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domenica, Ottobre 5, 2025
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Surroga del mutuo, come scegliere il tasso più conveniente

Surroga del mutuo, come scegliere il tasso più conveniente
Surroga del mutuo, come scegliere il tasso più conveniente

Oggi come oggi acquistare casa non è più un sogno perché siamo in un momento in cui accendere un mutuo è diventato conveniente e, diciamolo, più facile rispetto ad un tempo. È chiaro tuttavia che bisogna essere oggettivi e ricercare immobili che siano alla portata della propria capacità di ripagare il debito. In base alle proprie entrate economiche quindi sarà indispensabile scremare gli annunci così da trovare quello giusto. Quando ad esempio si cerca fra gli annunci immobiliari su Tecnocasa è possibile, anche per questo motivo, inserire la fascia di prezzo che si è disposti a spendere, nonché altri filtri di selezione in base alle proprie preferenze.

Chiedere un mutuo

Al giorno d’oggi chiedere un mutuo per l’acquisto di una casa e in sicurezza è una cosa normalissima, infatti, lo fanno il 90% delle persone. Il mutuo, a conti fatti, consiste in un contratto vero e proprio che intercorre fra chi compra la casa e un intermediario, normalmente una banca. Il prestito è a titolo oneroso quindi chi riceve il prestito (il mutuatario) deve restituire oltre alla somma prestata una parte di interessi (di solito è la prima parte che si paga). Tutti possono richiedere un mutuo, ma non sempre la banca è disposta a concederlo.

Per ottenere un mutuo è indispensabile dimostrare all’istituto bancario di poter restituire quanto dovuto, quindi di poter contare su delle garanzie o su un’entrata economica regolare. In base alle proprie possibilità si stabilirà un importo mensile e la durata del mutuo. Una volta acceso un mutuo con un istituto bancario non è detto che si resti ancorati allo stesso per tutta la sua durata, esiste infatti la possibilità di surroga del mutuo. La surrogazione o surroga del mutuo è proprio la possibilità, cioè la libertà, che un mutuatario ha di cambiare banca che magari offre migliori condizioni e lo può fare senza ulteriori costi aggiuntivi secondo il Decreto Bersani 2007.

Come funziona esattamente la surrogazione?

Come detto il mutuo ipotecario può essere trasferito da un istituto di credito ad un altro senza alcun obbligo da parte del richiedente. Ovviamente esaurito così il primo contratto di mutuo bisognerà sottoscrivere un nuovo contratto di mutuo ipotecario con un nuovo istituto con cui si trasferisce, quindi, l’iscrizione ipotecaria sulla casa comprata.

Sarà la nuova banca che salderà il debito residuo e sarà questa a ricevere d’ora in poi il pagamento mensile da parte del richiedente che, di conseguenza, non avrà più nulla a che vedere con la precedente banca. Normalmente questo trasferimento si fa di fronte a tassi migliori o comunque a condizioni di mutuo più vantaggiose.

Tale surroga del mutuo può avvenire solo se si sottoscrive un nuovo contratto di fronte ad un notaio, con indicata la destinazione della somma mutuata e la provenienza della somma usata per pagare le rate. Per fare la surroga del mutuo ci vogliono una serie di documenti: quali copie dei documenti, copie del vecchio atto, certificazione del debito residuo, i dati della nuova banca a cui si passa, Stato Civile, atti catastali etc.

Tassi d’interesse e muto come e quali scegliere

A fronte di condizioni più vantaggiose per il mutuo di casa è opportuno trovare il coraggio di cambiare, anche se a volte si viene intimoriti di fronte a tanti tassi di interesse diversi. Una prima grande distinzione da fare è fra mutuo a tasso fisso o variabile. La scelta fra l’uno o l’altro dipende molto anche dalla durata del mutuo stesso: di solito si dice che se il mutuo non è troppo lungo (10-15 anni) convenga il variabile poiché nel giro di pochi anni non ci saranno poi variazioni così grandi.

Se tuttavia la durata del mutuo è ampia c’è chi preferisce un tasso fisso, per tutelarsi da aumenti eccessivi. Altri elementi che definiscono il tasso e a cui bisogna fare attenzione sono: il Taeg e il Tan. Il primo tiene conto degli interessi e anche degli altri costi aggiuntivi (comprese spese accessorie), mentre il secondo solo degli interessi. Quanto più è vantaggioso il Taeg (basso), tanto più lo saranno le condizioni di mutuo. Attenzione nel caso si abbia invece un mutuo già acceso a condizioni non più vantaggiose si può decidere di optare per la surroga o per la rinegoziazione.

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Tuscia Viterbese: 10 borghi da scoprire

Civita di Bagnoregio
Civita di Bagnoregio

La Tuscia Viterbese è amata dai turisti per il verde intenso di monti, colline e radure, ma anche per le strutture architettoniche medioevali e non, che caratterizzano antichi paesi che ne fanno parte. Tra essi ricordiamo Bracciano con il suo Castello maestoso ben conservato e, cittadine come Bolsena, Civita di Bagno Reggio, unica nel suo genere; ma anche paesini come Calcata arroccati sulla roccia e recuperati dagli artisti. Non da meno Tuscania, Capodimonte, Sutri, Acquapendente e Montefiacone.

Bracciano ed il suo Castello

Bracciano è il luogo ideale per una vacanza tranquilla e per chi ha voglia di scoprire la bellezza del centro storico e del suo monumentale Castello di Bracciano perfettamente conservato e visitabile. Bracciano offre alloggi di ogni genere, alberghi B&B od anche campeggi, centri velici, lago, terme e boschi. Le cittadine che si trovano sulle sue sponde, come Anguillara e Trevignano, sono piacevoli da visitare, ospitano sagre ed eventi sia in estate che in inverno, e si trovano a pochi minuti di macchina da Bracciano paese.

Castello Odescalchi Orsini Bracciano

Oltre al Castello si può visitare, a Vigna di Valle, il Museo dell’Aeronautica Militare, unico nel suo genere, molto suggestivo e con ingresso gratuito. Non molto distante si trova la cittadina medioevale piccolissima dell’Isola Farnese con il suo Mulino ormai in disuso, e le belle cascate d’acqua. Ho visitato questi paesi e le loro bellezze e ve li consiglio uno ad uno.

Castello Odescalchi Orsini Bracciano
Castello Odescalchi Orsini Bracciano

Bolsena tra lago e storia

Bolsena, come il lago di Bracciano, regala scorci naturistici molto belli anche grazie al suo lago e tanta storicità presente nei borghi antichi. Bolsena si trova nel Lazio, in provincia di Viterbo, una meta molto vicina ad altri luoghi di interesse come Bagnania e Civita di Bagnoregio. Il patrimonio artistico e culturale della città dei Volci è vasto ed interessante. Il centro storico è uno dei più suggestivi delle cittadine del Lazio. Da non perdere al Rocca dei Monaldeschi, imponente nella sua struttura, oggi Museo Territoriale del Lago di Bolesena. Un’ altra struttura storica da visitare a Bolsena è la Collegiata di Santa Cristina contenete affreschi del XIV e del XV secolo. Nei dintorni di Bolsena meritano una visita Montefiascone, Valentano e il borgo medioevale di Grotte di Castro.

Civita di Bagnoregio

Sicuramente unica nel suo genere e da non perdere, è Civita di Bagnoregio per la sua particolarità che la colloca su una rupe di tufo. Svettante e sovrastante la Valle dei Calanchi Civita di Bagnoregio si trova tra il lago di Bolsena e la Valle del Tevere in provincia di Viterbo. Il video sottostante illustra alcune delle meraviglie di questa cittadina collocata nel Lazio, al confine tra Umbria e Toscana. La “Città che Muore“, così denominata, ha una struttura architettonica particolare, dovuta anche al lungo ponte di collegamento. Si potrà visitare il Museo, il Belvedere della Grotta di San Bonaventura, la Cattedrale e, ovviamente, la cittadina. Uno dei Borghi più belli d’Italia dove sono stata diversi anni fa con mio marito e mia figlia, all’epoca piccolina, e dove sono tornata di recente, come si vede nel video che ho girato.

Viterbo bellezza medioevale con Bagnaia e Bomarzo

Ho visitato Viterbo circa 2 o 3 anni fa. Facilmente raggiungibile da Roma, Viterbo, è una bellissima cittadina circondata da mura medioevali imponenti perfettamente conservate. Una grande storia anima le vie di Viterbo, il suo splendido ed antico Palazzo dei Papi. La si può vistare utilizzando il trenino panoramico e turistico che, in mezz’ora vi porterà nei luoghi più belli della cittadina viterbese.

Viterbo, consente di raggiungere luoghi suggestivi e molto interessanti come Bagnaia, Villa Lante della Rovere edificata nel 1500 con le sue infinite e splendide fontane e Bomarzo.

Bomarzo è noto per il suggestivo Parco dei Mostri, luogo in cui mitologia, alchimia e storia, si incontrano in un “forse” esperimento artistico antico. Per saperne di più vi consiglio la lettura di questo post che ho scritto tempo fa: Arte a Viterbo, Bagnaia e Bomarzo

Palazzo dei Papi Viterbo
Palazzo dei Papi Viterbo

Calcata il paese recuperato

Calcata è un piccolo borgo nel cuore delle Tuscia che, nel tempo, era stato abbandonato dai sui abitanti originari. Recuperato circa 40 anni fa ad opera di artisti ed eclettici. Oggi è un luogo dove trascorrere un piacevole fine settimana o un pomeriggio tra profumi locali e rocce antiche. Piccole botteghe artigiane si snodano tra le stradine del paese. Eenti di vario genere si svolgono a Calcata nel corso dell’anno. Il paese si trova arroccato sulla cima di una collina rocciosa; alcune case, costruite anticamente nella roccia, affacciano letteralmente nel vuoto. Ci sono stata varie volte e, ogni tanto, data la vicinanza a Roma, mia città natale, ci torno.

Calcata in un fine settimana di eventi teatrali di strada e non

Tuscania 5 cose da non perdere

Si tratta di un altro borgo suggestivo della Tuscia, collocato a 180 metri al di sopra del livello del mare; Tuscania è piacevole per le sue vie e viette del centro storico ed il contesto naturistico che la circondata. Da non perdere la Chiesa di Santa Maria Maggiore, la Chiesa di San Pietro dove sono stati girati molteplici film ed i siti archeologici adiacenti, come ad esempio la Necropoli di Madonna dell’Olivo con la sua Tomba Regina, La Necropoli Ara del Tufo e quella di Pian di Mola; ma ve ne sono altre. Se la stagione lo consente non perdetevi di visitare Parco Tor Lavello situato nel centro storico di Tuscania a ridosso delle cinta murarie della cittadina e vicino alla Torre Lavello.

Capodimonte

Nota per le sue ceramiche Capodimonte costituisce anche uno dei borghi del Lazio che meritano una visita. Situato su un promontorio che si affaccia sul lago di Bolsena è un borgo molto piccolo ma anche molto caratteristico. Il monumento di maggior interesse del paese è la Rocca Farnese, risalente all’XI secolo, originariamente costruita per imprigionare gli eretici e voluta dal Cardinale Albornoz. A pochi passa dalla Rocca, si trovano la Collegiata di Santa Maria Assunta, Palazzo Borghese, il Palazzaccio o Palazzo Poniatowski. Se siete in queste zone, non dimenticare di visitare le de Isole del Lago di Bolsena: L’Isola Bisentina e l’Isola Martana.

Sutri e l’Anfiteatro Romano

Anche Sutri è un piccolo Borgo alle porte di Roma. Dista poco più di 30 chilometri dalla capitale e, nel 2019, è entrato a far parte dell’associazione Borghi più belli d’Italia. Di interesse artistico gli edifici sacri, ma anche le strutture architettoniche antiche del piccolo Borgo della Tuscia tra essi, l’Anfiteatro Romano di Sutri edificato tra il I ed il II secolo.

Acquapendente

Si tratta di un piccolo Borgo immerso nella Tuscia chiamato anche la “Gerusalemme d’Europa”, in virtù della presenza della più antica copia del Santo Sepolcro contenuto all’interno della Cattedrale. Oltre alle Chiese e al Duomo di Acquapendente il borgo è circondato da una natura verdeggiante che si espande nella Riserva Naturale del Monte Rufeno. Tra i Borghi più belli presenti nelle vicinanze merita una visita anche la Torre Alfina con il suo magico Castello Incantato ed il Bosco del Sasseto. A pochi chilometri (circa 10), si trova, invece, il lago di Bolsena.

Bolsena fortezza

Montefiascone

Collocato ad oltre 500 metri sopra il livello del mare, Montefiascone offre un panorama molto bello sul lago di Bolsena. Si tratta di uno dei centri vincoli con maggior produzione nel Lazio. Risalente alla metà dell’800, Montefiascone, come altri piccoli borghi del Lazio, è caratterizzata da edifici religiosi storici (la Cattedrale di Santa Margherita, La Chiesa di San Flaviano etc.) ed anche da Rocche. Tra esse, ricordo la Rocca di Montefiascone e la Rocca dei Papi. La sua storia è infatti legata a quella pontificia e alla fuga dei Papi da Roma che gettarono le basi per l’edificazione di queste fortezze. Dista 13 chilometri da Capodimonte, 14 dal Lago di Bolsena, e 15 da Civita di Bagnoregio, a soli 9 chilometri da Valentano. Per questo motivo un programma dettagliato vi permetterà di visitare molti dei Borghi citati in questa guida turistica contenete i 10 Borghi più belli del Lazio e della Tuscia.

Come non litigare: i 5 trucchi migliori

Litigare
Litigare

Litigare fa parte del quotidiano: si litiga con il proprio partner, con figli e amici, con i propri parenti ed anche con gli sconosciuti. Ma perché si litiga? E , soprattutto come fare a controllare la rabbia, e smettere di litigare prima che la situazione precipiti? Non esistono regole magiche ma quel che certo è che la nostra amigdala ha la sua responsabilità. Il vissuto infantile, e non, condizione un po’ la nostra ira, le nostre sensazioni, ed il modo di reagire ad una lite. Ma esistono trucchi semplici per riuscire ad evitare o arginare una lite.

Come non litigare: i 5 trucchi migliori da mettere in campo

Sicuramente un elemento fondamentale nella vita per convivere con gli altri in modo sereno è l’autocontrollo. Ma l’autocontrollo è un elemento del tutto personale che proviene dal nostro cervello ed è influenzato dai nostri geni, dal carattere e dalle esperienze di vita che ci hanno formato nell’arco del tempo. Alcune persone sono calme e pacate per natura, altre si rivelano molto aggressive, altre ancora, hanno una soglia della sopportazione rispetto ai soprusi e agli attacchi esterni, molto limitata per via, magari, di un eccessiva sensibilità. Ma vediamo i 5 trucchi migliori da mettere in campo per evitare una lite, o per porre fine ad una lite furiosa già innescata trasformandola in un costruttivo confronto tra due o più persone.

Metodi per non litigare

Partiamo dal presupposto che tutti, chi più chi meno, litighiamo, e che di questo, ne sono una scandalosa testimonianza personaggi politici illustri che si “scannano in TV” o nelle aule del Parlamento, talvolta in modo davvero incivile, considerando poi che il mondo intero è lì a guardarli.

Pensiamo anche che, ogni essere umano è un “mondo a se”, ed ha il suo modo personale di vedere le cose, di pensare e di giudicare parole e azioni altrui. Detto questo andiamo a vedere il primo elemento di base per non litigare e a seguire gli altri:

  • Ascolto: l’ascolto è la base di un colloquiare civile, se non si blocca la rabbia e non ci si mette all’ascolto delle richieste, delle esigenze e del pensiero altrui, lo scontro diventa inevitabile. Rispettiamo il fatto che ogni individuo è un essere pensante con le proprie idee e che dunque non tutto ciò che dice e fa può necessariamente incontrare il nostro consenso. Ciò non toglie che da persone civili, dobbiamo rispettarlo. Essere diversi nei modi e nei pensieri non preclude un buon rapporto di amicizia, lavoro o amore, serve solo un po’ di sana apertura mentale.
  • Apertura mentale: i buddisti dicono che per apprendere e comprendere è necessario aprirsi al mondo, ed essere in grado di ricevere ogni novità, differenza e costume sociale che ci si presenti: è l’equivalente “dell’accogliere un seme e vedere nel tempo i frutti che porta”. Il pensiero diverso dal nostro che viene accolto ed accettato porta d una crescita mentale, empatica e culturale.
  • Accettare le sconfitte: molto spesso “si discute senza un ma, e un perché” il problema di fondo è che “l’altro non accetta di perdere“, ossia di ammettere di avere detto o fatto una stupidaggine. Si tratta in questo caso, di un eccessivo orgoglio è di una grande chiusura mentale che vanno arginati per contribuire a migliorare i rapporti sociali e interpersonali. Ammettere di avere torto e, magari scusarsi, non sintomo di debolezza, anzi: si tratta di forza, di una grande capacità di ammettere di avere torto ed anche di educazione e rispetto dell’altro. Nel momento in cui si capisce di aver sbagliato e si chiede scusa si dimostra una grande sensibilità, un buon grado di maturità e anche rispetto dell’altro.
  • Non Gridare: torto o ragione che si abbia, alzare la voce incrementa l’astio e la contrapposizione tra due persone e dunque per prima cosa si dovrebbe cercare di ridurre il tono di voce e parlare in maniera civile. La voce alta va riservata magari solo ad un rimprovero in situazioni particolari e con soggetti di un certo tipo (bambini capricciosi, bambini e ragazzi spericolati, anziani che mettono a rischio la propria vita etc. ma il rimprovero e la voce alta vanno davvero dosati bene ed usati solo quando vi è reale necessità).
  • Cambiare argomento: sebbene questa metodica può essere vista come una mancanza di rispetto, talvolta è l’unico sistema che può rimanere utile. State discutendo con un anziano che non ragiona più benissimo? O magari con un bambino o un adolescente ribelle? Cambiare l’argomento della discussione per poi ritornarci su quando le menti si sono calmate diventa la soluzione migliore da adottare. Una metodica utile anche per le coppie separate che, talvolta, loro malgrado finiscono per litigare anche per le stupidaggini o per dimostrare supremazia e prevalere sull’altro.
Come non litigare: i 5 trucchi migliori
Come non litigare: i 5 trucchi migliori

Discutere in modo costruttivo

Le discussioni ed i confronti devono far parte della nostra vita: servono per comprendere gli altri, sono utili per capire i nostri imiti e per porre rimedio a situazioni che non tolleriamo. Quindi, affermare che ” non si deve discutere” è profondamente sbagliato. il confronto costruttivo aiuta a crescere e a capirsi, l’importante è farlo sempre nei modi dovuti e nel momento giusto, evitando di portare l’altro, o l’altra, ad una situazione di stress eccessivo che potrebbe, a lungo andare, pregiudicare qualsiasi rapporto di amore, lavoro o amicizia e la propria felicità. Gli accordi, ed i compromessi aiutano a vivere serenamente anche quando i binari su cui viaggiano due persone, tendono inevitabilmente, a non incontrarsi sempre.

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Campanula dei “Carpazi”

Campanula dei "Carpazi"
Campanula dei "Carpazi"

Questa bella piantina dai fiori suggestivi appartiene alla famiglia delle Campanulaceae, il luogo di origine è la Transilvania e fu introdotta nelle nostre regioni nel XVIII secolo. La Campanula Carpatica rientra nella famiglia delle campanulacee a portamento eretto e nano.

Si tratta di una pianta perenne, a differenza di altre Campanule non è rampicante, ed ha un portamento eretto ma raggiunge l’altezza di 30-40 cm.  Possiede dei fusti robusti e ramificati, mentre le sue foglie sono a forma di cuore e lievemente picciolate. Esistono diverse varietà in commercio che si distinguono però tutte per la forma tipicamente aperta della campanula.

Presenta erbacea perenne con dei peduncoli floreali allungati e fiori riuniti in pannocchia, la colorazione dei fiori varia dal lilla al blu al bianco.

Si presta ad essere utilizzata per aiuole, bordure, pendii rocciosi e scarpate. Molto gradevole la sua installazione in piccoli e grandi giardini rocciosi.

campanula dei carpazi giardini rocciosi
campanula dei carpazi giardini rocciosi

Norme di coltivazione della Campanula dei Carpazi

Piantagione: Il periodo ideale è Ottobre, o in primavera, verso Febbraio Marzo.

Moltiplicazione: Si può riprodurre la pianta per divisione dei cespi in autunno o in primavera, mentre verso la fine dell’estate è consigliata la riproduzione per seme..

Ambiente e terreno: Gradisce l’esposizione in pieno sole fino a mezz’ombra, e predilige terra da giardino preferibilmente calcarea e terriccio ben sciolto e drenato. Da evitare terreni compatti in quanto le radici soffrono l’abbondanza di acqua ed i ristagni tendendo a marcire. Il terreno deve rimanere sempre umido, si consigliano annaffiature frequenti e abbondanti.

Se stai allestendo o ristrutturando il tuo giardino  l’articolo che segue potrebbe esserti utili. Ti potrebbe interessare:

Giardini e progettazione: piccoli spazi da vivere

Lo Stile Grunge, Street Style e Punk: moda e musica

street style
Stile moda Grunge street style punk

Abbiamo parlato degli stili moda che nel corso degli anni si sono susseguiti partendo dalla preistoria, passando per l’abbigliamento del medioevo e arrivando ai giorni nostri. Abbiamo visto quali sono gli stili moda più amati attualmente, ma le correnti stilistiche che nel corso degli anni si sono susseguite sono davvero molteplici. Tra le tendenze che si agganciano alle epoche e al vissuto sociale e musicale, si collocano in particolare 3 o 4 stili: lo Stile Grunge o Grunge stile, lo Street style e lo Stile Punk, ma anche Rock e Emo.

Grunge steet style e Grunge style – Model Valeria Gennaro

Dall’America lo stile Grunge

Nasce in America, nella zona di Seattle seguendo anche le tendenze musicali degli anni 80 e 90. Per questo viene denominato Seattle sound. La disoccupazione era dilagante e con essa la povertà. La droga era una piaga sociale spesso legata al mondo giovanile. La moda grunge e quella punk grunge fashion si mescolano e determinano diversificazioni e variazioni sul tema.

In questo contesto americano nasce lo stile d’abbigliamento denominato Grunge caratterizzato da un look trasandato, decisamente casual, nel quale i capi indossati con maggior frequenza sono i jeans rotti e consumati, i pantaloni cargo e le camice di flanella.

Outfit in stile Grunge

Oltre a questi capi classici dello stile Grunge si diffonde anche l’uso dei capi comodi: maglie oversize e cardigan molto grandi, sono all’ordine del giorno. Tra le calzature si denota uno stile che inneggia alla comodità: uomini e donne indossano anfibi, un elemento molto amato nello Stile Punk Rock, e da coloro che si dichiarano Emo nei modi, nei gruppi di appartenenza, e nell’abbigliamento. La moda punk rock si diffonde velocemente così come la musica e le band.

Tra le band musicali tipiche dello stile Grunge possiamo citare il rock dei Nirvana, mentre molto vicino al Punk (e alla moda punk) così come il sound dei Pearl Jam o dei Soundgarden che si collocano tra punk ed heavy metal. Sicuramente molto vicine all’heavy metal troviamo gli Alice in Chais.

Stile Grunge e le band

Marc Jacobs e il suo stile Grunge chic

Dalle tendenze musicali e dal malcontento dilagante si origina lo stile Grunge moda (style grunge) che troverà, precursori ed alleati nelle band, ma anche in alcuni grandi stilisti come Marc Jacobs. Nel suo stile i dettagli tipici vengono arricchiti da tendenze chic conferendo agli outfit note diverse. Sulle linee del Grunge si avvia la nascita di un nuovo stile moda legato alla strada e alle tendenze sociali e musicali: lo Street Style. Grunge punk rock, talvolta coesistono e si mescolano in outfit molto personalizzati.

Stile Street Style, Sport Style, Skater Style

Sport style e Street Style si somigliano e sono due stili relativamente recenti, nati dopo gli anni 2000. Si compenetrano tra loro ma, mentre il primo è più recente e si aggancia a nuove tendenze moda e stili di vita, lo street style è più verace, genuino e spontaneo. L’abbigliamento da strada comprende outfit comodi, segue pochissimi dettami, ed è altamente personalizzabile. Capi anonimi e griffati convivono nello street style in maniera armonica. L’Athleisure nuova forma di Urban Style sportivo, unisce il comfort e il glamour dello stile casual e, negli ultimi anni, è diventato un concetto di tendenza dai caratteri variopinti, molto seguito.

Camicia tartan e jeans – Model Valeria Gennaro

Nello Sport style alcuni capi sono praticamente d’obbligo, tra essi le sneakers e i cappelli con visiera, capi tipici dell’American style e dell’Hip Hop, tendenze moda concepite ed interpretate anche nello stile di vita, fortemente legato al mondo musicale e del ballo, e in tal senso si sviluppa, dando vita ad alcune correnti musicali, tra esse, l’attuale Rap e la Trap.

A queste tendenze nate sulla strada, se ne aggiunge una terza: Lo Stile Skater anni 80 caratterizzato anch’esso, come nell’Hip Hop, da un abbigliamento tipico articolato tra felpe comode con cappuccio, abbinate spesso a jeans, sneakers, cappellini insieme a comode camicie a quadri.

Denominatore comune dello Stile Skater è appunto lo sport svolto su tavole con ruote “gli skateboard”. Talvolta, fanno parte dell’outfit ginocchiere e gomitiere, usate per protezione.

Capigliatura punk

Stile Punk, Rock ed Emo

Sicuramente lo stile Punk ha dei caratteri molto decisi ed anche unici nel suo genere, ma si agganciano ad esso, come scelte d’abbigliamento, altre tendenze moda come lo stile Rock, ed Emo che, in alcuni capi d ‘ abbigliamento, ed insieme allo stile Gotico, rappresentano l’antitesi delle tendenze moda classiche, eleganti e romantiche. Lo stile Punk proviene dall’Inghilterra e si fonde nei dettagli con lo Stile Emo, ormai in declino, nato però come corrente di appartenenza vera e propria. Lo stile Punk viene reinterpretato e fuso talvolta anche con lo stile Gotico offrendo una ventaglio ampio di scelta. Caratterizzato da capi in pelle, anfibi, borchie e da capi personalizzati, lo stile Punk è noto anche per le acconciature estrose, capelli cotonati e colorati che vengono adottati sia dalle ragazze che dai ragazzi.

Lo Stile Grunge, Street Style e Punk: elementi comuni

Gli elementi comuni tra Stile Grunge, Street Style e Punk sono sostanzialmente le origini, ed il comune filone di appartenenza che si origina dalla musica e dalla strada. Appartengono e coinvolgono le masse giovani, esprimono malcontento, tendenze sociali, e si manifestano attraverso musica, abbigliamento, gruppi di appartenenza e sport di strada, come: lo skater, L’Hip Hop ballo e moda, nato intorno al 1970, la break dance, con in suoi eventi internazionali. Un modo di essere, di vivere, e di relazionarsi, che nasce dalla fine degli anni 70 – 80 ad oggi.

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Le erbe aromatiche o aromi in casa o giardino

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Le erbe aromatiche o aromi in casa o giardino

Siamo alla ricerca dei prodotti naturali, biologici, coltivati in modo sano. C’è anche la ricerca di un ritorno alle origine fatto di lieviti naturali come la pasta madre, cibi sani ed essenza per aromatizzare i cibi prodotte in casa. L’angolo delle erbe aromatiche in casa e giardino può aiutarci ad avere una bella scorta di aromi per cucinare naturali, privi di sostanze nocive di ogni genere. Vediamo quali sono gli aromi più utili e come allevare le piantine in vaso o in terra.

Le erbe aromatiche o aromi

Le piante aromatiche sono molto decorative e spesso emanano fragranze piacevoli utili non solo per cucinare ma anche per profumare la biancheria ed alleviare qualche piccolo malanno. Per conservarle a lungo andrebbero raccolte a fine estate nelle giornate di sole e durante le ore più calde. Poi andrebbero essiccate all’ombra in luogo fresco e ventilato. Vanno coperte con garza pulita in modo da ripararle dalla polvere e, ovviamente, dagli insetti. Successivamente le aromatiche andranno riposte in scatole di latta, barattoli di vetro o sacchetti di carta conservandole in luogo fresco e asciutto. Ogni anno la scorta aromatica andrebbe rinnovata.

Alcune aromatiche: Salvia, Lavanda, Rosmarino, Timo

Dove e come coltivare le aromatiche

Per comodità è consigliabile riservare alle aromatiche una collocazione che sia vicina alla cucina per ragioni di comodità. Andrebbe scelta una posizione riparata e in parte soleggiata sistemando le piantine in gruppo e creando un angolo delle aromatiche funzionale e decorativo. Si consiglia di porre al centro le aromatiche perenni e intorno invece le aromatiche stagionali.

Per utilizzare le foglioline in cucina è bene attendere che le piante aromatiche siano ben formate. Per insaporire arrosti e sughi sono perfetti anche i fiori di rosmarino, basilico, salvia etc. In insalate sia cotte che crude si possono utilizzare aromatiche come: Menta e Maggiorana, ma anche timo ed Erba Cipollina. Per avere piantine molto profumate e vigorose è consigliabile eliminare i fiori man mano che si formano. Vi consiglio di leggere come coltivare e riprodurre le aromatiche in modo ottimale per facilitarvi il lavoro. Alcune di esse possono essere coltivate anche in inverno, leggete: come coltivare il basilico in inverno.

Rosmarino
Rosmarino

Quali aromatiche scegliere: le 10 immancabili

Alloro, Salvia e Rosmarino sono molto utilizzate in cucina e formano dei bei cespugli che possono raggiungere anche discrete dimensione. Se avete spazio piantatele in giardino destinandogli un angolo al sole. Si tratta di piante molto belle anche in inverno in quanto mantengono le foglie verdi e fitte dato che sono dei sempreverdi. L’Erba Cipollina e la Menta sono di facile riproduzione in terra piena possono diventare infestanti. Entrambe emanano un aroma molto forte, così come la Maggiorana. Il Prezzemolo, invece, è a lenta germogliazione, richiede posizioni riparare e, in vaso, può durare anche due anni. Sia la Maggiorana che il Timo resistono bene al gelo invernale. Il Dragoncello è molto indicato per il suo utilizzo in insalate, mentre il Basilico, molto utilizzato in cucina va protetto da lumache e uccelli che ne vanno ghiotti.

Aromatiche orto aprile
Aromatiche orto e casa aprile

La riproduzione delle erbe aromatiche

Tra le piante aromatiche quella più facile da riprodurre è sicuramente il Rosmarino. Basta scegliere un rametto fresco, per fare una talea, pestarlo alla base e immergerlo in acqua fino a quando non spuntano le radici per poi trasferirlo in terra. Si può adottare lo stesso metodo con tutte le aromatiche (e non solo) che possiedono un gambo legnoso come ad esempio il Timo, la Maggiorana e l’Alloro. L’erba Cipollina produce un fiore molto decorativo che maturando lascia cadere i suoi semi dando vita ad altre piantine, ma la si può riprodurre anche con i piccoli bulbi. Quasi tutte le aromatiche si riproducono con seme che può essere raccolto a fiore essiccato.

Come coltivare e riprodurre le aromatiche

Come coltivare e curare le aromatiche

  • Generalmente le piantine non necessitano di molta acqua ma richiedono, specie in estate, innaffiature giornaliere da effettuarsi preferibilmente nel tardo pomeriggio o la sera. In questo modo la terra si mantiene umida più a lungo.
  • Innaffiare con acqua a temperatura ambiente da preparare qualche ora prima. La potatura delle piante aromatiche avviene in maniera naturale ogni qualvolta che si toglie un rametto per utilizzarlo in cucina o per altri scopi.
  • E’ bene eliminare rametti rovinati o malati e smuovere in superficie il terriccio di tanto in tanto.
  • Non spruzzare mai antiparassitari ma eventualmente utilizzare sistemi naturali per combattere afidi e pidocchi, come il macerato di ortica, in alternativa preparate un macerato a base di spicchi d’aglio lasciatelo riposare per 3 giorni in un bicchiere di vetro e poi filtrate il liquido per spruzzare il liquido sulle piante.

Felicità: il segreto per essere felici

Felicità: il segreto per essere felici
Felicità: il segreto per essere felici

La felicità è uno stato mentale ricercato da tutto il genere umano, sin da piccoli i  neonati interagiscono con gli adulti tramite il pianto per ricevere tutto ciò di cui hanno bisogno, fine ultimo, uno stato di soddisfazione e serenità compatibilmente coesistente con momenti di felicità determinati dalla realizzazione e soddisfazione di un bisogno primario. Ma talvolta i bisogni primari, crescendo, diventano soggettivi, influenzati dall’infanzia e dal benessere economico. In alcuni soggetti “l’insoddisfazione regna sovrana” e con essa, uno stato di non felicità. Ma come imparare ad essere felici?

Felicità: il segreto per essere felici

Questo concetto, potrebbe risultare riduttivo, mentre in realtà riportato nella vita quotidiana degli esseri adulti, e fortemente esplicativo. Impariamo a capire, guardare, accettare e caliamoci nei panni di chi non ha proprio nulla ne ricchezza, ne salute, ne famiglia: può sicuramente aiutare! Ma facciamo una distinzione di base:

  • Diremo che la felicità è la realizzazione momentanea di una necessità, sia essa fisica, affettiva od economico lavorativa, mentre la soddisfazione è uno stato di realizzazione soddisfacente della propria vita riguardante  la sfera affettiva  sociale e lavorativa.
  • Uno stato di insoddisfazione durevole nel tempo conduce all’infelicità e a forme più o meno gravi di depressione, per poter far qualcosa contro i sentimenti negativi  che determinano l’infelicità, dobbiamo in primo luogo, analizzare la nostra vita e cercare di capire da dove provengono, e cosa li ha generati.

Le emozioni positive per essere felici

Le emozioni positive che dovrebbero essere un valido alleato al servizio della nostra felicità e del nostro organismo, vanno stimolate e ricercate in tutte quelle attività che ci fanno stare bene. Allo stesso modo, una volta individuate le situazioni negative, che ci rendono ansiosi, infelici e insoddisfatti, cercheremo di eliminarle o quantomeno, rettificarle, nei limiti delle nostre effettive possibilità.

Noi siamo la nostra felicità, noi costruiamo giorno per giorno le nostre emozioni, i nostri stati d’animo, se è vero che la vita talvolta ci mette a dura prova, è altrettanto vero  che l’uomo possiede una grande adattabilità all’ambiente che gli consente di vivere bene anche in situazioni estreme.

La felicità è rappresentata dalla realizzazione di una necessità od emozione, in un dato momento, la capacità di cogliere situazioni e momenti di “felicità generata” corrispondono, molto spesso, al modo in cui noi stessi ci poniamo nei confronti della vita.

Essere troppo sensibili

Una sensibilità caratteriale molto spiccata, darà luogo a numerosi momenti di infelicità alternati ad altrettanti istanti di felicità, ciò non può costituire una condizione emotiva stabile, occorre  quindi, cercare di organizzare i propri pensieri e la propria vita cercando di cogliere gli aspetti positivi presenti più o meno in ogni situazione, come si tende a dire: “la felicità è generata dalla capacità di godere delle “piccole cose”, contemporaneamente a ciò l’individuo deve porre una maggior attenzione nello strutturare la propria vita, cercando di assecondare le proprie aspettative e i propri desideri, l’unico modo possibile per raggiungere uno stato di serenità, navigando in una mare di emozioni, il cui cielo risulta costellato da piccole gocce momentanee di felicità.

La felicità è soggettiva e relativa e, spesso, la nostra felicità dipende proprio dal nostro modo di porci nei confronti della vita e dalle nostre scelte personali.

Vivi e lascia vivere! Ma soprattutto vivi e cogli gli attimi positivi!

Rischi e incidenti domestici: come evitarli
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Il Carnevale: storia origini e tradizioni

carnevale origini
carnevale origini

Il carnevale inizia 40 giorni prima di Pasqua e termina il  Martedì grasso ossia, il giorno prima del Mercoledì delle Ceneri. Il carnevale rappresenta un periodo di gioco e mascheramento sia per i più piccoli che per gli adulti un momento di festa e divertimento che coinvolge tutto le classi sociali. Vediamo insieme il Carnevale: storia origini e tradizioni di questo evento allegro e ricco di festeggiamenti e colori.

Il Carnevale e la storia

Durante il 1970, il governo italiano ha deciso di rilanciare la storia e la cultura di Venezia, e ha cercato di utilizzare il Carnevale tradizionale come elemento di attrazioni. Oggi, circa 50.000 (altre fonti  parlano di 100.000- 150-000) si recano a Venezia ogni giorno per il Carnevale. Uno degli eventi più importanti è il concorso per la migliore maschera che si svolge l’ultima settimana del Carnevale. Un altro importantissimo carnevale, conosciuto in tutto il mondo è il Carnevale di viareggio”.

Al carnevale sono legate tradizioni, maschere e dolci, in molte località italiane si organizzano feste in piazza con sfilate di carri allegorici, a cui, nonostante il freddo, partecipano migliaia di persone ogni anno.

L’elemento comune del Carnevale in ogni città, è costituito dai festeggiamenti in luoghi sia all’aperto che al chiuse, dalle maschere e dai  carri allegorici e dall’uso di coriandoli e stelle filanti.

Carro allegorico carnevale di Viareggio
Carro allegorico carnevale di Viareggio

 

Storia ed origini del Carnevale

 
Benchè presente nella tradizione cristiana le origini del carnevale son ben più antiche e si rifanno infatti alle dionistiche greche e ai saturnali romani. In dionisiache e saturnali si realizzava un temporaneo scioglimento dagli obblighi sociali e dalle gerarchie per lasciar posto al rovesciamento dell’ordine, allo scherzo ed anche alla dissolutezza. 
Da un punto di vista storico e religioso il carnevale rappresentò, un periodo di festa  e simbolico rinnovamento, durante il quale il caos e il gioco sostituivano l’ordine normalmente costituito, ma una volta esaurito il periodo festivo, riemergeva l’ordine consueto talvolta rinnovato, per un ciclo valido fino all’inizio del carnevale seguente, “Il ciclo preso in considerazione” era riferito all’anno solare.

Nell’epoca antica la Dea Iside (riportata anche nell’impero romano) veniva festeggiata con l’ausilio di gruppi  di maschere e di un carro che passava durante le antesterie (Feste celebrate in onore di Dionisio), periodo che cade tra Febbraio e Marzo chiamate, ad Atene, dionisie.

Il 12 di Antesterione, si svolgeva in un clima di allegria domestica e di ebbrezza, ma contemporaneamente, si andava sviluppando anche un secondo aspetto, decisamente più cupo e in contrasto col giorno precedente: vediamolo!

Secondo la storia si racconta che in quei giorni i fantasmi popolassero le città, si manifestavano spiriti chiamati  “Cari” considerati gli antichi abitanti dell’Attica: Le popolazioni  per proteggersi,  cospargevano le porte di pece e compravano rametti di biancospino. Tutti i templi erano chiusi così come tutti i santuari bloccati. Durante questo giorno si usavano delle maschere, infatti, non molti lo sanno, ma  Dioniso è anche considerato Dio della maschera. Oltre al mascherarsi  si usava svolgere dei cortei con dei carri, esattamente come accade ancora ai nostri giorni.

      Foto sotto: Oinochoe  raffigurante la sfilata di un gufo armato durante la celebrazione delle Antesterie (410–390 a.C.).File:Armed owl Louvre CA2192.jpg

Il Carnevale a Venezia: Bauta, Gnaga e Moretta

Uno dei travestimenti più comuni nel Carnevale antico,  a partire dal XVIII secolo, rimasto in voga ed indossato anche nel Carnevale moderno, è sicuramente la “Bauta”, prettamente veneziana ed indossata sia dagli uomini che dalle donne, costituita da una maschera bianca denominata “larva” completata da un avvolgente mantello nero. La bauta veniva utilizzata durante il carnevale ed a teatro, ma anche in feste galanti in cui si voleva corteggiare ed essere corteggiati mantenendo l’anonimato.

Carnevale di Venezia: storia e date
Carnevale di Venezia: storia e date

  • Un altro travestimento, era la “Gnaga”, adottato sia  dalle  donna che dagli uomini, facile da realizzare e d’uso piuttosto comune. Era costituito da indumenti femminili di uso comune e da una maschera con le sembianze da gatta, accompagnati da una cesta al braccio che solitamente conteneva un gattino.
  • Molte donne invece, indossavano un travestimento chiamato “Moretta”, costituito da una piccola maschera di velluto scuro, indossata con un delicato cappellino e con degli indumenti e delle velature raffinate, era una maschera muta.

Il Carnevale e l’economia veneta: i teatri e i spettacoli

Durante il Carnevale le attività e gli affari dei veneziani passavano in secondo piano, ed essi concedevano molto del loro tempo a festeggiamenti. Oltre alle grandi manifestazioni nei luoghi aperti, si diffusero ben presto piccole rappresentazioni e spettacoli di ogni genere talvolta trasgressivi,  presso le case private, nei teatri e nei caffè della città. Nelle dimore dei sontuosi palazzi veneziani si iniziarono ad ospitare grandiose e lunghissime feste con sfarzosi balli in maschera. Carnevale diede impulso ad un numero crescente di spettacoli mascherati allestiti nei teatri privati della città. Gli eventi erano spesso allestiti e finanziati da famiglie nobili veneziane, le quali intravidero presto l’esigenza di affidare le rappresentazioni, sempre più elaborate, a grandi artisti e veri professionisti della recitazione.

Questi spettacoli in luoghi privati erano inizialmente riservati ad un ristretto pubblico di famiglie nobili. Verso la metà del 1500, seguendo il grande sviluppo e la richiesta di questo genere artistico, a Venezia aprirono numerosi altri piccoli teatri, rivolti anche ad un pubblico popolare. All’inizio del 1600, con l’incremento del numero e della qualità delle compagnie teatrali, formate ormai da artisti professionisti ed apprezzate anche fuori città, si svilupparono vere e proprie attività legate al mondo della commedia teatrale, delle arti sceniche e dell’artigianato dei costumi e delle maschere. Il carnevale nei secoli successivi, si è evoluto in tutta italia assumendo aspetti e diversificazioni in base alle località. Il Carnevale di Venezia con le sue programmazioni attira ogni anno un numero elevato di turisti.

Venezia è un meta ambita per i turisti non solo a carnevale ma anche tutto l’anno per la bellezza dei luoghi e l’unicità della città lagunare.

Le  maschere più conosciute  del Carnevale

  • Pantalone, una delle più antiche maschere veneziane.
  • Pulcinella, originario di Napoli, è poco affidabile e di carattere pauroso e mutevole, riesce a cacciarsi sempre   nei guai.
  • Arlecchino, il quale nasce nei quartieri poveri di Bergamo insieme a Brighella, un servo credulone e bugiardo che si caccia facilmente nei guai, il suo abito è costituito da toppe multicolori.
  • Brighella, in scena è un servitore come Arlecchino ma più furbo dello stesso.
  • Colombina, invece è originaria di Siena, sulla scena è spesso la moglie o la fidanzata di Arlecchino.
  • Balanzone, che ha sempre la testa fra le nuvole, sulle spalle porta un’ampia toga