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giovedì, Ottobre 2, 2025
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Rose Stabilizzate: un regalo che dura per sempre

Rose Stabilizzate: un regalo che dura per sempre
Rose Stabilizzate: un regalo che dura per sempre

Regalare un mazzo di fiori, indipendentemente dalla ricorrenza da celebrare, è sempre un pensiero gradito. Ciò vale ambo i sessi: i fiori, infatti, hanno significati che trascendono la classica distinzione maschile/femminile. Con il passare del tempo, però, i fiori possono appassire, specie se poco (o mal) curati.

Sono rare quelle efflorescenze che, anche dopo diverse settimane, mantengono ancora il colorito vivido mostrato pochi giorno dopo l’acquisto. Si tratta di un fenomeno naturale: i fiori, infatti, come qualsiasi essere vivente hanno bisogno di acqua, di luce e di ossigeno, comportandosi alla pari di un organismo delicato.

Regalo che dura nel tempo

Nonostante appassiscano, il pensiero altruista di chi ha donato i fiori rimane pur sempre valido. Tuttavia, c’è anche chi preferisce regalare o ricevere in dono dei fiori che… non appassiscano.

La natura vuole che i petali perdano smalto diventando estremamente deboli, ma con qualche piccolo accorgimento è possibile esaudire il sogno di chi vorrebbe avere sempre con sé un fiore “immortale”.

Un esempio è dato dalle affascinanti rose stabilizzate. Ma cosa si intende per “rosa stabilizzata”? Quali sono le sue caratteristiche? Come ottenere un fiore di questo tipo?

La stabilizzazione delle Rose

La “stabilizzazione” di una rosa non è altro che un trattamento chimico (non nocivo) con il quale si fissa l’aspetto della rosa per lungo tempo. Tale trattamento è nato nella seconda metà del secolo scorso, a partire dagli anni ’80, e col passare dei decenni è divenuto sempre più efficace.

Oggi, infatti, una rosa stabilizzata può perdurare per diversi anni, senza che il tempo possa scalfire la sua bellezza. Va precisato, per dovere di completezza, che le rose stabilizzate sono rose vere. Spesso gli inesperti tendono a confondere le prime con fiori artificiali, ritenendo impossibile che un’efflorescenza possa rimanere immutata nel corso degli anni.

Certo, si tratta pur sempre di un dubbio ragionevole, ma va anche considerato che i progressi della chimica hanno fatto passi da gigante, consentendo all’uomo di ottenere rose in grado di “vivere” a lungo al massimo del loro splendore.

A questo punto, come è giusto che sia, viene da chiedersi: come ottenere una rosa stabilizzata? Quale tipo di composto chimico è utilizzato per portare a termine il processo conservativo?

Bouquet di rose rosse e rose stabilizzate
Bouquet di rose rosse e rose stabilizzate

Il processo di stabilizzazione

In precedenza è stato fatto riferimento alla chimica, la disciplina che, grazie alla sperimentazione, ha permesso di raggiungere un risultato come la stabilizzazione delle rose. Al fine di portare a termine il processo citato, è necessario poter operare su rose appena colte (manualmente!).

L’ideale sarebbe poter applicare la soluzione chimica sulle rose migliori, quelle caratterizzate da un colorito vivido e dotate di un bocciolo particolarmente carnoso; dopotutto, la stabilizzazione va compiuta solo sulle rose più belle, no? Dopo essere state colte, si deve attendere che le rose raggiungano in maniera naturale la maturità.

Quali rose scegliere

La stabilizzazione può avvenire solamente su rose mature, poiché le efflorescenze, in questa fase vitale, saranno cariche di liquidi. Come agire? Vengono sostituiti i liquidi del fiore con una miscela composta da acqua, coloranti e glicerina. Si può ben intuire come si tratti di un processo altamente specialistico, demandato all’esperienza di un botanico o un fioraio.

Una volta terminate le operazioni, la rosa deve essere lasciata temporaneamente a riposo (un paio d’ore), dopodiché può essere riunita insieme ad altre rose simili, così da formare un mazzo elegante e… immortale!

L’aspetto e la resistenza delle rose stabilizzate

Una volta terminato il processo la rosa appare splendente! Il composto chimico, infatti, se instillato a dovere, è in grado di conferire al fiore un aspetto appariscente; non solo, la rosa ha un aspetto straordinariamente naturale, pur rimanendo fuori dall’acqua.

Una stabilizzazione media, sempre se eseguita con cura, può durare anche più di un anno (un arco di tempo che, a pensarci bene, sembra un’eternità), ma le stabilizzazioni migliori garantiscono una vita duratura ed estremamente lunga alle rose (si parla anche di diversi anni!).

Consistenza rosa stabilizzata

Al di là dell’aspetto, è interessante notare come la rosa stabilizzata mantenga intatta anche la sua consistenza. Una rosa appena colta appare molto morbida al tatto, con i petali che, allo scorrere delle dita, risultano leggeri e delicati, ma è uno stato che perdura al massimo per uno o due giorni; una rosa stabilizzata, invece, mantiene questa stessa condizione per un arco di tempo più ampio, rimanendo setosa e sempre morbida.

Che sia solitaria o in un mazzo più ampio, la rosa stabilizzata non va innaffiata, né ricevere qualsiasi altra cura atta a mantenerla in salute: un motivo in più per regalarne un magnifico esemplare alle persone a cui si vuole bene.

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Sognare di essere ammalati o persone malate significato, simboli, numeri da giocare

Sognare di essere ammalati o persone malate significato, simboli, numeri da giocare
Sognare di essere ammalati o persone malate significato, simboli, numeri da giocare

I sogni variano di giorno in giorno, e di notte in notte, ma talvolta, alcuni sogni si rivelano ricorrenti, comuni e frequenti. Dei sogni sono piacevoli altri un po’ meno come ad esempio il sognare di essere ammalati o persone malate. Sicuramente questo sogno esprime e ci allerta su qualcosa che non va nella nostra vita; ma scopriamo insieme, cosa significa esattamente sognare di essere ammalati o persone malate significato, i simboli, ed i numeri da giocare al gioco dell’otto secondo la Smorfia e secondo Pitagora.

Sognare di essere ammalati o persone malate significato e simboli

I significati che può assumere questo sogno è variabile. Ciò, in relazione ai simboli che compaiono, e al tipo di malattia, se riguarda noi, un’altra persona, se è una malattia grave o transitoria. In genere il problema riguarda la sfera psichica, un forte disagio che coinvolge emozioni e sentimenti, mentre, difficilmente nasce da quella fisica e da problemi da salute effettivi.

Quando i malti nel sogno, siamo noi

Lo stato d’animo è molto importante in questo sogno: Se i malati siamo noi e ci sentiamo stanchi, febbricitanti, quasi sfiniti ed impauriti, significa che nel profondo del nostro inconscio c’è un forte malessere presente nella nostra quotidianità. Un malessere ed un disagio che non riusciamo a portare a galla, ne ad affrontare. Forse stiamo lavorando troppo, e questo esaurisce le nostre forze, o forse stiamo trascinando situazioni lavorative od affettive che non ci piacciono e prosciugano la nostra esistenza.

Sognare malattia grave o terminale

Sognare una malattia grave o terminale: (cancro, leucemia, AIDS etc), in ambo i casi si tratta di una situazione che crea forte ansia. Sia quando il sogno riguarda noi od anche qualcuno che conosciamo.

Se riguarda noi, è ovvio che stiamo passando un periodo difficile delle nostra vita. Le difficoltà possono riguardare vari ambiti: quello lavorativo, sociale ed affettivo. Cosa fare? Si deve affrontare la situazione e cercare di capire cosa ci crea tanta ansia. In alcuni casi il sogno può nascere anche da un ansia generata dalla paura di ammalarsi o dal timore di avere una malattia.

Per quanto concerne malattie terminali e mortali, è ovvio che è giunto il momento di prendersi una pausa e riappropiarsi della propria vita. Individuare la causa di tanto stress e correggere alcune situazioni diviene necessario.

Altri 5 sogni

  1. Sognare una malattia importante spesso indica lo stato d’animo che aleggia nel sognatore. Ansia per qualche cosa o per qualcuno. Probabilmente il soggetto sta attraversando, anche in questo caso, un periodo difficili. Magari, avete ricevuto delle notizie non proprio piacevoli che vi riguardano o riguardano qualcuno molto importante per voi. Qualora la malattia interessi il cuore probabilmente il problema ed il sogno sono legati alla sfera affettiva.
  2. Sognare di essere curati: può esprimere una vera e propria esigenza, un forte bisogno di essere curati, accuditi e magari anche protetti. Il soggetto che vi cura ed accudisce nel sogno può esprimere fortemente il desiderio rivolto proprio verso questa persona.
  3. Sognare malattia contagiosa è un sogno che esprime un forte disagio, la paura di farsi influenzare in scelte sbagliate, o in modi di agire o di pensare.
  4. Sognare malattie mentali: esprime un forte caos mentale, inadeguatezza e mancanza di socialità e comunicazione, talvolta si è vittima di uno stato ossessivo nei confronti di qualcuno o di qualcosa.
  5. Sognare di assistere un malto cambia completamente lo status in quanto riflette forza e determinazione.

Sognare animali malati, cani o gatti

Quando affetti da malattia nel sogno sono gli animali, siano essi cani, gatti, od altre specie, la parte ferita di noi, quella che necessita di cure è quella che si lega alla sfera istintiva e soprattutto a quella sessuale.

Sognare di essere ammalati o persone malate quali sono i numeri da giocare

Ogni sogno ha un suo significato specifico e, con esso, varia anche la numerologia. Ma per quanto concerne i numeri dell’otto vediamo quali sono:

se si sogna un malto è 60; mentre per trasmettere malattia è 31. Avere una malattia 30; malattia mortale 59; malattia nervosa 5; malattia transitoria 27.

Secondo Pitagora e la Cabala

Alcuni siti vi diranno che, secondo il lotto e la Smorfia, la Cabala e Pitagora, la numerologia dei sogni è la medesima. In realtà non è affatto così. Per il gioco dell’otto e la Smorfia napoletana, ci sono dei numeri ben specifici, mentre per la Cabala ebraica e Pitagora vanno fatti dei calcoli attraverso la conoscenza di determinate tavole.

Pitagora e la Cabala differenze

In genere, vi riporto i numeri secondo le tavole Pitagoriche ed usando la “numerologia” mentre lascio da parte la Cabala, anche se le tavole Pitagoriche e quelle della Cabala sono simili (ma non uguali). Vediamo i numeri secondo Pitagora, e facciamo un confronto con la cabala per dimostrarvi che che afferma che sono uguali vi dice cose non vere!

  • Pitagora: M-A-L-A-T-T-I-A = 4-1-3-1-2-2-9-1= (23) 5
  • Pitagora: M-A-L-A-T-O = 4-1-3-1-2-6 = 17 CABALA: M-A-L-A-T-O = 4-1-3-1-4-7 = 20
  • Pitagora: M-A-L-A-T-A = 4-1-3-1-2-1 = 12 CABALA: M-A-L-A-T-A = 4-1-3-1-4-1= 14

7 Leggende sui fiori: girasole, papavero, soffione, lavanda, tulipano, glicine, crisantemi

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7 Leggende sui fiori: girasole, papavero, soffione, lavanda, tulipano, glicine, crisantemi

I fiori non solo adornano i giardini, i balconi e le aiuole ma hanno dato vita a numerose leggende dal grande fascino. Ad ogni fiore viene attribuito un significato, alcune vengono considerati tra i più belli, ad altri vengono attribuite proprietà fitoterapiche.

7 Leggende sui fiori: girasole, papavero, soffione, lavanda, tulipano, glicine, crisantemi

Ma indubbiamente, la magia che determina la leggenda di ogni fiore, è enorme. Le leggende su ognuno dei fiori citati sono molteplici, alcune più note altre meno. Abbiamo scelto quelle che ci sono piaciute di più. Vediamo insieme 7 leggende sui fiori: girasole, papavero, soffione, lavanda, tulipano, glicine, crisantemi, classicamente ritenuti, in Italia, fiori funebri.

La leggenda del fiore di girasole

Il girasole è una pianta da fiore con proprietà fitoterapiche di cui esistono in diverse varietà, alcune ornamentali di bassa statura helianthus annuus nano, ed altre alte da 1 a 4 metri con capolini singoli o plurimi. Con i semi di girasole si realizza un olio ricco di grassi insaturi vitamina D, E, acido folico e vitamine B.

Semi di girasole, proprietà, utilizzi, e quando raccogliere i fruttiSemi di girasole, proprietà, utilizzi, e quando raccogliere i frutti
Semi di girasole, proprietà, utilizzi, e quando raccogliere i frutti

Vi era una giovane ninfa di nome Clizia  innamorata del dio del Sole che osservava con il suo sguardo ogni giorno. Apollo lusingato da tanta attenzione, sedusse la ragazza ma poi l’abbandonò scegliendo forse, narra la leggenda, sua sorella.

La giovane era disperata e pianse per nove giorni, fissando di continuo ed immobile, il Dio del Sole mentre viaggiava con il suo carro di fuoco.

Il corpo della ninfa lentamente mutò, trasformandosi in uno stelo alto e sottile, i suoi piedi divennero radici ed i suoi capelli si tinsero di giallo oro. Clizia era diventata un girasole che da sempre, segue con il suo capolino il sole.

La leggenda dei papapaveri

Anche questa leggenda è legata ad una fanciulla e all’amore. Il papavero è un bellissimo fiore di campo, estivo  molto apprezzato.

Nel mese di giugno Proserpina, una bella fanciulla figlia di Giove e della dea della Terra, era intenta a cogliere dei fiori. Per la bellezza colpì lo sguardo di Plutone, dio degli inferi, che la rapì.

Papavero "Papaver rhoeas"
Papavero “Papaver rhoeas”

Demetra, sua madre, seppe del rapimento di sua figlia e capì che la fanciulla correva il pericolo di trascorrere la sua esistenza nel mondo sotterraneo per tutta la vita. Disperata, chiese aiuto a Giove, il quale invece, consigliò sua figlia di sposare Plutone per divenire regina.

Demetra addolorata, dimenticò il suo compito di accudire la terra, e le creature terrene cominciarono a morire. Giove corse ai ripari. Propose a Plutone di lasciare tornare Proserpina almeno per 6 mesi l’anno.

La leggenda narra che quando la regina Proserpina torna sulla terra, i campi si arricchiscono di magici papaveri rossi, il colore ricorda l’amore e la passione di plutone che attende la sua amata negli inferi.

La leggenda del tarassaco e del soffione

Un fiore che una volta sfiorito diventa uno dei più amati dai bambini. Lo si soffia e si esprime un desiderio: tutti almeno una volta lo abbiamo fatto.

Tarassaco o Taraxacum officinale selvatica per insalate
Tarassaco o Taraxacum officinale selvatica per insalate

Il soffione altri non è che un tarassaco o dente di leone con spiccate proprietà diuretiche usato, un tempo,  per curare l’itterizia, utile anche per il fegato.

Nel linguaggio dei fiori si attribuisce al tarassaco, forza, determinazione e speranza.

La leggenda racconta che per ben 30 giorni, Teso mangiò questi fiori commestibili per attingerne forza ed affrontare il Minotauro.

I semi del tarassaco sono soffici e legati ad un appendice si stancano al vento o con un soffio.

La leggenda del fiore di lavanda

Bella, ampiamente utilizzata, dal colore viola e dal profumo intenso, la lavanda è popolarissima in Provenza dove, in suo onore, si svolgono eventi e feste tradizionali. La lavanda è ampiamente utilizzata anche per le proprietà fitoterapiche.

Sconfinati campi di lavanda colorano, da sempre, il panorama in Provenza. Le leggende legate a questo fiore sono molteplici; ve ne raccontiamo una, quella della fata nata nella montagna di Lure.

Cipresso o Cupressus Sempervirens albero fitoterapico coltivazione
Cipresso o Cupressus Sempervirens albero fitoterapico coltivazione

In Valensole in Francia, si narra la storia di una bella fata dagli occhi turchesi e i capelli biondi, che voleva scegliere il luogo in cui stanziarsi e vivere per sempre. Compose un magico libro di paesaggi e, quando giunse nella pagina dedicata alla Provenza, divenne triste e pianse perché il panorama si rivelò sterile ed arido.

Le sue lacrime caddero sul libro e lo macchiarono di colori dall’ azzurro al viola. La fata, per sistemare il danno sul libro, colse un fazzoletto di cielo e lo pose sul libro.

Da allora, la Provenza si colora di fioriture con sfumature azzurre viola che i bei fiori di lavanda donano alla terra.

La lavanda fiorisce da Giugno a fine Agosto, e la produzione di Valensole è in grado di soddisfare circa l’80 % della richiesta mondiale.

I tulipani e la loro leggenda

Un fiore, il tulipano, dai molteplici colori che ha donato all’Olanda fiere, eventi e manifestazioni. Simboleggia l’amore, e la sua storia è legata ad una leggenda in cui si narra di un giovane Shirin, e la sua Ferhad di cui era follemente innamorato.

tulipano
Bulbi di tulipano: tutti i segreti per prendersene cura

Questo amore profondo e ricambiato, era destinato ad essere spezzato da un futuro tragico.

Il giovane dovette allontanarsi per un periodo e si mise in viaggio alla ricerca di fortuna. La giovane, in attesa del suo ritorno, cominciò ad essere in ansia. Fu così che ad un certo punto, decise di cercare il suo amato.

Purtroppo l’impresa si compì in maniera tragica. Si verificò un fatale incidente in cui la ragazza, gravemente ferita, perse la vita cadendo su delle pietre.

Mentre il suo destino si compiva, e la morte sopraggiungeva, ella pianse a lungo.

Le sue lacrime miste al sangue si trasformarono in bellissimi fiori di tulipano. Da allora, ogni anno questa splendida fioritura si ripete.

Il glicine e la leggenda della pastorella

glicine
Glicine

Una pianta il glicine, wisteria sinensis, dai fiori riuniti in grappoli dal colore viola o bianco, con portamento rampicante che abbellisce giardini, porticati e steccati.

Pianta originaria dell’Asia e della Cina in particolar modo, il glicine Wisteria sinensis ha generato diverse leggende specie in Cina ed in Giappone, luogo in cui gli imperatori, amavano portare sempre con se dei bonsai di glicine, ovunque i recassero in terra straniera, per donarli in segno di amicizia.

In Piemonte nasce invece la leggenda di una pastorella chiamata glicine che non era molto bella e che per questo ogni giorno versava tante lacrime.

Un giorno mentre le sue lacrime sgorgavano cadendo sul terreno nacque una bellissima pianta dai fiori colorati e profumati: il glicine! Il suo pianto terminò per sempre, solo per la gioia di aver generato tanta bellezza.

La leggenda dei Crisantemi

I crisantemi nel nostro paese, sono utilizzati per i defunti, ciò in virtù di alcune delle loro fioriture (le specie sono moltissime) che si verificano nel mese dei morti, ossia a Novembre. Alcune specie però, fioriscono a settembre, e sono generalmente i crisantemi a fiore semplice erroneamente confusi con le margherite. In altri paesi, i crisantemi vengono utilizzati come fiori normali, anche per i matrimoni.

Secondo una leggenda in un villaggio viveva un bambina che piangeva e vegliava la sua mamma in fin di vita. Uno spirito benevolo le apparve, e le donò una margherita bianca. Lo spirito le disse che la sua mamma aveva ancora diversi giorni da vivere, tanti quanti erano i petali del fiore.

Così la bimba si mise pazientemente a dividere ogni petalo in numerosi sottili petali. Giunse la morte, ed informata del fatto dallo spirito, si commosse nel vedere quanti petali la bimba era stata in grado di moltiplicare nel fiore. Così decise di lasciare in vita la donna e concesse alla bambina di trascorrere con la sua mamma ancora moltissimo tempo.

Crisantemi
Novembre 10 consigli per piante e fiori in casa, balcone e terrazzo

Conclusione

7 fiori, 7 leggende diverse e storie avvincenti tutte permeate da melanconia, dolore, voglia di miglioramento, o amore. I fiori in tutta la loro bellezza hanno, al di la della mitologia e delle leggende, un fascino ed una bellezza magica.

Doc torna su RAI 1 seconda stagione per Luca Argentero dal 15 ottobre

Luca argentero e Michela Tamburrini
Doc torna su RAI 1 seconda stagione dal 15 ottobre

Luca Argentero dopo il successo della prima stagione, ed il rallentamenti di produzione dovuti al lockdown e al Coronavirus, torna con la seconda stagione di “Doc nelle tue mani” che sarà sugli schermi di RAI 1 a partire dal 15 di Ottobre. Mentre su RAI 1 è terminato Nero a metà di cui sicuramente vedremo il seguito nella prossima stagione, e RAI 2 continua a proiettare con successo Mare fuori, la serie TV ambientata in Campania.

Doc torna su RAI 1 seconda stagione dal 15 ottobre: 3 successi RAI

Successi RAI e fiction che tengono il pubblico incollato agli schermi televisivi anche se con attori e tematiche completamente diverse. In “Mare fuori” si racconta la storia della malavita minorile di Napoli vissuta all’interno di un carcere dove confluiscono piccoli boss e ragazzi per bene vittime di eventi tragici.

Amendola in “Nero a metà“, invece, traccia le orme di un ispettore di polizia alle prese con la delinquenza comune e con la sua stessa vita e quello delle persone che lo circondano: storie di amore e tragici epiloghi che si susseguono catturando l’attenzione del vasto pubblico.

Infine, “Doc nelle tue mani” la serie medical con record di ascolti, narra la vita di un illustre medico, primario del suo istituto, travolto da una tragedia. Vittima di un attentato colpito da un colpo di arma da fuoco alla testa, perde la memoria e parte delle sue capacità. Deve e dovrà lottare per riappropriarsi, molto lentamente, della sua vita sociale e lavorativa.

Doc nelle tue mani: storia di un successo

Molti gli eventi che travolgono la vita di Luca Argentero e Michela Tamburrino nella serie TV, ma ciò che ha davvero catturato gli spettatori è il messaggio che trasmette la serie TV: non arrendersi nonostante tutto! Una voglia di riscatto forte e prorompente che porta ad amare il protagonista di questa serie RAI.

Luca Argentero, che veste i panni del medico e primario Luca Fanti, è costretto a reinventarsi la propria vita dopo un incidente che ha cancellato dalla sua memoria ben 12 anni della sua esistenza.

Anni in cui è diventato un primario stimato, anni in cui ha perso un figlio, affrontato una separazione matrimoniale, ed imparato ad amare di nuovo lasciandosi andare alla relazione con la sua assistente, la bellissima Michela Tamburino.

Doc torna su RAI 1 seconda stagione per Luca Argentero dal 15 ottobre – Luca Argentero e Pierdante Piccioni

Storia vera: questa l’origine del successo

La trama della serie TV è tratta da una storia vera, l’amnesia che ha travolto la vita di Pierdante Piccioni, noto anche come dottor amnesia, il medico che, dopo un incidente stradale, ha perso la memoria, dimenticando 12 anni della sua vita. Anche Pierdante Piccioni, medico e scrittore a preso parte alla fiction RAI. Forse è proprio questa l’origine del successo di “Doc nelle tue mani”.

Il fallimento e la riscossa, il dolore e la ripartenza, portano il pubblico ad immedesimarsi e a provare una forte empatia nei confronti del personaggio protagonista Andrea Fanti. La serie prodotta da Lux Vide e RaiFiction è stata venduta anche in Spagna e in Portogallo.

La fiction con Luca Argentero, Michela Tamburrino, Matilde Gioli, Pier Paolo Spollon e Gianmarco Saurino era, come altri programmi e serie TV, rimasta bloccata la lockdown, ma finalmente sarà nuovamente proiettata in TV.

Medioevo, nuove tecniche agricole e le curtis

Medioevo, nuove tecniche agricole e le curtis
Medioevo, nuove tecniche agricole e le curtis

Nel Medioevo l’uomo coltivava la terra e, grazie al suo lavoro, agli strumenti tecnici e alle sue decisioni, riesce a modificarne l’aspetto dei paesaggi agrari.

I contadini del medioevo erano protagonisti di una vita incerta, minacciata costantemente dalle carestie e dalla mancanza di cibo, dunque, il problema più imminente, era quello di far fronte a tutto ciò aumentando la produzione dei cereali e sfruttando al meglio le possibilità che i campi e l’agricoltura, erano in grado di offrire. I progressi iin tal senso furono molteplici.

Medioevo, nuove tecniche agricole e le curtis

Le produzione agricole dell’alto medioevo diedero vita alle curtis. Si trattava di un metodo di ripartizione dei terreni dei feudatari e dei signori, in vari apprezzamenti coltivati dai contadini e sottoposti alla giurisdizione dei padroni. Si adottava l’usufrutto da parte dei contadini, o si affidava il terreno ad un massaro che produceva per il proprio padrone.

La vita dei padroni, dei servi o dei comuni cittadini era molto diversa a secondo del ceto sociale, le differenze si evincevano nello stile di vita, nelle mansioni e nell’ abbigliamento del basso e alto medioevo. Lo sviluppo dell’agricoltura e la sua rivoluzione, cambiò la vita e le abitudini delle fasce medio povere.

Nelle curtis i contadini o servi, denominati anche “servi della gleba”, erano legati a vita al terreno e con loro, anche le generazioni future discendenti. Se il terreno veniva venduto il contadino passava al servizio del nuovo padrone.

I proprietari, oltre a detenere il potere economico, avevano anche la giurisdizione e l’autorità su chi lo abitava, in sostanza, “dettavano legge”, ed offrivano una sorta di protezione. I contadini che vivevano nelle curtis erano uomini liberi, ma che di fatto non lo erano.

Medioevo e i cambiamenti in agricoltura: il mulino ad acqua

Tra i cambiamenti che diedero una spinta verso la crescita agraria del medioevo troviamo il mulino ad acqua e la sua grande diffusione. I mulini ad acqua consentirono di utilizzare, per la prima volta nella storia, l’energia idrica per fini pratici. Un esempio di borgo medioevale con mulino ad acqua è l’isola Farnese con i suoi resti.

Laddove, nelle proprietà dei feudatari o dei vari signori non esistevano i corsi d’acqua, si svilupparono i mulini a vento che sfruttavano l’energia eolica. Il vento venne visto come una fonte di energia libera di cui tutti si potevano appropriare (a differenza dei corsi d’acqua).

I mulini consentirono la trasformazione più rapida dei cereali come il grano in farina, in maniera anche più economica rispetto ai periodi precedenti.

Mulino ad acqua isola farnese veio
Mulino ad acqua medioevale, isola Farnese – Veio

La coltivazione a rotazione: il maggese

Nel medioevo si comprese che lo sfruttamento continuato di un terreno, portava inevitabilmente, al suo esaurimento produttivo, e che la natura aveva la necessità di riposare. Fu così che per alcune coltivazioni si passò alla “rotazione agraria di coltivazione“, ossia al maggese.

Il maggese consisteva nell’avvicendamento di un anno di risposo, seguito da due anni di raccolto per il medesimo apprezzamento di terra. Questa tecnica, insieme ad una maggior resa della semina, aumentò notevolmente la quantità e la qualità del raccolto.

L’uso dell’aratro nel medioevo

La coltivazione agraria non aveva carenza di spazi, in quanto l’Italia era ricca di boschi e praterie e. per questo, il sistema di rotazione non creava problemi. Ciò che fu necessario, invece, fu come trovare un modo per sfruttare al meglio gli spazi da coltivare. L’aratro, ereditato dagli antichi romani, permise questo processo.

L’aratro, rimase per secoli il medesimo che i romani l’asciarono in eredità: uno strumento leggero che affondava poco nel terreno ma che si dimostrava poco idoneo per dissodare terreni incolti ed aridi.

Nel medioevo si trovò il modo di renderlo più fruibile anche da questo punto di vista, attraverso l’inserimento di due ruote anteriori che divennero il fulcro dell’aratro permettendo al vomere di scendere più in profondità sfruttando la maggiore fertilità del terreno.

Struttura dell’aratro nel medioevo: dal legno al metallo

Nel medioevo l’aratro era dotato di due ruote, e del vomere, una lama che penetrava il terreno verticalmente, mentre un’altra lama, lo tagliava in maniera orizzontale a livello delle radici delle’erba. Dietro a queste due lame si trovava un versoio, costituito da una superficie metallica di forma concava che serviva a spostare le zolle da un lato.

La costruzione di questi aratri era costosa, e dunque, si costituirono dei veri e propri consorzi che ne consentivano la proprietà collettiva.

Struttura dell’aratro in metallo

Le nuove tecniche di coltivazioni e l’allevamento: buoi e cavalli

Le nuove tecniche di coltivazione nel medioevo che si avvalsero dell’uso dei mulini e dell’utilizzo di un nuovo aratro più efficiente, non solo incisero sulla produttività agricola, ma anche sull’allevamento e l’utilizzo degli animali. Alcuni contadini preferivano utilizzare i cavalli, altri invece, i buoi.

Mentre il bue si rivelava più solido e resistente, il cavallo si dimostrò molto più agile e veloce. L’introduzione del ferro di cavallo chiodato allo zoccolo dell’animale, fece si che il cavallo, fu preferito per l’agricoltura in molte parti dell’Europa. Altra miglioria introdotta fu un nuovo tipo di collare e di morso che quadruplicarono la capacità lavorativa degli animali da tiro.

Cosa coltivavano i contadini nel medioevo?

Tra i prodotti di maggior uso e coltivazione nel medioevo si collocano i cerali come il grano, segale ed orzo, ma anche legumi come fave, ceci e piselli ed ortaggi come zucchine, zucche, lattuga cipolle, cavoli e zape. Inoltre anche il bosco e le praterie assunsero grande rilievo: nel bosco e nelle praterie si trovava il nutrimento per il bestiame, si raccoglievano le ghiande ed i frutti di bosco inoltre era fonte di cacciagione.

Cosa mangiavano nel medioevo?

Nel periodo medioevale l’alimentazione era abbastanza varia ma dipendeva anche dal ceto sociale di appartenenza. I cereali erano consumati abbondantemente, sotto forma di pane, zuppe, pasta, farinate d’avena e polenta.

Le verdure ed i legumi rappresentavano una valida integrazione alimentare, seguite da cacciagione, ma anche da carne di allevamento come, maiale, pollo e manzo, servite prevalentemente sulle tavole dei ricchi. Inoltre, venivano consumate ampie varietà di pesci d’acqua dolce, insieme ad aringhe e merluzzo.

Le trasformazioni agroalimentari erano scarse, ed i trasporti molto lenti, motivo per cui le popolazioni si nutrivano prevalentemente delle produzioni locali. Ma, con lo sviluppo del commercio internazionale, le classi sociali copiarono, la classe superiore a quella di appartenenza, sia nell’abbigliamento che nell’alimentazione.

Furono dunque emessi dei decreti locali che vietavano il consumo di determinati prodotti ad alcune classi sociali, o ne limitavano la quantità fruibile.

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Per prima cosa si deve fare una distinzione di base tra le bugie in senso stretto e l’omissione della realtà. La bugia detta in modo spontaneo per nascondere errori, od altro, andrebbe condannata. Esistono bugiardi “patentati” e persone che mentono di tanto in tanto.

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Certo è che, secondo le regolo d’oro dell’amicizia comune, si dovrebbe essere sinceri almeno con le persone importanti della nostra vita e con gli amici intimi, ma sicuramente, alcune situazioni impongono “discrezione” e tolleranza.

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Ma la sincerità di cui vogliamo occuparci in questo post, è ben altra. Stiamo parlando, infatti, della capacità di essere se stessi di fronte alle persone. Molti individui si pongono in modo da piacere al proprio interlocutore mascherando la propria indole.

Altre ancora, sono false di natura, si fingono amiche per poi parlarvi alle spalle alla prima occasione. In genere, sono persone frustrate che provano facilmente invidia e, per questo motivo, tendono a sminuire gli altri ad ogni occasione.

Ecco: queste sono proprio le persone che possiamo definire false, e non sincere. Quelle con il sorriso stampato a 360 ° che sorridono a tutti, sono loquaci e simpatiche, ma in realtà, intimamente, risultano completamente diverse e molto spesso, parlano male di tutti.

Ma perché si dicono le bugie, serve mentire? E se sì, quando è lecito non essere sinceri?

Gli insicuri non sinceri

Esiste poi, una fascia di persone che cerca di essere cordiale e carina con tutti per timore di non piacere. Quest’ultime sono le più innocue rispetto alle persone “non sincere”, la loro non sincerità nasce da una insicurezza di base e non da cattive intenzioni, o invidia.

Generalmente, si tratta di persone sorridenti e socievoli, che non vi contraddicono mai, ma non hanno la brutta abitudine di parlare alle spalle del prossimo.

Hanno un limite, questo è certo, che gli proviene da un’infanzia non facile nella quale non si sono sentite abbastanza accettate o comprese. Tendono a voler piacere a tutti i costi, temono di essere rifiutati, e hanno timore di mostrare il proprio modo di essere e pensare.

Tolleranza e rispetto

Infine, possiamo dire che ci sono situazioni in cui essere non sinceri significa, semplicemente, essere tolleranti ed avere rispetto. Può capitare che una persona proprio non vi piaccia! Questo non vi autorizza a parlargli alle spalle o a sorridergli anche quando dice, o si comporta, in modo che disapprovate.

E’ in questa situazione che entra in gioco la tolleranza ed il rispetto, qualità che non dovrebbero mancare in nessuna persona e che inducono l’essere umano ad una forma di convivenza sana. Tolleranza e rispetto, sono due attributi che non dovrebbero mai mancare, insegnano a vivere e convivere, sia in ambito lavorativo, che sociale, anche con chi non è sono esattamente a nostra immagine e somiglianza.

Questo non significa che dobbiamo necessariamente diventare amici di tutti, o di coloro che “non ci calzano a pennello”, ma che semplicemente, pur riconoscendo delle differenze di base, rispetto al nostro modo di essere e di porci, le rispettiamo.

Sincerità razzismo e tolleranza: il rispetto alla base della civiltà

Essere tolleranti e rispettosi verso chi la pensa diversamente da noi, ma anche verso chi è diverso per costume, tradizione, pensiero e colore, è indice di maturità e intelligenza. Occorre rispetto: a scuola, in strada sul lavoro, nella vita sociale, in ogni contesto e con ogni persona.

Rientrare in quest’ordine di idee significa essere riusciti, nella propria vita, ad andare oltre i propri istinti primordiali animali (istinto di conservazione, e salvaguardia del branco), ed essere in grado di valutare situazioni e persone accettandole, comunque esse siano. Tolleranza e rispetto costituiscono le basi della civiltà e del non razzismo.

Tolleranza e rispetto indicano la consapevolezza acquisita di fronte al fatto inequivocabile che viviamo in un mondo popolato dal genere umano in tutte le sue varietà. Questo ci pone, inevitabilmente, in una situazione di scelta. Le persone vanno sempre accettate, anche quando sono profondamente diverse da noi.

Accettazione non è l’equivalente di condivisione, non siamo obbligati a condividere la nostra vita privata con chi non ci sentiamo a nostro agio, ma è sempre d’obbligo l’accettazione ed il rispetto per l’altro.

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Smalti autunno inverno nuance e color moda di tendenza

Colore smalti autunno inverno
Colore smalti autunno inverno

L’estate volge lentamente al termine e, vetrine e web, si popolano di proposte per l‘autunno inverno. Non solo abiti ed accessori cambiano volto, linee e colori, ma anche i prodotti per la bellezza ed il make up si allineano alle tendenze moda dell’anno.

Tra i prodotti molto in uso nel mondo femminile troviamo gli smalti in tutte le oro meravigliose nuance: smalti autunno inverno nuance e color moda di tendenza per questa stagione 2020 -2021.

Smalti autunno inverno nuance e color moda di tendenza 2020 2021

Se vi piacciono colori brillanti come il giallo o similari sappiate che questo autunno inverno punta per gli smalti, su tinte pastello e colori scuri e compatti e linee minimali monocromatiche senza fronzoli e decorazioni. Decisamente out il nero ed il blu scuro.

Smalti autunno inverno nuance e color moda di tendenza

Tra le nuance più gettonate, siano essei per smalti tradizionali, gel o quant’altro, svettano i colori autunnali come il rosso scuro, il beige, blu, verde e viola, ma anche grigio, vero protagonista dell’inverno anche nei capi moda.

E mentre Valentino fa sfilare abiti in arancione, Clohé si appassiona al verde bottiglia, ed il bianco viene declamato come un must vincente per questa stagione invernale, i colori e le nuance in attesa della declamazione ufficiale del colore Pantone, si delineano in maniera precisa.

Smalti e colori caldi in sintonia con gli outfit

Innegabilmente alcuni colori ci parlano proprio dell’autunno e dell’ inverno. Smalti affascinanti con nuance calde come il verde, il marrone, il beige ma anche i rossi cupi che scivolano verso il prugna ed il rosso mattone, tinte che ci ricordano il colore dei boschi, delle foglie che cadono e si tingono di calde colorazioni. Tanto fascino anche per i colori che interpretano il cielo in autunno, un cielo plumbeo ci riconduce alla gamma di grigi e di blu.

Ma oltre a questi colori, si affermano anche tinte pastello come il celeste ed il rosa in tutte le sue sfumature, dal lavanda al rosa chiaro fino ai rosa e ai viola più intensi. Non si disdegnano gli smalti in colori metallici per le serate più chic: oro, argento ma soprattutto i colori in bronzo e rame.

Colore smalti autunno inverno
Colore smalti autunno inverno

Il look si sposa con gli smalti e spesso, make up e colore delle dite e delle unghie, nello specifico, sono in abbinamento tra loro. Alcuni colori che si rivelano dei veri passepartout adatti a molteplici occasioni e svariati outfit sono senza dubbio smalti dal colore beige, grigio, ma anche rosa chiaro molto tenue, nella versione dal colore sia compatto che perlato.

Color discreti e stile parigino: bianco e gel trasparente

Ottimo anche il bianco, meglio se solo sulla punta e accompagnato da un gel trasparente che ci riconduce allo stile parigino per il make up semplice e le unghie caratteristiche.

Azzurro, grigio, viola, beige e rosa per il giorno, bronzo e oro per la sera

Se il vostro guardaroba sfrutta molto colori come il blu l’azzurro ed il viola anche lo smalto lavanda e azzurro / grigio potranno fare al caso vostro.

Per le amanti del marrone lo smalto beige o colori metallici come il bronzo creeranno un connubio perfetto. Idoneo anche l’oro colore da destinare però per la sera.

Conclusioni e scelte di stile

E’ innegabile che le tendenze moda autunno inverno quest’anno, se pur dal sapore vintage, lasciano ampio spazio alla scelta delle linee e colori. Diciamo che, pur prediligendo alcune caratteristiche, e lanciando in particolare alcuni colori come il beige ed il grigio, sia nella moda che per il make up, non rinunciano a note di colore.

Ne sono testimonianza tutti i viola, ed il fucsia, nonché il giallo e l’arancione per gli abiti, ma anche nuance rosse di vario genere. Allo stesso tempo abbracciano tinte tipicamente estive come il bianco, ma mettono da parte colori giovani e tinte flou che hanno caratterizzato l’estate.

Semi di girasole, proprietà, utilizzi, e quando raccogliere i frutti

Semi di girasole, proprietà, utilizzi, e quando raccogliere i fruttiSemi di girasole, proprietà, utilizzi, e quando raccogliere i frutti
Semi di girasole, proprietà, utilizzi, e quando raccogliere i frutti

I semi di girasole sono alleati dell’umore in quanto favoriscono la produzione di serotonina e sono ricchi di nutrienti preziosi. Insieme all’olio di girasole, i semi, prevengono l’arteriosclerosi, e sono degli ottimi integratori naturali, buoni da sgranocchiare e consumare in insalate, yogurt, o tostati ed usati per pane e dolci. Ricchi di olio a basso contenuto di grassi insaturi.

Con i semi di girasole si ottiene un olio commestibile, assai prezioso, ed usato per il suo contenuto di grassi non saturi. Viene comunemente usato in cucina come condimento.

I semi di girasole sono degli acheni, considerati un tempo, dalle popolazioni indiane nordamericane, dei veri e propri portafortuna per fidanzamenti e matrimoni, se posti sulla schiena di una ragazza in numero di 3. Scopriamone tutte le proprietà, come coltivarli ed usarli!

Semi di girasole, proprietà, utilizzi e quando raccogliere i frutti

Spesso scarsamente considerati come frutto e seme da consumare, se non per l’olio, conosciuti per la bellezza del fiore, i girasoli sono facili da coltivare e molto utili per la salute. Impariamo a conoscere meglio questo frutto scoprendo le proprietà, gli utilizzi, come e quando raccogliere i semi del girasole.

Varietà botaniche del girasole

Il girasole è una pianta da fiore dal fascino particolare che produce diverse varietà da giardino, alcune a fiore unico altre con numerosi capolini fioriferi per esemplare. Fiorisce da luglio a settembre. Vediamone alcuni esempi botanici comuni:

  • Helianthus annuus Autumn Beauty. Alto 1 metro di altezza, produce fiori dal colore giallo scuro con variegature color bronzo.
  • Helianthus annuus Italian White. Alto circa 1 metro e mezzo, produce fiori giallo chiaro.
  • Helianthus annuus Mars. Arriva a 2 metri di altezza, presenta fiori gialli con disco marrone.
  • Helianthus annuus Russian Giant; sicuramente la varietà più grande: raggiunge dai 2,5 a 4 metri di altezza, il suo fiore è grande dal colore giallo.

Inoltre, vi sono delle cutivar da fiore per abbellire il giardino, dalla tipologia perenne, ed altre più piccole di dimensioni, come Helianthus annuus nano, specie che muoiono a fine stagione e che si coltivano per i fiori usati in composizioni, mazzi, e come elementi unici.

Il girasole ama terreno ricco di sostanze nutritive, come i terreni ricchi di materia organica misti ad argilla, che risulta essere nutriente e fresco.

Perché consumare i semi di girasole: integratore naturale

Usato in erboristeria e in alimentazione il girasole, pianta officinale, ha proprietà fitoterapiche e nutrienti di rilievo. Oltre al sapore gustoso che ricorda quello della frutta secca, i semi di girasole sono ricchi di triptofano, un aminoacido essenziale che stimola la produzione di serotonina (ormone della felicità), utile per combattere la depressione.

Ricchi di acido folico i semi sono utilissimi in gravidanza nella formazione del feto e in tutto gli stati carenziali; apportano un valido contributo nella battaglia contro i tumori e l’arteriosclerosi.

Inoltre, sono ricchi di sali minerali come il magnesio, e numerose vitamine, tra esse, ricordiamo la vitamina D, alleata del cuore, della pelle, delle ossa e dell’intestinoa; vitamina E ottimo antiossidante liposolubile, ed infine, vitamine del gruppo B.

Come e quando raccogliere i semi di girasole

  1. A petali caduti, raccogliete i semi di girasole avvolgendo i fiori con della garza. Legate strettamente la garza con dello spago. Controllare il retro del girasole ogni giorno.
  2. Una volta che il fiore diventerà marrone, i semi appariranno neri con strisce bianche, anche se il colore può cambiare in base alla varietà, sarà questo il momento di raccogliere i semi.
  3. Tagliate il fiore con delle cesoie. Togliete la garza, e tenete il girasole sopra un contenitore. Per rimuovere i semi dai capolini fioriferi, strofinateli con le mani. Sarà utile procurarsi una tela a maglia larga, tipo zanzariera, dove poter far asciugare i semi di girasole.
  4. Ponete la zanzariera su una griglia per 3 o 4 giorni, e lasciate essiccare i semi. Raccogliete i semi e conservateli in buste di carta scure, sigillandole accuratamente per utilizzare i semi l’anno seguente per la semina, o per il consumo personale che può iniziare sin da subito.