La lasagna di zucca 4 formaggi primo piatto facile e veloce
Ve lo consiglio, è davvero molto buono! La preparazione delle lasagne alla zucca darà vita ad un piatto gustoso e alternativo rispetto alla lasagna con ragù tradizionale. Un modo diverso di preparare la pasta al forno, ed un piatto leggero e digeribile che piace molto a grandi e piccini per il suo gusto corposo e delicato al tempo stesso. Gli ingredienti di base per la preparazione delle lasagne con zucca gialla / arancio sono pochi ed il costo medio. Vediamo qual sono gli ingredienti per la preparazione delle lasagne al forno con zucca.
Una ricetta questa, ed un perfetto binomio “lasagna zucca“, che vi permetterà di preparare un ottimo primo piatto in meno di un’ora, tutto compreso, crema di zucca, ingredienti base e cottura della lasagna. Oltre ai fogli di lasagna da lessare per un minuto circa, e alla zucca da cuocere e frullare, vi serviranno i 4 formaggi. Io ho utilizzato mozzarella, caciotta, parmigiano, ed infine, delle sottilette che oltre a fondere bene sono facili da stendere nella teglia in modo uniforme.
Cottura zucca
Purè di zucca e formaggi
Dosi per 4 / 5 persone
2 confezioni di lasagna
2 mozzarelle (bocconcini)
8 sottilette
150 gr di caciotta
100 gr di parmigiano grattugiato
panna vegetale 1 confezione e mezza
olio qb (o margarina)
sale e pepe
noce moscata
un ciuffo di prezzemolo
cipolla (1 spicchio)
Lasagne zucca: cottura zucca
Per iniziare la preparazione delle lasagne con la zucca gialla, cuociamo la zucca, e prepariamo i 4 formaggi tritando la mozzarella e la caciotta insieme. In una padella mettiamo 2 cucchiai di olio, rosoliamo uno spicchio di cipolla finemente tritata, ed incorporiamo la zucca a quadretti. Aggiustiamo di sale e pepe, e uniamo un pizzico abbondante di noce moscata. Aggiungiamo due dita di un bicchiere d’acqua copriamo e lasciamo cuocere. A fine cottura aggiungiamo il prezzemolo tritato finemente, due cucchiai di panna vegetale e procediamo alla preparazione della lasagna. Successivamente, frulliamo la zucca o schiacciamola con una forchetta,
Zucca lasagne: lessiamo la sfoglia
Per procedere potete vedere il video della ricetta “lasagna con zucca gialla“, Ma a questo punto, dovrete lessare la sfoglia. Personalmente mi trovo bene a farlo in una teglia posta sui fornelli (come nel video o foto sotto) e non nella pentola dove, tirar su la sfoglia, diviene difficile e la pasta in fogli rischia di rompersi.
Lessate la sfoglia in acqua a bollore e tenetela 1 minuto. Fate 4 o 5 fogli per volta, stendeteli nella teglia precedentemente unta con olio o margarina, e procedete condendo a strati con il puré di zucca, la mozzarella ed il formaggio, la panna vegetale (specie sul bordo e al centro), una spolverata di parmigiano ed infine, alternando uno strato si e uno no, le sottilette.
Lessate la sfoglia
Stendetela a strati condendola con zucca e formaggi
Cospargete di mozzarella, sottilette e parmigiano e infornate
Pasticcio con la zucca in forno
Dopo aver preparato strato dopo strato la lasagna di zucca, infornate cospargendo con mozzarella, per circa 20 minuti a 180 – 200 gradi. Controllate la cottura. Quando vi sembra che la lasagna farcita di zucca sia cotta, spolverate con parmigiano, aggiungete 4 o 5 sottilette e infornate per un altro minuto.
Teglia di lasagna alla zucca
Porzione di lasagna con la zucca
Togliete dal forno e lasciate raffreddare le lasagne di zucca per 5 minuti. Successivamente tagliate la gustosa lasagna alternativa a quadri che poi servirete nei piatti.
Pulizia porte legno, porte bianche, porte alluminio, ferro, plastica
Le pulizia di casa sono importanti, tra esse, va posta attenzione per gli infissi. La primavera si avvicina e con essa lepulizie di primavera da fare in casa. Le porte rientrano in queste pulizie. Porte e portoni si puliscono frequentemente vicino alla maniglia che risulta essere il posto in cui la porta si sporca di più. Pulire le porte in legno naturale richiede un certo tipo di intervento, in quanto il legno è un materiale naturale che va pulito e nutrito, mentre pulire le porte bianche o in alluminio, o PVC richiede un altra tipologia di trattamento e materiali: vediamo insieme come fare!
Per pulire le porte molto sporche lavatele procedendo dall’alto verso il basso utilizzando acqua tiepida e bicarbonato, o acqua e aceto. Asciugate subito la porta con un panno di daino o daino sintetico, ben asciutto. Per spolverare bene i riquadri, le bugnature e gli intagli, utilizzate un pennello morbido. Successivamente nutrite e proteggete il legno con uno dei tanti prodotti con cera d’api presenti in commercio.
Pulire porte di legno lucido
Le porte in legno lucido si puliscono utilizzando un prodotto per mobili, ma solo dopo aver tolto lo sporco più ostinato utilizzando acqua e detersivo delicato per legno, al quale si potranno aggiungere 2 cucchiai di ammoniaca in soluzione in 1 litro d’acqua.
Pulire porte in legno naturale
Si tratta di porte in legno pregiato che richiedono un’attenzione in più. Le porte in legno pregiato si puliscono con olio rosso o con cera vergine passandola con un panno morbido e strofinando bene ogni punto in modo uniforme. Prima di lucidarla lasciare asciugare il prodotto per 48 ore. La loro manutenzione richiede tempo e cure ma la loro estetica è imbattibile, specie se si tratta di portoni in legno ristrutturati. Va detto che anche cera d’api ed olio di lino sono ottimi per la pulizia e la manutenzione o lucidatura delle superficie in legno.
Come pulire porte bianche
La pulizia delle porte bianche richiede qualche accorgimento. Un’altra tipologie di porte che troviamo in casa sono quelle laccate di bianco o altri colori. Per la loro pulizia è indicato usare una soluzione di acqua tiepida e detersivo delicato con aggiunta di 1 cucchiaio di bicarbonato per ogni litro di acqua. Dopo il lavaggio porta o portone andranno sciacquati abbondantemente. (utilizzate spugna e pezza di daino). Asciugate con cura.
Come pulire porte bianche
Pulizia porte in plastica e PVC
Un altro materiale con cui sono costruite le porte è la plastica o il PVC, uno dei materiali più economici ma anche il meno estetico tra tutti. Le porte in plastica si puliscono con acqua tiepida e detersivo delicato, in caso di sporco molto grasso si può utilizzare anche uno sgrassatore da cucina, o un detergente per vetri che manterrà la porta pulita e lucida più a lungo.
Come pulire porte in alluminio
L’alluminio è rispetto al “pulire porte legno” semplice da trattare, in quanto si tratta di un materiale poco delicato. Se per verniciare l’allumino si incontrano difficoltà, la sua pulizia risulta facile. Per pulire le porte in alluminio o gli infissi, si può usare un prodotto per la pulizia dei vetri, uno sgrassatore da cucina (non aggressivo) od anche una soluzione di acqua e bicarbonato.
Pulire serramenti e pulire le maniglie
I serramenti vanno puliti, se in PVC, nello stesso modo delle porte in plastica. Mentre per quanto concerne le maniglie delle porte per la pulizia di quest’ultime, sappiate che vanno trattate in relazione al materiale. L’ottone si pulisce bene con acqua sapone e bicarbonato, o con uno sgrassatore. I serramenti in legno, specie all’esterno, dopo ogni pulizia, vanno protetti con uno strado di cera solida o con prodotti appositi per il legno.
Abbiamo visto come pulire porte in legno senza aloni, ma anche la pulizia porte in legno laccate o in altri materiali.
Porte e finestre valorizzano la casa ma per mantenerne la bellezza è necessario una pulizia ordinaria e straordinaria: finestre pulizia vetri e telaio di questi infissi.
Tra le incombenze domestiche, pulire i vetri e mantenere porte, interruttori e maniglie lucidi, richiede alcune operazioni di base ordinarie, ed altre, sicuramente più impegnative e pesanti, straordinarie.
Tra le incombenze domestiche che le casalinghe veterane conoscono molto bene, si collocano la pulizia delle finestre, dei vetri e dei telai che le compongono, nonché delle tapparelle e degli avvolgibili che, specie nelle grandi città, si riempiono velocemente di smog nero. Mentre le porte si sporcano maggiormente nel punto di contatto che si trova vicino alla maniglia (stesso discorso per gli interruttori), le finestre sono soggette agli agenti atmosferici: acqua, polvere e smog, ma anche gli insetti, rappresentano i principali nemici.
Come pulire i vetri
Per risparmiare un bel po’ di lavoro straordinario, è bene adottare delle misure ordinarie da attuare di frequente, come quella di spolverare sia dentro che fuori i vetri delle finestre.
Cosa non fare
Non pulire mai i vetri quando vi batte il sole perché rischiereste di veder formare delle macchie iridate difficili da togliere
Cosa fare
Per pulire i vetri si possono utilizzare diversi metodi sia tradizionali che non adottando l’uso di detergenti comuni o utilizzando i rimedi della nonna: vediamo quali sono!
Finestre pulizia vetri e telaio – spatola per vetri
Lavaggio dei vetri: metodi
Per lavare i vetri potrete adottare la spatola comune per rimuovere acqua e detergente, dopo aver lavato il vetro con una spugna imbevuta di acqua e sapone.
In alternativa, si possono utilizzare i comuni detergenti impregnando bene lo straccio e agendo localmente su parti del vetro. Se i vetri sono molto sporchi, lavarli con acqua e sapone e poi passare con uno straccio asciutto un po’ del detergente per completare la pulizia. Infine, terminate lucidando con un panno asciutto.
Lucidare i vetri con acqua e ammoniaca
Un metodo tradizionale, usato dalle nostre nonne e sempre molto efficace, consiste nel lavare i vetri delle finestre con una soluzione composta da acqua tiepida e 3 cucchiai di ammoniaca per ogni litro di acqua. Asciugate tutto con un panno di daino. La stessa pulizia si può fare sostituendo all’ammoniaca, un uguale quantità di aceto. I vetri verranno molto lucidi
Il giornale
Altro metodo usato per pulire le finestre ed i vetri,è quello di utilizzare della carta di giornale: inumiditela con acqua e ammoniaca o acqua e alcool e strofinate energicamente sul vetro. Successivamente, con un altro foglio di giornale ben accartocciato, asciugate il vetro sempre strofinando bene.
Pulizia vetri e gelo
In inverno, quando le temperature diventano rigide e piove, o è molto umido, c’è il rischio che l’acqua ghiacci sulla superficie del vetro. Per ovviare a questo problema, si può semplicemente pulire i vetri con alcool e poi asciugarli con un panno asciutto di daino. I vetri lucidi e ben puliti con alcool, non ghiacceranno più con facilità.
Come pulire i vetri smerigliati
Anche i vetri smerigliati devono essere vetri puliti e dunque, procederemo utilizzando uno spazzolino e passando una soluzione di acqua e ammoniaca. Nel caso di vetri molto sporchi, utilizzate per la pulizia della finestra, dell’ aceto tiepido da passare con spugna e spazzolino; infine, ripassate con dell’acqua pulita e asciugate bene.
Come abbiamo visto, la finestra pulita la si può ottenere utilizzando diversi metodi e soluzioni pulenti. Anche gli sgrassatori sono molto efficaci per la pulizia di porte e finestre molto sporche.
Porte finestre e telai: legno e alluminio
Porte finestre e telai: legno e alluminio
Quanto ai telai delle finestre, potranno essere puliti e lucidati in relazione al materiale: legno, alluminio, ferro etc. ovviamente, in diversi modi. Per la pulizia del legno è consigliabile un prodotto pulente contenete cera, in questo modo, potrete nutrire il legno pulendolo. Per l’allumino andranno bene anche alcool, sgrassatori, acqua calda e aceto, o ammoniaca e acqua.
E’ consigliabile procedere ad una prima pulizia di porte e finestre inclusi i vetri (vetro e telaio) per poi ultimare la pulizia dei vetri ed infine, passare alla rifinitura del telaio.
Le piante ornamentali con bacche rosse, nere, arancioni commestibili ve ne sono moltissime. Imparare a conoscerle evitando le bacche velenose è molto utile.
Avere un giardino ricco di piante ornamentali con bacche rosse, nere o arancioni magari anche commestibili può sicuramente costituire un valore aggiunto per noi e per le specie animali che abbiamo in giardino, uccellini inclusi, anche se quest’ultimi, si cibano anche di bacche che per noi non sono commestibili.
Nel giardino si possono piantare arbusti, alberi e alberelli che dopo la fioritura danno vita a delle drupe, talvolta dolci e succose, altre volte aspre e acidule ed altre ancora, adatte per insaporire arrosti, pesce, primi piatti come ad esempio le bacche di ginepro.
Bacche rosse, nere e arancioni commestibili
Abbiamo visto in questo articolo alcune bacche commestibili autunnali. Vedremo, nello specifico 20 tipi di piante da bacche commestibili, alcune molto note altre meno. Alcune specie botaniche sono molto utilizzate per la produzione di marmellate, altre per i distillati ed altre ancora hanno proprietà fitoterapiche che le rendono adatte per la cura di malanni o come integratore naturale. Bisogna saperle riconoscere, ma è necessario anche sapere quando raccogliere le erbe così come le bacche.
In precedenza in questo articolo abbiamo esaminato di una trentina di bacche sia commestibili che velenose e le abbiamo messe a confronto. Ora vedremo solo alcune specie commestibili e tra esse, piante sempreverdi con bacche rosse o nere, altre con foglia caduca e bacche colorate di vario genere.
Amelanchier o pero corvino: pianta bacche rosse
Amelanchier o pero corvino: pianta bacche rosse e viola
Un arbusto originario dell’Europa meridionale e del continente americano. Di dimensioni contenute, non supera quasi mai i tre metri. Alcune specie si trovano in natura allo stato spontaneo.
Presenta delle foglie verde opaco, ovali e numerosi grappoli di fiori bianchi primaverili, molto profumati e decorativi che compaiono prima delle foglie.
L’ Amelanchier produce bacche rosse commestibili estive che, a maturazione, diventano anche porpora. In autunno le foglie prima di cadere regalano una splendida colorazione rosso, arancione.
Aronia melanocarpa
Aronia melanocarpa
Splendido arbusto originario dell’ America. Presenta foglie decidue ed è un alberello di medie dimensioni con caratteristiche foglie ovali appuntite di colore verde, le quali, in autunno virano piacevolmente al rosso scuro.
L’Aronia melanocarpa è una pianta che da luogo a piccoli fiori bianchi estivi a cui seguono polpose bacche nere commestibili con superficie cerosa, riunite piacevolmente come le ciliegie in tanti grappoli.
Il sapore delle bacche è molto simile a quello dei mirtilli. Con i frutti si realizzano ottime marmellate. Le bacche edibili rimangono sulla pianta per tutta la stagione invernale e sono molto gradite anche agli uccelli come molte altre bacche.
Biancospino crataegus
Biancospino crataegus: fiori e bacche mature
Un arbusto con rami spinosi che raggiunge grandi dimensioni, e presenta fogli verdi e fiori primaverili banchi. Sono, tra le bacche del bosco commestibili,alcune delle più note e possono essere raccolte per realizzare delle ottime marmellate dal vago sapore di cioccolato molto buona, ricca di flavonoidi e di zuccheri naturali, perfetta per migliorare la circolazione e rafforzare il cuore e le pareti delle vene.
Le bacche del biancospino hanno un alto valore nutrizionale. Per molti secoli queste ed altre bacche, hanno rappresentato per i popoli antichi una fonte di sostentamento molto preziosa. Utilizzata anche per sciroppi e gelatine. Alcune popolazioni dell’America Latina impiegano le bacche di biancospino per preparare una bevanda nota molto energetica, chiamata pemmican.
Ginepro
Bacche ginepro
Le bacche viola di Ginepro sono in realtà glabuli caratterizzati da una pellicola opaca detta pruina che le ricopre.
Le bacche mature, sono dolci e succose, mentre il loro profumo ricorda decisamente quello del gin.
Molto indicate le bacche di ginepro, bacche nere commestibili, per aromatizzare carni, salumi e arrosti, patate e pesce e per preparare distillati e acquavite. Tra le piante selvatiche le bacche di ginepro carpino e rosa canina sono tra le più note.
Berberis Thunhergii
Berberis Thunhergii
Si tratta di unarbusto molto decorativo a foglie decidue, di piccole dimensioni, originario del Giappone e dell’Asia orientale, molto usato in Cina e in Nord America. Il Berberis conta centinaia di specie. Il suo nome Berberis Thunhergii deriva dal giapponese e tradotto significa Crespino rosso, varietà più debole e piccola rispetto ad altre ideale per decorare i giardini coltivandole in siepi spinose. Presenta dei rami molto spinosi e fiori gialli, insieme a foglie verdi che virano al porpora se posta in pieno sole.
Produce delle piccole bacche commestibili la cui forma è allungata ed il colore è rosso intenso.Le bacche di Berberis hanno proprietà diuretiche e antinfettive. Con esse si prepara un aceto da utilizzare in cucina. In alcuni paesi ne fu vietato l’impianto in quanto si scoprì, verso la fine dell’800, che era uno dei principali vettori della Puccinia graminea un tipo di ruggine che attacca le piante. Ma attualmente le varietà in commercio sono ibridi che non hanno più questo problema.
Corbezzolo
Corbezzolo
Un bell’arbusto sempreverde di grandi dimensioni con proprietà officinali. Il corbezzolo. Il corbezzolo è caratteristico della macchia mediterranea. Presenta foglie lanceolate lucide e verdi scure.
I fiori sono pendenti a forma di campanula dal colore bianco (bianco rosato). Compaiono sulla pianta insieme ai frutti: grosse bacche gialle, che maturando divengono arancioni e rosse. Ottime dal sapore dolce perfette da consumare fresche o in marmellate. Dal nettare di corbezzolo si ricava un ottimo miele. Tipico della macchia mediterranea e delle zone marittime, soffre il freddo e andrebbe posto in posizione riparata.
Callicarpa japonica
Callicarpa japonica
Il genere Callicarpa comprende circa 140 specie di arbusti e alberelli alti fino ai 2 metri. La Callicarpa Japonica è un arbusto di medie dimensioni (1,5 metri), a foglia caduca. E’ originario del Giappone; molto usato anche in Italia per il valore ornamentale e soprattutto, per le belle bacche dolci di Caillacarpa.
Presenta foglie lanceolate verdi (ingialliscono in autunno) e fiori rosa, raggruppati in pannocchie decorative. Ai fiori seguono tante bacche piccole dalla forma tonda e dal colore rosa, violaceo che permangono sulla pianta per tutto l’inverno. Bell’esemplare decorativo del quale le bacche sono commestibili e gradite agli uccelli
Chaenomeles japonica nota come cotogno giapponese
Chaenomeles japonica nota come cotogno giapponese
Uno splendido arbusto a foglia caduta dalle dimensioni contenute, che può raggiungere i due metri di altezza e 1,20 di larghezza.
Presenta una crescita medio lenta. Caratterizzato da foglie scure verdi lanceolate e una fioritura primaverile con fiori rosa corallo molto belli.
Produce piccoli frutti, bacche commestibili dalla forma simile alle mele cotogne. Le bacche, gialle a maturazione, presentano un sapore aspro e si utilizzano per marmellate e gelatine, o in quanto ricche di pectina anche come addensante aggiungendole ad altre tipologie di confetture
Cornus kousa
Cornus kousa
Un altro splendido arbusto dal portamento elegante, di grandi dimensioni raggiunge i 5 – 6 metri di altezza. Un albero con bacche rosse deciduo. Presenta foglie verdi, ovali e appuntite, che diventano porpora in autunno, per poi cadere. I fiori che produce sono piccoli verdi e appariscenti, molto decorativi per via di brattee bianche che li circondano. Le bacche autunnali rimangono sulla pianta fino alla primavera, sono sferiche di color rosso e commestibili
Olivello spinoso o hippophae
Olivello spinoso o hippophae
Un altro arbusto di grandi dimensioni, deciduo, che presenta dei rami spinosi, foglie grigio-argento, con crescita spontanea in Italia. Un vero tesoro di nutrienti le cui foglie e rametti si usavano per cibo da dare ai cavalli. Predilige le zone costiere ed i terreni rocciosi. Diffuso in Europa, in Asia in Cina e in Mongolia. Raggiunge i 5 – 6 metri di altezza e necessita di posizioni assolate, sopporta zone aride, salsedine e vento. Esistono esemplari maschio e femmina.
Il frutto dell’olivello spinoso è una drupa di colore arancio brillante di forma simile alle olive (di cui il nome) sono bacche arancioni commestibili. Con i frutti si preparano sciroppi e succhi ed anche un prezioso olio da usare in cosmetica. I frutti sono un concentrato di vitamina C (circa 20 30 volte più degli agrumi) e per questo alla pianta vengono riconosciute proprietà fitoterapiche importanti.
Contiene anche acidi grassi insaturi, vitamina E e B e minerali importanti come ferro, calcio, fosforo, magnesio zinco e potassio, un vero integratore naturale con proprietà lenitive, cicatrizzanti e ricostituenti.
Alloro o Laurus nobilis
Alloro alberoAlloro bacche e foglie
Fin dai tempi antichi le piante di alloro riscossero grande successo. Albero sempreverde, l’alloro è spesso coltivato a siepe che raggiunge dimensioni di albero. E’ una delle piante con bacche nere.
Presenta foglie scure e coriacee, lanceolate, usate in cucina per le proprietà aromatizzanti, usate per carne e pesce. Infiorescenze ascellari gialle e poco significative ad aprile a cui seguono bacche che maturano solo sulle piante femminili. Sono simili ad olive dal colore nerastro edibili. Vi si producono ottimi liquori casalinghi.
Mahonia Japonica
Mahonia Japonica
Arbusto sempreverde di medie dimensioni, proveniente dalla Cina. E’ una pianta ornamentale con bacche rosse, alta circa 1, 5 metri presenta foglie lucide, coriacee e verdi scure che con il freddo virano al rosso scuro.
Fiorisce in inverno avanzato dando luogo all’apice dei rami, a piccoli boccioli gialli che attirano gli insetti impollinato.
Ai fiori seguiranno bacche blu violacee commestibili, piccole a forma ovale seguiti da piccole bacche blu violacee a forma di oliva, molto decorative e commestibili.
Pernettya mucronata
Sempreverde, proveniente dal Cile, un piccolo arbusto acidofilo con foglie acuminate di colore verde scuro, piccole di dimensioni, fiorisce in primavera.
I fiori bianchi danno vita a bacche sferiche bianche e porpora commestibili dai colori che variano dal bianco al porpora. La specie più utilizzata è la rosea. Le bacche maturano in autunno e se non colte, vi permangono fino alla primavera.
Pyracantha angustifolia
Pyracantha agustifoliaPyracantha bacche rosse
Un sempreverde molto usato per siepi, molto compatto che racchiude diverse specie: pianta ornamentale bacche rosse che presenta foglie ovali lucide, piccole e verdi. I fiori sono bianchi e profumati mentre i rami spinosi.
Arbusto che può raggiungere i due metri di altezza e oltre, proveniente dall’Asia di facile coltivazione e dal portamento compatto. Le bacche rosse commestibili sono tonde, il colore vira anche all’ arancio e sono oltre che decorative e spesso rimangono sulla pianta fino alla primavera successiva. A seconda della specie si trovano bacche rosse e bacche arancio come quella in foto.
Rosa rugosa
Rosa canina baccheRosa rugosa
Rosa arbustiva originaria dell’Asia alta fino a 2 metri. Presenta dei rami con spine, foglie verdi. I fiori sono molto profumati, sbocciano da giungo fino all’autunno, cambiano colore in relazione alla specie. Dai fiori si originano delle bacche rosso corallo, allungate e commestibili. Ne esistono diverse specie ma la più utilizzata per i frutti, è la nota rosa canina. Con i frutti si preparano marmellate e sciroppi.
Corniolo
Bacche di Corniolo
I frutti, detti “Corniole” sono bacche vinaccia, colorate, egrandi che maturano lentamente in circa 7 mesi, virando il loro colore dal verde, al giallo, fino a raggiungere il rosso e poi il color vinaccia. Il corniolo è molto diffuso nei boschi di latifoglie e nelle radure piane
Un alberello con foglie appuntite che fiorisce a febbraio con fiori giallo acceso. Il sapore della bacca èacidulo e zuccherino, perfetto preparare marmellate. Nella campagna emiliana e romagnola, l’uso di queste bacche è vasto: si usano per produrre aceti, liquori, dolci e gelatine.
Sambuco
Sambuco fiori e bacche
Il sambuco (sambucus nigra) regala delle bellissime fioriture tra aprile e giugno. Anch’essa è una piante con bacche rosse.
Successivamente alla fioritura le bacche rosse di Sambuco maturano a fine estate, e si raccolgono a settembre. Sono succose e dolci.
Il sambuco è un arbusto che può mantenersi contenuto o diventare un vero albero che prediligi luoghi umidi. E’ una pianta officinale nota per le proprietà diuretiche e lassative.
Le bacche crude sono tossiche, cotte sono ottime per preparare marmellate e preparazioni gastronomiche. Con i fiori si preparano ottime frittelle di sambuco.
Come visto la natura è ricca di doni generosi adatti per ornare il giardino, dar cibo agli uccellini, e da portare in tavola. Le bacche son una risorsa culinaria, artistica e decorative che la natura mette a disposizione dell’uomo, e delle specie animali. Una ricchezza inimitabile tutta da scoprire.
Gli animali e il lungo sonno invernale: il letargo
Alcuni vivono in casa con noi altri nel bosco. Scopriamo quali sono gli animali che vanno in letargo in inverno. Il mondo animale ha indubbiamente un suo fascino particolare. Ma, per rispettarlo a pieno, è necessario sapere qual è l’ambiente in cui vivono gli animali, le loro esigenze nutrizionali, ed i mesi in cui necessitano di riposo. I cambiamenti climatici, e l’inquinamento, in tal senso, hanno reso la vita del mondo animale decisamente più difficile.
Sapere dunque di cosa hanno bisogno e come agire, imparando a conoscerli meglio, è sicuramente un primo passo verso di loro, nel rispetto della natura e di questo mondo. Vediamo tutti gli animali che vanno in letargo in inverno.
Animali che vanno in letargo elenco
Per prima cosa, vediamo in elenco animali che vanno in letargo divisi per tipologia di specie e in ordine alfabetico. Alcuni sono notoriamente animali che riposano in inverno dormendo, altri meno. Scopriamoli insieme:
TOPI ma non tutti: il topo campagnolo non va in letargo.
Animali in letargo in inverno: sangue freddo e sangue caldo significato
Che significa animali a sangue freddo e a sangue caldo? Molti animali definiti “a sangue caldo” vanno in letargo, ma rimane il fatto che anche alcune specie animali “a sangue freddo” vanno ugualmente in letargo adattandosi al cambiamento della temperatura (fredda), dormendo molto.
Animali a sangue freddo: hanno una temperatura corporea inferiore alla temperatura ambientale.
Animali a sangue caldo hanno una temperatura corporea che riesce a mantenersi superiore alla temperatura esterna.
Questa diversificazione non fa comprendere chi va in letargo e chi no. Tra gli animali a sangue freddo troviamo ad esempio alcune tipologie di lucertole, i coccodrilli, e rettili come i serpenti.
Ci sono poi animali come i lombrichi che riducono la loro attività vitale e metabolica quando la temperatura scende. Comportamenti che descrivono un adattamento ambientale delle specie animali per la sopravvivenza.
L’orso va in letargo?
Alcuni mammiferi vengono valutati erroneamente. Ad esempio l’orso, viene considerato un animale che va in letargo, ma ciò a torto. Stessa cosa la talpa che è un animale che non va in letargo.
In realtà l’orso rallenta le sue attività, approfitta del grasso accumulato in estate per lasciarsi andare ad un lungo sonno che però non è un vero letargo ma un sonno invernale tipico degli animali così grandi. La mole infatti, impone uno pseudo letargo perché il dispendio di energie sarebbe troppo elevato in un letargo reale e profondo.
Mammiferi che vanno in letargo
Alcune specie animali migrano per sopravvivere al freddo invernale andando in terre più calde. E’ il caso di molti uccelli. Le tartarughe ed i salmoni compiono viaggi lunghissimi per deporre le loro uova nei luoghi più adatti ai cuccioli che nasceranno.
Altre specie, come i mammiferi invece, si riproducono con una processo simile a quello dell’uomo. Portano con se in grembo l’embrione che cresce fino a maturazione nel loro addome per poi partorire.
Tra essi ricordiamo alcuni animali mammiferi che vanno in letargo come il ghiro, i topi, il procione, il riccio, lo scoiattolo e la marmotta. Sono tutti animali che, dopo aver partorito i loro piccoli, li allattano per alcune settimane.
Dormire come un GHIRO: Ghiro in letargo
Come avviene il letargo?
Il letargo viene raggiunto dalle specie animali attraverso un processo di ipotermia e rallentamento delle funzioni metaboliche. L’ipotermia controllata causa un abbassamento della temperatura corporea dell’animale che rimane stabile per tutto il letargo. Il consumo di energie viene notevolmente rallentato e la respirazione insieme al battito cardiaco si rallentano moltissimo: tutto l’organismo vive a risparmio.
L’animale può sembrare morto, come le tartarughe in letargo, ad esempio, ma in realtà dormono un sonno profondo con bassi consumi energetici in cui anche i processi digestivi si fermano, e le normali attività fisiologiche vengono interrotte, in molti casi anche il respiro è talmente leggero da sembrare assente. Con la primavera, ed il rialzo delle temperature, l’attività metabolica, il respiro, ed il battito riprendono lentamente, l’animale in letargo si sveglia, il metabolismo si normalizza e riprende le sue normali attività.
Ma dove vanno a dormire gli animali in letargo
Ogni specie ha la sua “tana” il suo ricovero invernale che lo accoglie e lo protegge mentre è in letargo. Nel video sottostante vedrete tutte le tane che gli animali in letargo, a seconda della specie, utilizzano.
Gli animali trovano nella tana un rifugio sicuro dal freddo e dai possibili predatori. Quando sono in letargo nella tana sono vulnerabili per questo le tane sono posizionate e scelte in luoghi sicuri.
Molti insetti e parassiti vivono una fase di diapausa i primi e ipobiosi i secondi, arrestando alcune funzioni o rallentandole; altri animali migrano come uccelli e balene, ed altri ancora, dormono “sonni profondi” andando in letargo.
Probabilmente ora lo sai: questo modo di dire nasce proprio dal fatto che i ghiri sono animali che vanno in letargo per lungo tempo. Espressione “dormire come un ghiro” molto conosciuta ed usata: animali letargo inverno = Ghiro!
Oltre tutto, il ghiro è un piccolo animale che vive di notte e dorme di giorno, ed è imparentato con gli scoiattoli a cui somiglia.
Perché si dice dormire come un ghiro?
Gli animali più dormiglioni
Il letargo del ghiro inizia a metà di Ottobre per terminare a primavera inoltrata ossia a Maggio vero la metà del mese. Si tratta dunque, di una animale che va in letargo che dorme moltissimo, per circa 7 mesi l’anno.
Altri animali dormiglioni che hanno un letargo prolungato sono le marmotte ed i pipistrelli che dormono per circa 6 mesi l’anno. Tartarughe ed altri rettili vanno in letargo intorno ai 10 gradi centigradi ambientali.
Non è facile trovare lo stile giusto, un outfit ragazza o donna che ci piaccia, ed occorre tener conto di diversi fattori tra cui la propria fisicità. Come trovare il proprio stile? Consideriamo che la silhouette va valorizzata e lo stile moda deve essere al passo con i tempi, e in sintonia con noi.
La moda offre moltissimo in termini di tendenze e stile. Nel corso degli ultimi cento anni la moda si è evoluta moltissimo. Sono nate le case di moda, si sono affermati grandi marchi e grandi stilisti e la moda ha cercato di interpretare, al meglio, i gusti delle donne, adeguandosi anche ai ruoli che, le donne stesse, sono andate via via ricoprendo dal dopoguerra ad oggi. Vediamo dunque, come trovare il proprio stile moda
Stile abbigliamento: come trovare il proprio look
Quante volte ci si chiede se l’outfit che indossiamo è adatto a noi? Se è giusto per il nostro fisico, adeguato alla nostra età, e se rispecchia o no le tendenze moda del momento? E’ bello sentirsi a proprio agio negli abiti che indossiamo, e al tempo stesso, è piacevole essere consapevoli di valorizzare noi stessi, ed essere adeguati alla situazione contingente. Ma ogni persona ha un suo particolare modo di essere e di porsi e lo stile d’abbigliamento deve essere in linea con tutto ciò.
Come trovare il proprio stile moda
Moda e stile
Se l’outfit giusto va scelto di volta in volta, in relazione alle attività da svolgere nell’arco della giornata, siano esse lavorative, ricreative, destinate al relax, o magari ad eventi e festività, lo stile moda è una cosa completamente diversa e con essa, lo è il nostro stile personale. Moda ed eleganza non camminano sempre a braccetto e, quel che è certo è che ciò che può essere adatto per una donna, magari non lo è per un’altra.
Gli stili della moda
Gli stili della moda più usati, quelli che si sono susseguiti negli ultimi cento anni sono davvero molti. Alcuni eleganti e raffiniti, come lo stile bon ton, altri femminili e minimali, come lo stile parigino, altri ancora, etnici ed alternativi come lo stile hippie e quello tie dye, rock, glam, dark, stile casual, sono alcune delle tendenze stile moda giovane, quelle che investono il mondo dei teen agers. Ma la moda classica quella dettata da capi storici e outfit femminili e da icone di stile come Coco Chanel non passa mai di moda.
Tubino nero
Come abbinare vestiti ed accessori
A tal proposito: “abbinamento“, abbiamo scritto un intero articolo. “Come abbinare i vestiti e gli accessori“. Questo perché la creazione di un guardaroba snello, che comprenda 30 o 40 capi scelti in una pellette di colori in numero di 3 massimo 4 e texture basiche di 1 o 2 tipologie, aiuta a creare outfit di ogni genere in maniera semplice e in sintonia, ovviamente, con il nostro modo di essere, ed il nostro stile personale. Attenzione però ad un dettaglio particolare: l’abbinamento capi, in quanto un mix non appropriato, può rovinare anche l’outfit più bello da indossare.
7 cose da considerare per lo stile personale
Vari tipi di stile abbigliamento possono essere scelti ed adottati, ma per delineare il proprio stile di moda, è bene considerare alcuni fattori per poi passare all’allestimento di un guardaroba fornito di tutto punto dei capi di cui si necessita. Lo stile nel vestire richiede qualche sacrificio e un po’ di attenzione e il prendere in esame determinati fattori e requisiti:
Età o meglio ancora gli anni che si dimostrano: alcuni capi ed accessori non sono indicati per le giovanissime, mentre altri, non risultano del tutto appropriati per chi ha raggiunto una età matura.
L’altezza: in quanto alcuni capi sono poco indicati per chi è molto alta o di bassa statura.
La forma fisica: se si hanno dei chili di troppo, alcuni capi saranno out, così come, se siamo eccessivamente magre.
La propria silhouette: se si è longilinee o magari si hanno fianchi larghi e seno prorompente, sono tutti fattori che incidono sulla scelta dei vestiti da indossare e dei capi ed accessori da utilizzare nei nostri outfit giornalieri.
Colori e texture: in relazione alla proprio incarnato, al colore dei capelli e degli occhi ci sono, al di la dei colori moda, delle nuance che ci donano di più, valorizzandoci. Lo stesso discorso riguarda anche le fantasie: scegliere dunque alcune texture limitate che sappiano valorizzarci.
Modelli: anche i modelli di vestiti, camice, casacche e capi spalla nonché pantaloni e gonne vanno scelti tenendo conto di tutti i fattori elencati.
Gusto personale. Lo stile nel vestire non deve tenere conto solo della fisicità, dell’età, dell’altezza e così via, ma deve anche saper rispettare il gusto personale, e trovar un giusto equilibrio tra tutti gli elementi descritti.
Non c’è cosa più bella che essere se stessi, personali, ed unici, ma con eleganza, stile e buon gusto. Sia che si tratti di outfit ragazza o outfit donna, outfit classici, eleganti o outfit sportivi, il concetto rimane il medesimo, ci si deve piacere ma al tempo stesso, vanno rispettai alcuni canoni estetici, funzionali, e le regole di eleganza ed equilibrio dei dettagli, (capi ed accessori) che appartengono praticamente a tutti gli stili moda, sia classici che sportivi. speriamo di essere stati esaustivi in questa guida su come trovare il proprio stile moda.
Un piatto che racchiude in se, tutto il gusto dei cibi naturali e rurali, ed i sapori della terra. Economica come preparazione, la zuppa con verza sorprenderà per la sua bontà.
Tra i primi piatti le zuppe, e le minestre, trovano ottima applicazione di utilizzo nella stagione fredda: autunno e inverno sono perfetti per assaporare zuppe con verza, minestrone di verza, e piatti di questa tipologia, ricchi di sali minerali e vitamine. Si tratta di ricette economiche che fanno parte della dieta mediterranea. Vediamo come preparare la ricetta della zuppa con la verza, e quali sono gli ingredienti da utilizzare per la preparazione di questo primo piatto invernale, dal sapore gustoso e delicato.
Ricetta zuppa di verza: ingredienti
Gli ingredienti di questo primo piatto sono facili da reperire, ed economici. Alcuni ingredienti, come pepe e peperoncino, possono essere usati in quantità maggiore, o eliminati. Quello che conferisce il gusto a questo piatto “zuppa verza” è la materia prima, ossia la verza, che andrà lessata e poi ripassata in padella.
1 verza medio piccola
1 confezione di panna vegetale
1 dado vegetale
2 cucchiai olio extravergine qb
1 spicchio d’aglio
pepe e sale qb
peperoncino (poco)
parmigiano
2 o 3 cucchiai di fecola di patate o farina (per addensare)
crostini di pane o pane tostato
prezzemolo
Preparazione zuppa di verze
La zuppa di verza ha una cremosità superiore rispetto allaminestra di verzache è altrettanto buona, ma presenta una consistenza differente, ed un gusto meno tondo e pieno. Considerate che con questa ricetta potrete preparare anche la minestra, basterà eliminare la farina o la fecola che fungono da addensante, anche se, se si usa una giusta quantità di verza e di acqua, non serve addensare più di tanto, perché il brodo di verza risulterà già cremoso di suo.
La differenza sta poi nell’uso della pasta, o del riso, quest’ultimo si sposa molto bene con la verza, ottimi per la zuppa invece, il pane o i crostini di pane tostati nel forno di casa, nel tostapane, o acquistati già pronti e croccanti.
Zuppa verze: procedimento
Tagliate la verza a strisce e lessatela in abbondante acqua. Lasciate cuocere una trentina di minuti. Successivamente scolatela bene.
In una padella mettete a soffriggere con l’olio, l’aglio, il pepe, il peperoncino. Togliete l’aglio, togliete dal fuoco la padella (aspettate 1 minuto) e versatevi la verza. Salate e pepate per poi riportare il tutto sulla fiamma per circa 10 minuti. Aggiungete un ciuffo di prezzemolo tritato finemente.
In una pentola riempita con acqua versate la verza così preparata. Aggiungete il dado ed aggiustate di sale, se occorre, e portate a bollore. Con un frullatore ad immersione frullate il tutto ottenendo una crema.
Zuppa di verza ricetta semplice
Incorporate la panna vegetale e, se occorre, due o tre cucchiai di farina o fecola di patate sciolti prima in un po’ di brodo. Mescolate e continuate a cuocere per circa 10 – 15 minuti, fino a quando la zuppa non avrà raggiunto la consistenza desiderata. Aggiungete 4 – 5 cucchiai di parmigiano.
Crostini di pane
Crostini di pane tostati in forno
Preparate i crostini in forno preriscaldato a 150 gradi o utilizzate quelli già pronti, acquistabili in confezioni. A questo punto, non rimane che servire in tavola la zuppa e, in un cestino, preparare i crostini da portare in tavola, e che, ogni commensale, metterà nel suo piatto. All’occorrenza si può aggiungere a proprio gusto altro parmigiano ed una spolverata di prezzemolo crudo finemente tritato.
Scopriamo il significato di bullismo e cyberbullismo e la loro valutazione in psicologia nonché, il ruolo della scuola, luogo in cui le due componenti psicotiche si manifestano con maggiore frequenza.
Secondo i dati attuali, circa il 50 – 60 % dei giovani in età compresa tra gli 11 e i 17 anni sono stati vittime di bullismo almeno una volta nella loro giovane vita. Dati sconcertanti che esprimono una forte tendenza all’egocentrismo e al narcisismo e una mancanza di empatiain crescita tra gli adolescenti.
Bullismo e cyberbullismo significato e psicologia
Ambedue i termini hanno una stessa origine. Bullo significa colui che ha un atteggiamento ostile e superiore nei confronti di un altro soggetto o di un gruppo di persone. Il bullismo è una piaga sociale in forte crescita ed è stata riscontrata, come causa sociale, circa una ventina di anni fa, ma del quale se ne trovano elementi anche negli anni precedenti.
Differenza tra bullismo e cyberbullismo
La differenza di base dei due vocaboli nasce dalla diversità dell’azione del bullo rispetto al cyberbullo.
Bullismo definizione, Cyberbullismo definizione:
BULLISMO significato: Il bullo compie le sue azioni in modo attivo con atti verbali e gesti intimidatori che possono sfociare anche in veri e propri attacchi fisici. Il soggetto vittima di bullismo riesce a trovare rifugio nel suo ambiente domestico. Il luogo per elezione in cui, in genere, nascono atti di bullismo, è la scuola, o altri luoghi in cui i giovani si riuniscono, come palestre, centri sociali, parrocchie, etc.
CIBERBULLISMO significato: Il cyberbullismo invece viene attivato attraverso la tecnologia, e i social sono lo strumento maggiormente utilizzato per compiere attacchi verso il soggetto “fragile”. Video, post, messaggi telefonici, sono tra gli elementi utilizzati per compiere un attacco ai danni di una o più persone. Il cyberbullismo potrebbe sembrare meno offensivo e dannoso in quanto, avviene con strumenti “indiretti”, ma in realtà non è così. Il cyberbullismo non offre alla vittima un luogo di ricovero sicuro, gli attacchi di cyberbullismo possono essere compiuti in ogni luogo e ricevuti ovunque, e la casa non diviene più un luogo sicuro in cui rifugiarsi.
Bullismo e cyberbullismo
Chi è il bullo: soggetto tipo
Alla base del bullismo vi sono dei soggetti psicotici patologicamente attivi. Agiscono da soli o in gruppo, o in numero di due o tre persone. Alla base di questi comportamenti vi è un forte disagio psicologico, frutto di più componenti che coinvolgono sia l’ambito familiare, che sociale e caratteriale / genetico.
I giovani che manifestano questa tendenza deviante, conoscono bene i rischi a livello legale di ciò che stanno compiendo, ma difficilmente riescono a comprendere i danni, a livello fisico e psicologico, che le loro azioni possono causare a chi subisce azioni di bullismo. Questo perché, molto spesso, si tratta di soggetti non empatici con un quadro psicotico più o meno elevato e manifesto.
Allo stesso tempo però, il bullismo è frutto della società attuale: un contesto sociale che tollera la sopraffazione e persegue un modello che induce alla competizione e alla prevaricazione pur di emergere. Talvolta le dinamiche di comportamenti bullistici scaturiscono dal gruppo che, con disimpegno morale, individua un soggetto fragile, considerato diverso, magari per colore, razza, fattezze fisiche, sessualità o fragilità caratteriale.
Chi sono i bullizzati: come capire se un ragazzo è vittima di bullismo
Il termine bullizzato, o vittima di bullismo, indica colui che subisce prevaricazioni ed attacchi intimidatori, sia fisici che psicologici. Che si tratti di bullismo che di cyberbullismo, l’effetto che si ha sui soggetti bersaglio è devastante sia sul piano fisico, che psichico. Il soggetto vittima di bullismo può andare incontro a forti ansie, depressione, insonnia, fino a compiere il gesto estremo che conduce al suicidio. I ragazzi vittime di bullismo sono generalmente fragili, ma non sempre.
Alcune volte, vengono scelti come vittime sacrificali in virtù delle loro capacità scolastica (sono i più bravi), altre volte per alcune caratteristiche fisiche, sono grassi, poco belli, di razza diversa etc., altre volte ancora, l’attacco può nascere da un rifiuto del ragazzo da parte dell’insegnate (allenatore etc.). Se un’insegnate o un allenatore prende di mira un alunno per antipatia o altro, è facile che ciò determini nel gruppo classe il rifiuto del soggetto ed eventuali azioni denigratorie o di isolamento.
Come capire se tuo figlio è vittima di bullismo?
I ragazzi ed i bambini che subiscono atti di bullismo manifestano un disagio che, un genitore attento, può percepire sin dalle prime avvisaglie. Tra gli elementi che possono mettere in allerta, troviamo uno stato di agitazione e depressione, aggressività ingiustificata, ritiro dalla vita sociale, rifiuto della scuola, o dalla voglia di non recarsi nel luogo in cui avviene tale attacco da parte del bullo o dei bulli (es. palestra etc).
Come combattere il bullismo
Abbiamo spiegato cos è il bullismo, quali sono i soggetti che lo attuano, e quali le dinamiche tra cui nascono queste azioni prevaricatrici ed umilianti ai danni di un soggetto. Ma cosa fare per combattere il bullismo? Le azioni da mettere in campo, sono prevalentemente in abito sociale e familiare. Parlarne molto sia a casa, che a scuola, far svolgere un tema sul bullismo, affrontare l’argomento in più modi, sono tutti processi che aiutano a sensibilizzare i ragazzi.
Educare i propri figli all’empatia ed insegnargli ad intervenire d’avanti alle ingiustizie, costituisce un passo in avanti importante. Contemporaneamente, le istituzioni e l’ambito sociale dovrebbero modificare il loro atteggiamento che negli anni ha favorito la nascita di questo processo di desensibilizzazione sociale: il rifiuto del diverso, sia esso extracomunitario, straniero, religioso o di genere; comportamenti spiccatamente individualistici, stereotipi dell’uomo e della donna non in linea con una realtà sociale sana, hanno favorito lo sviluppo di soggetti psicotici inclini a queste ed altre pratiche socialmente ed umanamente dannose.
cit. [ama il prossimo tuo come te stesso]; [non fare agli altri quello che non vorresti fosse fatto a te].
Vittime
Ti ho visto piangere;
ho preso la tua mano;
ho asciugato le lacrime.
Non sapevo perché piangessi ma, in quel momento, il tuo dolore mi è sembrato il mio.
Nelle lacrime ho visto la sofferenza.
Nei tuoi occhi ho letto la paura.
Nei tuoi silenzi, ho sentito la disperazione.
Ho voluto porgerti la mano e dividere con te il dolore.
Ho provato ad alleggerire la paura, darti un po’ della mia forza.
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