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martedì, Settembre 30, 2025
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Gres porcellanato manutenzione, pulizia detersione

Gres porcellanato manutenzione, pulizia detersione
Gres porcellanato manutenzione, pulizia detersione

Avete acquistato un pavimento in gres porcellanato e vi chiedete come pulirlo senza danneggiarlo? Il gres porcellanato è un materiale versatile usato per pavimenti e piastrelle. Esistono pavimenti ceramici di diverso spessore e qualità, ma alla base del gres ci sono sempre le medesime sostanze, anche se la lucidatura del gres porcellanato opaca, semi lucida o lucida, può variare in base al tipo di manufatto. Abbiamo già parlato del gres porcellanato e dei 5 errori da evitare nella pulizia pavimenti. Ora approfondiamo l’argomento gres: scelta, pulizia e manutenzione.

Come lavare i pavimenti in gres porcellanato

Sul mercato sono presenti numerosi prodotti specifici per il gres porcellanato, sgrassatori che aiutano a rimuovere lo sporco, detergere il pavimento in gres, profumarlo senza aggredirlo. Sono da evitare gli acidi che se talvolta possono essere utili per rimuovere incrostazioni, andrebbero usati il meno possibile e sempre ben diluiti in molta acqua.

Il risciacquo immediato e approfondito è d’obbligo. Ma ricordate che “olio di gomito” e detergente specifico, costituiscono sempre la soluzione ideale. Evitare i prodotti che contengono cere che non servono sul gres così come quelli lucidanti. Se si hanno bambini in casa o animali si possono adottare prodotti igienizzanti specifici evitando quelli che contengono candeggina e che sono nocivi per gli animali.

Disinfettanti e detergenti tossici per cani e gatti

Cosa rovina i pavimenti in gres porcellanato

In generale tutti gli acidi non andrebbero utilizzati su questo tipo di pavimenti ma neanche sui sanitari. Gli acidi corrodono lo smalto che rifinisce gres lucido o opaco, e completa la lucidatura dei sanitari. Meglio utilizzare qualche goccia di candeggina disciolta in acqua calda, o meglio ancora del bicarbonato.

Come eliminare macchie di olio dai pavimenti

Le macchie di olio non sono un problema sui pavimenti in gres lucidi, ma potrebbero crearne sui pavimenti porosi in gres. Comunque sia per rimuovere l’olio dai pavimenti il consiglio è di assorbirlo con carta assorbente o giornali, poi sgrassare con uno sgrassatore liquido. In mancanza di sgrassatore utilizzare sapone per i piatti ed acqua calda.

Come eliminare la patina sul gres porcellanato

In teoria, se si procede alla pulizia dei pavimenti in maniera regolare, la patina sui pavimenti non dovrebbe proprio formarsi. Ma se avete fatto degli interventi straordinari imbiancando le pareti o lavori di muratura, spesso il pavimento ne risentirà presentando una patina sulla superficie.

Come rimuoverla? Lavando il pavimento più volte utilizzando acqua calda e bicarbonato con 2 cucchiai di aceto, o detergenti specifici per il gres porcellanato. Uno dei prodotti più usati è l’acido tamponato, ma si può ottenere un ottimo risultato anche senza usare acidi.

Come pulire il gres porcellanato
Come pulire il gres porcellanato

Gres porcellanato opaco e lucido pulizia

In base al tipo di lucidatura, il pavimento sarà da trattare in maniera diversa. Il gres porcellanato opaco trattiene lo sporco in modo maggiore, rispetto a quello lucido. Se avete una lava pavimenti a vapore l’utilizzo di questo apparecchio sia sul gres lucido che opaco, vi consentirà di rimuovere lo sporco senza aggredire i materiali che compongono il gres e la lucidatura, opaca o lucida che sia.

Gli apparecchi a vapore

Al di la di tutti i detergenti citati, e di quelli presenti in commercio, la pulizia del gres porcellanato si attua in modo semplice proprio grazie agli apparecchi a vapore che sono in grado di rimuovere patine bianche, macchie, pulire le fughe e intervenire sgrassando e pulendo il pavimento.

Per la pulizia ordinaria del pavimento in gres, è consigliabile usare straccio e spazzolone avvalendosi di un detergente profumato non aggressivo specifico per questa tipologia di superficie (gres lindo, vinto gres, mastro lindo etc). In questo modo il pavimento durerà più a lungo mantenendo la sua naturale bellezza.

Come scegliere il pavimento in gres porcellanato migliore

Al di la della qualità del pavimento in gres, è sempre consigliabile porre dei feltrini sotto alle sedie e ai mobili che si “trascinano” per evitare di graffiarlo e rovinarlo (e di disturbare i vicini). Anche se un buon pavimento in gres dovrebbe avere un elevata resistenza al calpestio e anche resistere a questo tipo di inconvenienti. Ma molto dipende dalla sua qualità.

Quando acquistate un pavimento in gres verificatene lo spessore la durezza e la resistenza al calpestio dati che vengono riportati sulle etichette del produttore e che costituiscono un valido aiuto nella scelta d’acquisto di un prodotto di qualità.

Tutto sommato il gres è un materiale poco delicato che si manutiene da solo. Una volta effettuata la pulizia di sgrosso, è facile da pulire, detergere e disinfettare.

Quello che è molto importante, invece, è valutare con attenzione la qualità del prodotto in fase di acquisto, senza farsi attirare dalle promozioni in corso, sebbene ne possano anche capitare di ottime specie nelle “fine serie” o scampoli, ma nell’acquisto è utile sempre considerare i parametri di qualità del pavimento in relazione anche all’utilizzo che dobbiamo farne.

Ad esempio, il pavimento del soggiorno è sottoposto a maggior calpestio rispetto ad un camera da letto, così il soggiorno di un piano terra con giardino subirà maggiori aggressioni rispetto al soggiorno di un appartamento posto al terzo piano.

I pavimenti opachi, in genere, sono più ruvidi e trattengono lo sporco con maggior facilità, ma quelli in gres lucido, per contro, si graffiano più facilmente. Considerate ogni piccolo dettaglio e scegliete il pavimento più giusto alle vostre esigenze.

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Foglie gialle nelle piante significato e interventi

Foglie gialle nelle piante significato e interventi
Foglie gialle nelle piante significato e interventi

Le piante e le loro foglie possiedono generalmente un bel colore verde brillante che in alcune specie, può cambiare e virare al rosso come nel Croton variegato giallo verde nel Ligustro e, in autunno, nella vite americana, etc. Ma al di la delle eccezioni, le foglie gialle delle piante esprimono una sofferenza. Cosa significa quando le piante hanno le foglie gialle? E come curare le piante con foglie gialle? Vediamo insieme quali sono le cose da considerare e come intervenire su piante con foglie ingiallite.

Foglie gialle nelle piante significato

Il significato di foglie gialle nelle piante è molteplice, e dipende in maniera differente anche dalla stagione. Vediamo le cause principali dell’ingiallimento fogliare:

  1. La prima cosa da fare e tastare il terreno e assicurarsi che non sia troppo umido o che vi siano delle muffe che possano indicarci un eccesso di umidità: Alcune specie botaniche necessitano di irrigazioni rade, specie in autunno e in inverno, un eccesso d’acqua può far ingiallire le foglie. In tal caso è sufficiente diminuire l’irrigazioni e porre la pianta in un punto magari più luminoso.
  2. Clorosi ferrica. Le piate necessitano di un certo quantitativo di ferro, quando questo elemento è carente nel terreno e non viene apportato con le fertilizzazione periodiche, la pianta acquista un aspetto poco sano, le foglie tendono ad ingiallire o a crescere già gialle. Il rimedio consiste nel somministrare dei fertilizzanti specifici o erogare acqua addizionata di ferro. Il ferro è venduto sia sotto forma di polvere che di liquido, ma esistono anche concimi bilanciati che ne contengono la giusta quantità anche se alcune piante, come gli agrumi, ad esempio, hanno un elevato bisogno di ferro.
  3. Scarsità di azoto. Alcune piante necessitano di un terreno azotato, se quest’ultimo non risponde alle esigenze della pianta, le foglie ingialliscono, e la pianta perde il suo vigore vegetativo.
  4. Parassiti: controllate la pagina fogliare e assicuratevi che non vi siano parassiti in grado di far ingiallire e poi seccare le foglie.

Come curare le piante con foglie gialle?

Come visto per curare una pianta ingiallita si deve, per prima cosa, comprendere il motivo del suo ingiallimento. Una volta appurata la causa, allora, si potrà intervenire in maniera mirata, sostituendo la terra, riducendo le irrigazioni, fertilizzando in modo appropriato o irrorando il terreno con acqua e ferro.

Il più delle volte basta un piccolo intervento di concimazione (specie in estate e in primavera) e l’aggiunta di ferro all’acqua per risolvere il problema. Questo perché, in primavera e in estate, il vigore vegetativo delle piante in crescita va aiutato integrando gli elementi nutrienti il terriccio e l’acqua di irrigazione.

I rinvasi primaverili servono anche a questo, a rinnovare la terra che ha perso nutrienti, e a fornire nuovo nutrimento alle piante che si risvegliano con la primavera. Servono poi le irrigazione con concimazione a favorire la crescita rigogliosa. Le piante acidofile sono quelle più soggette a clorosi ferrica. Scegliere il giusto terriccio in base alla specie è già un buon inizio.

Come scegliere il terriccio giusto per fiori, piante e arbusti

Se invece siamo in inverno, e la pianta ingiallisce, con molto probabilità la causa è da ricercare nelle irrigazioni troppo abbondanti o da una scarsa quantità di luce solare. Irrigate di meno e spostate la piante in luogo più luminoso, evitate anche la vicinanza con i caloriferi. Va poi considerato che per alcune piante in autunno l’ingiallimento delle foglie è una cosa normale così come la loro perdita, ma stiamo parlando di alberi e arbusti che spogliano per il normale ciclo vitale e non di piante d’appartamento o di altra tipologia.

Albero della vita qual è, significato, a chi regalarlo

albero della vita significato
Albero della vita qual è, significato, a chi regalarlo

L’albero della vita è un simbolo che si usa regalare. Molti gioielli e bijoux, bracciali, ciondoli, gioielli in argento o oro, orecchini ed oggetti di design si fregiano dell’albero della vita. La sua storia è antica, lo si trova in diverse culture, ed il suo significato profondo simbolo di buon auspicio.

Cosa Significa regalare l’albero della vita?

Regalare l’albero della vita è di buon auspicio lo si trova in diverse culture e, ad esso, vengono affiancati anche altri elementi importanti come: l’acqua, l’aria, la terra ed il fuoco. L’acqua ed il fuoco simboleggiato nel sole, servono a far crescere l’albero, la terra lo nutre e fa si che sia rigoglioso, infine l’aria, lo rende partecipe al miracolo della natura. Regalare l’albero della vita significa augurare un percorso positivo di vita alla persona che lo riceve. E’ di buon augurio.

Perché l’albero della vita si chiama così?

Perché l’albero della vita è dispensatrice di frutti: nasce, cresce e nutre donando la vita. Nella Bibbia troviamo sia l’albero della vita che rappresentava una vita serena, e l’albero delle conoscenza che rappresentava la virtù, il bene ed il male, e ci riconduce ad Adamo ed Eva. Ma nei testi sacri l’albero della vita lo si ritrova anche in diversi versetti (come nell’Apocalisse, 2:7) “Chi ha orecchi ascolti ciò che lo Spirito dice … A chi vince io darò da mangiare dell’albero della vita, che si trova nel paradiso di Dio.” )

Per gli Egiziani l’albero della vita racchiude due concetti basilari dell’esistenza terrena: vita e morte. E’ proprio dall’albero della vita egizio che nacquero il primo uomo e la prima donna.

Mentre, per i Cinesi e nella mitologia cinese esiste un albero della vita che fruttifica solo ogni 300 anni, i suoi frutti rari sono preziosi e chi riesce a nutrirsene diventa immortale.

Quindi: quale albero rappresenta l’albero della vita? Ve ne sono diversi in base alle varie culture ma tutti si originano dalla madre terra con scopo ultimo di nutrire l’uomo. Il nutrimento può essere fisico, spirituale, intellettivo, fino a far presagire la capacità superiore di rendere immortali, se per immortalità si intende la vita oltre la morte.

Gli alberi che nelle varie religioni hanno assunto una grande importanza sono svariati: pensiamo all’abete o albero di Natale o magari all’ulivo simbolo di pace. In civiltà antiche come i Greci ed i Celti l’albero è un simbolo che emerge con forza e viene associato alla fertilità, alla speranza a e alla nuova vita.

Albero della vita celtico
Albero della vita celtico – I Celti

Cosa rappresenta l’albero della vita?

L’albero della vita rappresenta la madre terra dispensatrice di frutti e protezione. In effetti dell’albero si evidenzia la forza che genera rami, foglie, frutti. Simbolo di abbondanza può apportare benefici e nutrimento, in tutti gli ambiti.

A chi si regala l’albero della vita?

L’albero della vita simbolo di nascita, si regala ai bambini piccoli appena nati come augurio di vita lunga e felice. Ma allo stesso tempo, l’albero della vita può essere regalato a qualsiasi persona, uomo e donna come portafortuna. Adatto come regalo a color che stanno per intraprendere un nuovo inizio sia lavorativo che sentimentale, un processo di crescita.

Perfetto anche come idea regalo per le bomboniere, un modo per gli sposi di augurare ai propri invitati fortuna e felicità in ogni ambito. Ci sono numerosi oggetti che riportano questo simbolo. la sagoma dell’albero della vita comunica forza, sostegno. L’augurio che se ne riceve è di avere inizi fortunati, interessanti, progetti realizzati, crescita personale.

Curiosità albero della vita

Sembra che, più il design dell’albero della vita è ricco di foglie e frutti maggiore è la sua capacità portafortuna (ma queste però sono solo fantasie). Quel che è certo è che si tratta di un simbolo con cui realizzare gioielli e oggetti molto belli piacevoli da ricevere e da regalare.

Cravatta storia, origini e tipi di cravatta

Cravatta storia origini e tipi di cravatta
Cravatta storia origini e tipi di cravatta

La storia della cravatta è molto antica risalente ai tempi degli egizi e dei romani, e sembra, anticipata da uomini preistorici che si appendevano i testicoli di alcuni animali in modo ornamentale, intorno al collo. Gli Egizi nel loro abbigliamento, invece, usavano un pezzo di tessuto colorato annodato intorno al collo dei defunti.

Erroneamente attribuita la sua invenzione ai Croati, popolo che la ricorda con una festa importante, “il cravatta Day”, che si celebra il 18 Ottobre, ispirato della guerra dei trent’anni, in cui i soldati croati indossarono un foulard annodato al collo. Ma al di la della paternità della cravatta, scopriamo quali popoli anticamente l’ hanno usata per primi, e i tipi di cravatta antichi e moderni.

Cravatta storia origini nel mondo

Nella guerra del 1618 – 1648, nota come guerra dei trent’anni, i mercenari croati in servizio in Francia indossarono dei foulard che incuriosirono e furono apprezzati dai francesi. Re Luigi XIV portò alla ribalta questo accessorio di moda divenne un vezzo amato dal Re Sole Re Luigi XIV di Francia grande modaiolo.

Ma la cravatta, se pur con delle varianti, apparve in altre culture anche in tempi antecedenti al 600. Il libro di Cesare Vecellio di metà del 600 pubblicato a Venezia a fine secolo, fa una vasta ed approfondita carrellata di tutti i costumi tradizionali del mondo e cita più volte la cravatta.

Mentre ancor prima, a metà del 300 circa, Eustache Deschamps scrisse una ballata “Faite restraindre sa cravate” che significa letteralmente “riannodate la cravatta”. Elementi che ne testimoniano la presenza.

Roman focal
Roman focal

Nell’abbigliamento, gli ufficiali dell’esercito romano, indossavano un indumento simile alla cravatta, denominato sudarium, mentre l’imperatore Augusto se pur in privato per proteggere la gola indossava il focal e un indumento di lana posto introno al collo per proteggerlo da malattie utile anche per gli oratori.

In Cina i guerrieri Xian indossano una bandana al collo, così come nel 300, le armate di Huang-Ti. Bandane, foulard, nastri e pezzi di stoffa rettangolari, furono i predecessori dell’attuale cravatta.

tipi di cravatta antichi
Tipi di cravatta antichi: https://it.wikipedia.org/wiki/Cravatta

Tipi di cravatta

La cravatta è indubbiamente un accessorio maschile, indossato anche dalle donne in versione androgina, presente da secoli nella storia della moda. Nel 600 e nel 700, il Re Sole, e i cittadini di Venezia, fecero ampio sfoggio di queste bandane o foulard ricamati in merletto simili al plastron. Da allora la cravatta si è semplificata ed è diventata un accessorio elegante da usare nelle occasioni formali, al lavoro e agli eventi. Ma quali e quanti sono i tipi di cravatta? E in quali stili di abbigliamento da uomo la si può inserire?

Plastron
Plastron
  • Plastron un foulard con spilla usato nelle cerimonie e in particolar modo con il Tight.
  • Cravatta larga.
  • Cravatta stretta.
  • Papillon denominato anche farfallina.

Tessuto e fantasie cravatta

La cravatta classica può avere una lunghezza ridotta, in media di circa 150 cm 165, o molto lunga raggiungendo talvolta anche i 190 cm. Le tinte sono molteplici, si va dalla tinta unita alle righe, disegni floreali od altro, tipo pois, damascate, fino a quelle tipicamente trendy con colori fluo. Per quanto concerne il tessuto la cravatta elegante è in seta ma si trovano anche cravatte misto cotone o sintetiche.

Come annodare la cravatta

In genere la cravatta viene annodata con nodo semplice che pone la striscia più sottile al di sotto di quella più larga. Ma i nodi che si possono realizzare sono molteplici fino ad oltre 85 nodi, vediamone alcuni più comuni:

  1. Four in hand: il tiro a quattro il più diffuso nodo da cravatta originario del Club Londinese si effettua in 4 passaggi.
  2. Windsor: si esegue in 8 passaggi prende il nome dal duca del Windsor che lo creò. Divenne molto in voga negli anni 30 e da vita ad un nodo voluminoso.
  3. Mezzo Windsor: più semplice del precedente da cui deriva, si esegue in 6 passaggi è meno voluminoso del precedente.
  4. St Andrew: un nodo per la cravatta che si compone di 7 passaggi ed è un nodo che fa sporgere in avanti la cravatta.
  5. Balthus; nodo per cravatta che si realizza con ben 9 passaggi, è molo grande e prende il nome dal pittore che lo ideò.
  6. Onassis, si tratta di un nodo semplice che si realizza con l’uso di una pinzetta ideato dall’omonimo.
  7. Eldredge un nodo particolare con diversi giri di cravatta molto decorativo e sfizioso.
  8. Infine, troviamo il Trinity ed i Cape poco usati.

Cravatta 800- 900 dal rigore all’anarchia

La cravatta si diffonde, si modifica, e dal plastron di Balzac, si arriva al rigore della cravatta dell’800. Nell’epoca Vittoriana le cravatte si trovano vendute con il nodo già fatto in versione enorme o di piccole dimensioni sia per il papillon che per il plastron e la cravatta.

Sarà Edoardo VII che, all’inizio del 900 inventa la cravatta con nodo libero, una libertà che score veloce tra i giovani divenendo il simbolo dell’anarchia e dell’anticonformismo. Anche nel 900 casa reale inglese influirà sul futuro della cravatta e sarà il futuro duca di Windsor a disegnare i canoni della cravatta e del nodo.

La cravatta oggi

Ormai da qualche decennio la cravatta ed il suo stile hanno trovato una certa stabilità, sia per quanto riguarda linea, che colore e nodo. Ma la moda influenza le sue misure per questo la si trova lunga, corta stretta o larga. La scelta del suo utilizzo va valutata anche in base al dress code richiesto.

Attualmente le maison che rivisitano le cravatte, in termini di colori e tessuti, sono moltissime, alcune come quelle di Mila Schon sono diventate un vero status symbol e si alternano con i modelli e i colori di Missoni, Ferragamo, Armani, Fendi e molti altri fino a d arrivare alle splendide cravatte artigianali di Villarosa e Mosconi.

Bonsai di Ficus Benjamina e Ficus Microcarpa: come coltivare potare, concimare i bonsai

Bonsai Microcarpa o ginseng
Bonsai di Ficus Benjamina e Ficus Microcarpa: come coltivare potare, concimare i bonsai

I bonsai piccoli alberi dalle esigenze svariate in base alla specie sono dei piccoli e decorativi elementi da inserire in casa in terrazzo o in giardino. La passione dei bonsai necessita di essere però alimentata da competenza, questo per non rischiare di commettere errori che possano rivelarsi dannosi per gli alberi in miniatura. Vediamo dunque il bonsai di Ficus Benjamina e Ficus Microcarpa due specie botaniche che, insieme ad altre tipologie di ficus, sono molto comuni nelle nostre abitazioni.

Bonsai di Ficus Benjamina e Ficus Microcarpa: come coltivare potare, concimare i bonsai

Il genere Ficus, originario dell’India, comprende circa 800 specie di alberi e arbusti sia sempreverdi che a foglia caduca, che si dividono in delicate e rustiche rampicanti e striscianti. La specie più adatta alla coltivazione per bonsai è sicuramente il Ficus Benjamina, pianta dal fogliame leggero ed elegante con foglie lucide e verdi.

Ficus Benjamina bonsai

Questa specie botanica presenta radici molto particolari per questo viene spesso coltivata come bonsai su roccia. Ma comunque tutti gli stili di bonsai sono adatti a questa specie. Il più importato in Italia è il Ficus retusa che ha vegetazione compatta ed il Ficus Formosanum.

  • Esposizione Il ficus Benjamina è una pianta /bonsai tropicale ama temperature elevate sopra ai 15 gradi. Non tollera la siccità e teme moltissimo gli sbalzi di temperatura per questo va posto in posizioni riparate e non ama la luce intensa.
  • Annaffiature del ficus Benjamina devono essere frequenti specie in estate : 2 volte al giorno. Nebulizzare le chiome due o tre volte al giorno evitando gli orari in cui l’effetto lente può danneggiare le foglie.
  • Concimazione: ogni 15 giorni in primavera estate.
  • Rinvaso. Procedere al rinvaso del bonsai di ficus Benjamina ogni 2 anni potando leggermente le radici e usando una miscela composta da due parti di argilla, due parti di torba ed una di sabbia.
  • Potatura. La potatura del bonsai di Benjamina va fatta facendo crescere fino a 6 o 7 gemme fogliari riducendole a 2 o 3 per rametto. I rami possono essere accorciati preferibilmente in inverno per evitare fuoriuscita di lattice.
  • Legatura Bonsai di Ficus Benjamina. Se si vuole legarla fare attenzione ai germogli attendendone la leggera lignificazione e procedere in ogni periodo dell’anno, facendo attenzione che il filo non penetri nel legno.

Come-ottenere-un-bonsai-da-talea

  • Moltiplicazione: può avvenire per margotta in primavera o per talea semi-legnosa in estate.
  • Parassiti e Malattie, i bonsai di Ficus da cocciniglie fioccose, batuffoli appiccicosi bianchi Sono esposti a malattie fungine dovute spesso a ristagni d’acqua.

Bonsai di Faggio Bonsai di Ficus e bonsai di Ginseng

Bonsai di Ficus Benjamina e Ficus Microcarpa: come coltivare potare, concimare i bonsai
Bonsai di Ficus Benjamina e Ficus Microcarpa: come coltivare potare, concimare i bonsai

Bonsai di ficus Microcarpa

Il ficus Microcarpa è una pianta resistente e rigogliosa di origine tropicale che nel suo habitat raggiunge proporzioni gigantesche, Le sue radici aeree lo rendono idoneo alla coltivazione su roccia. Il tronco è molto robusto, ed il fogliame di piccole dimensioni è coriaceo di un bel verde lucente. Una varietà del Ficus Microcarpa è il Ficus Ginseng facile da coltivare come bonsai.

  • Esposizione: Va posto d’avanti ad una finestra luminosa evitando il sole diretto, gli sbalzi di temperatura, così come le correnti d’aria. In inverno tenere tra i 18 e i 21 gradi ma sembra resista anche a temperature inferiori di circa 10 °. Evitare di far gelare il terreno.
  • Annaffiature molto abbondanti specie nel periodo vegetativo (primavera estate). In inverno attendere che il terreno si asciughi prima di irrigare di nuovo.
  • Concimazione bonsai Microcarpa: ogni 15 giorni in primavera estate e 1 volta al mese in autunno e inverno.
  • Rinvaso da effettuare in primavera con lieve potatura delle radici usando un terriccio per bonsai da interno o, in alternativa: 2 parti di argilla, due di torba, e due parti di sabbia.
  • Potatura: cimare sempre i germogli a 1 – 3 foglie ed eliminare regolarmente le foglie grandi. Si può procedere anche allo sfoltimento durante la crescita. Al momento del taglio fuoriesce del lattice che non necessita di essere tamponato. Sopporta anche potature drastiche da effettuare a inizio primavera.
  • Legatura ficus Mirocarpa bonsai: effettuare le legature solo sui rami lignificati e controllarle regolarmente in quanto la pianta cresce in fretta ed il filo potrebbe danneggiarla.
  • Moltiplicazione: si effettua con facilità in primavera estate per talea o margotta aerea.
  • Parassiti e malattie: spesso viene invaso dalla cocciniglia e necessita di prodotti specifici e rimozione manuale. E’ soggetto a malattie fungine e marciume delle radici favorite da ristagni d’acqua.

Bonsai al chiuso e all’aperto quali sono le differenze

Punti di vista e intraprendenza: Elsa alla ricerca della soluzione

Punti di vista e intraprendenza: Elsa alla ricerca della soluzione
Punti di vista e intraprendenza: Elsa alla ricerca della soluzione

Talvolta il dialogo diviene difficile. Nella vita e nella coppia, in molti cercano di eludere i problemi. Elsa aveva provato ad affrontare il “problema Angelica” con Marco ma, almeno per il momento, il suo primo tentativo era andato a vuoto. [vedi episodio precedente]

Elsa vita di coppia e responsabilità

Marco rimase qualche secondo in silenzio. Poi si alzò, spense la TV, e si diresse verso la camera da letto senza rispondere.

Marco sto parlando con te! Aggiunse; alzando un poco la voce.

Sono stanco; disse. Non possiamo riprendere questo discorso domani?

Un velo grigio calò sulla serata. Fuori, il vento si era calmato. La notte, silenziosa, non le avrebbe dato la risposta che cercava. Almeno non quella sera”.

Punti di vista e intraprendenza

Il primo giorno di lavoro di Elsa continuava ad avvicinarsi inesorabilmente. Ma, mentre da un lato la gioia la pervadeva ogni giorno di più, dall’altro, si rendeva conto che il “problema Angelica” rimaneva sospeso come chiuso in una bolla di sapone che nessuno osava rompere.

Aveva tentato più volte di parlare con Marco e di affrontare l’argomento, ma lui, in un modo o nell’altro, riusciva a eludere il discorso. Una sera era stanco, un’altra sera tornava troppo tardi a casa. Un altro giorno squillava il telefono e arrivava una telefonata importante, infine, un altro giorno ancora, aveva altro da fare.

Tante domande senza risposta

Elsa cominciò a pensare che dietro a tutti questi rinvii inesorabili, si nascondesse la paura di affrontare l’argomento. La cosa la spiazzava un po’. Marco era stato sempre presente nella loro vita, affettuoso, gentile pieno di premure, sia per la bambina che per lei. Questo su “rifuggire il problema” non riusciva a comprenderlo.

Lei amava Angelica, era una bambina dolcissima ed ubbidiente, molto affettuosa, ma per quanto l’amasse, sapeva bene di non essere sua madre e che il problema che poteva inficiare sul suo futuro lavoro, riguardava Marco e la vera madre di Angelica.

Sua madre Pamela, era in America, faceva la modella, e ci sarebbe rimasta almeno per i prossimi 6 mesi; su di lei non poteva proprio contare: e Marco? Marco non rientrava mai prima delle 18:00 ed anzi, negli ultimi tempi, per consegnare i lavori, si tratteneva in ufficio anche oltre l’ora di cena.

Decise così, di provare a trovare una soluzione da sola. Chiese alle sue amiche dei contatti per trovare una baby sitter affidabile, e nel pomeriggio provò a sentirne alcune. Tra esse, ce n’erano un paio che le erano piaciute e con le quali prese un appuntamento per la mattina seguente.

Inoltre, pensò anche di parlare con Stefano, il suo futuro datore di lavoro. Lo conosceva da 6 mesi circa, ma le era sembrato una persona equilibrata, pronta all’ascolto, e molto comunicativa.

La soluzione a portata di mano?!

Digitò il numero sulla tastiera del telefono almeno tre volte prima di decidersi a completarlo e lasciarlo squillare. Gli squilli le sembrarono infiniti, ma alla fine, dopo pochi secondi, una voce rispose dall’altro capo del telefono.

Pronto?… rispose Stefano.

Ciao, (disse), sono Elsa. Mi chiedevo se potevamo incontrarci per parlare di alcune cose.

Stefano non le sembrò per nulla sorpreso di sentirla.

Va bene. Facciamo domani pomeriggio alle 16:00 sempre al solito bar vicino alla galleria, o preferisci in ufficio? Sai a quell’ora faccio una piccola pausa e scendo al bar.

No, no va bene al bar. Grazie Stefano a domani, e … scusa tanto il disturbo.

Nessun disturbo, mi fa piacere vederti. (Rispose)

A domani.

Fece un respiro profondo, l’aria estiva le entrò nei polmoni riscaldandoli. Si sentì sollevata.

Improvvisamente, quella cappa che sembrava pressarla da giorni, svanì miracolosamente. Le sembrò che i suoi problemi si fossero come dissolti. Aveva fatto solo qualche telefonata e già le sembrava di avere la soluzione a portata di mano.

Forse sono troppo ottimista, (pensò), ma Stefano le era sembrato molto disponibile sin dal primo colloquio. Quanto alla baby sitter, era certa che, tra le due che le erano piaciute al telefono, avrebbe trovato la persona giusta per Angelica.

Quanto a Stefano, sperava di riuscire ad incastrare, parlandogli, sia il lavoro che gli altri impegni familiari, senza dover contare troppo su Marco che, almeno per il momento, sembrava latitare su tutti i fronti.

A casa c’era davvero poco, il lavoro lo stava assorbendo tantissimo. La sera tornava sempre stanchissimo, troppo stanco per parlare, per uscire, e a volte, persino per fare l’amore.

Sospirò!

Elsa pensò che Marco stesse attraversando un periodo di stress eccessivo, e che il caricarlo di altre responsabilità, forse, sarebbe stato inopportuno ed egoistico. Avrebbe provato a risolvere il problema da sola, e poi, gliene avrebbe parlato…

Chi fa da se fa per tre”, cita un vecchio detto

Ed Elsa aveva deciso di fare da se.

Il seguito a Domenica prossima. Come sempre vi lascio alcune domande:

  1. Siete intraprendenti nella vita e nel lavoro?
  2. Prendete decisioni importanti escludendo il vostro partner (specie se elude un problema)?

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Come conservare il cibo più a lungo ed evitare gli sprechi

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Come conservare il cibo più a lungo ed evitare gli sprechi

Quante volte sarà capitato di decidere cosa cucinare per cena, per poi dover passare al piano B all’ultimo minuto perché uno degli ingredienti è andato a male? Oltre alla frustrazione per l’imprevisto e per lo spreco di soldi, le enormi quantità di cibo che buttiamo ogni anno sono anche un grosso problema per l’ambiente. La buona notizia è che, grazie ad accorgimenti semplici e facili da ricordare, possiamo ridurre drasticamente questo problema: vediamo in che modo.

Congelare cibi e pietanze

Uno dei modi più semplici e conosciuti per far durare il cibo più a lungo è congelarlo. Questo metodo è ideale per carne e pesce, a patto di non ricongelarli una seconda volta prima di averli cotti. Anche i condimenti e gli avanzi si mantengono bene nel freezer, se conservati in contenitori ermetici come quelli disponibili come quelli disponibili sul catalogo Tupperware. In questo caso è bene separare le pietanze in porzioni singole, così da poterle scongelare all’occorrenza per preparare un pasto veloce. Forse non tutti sanno che molte verdure si conservano bene nel congelatore, dopo averle sbollentate per qualche minuto per preservarne la consistenza e le sostanze nutrienti.

Pensare alla disposizione nel frigorifero

Le diverse sezioni delle colonne frigorifero hanno temperature differenti, più adatte ad alcuni alimenti che ad altri, ma non sempre ne teniamo conto. Uova e latte, per esempio, non dovrebbero essere conservati nello sportello del frigo, dove la temperatura è più alta e varia ogni volta che lo apriamo. Meglio invece riporli nel secondo o terzo ripiano, più freddi, perché durino più a lungo. La carne va nel ripiano più basso, mentre avanzi di cibi già cucinati si possono tenere nel ripiano più in alto, per consumarli entro due o tre giorni.

A proposito di frigorifero, svuotarlo e pulirlo regolarmente per eliminare eventuali batteri presenti è un altro modo per evitare che si formino muffe e per conservare il cibo più a lungo.

Conservare frutta e verdura nel posto giusto

Non sempre frutta e verdura si conservano meglio in frigorifero: alcuni prodotti, come patate, cipolle, banane, limoni e pomodori si possono tenere in una dispensa fresca senza problemi. È importante però ricordare che alcuni ortaggi producono etilene, che può rendere più veloce il processo di maturazione di altri prodotti. Per questo, è bene tenere separate patate e cipolle, mentre per far durare più a lungo le banane si possono avvolgere i gambi in pellicola trasparente. 

Provare la fermentazione

Frutta e verdura fermentate durano anche mesi nella dispensa: non per niente la fermentazione è uno dei metodi di conservazione più antichi, forse anche per la sua semplicità. Bastano infatti acqua, sale e un barattolo sterilizzato in cui immergere frutta o verdura. La soluzione di acqua e sale tiene alla larga i batteri dannosi, e fa prosperare quelli “buoni”, rendendo i cibi fermentati particolarmente salutari per il nostro intestino. Con il numero di studi sull’importanza di una flora batterica sana in crescita costante, questo è certo un vantaggio anche per la salute. Tra i migliori cibi fermentati troviamo i crauti, il kimchi e il kombucha.

cibi fermentati
Ritorno alle origini con cibi sani e cibi fermentati Libro di Shannon Stonger

Asparagi ed erbe in un vaso

Invece di mettere in frigo asparagi ed erbe aromatiche, come basilico e prezzemolo freschi, è meglio conservarli come se fossero un mazzo di fiori. Basta tagliare le estremità dei gambi e immergerli in acqua fresca, e metterli poi al fresco nel frigorifero: rimarranno freschi molto più a lungo.

Con i consigli giusti, far durare di più cibi e bevande è semplice. Non va poi dimenticato che le date di scadenza sono spesso indicative, e non sempre il cibo è da buttare solo perché l’etichetta dice che è scaduto. Se annusiamo il latte e non ha alcun odore sgradevole, allora si può ancora consumare. Fidarsi dei propri sensi, spesso, è uno dei modi migliori per evitare gli sprechi di cibo.

Allunga la vita del tuo guardaroba

Allunga la vita del tuo guardaroba
Allunga la vita del tuo guardaroba

Sai che puoi spendere meno in vestiti, rispetto a quanto pensi? Ovviamente, ridurre gli acquisti compulsivi, evitare lo shopping maniacale, è una delle misure più efficaci. Ma esiste un metodo evergreen per risparmiare, e vestire bene senza strafare con le spese: prenderti cura dei tuoi abiti e lavarli con i migliori prodotti. Come far durare gli abiti più a lungo? Scopriamone il trucco!

Quali sono i segreti per fare durare più a lungo i tuoi abiti?

Creare il proprio stile è divertente. Che siano stati acquistati ai saldi o che provengano da collezioni esclusive, tutti desideriamo i nostri capi sembrino sempre nuovi, come appena acquistati. Come fare? Non serve tornare a strisciare la carta di credito, comprando continuamente indumenti nuovi. Basta avere un pizzico di cura di ciò che indossiamo, per godere di outfit sempre perfetti e imparare a vestire alla moda spendendo poco.

Inoltre, le tasche degli italiani sono un po’ più vuote negli ultimi anni. Le indagini a riguardo, che si sono svolte dal 2018 ad oggi, hanno rivelato un trend al ribasso per le vendite settore abbigliamento nelle famiglie, più propense a spendere per la casa. Risparmiare è diventato una priorità. Ma non si tratta solo di portafoglio. Utilizzare ancora ciò che già si ha, senza gettarlo, significa produrre meno inquinamento.

L’industria tessile infatti è talvolta responsabile di sversamenti di sostanze chimiche come coloranti nell’ambiente. Ora più che mai è necessario divenire consumatori eco-friendly.

Come far durare a lungo il guardaroba

Il modo per far durare più a lungo i propri abiti è un po’ un segreto di Pulcinella: basta prendersene cura. Scopriamo come fare.

Rotazione del guardaroba

Esattamente come la terra non viene coltivata sempre con le stesse piante, così potrebbe essere utile non indossare sempre gli stessi capi. La ragione? Evitare che si usurino e dare un’impronta diversa ai nostri look. Ci sono indumenti nei nostri armadi dimenticati da tempo: è ora di indossarli di nuovo.

Piegare gli abiti

Può sembrare scontato, ma non lo è. La sera di ritorno dal lavoro, la tentazione di gettare gli abiti su una poltrona e lasciarli lì per giorni è forte. Si tratta di un’abitudine che rovina i nostri capi, facendoli apparire vecchi anche se comprati di recente. Ripiegarli e riporli nell’armadio significa preservare la loro durata.

Pulirli a regola d’arte

Lavare in modo corretto gli abiti è un modo per conservarli. Utilizza buoni detersivi per i lavaggi. La qualità di Dixan sta nella freschezza e nell’impeccabilità del suo bucato. Laverai i tuoi abiti in modo veloce e pratico. Le caps predosate, infatti, vanno inserite direttamente nel cestello e si sciolgono già a basse temperature, proteggendo gli abiti più delicati.

Separa poi i capi bianchi da quelli neri, per evitare che stingano. Puoi anche lavare a rovescio i capi scuri: in questo modo, ridurrai il loro scolorimento. Ricordati di chiudere le zip: potrebbero impigliarsi rovinando i tessuti, fai attenzione a ganci, lacci e laccetti.

Infine, quando puoi, stendi i capi all’aria aperta per asciugare avendo cura di stendere al rovescio bianchi e colorati specie se sono al sole. L’asciugatrice, infatti, sebbene sia molto comoda specie in inverno, a lungo andare potrebbe logorarli. A tal proposito utilizza sempre programmi di asciugatura delicati.

Impara a rammendare

Una scatola da cucito torna sempre utile. Ago e filo possono cucire strappi, risanare buchi, servire per fare l’orlo ai pantaloni troppo lunghi. Mettere dei punti non è solo un’arte da dottore. Basta un po’ di pazienza per imparare. E se il risultato non è impeccabile? In fondo, non importa, perché sarà super originale e parlerà ancora di più di te.

Scoprirai che cucire, modificare abiti, riciclare e creare nuove indumenti da indossare, oltre che ecologico è anche molto divertente.