa, è la compagna perfetta per chi vuole un look facile da gestire e comunque ordinato. Niente di troppo sofisticato, dunque, ma tanta comodità e quel sapore vintage che piace sempre e che si adatta ad ogni outfit, anche con un tacco 12 e un abito da sera!

Capelli sciolti

Tra le acconciature che non passano mai di moda, è impossibile non citare il capello sciolto super liscio o il morbido ondulato al naturale. È la soluzione ideale per tutte le donne che amano tenere liberi i propri capelli, con tagli medi o lunghi, donando quel tocco di precisione o movimento che rende il look davvero molto versatile e intramontabile insieme, magari a un po’ di luminosità grazie al framing nuova tendenza moda.

Treccia

Un’altra acconciatura classica facile da fare è la treccia, alleata sempre elegante e romantica per i capelli lunghi, ma anche sbarazzina, all’occorrenza, se fatta di lato o divisa in due treccine distinte! E c’è anche la versione più romantica, ispirata al mondo delle fiabe, che la vede raccolta a formare una sorta di corona intorno al capo la “treccia da lattaia”.

Capelli effetto spettinato

E per chi ha i capelli corti? Il grande classico è l’effetto spettinato, che vediamo spesso nei grandi film di Hollywood e che regna sul trono degli evergreen in ogni stagione! Facilissimo da portare, bellissimo da vedere, dona un accento dinamico al look e dà una carica di energia e personalità pronta a stupire in ogni momento! Ed è perfetto non solo per chi strizza un occhio alla galassia del rock, ma anche per chi vuole un look sexy e decisamente più audace…

Visto come è facile lasciarsi sedurre da una di queste idee? Sono tutte davvero strepitose e il loro segreto è proprio quello di non passare mai di moda. Cambia il tempo e cambiano le stagioni, ma il loro fascino resta intatto e folgorante. Provare per credere!

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Stories di successo su Instagram, alcune regole da seguire

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Stories di successo su Instagram, alcune regole da seguire

Come trasformare semplici storie in seguitissimi capolavori

Instagram, che passione! Una passione infinita grazie agli infiniti aggiornamenti che permettono di creare dal nulla storie sempre più belle su uno dei principali social network che ha a che fare con la pubblicazione di foto e video. Le stories di Instagram – diciamocelo – sono ciò che di più coinvolgente ci sia, perché chiunque con un pizzico di fantasia può creare la propria storia attraverso pochi e semplici click. Già ma pochi e semplici click bastano da soli per trasformare una storia in un capolavoro? Ovviamente no, perché per avere successo su Instagram è necessario seguire alcune semplici ma importanti regole. Come scopriremo tra poco, non bastano stupendi video diurni oppure perfette foto notturne per realizzare storie di successo, ci vuole ben altro, e i blogger che usano Instagram per promuoversi o per promuovere un prodotto lo sanno bene.

Ecco cosa fare

Le foto e i video più belli, ossia quelli che ritraggono un soggetto in maniera dettagliata grazie alla miglior angolazione possibile, sono uno degli elementi principali per la realizzazione di stories di successo su Instagram, ma anche per realizzare uno o più contest in grado di fare la differenza in termini di engagement e di lead generation. Ovviamente le foto e i video più belli non sono l’unico elemento su cui puntare per costruire stories di successo su uno dei social network più apprezzati del momento, visto che in realtà ce ne sarebbero molti altri da curare e di cui tenere conto. Per esempio, quando si vuole condividere una storia destinata a raggiungere la più amplia platea possibile è necessario che essa sia coinvolgente.

In che modo? Trasformandola in un quiz o in un racconto che risulti interessante e stimolante per chi in un intervallo di pochi secondi potrebbe addirittura innamorarsene. E se per davvero dovesse scoccare la scintilla all’osservatore di stories su Instagram, che magari è capitato per caso sul vostro profilo, ecco che potrebbe anche diventare il più fedele tra i vostri followers! Ovviamente perché ciò avvenga è necessario che gli hashtag usati per catalogare la vostra storia, che si autodistruggerà in 24 ore quasi fosse un’opera d’arte di Banksy, siano utilizzati con intelligenza. Ovvero? Ovvero dovranno essere pertinenti con il contenuto postato. Importante: se possibile non utilizzare mai tutti e 10 gli hashtag messi a disposizione da Instagram, diversamente la catalogazione del contenuto potrebbe risultare poco “centrata” e dunque dispersiva.

Nel dubbio è sempre meglio usare pochi tag per rendere una foto una foto di nicchia; in questo modo sarà maggiormente apprezzata dal popolo di Instagram. Proseguendo con le regole da seguire riguardanti la realizzazione di stories di successo su Instagram, non possiamo esimerci dal ricordarvi che anche gli stickers vogliono la loro parte; il loro utilizzo di solito rende una storia più accattivante favorendo un maggiore traffico in entrata sul vostro profilo.

Indispensabili per i sondaggi e per i quiz, gli stickers, se usati correttamente, possono stimolare una call to action, o chiamata all’azione, (vedi questionari) e, perché no, elevare il livello “reputazionale” di un qualsiasi account. Altro da sapere? Sì, un qualcosa che di solito sfugge ai “non postatori seriali” di stories su Instagram. Stiamo parlando degli UGC, meglio conosciuti come user-generated content, che altro non sono che contenuti di varia natura da condividere (video, audio e non solo) attraverso i quali è possibile menzionare altri utenti, taggandoli.

L’algoritmo di Instagram è solito premiare contenuti di tipo UGC dandone grande visibilità, e di conseguenza chi ne farà uso molto probabilmente vedrà il proprio account crescere in breve tempo a livello di followers. Non male vero? Insomma: grazie a queste poche e semplici regole, che noi definiremmo regole di base, visto che ce ne sarebbero molte altre che lasciamo a voi scoprire, si possono trasformare semplici storie in seguitissimi capolavori!

Instagram: Attenzione a quando si posta
Instagram: Attenzione a quando si posta

Attenzione a quando si posta

Prendetelo più come un consiglio che una regola: postare una storia quando capita ha poco senso perché l’ideale sarebbe farlo solamente quando i vostri followers sono più attivi. Utilizzando strumenti fantastici come gli Instagram Insights è possibile, osservando semplici grafici, capire quando è il momento giusto per darvi da fare con i contenuti di qualità. Dunque d’ora in avanti, oltre a dare spazio alla vostra fantasia seguendo le regole che vi abbiamo offerto, date un’occhiata all’orologio prima di iniziare a postare le stories più belle in assoluto.