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Storia della moda tutti gli stili della moda dal Medioevo ad oggi

Tutti gli stili della moda dal medioevo ad oggi
Tutti gli stili della moda dal medioevo ad oggi

La storia della moda si evolve e sviluppa nel tempo. Quando è nata la moda? E come si è giunti a tutti gli stili moda attuali? La necessità di vestirsi, o meglio, di coprire i corpi nudi, nasce circa 20.000 anni fa, quando gli uomini impararono a conciare le pelli. Ma la svolta si avrà circa 10.000 anni fa esattamente con la nascita della tessitura e dei telai, e della moda in Mesopotamia, con i Sumeri, i Fenici, ed Persiani.

Tessuti colorati, e make up curati determinano l’abbigliamento dell’antico dall’Egitto, mentre i Romani daranno vita alle tuniche ed ai mantelli, ma anche a calzari ed acconciature elaborate.

In Grecia e a Creta, si sviluppò una moda simile a quella romana, mentre Creta sconvolgeva i canoni estetici e pudici con i seni esposti e grazia estrema.

Con la Grecia, infatti, nasce una nuova idea di estetica e bellezza fatta di drappeggi e tessuti ricercati che influiranno anche sulla moda dell’Impero Romano.

Capi comuni a questi popoli saranno le tuniche ed i mantelli con variazioni estetiche da popolo a popolo. I tessuti da prima semplici in lana e lino si arricchiranno nel tempo con seta, broccati, colori e decori. la differenziazione tra le varie classi sociali diventa sempre più evidente.

LA MODA DA INIZIO MEDIOEVO

Se i Fenici tinsero i tessuti, i primi Broccati si devono ai Bizantini. Dal connubio tra le varie civiltà, favorito anche dai viaggi e dalla navigazione dei mercanti, nacque l’abbigliamento dell’epoca medioevale.

La moda cambia, nei secoli si evolve la società e, con essa, usi, costumi, e abbigliamento. Nuovi stili di moda soppiantano i vecchi, dando vita a tutti gli stili moda che attualmente conosciamo. Un tempo non c’erano gli stilisti, ma le leggi suntuarie nate in epoca romana che sancivano e limitavano l’abbigliamento, dettandone i canoni. Seguirono i Re e la nobiltà a dettare le leggi di moda, per poi giungere ai sarti, alle sartorie ed infine, agli stilisti di moda.

In epoche più recenti, dal XX secolo in poi, saranno proprio gli stilisti e le passerelle di moda a fare la differenza. L’evoluzione che la moda ha subito è enorme ed ha determinato la nascita di numerosi stili. Vediamo insieme questo passaggio storico che ha visto nascere la moda e tutti i suoi stili dal medioevo per poi arrivare alla moda dell’800 fino ad oggi. Apriamo dunque, una parentesi sulla moda, e gli abiti del basso e alto medioevo e, a seguire, sulla moda del 400 – 500 – 600 e 700.

LA STORIA DELLA MODA IN EUROPA E NEL MONDO

stile moda nel 500 lucrezia borgia
Stile moda nel 500 Lucrezia Borgia

LA MODA DAL 200 AL 400

Se pur risentendo delle tradizioni, la moda del 200 e del 300 era semplice, solo i ricchi si differenziavano un po’ per stile, modelli e tessuti. Ma verso il 400 con lo sviluppo del commercio, nascono le prime sartorie. Avviandosi verso il medioevo, il gusto si modifica divenendo più raffinato, specie in città come Firenze, Milano e Venezia, ma anche in nazioni come la Spagna, la Francia e soprattutto a Parigi. L’eleganza della moda parigina è ben nota, così come il rigore classico di quella inglese.

LA MODA NEL 500 – 600

Nei secoli a seguire, nel 500 e nel 600, la moda subisce una grande evoluzione. Ne sono testimoni personaggi di spicco come Lucrezia Borgia che vantava un guardaroba lussuoso e ricco. Ed è proprio nel 500 che nascono i primi giornali di moda, si esporta lo stile, e si risente delle contaminazioni delle altre nazioni.

Maniche a sbuffo, pizzi, colletti ricercati e tessuti ricamati anche in oro, arricchiscono gli abiti femminili e maschili del 500 e del 600. Dal 650 e per circa un secolo, alla moda spagnola rigida e cupa, si contrappose la moda francese ricca di fronzoli ed eccessi tipici della moda del Re Sole.

EVOLUZIONE DELLA MODA dal 1800 ad oggi

Dopo una breve parentesi sulla moda (ben spiegata su Wikipedia) che va dal medioevo fino al settecento (che potete approfondire cliccando i link inseriti nel post), ci avviamo verso una moda più contemporanea, quella dell’800, che influenzerà moltissimo le tendenze attuali, e tutti gli stili più usati in tempi moderni.

LA MODA DEL 700 – 800 E LE LEGGI SUNTUARIE

Verso la fine del 700, le leggi suntuarie entrarono in declino; con il loro decadimento, la moda iniziò a svilupparsi in maniera più libera, seguendo le tendenze artistiche, storiche e culturali del momento.

La moda era dettata dai re e dalla nobiltà ma, con l’avvento dell’industrializzazione, la nascita delle macchine per cucire (1851) e dei grandi magazzini, subirà una svolta decisiva. A dettar legge saranno i grandi sarti e gli atelier, mentre le riviste di moda divulgheranno stili e tendenze in tutto il mondo. A seguire trovi un approfondimento interessante sugli anni che vanno dall’ 800 al 900: La moda e gli stili dall’800 al 900 e la nuova sartoria.

A metà dell’800 gli abiti femminili perdono di volume, diventando aderenti sia nella gonna che nel corpino. Tra gli stili emergenti nella moda dell’800 meritano un approfondimento il Dandismo, stile noto anche come “Dandy“, elegante e raffinato, attualmente utilizzato con contaminazioni, insieme a quello Bohémien dal quale deriverà, successivamente, il Boho Chic; fino ad avviarci alle soglie del 900 e degli anni 20 e 30 anni di grandi cambiamenti. Un’ evoluzione che getterà le basi della moda di oggi. Vediamo insieme la grande evoluzione della moda!

STILE BOHEMIEN nel 1850 e oggi

La moda non è un elemento isolato ma risente delle correnti culturali, musicali, letterarie ed artistiche. Lo stile Bohémien ne è un espressione lampante, rappresentato da un vasta categoria di artisti, come pittori, scultori, letterati, fotografi, artisti che vivevano in miseria, o quasi.

Nato nella metà dell’800, lo stile bohemien, era caratterizzato dall’uso di abiti vecchi, quasi usurati, borse semi decolorate, scarpe non lucidate, l’effetto trasandato si evidenziava anche nei dettagli come camice slacciate, giacche portate con disinvoltura negli uomini, ed abiti lunghi e semplici per le donne.

Sarà poi su queste linee che nascerà, agli inizi del 2000, l’attuale stile Bohémien, fatto di abiti floreali, balze, capelli sciolti e spiriti liberi e romantici. Molto vicino e, vagamente influenzato, dallo stile Hippie degli anni 60.

Bohémien Boho chic
Abito Bohemien lungo azzurro

DALLO STILE BOHEMIEN AL BOHO CHIC

L’attuale stile si chiama Boho chic, nato agli inizi del 2000 e lanciato da personaggi di spicco come Kate Mos e Sienna Miller, influenzato da tendenze Hippie, Country Style e Tie Dye, prevede l’uso di abiti lunghi e ampi, floreali e non, gonne ampie, giacche e gilet scamosciati arricchiti da frange, accessoriato dai cappelli a falda larga, maglie oversize, camice e tuniche ricamate. Per le calzature si prediligono sandali in cuoio per l’estate, e stivali da cowboy per l’ inverno.

OSCAR WILDE E IL DANDISMO: 1850 – 1900

Nel periodo storico che segna il decadimento, la moda inneggia alla raffinatezza e alla cura del dettaglio. Il Dandy, figura nata con il romanticismo in Inghilterra, è decisamente eccentrica e tende a stupire e farsi notare.

L’estetismo estremo, raffigurato nell’arte e nell’architettura con lo stile liberty di fine 800 inizio 900 viene interpretato nella moda dal Dandismo e nel Dandy style. Raffinato, eccentrico con una cura maniacale del dettaglio, non è per tutti, ma è destinato alle anime dallo spirito aristocratico. Riscoperto ed attuale ancora oggi, caratterizzato, anche al femminile, da un evoluzione androgina raffinata.

DANDY STYLE

Gli elementi distintivi del dandismo sono gli abiti sartoriali, la giacca modello slim con due bottoni, il gilet (non sempre utilizzato), il taschino e la cravatta, od anche il papillon, le scarpe eleganti stile Oxford. Uno stile Vintage tipicamente retrò, ben interpretato da stilisti come Ralph Lauren. Le tonalità sono prevalentemente scure come il blu, il nero il cobalto.

vestire dandy style
vestire dandy style

EVOLUZIONE DELLA MODA NEL 900

L’inizio del XX secolo è segnato da un periodo di spensieratezza e bellezza che va sotto il nome di Belle Epoque. Periodo caratterizzato dal progresso che si evince in ogni ambito. Anche la moda ne risente, e viene influenzata dalle linee sottili e armoniose dell’art nouveau, vestendo i corpi di donna di raffinata e sensuale femminilità.

I corpetti si fanno aderenti, la vita è molto piccola, le gonne fascianti sui fianchi, tendono ad allargarsi sul fondo. Mentre di giorno gli abiti hanno colletti alti e stecche contenitive, la sera le scollature diventano profonde. Anche per le donne le tonalità scure sono le più gettonate ma cedono il posto, specie nei mesi caldi, alle tinte pastello.

La biancheria intima subisce una evoluzione notevole, diventando sempre più curata e raffinata. Le pettinature sono vaporose e le chiome si ornano di piume e fiori. Le calzature più in uso sono gli stivaletti chiusi con lacci o bottoni (modello tipo can can, “cancan“una danza nata in Francia verso il 1850, popolare nei cabaret e derivante dal galop della quadriglia).

IL CAMBIAMENTO DELLA MODA DONNA NEL 900

Mentre tra la fine 800 e inizio 900 l’abbigliamento maschile rimane più o meno invariato, quello femminile di inizio secolo, era caratterizzato, come visto, da busti stretti, immensi cappelli, boleri arricchiti da pizzi, gonne a corolla, corpetti con perline e frange. Un abbigliamento per nulla comodo. Questa realtà subirà un cambiamento radicale dovuto alla guerra che portò le donne ad assumere ruoli, generalmente riservati agli uomini.

Gli uomini del 900, specie quelli facoltosi, si affidano alle sartorie. Giacca e frac rimasero i capi più importanti per secoli, mentre il paltò o il chesterfield con chiusura nascosta, e pelliccia sul colletto nella versione invernale, venivano usati per stare caldi. Per la sera, l’abito d’eccellenza era lo smoking. Il cappello più diffuso era il cilindro accompagnato dal classico bastone.

Le donne lavoravano e necessitavano di un abbigliamento più pratico. Le gonne si accorciarono, il collo divenne più libero, le maniche più comode mentre le scarpe si alleggerirono ed adottarono tacchi non troppo alti.

Capelli acconciature dal 1900 al 1930 circa.

Anche i cappelli e le pettinature si semplificarono e, con grande scandalo, le donne tagliarono i capelli, ed iniziarono a portare i pantaloni, complice di questo, anche la vita sportiva e le influenze di Coco Chanel.

FLAPPER GIRLS E COUNTRY STYLE anni 20

Lo stile dandy e l’eleganza continuano a caratterizzare le linee di abbigliamento dell’uomo, risentendo anche della moda inglese in cui le giacche si completano con spalle larghe e cadenti, i pantaloni si accorciano e si allargano, ed i tessuti si vestono di righe e quadri: il tipico Principe di Galles. Tutte tendenze che risentendo della moda Oxford e della moda di corte.

Per la donna lo stile moda anni ’20 subisce una evoluzione completa. Si inizia ad avvertire il bisogno di abiti più semplici e comodi, meno aderenti. Gli orli di abiti e gonne si accorciano, la vita si allarga e le acconciature si semplificano. Il mondo, volge lo sguardo verso l’America attraverso le pellicole cinematografiche ne trae spunto.

flapper style
flapper style

Nasce una tendenza nota con il nome di flappers girls, ragazze giovani che indossano gonne medio corte, tagliano i loro capelli, e si truccano marcatamente. La moda subì una grande evoluzione per il sesso femminile.

STILE COUNTRY 1920

Contemporaneamente, lo stile Country inizia a connotarsi. nasce in America intorno al 1920 e si diffonde velocemente in tutta Europa. Sbarazzino anch’esso, comodo sia per lui che per lei, vede il jeans come il vero protagonista, insieme a camicette tartan (quadri), vesti bianche, gilet con frange e giacche scamosciate.

Tra gli accessori country si distinguono, in particolar modo, le cinte con fibbie grandi, gli stivali tipo camperos ed i cappelli da bovaro. Lo stile country è molto attuale come stile moda, ma risente di molte contaminazioni.

MODA ANNI 20 / 30 E LO STILE COCO CHANEL

Coco Chanel si affaccia nel mondo della moda intorno agli anni ’20, esordendo con il suo noto profumo Chanel n 5. La stilista si specializza nell’uso di tessuti come il jersey e studia lo stile, lanciando modelli femminili all’avanguardia.

LO STILE PARIGINO

Grazie a Coco Chanel si delinea uno stile minimale, elegante e raffinato: gonne a vita bassa con pieghettatura morbida, camicette alla marinara e modelli ampi, pois, giacche dalle linee morbide, maglioni da uomo e cardigan da indossare sopra gonne dritte, in uno stile moda parigino tipico, semplice ed elegante.

Stile parigino moda
Stile parigino moda

Chanel puntava a realizzare abiti funzionali, facili da indossare e comodi da usare. Oltre agli abiti, Coco lancerà il taglio dei capelli cortomoda alla garconne” che ritroviamo anche nelle flapper girls. I capi che lo compongono sono diversi, si alternano abiti femminili, modelli lineari e altri a balze. Lo stile moda parigino è molto femminile negli abiti, negli accessori, e nelle acconciature.

CHOCO CHANEL E IL TUBINO NERO: 1926

Qualche anno dopo, arrivò il momento di una capo d’abbigliamento che farà la storia della moda: quella del tubino nerole petite robe noir“. Era il 1926. Vogue, nota rivista americana, ne elogiò la creazione. Oltre ai modelli citati, ciò che caratterizzava le creazioni di Coco Chanel furono minimalismo e cura delle rifiniture e degli accessori semplici. Uno degli elementi che contraddistingue la moda femminile degli anni ’20 è la perdita del punto vita negli abiti, che viene lasciato morbido, caratterizzandoli.

Tubino nero bon ton

LO STILE NAVY

Ma non lanciò solo il noto profumo n 5, ed il classico tubino nero, capo intramontabile che ogni donna possiede nel suo guardaroba. Sempre negli anni ’20 Coco Chanel lancerà i primi capi a righe tipicamente navy: abiti e t-shirt che fino ad allora erano stati vissuti solo come capi da lavoro e divisa, divengono oggetto di desiderio per tutti.

Lo stile a strisce viene molto apprezzato e, a cicli, torna nella moda di oggi con prorompenza. Uno stile dai connotati caratteristici che ha, come elemento preponderante, le righe bicolore. I colori più usati sono, senza dubbio, il bianco ed il blu. Ma sono navy anche capi in nero e bianco a righe, o rosso e blu e rosso e bianco; anche se scivolano via con leggerezza, contaminando il vero stile navy.

MODA ANNI ’30

Negli anni 20 e 30 varie tendenze moda convivono, ma alcune, si delineano in modo più deciso. Mentre per gli uomini si diffondono gli abiti spezzati, ossia pantaloni con giacche in colore diverso (1928); molto apprezzato il doppio petto, il risvolto ai pantaloni, ed i colori chiari, mentre il cilindro rimane in auge per le serate e gli eventi importanti. Per le donne le linee si fanno aderenti ma morbide, i capi si vestono di eleganza.

Gli anni ’30 e lo stile d’abbigliamento aderente, sinuoso ed elegante.

BON TON anni 40 e 50

abito anni '50 bon ton
Lo stile Bon Ton uno stile moda di tendenza

Di icone nella moda, oltre a Coco Chanel, ne abbiamo avute tante, sia come stiliste che come star. L’espressione più rappresentativa dello stile Bon ton ci viene da Audry Hepburn, tanto da poter definirlo con il suo nome. Si tratta di un mood evergreen fatto sostanzialmente, di capi classici, caratterizzati da pizzi, fiori, abiti lunghi, gonne che si muovono morbide ricche di tessuto che va a formare una ruota, golfini, pantaloni a sigaretta stile modello capri; camicette con fiocchi, fermagli, foulard e perle.

Per le calzature si affermano tacchi alternati a comode ballerine. Le forme sono armoniche, i colori sobri, così come le fantasie. Dietro a questo stile, vi è l’espressione di un modo “mood” di essere e vivere con semplice eleganza. Tendenza quest’ultima, in netta contrapposizione con lo street style. Lo stile Bon ton è uno degli stili più apprezzati ed amati dalle donne di oggi.

PIN UP: LA CONTRO TENDENZA

Intorno agli anni 40- 50 nasce una voglia di libertà; ed è proprio grazie a questo che lo stile moda pin up trovano ampio spazio di crescita. Sono gli anni del rock’n’ and roll, delle t-shirt e dei blue jeans, dei pattern a pois. Anni in cui la giacca in pelle diventa irrinunciabile per la moda uomo, mentre per le donne, arriva l’epoca dei primi bikini.

La televisione ed il cinema americano, influenzano moltissimo la moda. Ma va detto che dello stile Pin up, se ne hanno testimonianze già in epoche più lontane (800), infatti riprende la sensualità tipica del burlasque. Lo stile pin up ha, come denominazione comune con il burlasque, la sensualità.

Lo stile Pin up prende lasensualità tipica dallo stile Burlasque: sensuale, femminile e sfrontato.

Gli short corti si contrappongono alle gonne a ruota lunghe ed ampie, corpini stretti e bustini, mettono in risalto una vita sottile, fianchi e seni prorompenti. Le maglie delle pin up sono scollate ed utilizzate spesso in accostamento a foulard legati al collo. Le maglie a righe e lo stile navy insieme ai pois, ritrovano la giusta collocazione. Altri due elementi caratterizzanti dell’epoca sono la frangia corta, e gli occhiali modello cat eye (da gatta). Lo stile anni 50 è tornato di moda di recente: un salto nel passato che ci consente di osare dei look retrò, molto piacevoli.

STILE HIPSTER

Stile Hipster donna e uomo

Lo stile Hipster rappresenta una moda disinvolta, ma con classe. Anche gli Hipster risentono della cultura e delle abitudini del popolo americano: si origina in America, ed è legato fortemente al settore musicale, specie quello dello Jazz e del Bepop. Elementi fortemente caratterizzanti sono gli abiti dal sapore vintage, mescolati ad accessori ed abiti moderni come i pantaloni con risvolto al fondo, vita alta e molto aderenti (skinny). Occhiali da vista e mocassini completano gli outfit; un abbigliamento pratico e anticonformista che si esalta anche attraverso capigliature incolte e barbe lunghe.

La barba da Hipster è diventata di tendenza in tempi recenti. Una barba che riveste il viso di giovani che seguono le tendenze moda. Si tratta, comunque, di uno stile ed un look prevalentemente maschile degli anni ’40 e ’50. L’hipster moderno mangia cibo biologico, indossa scarpe sportive griffate, barba copiosa e camicette in tartan, straccali, cappelli vintage. Per le donne invece si affermano abiti corti svasati, pantaloncini, tutine corte e lunghe, camice sportive e capelli a falda ampia.

HIPPIE anni 60 e sapore Bohémien

Sebbene se ne avvertono le sfumature già nella metà dell’800, in quanto similare per alcuni capi ed accessori allo stile Bohémien, avrà invece, la sua precisa connotazione. Non si tratta, anche in questo caso, di uno stile moda a se stante. Nasce come corrente sociale e politica. Gli Hippie vivevano nel loro “eden”, coltivavano ideali di pace e fratellanza, fondarono le comuni e si vestirono di abiti informali. E’ innegabile che lo stile Hippie e lo stile Bohémien si somigliano sotto molti punti di vista, anche se si differenziano come epoca, e come significato culturale.

Lo stile Hippie esalta i motivi floreali, coroncine che cingono il capo, capelli lunghi per uomini e donne, pantaloni con zampa larga alla base, camice con colli grandi abiti lunghi, spesso floreali, gilet, cappelli. Uno stile in cui il denominatore comune è il colore. Dopo gli anni 50 lo stile Hippie rappresenta una riappropriazione di se stessi caratterizzata da libertà e ritorno alla natura. Sicuramente, uno stile anticonformista che ha segnato un’epoca, dando vita a manifestazioni odierne come il festival musicale americano Coachella che prende ispirazione dal noto evento musicale del 1969: Woodstock.

TIE DYE

Stile moda Tie Dye

Lo stile Tie Dye prende ispirazione dallo stile hippie e si avvicina moltissimo allo stile indiano. Caratterizzato da capi colorati, top all’uncinetto, decorazioni con perline e stampe etniche. Risente sensibilmente anche del Country style, specie nell’uso di giacche e gilet con frange, stivali e cappelli a falda larga. Ne fanno parte anche tessuti con colori vivaci a macchie chiare scure e scolorite. Tornato in auge lo scorso anno (2019) specie per quel che riguarda alcuni capi.

PREPPY anni 70

Stile preppy lo ritroviamo, non a caso, in molte serie televisive

Anche lo stile Preppy si origina in America intorno agli anni 70, Si tratta del classico stile denominato “da bravi ragazzi” ed è probabile che sia nato in contrapposizione allo stile Hippie. Prese piede in particolar modo nelle università Americane specie in quelle frequentate da una classe sociale benestante.

Tra i capi da indossare per percorrere le orme dello stile preppy, uno stile collegiale appunto, si collocano polo sia per lei che per lui, cardigan, gonne plissè attualmente di moda, ma non molto lunghe, blazer e giacche, pantaloni a tubo, calze parigine, mocassini e tessuti tartan, il tutto con griffe a fare da cornice. Un eleganze ricercata ma con semplicità delle linee, molto simile, per alcuni versi, allo stile pariolino che si sviluppò negli anni 80 a Roma. Vestire british e adottare look preppy significa abbinare capi tradizionali e classici insieme ad abiti sportivi e casual, il tutto con buon gusto.

HIP HOP E RAP anni 70

Stile abbigliamento uomo i capi più amati
Stile abbigliamento hip hop rap – Ph Valeria Gennaro – Modello Lorenzo Gennaro

Il Rap, così Hip Hop così come la Breakdance, nascono come movimento sociale e musicale in quartieri poveri e malfamati come quello del Bronx. Le loro origini si fanno risalire intorno agli anni 70, per poi diffondersi nel decennio a seguire. L’abbigliamento Hip Hop è sportivo, caratterizzato da abiti larghi, pantaloni ampi e comodi, cappellini, scarpe da ginnastica, felpe molto grandi, t-shirt larghe. Un’abbigliamento molto comodo, utile per coloro che amano ballare in modo disinvolto l’hip hop o la break dance; quest’ultima, nasce in strada nel 1972, sviluppata ad opera di teen agers afro-americani e anche latino-americani.

BREAKDANCE E OUTFIT

Breakdance abbigliamento
Breakdance abbigliamento – Andrea Gennaro

La breakdance o break dance, ebbe origine grazie alle feste organizzate da Dj Kool Herc. Se l’Hip Hop e la Break nascono come ballo, e poi come abbigliamento, il Rap si diffonde prima per la musica ed i testi di protesta.

Attualmente, ambedue gli stili moda sono diventati ricercati e si avvalgono di brand di qualità (Nike, Puma e similari), per la scelta selettiva dei capi che mantengono le caratteristica di base di comodità.

Accessori: Un po’ in disuso l’uso di collane, anelli in oro, cinte vistose, ed accessori vivaci ed esagerati, specie tra i ballerini, un po’ meno tra i cantanti rap e trap nata in tempi più recenti.

NO GENDER LO STILE UNISEX

Il termine ha un significato ben preciso. originato da una corrente culturale di anti-discriminazione. Fautore del guardaroba unitario e dei diritti gay, fu già, dal lontano 1964 Rudy Gernreich. Alla fine degli anni 70, quasi involontariamente, Giorgio Armani attivò una rivoluzione dei codici di abbigliamento. Per lei e per lui, capi universalmente idonei a qualsiasi sesso.

Nato intorno agli anni 70 si è evoluto ed ha conquistato le passerelle di moda, ed il mercato dell’abbigliamento negli anni a seguire. Dallo stampo vagamente androgino, con riferimenti talvolta più femminili, altre volte maggiormente mascolini. Niente stereotipi dunque, ne etichette “maschio” “femmina”, nasce storicamente lo stile no gender, è unisex e come tale, si adatta a tutti.

In tempi più recenti ed attuali, se ne sono fatti portavoce molti influencer, ma anche noti cantanti ed attori. Si tratta di outfit comodi caratterizzati da tailleur, trench, giubbotti, camice e maglie comode, talvolta colorate, altre volte decorate; indumenti ampi e oversize, sotto i quali il corpo trova libertà di movimento e di “peso” e di pensiero, quasi a voler esprimere una libertà interiore ed esteriore.

GLAM ROCK – PUNK ROCK – DARK anni 70

Ispirati da una tendenza musicale, lo stile rock e quello punk subiranno una evoluzione profonda trasformandosi da punk rock in glam rock. Il Glam Rock, stile delle star è caratterizzato da note di eleganza e ricercatezza che si evincono in capi arricchiti di lustrini, il classico chiodo, un giubbotto che passerà alla storia come modello insieme alle pellicce colorate sintetiche, attualmente in voga. Più graffianti e marcati il punk rock ed il dark stile.

Glam Rock
Glam Rock

PUNK ROCK DARK STYLE

Stile Punk
stile Punk

Molto simile ma, decisamente più aggressivo del glam rock, lo stile punk rock in cui prevalgono capi neri tipicamente Dark style, si afferma con accessori, decorazioni e indumenti come teschi, anfibi, giubbotti in pelle, acconciature estrose, borchie ed elementi di forte tendenza con spiccata personalità, adottati anche da numerose band dell’epoca, che sfoggiavano look eccentrici adornati da catene, bracciali in cuoio, borchie e spuntoni. I piercing i tatuaggi e la body art, trovano largo impiego in questo stile.

Lo stile Punk nasce in Inghilterra e in America intorno alla metà degli anni 70, sulla scia di un genere musicale rumoroso e graffiante. Tra alcuni gruppi noti, ricordiamo gli MC5, la cantante Patti Smith, i New York Dolls, i Devo e molti altri. Il genere, si diffonderà anche come corrente letteraria e musicale, oltre che sociale, ma verrà ripreso e “ammorbidito ” diversi anni dopo da alcuni stilisti che lo renderanno Glam Rock.

LA MODA E GLI STILI DEGLI ANNI 70 – 80

Molti furono gli stili moda che nacquero tra la fine degli anni 70 e gli anni 90. Molti si originarono per le strade, per motivi sociali, sportivi, musicali o legati al ballo. I più caratteristici che andremo a vedere sono lo stile Emo, lo stile Skate, quell Grunge, lo Scene Queen e lo stile Street style il vero protagonista della moda casual attuale.

STILE PREPPY anni 80

stile preppy e hold school
stile preppy e hold school

Negli anni 70 si delineano anche lo stile moda preppy, che si rifacevano all’abbigliamento dei collage americani, lo stile dei bravi ragazzi caratterizzato di abiti griffati, cardigan, giacche e gonnelline a pieghe, chiamato anche, lo stile dei bravi ragazzi in netta contrapposizione con lo stile Hippie degli anni 60 – 70.

STILI MODA ANNI 80: PANINARO

negli anni 80 la moda si diversifica e prendono piede vari stili e line di abbigliamento di vario genere, tra esse alcune in particolar modo trovano un ottimo riscontro sociale. Punk Preppy Rock e Grunge che abbiamo visto ma anche lo stile Paninaro, caratterizzato da capi griffati, Moncler, Timberland, Jeans lewis e Wrangler, cinturoni e stivali, polo e outfit ricercati.

Paninari

SCENE QUEEN E LOLITA

STILE SCENE QUEEN

Lo stile Scene Queen nasce in USA intorno agli anni 80. Si tratta di un movimento giovanile che ha, come punto di riferimento, un concetto esplicativo: “l’apparire per poter essere”. La connotazione dello Scene Queen è estrosa, colorata, talvolta bizzarra. Uno stile eccentrico che caratterizza gli outfit, creando look da fumetto.

Materiali e fantasie sono eccentrici, gli abiti molto corti e colorati, i capelli si tingono con colori sgargianti come il rosa, il verde, l’arancio ed il blu. Molto simile allo stile Lolita come tendenza nell’emulazione estetica, riconducibile ai personaggi dei fumetti. Due look, lo Scene Queen e Lolita, che trasformano uomini e donne in manga, bambole e fumetti viventi.

EMO

Emo
Emo

Nasce da uno stato di insoddisfazione delle generazioni degli anni 80 – 90 ed è in contrapposizione, emozionalmente, con lo stile aggressivo che va sotto il nome di Punk. Il colore per elezione è anche in questo caso il nero, ma non solo. I pantaloni si fanno attillati, gli accessori borchiati, t-shirt con loghi scarpe come Converse e Vans sono tra i modelli più rappresentativi.

Anche i capelli ed il make up degli Emo sono tipici: marcata la linea degli occhi di cui uno rimane coperto da una frangia molto lunga e asimmetrica. Le band musicali che lo interpretarono, furono molte. Alcune delle linee moda Emo si rifanno a quelle dello stile Skate e risentono di influenze Punk e Gotico style. Tra gli accessori spiccano bracciali a fascia in cuoio, collanine e collari, spille e orecchini. Lo spirito, e lo stato emotivo riconducibile ai gruppi Emo, è empatico, depresso, pessimista e insoddisfatto.

SKATE E LO STREETWEAR

Stile Skate anni 80 e lo streetwear

Anch’esso riconducibile alla fine degli anni 80, nasce per comodità, interpretando lo stile di giovani sportivi dediti allo sport praticato con lo skate bord, una tavola con ruote con cui correre e compiere acrobazie. Ed infatti, il look skate prevede anche questo attrezzo nello specifico per interpretare un total look skate, con tanto di cuffiette.

Gli accessori: Immancabile il cappellino, jeans o pantaloni attillati t-shirt e camice sbottonate, preferibilmente in jeans, o quadri; felpe ampie e sneakers come le Vans e le Converse. Si tratta di una moda streetwear pratica e sportiva.

GRUNGE anni 80

Stile grunge
Stile grounge

Anche lo stile Grunge apre le porte allo street style attuale. Povero nei contenuti, utilizza capi semplici e di recupero. Un look trasandato che utilizza i classici pantaloni cargo, camice in flanella a quadretti, ma anche l’intramontabile jeans con una lunga storia all’attivo.

Nasce in America intorno agli anni 90 sulla scia di tendenze musicali denominate Seattle sound. Si origina nei quartieri di Seattle. Oltre a questi capi classici dello stile Grunge adotta capi comodi: cardigan, maglie oversize, e cardigan molto grandi: denominatore comune la comodità! Tra le calzature, troviamo sia per uomini che donne gli anfibi, amati ed adottati anche nello Stile Punk ed Emo, e riproposti in versione light e a colori in altre tendenze moda come nel Glam rock.

STREET STYLE del 2000

Street style

Street style significa letteralmente “stile della strada” e dalla strada, infatti, si origina questa moda. Ha come denominatore comune, una tendenza casual e comoda. La sua nascita si colloca intorno al 2000, ed esattamente a quando Scott Schuman presentò sul suo blog “The Sartorialist” le foto dei alcune fashion victim presenti alle sfilate moda di Milano del 1996. Ma in realtà come è ben noto, lo street style attinge da molte fonti, oltre che da gusti ed esigenze collettive e personali.

Attinge stile in prevalenza proprio dalla semplicità dello skate style e dalla comodità dello stile hip hop. Per cui è lecito affermare che la vera madre dello street style è stata la moda di strada nata già alla fine degli anni 50. Informale nelle linee, è il risultato di un mix di tendenze urban, frutto di esigenze ricercate di comodità ricercate in un athleisure  sempre più proteso e diffuso “dalla e nella” gente comune.

ATHLEISURE 2000

ATHLEISURE 2000
ATHLEISURE 2000

Nato come abitudine nel mescolare diversi stil di moda per ricavarne outfit comodi e confortevoli, sia al femminile che al maschile. Una forma di Urban Style che è approdata sulle passerelle ed è destinata a rimanerci. Il termine stesso, athleisure, ne descrive il significato: è formato da due parole: leisure, che indica il “tempo libero”, e athletic che significa “sportivo”. Diviene un modo di vestire molto rappresentativo dell’abbigliamento sportivo adottato, in prima battuta, per lo jogging, o per chi esce dalla palestra, per poi estendersi ad outfit pratici, utilizzati per tutti i giorni.

Capi ed accessori: Tra i capi più in uso troviamo i leggings, pantaloni da tuta, giacche anti-vento stropicciate, felpe ampie, top sportivi e colorati.

Si combinano tra loro, con morbidi maglioni, blazer eleganti e pantaloni da tailleur, cappelli e golfini. L’athleisure rappresenta l’avanzata del glam sportivo in tutte le sue sfaccettature.

TRIBAL – ETNICO

Lo stile Tribale e quello Etnico si compenetrano tra loro, sia nella moda, che nell’arredamento. in alcuni casi si fondono con la tendenza moda Indiana. Ad ogni modo, si tratta di outfit che sfruttano capi ed accessori dal sapore rurale, ricavati da tessuti tinti e lavorati a mano, perline, orecchini, tele e corpini, parlano di una ruralità antica ed artigianalità. Una tendenza ad utilizzare ciò che si ha e si conosce, sia nella stampa dei tessili che nel taglio dei capi e nell’uso degli accessori.

Stile tribal
  • Lo Stile Etnico è rappresentato da abiti ed accessori, ma anche i tessuti, di produzione artigianale che si esprimono in maxy abiti, gonne lunghe, camice oversize, pantaloni ampi in tessuto leggero con colori e tinte batik.
  • Tribal style, deriva dal termine tribale, uno stile evocativo e selvaggio che prende ispirazione dall’Africa e da essa ne eredita i toni selvaggi, i colori naturali sabbia, terra, verdi bottiglia, marrone bruciato, insieme ad accessori e gioielli appariscenti ricavati da semi ed ossi. Due modi di vestire molto simili nella scelta “nature” genuina, dei tessili, dei modelli comodi, e dei colori. Gli accessori tribali rispecchiano pienamente lo stile degli abiti.

ANIMALIER

Stampe animalier e long dresses
Stampe animalier e long dresses per un look di primavera estate over 40

Più che uno stile, racchiude alcune tipologie di indumenti caratterizzati da stampa animalier. Quest’ultima, può essere sia leopardata che zebrata. Come indossare questi capi? Sempre meglio mescolare e non creare un total look animalier, a meno che non si tratti di un vestito. Uno stile attualissimo, portato in passerella da Christian Dior nel lontano 1947, amato da subito, e sfoggiato per molti anni da molte star in chiave bon ton. Lo stile animalier è diventato un must nella moda ed un trend intramontabile.

HYGGE STILE SCANDINAVO “monocromatico”

HYGGE  STILE SCANDINAVO
HYGGE STILE SCANDINAVO

Mi piace definirlo Hygge style monocromatico, in quanto usa toni chiari, sia nell’arredamento, che nella moda. Ad ogni modo, il concept che esprime, è quello di relax e pace.

Nato nell’arredamento in stile scandinavo e come stile di vita, proveniente dalla Danimarca, si esteso, come concetto di base, anche alla moda. La comodità la fa da padrone, i tessuti sono naturali, e le linee minimali.

Tra i colori spiccano, oltre al bianco, il beige nelle sue tonalità tenui, colori sabbia, caki, colori pastello tenui ed i grigi. Un’abbigliamento che esprime ritmi lenti, colori e luci pacate, soluzioni green d’arredamento hygge e di abbigliamento.

VINTAGE

Un ritorno prepotente quello retrò che riporta in passerella linee e capi degli anni passati. Non è riconducibile ad un solo stile, ma a più stili risalenti a tempi passati, siano essi anni 30, 50 o anni 80. Tutto ciò che era un tempo, viene rianalizzato, reinventato e riproposto per un abbigliamento vintage rinnovato nei tessuti e, talvolta, anche nelle linee. Lo stile vitage può essere interpretato con capi retrò o con abiti nuovi di zecca. Mercatini, boutique, abiti abbandonati nei bauli, tornano a vivere.

Abbigliamento vintage
Abbigliamento vintage

La mania vintage di questi anni è stata rilanciata dagli stilisti. Il passato torna con proposte nuove, riempiendo le vie ed i negozi delle città. Bluse, pantaloni a sigaretta anni 60, modelli a zampa di elefante anni 70, gonne a ruota, abiti da pin up, pantaloncini corti, sono solo alcuni dei capi che si possono indossare, senza disdegnare abiti anni 50 stile Marilyn Monroe, top all’uncinetto stile figli dei fiori. Anche gli accessori vintage vengono rivalutati, primi fra tutti, le calzature, le borse, e gli occhiali con montature d’epoca.

Ti potrebbe interessare approfondire l’argomento con un altro articolo dettagliato: quali sono gli stili di moda attuali quelli più in voga e i più usati.

Per saperne di più sulla moda e la sua evoluzione dai primi del 900 ad oggi consulta le guide di moda:

Moda anni 20 stili e tendenze del dopoguerra
Moda anni 30 stili e tendenze donna e uomo

Moda anni 40 stile e icone
Moda e stili anni 50 e icone
Stile bon ton anni 50
Stile moda anni 60 e la rivoluzione della moda
Hippie style la moda anni 60
Icone di stile anni 60 – 70, 6 donne importanti

Moda stile anni 80, ragazze, donne e uomini abiti ed accessori

Ravenna, tutto il bello della “Capitale dei Mosaici”

Ravenna, Piazza del Popolo
Ravenna, Piazza del Popolo

L’emergenza sanitaria mondiale molto probabilmente ci costringerà (o permetterà?) a trascorrere le vacanze e i weekend fuori porta in Italia. Quella che si prospetta è un’occasione, però, per riscoprire le bellezze del nostro Paese, con un occhio di riguardo, magari, a quelle mete che si trovano ai margini dei percorsi turistici più seguiti e battuti. Tra queste, senza dubbio, spicca Ravenna, la famosa “Capitale dei Mosaici”, custode di ben 8 beni inseriti nella lista dei “Patrimoni dell’umanità” dall’UNESCO, in quanto monumenti paleocristiani di grande interesse storico, artistico e culturale.

Questo, però, è solo il biglietto da visita di questa città meravigliosa e sorprendente, tanto per chi sceglie di visitarla, quanto e soprattutto per chi decide di cercare casa in vendita a Ravenna, per venirci a vivere. La “Capitale dei Mosaici”, infatti, stupisce per molteplici e differenti motivi: sapevate che il suo territorio comunale è il secondo per estensione di tutta Italia? E sapevate che è stata tre volte capitale di tre differenti regni (Impero Romano d’Occidente, Regno degli Ostrogoti e Esarcato Bizantino)?

Ravenna dettagli di un mosaico

Nonostante questo, però, Ravenna è una città a misura d’uomo, in cui chiunque può trovare la sua perfetta dimensione. Il comune, infatti, nel XX secolo ha conosciuto un periodo di grande espansione, sia economica, che commerciale, urbanistica e demografica. Una crescita ponderata, dunque, che ha saputo adattarsi alle necessità dell’epoca contemporanea, rivelandosi come uno dei centri più vivaci dell’intera regione. Dalle bellezze storiche, all’arte e fino al divertimento, al relax e al buon mangiare… A Ravenna troverete questo e tanto altro! Ecco quindi qualche consiglio su cosa fare e cosa visitare se decidete di visitare questa stupenda città.

Tra arte e storia, per il centro di Ravenna

Passeggiando per le vie del centro storico di Ravenna, è facile capitare ai piedi dei già citati monumenti “Patrimonio dell’umanità UNESCO”. Come vedremo, fanno parte del complesso edifici che hanno svolto un ruolo importantissimo nella storia della città e che oggi sono testimonianze di un passato glorioso. Gli amanti dell’architettura, della storia e dei mosaici troveranno in Ravenna una perla rara: e pensare che basta una camminata di circa tre chilometri e mezzo per visitarli (quasi) tutti!

Mausoleo di Galla Placida e Basilica di San Vitale

Passeggiando per le vie del centro storico di Ravenna, è facile capitare ai piedi dei già citati monumenti “Patrimonio dell’umanità UNESCO”. Come vedremo, fanno parte del complesso edifici che hanno svolto un ruolo importantissimo nella storia della città e che oggi sono testimonianze di un passato glorioso. Gli amanti dell’architettura, della storia e dei mosaici troveranno in Ravenna una perla rara: e pensare che basta una camminata di circa tre chilometri e mezzo per visitarli (quasi) tutti!

Mausoleo di Teodorico

Mausoleo di Teodorico

Facciamo partire il nostro ipotetico tour dal Mausoleo di Teodorico, che si trova ai margini del centro storico, all’ingresso del grande Parco di Teodorico, punto d’incontro tra le mura storiche e la cintura verde esterna di Ravenna. La tomba del re barbarico si presenta a pianta decagonale, costruito in pietra d’Istria e il tetto è composto da un unico grande blocco: un manufatto unico sia dal punto di vista stilistico, che architettonico.

Dopo aver passeggiato per il Parco di Teodorico, è giunto il momento di addentrarci nel centro storico di Ravenna: a pochi passi da Porta Adriana, infatti, troviamo 3 importanti edifici di Ravenna.

Il primo è il Mausoleo di Galla Placida, una piccola struttura che al proprio interno nasconde un vero e proprio universo: la volta del monumento funebre, infatti, ospita il più antico mosaico di Ravenna, che rappresenta proprio un cielo stellato (oltre 900 gli astri rappresentati), rendendo l’atmosfera decisamente affascinante e suggestiva.

Basilica di San Vitale

Al suo fianco troviamo la Basilica di San Vitale, uno dei lasciti bizantini in Italia più importanti e meglio riusciti. L’edificio è a pianta ottagonale ed esternamente si presenta come una struttura dai tratti orientaleggianti, ma è al suo interno che dà il meglio di sé: in ogni angolo mosaici di altissimo pregio e valore colpiranno l’occhio del visitatore e del fedele; in particolare il pavimento: le tessere che compongono il rivestimento indicano la via, tramite una serie di frecce, per allontanarsi dal peccato e avvicinarsi alla purificazione dell’anima.

Infine, nell’ex monastero di San Vitale, troviamo oggi il Museo Nazionale di Ravenna, che ospita materiale archeologico, sculture, reperti lapidei di varie epoche e oggetti d’arte, molti dei quali legati proprio ai monumenti UNESCO. In particolare, l’atmosfera che si respira nei due chiostri rinascimentali e negli spazi abbaziali, dona maggiore piacevolezza al percorso.

Battistero Neoniano e Cappella Arcivescovile

Passando a fianco dell’elegante Palazzo Rasponi dalle Teste, si giunge al Battistero Neoniano (anche detto, degli Ortodossi). Raffinata testimonianza del periodo paleocristiano, è uno dei più antichi monumenti di Ravenna che mantiene la struttura originale, essendo perfettamente conservato. Entrando, rimarrete estasiati, in primis, dalle tarsie marmoree, dagli stucchi e dai mosaici policromi che rivestano totalmente la cupola.

Cappella Arcivescovile di Sant’Andrea

A pochi passi dal battistero, troveremo la Cappella Arcivescovile di Sant’Andrea, unico monumento ortodosso fatto costruire durante il regno del già citato Teodorico. Anche la cappella si distingue, come molti altri edifici storici di Ravenna, per la qualità, la cura e la magnificenza dei mosaici che ospita al proprio interno.

Sant’Apollinare, gli Ariani e Dante

Procedendo verso est, arriveremo ad altri due monumenti UNESCO, ovvero la Basilica di Sant’Apollinare Nuovo e il Battistero degli Ariani. Lungo il percorso, però, è d’obbligo una visita alla tomba-mausoleo di Dante Alighieri: le spoglie del sommo poeta, infatti, sono conservate a Ravenna, e non a Firenze come si potrebbe pensare.

Alle spalle della cripta, si estende il Museo Dantesco, un percorso iconografico dedicato alla vita di Dante stesso. Avvicinandosi a questi due siti, ci si addentra in un’atmosfera molto suggestiva, in quanto in quest’area vige la legge della cosiddetta “Zona Dantesca”, basata sul silenzio, il rispetto e la contemplazione.

Tomba Mausoleo di Dante

La Basilica di Sant’Apollinare Nuovo, invece, è un punto di riferimento unico in Italia, ma non solo, per gli appassionati delle tessere: l’edificio, infatti, al suo interno contiene il più esteso ciclo di mosaici al mondo. Queste opere d’arte appartengono alla tradizione stilistica romana, ma al contempo mostrano un forte influsso bizantino.

Chiudiamo il nostro tour per le vie di Ravenna, con il Battistero degli Ariani, una struttura in laterizio a pianta ottagonale, al cui interno è possibile ammirare scene della vita di Cristo (in particolare il battesimo, che orna la cupola), ovviamente rappresentate tramite la tecnica, ormai simbolo di Ravenna, del mosaico.

Divertimento e buon cibo

Ci siamo soffermati sui monumenti più importanti, suggestivi e simbolici di Ravenna, ma non dimentichiamo mai questo territorio offre anche tanti altri motivi per farsi visitare. Primo fra tutti, il
buon cibo: come in tutta l’Emilia Romagna, anche a Ravenna si mangia divinamente! Pasta fresca fatta a mano in ogni sua declinazione, affettati, carni, pesce, la piadina… ma se volete qualcosa di davvero caratteristico, provate l’anguilla e le rane, di casa nei canali ravennati.

Ma attenzione, Ravenna non è solo storia, arte e buon cibo, ma anche e soprattutto divertimento! Tanto diurno, quanto notturno: da una parte troviamo il mare e le spiagge, ricche di strutture attrezzate e impreziosite dall’accoglienza tipica romagnola; dall’altra la movida dei lidi ravennati e, in particolare, Milano Marittima, luogo perfetto per chi ama fare le ore piccole.

Mirabilandia

In mezzo ai due troviamo Mirabilandia, il parco divertimenti e acquatico più grande d’Italia, dove il divertimento è assicurato sia da grandi, che da bambini, poiché offre una vasta scelta di giostre, attrazioni e spettacoli. Un luogo dove passare un giornata all’insegna della spensieratezza e del piacere.

Cattolica: la regina dell’Adriatico era ed è tra le mete più gettonate

Cattolica provincia di Rimini
Cattolica provincia di Rimini

Cattolica è stata soprannominata la regina dell’Adriatico e non si poteva trovare un appellativo più azzeccato per questa località turistica. Ha infatti moltissimo da offrire, sia dal punto di vista paesaggistico che per quanto riguarda la ricettività, che non a caso è tra le migliori d’Italia e che è in grado di assecondare qualsiasi esigenza. Cattolica è una meta alquanto gettonata da coloro che desiderano trascorrere l’estate al mare e che vogliono evitare il caos delle vicine Rimini e Riccione.

Perfetta per le famiglie con bambini ma anche per le coppie e per i gruppi di amici, si trova nella parte più meridionale della Riviera Romagnola, al confine con le Marche. La vicina Gabicce Mare contribuisce a renderla una località turistica privilegiata, in cui trascorrere le vacanze diventa un vero piacere. Perché Cattolica sia tanto amata possiamo intuirlo facilmente: in questa cittadina troviamo infatti tutto quello che si può cercare durante un soggiorno estivo. Spiagge bellissime, lidi moderni e dotati di ogni comfort, strutture alberghiere di alto livello, ma non solo: anche parchi, eventi per tutte le età e manifestazioni culturali.

La ricettività di Cattolica: hotel e strutture alberghiere

Per quanto riguarda la ricettività, Cattolica rientra a pieno titolo tra le mete turistiche migliori d’Italia e la cosa di certo non ci sorprende. Gli hotel ed i residence sono davvero tantissimi e non mancano mai delle offerte interessanti, indipendentemente dalla stagione dell’anno. Al contrario, il problema per molti è riuscire a capire quale struttura scegliere per il proprio soggiorno perché sono talmente tante che si rischia di perdere moltissimo tempo. Per fortuna, il sito di riferimento per quanto riguarda la ricettività cattolichina è stato da poco rinnovato ed è diventato ancora più pratico e ricco di contenuti. Al suo interno si può trovare con facilità e prenotare l’hotel di Cattolica ideale per le proprie esigenze, confrontando tutte le strutture e le tariffe proposte.

L’accoglienza a Cattolica: eventi, spettacoli e party

Cattolica è una località che possiamo considerare tranquilla se confrontata a Rimini e Riccione, ma questo non significa che l’accoglienza sia scarsa o che si rischi di annoiarsi durante le proprie vacanze. Specialmente nella stagione estiva, sono davvero tantissimi gli eventi, gli spettacoli e le feste che vengono organizzate in questa bellissima città, così come sulle spiagge o lungo la costa. Parliamo di attività rivolte a tutti ed adatte a qualsiasi età, perfette per le famiglie ma anche per i giovani in cerca di divertimento.

Cattolica: la regina dell’Adriatico era ed è tra le mete più gettonate

Le spiagge di Cattolica

Le spiagge di Cattolica sono straordinarie e curate in modo impeccabile: luoghi di ritrovo perfetti per chi ama trascorrere le vacanze al mare e non vuole annoiarsi. Le famiglie con i bambini piccoli possono trovare tutto il necessario sempre a disposizione perché i servizi sono tra i migliori d’Italia ed i lidi sono attrezzati per rispondere a qualsiasi esigenza. I bambini amano Cattolica grazie alla presenza di giochi d’acqua, piscine direttamente sulla spiaggia e animatori sempre pronti a strappare un sorriso. Anche i giovani però possono trovare pane per i loro denti da queste parti, perché non mancano sport di qualsiasi tipo ed il divertimento è sempre garantito!

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Credit foto Di Pier B., CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=56752762

La sensibilità è un dono: gestire l’ipersensibilità attraverso un libro

Il dono delle persone sensibili libro
Il dono delle persone sensibili libro

La sensibilità è un dono: ma essere sensibili, avere un’empatia dilatata e non sapere come gestirla, non aiuta a vivere bene. Cos’è l’empatia? Come gestire le emozioni?

Alcuni psicologici e, in particolar modo l’autrice del libro il dono delle persone sensibili di Nicoletta Travaini, ci indicano come gestire la propria sensibilità, insegnando le tecniche per convivere bene con una sensibilità eccessivamente acuita. Se infatti, vivere con una persona sensibile non può che giovare, essere ipersensibili espone l’individuo ad uno stress elevato che può danneggiare la sua salute fisica e mentale.

Una forte sensibilità ed una grande empatia costringono l’individuo a vivere costantemente con una finestra aperta dove entrano emozioni e stati d’animo dal mondo. Uno specchio “della verità” che non lascia scampo ai mentitori e alla cattiveria, un dono che può rendere infelici, ma che, se usato bene, apre le porte a delle realtà inaspettate: l’ipersensibilità individuale però, ha necessità di trovare un centro di equilibrio.

Il dono delle persone sensibili: di Nicoletta Travaini

Nicoletta Travini è una psicologa e psicoterapeuta specializzata in psicosomatica, ed è una persona ipersensibile. per Questo motivo ha ritenuto utile sviluppare, nel tempo, una guida pratica che aiutasse le persone ipersensibili ha capirsi e a conoscersi. Per prima cosa il libro rende coscienti che essere ipersensibili non è un difetto, ma anzi, un grosso pregio.

Come gestire l’ipersensibilità

L’ipersensibilità ci avvicina al mondo interiore delle persone, ci rende capaci di comprenderle al di la di ciò che viene mostrato. Ma allo stesso tempo l’ipersensibilità svela anche lati oscuri e negativi degli individui: ha facile avvertirne la falsità e questo porta inevitabilmente ad una sorta di auto isolamento. Pochi amici, scelti accuratamente nel tempo, è tanta diffidenza vero il mondo comune. Una tattica che serve alla persona ipersensibile a proteggersi e a soffrire di meno.

Ma chi è Nicoletta Travaini? Come abbiamo visto è una specialista del settore ed è inserita nella lista internazionale di terapeuti esperti nel lavoro con le persone altamente sensibili. Ha diversi studi privati distribuiti in Italia, e lavora in varie strutture sanitarie. Ha fondato il progetto Ipersensibilità ed Alta sensibilità” ed un sito web www.ipersensibili.com.

Le persone sensibili ed il dono

L’autrice parla di un “dono”. Le persone sensibili hanno infatti, delle caratteristiche fuori dal comune e questo rappresenta un dono per chi le circonda. Sono portatrici di capacità cognitive superiori alla media e di competenze emotive in grado di arricchire gli altri e di portargli sostegno. Ma la pressione delle emozioni forti può divenire devastante e dunque è necessario imparare ad anticipare i propri limiti, questo perché oltre ad una spiccata emotività ed empatia le persone sensibili hanno un intelligenza superiore alla media ed un cervello molto attivo: forse troppo!

Conoscersi aiuta dunque a imparare a gestire se stessi. Gli studi attuali e la scienza dichiarano che circa il 20 % della popolazione, ossia una piccola minoranza, sia composta da persone altamente sensibili. L’ipersensibilità è riscontrabile anche in alcune specie animali e dunque, se ne trae la conclusione che si tratti di una caratteristica su base biologica. In Italia se ne parla molto poco, i principali studi si sono svolti in USA, in Germania ed in Francia.

Imparare a gestire le emozioni

E’ necessario rendere l’ipersensibilità il centro del proprio equilibrio. E’ importante imparare a gestirla per non avvertirla come una debolezza che non consente i di vivere felici. L’elevata selettività, ed il “disgusto”, insieme alla “paura” (sensazione che si prova di fronte ad un piatto non buono) o ad una situazione di pericolo o di disturbo, porta ad una chiusura necessaria ed indispensabile. Allo stesso modo essere recettivi induce a considerare le emozioni altrui in maniera ingrandita, talvolta persino in maniera superiore rispetto alla persona che la prova. Le persone ipersensibili amano molto e soffrono molto per se stessi e per gli altri.

Imparare a dire NO

Uno dei problemi principali delle persone ipersensibili è l’incapacità di saper dire NO!. Dire No, imparare a farlo sempre di più, è un modo per riuscire a fare un ampio contenimento delle richieste numerose che ci arrivano dall’esterno. Purtroppo la cultura e la società hanno attribuito al NO la paura ed il concetto di “essere esclusi” questo riguarda moltissime situazioni.

Quindi nonostante la cultura sociale imponga un organizzazione a suo modo costruita nel tempo, l’ipersensibile ha necessità di imparare a contrapporsi alle richieste sociali e private. Per alcuni individui il NO velato o non, è all’ordine del giorno, ma per gli ipersensibili ogni NO accende al spia del “senso di colpa”.

E’ facile comprendere come i soggetti denominati HSP siano sottoposti ad uno stress emotivo enorme che li espone alla tristezza e alla chiusura. L’introversione aiuta a proteggersi e diviene un valido scudo.


Empatia e dolore: cos’è l’empatia

Abbiamo parlato di Empatia molte volte e in molto articoli. Che il concetto empatia conduca inevitabilmente all’interiorizzare maggior dolore è evidente. Ma bisogna tentare dunque, di ridurre la percezione di questo dolore e ridurre quindi la capacità empatica di avvertire, in modo esagerato, il dolore dell’altro. Una sana empatia senza eccessi costituisce la via giusta per vivere più serenamente e con minor stress, in quanto più si è empatici più si è stressati. Ma vediamo quali sono i tipi fondamentali di empatia?

  • Empatia cognitiva, concettuale, che si lega agli stati emotivi degli altri e comprenderne stato d’animo e punti di vista. E’ presente la comprensione delle emozioni altrui ma non un’innato stato di compassione che è quello che ci allerta facendo nascere il desiderio di aiutarla.
  • Empatia affettiva, che riguarda la sensibilità e la condivisone dello stato emotivo altrui, Si percepisce la difficoltà, la si comprende ed essa genera emozioni in noi che inducono alla comprensione e all’aiuto. E’ molto più profonda dell’empatia cognitiva.
  • Cura empatica, sensibilità empatica: quest’ultima è la più profonda tra le tre citate ed impone involontariamente uno stato di sollecitudine rivolto verso “l’altro” in difficoltà. E’ quella che consente di percepire le emozioni altrui dentro di noi, e soffrire come l’altro imponendoci di attivarci per porgere aiuto.

Si tratta di tre componenti davvero molto diverse tra loro, che vengono gestite da circuiti di natura neuropsicologica completamente differenti. Alcune persone ne possiedono una parte, altre li possiedono tutti e tre e sono una minoranza di soggetti. Una maggior empatia è legata ad una maggior Intelligenza emotiva.

L’empatia si sviluppa in maniera naturale negli anni che vanno dalla nascita all’adolescenza. Molto dipende da come i nostri genitori ci insegnano a percepire e manifestano le loro emozioni nei confronti di noi stessi e del mondo in genere.

Apprendere come provare empatia da adulti è davvero molto difficile anche se trattamenti di questo genere vengono effettuati nelle carceri su soggetti che hanno compiuto dei crimini gravi. I serial killer sono soggetti che non provano nessuna empatia nei confronti delle loro vittime. Sono degli psicopatici, irrecuperabili.

La reattività e le patologie

L’eccessiva reattività e la percezione amplificata delle situazioni e degli stati d’animo altrui, induce l’organismo mentale e fisico ad un lavoro eccessivo. lo stress, com’è risaputo, può favorire l’insorgenza di malattie. L’intestino, ad esempio, è il secondo cervello del corpo umano, in esso vengono catapultati gli stati emotivi e lo stress. L’intestino si fa carico di gestire emozioni, stati d’animo e sensi di colpa. Ma non è solo solo organo a trarne danno. Responsabile di tutto ciò, e ancor di più nelle persone ipersensibili è l’amigdala, una piccola parte del cervello che ha a che fare con il cervello e le emozioni.

Alcuni studi hanno avanzato l’ipotesi che alcuni comportamenti comuni, come ad esempio la timidezza, siano collegati ad un ipersensibilità dell’amigdala che determina un rilascio eccessivo di cortisolo ben noto come l’ormone dello stress. Alcune tecniche di focalizzazione mentale e la Mindfulness protocollo MBSR aiutano a ridurre lo stress grazie alla consapevolezza. Il problema inverso, l’esatto contrario dell’ipersensibilità è la mancanza di empatia e l’Alassitimia, ma qui ci addentriamo in un’altro campo.

Ipersensibilità: Multitasking, Quoziente intellettivo, iperefficienza mentale

L’ipersensibile non è solo una persona che sente e soffre di più ma anche un soggetto con una capacità cognitiva ed elaborativa diversa. Il cervello dei dei PAS (Persone Altamente Sensibili) sembra sia in grado di processare più stimoli in modo contemporaneo, ossia è multitasking. Ma svolgendo più attività contemporaneamente ed essendo vigili a molto stimoli esterni, si rischia di raggiungere uno stato di over-arousal. Dunque, il cervello ipersensibile riesce a processare contemporaneamente più informazioni e a gestire più attività, ma deve farlo entro un limite numerologico e temporale. Da qui la necessità di imparare a dosarci in ipo ed iper stimolazioni.

In altri termini con il Multitaskin si gestiscono contemporaneamente più informazioni nello stesso momento, ma peggioriamo il livello di efficienza, dunque è necessario distinguere quali sono le esigenze e le attività più rilevanti da gestire. Gli studi scientifici svolti, dunque, hanno rilevato una relazione tra ipersensibilità e iperefficienza mentale. l’iperefficienza va domata, controllata, gestita. L’ipersensibile è iper vigile, attento intuitivo, è sempre un passo avanti agli altri nell’intuire azioni, pensieri, evoluzioni, e quant’altro: non ha tregua!

Tutto, Tanto e Sempre

Il motto dei PAS è tutto, tanto e sempre. TUTTO perché sentiamo ogni cosa, TANTO perché ogni stimolo viene percepito in modo eccessivo ed amplificato, SEMPRE, in quanto siamo continuamente in attività fisica e mentale fino ad arrivare allo sfinimento. Se ne evince una maggior tendenza alla sovra-stimolazione e al sovraccarico. Divenire consapevoli del proprio limite e imparare ad anticiparlo giova molto alle persone ipersensibili.

Il libro: una guida pratica per il controllo della sensibilità

Come afferma l’autrice del libro: gli ipersensibili non sono strani: sono speciali! Un libro dunque che aiuta a comprendersi e a comprendere i PAS ed insegna a gestire, attraverso test, schede, racconti e dati scientifici, questa caratteristica in cui, molte persone potrebbero riconoscersi. Io stessa, come l’autrice del libro sono una persona ipersensibile ed il libro mi ha aiutato a comprendere alcuni risvolti della mia personalità. Uno dei libri di oggi che ritengo molto utile in quanto contribuisce a raggiungere una “zona di controllo” per trarne benessere mentale e fisico.

Il dono delle persone sensibili è una guida pratica per fare dell’ipersensibilità il nostro centro di equilibrio. Di Nicoletta Travaini libro edito dalla Red edizioni.

3 bomboniere green originali per matrimonio, battesimo e cresima

3 bomboniere green originali per matrimonio, battesimo e cresima
3 bomboniere green originali per matrimonio, battesimo e cresima

Negli eventi come matrimoni, battesimi, comunioni, cresima, feste di laurea, si usa regalare agli invitati una bomboniera con i confetti accompagnata da un piccolo cadeau come ninnoli, portachiavi, oggetti in ceramica e così via. Ci sono tante possibilità, ma spesso le opzioni sembrano tutte uguali senza innovativa, personalità e carattere.

Bomboniere green originali: piante semi in confezioni eleganti

Se sei alla ricerca di idee originali, le bomboniere di Mobilia store sono quello che ti serve: green o anche solidali per un prodotto fuori dal comune. Ecco allora alcune idee che potrebbero fare al caso tuo in queste situazioni.

  • Piante grasse per bomboniera
  • Bomboniera in Kit semi orto urbano
  • Bomboniere con semi d fiore per ogni stagione
  • Bomboniere bonsai
  • Bomboniere solidali e green

Una piantina grassa: diversa dal solito soprammobile inutile

Bomboniera con pianta grassa e ciondolo

Una bomboniera molto carina e diversa dal solito quando non vuoi regolare dei ninnoli inutili che stanno sulla credenza a prendere polvere, è la piantina grassa. La bomboniera – piantina può essere sistemata in un contenitore più particolare rispetto al classico vasetto come può essere una testa di moro, una tazzina da caffè, un barattolo in vetro etc. da riutilizzare in un secondo momento quando la pianta verrà trasferita in un vaso più grande. Risolvi il problema delle bomboniere con un’idea geniale e fuori dal comune donando un essere vivente che trova posto in qualsiasi abitazione senza problemi.

Il kit per l’orto urbano: produrre verdura sul balcone

Bomboniere con semi

Se proprio non sai quale bomboniera scegliere per gli eventi che ti aspettano, prova a pensare a quanto potrebbe essere apprezzato un kit per realizzare l’orto botanico a casa. Tutto quello che serve per iniziare la coltivazione di piante da orto come possono essere i pomodori, è già contenuto nel kit. Infatti, all’interno di questa bomboniera molto originale, ci sono dei semi, una zolla di torba e un piccolo vasetto in cartone. Se preferite, potrete optare per semi di piante da fiori.


È sufficiente inserire la torba nel vasetto in cartone, aggiungere un po’ di acqua e poi inserire il seme per farlo germogliare. Una volta che il germoglio è nato, andrebbe trasferito in un vaso più grande per farcrescere la pianta e avere pomodori coltivati direttamente sul balcone di casa.

La matita da piantare: trasformare la fine della matita in un essere vivente

Forse non tutti sanno che cosa sia una matita da piantare. Si tratta di un prodotto particolare che risolve il problema di che cosa fare della matita una volta che si è giunti alla fine. Continuando a temperare la matita, questa si accorcia sempre più diventando poi inutilizzabile.
A questo punto arriva la svolta; invece di gettare via quello che resta della matita, la pianti in un vaso. Sulla sommità è presente un semino che germoglia diventando una piccola piantina.

Può trattarsi dei fiori ma anche di piccole piante ed erbe aromatiche che tornano sempre utili in cucina. È un’idea molto originale che aiuta a trasmettere anche dei valori in più agli invitati come possono essere la sostenibilità ambientale e la riduzione dei rifiuti trasformando un oggetto inutile in qualcosa di nuovo.

Bonsai bomboniera

Un’altra idea green davvero carina tra le bomboniere viventi è quella dei bonsai o delle piante verdi in miniatura. Piccoli olivi, Sansevierie, accessoriate di vasi molto estetici in confezione regalo costituiscono una soluzione diversa, è molto particolare per le bomboniere. Oggetti utili piante che che vivono anche in ambienti poco illuminati se scelte attentamente, crescono, e rimangono a farci compagnia per lungo tempo. Una bomboniera perfetta per un matrimonio informale o chic del 2000.

Come organizzare le pulizia di casa: igiene e ordine

La briantina di poli giovanni spa
La briantina di Poli Giovanni spa

Ritorna la primavera, la stagione della rinascita della natura, portando con sé un clima più mite! Si ha voglia di novità, magari un nuovo taglio di capelli, una vacanza fuori porta, e la casa? Anche per lei arrivano le famigerate pulizie di primavera, sinonimo di pulitura profonda.

Finestre aperte e scopa in mano, è l’ora di svegliare la propria abitazione sotto una nuova luce e per farlo serve una pulizia radicale, affrontando il cambio degli armadi, il lavaggio delle tende e anche dei vetri.

Finalmente si potrà riordinare la casa dal caos, pulirla da cima a fondo e nel giro di pochi giorni, tornerà a splendere! È solo una questione mentale, c’è un metodo per tutto, anche per l’organizzazione delle pulizie di casa. Ecco alcuni consigli per affrontarle al meglio!

Stabilire le priorità

Scrivi un vero e proprio piano di azione, fai una lista con tutte le cose da fare, mettendole in ordine di priorità e inizia sempre dalle cose che gradisci di meno, in modo da non ritrovarti ad affrontare le pulizie più pesanti negli ultimi giorni. Cerca di non scordare niente, fai il giro della casa e annota tutto nella tua lista, in questo modo, avrai una visione chiara di quello che andrai a pulire e ti farà concentrare meglio.

Come organizzare le pulizie di casa

Il trucco è dividere ogni macroattività in tanti piccoli compiti, così potrai avere un’ampia visione del tutto e riuscire ad organizzarti al meglio. Per chi ama la tecnologia, esistono anche alcune App per Smartphone, come Google Keep o Todoist, in cui si può impostare un promemoria sull’ora per essere sicuri di non dimenticare nulla.

Una volta suddivise le attività, bisogna organizzare tutto il materiale che serve per pulire: stracci, spugne, detersivi, detergenti specifici, aspirapolvere e scopa. In questo caso, un valido aiuto per le pulizie di primavera potrebbe essere benissimo La Briantina che da anni si impegna nella cura della casa e non solo.

I panni spugna

Scegli panni e spugne per ogni specifica esigenza, scope, spazzettoni e attrezzi per facilitare e velocizzare le pulizie.

E per il riordino degli armadi? niente paura anche qui La Briantina può essere un valido alleato grazie alla linea Preziosa specifica per armadi, stiro e bucato. Scatole organizer, sacchi salvaspazio, ometti e profumatori per cassetti ed armadi, tutto ciò che serve per ritrovare i tuoi panni perfetti la prossima stagione.

Inoltre, per non arrivare esausti alla fine delle pulizie, fatti aiutare dalla tua amica, dal tuo compagno o da chi vuoi tu.

Pulisci dall’alto verso il basso

In fatto di grandi pulizie bisogna procedere dall’alto verso il basso perché negli angoli in alto, di ogni stanza, si nascondono le ragnatele, la parte superiore dei lampadari è piena di polvere, per non parlare sugli infissi e sopra gli armadi. Allora munisciti di spugna, secchio, acqua e olio di gomito perché sicuramente ci saranno incrostazioni di polvere ostinata! Per toglierla dai muri basta un panno in microfibra allacciato alla spazzola di un bastone in modo da poter raggiungere anche i muri più alti. Puoi utilizzare anche i pratici panni ed attrezzi catturapolvere che, grazie alla loro carica elettrostatica, catturano e trattengono la polvere da pavimenti, mobili e lampadari.

Come togliere la polvere

Decluttering: nuovo termine in fatto di economia domestica

Decluttering è il nuovo termine che rientra nell’economia domestica. Letteralmente significa rimuovere la confusione e indica la sana attività di eliminare il superfluo.

Nel bestseller Il magico potere del ritorno, Marie Kondo ci dice che riordinando si mette in ordine il passato; e questo permette di far prendere coscienza di ciò che conta davvero nella vita e di ciò che, invece, non serve; di quel che bisogna fare e del passato che invece bisogna lasciarsi alle spalle. Questo vuole significare che organizzare le pulizie ci permette non solo di riordinare la casa nel caos ma anche di fare ordine nel modo in cui organizziamo le nostre giornate e anche nella nostra mente. In generale, permette di riordinare la propria vita per lasciare spazio alle novità, liberandosi dal passato, e in questo caso dallo sporco e dalla polvere.

Adesso che hai letto questi piccoli consigli, sarai pronta a procedere con le pulizie primaverili e dopo, a goderti i frutti del duro lavoro: una bellissima casa, pulita, profumata e sotto una nuova luce!

La moda del Re Sole: Francia di Luigi XIV 1650 – 1700

Moda del Re Sole
Moda del Re Sole

In Francia Luigi XIV diede vita ad una moda denominata del Re Sole che, in breve tempo, prese piede in tutta Europa. Lussuosa, ricca di fronzoli e fastosa, si discosta dalla moda del 500.

La moda Europea dei secoli precedenti, dalla seconda metà del 500 e della prima metà del 600, fu soprattutto di origine spagnola e rifletteva pienamente il clima della controriforma con indumenti scomodi, rigidi e cupi. Il colletto alto impediva i movimenti naturali del capo, rendeva difficile ridere in maniera naturale, e conferiva un portamento sussiegoso. Sia uomini che donne, indossavano corpetti rigidi a petto d’anitra insieme alla gorgiera, regnavamo gonne fino a terra e sottogonne doppie.

Le sottane, erano rese rigide grazie ad un armatura in ferro a stecche. Gli uomini usavano calzoni molto più larghi da infilare negli stivali, si lasciarono crescere i capelli. Pian piano, tutto l’abbigliamento si alleggerì, le maniche si accorciarono mentre i gioielli divennero discreti, come ad esempio, i fili di perle. Ci si stava orientando verso la moda del 650.

La moda del Re Sole

Nel 1646 salì al trono come Re di Francia, Luigi XIV. Alla corte di Versailles il Re impose una moda che venne diffusa e propagandata in tutta l’Europa e giunse anche in America attraverso le bambole abbigliate. Contribuirono alla diffusione anche i giornali di moda, tra essi “Le Mercure Galant” (1672). Adottata un po’ ovunque, la moda francese unificò l’abbigliamento delle classi dominanti europee, se pur con contaminazioni regionali. E’ proprio in questa epoca che nascerà l’uso della parrucca, un accessorio che conferiva maestosità all’aristocrazia, destinata a diventare un elemento importantissimo nella moda francese.

L’aristocrazia e la vita di corte

La popolazione di Versailles contava circa cinquemila persone, e altrettante erano al servizio del Re. L’aristocrazia francese viveva a corte e doveva rispettare i canoni estetici e d’abbigliamento imposti dal Re Sole e dalla sua moda. Durante il regno di Luigi XIV, si costituì la Corporazione delle Sarte che portò innovazione nella moda femminile. Gli abiti erano costosi ed impegnativi. Durante la prima metà del regno di Luigi XIV, che durò fino al 1716, gli abiti erano relativamente leggeri e consentivano una certa libertà di movimento. Nel tempo però, divennero sempre più sontuosi e stravaganti.

La moda del Re Sole: Francia di Luigi XV 1650 – 1700

Moda del re sole: uomini

La moda maschile cambiò più volte, ma vi fu un abito che rimase in voga per molto: era lungo, aderente, aperto sul petto, e veniva abbinato a dei calzoni davvero molto larghi “Rhingraves“, ripresi al ginocchio con arricciature e merletti, ornati da nastri. Sia nella camicia, che nei corpetti, nei guanti, nei calzoni e nelle scarpe, erano presenti dei ricami molto elaborati. Le scarpe avevano la punta quadrata ed erano di seta o di velluto, prevalentemente di color nero, o in tinta con il colore del vestito, arricchite da ricami o da gemme.

Scarpe del 700 con tacco

Luigi XV per correggere la sua bassa statura, promosse la moda dei tacchi. Gli stivali vennero abbandonati a favore di calze e scarpe. Si adottarono i capelli lunghi e, gli uomini, in quell’epoca esibirono una frivolezza superiore rispetto al mondo femminile. Chi non aveva folta chioma, utilizzava le parrucche che si diffusero, in breve tempo, come uso comune. Un altro accessorio maschile era la spada che nessun nobile dimenticava e che fu causa di molti duelli.

Moda del re sole : le donne

Anche le donne avevano un abbigliamento elegante e fastoso. La scollatura del corpetto si era allargata per lasciar scoperte le spalle, adornandosi di un colletto piatto. Alle due gonne tradizionali ne fu aggiunta una terza aperta sul davanti, ripiegata o gonfiata sui fianchi per mezzo di nastri, spille e fibbie. Le calze in uso erano di seta di color bianco o, per le donne, di color carnicino.

Nel tempo, le calze maschili si tinsero di colori vivaci: rosso, rosa, celesti. Le scarpe femminili avevano la stessa forma a punta quadrata di quelle maschili, ma generalmente erano della stessa stoffa dell’abito. Si affermò definitivamente la “Croata“, una striscia di pizzo o di lino che adornava il collo come un collarino. Si apprezzarono le pellicce anche sotto forma di manicotti.

Mentre la moda Spagnola rimase fedele alle tinte scure, quella francese prediligeva tinte chiare, colori sgargianti, ai quali venivano dati dei nomi bizzarri come “peccato mortale”, “desiderio d’amore” etc. Gli abiti dei bambini avevano iniziato a semplificarsi già dall’inizio del 600 rimanendo comunque una copia di quelli degli adulti.

Il primo Settecento e la moda

Il primo Settecento e la moda

Verso la fine del Settecento la moda divenne meno stravagante, ma fastosa. Nell’abbigliamento maschile si affermarono 3 capi fondamentali ancor oggi: la giacca, il gilet, in Italia denominato panciotto, ed i calzoni. La giacca generalmente era di broccato molto colorato; si allungo fino al ginocchio, acquistando una linea Redingote stretta in vita ed allargata in fondo con spacco posteriore. Le maniche vennero strette ed adornate ai polsi da larghi passamani.

Il Gilet lanciato alla fine del 600 da Gilles, personaggio della commedia francese, era lungo quanto la giacca, con abbottonatura fitta e tasche basse. I calzoni erano detti Coulottes, erano aderenti e lunghi fino al ginocchio. La camicia era molto ricercata, realizzata in seta ed arricchita da pizzi; la si indossava al di sotto della giacca.

Le donne portavano corpetti attillati rinforzati da stecche, generalmente scollati con maniche che arrivavano sotto al gomito, orlate da cascate di pizzo. La sottana, in raso o velluto di colore diverso, non era molto larga, ma arricchita da decorazioni. L’abbigliamento di società era elaborato. Nel 1718 comparve la sottana a cupola sorretta del Panier. Sottane sorrette da 4 cerchi in seguito sostituite dalla sola struttura metallica. Le parrucche divennero molto alte tanto da sfiorare i lampadari. A metà del 700 Adrienne, una attrice francese lanciò una tenuta comoda per viaggiare e stare in casaAdrianne o Negligé“. Questo capo, come altri della moda francese che continuarono a dettar legge, si diffusero in tutta Europa.

Accessori e profumi

Il settecento, per la moda, fu un’epoca ricca di accessori eleganti come ombrellini e parasoli, ventagli di pizzo, seta e piume, e di gioielli, con predilezione per i diamanti. Entrambi i sessi trascuravano l’igiene e coprivano i cattivi odori con dosi abbondanti di profumo e cambiando frequentemente la biancheria intima. Forse per questo riscosse un grande successo l’acqua di colonia messa a punto in Germania da due fratelli italiani: i fratelli Farina.

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Bonsai di Cicas revoluta coltivazione, rinvaso, esigenze

Bonsai di Cicas revoluta coltivazione, rinvaso, esigenze
Bonsai di Cicas revoluta coltivazione, rinvaso, esigenze

I bonsai sono sempre più amati e ricercati. In molti conoscono la nota “palmetta” che prende il nome di Cicas o Cicas revoluta, pianta da esterni molto decorativa e resistente, utilizzata sia in grandi giardini che in piccoli spazi verdi. In realtà non si tratta di una palma, ma bensì di una pianta che appartiene alla famiglia delle Cycadaceae. Si tratta di una pianta con origini asiatiche con foglie coriacee dal colore verde intenso. Presenta un tronco grosso e da rami palmiformi fogliari con foglie pennate, sottili e appuntite all’estremità. Per accudire le Cicas è bene munirsi di guanti.

Le Cicas revoluta, vengono coltivate sia in piena terra che in vaso di medie dimensioni, ma in pochi sanno che le Cicas, si adattano anche ad essere coltivate come bonsai da esterno, in piccoli vasi. Si tratta di piante abbastanza resistenti non difficili da coltivare sia in terra piena che in vaso.

Bonsai di Cicas coltivazone, rinvaso, esigenze

Le Cicas sono, appunto, piante da esterno con crescita lenta. Generalmente riescono ad emettere un giro di foglie l’anno. Questa crescita avviene, in genere, nel mese di maggio, più tardivamente, nelle regioni a clima meno mite. Richiedono luminosità dell’ambiente ma anche protezione dal sole eccessivo. Nel periodo primaverile è bene concimare con fertilizzante liquido per bonsai.

  • La propagazione avviene in estate (luglio – Agosto) attraverso la divisione delle nuove piante “figli” che si generano alla base del tronco della pianta madre.
  • E’ in questo momento che si può pensare di ottenere un Bonsai di Cicas revoluta.
  • La potatura deve avvenire in primavera, e si attua eliminando le foglie poste più in basso e quelle secche o rovinate, mantenendo in genere, l’ultimo giro di foglie o poco più. Si pota mantenendo una chioma bilanciata ed un giro di foglie sufficiente ad esaltarne la bellezza.
  • Teme alcuni parassiti, tra essi la cocciniglia ma insetti e parassiti si possono trattare in modo naturale.
  • Questo esemplare di pianta può essere coltivato come bonsai, sia come esemplare unico, che non ma consideriamo che è molto più bello e valorizzato se allevato in gruppo di più esemplari. (Vedi foto). Puoi leggere questo articolo: per avere maggiori informazioni sullo > stile dei bonsai.

Rinvaso bonsai di Cicas

Il composto che si utilizza per le Cicas è del secondo tipo ed andrebbe attuato più o meno, ogni cinque anni nel periodo primaverile. Se vi sono figli apicali è bene procedere al rinvaso in estate, staccare quest’ultimi e procedere con la formazione di nuove piante collocate in vasi distinti. Le nuove piante necessitano di maggior umidità per radicare, e andrebbero poste in ombra o mezz’ombra per evitarne un’eccessiva disidratazione.

Terriccio

Per le nuove piante utilizzare un terriccio del secondo tipo, o da talea composto dal 50% di torba di muschio e dal 50 % di sabbia fine. Considerate che il terreno adatto per far crescere il bonsai non deve essere mai troppo compatto e dovrebbe permettere, sia all’acqua che all’aria, di passarvi attraverso. Quindi, occorrerà la presenza di argilla per dargli nutrimento, di torba per assorbire l’acqua e di sabbia sterilizzata per consentire un buon drenaggio.

Habitat del bonsai

Sia che si tratti di una normale Cicas che di bonsai, la pianta ama posizioni luminose. Per ovvi motivi, le piccole Cicas con vaso ridotto tenderanno ad avere un eccessiva siccità del terreno se poste in pieno sole. Proprio per questo, la loro esposizione sarà a mezzo sole, prediligendo il sole del mattino o dell tardo pomeriggio. Le innaffiature dovranno essere regolari lasciando che il terriccio asciughi tra un innaffiatura e l’altra. (In vaso di radicazione, innaffiare con maggior frequenza).

In inverno le piccole piante di Bonsai di Cicas andranno protette dal freddo. Ricordo che tutte le piante di bonsai sia in estate che in inverno, specie quando la temperatura scende molto, hanno necessità di essere protette.

Malattie

E’ una pianta rustica e non si ammala facilmente ma in alcuni casi potrebbe subire attacchi da insetti e parassiti in particolar modo dalle cocciniglie, sia piccole, che più grandi quelle bianche a scudo. In questo caso è bene rimuovere le cocciniglie s scudo manualmente e trattare la pianta con appositi insetticidi anti cocciniglia.

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