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La moda e gli stili dall’800 al 900: la nuova sartoria del 900

La moda e gli stili dall'800 al 900: la nuova sartoria del 900
La moda e gli stili dall'800 al 900: la nuova sartoria del 900

La Rivoluzione Francese sancì l’affermazione della borghesia e, l’abbigliamento, così come la moda, si semplificò per adattarsi ad una società di imprenditori, professionisti, impiegati, e di donne lavoratrici. Dalla Francia Napoleone, desideroso di avere una corte sfarzosa, si servì della moda e dei suoi capricci per imporre stoffe di lusso, come il crépe, il cachemire, il taffetà, il satin, ed anche tessuti come il velluto ed il raso, prodotti da fabbriche francesi ed italiane.

Dal medioevo, poi la moda del 500 con Lucrezia Borgia e, a seguire, quella del 600 e 700, subì grandi cambiamenti, avvicinandosi sempre di più alla moda attuale e gettandone le basi. Scopriamo la La moda e gli stili dall’800 al 900 e la nascita della nuova sartoria.

Moda dell’800: abiti stile impero tipicamente francesi che si diffusero poco in Europa

La moda e gli stili dall’800 al 900: abiti femminili e maschili

La moda da inizio Ottocento, fino ad inizio Novecento, subì un enorme cambiamento, sia a livello di stile, che di produzione. L’industrializzazione, la nascita della macchina per cucire, delle riviste di moda e dei grandi magazzini, stravolsero il mercato dell’abbigliamento.

L’abbigliamento femminile dell’800

Le donne indossavano abiti che prevedevano la vita alta che arrivava fin sotto il seno. Le scollature erano generose di forma rotonda o quadrata, mentre gli orli, erano decorati da veli e ricami. Le gonne erano arricchite da un profondo drappeggio raccolto sulla schiena che terminava con uno strascico. Le maniche avevano varie fogge, spesso corte, gonfie e a sbuffo, prevedevano l’utilizzo di lunghi guanti. L’uso dei guanti si diffuse sia per la moda femminile che maschile.

L’abbigliamento maschile dell’800

L’abbigliamento maschile, per diverso tempo, prese riferimento dallo stile inglese. I pantaloni divennero, via via, molto simili a quelli attuali, si continuò ad utilizzare la giacca tagliata a redingote e l’ elegante frac. La fantasia decorativa, invece, si concentrava sui colletti, sulle cravatte e i foulard.

La moda della metà dell’800

Dopo Napoleone, la moda subì un grande cambiamento: il punto vita tornò come prima, fu reintegrato anche l’uso del busto, mentre, la gonna divenne conica e si ingrandì moltissimo, decorata da disegni vivaci e tessuti applicati. La moda femminile dell’epoca si complicò decisamente negli abiti, mentre quella maschile, si delineò in modo sempre più preciso, semplificandosi.

La moda femminile di metà Ottocento

Oltre alle gonne si modificarono anche la maniche che divennero molto grandi, con sbuffi e talvolta imbottiture. Si continuarono ad usare gli scialli di cachemire e mantelline.

Le pettinature divennero composte e molto femminili, raccolte a crocchia, o a gruppi di riccioli. Verso la metà del secolo l’abbigliamento virò di nuovo verso il fasto: per la terza volta nella storia comparve la gonna molto ampia con cerchio sottostante. La crinolina era la gonna composta da tessuto imbottito di crine usata per confezionare la sottogonna rigida di sostegno che, successivamente, verrà sostituita da una vera e propria armatura metallica. Si indossavano fino a 7 sotto gonne.

Per confezionare la crinolina era necessaria una grande quantità di stoffa, specie quando andarono di moda i volant. Tra le stoffe predilette vi furono la seta, il raso, il taffetà, il broccato e, d’estate, il crespo il tulle ed infine la mussolina.

Moda maschile di metà Ottocento

La moda maschile di metà 800 si semplifico nella cravatta, nelle pettinature, nel soprabito che aveva lunghezza tre quarti, e nelle calzature basse. Il colore più in uso era il nero ma si indossavano anche frac blu o marroni, mentre i panciotti, divennero sempre più fantasiosi nei tessuti. A metà secolo, il frac venne riservato per la sera, mentre i pantaloni si allargarono un po’ ed il bastone divenne un’accessori indispensabile. Si utilizzava ancora il mantello.

L’evoluzione della moda e l’industrializzazione

A determinare l’evoluzione della moda contribuirono due fattori: l’incremento del numero di persone con ampia disponibilità economica, e l’industrializzazione. Le fabbriche si svilupparono sensibilmente creando posti di lavoro per impiegati ed operai. I prezzi scesero dando vita a una nuova figura di acquirente. Già da inizio secolo nacquero magazzini di abiti pronti a prezzi differenziati, tra essi ricordiamo Quénin a Parigi; e Korn & Hostrupp ad Amburgo.

La macchina da cucire Singer

Macchina per cucire Singer

Oltre ai grandi magazzini, contribuì alla diffusione della moda di quel secolo anche l’avvento della macchina per cucire prodotta su scala. Isac Singer, americano, mise in produzione la macchina per cucire nota a tutto il mondo. 12 Agosto 1851.

Fu così che vestirsi decorosamente non fu più un lusso esclusivo della casse nobile, dei ricchi e dei borghesi, ma divenne possibile anche per un’ampia fascia della popolazione.

La moda ed il desiderio di distinguersi delle classi borghesi e nobili

Lo stile neoclassico venne abbandonato, le signore iniziarono a portare cappelli con piume di struzzo, le gonne si allargarono enormemente, le maniche divennero fastose e gonfie. Tornarono gli abiti maestosi e pomposi ma il lusso, rispetto al secolo prima, fu meno sfrenato in quanto la borghesia industriale e capitalista non indulgeva in bizzarrie.

La moda veniva seguita in modo accurato. Se veniva lanciata una nuova linea moda con tinta “rosa svenuta” o “sospiro d’estate” o “passione sopita” “polvere delle ruine”, le signore si affrettavano prontamente ad adottarla. Accadeva questo, in quanto la nobiltà e la borghesia ora venivano seguite e copiate anche dalla media borghesia e dunque, seguire la moda mutevole divenne l’unico modo per distinguersi dalla massa.

I giornali di moda

La diffusione della moda e delle nuove tendenze mutevoli, così come di tutte le novità che il mercato offriva, vennero diffuse con estrema facilità dalla nascita delle riviste di moda. Si diffuse l’uso della veletta che conferiva aria di mistero; di biancheria frusciante di seta; l’uso dei guanti, il bastone ed il cappello divennero indispensabili nella moda maschile.

Verso il 1828 nacque la moda del paltò grazie a Gabriel d’Oresey il quale, durante un acquazzone si coprì, comprandola, con una giacca rude di un marinaio (paltok). Il Corriere delle Dame riportò la notizia apostrofandola come “scandalo”. Ma fu di li a poco che il capo, denominato soprabito Chesterfield venne adottato dai Dandy, nacque uno stile elegante che tutt’ora viene seguito.

Il dandismo e lo stile moda Dandy

La nascita degli abiti destinati ai mestiere

Mentre le dame adottarono l’ombrellino ed i guanti per proteggere la pelle dal sole, mentre le pettinature si fecero romantiche e naturali; ed i bambini vennero vestiti con la divisa dell’aristocratico collegio Eton (inglese), che prevedeva calzoni lunghi e giacca poi successivamente calzoni alla marinara; nacquero gli abiti tipici, destinati ai vari mestieri, infermiera, ballerina, medico, panettiere, cuoco, imbianchino, carcerato, marinaio, ufficiale e così via.

In questo secolo diversi abiti divennero tipici e destinati ai vari mestieri, infermiera, ballerina, medico, panettiere, cuoco, imbianchino, carcerato, marinaio, ufficiale e così via.

La moda del primo 900

L’antica nobiltà aveva perso il suo potere. I borghesi e la media borghesia badavano all’estetica: amavano acquistare ed arredare le case, vestire alla moda, circondarsi di servitù. Accanto all’élite vi erano però altre classi sociali che, faticosamente, marciavano verso il benessere. Verso la fine del secolo, ed inizio 900, coesistevano varie mode e molta confusione tra gli stili che si adattarono alle varie esigenze e classi sociali.

Moda e stile abbigliamento femminile 900

La crinolina era stata soppiantata da una sottogonna e da una gonna aderente che rialzava il posteriore e per questo denominata ” cul de Paris“. Il corpino si stringeva verso l’alto per dare risalto al seno. Intano la vita cittadina e l’industrializzazione favorirono la semplicità, questo anche grazie agli abiti pronti che si trovavano in varie fogge nei grandi magazzini.

Il taglio delle giacche era mascolino, i tessuti semplici, la cintura di cuoio, il corpetto con colletto alto, la praticità era ricercata per andar incontro alle donne che conducevano una vita più attiva. Ma negli abiti eleganti la vanità si sfrenava: Silhouette sottili, scollature generose, e strascico deliziavano la vista. Più in là, la gonna si accorcerà, dando importanza alle scarpe con tacco.

Moda e stile abbigliamento maschile 900

Per gli uomini la giacca ed il frac rimasero per lungo tempo, e lo sono tutt’ora, gli abiti più importanti. Come soprabito si adottò un capo denominato finanziera, in alternativa il cappotto Chesterfield con chiusura frontale nascosta, od anche il paltò con la vita segnata. In seguito, per la sera, si aggiunse un capo elegantissimo: lo smoking! Fra gli accessori più diffusi troviamo il bastone ed il cilindro.

La sartoria nel primo novecento: sarti e sarte

La sartoria nel primo novecento

Tramontato il tempo in cui la moda, era lanciata da sovrani e nobiltà, assunsero un ruolo determinante i sarti, tra essi, ricordiamo due grandi nomi come Worth e Doucet. Nonostante esistessero i grandi magazzini e la produzione in serie nacque con l’avvento della macchina per cucire, l’abito sartoriale era ricercato dalle classi più ricche. Nei grandi magazzini diventò possibile reperire di tutto: abiti, scarpe ed accessori, pizzi, biancheria ma anche stoviglie e giocattoli. Ma all’epoca i sarti rivestivano un ruolo di primo piano.

Una vasta clientela animava le sartorie del 900: era composta da coloro che non amavano i vestiti in serie e preferivano gli abiti su misura. In Inghilterra, che ormai da tempo imponeva la sua moda maschile, nacque a Londra una via in cui si riunirono le sartorie principali: Savile Row.

Il ritorno della sartoria femminile

Si diffusero nuovamente anche le sarte per donna che avevano attraversato un periodo di declino durante il regno di Luigi XIV. I sarti e le sarte dell’alta moda si distinsero fortemente dalle produzioni di serie e difesero i loro atelier. In seguito, dovettero riconoscere la competitività della produzione di serie e elevarono il loro operato riservando la loro produzione ai clienti che se la potevano permettere, adottando tessuti di prima qualità, rifiniture eccellenti, e prezzi non per tutti. La differenza tra abito sartoriale e produzione in serie è nota, ed è una qualità che viene apprezzata tutt’oggi.

Nel secolo successivo gli stili di moda attualmente più usati, nacquero e si diffusero risentendo delle influenze sociali, musicali e di ballo.

Utilità: magari vi siete dilungati in questa guida per conoscere l’abbigliamento delle varie epoche storiche ossia la moda e gli stili dall’800 al 900 per pura curiosità e cultura, ma se state cercando qualcosa di vintage o antico da indossare, dei vestiti storici in stile antico li trovate qui in Amazon, altrimenti in questo sito specifico “Vestiti Ottocento“, trovate abiti d’epoca in affitto.

Come fare la focaccia ripiena di verdure o prosciutto con lievito madre

Focaccia ripiena
Focaccia ripiena

Con il lievito madre ci si diverte proprio: si possono fare pizze condite, focacce e pizze bianche ed anche stupende focacce ripiene con all’interno delle golosità a scelta, che racchiudono affettati come, crudo cotto, salame, oda anche, verdure e formaggi, o quel che preferite. L’importante è che la focaccia ripiena, realizzata con lievito madre e fatta lievitare 24 – 48 ore sarà digeribile e non vi resterà sullo stomaco, come spesso accade con prodotti lievitati in modo diverso e con lievitazione veloce. Ma vediamo come fare la focaccia ripiena.

Come fare la focaccia ripiena di verdure o prosciutto

La focaccia farcita in foto è stata riempita con verdura, salsiccia e mozzarella. Le verdure che ho usato io, sono degli spinaci ma la si prepara anche con broccoletti, verza, ed altro a vostro piacere. Gli spinaci sono stati lessati e ripassati in padella con un filo di olio e sale. Nulla di più. Le salsicce sono magre, di maiale e senza lattosio. Per preparare questa focaccia ripiena od altre focacce ripiene dovrete utilizzare preferibilmente, il lievito madre, il lievito di birra o, se non avete lievito seguire questa ricetta: come fare pane, pizza e dolci senza lievito: 3 modi! Per chi ha il lievito madre, invece procedete al rinfresco ed iniziate la preparazione.

Impasto pizza
Impasto pizza e focaccia

Preparazione dell’impasto e farcitura ingredienti

Gli ingredienti sono semplici e per rendere la focaccia più bella ho preferito utilizzare una teglia rotonda, ma potete usare quella che avete indipendentemente dalla forma che possiede.

  • 200 grammi farina 0 o doppio 00
  • 200 grammi lievito madre rinfrescato
  • 150 grammi fecola di patate
  • 150 grammi farina di forza Manitoba 0
  • 350 grammi di acqua in bottiglia naturale
  • 2 cucchiai olio d’oliva d’oliva
  • 1 cucchiaio miele liquido
  • 1 cucchiaino sale
  • Farcitura a scelta
  • 2 cucchiai di olio d’oliva
  • Vino bianco per la cottura delle salsicce

Per la farcitura ho usato 2 salsicce spellate e schiacciate, cotte in un pentolino con un goccio di vino bianco e scolate del liquido. Ho aggiunto 1 mozzarella e circa 150 gr di verdura.

Preparazione focaccia ripiena con lievito madre (o altro)

Rinfrescate il lievito madre fatene due panetti uno per altre preparazioni ed uno per la focaccia e dopo 2 ore preparate l’impasto. Sciogliete il lievito madre (o altro lievito) in 150 gr di acqua tiepida, mescolare e lasciare riposare 5 minuti. In mezzo bicchiere di acqua tiepida aggiungete il miele; versatelo nell’impasto e lasciate riposare pochi minuti. Aggiungete fecola e farine. Addizionate l’altra acqua circa 100 150 gr il sale, l’olio ed impastate fino ad ottenere una pasta elastica.

Preservate la superficie

Ungete la superficie per evitare che asciughi e coprite il contenitore con pellicola per alimenti. Ponete sotto la lucina della cappa o nel forno a luce accesa. Lasciate riposare mezz’ora e fate delle pieghe all’impasto. Questo per due o 3 volte. Vedrete l’impasto diventare liscio. E’ pronto per poter riposare un paio di ore e poi essere messo in frigo per 24 48 ore. Tirate fuori dal frigo circa 3/4 ore prima di preparare la focaccia.

Focaccia farcita da cuocere

Farcire la focaccia e cuocere

Dopo una bella lievitazione che avrà dato vita ad un impasto di facile digeribilità, si procede come segue. Dividete l’impasto in due senza manipolarlo. Allargatelo con le mani e stendetelo sulla teglia unta. Continuate ad allargarlo con la punta delle dita senza eliminare le bolle d’aria che si sono formate. Steso il primo strato di impasto, salatelo un poco e farcite con la verdura, la salsiccia e la mozzarella.

Allargate il secondo impasto sempre con le “mani in aria”; stendetelo sopra tirandolo un poco fino a coprire tutta la superfici. Chiudete bene i bordi pigiando con le dita il bordo. Spennellate con un poco di olio e condite con un pizzico di sale. Fate dei piccoli forellini in superficie con la forchetta. Infornate a 230 gradi (forno statico) programma pizza se l’avete, per circa 15/20 minuti. Controllate la cottura.

Come fare la focaccia ripiena di verdure o prosciutto

Togliete dal forno. Tagliate in triangoli e servite in tavola questa bontà salata. La bellezza delle preparazioni molto lievitate (24 48 ore) con lievito madre è che risultano molto digeribili per tutti e sono davvero molto buone, non hanno quel retrogusto che spesso altri lieviti lasciano.

Vi potrebbe interessare anche questa ricetta della focaccia con pomodorini ed olive:

Giardino pensile in ombra come fare: 5 consigli utili

Giardino e terrazzo in ombra
Giardino e terrazzo in ombra

Avete un piccolo balcone, un terrazzo od anche un giardinetto esterno di piccole dimensioni che si trova esposto a nord, o subisce l’incombenza di muri e pareti che lo mettono in ombra? Non vi preoccupate! Ci sono tecniche utili e suggerimenti su come fare e quali piante inserire in un contesto di questa tipologia, realizzando comunque un bel giardino pensile in ombra: come fare? Vediamo i 5 consigli utili per la sua realizzazione!

Giardino pensile in ombra come fare: 5 consigli utili da considerare

Non tutti i balconi, i terrazzi ed i giardini, godono di esposizione ottimale. Ma se da un lato un giardino in ombra, o semi ombra, può costituire un problema per alcune piante, sappiate che anche i terrazzi ed i giardino in pieno sole rappresentano un grosso problema per altre tipologie di piante e che, in ambo i casi, è necessario correre ai ripari e scegliere le piante più idonee al clima e all’esposizione dell’ambiente esterno da allestire con fiori e piante, sia esso un piccolo giardino o un terrazzo. Vediamo i 5 consigli utili per allestire un piccolo spazio verde in ombra.

  • 1) Colore dei muri. La prima cosa da fare è senza dubbio quella di considerare i colori delle pareti che strutturano e compongono lo spazio esterno da allestire. E’ buona norma tentare di catturare e dare luce. Utili a questo scopo si rivelano le pareti bianche e gli specchi. Anche piccole vasche d’acqua o fontane, assolvono pienamente tale funzione.
  • 2) Specchi e fontane. Ovviamente, ogni scelta va fatta con attenzione collocando un eventuale fontana o uno o più specchi in punti strategici, ed esteticamente gradevoli. Immaginate, ad esempio, un grande specchio con cornice in mosaico, posto sul fondo di una parete in posizione centrale con due colonne laterali sulle quali svettano due grandi vasi con piante verdi ricadenti: l’effetto estetico sarà ottimo mentre, le pareti laterali e frontali avranno una migliore quantità di luce riflessa. Sotto lo specchio poi potresti porvi una fontana rettangolare lunga quanto lo specchio stesso, non molto larga con acqua ricadente su parete e convogliata in un bacino sottostante più profondo. Oltre ad un piacevole effetto estetico ne ricaverete anche uno funzionale.
  • 3) L’aiuola centrale e le aiuole laterali. Quando lo spazio è davvero molto ridotto, si può puntare su due tipologie di allestimenti. Il primo, prevede una grande aiuola centrale e pavimentazione che circonda la stessa; (in alternativa andrà bene anche la ghiaia specie se si tratta di un giardinetto esterno e non di un terrazzo / balcone. Un vaso in un angolo, e alcuni rampicanti posti su una sola parete scelta con attenzione completeranno l’allestimento. La seconda soluzione prevede, invece, l’allestimento di vasi e rampicanti sulle pareti laterali e lascia libero il centro per potervi collocare magari un tavolino e alcune sedute utili a vivere lo spazio esterno.
  • 4) Sfruttare i rampicanti ed il verde verticale. Quando gli spazi esterni da allestire ed arredare sono ridotti, è bene sfruttare l’estensione verticale delle piante rampicanti. Poche fioriere in terra, alcuni vasi con piante ricadenti sui muri, ed il verde arricchirà il terrazzo con semplicità, senza occupare troppo spazio. Tra le specie che si adattano bene in ombra troviamo anche il ficus repens o ficus pumila, l’edera (helix) alcuni rampicanti come la vite americana (Parthenocissus tricuspidata) che in autunno si tinge di rosso. L’Ortensia rampicante è un’altra pianta spettacolare che regala copiose fioriture; come anche la pervinca, un rampicante perenne con fiori lilla di origine europea. Infine, anche alcune Clematidi dalle fioriture suggestive possono essere collocate in ombra. Ma le specie che vivono bene all’ombra sono molteplici, non solo rampicanti dunque, ma anche numerose piante da fiore.
  • 5) Le piante da fiore e le piante verdi. Come abbiamo visto precedentemente, molto rampicanti per giardino e terrazzo si adattano bene a vivere in ombra ed avrebbero problemi, invece ad essere collocati in sole pieno. Allo stesso modo anche alcune piante verdi e piante fiorifere prediligono l’ombra o la mezz’ombra. Tra essi ricordiamo i ciclamini, le fragole, l’Aralia. Bellissima anche la “stellina odorosa” nota come Asperula il cui nome botanico è Galium Odoratum che regala fiori bianchi molto profumati. Ma si adattano all’ambra anche specie più note come L’Elleboro dai fiori bellissimi, Lo Zenzero selvatico (Asarum), la Felce, le Impatiens muti-colori da allestire in ciotole appese nelle diverse varietà a fiori medi e a fori grandi (ve ne sono circa 5000 specie tra cui scegliere). Molto indicate anche le ortensie erette in vaso, da collocare in orci come elemento caratterizzante dalla ricca fioritura. Utili anche accessori come innaffiatoio in latta o colorati, cesti e panieri, lampade e lanterne e piccoli decorativi alberelli come i bonsai.
Giardino pensile in ombra come fare: 5 consigli utili – Accessori utili: lampade, lanterne, vasi in ceramica e coccio, innaffiatoio.

Altre piante erbacee perenni

Tra le specie indicate, alcune sono piante a foglia caduca, come le ortensie e la vite americana, altre sono da fiore ma stagionali o biennali. Per avere un giardino sempre verde in grado di regalarci fioriture tutto l’anno e bacche, è consigliabile alternare le specie fiorifere e verdi da installare. I ficus ad esempio, vi regalano foglie verdi persistenti, sia che si adotti la varietà piccola rampicante (repens) sia che si scelga un bel Ficus elastica, o un Ficus Lyrata o Pandurata dalle foglie grandi. Anche l’arancio messicano (Choisya Ternata), è una pianta, come tutti gli agrumi, che costituisce uno sfondo sempre verde durante tutto l’anno e non richiede, al contrario degli agrumi stessi, il sole. Altre piante erbacee perenni sono gli Anemoni (Anemone hupehensis); la Brunnera Macrophylla con le sue belle foglie a forma di cuore ed i piccoli fori azzurri che sbocciano in primavera. Molto longevo e resistente, adatto alle posizioni in ombra si rivela anche l’Helleborus sp insieme alle caratterizzanti le Felci.

felce selvatica
Felce selvatica- Polipodio o Polypodium vulgare “pianta fitoterapica!

Legenda utile per giardini e terrazzi in ombra

Alcune persone non hanno il così detto “pollice verde”. In tal caso, affidarsi ad una ditta specializzata, o chiedere consiglio ad un vivaista di zona, per la scelta delle piante più adatte, può costituire una valida soluzione. Ad ogni modo abbiamo preparato una legenda utile per giardini, terrazzi e balconi in ombra che potete seguire con facilità.

La legenda prevede un gruppo di piante centrali, un elemento caratterizzante su un lato che potrebbe essere un ortensia, un azalea, o un bel rododendro, e una parete di fondo con piante rampicanti in vaso, o in aiuola. Se le dimensioni dello spazio sono molto ristrette, si potrà eliminare il gruppo di piante centrali e dislocarne alcune su di un lato, con alcuni esemplari collocati in panieri appesi al soffitto e alla parete.

  • 1) Ortensia
  • 2) Aralia
  • 3) Arancio messicano
  • 4) Macleaya cordata
  • 5) Lamio
  • 6) Felce
  • 7) Brunnera Macrophilla
  • 8) Anemone
  • 9) Ciambellaria
  • 10) Ortensia rampicante
  • 11) Edera

Ovviamente, potrete ridurre il numero delle piante, sostituirne alcune, e collocarle anche in modo diverso. Vi conviene pianificare tutto su carta prendendo bene le misure della superficie da allestire e prender spunto dalle specie citate. Anche scegliere il terriccio giusto in base alle piante da alloggiare è molto importante.

Piante tappezzanti in ombra

Un’alternativa valida, per chi ama i giardini rocciosi o piccoli angoli allestiti in tale stile, è costituita dalle piante tappezzanti. Piccole, striscianti e molto belle, ve ne esistono diverse specie, e tra esse, alcune sono adatte ad essere collocate in zone in ombra. Leggete questo articolo: Piante tappezzanti quali sono e come sceglierle e vi troverete un elenco tra cui scegliere quelle che amano collocazioni in ombra.

campanula dei carpazi giardini rocciosi
campanula dei carpazi giardini rocciosi

Conclusioni

Insomma, pensare che un piccolo spazio verde, collocato all’ombra non possa dare grandi soddisfazioni è sbagliato. La natura ci ha regalato tante di quelle specie fiorifere e non, che si adattano perfettamente alla coltivazione in ombra e che vi regaleranno fiori, verde e natura durante tutto l’anno. L’importante è scegliere bene le specie da piantare, considerare i 5 consigli utili per un giardino pensile in ombra e ne rimarremo molto soddisfatti. Se non avete molta dimestichezza provate a seguire la legenda.

Chi erano i Samurai e come vestivano questi guerrieri

Samurai a cavallo
Samurai a cavallo

I samurai nacquero in Giappone per servire l’aristocrazia. Si trattava di guerrieri del Giappone feudale. Una tradizione che subì nel tempo, varie modifiche, esattamente come la figura femminile della Geisha. Il nome samurai deriva dal verbo saburau che significa letteralmente “servire, servitore.” I samurai servivano un signore nobile denominato daimyō, ma alla sua morte il samurai senza padrone prendeva il nome di rōnin, ossia “uomo onda o uomo libero”, indicando con questo nome, che era libero da vincoli.

Chi erano i Samurai

I samurai costituivano, senza dubbio, una casta istruita e ben colta che praticava varie discipline. Oltre alle note arti marziali che li distinguevano per forza e coraggio, si dedicavano all’arte della scrittura denominata shōdo, all’arte del tè conosciuta come cha no yu, e praticavano lo zen. Verso la metà dell ‘800 quando la famiglia Tokugawa detennero il potere politico, i samurai divennero tutti dei rōnin e, molti di loro, si abbandonarono a barbarie e saccheggi.

Ma alla fine del periodo denominato EDO i samurai tornarono a servire i daimyō e gli shōgun ma, in questo caso, la loro spada venne usata solo per riti e cerimoniali. L’esercito tradizionale giapponese soppiantò, nel tempo, la figura del samurai, di essi rimane però il codice d’onore “bushidō” che racchiude principi di comportamento e principi morali.

Chi erano i Samurai e come vestivano questi guerrieri

Come vestivano i samurai: gli abiti e le spade

Uno degli abiti più in uso in Giappone è senza dubbio il Kimono, adottato dalle geishe ma anche da nobili in fogge diverse, e dai samurai. Usato per riti religiosi e cerimonia, sopravvive nella odierna popolazione. Nel periodo EDO alcuni uomini nobili del medioevo e i Samurai indossavano l’hacama, una lunga gonna pantalone prodotta in due varianti: le umanori e le gyoto hakama. Le hakama con 7 pieghe: 5 sul fronte e 2 sul retro, aperte sul davanti, indumento usato anche dai praticanti delle arti marziali.

I Samurai indossavano l’hacama

L’hacama e le sue 7 pieghe

Le pieghe avevano un significato ben preciso che gli attribuiva una specifica virtù, tra esse saggezza (Chi), lealtà (Ku), pietà (Kon), armonia, affetto, fiducia, giustizia (Gi), etc.

L’hacama è realizzato in seta ed è di colore bianco e nero, o grigio e nero. L’hacama viene indossato insieme ad un chimono, un capo che riportava diversi stemmi familiari sul retro e sulle spalle, chiuso dalla cintura obi. Il samurai indossava anche dei calzini bianchi, un sotto chimono bianco, e dei sandali di paglia.

Samurai in armatura

Le armi dei samurai

Le armi in dotazione ai samurai erano molteplici, tra esse, la katana che si riteneva contenesse l’anima del samurai. Per portare la katana i giovani samurai dovevano raggiungere l’età di 13 anni e celebrati con la cerimonia genpuku durante la quale, gli veniva assegnato un nome da adulto ed un arma chiamata wakizashi. Katana e wakizashi prendono il nome di daishō, ossia “grande e piccolo” e potevano essere portati dalla classe al vertice della piramide militare “buke”.

Nel 1523 fu infatti vietato ai cittadini comuni, di portare due spade anche perché prima della riforma chiunque poteva diventare samurai. Altra arma del samurai fu l’arco (XII sec.) e, in un certo periodo storico, anche il moschetto (XVI secolo). Insieme all’arco molto potente, si usava anche uno scudo denominato tedate e realizzato in legno.

Nel XV secolo divenne di uso comune, e molto popolare, anche un’altra arma, la Yari, ossia una lancia. Ma nelle battaglie, quella che trovava maggior riscontro era sempre la katana.

Armatura Samurai

La vergogna ed il suicidio dei samurai karakiri – harakiri

In Giappone si diffuse il rituale di suicidio denominato seppuku (taglio dello stomaco), ben noto nel mondo occidentale come karakiri, erroneamente così pronunciato in italiano, in realtà si scrive correttamente harakiri. La scelta del ventre era dovuta al fatto che si riteneva che quest’ultimo fosse il luogo in cui risiedeva l’anima. Tagliarlo, voleva dire portare allo scoperto l’anima e dimostrare che fosse pulita. Infatti il karakiri, harakiri o seppuku si praticava con un rituale codificato, quando era necessario espiare una colpa commessa, o per sfuggire ad una morte disonorevole, magari per mano dei propri nemici.

Nel periodo che va dal 600 alla metà dell’ 800 nel periodo Edo, questa pratica fu applicata anche nelle sentenze e condanne di morte in cui, il condannato, si toglieva da solo la vita. Il cerimoniale del seppuku prevedeva la posizione in ginocchio ed un taglio del ventre operato da sinistra verso destra e poi verso l’alto.

Spesso un fidato compagno, assisteva al rituale e completava il tutto con il taglio della testa immediato, questo per evitare che il dolore ne sfigurasse l’espressione del volto. Nella seconda guerra mondiale, dopo la sconfitta del Giappone, molti ufficiali con origini samurai si tolsero la vita in questo modo.

Fiori di ciliegio “Sakura” e i samurai: l’emblema

Il fiore di ciliegio o Sakura venne adottato come emblema dalla casta dei samurai. Esso rappresenta infatti la bellezza della vita e la sua caducità. Il ciliegio fiorisce e i fiori splendono come un samurai con la sua armatura, ma allo stesso modo i fiori cadono dopo la fioritura, mentre il samurai può morire per mano del nemico. Il sakura era anticamente venerato.

Credit foto Di Raimund von Stillfried – german wikipedia

Biscotti casarecci misti: cioccolato e bianchi senza latte

Biscotti casarecci misti: cioccolato e bianchi senza latte
Biscotti casarecci misti: cioccolato e bianchi senza latte

Ho preparato questi biscotti senza latte e devo dire che, tra i tanti che ho provato a fare, questi sono davvero i migliori in assoluto. Ho aggiunto una variante all’impasto ed ho ottenuto dei biscotti casarecci misti buoni, friabili e semplici da preparare. La presenza di poche uova e di olio di riso li rendono leggeri e non molto calorici, sono adatti a tutti e davvero molto gustosi. Vediamo come preparare dei biscotti casarecci misti: cioccolato e bianchi senza latte.

Biscotti bicolore vaniglia e cacao

Biscotti casarecci misti: cioccolato e bianchi senza latte Ingredienti

  • 200 gr di farina 00
  • 100 gr d fecola di patate
  • 150 gr di Manitoba
  • 150 gr di zucchero
  • 20 – 30 gr zucchero canna fine
  • 1 bustina di vaniglia (o fialetta)
  • 2 uova
  • 100 gr di olio di riso
  • 100 gr di cacao
  • 1 bustina lievito (acqua tiepida meno mezzo bicchiere)
Biscotti rustici tutorial di Notizie in Vetrina

Preparazione dei biscotti casarecci

La ricetta è davvero semplice e potrete utilizzare sia farina 0 che doppio 00. Vi consiglio di miscelarla sempre insieme alla Manitoba quando fate i dolci perché si ottengono risultati migliori. Sbattete le due uova insieme allo zucchero e amalgamate, piano piano, tutti gli ingredienti. Il lievito andrà disciolto in poca acqua tiepida e poi aggiunto all’impasto.

Impasto per biscotti rustici in preparazione

La consistenza dell’impasto è solida, e a forza di lavorarlo diverrà morbido quando basta per rendere possibile la preparazione dei biscotti rustici di due colori. Una volta ottenuto l’impasto lo divideremo in due parti, 1 bianca che rimarrà cosi, ed una invece al quale aggiungeremo 70 grammi di cacao in polvere con aggiunta di due cucchiai di acqua. Mescolate il tutto ed amalgamate. Create una palla di impasto bianca ed una marrone. Dividete ancora i due impasti e cominciate a lavorarli facendo dei rotolini che andrete via via a far diminuire di spessore fino a portarli a circa 1 centimetro.

Rotolini per biscotti rustici bicolore

Lavoriamo l’impasto e facciamo i biscotti rustici

Una volta ottenute diverse strisce di due colori le dovremo tagliare per creare ciambelle e biscotti bianchi o al cacao. Nel caso in sui invece volessimo preparare dei biscotti di due colori bicolore cioccolato e vaniglia allora dovremo procedere come segue: intrecciare uno su l’altro i due rotoli (bianco e cacao) per formare i biscotti con i due impasti, bianco alla vaniglia e cioccolato.

Come arrotolare i due impasti insieme per ottenere i biscotti bicolore rustici

Con delicatezza stringiamo la maglia dei due rotoli e poi procediamo al taglio ottenendo dei biscotti più o meno lunghi. Poi li passiamo nello zucchero di canna fine schiacciandoli in poco con le dita per ottenere una superficie piana e uno spessore regolare.

I biscotti posti in una teglia rivestita con carta da forno, andranno infornati a 170 gradi per circa 15 minuti o poco più. Fateli raffreddare e serviteli. Dolcetti semplici da realizzare e davvero molto buoni, adatti anche a chi ha intolleranza o allergia al latte e ai suoi derivati.

  • Tempo di preparazione 5 minuti l’impasto, 15 /20 minuti la preparazione dei biscotti, 20 minuti di cottura
  • Calorie medie 300 per 100 gr
  • Costo 1,50 / 2,00 euro per 700 grammi di biscotti

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Come fare fioriere shabby chic con i pallet

Fioriera shabby chic fai da te
Fioriera shabby chic fai da te

Diverse volte vi ho parlato di come i pallet siano delle strutture in legno molto versatili, adatte alla creazione di mobili, come ad esempio divano, letto in pallet e librerie, ma anche utili per la creazione di giardini verticali e comode fioriere, Proprio in questi giorni ho approfittato delle belle giornate di sole per dar vita a due fioriere shabby chic per il mio giardino, realizzandone una più piccola su due piani ed una su tre piani. Ma vediamo insieme come fare fioriere shabby chic con i pallet per alloggiarvi piantine da fiore o da orto, creando un bell’angolo verde molto piacevole ed utile.

Come fare fioriere shabby chic con i pallet: materiali necessari

Le idee per riciclare i bancali ed i pallet sono davvero moltissime, basta dar spazio ad un po’ di fantasia e le creazione che si possono realizzare con il fai da te, sono davvero molteplici. Mi piace parlare di riciclo in quanto si utilizzano materiali dandogli nuova vita in modo sostenibile ed amico per l’ambiente. Avendo dei pallet da riutilizzare ho pensato di creare delle strutture funzionali per le mie piantine da orto e soprattutto per le fragole. Ho voluto dargli un’impronta shabby e dunque ho acquistato una vernice apposita per le verniciature shabby chic.

Progettazione e materiali necessari

Prima di procedere con la progettazione è bene avere ben chiaro l’idea che si desidera realizzare. Quindi consigliabile realizzare su carta il progetto finale che dovrà risultare sia estetico che funzionale adatto alla tipologia di piantine che la fioriera shabby chic con i pallet dovrà ospitare.

Dedicare tempo alla pianificazione progettazione della fioriera con pallet consente di risparmiare evitando sprechi e spiacevoli sorprese in fase di assemblaggio. Ad esempio si dovrà tenere conto del peso della terra da inserirvi e delle dimensioni / peso delle singole piantine e se necessario la struttura andrà rinforzata.

Andrà anche considerata l’estetica globale in relazione al fatto che le piantine tenderanno ad allungarsi in altezza o a crescere ricadendo e quindi potreste decidere di integrare dei supporti laterali. Infine fate bene mente locale sugli strumenti necessari per la realizzazione, sui materiali e su ciò che avete o che vi manca.

Fioriera shabby chic: dettaglio vasca con fragole
  1. Non servono molte cose ma, ovviamente, vi occorrono dei pallet che potrete rimediare in qualche magazzino, negli smorzi o acquistarli. Chiedete ai negozianti di zona e sicuramente troverete qualcuno che deve liberarsi di pallet in eccesso.
  2. Oltre ai pallet vi occorre della vernice shabby chic.
  3. Carta vetrata a grana grossa e a grana media per carteggiare le superfici.
  4. Un panno per spolverare le superfici
  5. Dei pennelli per verniciare
  6. Retina semi-adesiva in rotolo (come aggrappante ma soprattutto per celare le fessure).
  7. Fondo bituminoso (lo trovate agli smorzi o nei negozi per il fai da te).
  8. Martello e chiodi.
  9. Sega.
  10. Terra da giardino.
  11. Piante.

Fioriere shabby chic con i pallet: procedimento

Per iniziare dovrete decidere che tipologia di fioriera volete realizzare: a due piani a 3 piani, a 6 piani (sovrapponendo 2 pallet), a vasca bassa o doppia, con spalliera, con base o senza e così via. io ho deciso di realizzarne due di diverso tipo. La prima fioriera shabby che ho realizzato è a soli due piani e contiene 4 vasche non molto alte; è caratterizzata da una base ampia che consente di poggiarla a anche a pavimento, ed una spalliera sulla parte posteriore della vasca alta.

Estetica e funzionalità fioriera con i bancali

La scelta di pallet sani e ben strutturati è molto importante in quanto i dettagli potranno fare la differenza nella trasformazione di semplici bancali in fioriere. La varietà di colori delle piante gioca un ruolo fondamentale e potrà conferire un aspetto vivace ed armonioso alla creazione. pensate ad esempio a combinazioni cromatiche che vadano dal verde intenso delle foglie di rosmarino al rosso brillante delle fragole mature. Potrete anche decidere di appendere dei piccoli vasi con piante ricadenti alla fioriera per conferirle un aspetto ancora più incisivo.

Pianificare la fioriera: altezza, grandezza, vasche

La seconda fioriera shabby chic, invece, è a tre piani ed ha 6 vasche. Il piano superiore è stato “raddoppiato” con delle stecche di legno creando una vasca più profonda in cui poter alloggiare una quantità maggiore di terra.

Attenzione perché potete scegliere di inserirvi direttamente la terra od optare per dei vasetti poggiati all’interno o appesi all’esterno. Reperite qualche tavola di legno in più e asportate dal pallet le tavole che si trovano a livello intermedio (una si, una no).

Con queste tavole dovrete chiudere la parte inferiore delle vasche. Poi con un trapano realizzerete 1 o 2 fori di scolo (se volete).

Fioriera shabby chic fa da te a 3 piani 6 vasche

La fioriera fai da te in foto è stata realizzata alzando la vasca in alto con delle tavole e rendendola così molto più profonda. Essa accoglierà delle piante a crescita più vigorosa. Le vasche sottostanti profonde circa 10 centimetri, sono adatte per le fragole, per le aromatiche di piccole dimensioni e per le piantine in crescita da trapiantare. Visionate il video tutorial sulla realizzazione di una fioriera con i bancali per comprendere meglio il procedimento in sequenza.

Materiali e procedimento

Importante essere attenti ed utilizzare durante le fasi di lavorazione, sia dei guanti protettivi, che una mascherina. Se operate al chiuso, areate l’ambiente. Applicare il bitume in orari in cui il sole non è alto in modo che l’asciugatura avverrà in modo più uniforme.

Dopo aver steso il fondo bituminoso, è possibile intensificare l’effetto shabby chic controllando la quantità di vernice con sei passate. Meno vernice in alcune aree può esaltare il naturale invecchiamento del legno, dando alla vostra fioriera un fascino rustico ancor più marcato. Questa tecnica sapientemente dosata conferirà un aspetto vissuto e autentico, perfettamente in linea con lo stile desiderato.

  • Con un po’ di colla vinilica, martello e chiodi, cercate di posizionare al meglio le tavole, se occorre segatene eventuali parti eccedenti (che non dovrebbero esserci, tranne che se usate tavole aggiuntive come abbiamo fatto noi). Lasciate asciugare.
  • Il giorno seguente applicate la retina e poi spennellate il fondo bituminoso. Noi (mio marito ed io,) abbiamo utilizzato una resina apposita fatta per isolare i tetti, ma essendo costosa, è consigliabile adottare del semplice bitume. Serve per isolare il legno. Lasciate asciugare.
  • Una volta asciugato il tutto, potrete carteggiare bene le superfici, spolverarle e passare a pennello, in modo non regolare, la vernice shabby chic. Io l’ho passata sia sul fronte che sul retro per proteggere il legno. Potete rifinire con cera o lasciare così.
  • A questo punto, ad asciugatura completa, ponete a parete 2 stop per posizionare le fioriere shabby chic, riempitele di terriccio appropriato o di vasi, piantate le vostre piantine preferite facendo attenzione a porre quelle che crescono in altezza sulla parte superiore. Potrete anche intercambiare le piante, specie se optate per i vasi estraibili e non per la terra inserita direttamente nella vasca.

E’ un lavoro semplice da realizzare, poco impegnativo, e dal risultato davvero molto piacevole. Vi lascio il video tutorial riassuntivo dei passaggi da fare per realizzare le vostre fioriere shabby chic fai da te. Il post sotto invece, vi illustra come realizzare un intera parete con il pallet, senza verniciatura, inserendo direttamente i vasi, quindi una parete in pallet senza fondo di chiusura dei piani.

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Il Ricino o Ricinus communis pianta arbustiva fitoterapica antica

Ricino foglie
Ricino foglie

Il Ricino si distingue per le sue belle foglie grandi di color rosso scuro che la rendono nota, oltre che per le sue proprietà lassative. Si tratta di una pianta che appartiene alla famiglia delle Euphorbiaceae, arbustiva come portamento, originaria delle regioni tropicali, attualmente inselvatichita in quasi tutte le regioni della terra. Le zone di principale produzione mondiale del ricino sono l’India, la Cina ed infine il Brasile. Ha portamento eretto foglie estetiche e frutti tossici; ma vediamola nel dettaglio.

Il Ricino o Ricinus communis

Il ricino presenta una grande radice a fittone, un fusto eretto di color rosso scuro che, a seconda dei luoghi, può rimanere erbaceo, diventare legnoso, fistoloso od anche ramificato conferendo alla pianta un’aspetto molto elegante. La forma delle sue foglie ricorda quello delle foglie dell’Aralia ma il colore e la consistenza delle stesse sono diverse.

  • Le foglie del ricino sono molto particolari, alterne sul fusto, munite di stipole alla base del lungo picciolo che risulta ricoperto da ghiandole.
  • I fiori del ricino sono monoici, formati da glomeruli in raceni terminali a forma di pannocchia.
  • Il frutto è costituito da una capsula di forma trilobata a 3 logge, ognuna delle quali contiene 1 seme liscio di color rosso bruno, lucente, ellittico, che risulta avere superficie convessa da un lato, e concava dall’altro.
Il Ricino o Ricinus communis pianta arbustiva fitoterapica antica – Frutti contenenti i semi

Parti utilizzate della pianta del Ricino e composti

Prevalentemente, del ricino si utilizzano i semi ben noti per le loro proprietà, ma velenosi se utilizzati o assunti accidentalmente. Per questo motivo si sconsiglia l’uso di questa pianta in giardini in cui vivono i bambini. La parte utilizzata del ricino è costituita dai semi.

Composti chimici e proprietà del ricino

Il ricino contiene numerosi composti chimici, primo fra tutti la ricina; ricinina, lipasi, ricinoleina, proteine, stearina, palmitina, acido ricinooleico, acido isoricinoleico, acido tossistearico, chimasi. A questa pianta dal bel portamento, vengono riconosciute proprietà emollienti e purgative.

Modalità d’uso del ricino

E’ ben noto l’olio di ricino utilizzato come purgante. Ma si trovano composti a base dei suoi principi attivi sotto forma anche di capsule, clistere, pomata, ed infine, supposte. L’olio di ricino non da luogo a congestioni, stimola la mucosa enterica dell’intestino e la peristalsi con contemporanea lubrificazione delle pareti intestinali.

Coltivazione del ricino

Si tratta di una pianta dall’aspetto estetico molto piacevole dovuto alla bellezza del suo fogliame. Le foglie sono molto grandi e dal piacevole color porpora. Non ha grandi esigenze in termini di terreno, e coltivazione. Si adatta facilmente ad ogni terreno ed esposizione ma predilige terreni ricchi e ben drenati. Si propaga per seme in primavera. cresce rapidamente. Ama posizioni sia soleggiate che in mezz’ ombra.

Curiosità sul Ricino

Dai semi di ricino sgusciati si ottiene, mediante spremitura a freddo, il noto olio di ricino. Durante questa operazione rimane nel pannello, come residuo di spremitura, la temibile fitotossina ricina che è velenosa allo stesso modo della stricnina. L’olio invece così trattato risulta completamente atossico e può essere usato anche per i bambini, come blando purgante. Il suo odore ed il suo gusto risultano comunque sgradevoli.

I semi di ricino non devono mai essere ingeriti considerando che la loro ingestione in numero di 5 o 6 può uccidere un bambino di 10 anni, mentre una decina di semi sono in grado di uccidere un uomo. Non esistendo un antidoto specifico non esiste possibilità di salvezza.

Note storiche

Una pianta molto antica che, già in tempi lontani, in Egitto veniva ampiamente utilizzata. Sono stati trovati semi di ricino in tombe egizie risalenti al 4000 a.C.. Annotazioni scritte circa tale pianta le si trovano in Erotodo che narra usi e costumi del popolo egizio. L’olio di ricino veniva utilizzato nell’antichità per ungere il corpo e per le lampade. Anche in India, attualmente grande produttore, l’uso dell’olio di ricino ha antiche radici. Si trovano notizie certe risalenti al 2000 a.C. sempre adottato come lassativo e per alimentare le lampade ad olio.

Pasta ai funghi e broccoletti: penne ortolane

Pasta ai funghi e broccoletti: penne ortolane
Pasta ai funghi e broccoletti: penne ortolane

La pasta con le verdure costituisce un’ottima alternativa al sugo di pomodoro, ed è perfetta per chi deve tenersi alla larga dalle istamine che vengono rilasciate per via del pomodoro. Il sugo è buono, ma non fa sempre bene. L’alternativa dunque, ci viene, in questo caso, dalle verdure e, in particolar modo, da funghi e broccoletti insieme a tanti odori dell’orto. Da qui il nome penne all’ortolana. Vediamone gli ingredienti e la ricetta per questo primo piatto di pasta alternativo e davvero molto gustoso.

Ingredienti: pasta ai funghi e broccoletti: penne ortolane

Dose per circa 4 persone.

Gli ingredienti sono fondamentalmente questi, ma potete aggiungere anche della pancetta a cubetti, o una salsiccia in cottura, e poi successivamente anche provolone o pecorino per irrobustire il sapore a fine preparazione. In genere con i broccoletti si prepara la pasta pugliese con le orecchiette, magari un ottima pizza e salsiccia, ma anche la pizza o rustico salato. In realtà gli impieghi di questa verdura sono davvero molteplici, dai rustici ,alle ministre, fino al classico contorno.

  • 400 gr di penne;
  • sale grosso;
  • sale fino;
  • pepe;
  • olio;
  • broccoletti 150 / 200 gr precedentemente cotti;
  • funghi 2 grandi;
  • odori: prezzemolo, carota, cipolla, sedano;
  • vino bianco 2 cucchiai.

Penne ortolane preparazione

Personalmente preparo questi piatti alternativi di pasta o riso, quando ho un po’ di verdure avanzate dal sapore intenso come i broccoletti. Aggiungo 2 funghi tagliati molto sottili e lascio dorare in olio d’oliva caldo insieme agli odori tagliati finemente: cipolla, sedano, carota, aggiungendo poi alla fine il prezzemolo insieme ai broccoletti tagliati finemente ed ai funghi. Se volete un primo più ricco potete anche aggiungere della pancetta a cubetti o 1 salsiccia spellata e schiacciata. Salate e pepate a dovere. Versate 2 cucchiai di vino bianco e lasciate sfumare.

Intanto, portate a bollore l’acqua in una pentola abbastanza grande. Salate, e versate la pasta. Lasciate cuocere circa 8 / 10 minuti, ma dipende dal tipo di penne (marca e grano). Scolate la pasta e ripassatela in padella con il condimento preparato in precedenza.

Pasta ai funghi e broccoletti: penne ortolane

Servite in tavola la pasta ai funghi e broccoletti: penne ortolane, ed accompagnate questo primo piatto con un secondo a base di carne, arrosti o magari anche formaggi e salumi.

  • Vino consigliato: vino rosso
  • Calorie per 100 gr di pasta circa 101 (senza pancetta e salsiccia).
  • Tempo preparazione: 30 minuti.