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Piante per seminterrati bagni e stanze ceche: ecco quali sono

Piante per seminterrati bagni e stanza ceche: ecco quali sono
Piante per seminterrati bagni e stanza ceche: ecco quali sono

Partiamo dal presupposto che le piante necessitano di luce in virtù della indispensabile sintesi clorofilliana che permette la loro vita e gli consente di crescere e riprodursi. Ma rimane il fatto che alcune piante, vivono bene anche in situazioni avverse, come eccessivo caldo, siccità e poca luce.

Questo perché in natura le piante crescono e si adattano all’ambiente in cui vivono. Proprio per questo vi sono specie adatte a vivere in ambienti scarsamente illuminati come seminterrati, bagni e stanze ceche senza finestre o con piccole aperture che lascino passare poca luce: ecco quali sono!

5 Piante per seminterrati bagni e stanze ceche: ecco quali sono

Abbiamo già visto in altri post come questo: piante che vivono bene in ambienti poco illuminati, che le specie botaniche adattabili alla scarsità di illuminazione naturale sono molte. Ciò in virtù del fatto che molte di esse vivono nelle foreste e nel sottobosco e dunque ricevono naturalmente poca luce. Ma la situazioni si complica se l’inserimento delle piante deve avvenire in luoghi completamente bui. Il primo consiglio è quello di installare delle lampade che riproducono la luce solare, in modo da avere comunque esemplari in buona salute.

Lampade UV per piante

Le lampade illuminanti per le piante sono utili a ricreare, in maniera artificiale, un’ambiente naturale appropriato per la crescita delle stesse. Il costo di questi prodotti è alla portata di tutti, in quanto esistono soluzioni economiche ed altre più costose. Anche il design utilizzato è gradevole, e si adatta all’inserimento in moltissime tipologie di spazi e ambienti. Ne trovate un vasto assortimento nel link sottostante:

Alcuni tipologie di lampade, sebbene decorative, possono anche essere sostituite da normali faretti UV per le piante come quelli sottostanti.

Le piante più versatili per ambienti bui

Dopo aver preso in esame vari tipi di piante per ambienti poco illuminati che trovate nel primo link del post e avervi consigliato delle illuminazioni artificiali sostitutive dei raggi solari, ora vediamo quali sono le specie botaniche in grado di vivere ben anche al buio, piante per seminterrati, bagni e stanze ceche.

Gemma Zamioculcas o Gemma di zanzibar

Pianta eretta dal bel fogliame verde lucido robuste e carnose, perfetta per ogni ambiente, con crescita verticale, occupa poco spazio e decora bene le stanze. Cresce molto lentamente, e raggiunge i 60 cm di altezza. Presenta rizoma alla base tipo patata e radici carnose. E’ tossica quindi attenzione ai bambini e agli animali.

Aspidistra decorativa e resistente

Facilissima da coltivare, e molto nota, cresce bene anche in ambienti bui specie la varietà con foglie verdi scuro. Molto decorativa per la bellezza del fogliame si tratta di una pianta resistente per questo, molto spesso, viene usata anche negli androni dei palazzi in situazioni di scarsa luce e correnti d’aria. Aspidistra è perfetta per coloro che hanno poco tempo da dedicare a piante e giardino, e con scarso pollice verde. Esistono delle varietà a foglie screziate molto belle.

Aspidistra
Aspidistra

Chlorophitum

Pianta economica, il Cholophitum è conosciuto anche con il nome di pianta ragno, la si può coltivare appesa in panieri. Ama gli ambienti umidi e quindi è perfetta anche per i bagni più angusti o le stanze poco asciutte. Se ne trovano diverse varietà botaniche dai colori del fogliame diverso tra loro e screziate.

Chamadorea o Palma minore

Ha un bel portamento elegante, la Chamadorea somiglia molto alle sue cugine palme ma è di dimensioni ridotte e, se bene tenuta riesce anche a fiorire in casa regalandovi piccole infiorescenze. Supera il metro e mezzo di altezza, facile da coltivare, resistente, può essere allevata anche in acqua con il metodo di idrocoltura.

Sansevieria elegante portamento eretto

Ne abbiamo parlato in altri articoli, la Sansevieria è una bella pianta con portamento eretto e foglie molto lunghe verticali ottima anche per ridurre l’inquinamento domestico. Ha crescita lenta ed occupa poco spazio.

Le piante perfette per i bagni bui o cechi

Tra le piante che ben si adattano agli ambienti poco illuminati ed umidi come spesso risultano essere alcuni bagni, si collocano le piante di felci, i pohtos e molti tipi di philodendro. Tutte caratterizzate da bel fogliame e da scarse esigenze sia ambientali che di coltivazione.

Cosa c’è da sapere quando si passa dal fumo di sigaretta al vapore della sigaretta elettronica nel 2020

sigaretta elettronica
sigaretta elettronica

Dal suo boom avvenuto relativamente pochi anni fa ad oggi, la sigaretta elettronica è diventata uno dei sostituti, o addirittura “rimedi” per tentare di smettere di fumare. Questo prodotto è particolarmente diffuso nel nostro paese, e col passare degli anni si è andata a consolidare una comunità di “svapatori” non indifferente, pari quasi a 900.000 persone. Il fumo nuoce alla salute, qualunque esso sia e va evitato. Ma se si vuole smettere di fumare le sigarette si può provare per gradi passando prima a quelle elettroniche e poi diminuendo fino ad eliminare anche questo tipo di fumo e di dipendenza.

Sigarette elettroniche e liquidi

Il mercato in questione è particolarmente interessante per quanto riguarda sia i consumatori che i venditori di sigarette elettroniche, grazie al fatto che le e-cig prevedono una varietà che non tocca soltanto la strumentazione atta a “svapare” in sé per sé, ma anche un altro componente fondamentale a questa operazione, e cioè i liquidi per la vaporizzazione.

Ad esempio, se si è interessati a comprare liquidi sigaretta elettronica con nicotina per alleviare i sintomi da astinenza di nicotina, l’e-shop di Terpy (che trovi qui) ma ve ne sono molti nel web con vendita online, ne presenta una varietà veramente impressionante.

Detto ciò, andiamo subito a vedere cosa c’è da sapere per tutti quelle persone che fanno parte di questa nicchia di consumatori relativamente nuova e che spesso si ritrovano alle prese con varie perplessità e dubbi una volta che hanno cominciato o stanno passando dal fumo delle bionde classiche al vapore delle sigarette elettroniche.

La legislazione in materia di sigarette elettroniche e luoghi pubblici

Se agli albori delle sigarette elettroniche era possibile svapare praticamente ovunque, oggi la situazione è lievemente cambiata.

Ad oggi, sta ai locali e ai proprietari di luoghi privati il gestire il consenso o divieto all’utilizzo delle sigarette elettroniche all’interno delle proprie attività. Per quanto riguarda invece i luoghi pubblici, sono in vigore diversi divieti relativi a luoghi particolarmente sensibili come gli istituti scolastici, gli ospedali e in luoghi dove si denota la presenza di bambini.

Riguardo questo ultimo punto, c’è da sottolineare che anche le comunità di recupero e gli istituti di correzione minorili hanno il divieto assoluto di consumo delle sigarette elettroniche.

In tutti gli altri luoghi invece dove compare l’iconico cartello con su scritto il divieto: “Vietato fumare”; sappiate che questo si riferisce esclusivamente alle sigarette tradizionali, salvo essere espressamente dichiarato sul suddetto divieto che questo sia esteso anche alle sigarette elettroniche, si intende.

Per ulteriori informazioni riguardo le normative in vigore connesse alle sigarette elettroniche, potete liberamente consultare gli ultimi decreti emanati e pubblicati sulla pagina del Ministero della Salute.

Cosa c’è da sapere quando si passa dal fumo di sigaretta al vapore della sigaretta elettronica nel 2020

I danni delle sigarette elettroniche e i danni delle sigarette normali

Su una cosa tutta la comunità scientifica sembra essere d’accordo: le sigarette elettroniche fanno meno male delle sigarette tradizionali.

Ciononostante, sottolineiamo il meno poiché queste non possono essere considerate ad oggi completamente innocue. Se infatti la riduzione del consumo di sigarette canoniche, e in generale di ogni prodotto contenente tabacco e fumato tramite combustione, porta a numerosi ed indubbi vantaggi in termine di salute per il fumatore e per chi gli sta intorno, permangono dubbi relativi alle e-cig.

 I più recenti studi infatti hanno riscontrato la presenza di sostanze dannose nei vapori scaturiti dal consumo delle sigarette elettroniche, come ad esempio il glicole propilenico. Questa sostanza è comunemente utilizzata in ogni effetto speciale relativo ai “fumogeni” ed è considerata in linea di massima sicura, ma se inalata per un periodo prolungato può portare all’irritazione delle vie aeree, tosse e asma.

Altra sorvegliata speciale in materia di sostanze dannose è poi la glicerina, la quale se scaldata durante il processo di vaporizzazione può portare alla formazione e all’accumulo di formaldeide e acetaldeide, sostanze che possono risultare dannose per il nostro corpo se assunte in quantità elevate.

Il problema fondamentale relativo però ai dubbi sull’effettiva pericolosità delle sigarette elettroniche è legato fondamentalmente al loro effetto a lungo termine: essendo un prodotto di recente introduzione nel mercato, ad oggi non esistono studi estensivi e duraturi sugli effetti collaterali a lungo termine del loro consumo.

Smettere di fumare grazie alle sigarette elettroniche

Ad oggi, l’efficacia relativa allo smettere di fumare in maniera definitiva grazie alle sigarette elettroniche è ancora oggetto di studio.

Nonostante ci siano anche studi importanti come questo studio pubblicato sulla rivista medico-scientifica internazionale The Lancet, la comunità scientifica non è concorde nell’affermare che la sigaretta elettronica permetta di smettere completamente di fumare.

Sottolineiamo “completamente” perché sono in molti quelli che, se non sono riusciti a smettere completamente di fumare, rientrano in quella grossa fetta di “fumatori duali”, i quali fumano sia le e-cig che le sigarette elettroniche.

Detto ciò, una delle forze della sigaretta elettronica rimane la percentuale selezionabile di nicotina all’interno dei liquidi di vaporizzazione. Se infatti nelle sigarette classiche il contenuto di nicotina è pari a circa 12 milligrammi di nicotina, nelle sigarette elettroniche il contenuto è variabile, nonché selezionabile.

Questo limite è stato imposto in un range che può andare dallo 0% fino all’1,6% di concentrazione di nicotina all’interno del liquido da vaporizzare. Importante è il sottolineare sempre la variabilità della percentuale selezionabile all’acquisto perché uno dei metodi al momento più in voga per smettere di fumare è proprio quello di scalare gradualmente la suddetta in modo da attenuare l’astinenza da nicotina.

Tutti sanno infatti che la nicotina è una sostanza psicoattiva che crea dipendenza, ma non tutti sono a conoscenza del fatto che l’astinenza che essa porta è una vera e propria sindrome medica.

La cosiddetta sindrome di astinenza da nicotina è una malattia vera e propria classificata e descritta sia nel Manuale Diagnostico dei Disturbi Mentali (DSM) sia nella classificazione redatta dall’Organizzazione Mondiale per la Salute chiamata Classificazione Internazionale delle Malattie (ICD-10).

Da qui, la difficoltà nello smettere di fumare e la scelta di trovare metodi alternativi come la il fumo di sigaretta elettronica come palliativo per gli effetti negativi di questa sindrome, i quali comprendono fastidiosi effetti collaterali quali nausea, irritabilità, depressione e, ovviamente, un desiderio incontrollabile di fumare.

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Frutta e verdura in autunno: 8 cibi che fanno bene alla salute

Frutta e verdura in autunno: 8 cibi che fanno bene alla salute
Frutta e verdura in autunno: 8 cibi che fanno bene alla salute

L’abitudine a mangiare frutta e verdura di stagione non andrebbe mai persa. La frutta e la verdura in autunno, così come quella di altri periodi stagionali, è più naturale, rispetta il ciclo vegetativo della pianta, e per questo, è sempre più ricca di vitamine e sali minerali. Ci sono molteplici tipi di frutta e verdure da consumare in autunno, ma vediamo quali sono gli 8 cibi che fanno bene alla salute, rinforzano il sistema immunitario, e combattono i radicali liberi e l’invecchiamento.

Frutta e verdura: i 10 cibi che fanno bene alla salute da consumare in autunno

Le giornate si accorciano e con esse le ore di luce e sole. A maggior ragione, è necessario rinforzare il proprio organismo mangiando bene, ed introducendo la giusta quantità di vitamine e sali minerali di cui, frutta e verdura sono molto ricchi.

Cosa mangiare? Sicuramente in autunno tra le verdure ricordiamo i broccoli, cavoli e cavolfiori, erbette, verza e bieta, cibi ricchi di acido folico che rinforzano l’apparato scheletrico.

Ma utili e molto buoni anche cibi come le zucche, il melograno, i cachi, tutte le varietà di agrumi ricchissime di vitamina C, le pere in tutte le loro varietà, le mele, ed infine tanti legumi, che apportano anche una buona quantità di proteine vegetali. Da non dimenticare le dolci castagne il frutto tipico dell’autunno, la cui raccolta ha inizio nel mese di ottobre.

1) Bieta, erbette, broccoli, cavoli e cavolfiori

Si tratta di prodotti alimentari vegetali ricchi di calcio, ferro e acidi grassi come gli omega 3. Inoltre apportano buone quantità di fibre utili per una buona funzionalità intestinale, per prevenire i diverticoli e perfette per combattere i mali di stagione, come raffreddori ed influenza.

Da consumare sia cotte che crude alternate ad altre verdure come la bieta e le erbette e per preparare infinite ricette come, ade esempio la bieta la pomodoro.

2) Legumi sali minerali e proteine

Ottimi per preparare contorni, minestre e vellutate da consumare con pane fresco o crostini. Ricchi di fibre, apportano buone quantità di proteine unitamente a sali minerali e vitamine. I legumi come piselli, fagioli, lenticchie e ceci sono un ottimo stimolante per il sistema immunitario.

3) Zucca e la festa di halloween

Oltre ad essere l’ortaggio più usato nella festa di halloween, la zucca, dal sapore dolce, è ottima per preparare piatti salati come risotti in crema di zucca, consumata in padella, fritta, al forno in purea o in vellutata magari con l’aggiunta di patate come nella ricetta zucca e patate.

Si presta anche alla preparazione di dolci. La zucca, oltre ad essere molto buona e versatile, ha anche un’ azione depurativa molto spiccata.

Zucca a cubetti con cipolla
Zucca a cubetti con cipolla

4) Agrumi alleati contro raffreddore ed influenza

Gli agrumi sono talmente tanti che è difficile trovarne uno, o più di uno, che non piaccia: limoni, mandarini, mandaranci, pompelmi, arance, ed anche mapo o Kunquat noto come mandarino cinese. Ricchi di vitamina C possono essere mangiati in maniera semplice, consumati in abbondanti spremute od usati anche per cucinare. Perfetti per rinforzare le difese immunitarie contrastare raffreddore ed ininfluenza, benefici per la pelle, gli agrumi combattono la formazione di radicali liberi.

5) Cachi un ottimo energizzante

Ne esistono due varietà: i Cachi vaniglia, dalla consistenza solida, ed i cachi normali, dalla consistenza morbida da gustare con un cucchiaino. Sono frutti ricchi di carotenoidi, vitamina K e antiossidanti, fibre e fosforo. I cachi sono efficaci per combattere gli stati di affaticamento, abbassando la pressione si tratta di un frutto molto utile per chi soffre di ipertensione. Si tratta, come per i semi di girasole, di un energizzante naturale utile da inserire nella propria alimentazione.

6) Melograno: il frutto della felicità

Un frutto bello, il melograno, quanto curioso. Può essere consumato sia in succhi, spremendone i chicchi sia mangiandoli con pazienza staccandoli dalla buccia. Perfetto anche in cucina per preparare arrosti e dolci. Oltre a migliorare l’umore, il melograno si rivela un ottimo antiossidante, protegge il cuore anche in virtù del fatto che si rivela un ottimo anti stress.

7) Pere e mele: perfette per la dieta

Due frutti tipici di stagione. Pere e mele, combattono la formazione di radicali liberi, perfette anche per chi tiene un regime alimentare ferreo per via di una dieta. Le mele sono un classico per preparare la nota torta di mele ma anche per la preparazione di frittelle. “Una mela la giorno toglie il medico di torno”, detto antico, un proverbio e modo di dire che trae origine da dati reali.

8) Castagne salutari e benefiche

Come preparare la marmellata di castagne
Come preparare la marmellata di castagne

Un frutto che riconduce tutti alla nostra infanzia, la castagna dal sapore dolce, è perfetta per la preparazione di dolci, come il castagnaccio fiorentino, buone da consumare anche lesse, arrostite o in brodo di alloro. Hanno un valore nutrizionale simile al pane, sono ricche di fosforo, potassio vitamine del gruppo B, specie B2, D e PP, acido folico e fibre. Riducono il colesterolo circolante.

Tre i suoi benefici la castagna vanta anche quello di aiutare il sistema venoso e l’insufficienza, combattere la cellulite essendo un ottimo drenante sia a livello sanguigno che linfatico.

Coltivare basilico fresco tutto l’anno e creare nuove piante

basilico
Coltivare basilico fresco tutto l'anno e creare nuove piante

Il basilico è una pianta aromatica utilizzata tutto l’anno per la preparazione di sughi, insalate, e moltissime ricette in cui si utilizza sia cotto che crudo. Tra le aromatiche è, insieme al rosmarino, una delle piante più utilizzate in cucina.

Per questo motivo, avere del basilico fresco tutto l’anno è davvero molto comodo, così come creare nuove piante di basilico con il fai da te in una settimana. Vediamo come fare, e quali sono le esigenze colturali del basilico in inverno, ma anche nella stagione estiva, primaverile ed autunnale.

Coltivare basilico fresco tutto l’anno

Il basilico è un pianta facile da riprodurre attraverso il seme, ma anche con talea. Si tratta di una pianta aromatica che ama molta luce e posizioni riparate. Non sopporta temperature inferiori ai 10 gradi e, per questo motivo, nella stagione fredda va ritirato in casa.

La posizione da preferire è vicino ad una finestra esposta ad est, ma è da evitare sole pieno, specie in estate. Ama terriccio soffice ben drenato, umido, e con pacciamatura in superficie, in grado di apportare nutrimento alla pianta e di proteggerla dalla siccità eccessiva del terreno nei periodi molto caldi.

Come cogliere il basilico

Il basilico va colto tagliando la parte superiore della pianta asportando la rossetta con 4 o 5 foglie e lasciando crescere le foglie sottostanti che si stanno formando.

Così facendo, le piante non si allungheranno troppo, producendo steli sottili e delicati, ma si rinforzeranno ad ogni nuovo taglio producendo nuove foglie. In questo modo si evita anche che il basilico fiorisca sottraendo nutrimento alla pianta.

Coltivare basilico fresco tutto l’anno e creare nuove piante – Basilico e prezzemolo

Come creare nuove piante di basilico


Oltre alla riproduzione per seme il basilico può essere riprodotto attraverso talea. Le talee si ottengono tagliando uno stelo di a metà lunghezza, ed asportando le foglie che vi sono lungo lo stelo, lasciando solo la rosetta di foglie che si trova in cima.

Si deve avere cura di rimuovere eventuali fiori che si stanno formando, in quanto sottrarrebbero prezioso nutrimento alla piantina e alle radici che si andranno a formare.

Per fare radicare il basilico, si possono usare degli ormoni radicanti, o procedere in maniera naturale. Immergendo il gambo in un vasetto di vetro con acqua, posto su un davanzale con luce, si vedranno spuntare le piccole radici in appena una settimana.

Una volta che le radici si saranno formate, le piantine vanno trapiantate in un vaso con terriccio soffice che andrà mantenuto umido.

Basilico proprietà terapeutiche

Oltre ad essere noto per il suo uso culinario. il basilico possiede anche diverse proprietà fitoterapiche che lo rendono un ottimo alleato per combattere disturbi di vario genere. Ad esempio, il basilico è ottimo per conciliare il sonno consumato in tisane calde preparate insieme ad un’altra aromatica nota: l’origano.

Inoltre, ha spiccate proprietà diuretiche, è utile per combattere il raffreddore. I suoi molteplici utilizzi lo rendono una di quelle piante aromatiche che è decisamente molto utile avere in casa tutto l’anno.

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Gatto toelettatura tipo di pelliccia e muta: come fare

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Gatto toelettatura tipo di pelliccia e muta: come fare

I gatti sono felini molto bravi a fare da soli la toeletta, si lavano spesso con la lingua inumidita e dentellata, rimuovendo i peli volanti, e stimolando la produzione dell’olio naturale della pelle, agevolando l’impermeabilizzazione e l’isolamento.

Ma per prendersi cura del nostro micio, e per far fronte alle perdite di pelo e ai nodi specie nei gatti a pelo lungo, è necessario toelettare il gatto: vediamo come fare e cosa considerare.

Gatto toelettatura tipo di pelliccia e muta: pulizia regolare

Eseguire una pulizia regolare del pelo del gatto vi aiuta a mantenerlo in buono stato e a ridurre la perdita di peli per casa. Inoltre, permette di instaurare un rapporto più stretto con il vostro gatto e consente di controllare che non abbia ferite, gonfiori e parassiti, nei gatti giovani e anziani. I gatti si possono addestrare sia a queste che ad altre operazioni, esattamente come i cani.

Tipo di pelliccia e pettini

Un gatto a pelo lungo richiede una toelettatura quotidiana per poter prevenire formazione di nodi, grovigli, specie in alcuni punti come dietro le orecchie, all’inguine, ed intorno alle estremità posteriori, punti più soggetti alla formazione dei nodi.

Per un gatto a pelo corto è sufficiente seguire queste operazioni 1 o 2 volte alla settimana, mentre per i gatti a pelo lungo, sarà necessario operare anche tutti i giorni. Specie per queste razze è bene optare per dei pettini a denti larghi piuttosto che la classica spazzollina.

E’ necessario fare attenzione, procedere con delicatezza ed aiutarsi con le dita, oltre che con il pettine, per districare i nodi. Per i nodi più severi è consigliabile agire con il pettine, alla base, e tagliare il pelo in senso verticale, in modo da separare la matassa e riuscire a districare il nodo.

Abituare il gatto sin da cucciolo

Per riuscire a gestire il gatto e a compiere una toelettatura accurata, è bene abituare il micio sin da subito, in tenera età, magari premiandolo con qualche bocconcino appetitoso, e regalandogli tante coccole, in modo che l’animale viva questo momento come una pausa di relax e condivisione con voi, con tanto di premio finale, e non come una forzatura.

Ma ricordate che per il gatto le regole in casa le dettate voi, quindi perseverate nel vostro intento anche quando sembra difficile. Nei gatti già adulti ci vorrà molta più pazienza per abituarli a questo trattamento. Tanti premi, e un paio di guanti di protezione, vi aiuteranno, specie se il micio si rivela poco accondiscendente.

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Il gatto e la muta del pelo in primavera

Nel periodo primaverile, proprio quando le giornate iniziano ad allungarsi, e l’aria si fa più tiepida, arriva per i gatti, il momento della muta del pelo. Attraverso la muta, il gatto si libera dei peli morti del folto mantello invernale.

Può accadere che in animali che vivono in casa e dunque, in ambienti più freschi d’estate e caldi d’inverno, la muta si verifichi anche in altri periodi, come ad esempio, in autunno, non appena si accende il riscaldamento.

La muta e le palline di pelo

Il pelo, soprattutto nel periodo in cui avviene la muta, viene ingoiato dal gatto anche in grosse quantità. I peli ingoiati possono accumularsi nello stomaco e nell’intestino causando vomito, costipazione, inappetenza e ostruzione intestinale (anche se raramente). Una toelettaura regolare e l’ingestione di pasta di malto aiuteranno il gatto a superare questo problema.

Quali attrezzi utilizzare

In commercio esistono molti accessori per la toeletta del gatto. La scelta andrebbe fatta in relazione al tipo di pelo che presenta il nostro gatto. Oltre alle spazzole classiche e ai pettini a denti larghi alcuni gatti preferiscono guanti e spazzole in gomma. Potrebbero tornarvi utili anche accessori come i taglia unghie per tenere le unghie del gatto più corte ed evitare danni e distruzione in casa.

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Dolcetti di pasta sfoglia: saccottini al cioccolato facili e veloci

Saccottini di pasta sfoglia con cioccolato
Saccottini di pasta sfoglia con cioccolato

Vi va di preparare un dolce che sia buono facile da fare e magari anche veloce? Che impieghi poco del vostro tempo e si riveli perfetto per tante occasioni? Bene! I saccottini al cioccolato realizzati con pasta sfoglia sono la soluzione giusta.

Adatti per un tè pomeridiano, per una merenda golosa, od anche per un dopo cena. Perfetti per trasformarsi in dolci farciti di ogni bontà, od anche per diventare dei rustici salati per aperitivi ed antipasti.

saccottino pasta sfoglia
Dolcetti di pasta sfoglia: saccottini al cioccolato facili e veloci

Dolcetti di pasta sfoglia: saccottini al cioccolato facili e veloci: ingredienti

La pasta sfoglia si utilizza per moltissime preparazioni, sia dolci che salate. Abbiamo sperimentato questa semplice ricetta dolce, facile da realizzare, adatta anche per chi non è esperta in cucina e, soprattutto. per chi ha difficoltà nel cimentarsi con i dolci.

Gli ingredienti da utilizzare per questi saccottini di pasta sfoglia sono davvero pochi e di facile reperibilità: vediamo quali sono!

  • Tempo di preparazione 10 minuti più 20 di cottura
  • Calorie impasto con buro circa 550 per ogni 100 grammi senza burro ma con margarina, molto meno.
  • 2 fogli rettangolari di pasta sfoglia senza burro
  • 1 tavoletta di cioccolato fondente (o di vostro gusto) da 100 gr
  • zucchero di canna
  • 1 uovo

Preparazione saccottini di cioccolato

Per la preparazione dei saccottini noi abbiamo preparto come segue; ma nulla vieta di realizzare dei simpatici triangoli farciti, magari, di crema pasticcere e pinoli, marmellata, forme a quadretti, triangoli, trecce o cannoli. Le variazioni che si possono realizzare sono davvero molteplici.

Stendete i fogli su una superfice piane e divideteli in quadrati delle medesime dimensioni. In genere, per saccottini medio piccoli come quelli in foto, si riescono a ritagliare circa 15/ 16 saccottini. Con due fogli ne escono circa 32: un bel vassoio pieno di dolcetti!

Per la forma, potente anche decidere di realizzarla in atro modo. Per questo genere di dolce si praticano 4 o 5 taglietti su mezza superficie del foglio di pasta sfoglia, e precisamente nella parte alta che risulterà essere la parte superiore del saccottino.

Il cioccolato fondente va rotto a pezzettoni e inserito nei saccottini per la farcitura, da solo, o unitamente a granella di nocciole (se vi piacciono).

Dolcetti di pasta sfoglia: saccottini al cioccolato facili e veloci – Preparzione

Chiudere i saccottini e completare il dolce

Per completare il dolce, dovrete ripiegarlo sopra e, premendo con le dita, chiuderne tutti i bordi sia lateralmente che frontalmente, formando una specie di “sacchetto”.

A questo punto, spennellateli con il rosso d’uovo sbattuto a temperatura ambiente. Spolverate con zucchero di canna, ed infornate a 180 gradi in forno statico per circa 15 – 20 minuti, controllandone la cottura.

Quando il colore varierà virando al dorato caramellato, sarà il momento di rimuoverli dal forno e lasciarli raffreddare.

Durante la cottura vedrete i dolcetti gonfiarsi ed assumere un aspetto sempre più invitante e colorito, mentre i tagli effettuati in fase di preparazione, si apriranno leggermente lasciando intravedere la farcitura. Togliete la teglia dal forno quando siete sicuri che siano ben cotti. Lasciateli raffreddare una decina di minuti, e poi alloggiarli in un vassoio dove avrete steso della carta assorbente.

Dolcetti di pasta sfoglia la cioccolato

Servite in tavola i vostri deliziosi e sicuramente facili dolcetti di pasta sfoglia e cioccolato fondente.

Attenzione perché con la pasta sfoglia, sia acquistata in rotoli, che fatta in casa, si possono realizzare davvero una moltitudine di ricette golose, sia dolci che salate, tutte decisamente facili, come il rotolo di cioccolato per riciclare le uova di pasqua; oda anche per quanto concerne il salato, dei rustici, delle pizzette, la pizza salata di zucchine, e molte altre ricette.

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Canapa acquatica o Lisimachia – Eupatorium cannabinum

canapa acquatica Eupatorium cannabinum
Canapa acquatica

La Canapa acquatica fa parte della famiglia delle Compositae o Asteraceae. Si tratta di una pianta acquatica erbacea perenne con proprietà fitoterapiche che presenta caule dritto e ramificato leggermente angoloso dal colore rossastro e dalla radice fusiforme dalla quale si dipartono numerose radichette. Le sue origini sono da ricercare nelle zone dell’Africa ed Euro-asiatiche. Attualmente diffusa in quasi tutto il mondo.

Canapa acquatica o Lisimachia – Eupatorium cannabinum origini del nome

Il primo ad utilizzarla nel I secolo a. C. come pianta medicinale fu Mitriade Eupatore da li il nome di Eupatorium derivante dal greco “‘nascita da padre nobile“. Il suo nome però deriva dalla sua spiccata somiglianza con un altra pianta: la Canapa Sativa.

Comune nei luoghi acquitrinosi, lungo i fossati, argini dei torrenti, zone alluvionali e in luoghi umidi o paludosi in genere. Può raggiungere 1,5 metri di altezza. A seconda della localizzazione geografica si trovano leggere variazione delle foglie, ma va detto che esistono in natura alcune varietà. Impiegata anche nei giardini.

Canapa acquatica o Lisimachia – Eupatorium cannabinum

Descrizione Canapa Acquatica

Si tratta di piante perenni che presentano un asse fiorato piuttosto allungato. Il rizoma è sotterrato e da esso si originano e si dipartono vari fusti aerei.

  • Le foglie sono picciolate e palmate con segmenti dentati, simili a quelle della canapa sativa.
  • I fiori sono raccolti in numerosi capolini che insieme formano un corimbo apicale dal colore rosso porpora il quale presenta delle ghiandole leggermente odorose. La dimensione dei fiori di circa 7 mm, è praticamente uguale per ogni fiore, una caratteristica non comune in tutte le specie. Sono fiori ermafroditi.
  • Il frutto della Canapa acquatica è un achenio dal colore nero che presenta 5 coste ed un pappo dal colore bianco.

Raccolta ed utilizzi canapa acquatica

Canapa acquatica fiori
Canapa acquatica fiori

Raccolta:

La raccolta della canapa acquatica avviene nel periodo estivo. Le parti che generalmente si utilizzano sono le sommità fiorite, ma anche le foglie e la radice.

Composti chimici:

I composti chimici contenuti nella pianta sono Eupatorina, inulina, tannino, resina, sali, essenza, valerianato di metile.

Proprietà terapeutiche e modalità d’uso

Sia le sommità fiorifere che le foglie della canapa acquatica sono calagoghe, depurative, diuretiche e toniche, mentre la radice è lassativa diaforetica e tonica.

Ma oltre alle proprietà terapeutiche si ricorda che possiede anche proprietà epatotossiche e cancerogene. Nei rizomi contiene sostanze vermifughe e purganti utilizzate sin dall’antichità.

Le modalità d’uso sono: decotto, infuso, polvere, enolito, acqua distillata, estratto fluido ed infine tintura. In quantità elevate può risultare anche mortale.

Curiosità e storia

La canapa Aacquatica venne utilizzata sin dall’antichità per le sue proprietà lassative che non determinano irritazioni intestinali. Molto usata anche nelle febbri malariche con azione ed efficacia che rimase dubbia.

In epoche più recenti ed anche attualmente, viene usata nelle campagne il suo succo frizionando energicamente il mantello degli animali per allontanare gli insetti.

L’acqua distillata dei fiori di canapa acquatica viene usata contro la cispi degli occhi. In quantità elevate può risultare anche mortale. Usata come repellente e per ricavarne prodotti repellenti dall’industria del settore.

In giardino

Data la sua crescita rapida e fitta, e la sua facilità di riprodursi viene utilizzata anche nei giardini grandi o comunque con una certa struttura, per riempire zone intermedie e o creare divisioni e siepi specie in zone in cui sono presenti laghetti o corsi d’acqua habitat molto indicato per la canapa acquatica. Molto usata nei giardini acquatici per la sua crescita veloce, e la sua capacità di attrarre le api.

Apicoltura, miele e zucchero, spezie e salumi nel Medioevo e Rinascimento

Apicoltura, miele e zucchero, spezie e salumi nel Medioevo e Rinascimento
Apicoltura, miele e zucchero, spezie e salumi nel Medioevo e Rinascimento

Nel Medioevo l’agricoltura si trasforma sensibilmente, grazie all’introduzione di nuove attrezzature agricole, come l’aratro di metallo, ma anche per l’introduzione delle tecniche di agricoltura a rotazione, denominate maggese, di cui vi abbiamo parlato in questo articolo: Medioevo nuove tecniche agricole e le curtis.

Oltre al’evoluzione dell’agricoltura che si ripercuote positivamente anche sugli allevamenti degli animali, si diffondono sempre più le tecniche di apicoltura, e l’uso di spezie. Anche i salumi e gli insaccati in genere assunsero un ruolo davvero molto importante.

Apicoltura, miele e zucchero, spezie e salumi nel Medioevo e Rinascimento una grande evoluzione

Lo zucchero è uno di quegli alimenti che provenendo dall’altra parte del mondo, in Europa, fu conosciuto ed apprezzato solo dopo la scoperta dell’America.

La storia dello zucchero è legata alla storia triste della tratta degli schiavi che nei Caraibi, ma anche in Brasile, lavoravano nelle piantagioni di canna da zucchero.

In epoche precedenti, prima dell’arrivo dello zucchero in Europa, generalmente, come dolcificante veniva utilizzato il miele.

Nel medioevo si utilizzavano cibi europei e cibi provenienti da altri paesi, cibi sconosciuti che portavano il profumo esotico dalla terra di provenienza come il cacao, il caffè, lo zucchero e tante spezie diverse, provenienti dalle Indie.

La follia delle spezie nel Medioevo e nel Rinascimento

Molti dei cibi citati erano destinati ad un pubblico benestante, cibi di lusso, di ostentazione e di distinzione sociale. Il prezzo per quasi tutti inarrivabile costituiva un buon motivo per farli diventare un oggetto di desiderio.

Negli anni del Medioevo, e soprattutto nel Rinascimento, si assiste a quella che fu denominata “la follia delle spezie”. I menù ed i piatti vennero farciti di spezie: pepe, zenzero, noce moscata, cannella, chiodi di garofano, senapi di varia tipologia.

Gli stessi medici contribuirono alla diffusione delle spezie, consigliandone l’uso nelle diete in virtù delle loro proprietà digestive. Ma, oltre ai cibi di lusso, come le spezie, in questo periodo storico si diffondono anche i cibi per i contadini, come ad esempio alcuni salumi.

Medioevo ed salumi

Per far fronte ai lunghi periodi invernali e alla scarsità di cibo, i contadini consumavano ampie quantità di salumi, essiccati e conservati. E’ proprio in quegli anni che si svilupparono nuove tecniche di essiccazione e conservazione che coinvolsero anche altri prodotti. Tra i salumi vi erano salami, prosciutti, salsicce etc.

Il termine salume deriva, infatti, dalla parola “sale”, attraverso la salatura ed essiccazione veniva conservata la carne di maiale. La carne di maiale veniva avvolta nel grasso, salata, pepata, e condita con varie spezie come cannella e zenzero (le più costose).

Si conservavano anche i cibi sotto sale, e non con poca fatica, dato che i grossi grani di sale andavano ben pestati e ridotti per potere trattare i cibi con la salatura. Si conservavano sotto sale e in salamoia, attraverso una soluzione satura composta da acqua e sale.

Si utilizzavano anche le tecniche di essiccazione: le carni venivano battute per estrarne il liquido, per poi esporle al sole a seccare e conservare per lungo tempo. Tutte queste tecniche servivano a creare delle scorte per l’inverno, utili nei periodi di carestia per allontanare la paura della fame.

Il miele e le tecniche di apicoltura nel medioevo

Arnie antiche

Le tecniche di apicoltura hanno origini preistoriche risalenti a 12 mila anni fa. Ne sono testimonianza diversi dipinti rupestri di epoca neolitica ritrovati a Valencia e in varie altre località del mondo.

Ma è certo che già il popolo egizio si dedicava, non solo alla raccolta del miele sui nidi presenti in natura, ma ad una vera e propria apicoltura.

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I primi alveari nacquero utilizzando tronchi sui quali vi era già allocato un nido ed uno sciame. Successivamente comparvero i primi alveari artificiali.

Le arnie si otteneva attraverso ceste di paglia o vimini che venivano trattate ed impermeabilizzate attraverso l’uso di paglia e sterco o creta, creta e paglia.

L’apicoltura e l’evoluzione delle arnie dai greci ad oggi

Nell’antichità popoli come i romani e i greci svolgevano questa attività di rilevanza economica e, l’apicoltura era molto considerata. Riscossero molto successo, in Grecia, gli alveari mobili con favi di paglia. Dalle arnie si otteneva il miele per dolcificare cibi e fare dolci, e la cera, utilizzata per diversi scopi.

Nel Medioevo l’apicoltura continuò ad essere praticata e, in particolar modo, se ne presero cura i monasteri per ricavarne, oltre al miele, la cera per le candele.

Nei primi anni dell’800 le tecniche greche di costruzione dei favi furono riprese e sviluppate e, nel 1851 Langstroth inventerà un nuovo favo mobile che aprirà la strada a nuove innovazioni fino ad arrivare, gradualmente, all’arnia con modulo base contenente diversi favi, seguirà lo smielatore automatico, e successivamente si giungerà all’attuale arnia moderna.