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domenica, Ottobre 5, 2025
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IV edizione biennale di ceramica a Frascati

IV edizione biennale di ceramica a Frascati
IV edizione biennale di ceramica a Frascati

Per gli amanti dell’arte e in particolar modo della ceramica, si sta svolgendo alle porte di Roma, alla BACC Gallery di Frascati. Si tratta di un evento molto interessante in cui l’arte è la vera protagonista: Arte e scienza per la IV edizione Biennale Arte Ceramica Contemporanea le cui date sono dal 20 febbraio al 30 marzo. Una mostra all’insegna dell’arte ceramica e dell’innovazione che, dopo i successi degli anni precedenti, si ripropone al pubblico di appassionati dell’arte.

Biennale 2020 di ceramica a Frascati

Si tratta di una biennale d’arte ceramica dal forte carattere sperimentale. La mostra si svolge con il patrocinio del Comune di Frascati. Propone di analizzare e offrire una lettura diversa ed inedita del materiale ceramico lavorato dagli artisti che espongono le loro opere. Una mostra ceramica fatta di opere in cui l’arte, converge con la sperimentazione e la ricerca scientifica, tutto ciò al fine di generare scenari ad alta intensità artistica, prerogativa di molte mostre d’arte in cui la sperimentazione gioco un ruolo molto importante che si riflette in innovazione legata al settore artistico.

IV edizione biennale di ceramica: innovazione e sperimentazione

La IV edizione Biennale d’ Arte e Ceramica di Frascati per l’edizione 2020 presenta numerosi artisti dalla connotazione molto personale, che che hanno lavorato la ceramica e creato opere, gruppi di opere ed installazioni a dominanza fittile in grado di portare una testimonianza relativa alla loro personalità di ricerca legata alla materia ceramica. Innovazione e sperimentazione sono le parole d’ordine che caratterizzano la mostra con le sue opere talvolta eclettiche e le sue installazioni molto caratteristiche.

Artisti partecipanti

I partecipanti presenti alla mostra sono molteplici alcuni davvero molto rappresentativi:

Ana Illar, Annalia Amedeo, Andrea Viviani, Antonio Taschini, Caterina Arcuri, Dario Agrimi Ennio Nonni, Evandro Gabrielli, Franco Ciuti, Michele Cossyro, Paolo Porelli, Pierluigi Pompei, Simone Bertugno.

Orari e prezzi della mostra

I giorni e gli orari di ingresso sono i seguenti: la mostra ha inizio il 20 di Febbraio e termina il 30 di Marzo. L’orario di apertura è relativo a tutti i giorni della settimana dalle ore 10:00 alle ore 18:00 ad esclusione del lunedì che è il giorno di riposo.

L’ingresso alla mostra è presso la BACC Gallery d’Arte Contemporanea sita a Frascati in provincia di Roma in via XX Settembre n. 38.

Per info visita il sito baccbiennale.com.

La strega di Todi Matteuccia bruciata nel medioevo: seguono 110.000 donne

Donne bruciate vive
Donne bruciate vive

Una storia fatta di donne, di conoscenza di voglia di scoprire e, in particolar modo, quello che le erbe e la natura riservano. Così venne condannata al rogo e arsa viva, la prima donna in Italia, Matteuccia di Francesco a Todi, il 20 Marzo del 1428. Si trattò solo della prima tragedia che coinvolse nel mondo e nei secoli, ben 110.000 persone quasi unicamente donne. Una strage degli innocenti di cui si parla poco. Matteuccia era una monaca cristiana italiana che venne accusata di stregoneria e bruciata viva sul rogo. Seguirono, dopo questa esecuzione, tante altre, milioni di donne che finirono sul rogo con l’accusa di stregoneria.

La strega di Todi Matteuccia prima strega bruciata in Italia

Nel medioevo bastava davvero molto poco per incorrere nelle punizione della chiesa. Torture ed omicidi, così come le crociate, fecero molte vittime in nome di Dio. Vennero riprese, nel 200, le leggi suntuarie in termini di abbigliamento, una delle tante limitazioni e regole da osservare. Matteuccia rappresenta una vittima della chiesa e dell’inquisizione. La strega di Ripabianca, così venne chiamata in virtù del suo luogo di origine, fu accusata di stregoneria e di arti magiche non permesse.

La strega di Todi Matteuccia bruciata nel medioevo: seguono 110.000 donne

Matteuccia fu giudicata a Todi dove il tribunale l’accusò, tra le varie cose, anche di prostituzione, commercio di filtri d’amore, profanazione. La sua morte, ed il suo processo, sanciscono un triste primato: il primo omicidio in Italia e in Europa in nome della stregoneria compiuto dalla chiesa in nome di Dio. I verbali del suo processo, infatti iniziano proprio così: “In dey nomine…Amen” (in nome di Dio… Amen) in cui la lettera I, la prima, raffigura la testa di una donna spettinata (la strega). Storia e mitologia si intrecciano in un mondo di fate, folletti e streghe da scovare ed uccidere, una triste sentenza e realtà che darà il via a tante tristi storie di donne bruciate vive.

Le streghe nell’immaginario collettivo

Ma cosa sono le streghe o wiccan tra mitologia e realtà e che si esprime nell’immaginario collettivo? In genere le streghe sono viste come delle megere anziane e brutte che cavalcano una scopa di saggina, in grado di compiere incantesimi e sortilegi. Ma nelle realtà un tempo le donne dichiarate come streghe e bruciate vive, erano semplicemente delle esperte erboriste come le erano anche molti frati che utilizzavano metodi naturali per curare le persone. Per la scienza dell’epoca, chi riusciva a curare le persone finiva per essere dichiarato in combutta con il diavolo, e per questo veniva accusato di stregoneria.

Il libro delle ombre

La storia di Matteuccia di Francesco di Todi

Vissuta nel periodo medioevale Matteuccia nasce a Ripabianca di Todi nel 1328 e muore il 20 Marzo del 1428 sul rogo all’età di 40 anni. Sin da piccola si interessa alle erbe e alle piante, una passione che purtroppo la condurrà, in età adulta, alla morte, accusata di stregoneria. Matteuccia per la sua conoscenza approfondita delle erbe si guadagnò il titolo di “Dominae erborum” che tradotto significa esattamente “signora delle erbe”. E con le erbe Matteuccia curava le persone, i suoi unguenti, infusi e decotti, erano utili per combattere malattie, problemi fisici, psichici e psicologici. Conosceva le erbe e le piante fitoterapiche officinali che attualmente si utilizzano in farmacologia, ed erboristeria.

La notorietà di Matteuccia si diffuse

Matteuccia divenne nota in tutto il bacino dell’Italia centrale e non solo in Umbria e nei borghi umbri, questo grazie alle sue competenze erboristiche e alle sue capacità. Molti uomini e donne di ogni ceto sociale, si recavano dalla ella alla ricerca di un rimedio per il loro problema di salute; tra essi, anche un nobile personaggio di spicco il capitano Andrea Fortebreccio, mal visto dalla chiesa in quanto ateo.

Matteuccia oltre a curare con le erbe, compiva secondo le carte processuali, anche dei veri e propri rituali utilizzando candele ed oggetti toglieva il malocchio, ripeteva delle nenie, invocava la S.S Trinità e curava anche a distanza. Per cui per l’inquisizione. Fu davvero molto facile accusarla di stregoneria.

Ma non solo la Chiesa non vedeva di buon occhio la donna, molti mariti la temevano: Matteuccia dava consigli alle donne per il loro benessere fisico e psichico, consigli che, in tempi moderni, potrebbero essere giudicati come femministi.

Il Papa e la condanna

La chiesa nel 1300 mal tollerava i rituali, l’istigazione all’indipendenza femminile, e la conoscenza di questo tipo. Fu così che sotto Papa Martino V iniziarono le persecuzioni delle donne considerate streghe, tra cui, la prima a morire, fu proprio Matteuccia: iniziò la triste storia della caccia alle streghe. Gli atti processuali che condannarono a morte la donna, sono custoditi nella Biblioteca di Todi e non in Vaticano come ci si aspetterebbe.

Le donne al rogo dal medioevo al 1700

Matteuccia fu dunque, la prima donna Italiana ed europea a finire sul rogo. Questa pratica barbara non si limitò a colpire le sole donne del medioevo ma si protrasse fino al 1700 e, in rari casi, colpi anche uomini. Ogni processo seguì le linee del primo, e ogni donna processata fu condannata a morte sul rogo proprio come Matteuccia. Una vera e propria strage delle innocenti che annovera milioni di casi. Si parla di cifre da capogiro: circa 110.000 donne furono processate e poi bruciate vive condannate per una presunta stregoneria.

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Il tribunale del’Inquisizione

Ma come agiva il tribunale dell’inquisizione? L’organo che aveva la responsabilità di giudicare e condannare uomini e donne dichiarati eretici o stregoni?

L’inquisizione vede la sua nascita tra il dodicesimo ed il tredicesimo secolo. Le figure preposte dalla chiesa avevano il compito di identificare ed estirpare ogni forma di eresia. Nel 300 i Tribunali dell’inquisizione si diffusero nell’intera Europa ed affidati a Domenicani e Frati. Il Papa, scrisse a Filippo V di Spagna una lettera, in cui affermava che andava sterminato sia chi si sottometteva che chi resisteva. I mezzi di tortura furono mostruosi e di loro, si ha testimonianza in molti luoghi, musei ed edifici sparsi nel mondo.

Inquisizione: confessioni e torture

Le confessioni venivano estorte con la tortura tra esse ricordiamo la ruota, le catene, l’amputazione di arti e parti come orecchie, lingua, dita, bruciature e tagli, tenaglie incandescenti bastonate e disarticolazione degli arti, cavalline con punzoni appuntiti e cunei, e molti altri strumenti atroci. Inoltre,anche la famiglia dell’accusato veniva coinvolta, in quanto, il tribunale faceva pagare una tassa che serviva per coprire le spese di tortura e carcerazione. Chi denunciava gli eretici o testimoniava a loro sfavore, riceveva indulgenze. Dopo la confessione, o anche senza di essa, avveniva la condanna e l’esecuzione.

Matteuccia: una donna tra tante

Matteuccia non si difese, non ne ebbe la possibilità, ne l’esigenza. Non ricevette il sostegno della sua famiglia. Tra le sue colpe principali, sicuramente pesava quella di avere voluto spingere alla consapevolezza molte donne: mogli e madri di tanti figli, alle quali predicava il rispetto di se stesse, la cura del proprio corpo sfatto e stanco, provato da numerose gravidanze in un epoca in cui, le cure ed i rimedi per il parto ed il dopo parto, erano davvero inconsistenti. Alle donne parlava di libertà e di evasione, predicava la non sottomissione alle famiglie, ed il rispetto di se stesse. Le curava e le consigliava.

La persecuzione delle donne “streghe”

Quale che è certo è che, con la morte di Matteuccia, si avvia l’inizio di una persecuzione al femminile che vedrà cadere tantissime vittime oltre 110.000 donne accusate di comportamenti eretici, di stregoneria e quant’altro.

Una guerra alle donne, a quel mondo femminile a cui non era permesso discostarsi dalla morale comune, ne con i pensieri, ne tantomeno con le azioni.

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Droni professionali e droni giocattolo le nuove normative

Droni professionali e droni giocattolo le nuove normative
Droni professionali e droni giocattolo le nuove normative

Chi li usa per gioco, chi per divertimento e per hobby, chi invece li usa in modo professionale, i droni, piccoli oggetti volanti muniti di pale, e talvolta videocamera devo rispondere a determinati requisiti e in base a questi regolarizzare la loro posizione. Enac ha stabilito le nuove regolamentazioni che vedono obbligatoria la registrazione di tutti i dorni con peso superiore ai 250 grammi, ma non solo!

Quali droni registrare

Praticamente tutti o quasi. Non rientrano in questo obbligo i droni con peso inferiore ai 250 grammi sempre che non montino una telecamera, perché in alcune tipologie anche al di sotto dei 240 grammi è comunque indispensabile la registrazione per motivi legati alla privacy e alla sicurezza.

Necessario anche l’esame e l’assicurazione nonché l’obbligo di rispettare alcune regole di sicurezza che riguardano il divieto di circolare vicino ai palazzi (150 metri), il limite di altezza (200 metri), il limite di avvicinamento alle persone e la limitazione di sorvolare zone dove vi sono rotte aeree ed aeroporti.

Può sembrare strano ma questo avviene in quanto sono stati avvistati droni anche ad un altezza di un chilometro e ciò costituisce un rischio per l’aviazione. Ma queste regolamentazioni c’erano già in precedenza, mentre la novità vera, è quella che sancisce la registrazione della gran parte dei droni in circolazione.

Droni professionali e droni giocattolo le nuove normative

L’esame di stato e la tassa sui droni

La legge prevede che ci si dovrà mettere in regola entro Luglio 2020 pena tasse salate. Per mettersi in regola è necessario pagare una tassa e sostenere un esame di stato. In caso contrario, sia il drone che il suo pilota, saranno considerati fuorilegge.

Ma è previsto un periodo finestra per consentire al pilota di effettuare l’esame e di pagare la tassa sul veicolo di circa 20 euro che, in pratica, serve a finanziare la piattaforma informatica con la quale viene regolamentata l’aviazione civile, e che consentirà di effettuare gli esami online. Inoltre sarà necessario stipulare un’assicurazione obbligatoria contro infortuni a terzi, a tutela dei cittadini e non solo.

La cilindrata dei droni precedentemente di 300 grammi, viene abbassata e ridotta a 240 grammi entro tale peso il drone viene considerato un giocattolo ed usato con circospezione ma senza necessità di richiesta della patente.

Aree no flight

Le aree in cui i droni professionali e anche quelli giocattolo non possono volare, sono definite le aree no flight in cui rientrano i centri storici di molte città e tra esse anche Roma. La responsabilità dei droni ad uso professionale e quelli ad uso ricreativo viene, in questo caso, equiparata.

Dal mese di Marzo sarà possibile fare addestramento online, verrà poi censito il pilota ed il suo drone. Ogni apparecchio sarà censito attraverso un codice di riconoscimento.

I produttori lanciano nuovi droni

Il mercato ne approfitta prontamente lanciando sul mercato droni professionali con peso inferiore ai 250 grammi, come la DjI una delle più note case produttrici. Una tecnologia, quella dei droni, che ha suscitato l’interesse di moltissime persone sia per usi amatoriali che professionali, fino ad arrivare ad impieghi di pubblica utilità di ricerca e controllo in aree a rischio geologico, sismico o come sta accadendo attualmente in Cina, dove si è sviluppata un epidemia di CoronaVirus ed è stato sancito, in alcune aree controllate da dorni, il divieto di uscire di casa controllato.

Haloterapia come trarre beneficio dal sale

haloterapia grotte naturali
haloterapia grotte naturali

Halos significa sale e Haloterapia consiste nel trarre benefici da questa sostanza naturale presente sul nostro pianeta. Utilizzata sin dall’antichità, l’Haloterapia consiste nell’inalazione di aria molto salata che permette di sfruttare i benefici ed il potenziale terapeutico del sale. Un tempo l’Haloterpia veniva praticata in miniere saline ma attualmente sono state ricreate grotte di sale artificiali, luoghi piacevoli e rilassanti in cui poter beneficiare del trattamento godendo di un comfort superiore, proprio come accade nelle stanze termali. Nelle grandi città come Roma e Milano le strutture dedicate sono molteplici.

Come si svolge Haloterpia e terapia con sale

Le strutture che praticano le terapie con sale inalato nell’aria sono molto simili alle ben note SPA, Nei centri vengono allestite delle sale in cui si trovano dei comodi lettini pronti ad accogliere i clienti. Adulti e bambini possono sottoporsi alla seduta beneficiando dei trattamenti di Haloterapia. Una seduta ha una durata media di 45 minuti per gli adulti e di 25 minuti per i bambini. All’interno di alcune sale, vi sono delle attività ricreative per i bambini in modo da fargli vincere la noia dell’attesa. Dopo 4 o 5 trattamenti si cominciano a notare i benefici della terapia salina inalata.

I luoghi dove si effettuano le terapie con sale inalato nell’aria sono molto simili alle ben note SPA

Haloterapia ed effetti benefici

Dato che gli stessi effetti benefici si traggono anche dalla vita al mare ma che in inverno o per chi abita lontano dal mare questa pratica diventa difficile, sono sorte strutture preposte. In pratica si tratta di una terapia che “vi porta al mare” facendovi respirare l’aria salmastra. L’effetto immediato che si riceve è sicuramente di rilassamento: un ottimo antistress per tutti! Ma i benefici del cloruro di sodio assorbito con haloterpia sono molteplici e interessano sia l’apparato respiratorio che la pelle.

Polmoni e bronchi

Respirando l’aria ricca di particelle di sale esse raggiungono gli alveoli polmonari stimolano le ciglia bronchiali favorendo l’espulsione di catarro e muco. Per questo l’Haloterpia risulta un valido aiuto nel trattare bronchiti, otiti, enfisema, sinusiti faringiti, asma, raffreddori e malattie dell’apparato respiratorio in genere sia di origine allergica che batterica o virale.

Benefici per la pelle

I benefici per la pelle sono meno evidenti ma vi sono. Sembra infatti che questa tipologia di terapia ad opera del sale, allevi i sintomi che vengono determinati da alcune malattie dermatologiche come le dermatiti, acne, la psoriasi, gli eczemi e le micosi. Attenzione però, perché in base al centro scelto, e alla tecnologia impiegata, l’efficacia dei trattamenti può essere diversa per questo è bene chiedere al proprio medico.

Controindicazioni

In realtà non esistono grandi controindicazioni tranne il sottoporsi a trattamento quando si ha dermatite atopica o eczema in fase acuta. I dispositivi medicali presenti nei centri devono essere provvisti di certificazione CE e registrati nel registro ministeriale apposito. I trattamenti sono da evitare anche in caso di infezioni virali, batteriche o micotiche in corso. Ad ogni modo il consiglio prima di iniziare questi trattamenti a base di sale inalato, è quello di rivolgersi al proprio medico e consigliarsi con lui facendosi indicare il tipo di trattamento e la struttura più idonea in cui recarsi.

Haloterapia come trarre beneficio dal sale

Curiosità

Sale da cucina normale e sale rosa dell’ Himalaya (proveniente dal Pakinstan) molto simili tra loro, o anche sale di altra tipologia, vengono utilizzati in casa, scaldandoli in pentola o microonde senza aggiunta di liquidi, per poi porli in sacchetti di tessuto, utili per combattere problemi di salute come contusioni, distorsioni, torcicollo, sciatalgia, od altre manifestazioni lievi. Un bagno in vasca con disciolto del sale grosso da cucina (circa 3 chili) può risultare un ottimo drenante e defaticante, utile per combattere stanchezza, pesantezza e cellulite.

Scrub viso al sale: beauty routine per rinnovare la pelle

Utile specie in inverno questo scrub viso al sale stimola il rinnovamento cellulare e dona luminosità al viso. facile da preparare in casa in 3 semplici passaggi.

  • Pulisci bene il viso con un batuffolo di cotone imbevuto di acqua micellare o acqua di rose fatta in casa. In alternativa puoi usare del latte detergente. Asciuga bene il viso ed inizia a porvi lo scrub che avrai preparato come segue.
  • In una ciotola miscela due cucchiai di sale fino ed aggiungi dell’olio di Mandorle o in alternativa olio di Argan od olio di Oliva. Dovrai ottenere un composto dalla consistenza pastosa.
  • Massaggiare la pelle del viso e la pelle del collo con lo scrub facendo dei movimenti circolari.Sciacqua con abbondante acqua tiepida ed applica una buona crema idratante.

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Arredare con i colori chiari: 7 ispirazioni shabby style

shabby chic colori chiari
shabby chic colori chiari

Abbiamo visto più volte di come lo shabby utilizzi colori pastello come rosa, verde, celeste e giallo ma che principalmente si orienti verso colori chiari come il bianco ed il beige. I colori chiari hanno un grande vantaggio: suggeriscono un atmosfera pulita e rilassante, illuminano gli ambienti dilatandoli. Rispetto ad altri stili, dunque lo shabby style ha un grosso vantaggio da questo punto di vista, anche se, come ho già detto molte volte, lo shabby non si crea solo con il bianco. Arredare con i colori chiari: shabby style e idee per creare ambienti da vivere.

Arredare con i colori chiari: shabby style

Arredare con i colori chiari può risultare molto vantaggioso: gli ambienti assorbono il bianco e si dilatano, acquisiscono maggior luminosità, ed hanno un aria dal sapore pulito. Anche i colori pastello utilizzati per lo shabby chic sono fondamentalmente chiari, e non tendono ad appesantire il contesto, anzi, lo caratterizzano moltissimo dandogli una connotazione molto personale.

Come scegliere il Colore Malva per uno shabby chic d'effetto
Come scegliere il Colore Malva per uno shabby chic d’effetto

Un alternanza di colori che abbia come base il bianco o il beige, raggiunge tale scopo: quello di non scurire stanze ed ambienti scarsamente illuminati, magari perché dotati di piccole finestre dalle quali filtra poca luce. In questi casi, il bianco, diviene quasi d’obbligo. Ma per sopperire alla mancanza di luce si possono anche mettere in atto strategie che comprendono l’uso di specchi, illuminazioni accessorie, colori chiari, appunto.

Rinnovare casa con pochi semplici tocchi non è affatto difficile, questo grazie ai copri-divano ed ai tessili in genere. Anche i pavimenti ed il colore delle pareti assumono un ruolo molto importante in qualsiasi tipologia di arredamento. Le pareti chiare conferiscono luminosità rispetto a quelle colorate.

L’arte di vivere bene: Hygge

La casa è l’ambiente in cui si deve cercare di vivere bene: al meglio! Proprio come si sono imposti i danesi, molti anni fa, quando coniarono lo stile ed il temine Hygge. Una casa a misura d’uomo in cui spazi e colori siano commisurati alle esigenze, dove fibre naturali e legno convivono serenamente creando un arredamento in equilibrio tra il bello ed il piacevole.

Ben lontani i materiali sintetici, il metallo, il cristallo. Spontaneità e naturalezza caratterizzano lo stile Hygge nell’arredamento che, per molti versi, cavalca alcune onde tipiche dello shabby chic, sia nei colori, che nelle linee e nelle scelte di materiali naturali, talvolta anche di riciclo.

7 ispirazini shabby chic style

Al di la dei suggerimenti scritti, quello che davvero aiuta nell’arredamento sono le immagini. Eccovi dunque 7 ispirazioni shabby style che utilizzano colori chiari dilatando lo spazio, illuminando gli ambienti e creando un atmosfera rilassante e vagamente vintage, tipica di questo stile d’arredamento dal sapore scandinavo.

Come si può vedere dalle foto tutti gli ambienti arredati con questo stile, e con colori chiari, risultano luminosi ed ampi. Prerogativa che non si perde se, invece del bianco, si usa il beige, o se si aggiungono elementi d’arredo in tinte pastello come tessili, cuscini e complementi d’arredo. Spazi ricchi di evocativa calma, relax, significative immagini che riconducono a ritroso nel tempo, ma non troppo.

Scelte di stile che virano allo shabby più meno verace, ma che non tendono a penalizzare mai la luminosità degli ambienti ne la loro funzionalità. Un approccio con la ruralità rivisitata, talvolta in chiave rustica, altre volte in chiave chic, decisamente più elegante, come quella della foto sotto, in cui, il bianco, viene valorizzato da punti di colore sparsi nell’ambiente.

Soggiorno Shabby e dettagli rosa che caratterizzano un ambiente elegante articolato tra colori e linee

Ad ogni ambienti il suo arredamento shabby

In effetti non è detto che la stessa tendenza arredo debba influire in tutta la casa. Si può scegliere un arredamento shabby rustico o provenzale per la cucina, adottare linee più minimali e classiche o tipicamente romantiche per il bagno e la camera, e magari enfatizzare con note chic il soggiorno.

Nella galleria fotografica shabby trovate tante idee per arredare ogni ambiente interpretando questo stile in modo diverso ma sempre rimanendo nei canoni tipici che lo caratterizzano. Il consiglio è di puntare per colori decisamente chiari, e qualche nota caratteristica negli ambienti scarsamente illuminati, ed invece, aggiungere colore e note calde negli ambienti ben illuminati, creando un giusto equilibrio in ogni stanza della casa.

Ti potrebbe interessare: rinnovare casa con il colore alle pareti e gli stickers

Treviso la piccola Venezia tra gusto e arte

Treviso: Ponte Dante
Treviso: Ponte Dante

Per un weekend fuori porta, una gita di un paio di giorni, non c’è nulla di meglio che una cittadina come quella di Treviso che offre arte e buon cibo, scorci pittoreschi e sapori genuini disseminati nel cuore Veneto a cui fanno da cornice alcuni piatti tipici di Treviso. Molto vicina a Venezia, dista solo 40 chilometri, Treviso merita una visita approfondita alla scoperta di questo piccolo gioiello.

Treviso la piccola Venezia da scoprire

Treviso è una cittadina molto particolare. Sorge su un area geografica ricca di corsi d’acqua che scorrono anche nel centro storico, creando una struttura fluttuante e molto suggestiva che le rende onore, tanto da meritarsi il nome di piccola Venezia. Il consiglio è dunque di pianificare una gita che possa portarvi a visitare Treviso, e allo stesso tempo organizzare magari anche una giornata nella bella Venezia con i suoi itinerari romantici.

Come visitare Treviso?

Sicuramente il modo migliore per girare Treviso è quello a piedi in modo da godersi a pieno ogni scorcio e percorrere le numerose vie e viuzze che la caratterizzano. Gli edifici con costruzioni porticate, si affacciano direttamente sui canali, mentre le cinta murarie della città resistono al tempo e risalgono ad epoca romana. I palazzi della città trevigiana hanno poi una particolarità: circa 470 facciate dei palazzi sono caratterizzate da affreschi.

Treviso la piccola Venezia tra gusto e arte – Piazza dei Signori gallerie, colonnati e locali

Piazza dei Signori

Ogni luogo di Treviso ha un suo fascino, ma sicuramente il cuore pulsante della cittadina è Piazza dei Signori, di epoca medioevale, costituisce il fulcro della vita trevigiana. Punto di arrivo e punto d’incontro la piazza rappresenta un importante punto storico, sociale e culturale e cattura lo sguardo del turista. Il suo nome è dovuto alla presenza di palazzi che accoglievano la signoria trevigiana ma, anticamente, prendeva il nome di Maggiore delle Catene o della Berlina.

La piazza è attualmente ricca di eventi culturali ed accoglie un grande fermento giovanile che ne ha fatto un punto di incontro. Durante il periodo natalizio Piazza dei Signori a Treviso accoglie i classici e suggestivi mercatini di Natale. Sulla piazza si trova la Torre del palazzo dei Signori, e anche un altro edificio molto importante Il Palazzo o Loggia dei Trecento. La piazza ospita locali di vario genere ed esercizi commerciali di ristoro.

Piazza dei Signori e La Loggia del trecento

Dove mangiare a Treviso

Partendo proprio dalla piazza principale, dove un tempo si svolgevano le assemblee cittadine, ora è possibile andare alla scoperta dei piatti tipici di Treviso, grazie ai numerosi locali e alle osterie che vi sono sorti e dove è possibile gustare i piatti tipici. Tra i vini vi ricordo il Conegliano, il buon Valdobbiadene mentre per iniziare un buon pasto, si possono assaporare i gustosi salumi e formaggi trevisani.

Il canale dei Buranelli

A pochi minuti dalla piazza principale si trova il celebre canale dei Buranelli. Il suo nome deriva dai mercanti di Burano che anticamente stoccavano le merci presso i magazzini locali. Il canale dei Buranelli è uno dei luoghi più suggestivi di Treviso. Venezia e Treviso suggellano un forte legame sin dai tempi antichi. Oltre ad avere dei legami paesaggistici comuni, il collegamento via acqua permetteva, sin dai tempi antichi, gli scambi commerciali tra la campagna e la Serenissima repubblica. Nella zona dei Buranelli gli stessi pescatori veneziani abitarono su quelle sponde per agevolare le loro attività commerciali.

Le Beccherie ed il tiramisù di Treviso

Sul canale si affaccia uno dei locali più noti Le Beccherie che deve la sua fama al fatto che in questo locale fu servito il primo tiramisù. Il tiramisù è uno dei dolci iconici della penisola e il primo tiramisù fu realizzato nel 1970 da parte dello chef Roberto Loli Linguanotto. Nel locale è possibile gustare la versione classica del tiramisù ma anche numerose rivisitazioni. Un altro luogo suggestivo vicino al canale è l’isola della Pescheria dove, da oltre 200 anni ogni Sabato, si svolge il mercato del pesce. Nella zona circostante brulicano botteghe locali dove poter acquistare prodotti tipici della tradizione trevigiana.

Tiramisù a Treviso

Esperienze enogastronomiche a Treviso

Tutta l’area del centro storico offre esperienze enogastronomiche da vivere e scoprire, iniziando dai locali tipici come i Bàcari, realizzati ed arredati in tipico stile Veneziano. Si tratta di antiche osterie risalenti ad una tradizione locale del 1700, dove ritrovarsi per gustare un buon bicchiere id vino e piatti tipici locali a base di formaggio, carne e pesce insieme ai cichèti simili alle tapas spagnole. Piatti tipici della tradizione trevigiana anche la classica pasta e fagioli, gli gnocchi, le tagliatelle ed i bigoli all’anatra. Tra i secondi ricordiamo la sopa coada un piatto unico a base di pane e carne di piccione. Non mancano i pesci d’acqua dolce come trote, carpe ed anguille da gustare cotte alla griglia o in umido.

Ponte Dante

Un altro luogo caratteristico della cittadina di Treviso è Ponte Dante (foto in alto). La costruzione si trova a cavallo tra le acque torbide del fiume Cagnan e quelle più limpide che vi confluiscono del Sile, insieme, formano il Canal Grande di Treviso. Ponte Dante costituisce una tappa obbligatoria per tutti gli amanti della itinerari letterari. Vicino al ponte, si trova l’Università e fu proprio l’ateneo Trevigiano che nel 1865 decise di innalzare presso di esso, una stele in onore di Dante Alighieri da cui prese nome il ponte 8 maggio del 1865, tra celebrazioni, festeggiamenti, letture e cantici di Dante Alighieri.

Piante primaverili da esterni e giardino

I Ciclamini fiori primaverili e autunnali
I Ciclamini fiori primaverili e autunnali

Si alzano le temperature, le giornate si allungano e viene voglia di comprare nuove piante da fiore per il giardino o per il balcone. Ma quali sono le piante da esterni ed fiori primaverili adatti alle tiepide giornate di sole, ma anche agli improvvisi cali di temperatura che, inevitabilmente, si verificano ogni anno tra Febbraio e Marzo? Vediamole insieme.

5 piante primaverili precoci da esterno

Tra alberelli, arbusti, piante da fiori e bulbose ve ne sono davvero tante da piantare a Febbraio e Marzo. Ma se vogliamo andare sul sicuro le regine della primavera e delle temperature altalenanti sono:

  • le Viole, le violette, la viola odorata e quella tricolore.
  • Il Non ti scordar di me.
  • alcune bulbose come i Narcisi ed i Giacinti.
  • I Ciclamini, variopinti.
  • L’Iris e l’Iberis.

Anche i gerani sono piante molto resistenti specie la varietà eretta e con temperature miti fioriscono già dal mese di Febbraio senza temere gli altalenanti cambi di temperatura.

La primula la regina della primavera

Oltre alle piante da fiore citate ve ne sono molte altre che sono adatte ad essere piantate nei giardini o nei vasi su balconi e terrazzi in primavera. tra tutte però la regina della primavera quella che annuncia il suo arrivo è la Primula. La troviamo in vendita in una grande varietà di colori ed anche con differenti dimensioni del fiore. Resistente, poco costosa, la primula è adatta per essere coltivata in vaso, in panieri appesi, per formare colorate bordure in giardino ed anche per comporre piacevoli ed estetiche e aiuole fiorite. Le prime regalano ricche fioriture e necessitano di poche cure. Potrete trovare informazioni aggiuntive sulle primule nell’articolo che segue.

Primavera piante da tenere in casa

Con l’arrivo della primavera non solo si desidera arricchire il giardino di belle fioriture e bordare i terrazzi di corolle fiorite. Anche all’interno della casa adornato da fioriture contribuisce a far sentire che la primavera è arrivata. Non tutte le piante da fiore però si adattano alla vita in appartamento, specie se si è ancora in un periodo in cui, di tanto in tanto, si accendono i caloriferi e l’aria degli ambienti domestici diventa troppo asciutta e poco adatta alle piante da esterno. Alcune specie però, si adattano bene anche in casa se pur con le dovute precauzioni, irrigandole e umidificandole di tanto in tanto con spruzzature: quali sono? Le trovate nella articolo che segue!

Infine, se vi occorrono altri consigli sulle piante da fiore da mettere in giardino in questo periodo pre-primaverile e primaverile, le trovate in quest’altro articolo QUI.

Per finire ci tengo a precisare che queste anomali temperature di questi ultimi anni hanno fatto si che nel mio giardino già da Gennaio ma anche a Dicembre, ci fossero gerani fioriti, rose fiorite, Buganvillea con foglie e fiori, insieme ai classici ciclamini e alle violette. Per chi ama gli alberi tra i primi a fiorire troviamo il calicanto d’inverno, la Kerria Japonica, ma anche il Nespolo Giapponese e la mimosa che, dal mese di Febbraio in poi, schiude i suoi gialli capolini per salutare l’arrivo della festa della donna dell’8 marzo.

Chili con carne ricetta messicana

Chili con carne ricetta messicana
Chili con carne ricetta messicana

La salsa chili  è una salsa molto piccante derivata dal peperoncino, più precisamente dai chiles. In Messico, di cui è caratteristica la ricetta è usata principalmente per condire le insalate e riso ma viene anche servita con la carne. La carne usata per elezione è quella di Manzo mescolata insieme a fagioli, peperoncino, cipolle, chiodi di garofano e pomodorini. Una ricetta piccante dal sapore deciso.

Nel tempo, il Chili di carne è diventato molto comune anche negli Stati Uniti dove è diventato famoso per via del “Columbian Exposition di Chigago”. Si tratta di una fiera mondiale svoltasi nel 1893 per celebrare un anniversario: 400 anni dalla scoperta dell’America. La fiera ospitò al suo interno il “San Antonio Chili Stand” portando la ricetta del Chili nel sud-ovest degli Stati Uniti.

Chili con carne ingredienti

In questo articolo vedremo la ricetta del Chili con carne, che potrà essere servito accompagnato da ottime Tortillas di mais per completare un piatto di per se già ricco.

  • 500 gr di manzo macinato
  • 300 gr di brodo di carne
  • 400 gr di polpa di pomodoro
  • 100 gr di cipolle rosse
  • 4 spicchi di aglio
  • 300 gr di fagioli rossi preferibilmente secchi
  • 2 cucciai di cumino in polvere
  • 1 cucchiaino di peperoncino (ma si può diminuire la dose per un chili meno piccante)
  • 1 cucchiaino di zucchero
  • origano una spolverata
  • timo q. b. coriandolo q.b.
  • sale q.b. olio extravergine

Preparazione chili con carne ricetta messicana

Se avete acquistato i fagioli rossi secchi (ma si trovano anche in scatola pronti e di ottima qualità), iniziate la preparazione della ricetta messicana mettendoli in acqua e lasciandoli gonfiare per circa 12 ore. Una volta preparati andranno scolati e posti in una casseruola per la cottura e che richiederà circa 40 minuti.

In una padella ponete a soffriggere le cipolle, fate dorate in olio e poi aggiungere l’aglio tagliato a pezzetti. Qualora l’aglio non sia di vostro gusto potrete diminuirne la dose e porre gli spicchi a soffriggere sani, per poi rimuoverli successivamente. Aggiungere il cumino ed il peperoncino.

Dopo aver preparato il soffritto piccante aggiungete la carne macinata e lasciate che cuocia completamente attendendo che evapori tutto il liquido che la carne rilascerà. Arrivati a questo punto della cottura è necessario aggiungere la polpa di pomodoro, le erbe in elenco, il brodo di carne e lo zucchero. Mescola tutti gli ingredienti e lasciali cuocere per circa una trentina di minuti, coprendo la casseruola. Attendi che si asciughi tutto il brodo e poi servi in tavola guarnendo il chili di carne con delle croccanti tortillas.