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sabato, Agosto 16, 2025
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Cosa è la moda? Significato di moda, definizione, origini e il primo stilista di moda

Cos'è la moda? Significato di moda, definizione, origini e il primo stilista di moda
Cos'è la moda? Significato di moda, definizione, origini e il primo stilista di moda

Cos’è la moda? Sicuramente oggi come oggi un colossale business che alimenta diverse filiere produttive, da quelle del settore tessile, a quella delle tinture, accessori come bottoni, lampo, spalline, e ovviamente abiti, scarpe, borse, il settore dei pellami e delle lane, e molto altro. Ma la moda oggi, esattamente come un tempo, esprime uno status sociale anche se, in realtà non vi sono attualmente regole in tal senso: tutti possono indossare tutto (o quasi) se hanno voglia e disponibilità. Curiosi di sapere cosa significa MODA? O di sapere qual è l’origine della definizione della parola moda, e soprattutto, chi ha inventato la moda, “il primo stilista” che la storia ci ha regalato.

Cos’è la moda?

Cos’è la moda? La moda può essere definita come un vero e proprio fenomeno sociale di appartenenza. Un tempo, infatti, era proprio in base al ceto di appartenenza che era permesso vestire in un certo modo, specie tra le classi nobili.

La moda nella storia: dal Re sole alle Leggi Suntuarie

Il Re a corte utilizzava abiti di livello, e con lui, anche chi aveva un alto rango. Tant’è che Re Luigi di Francia, detto Re Sole, lanciò molti dei dettami della moda di quel tempo. La storia della moda e i vari stili dal Medioevo ad oggi, testimoniano propri questo fenomeno sociale.

Confermano ciò anche le Leggi Suntuarie, apparse in epoca romana e successivamente riproposte dalla chiesa nel 200, sono leggi che imponevo l’uso di alcuni abiti e ne vietavano altri, ciò in nome del ceto sociale e di canoni legati alla decenza, riferita all’epoca.

La moda oggi

La moda per secoli è stata vincolata a canoni sociali e regole ben precise, per poi liberarsi lentamente da queste imposizioni, rimanendo però ancorata ad un concetto di base della moda: ossia quello di fenomeno sociale di appartenenza, essere e apparire.

La moda è dunque un fenomeno sociale, imposto o libero che sia, mira comunque all’affermazione personale in ogni periodo storico, e in relazione anche all’area geografica in cui si vive, condizionata dalla cultura locale che impone modelli comportamentali ed estetici di un certo tipo.

La moda condiziona l’abbigliamento dei singoli spingendoli ad assecondarla per sentirsi parte di un gruppo sociale o di una collettività.

Proprio per questo, la moda esiste nei vari stili di moda, molto diversi tra di loro, ed espressione, ognuno, di una tendenza culturale e sociale tipica di alcuni periodi storici. Basti pensare alla moda Hippie degli anni 60, o alle pin up degli anni50, allo stile Preppy degli anni 70, o ancora alla moda Dandy style o alle tendenze no Gender che, negli ultimi anni, si stanno affermando sempre di più.

Definizione di moda

La definizione di moda, concettualmente, altro non è che un evento storico legato al momento, all’interno di una cultura specifica presente in un area geografia che riconosce dei modelli comportamentali ed estetici legati all’abbigliamento che mirano a farci sentire parte di un gruppo o una collettività.

Termine moda origini e significato letterale

Per quanto riguarda il termine MODA, significato letterale della parola moda: essa si origina dal francese mode e dal latino modus e significa letteralmente “modo” “foggia”, indicando appunto il modo di proporsi agli altri relativo agli abiti.

Chi ha creato la moda?

Difficile a dirsi. Chi ha creato la moda? Ogni popolo, nelle epoche anche più remote, ha dato vita ad un suo “modo di vestire“. Si pensi anche agli aborigeni di alcune popolazione dell’Australia praticamente nudi, che vestono in modo molto diverso, da un popolo all’altro, anche in virtù del clima del luogo. Basti pensare agli eschimesi, ad esempio, vestiti di pellicce, o agli indiani d’America, che vestivano abiti completamente diversi.

Anche il Re Sole nel XIV secolo (1650 – 1700) lanciò la sua moda, ma se vogliamo riferirci ai tempi più recenti, la moda nasce quando nasce la nuova sartoria. Si passa così dai sarti di corte, che cucivano appunto solo per la Corte ed i Re, ai sarti “popolari” che cucivano anche per i nobili e successivamente anche per la borghesia.

Charles Frederick Worth il primo stilista di moda
Charles Frederick Worth il primo stilista di moda

Il primo stilista di moda

La moda come viene intesa oggi, nasce con la nuova sartoria dell’ 800 e del 900, anche grazie ad un sarto di origini inglesi, Charles Frederick Worth (1825- 1895) che a Parigi, capitale della moda insieme a Milano, introdusse i primi capi di Haute Couture.

Il sarto britannico, infatti, non lavorava su commissione, ma creava a proprio gusto gli abiti. Potremo dunque definirlo il primo stilista di moda della storia. Nel tempo poi, si sono affermati alcuni canoni estetici da sfoggiare in base alle occasioni definiti appunto dress code.

La moda oggi è un concentrato di creatività che talvolta rischia di sfociare nel ridicolo, ma è una moda che, al tempo stesso, crea nuove basi sociali di accettazione e di appartenenza. E’ il caso della moda No Gender che veste uomo e donna senza classificazione di genere, un concetto che da forza alla libertà individuale di essere ed apparire.

Per saperne di più sulla moda e la sua evoluzione dai primi del 900 ad oggi consulta le guide di moda:

Moda anni 20 stili e tendenze del dopoguerra
Moda anni 30 stili e tendenze donna e uomo

Moda anni 40 stile e icone
Moda e stili anni 50 e icone
Stile bon ton anni 50
Stile moda anni 60 e la rivoluzione della moda
Hippie style la moda anni 60
Icone di stile anni 60 – 70, 6 donne importanti

Moda stile anni 80, ragazze, donne e uomini abiti ed accessori

Poinsettia Day 12 Dicembre, Euphorbia Pulcherrima, leggende sulla più bella delle euforbie

Poinsettia Day 12 Dicembre, Euphorbia Pulcherrima, leggende sulla più bella delle euforbie
Poinsettia Day 12 Dicembre, Euphorbia Pulcherrima, leggende sulla più bella delle euforbie

La Stella di Natale cresceva nelle regioni montuose tropicali; le sue origini sono molto antiche, tant’è che si pensa che la sua bellezza sia stata notata già dagli aztechi che ci hanno lasciato in eredità alcune leggende! Non a caso, la Stella di Natale ha un significato molto importante: il nome botanico Euphorbia pulcherrima, vuol dire “la più bella delle euforbie”. Quanto a bellezza, è innegabile che lo sia molto, grazie alle sue grandi brattee rosse, talvolta dai colori vivacissimi, splendida anche nei colori chiari rosati e bianchi. Una vera regina del Natale, tant’è che il 12 Dicembre viene considerato il giorno della sua celebrazione il Poinesettia day.

Il Poinsettia Day 12 Dicembre la festa della Stella di Natale

La storia della festa delle Stelle di Natale o Poisettia day 12 dicembre, deve le sue origini a colui che la importò negli Stati Uniti. Joel Roberts Poinsett, un ambasciatore statunitense, dottore e cultore di botanica, nel 1828 recatosi in Messico, scoprì questa bella pianta e così, portò la Stella di Natale negli Stati Uniti. E’ proprio da allora che la Stella di Natale viene chiamata, in suo onore, Poinsettia. L’instaurarsi del Poinsettia Day è dovuto proprio al giorno della morte di Poinsett avvenuta appunto, il 12 dicembre. Il Poinsettia day è dunque una tradizione statunitense che negli ultimi anni si sta diffondendo anche in Europa.

5 centrotavola fai da te da realizzare con i fiori di Natale

Euphorbia Pulcherrima, leggende sulla più bella delle euforbie e origini

La Stella di Natale cresceva anticamente nelle regioni tropicali. Narra un’antica leggenda Azteca che la nascita di questa bella pianta natalizia sia originata dal tragico epilogo di una storia d’amore, come accade spesso tra le leggende dei fiori, e come accade per l’Elleboro o rosa di Natale. Narra la leggenda che una bella Dea innamorata e infelice pianse lacrime di sangue dando la vita alla pianta caratterizzata da brattee rosse, appunto come il sangue.

Un’altra leggenda si deve al periodo di fioritura della pianta, chiamata dagli Aztechi, “Cuetlaxochitl selvatico“. La fioritura, appunto, avveniva, sin dai tempi antichi, nel mese di Dicembre. Così, ben presto, già nel XVI secolo venne associata con il periodo natalizio grazie ai missionari che diffusero la fede cattolica attraverso le comunità indigene del Messico.

I frati francescani che vivevano nella città messicana di Taxco la usavano, sin dai tempi antichi, per decorare i presepi.

La leggenda di Pepita

La leggenda locale messicana narra di una giovane ragazza, molto povera, di nome Pepita. La fanciulla si stava recando alla messa nel giorno della vigilia di Natale senza avere nessuna offerta con se. Pepita, raccolse lungo la strada, un semplice mazzo di erbe da portare come regalo per Gesù.

Quando Pepita depose il bouquet di erba ai piedi dell’altare, nacquero all’istante dei fiori colorati rossi fuoco. Successivamente, la pianta venne chiamata La flor de Noche buena (il fiore della notte buona) letteralmente “il fiore della vigilia di Natale” o semplicemente, divenuto ad oggi, il fiore di Natale. Per molti anni la pianta venne utilizzata a Natale solo come fiore reciso. E’ dagli anni 50 in poi che si iniziò la produzione come pianta in vaso da vendere a Natale.

Stella di natale varietà
Stella di natale varietà

Proprietà medicamentose della Stella di Natale

Anche gli antichi apprezzavano molto la bellezza della Stella di Natale, tanto da darle il nome di Cuetlaxochitl. Gli Aztechi non apprezzavano solo la bellezza della Poinsettia, ma anche le sue proprietà fitoterapiche e medicamentose, infatti, oltre ad avere una bellezza decorativa, la pianta natalizia era usata per produrre dalla sua linfa lattiginosa un preparato antipiretico utile per la febbre alta. Inoltre, tramite il suo colore e al pigmento da esso ricavato, gli antichi aztechi la utilizzavano per tingere i tessuti e vi preparavano ottimi cosmetici.

Oggi come oggi, la stella di Natale viene utilizzata per decorare le case e creare idee eco-friendly per natale suggestive ed originali.

Come scegliere la Stella di Natale: norme e cure

Chi sono gli Elfi di Natale? Tra mitologia e storia esiste un popolo di elfi – libro elfo

Elfi e Folletti
Chi sono gli Elfi di Natale? Tra mitologia e storia esiste un popolo di elfi - libro elfo

Abbiamo sentito tutti parlare degli Elfi, un piccolo popolo di omuncoli in miniatura, dispettosi, bizzarri, che la notte fanno marachelle mentre di giorno controllano le nostre azioni. Ma chi sono gli elfi? Da quale tradizione popolare provengono le storie sugli elfi e soprattutto: esistono gli elfi? Scopriamo di più su questi piccoli esseri ben noti come gli instancabili collaboratori di Babbo Natale che hanno ispirato vari autori, e riempito le pagine di molti libri tra i tanti, William Shakespeare, in “Sogno di una notte di mezza estate”.

Chi sono gli Elfi di Natale?

Dalla letteratura celta, ai libri di poesie e ai racconti mitologici, gli Elfi compaiono al fianco degli uomini: sono nella poesia di Clement Clark Moore, un piccolo popolo, che narra di un vecchio elfo che aiuta Babbo Natale a confezionare i doni: ed ‘è proprio lui “l’elfo di Natale” a sopravvivere nella tradizione dei popoli!

Libri e scritture sugli Elfi

Esempi di scritture e libri che parlano degli elfi, sono rappresentati, ad esempio, dalla saga di John Ronalad TReuel Tolkien scrittore britannico che, alla fine dell’800, scrisse Il Signore Degli Anelli (The Lord of the Rings); od anche le storie di Robert Kirk, che narrano di un piccolo popolo presente negli Higlands scozzesi nel libro “Il regno segreto“.

Ma già in tempi più remoti, gli elfi vennero descritti e raccontati in storie e leggende, insieme ad altri esseri: Fate, folletti, elfi trolls e gnomi e al loro mondo magico. Un esempio di questo, è rappresentato da Gervasio di Tilbury che, nei primi del duecento ne parla nei suoi scritti, descrivendoli come sorridenti e burloni, alti mezzo pollice, vestiti in modo bizzarro di stracci.

Racconti scritti o storie tramandate, gli Elfi, come le fate ed i folletti, sono creature sicuramente non naturali, che si collocano a metà tra le divinità e gli esseri umani. Essi abitano ovunque: l’aria, l’acqua e la terra, e sono presenti anche nelle moltitudini di piante e fiori (come raccontiamo in 7 leggende sui fiori). Nella mitologia celtica gli elfi esistono con indole buona e cattiva, esattamente come accade per i folletti e le streghe o wicca.

Esiste il popolo degli elfi?

Il popolo degli Elfi e gli elfi di Babbo Natale esistono nei racconti popolari, in tanti testi scritti e libri che, nel corso dei secoli, uomini di scrittura ci hanno lasciato in eredità. Gnomi, trolls elfi e folletti, nonché le fate, esistono da tempi antichissimi che si perdono nella notte dei tempi.

Elf on the shef: L’elfo sulla mensola dove la magia prende forma

Gli elfi, presenti in modi e racconti diversi nella mitologia e nella letteratura di molti paesi del mondo, accompagnano la vita dell’uomo da sempre. In Scandinavia, ad esempio, i racconti folklorici popolari collocano gli Elfi come protettori delle case.

L’Elfo di Babbo Natale invece, collabora nella preparazione dei doni per i bambini, mentre, grazie al libro per bambini “L’elfo sulla Mensola” scritto da Carol Aebersold l’elfo di Natale è diventato un simpatico personaggio vigilante da mettere sulla mensola e non toccare.

Nel libro si parla di un elfo che di notte fa le marachelle e che di giorno controlla l’operato e le azioni dei bambini per poi riferirle a Babbo Natale (qui trovi un disegno di Babbo Natale da colorare) e decidere se quel bimbo merita i doni natalizi.

Ed è così che “L’elfo sulla mensola” è diventato, oltre che un libro, una vera e propria tradizione natalizia suggestiva, che ci riporta con la fantasia a calarci nei meandri di un mondo magico e misterioso, impalpabile, divertente, un mondo da temere ma, allo stesso tempo, da amare, lasciandosi coinvolgere e trasportare dalla fantasia.

Libri sugli elfi e “L’elfo sulla mensola”

Sicuramente tra fantasia, realtà, cultura e tradizioni, “L’elfo sulla mensola” libro (Elf on the shelf) simpatico e speciale, perché dotato anche di un bellissimo pupazzo, un elfo da mettere sulla mensola è, tra i regali di Natale, uno dei più divertenti, ricchi di quella magia natalizia caratteristica e che solo il Natale riesce a regalarci.

Eccone alcuni esempi sotto con libro e senza libro. E se non trovi quello che ti piace, ci sono tantissimi altri Elfi da scoprire qui: Elfi di Natale, tra essi anche Elfi da collezione davvero molto belli.

La tradizione celtica degli Elfi

Secondo la tradizione celtica, gli elfi sono immortali, preveggenti e magici, non interferiscono con il mondo degli uomini ma, come gli uomini, amano cantare e danzare al ritmo della musica. Allo stesso modo, troviamo i Trolls, che però sono spiriti folletti che possono variare di dimensioni, apparire piccoli o giganteschi e assumere un comportamento ostile nei confronti degli uomini.

Insomma, un personaggio davvero particolare questo Elfo di Natale, sia per tradizione, che nei racconti citati, ma sicuramente un compagno magico ed evocativo che ben si presta ad adornare le case a Natale.

"L'elfo sulla mensola" libro (Elf on the shelf
“L’elfo sulla mensola” Elf on the shelf

Curiosità sull’Elfo di Natale

Quando mettere l’elfo in bella vista in casa? Secondo la tradizione che cambia da paese a paese, il giorno di “arrivo dell’ elfo in casa” varia:

ITALIA: nel nostro paese l’Elfo di Natale arriva il giorno dell’Immacolata, (8 Dicembre), lo stesso giorno è da dedicare all’allestimento dell’albero di Natale. La tradizione vuole che l’Elfo di giorno, sia fermo ed immobile collocato nel posto che gli è stato destinato, ma che la notte, favorito dall’oscurità, l’elfo torni da Babbo Natale al Polo Nord per informarlo del comportamento che i bimbi di quella casa stanno tenendo.

STATI UNITI: in Ameria l’Elfo di Natale arriva in casa dopo il Ringraziamento. Generalmente ciò accade nel mese di novembre, il quarto giovedì. L’Elfo va posizionato ben in vista su una mensola, una libreria o un mobile a scelta.

Gli elfi esistono? Sicuramente sì, lo dice la tradizione letteraria, la fantasia degli autori, e la voglia di magia che alberga in ciascuno di noi.

Vero o finto? 10 consigli per decorare l’albero di Natale

Peak Tower “le cose dimenticate” libro di Andress Allan Paul: un viaggio interiore, recensione

Peak Tower "le cose dimenticate" libro di Andress Allan Paul: un viaggio interiore, recensione
Peak Tower "le cose dimenticate" libro di Andress Allan Paul: un viaggio interiore, recensione

Al di la del racconto del libro che narra appunto la storia di un uomo, Stefan, ingegnere meccanico, sposato con 2 figli, che decide di scalare una vetta ambita. Il libro è oltre che un romanzo, una lettura che ci porta a fare un vero è proprio viaggio interiore: una scalata “simbolica” verso noi stessi e la liberazione da problematiche e traumi familiari, paure ed insuccessi che fanno parte della vita stessa degli uomini. Scritto da Andress Allan Paul, il libro Peak Tower “le cose dimenticate” è una piacevole lettura che oltre alla narrazione romanzata piacevole, offre spunti di riflessione. Un libro scelto ed inserito tra i nostri libri consigliati proprio per i suoi risvolti psicologici di rilievo.

Peak Tower libro di Andress Allan Paul – Sinossi

Un romanzo che, come accennato, ci conduce verso il mondo interiore di ognuno di noi. Una vetta da scalare, un compagno di viaggio, avventure e disavventure che portano a risvolti psicologici profondi, di una certa entità. Ma vediamo di cosa narra il libro.

Stefan, come accennato, è di professione un ingegnere meccanico, sposato con Dana dal quale ha avuto due figli. Vive una vita tranquilla, nel suo insieme, ma non si accorge che il suo comportamento freddo e insensibile lo sta allontanando dalla moglie e condiziona il suo rapporto con gli altri, impedendogli di avere amicizie profonde.

Stefan però è anche un appassionato di montagna. Decide, così, di voler scalare una vetta impegnativa in solitaria: il Peak Tower. Durante il percorso di scalata incontra l’enigmatico Demetrius, anche lui intenzionato a conquistare la medesima vetta. Decidono di proseguire insieme.

Le conversazioni che avvengono tra i due scalatori portano Stefan ad intraprendere un viaggio interiore alla ricerca dei ricordi e, in particolare modo, emerge un trauma profondo che l’uomo ha cancellato dalla memoria e che solo adesso può, in qualche modo, riesce a prendere forma, per poter essere elaborato ed accettato. Nella salita per raggiungere la cima Stefan dovrà fare emergere ricordi dimenticati, fare i conti con le proprie emozioni, e trovare la forza di perdonare se stesso.

Peak Tower libro di Andress Allan Paul: un Viaggio Interiore, recensione

Nel romanzo, come nella vita reale, spesso i ricordi che ci hanno ferito, o le cose che abbiamo sbagliato, vengono sommersi nei meandri nel nostro subinconscio. Nel libro, un evento di rilievo come la scalata in solitaria di una vetta impegnativa, riporta alla luce, nel protagonista, Stefan, eventi traumatici drammatici che erano stati sepolti e, parallelamente alla scalata verso la vetta, Stefan compie una salita verso il miglioramento della sua vita grazie all’accettazione dell’evento traumatico in se.

La freddezza e la scarsa empatia e sensibilità di Stefan erano dovuti proprio a questa evento che l’uomo aveva rimosso per sempre dalla sua vita, o almeno così credeva.

In realtà, il racconto usa l’immagine della scalata della montagna per indicare un percorso di vita. Infatti, non si tratta unicamente di una escursione in montagna, ma di una lenta risalita attraverso i meandri della propria anima. Arriverà in vetta Stefan e allo stesso tempo raggiungerà l’agognato traguardo della consapevolezza.

Una volta raggiunta la consapevolezza si accorgerà che oltre la metaforica “vetta” c’è ancora della strada da percorrere, per ritrovare se stesso e la serenità interiore.

L’autore ha la capacità di incuriosire il lettore, capitolo dopo capitolo. Consiglio questo libro come lettura piacevole ma anche come uno strumento di riflessione per compiere un percorso di crescita. Dunque, è un vero e proprio viaggio interiore quello di Stefan che fa riflettere profondamente su come e quanto tutte le nostre azioni, sentimenti inclusi, siano condizionati dal nostro vissuto.

Il libro è in vendita su Amazon al prezzo di 12,82 euro in copertina flessibile.

Gli stivali texani un must per la primavera estate 2023 donna e uomo

Gli stivali texani un must per la primavera estate 2023 donna e uomo
Gli stivali texani un must per la primavera estate 2023 donna e uomo

Gli stivali sono il tipo di calzatura che si indossa moltissimo durante la stagione invernale, proteggono dalla pioggia, tengono calde le gambe, specie se si opta per modelli alti, ma ora, la stagione calda che tra qualche mese ci accoglierà con piacere accompagnandoci verso le tanto amate vacanze estive, si preannuncia piena di colori moda, per lui, e capi eleganti e romantici per la moda donna e le tendenze cool 2023, per lei, ma anche di novità in termini di accessori. Se questo inverno ci avevano colpito molto le borse uomo, non ci deluderanno i modelli di stivali donna e stivali da uomo per la stagione primavera estate. Tra i tanti, quelli più gettonati sono gli stivali texani un must per la primavera estate donna e uomo: vi piacciono? Scopriamo di più su questo argomento moda di tendenza.

Stivali texani, Camperos, Rodeo o Vacheros
Stivali texani, Camperos, Rodeo o Vacheros

Gli stivali texani un must per la primavera estate 2023

Piacciono? Sicuramente sì, altrimenti non avrebbero il successo che hanno sia in inverno che in estate: gli Stivali Texani e gli Stivali Camperos sono sicuramente il must dell’anno! E se vi state domandando: come si chiamano gli stivali texani? Vi togliamo la curiosità! Si chiamano Camperos ma anche stivali Rodeo e Vacheros, stivali che hanno conquistato la moda degli anni 70 e che si sono affermati per un intero decennio, ora tornano alla ribalta sia in versione invernale che estiva. Tanti i modelli tra cui scegliere, colori e le altezze.

Quanto ai modelli e alle altezze, quali sono gli stivali texani da scegliere? Ovviamente dipende dal gusto personale e dell’outfit ma, scopriamo quali sono le opzioni disponibili per questo tipo di calzatura.

Come indossare gli stivali texani in estate?

Il consiglio è di scegliere texani estivi traforati da poter combinare con diversi look magari con un abitino estivo fresco, o una gonnellina per il giorno, mentre per la sera potrete optare per una mise più eleganti e abbinare i texani con camicetta e pantaloni o gonna e camicia. Se optate per gli stivali texani alti magari alla coscia allora potrete scegliere una bella mini gonna dai colori estivi, un top semplice ed una giacca modello oversize come ci consigliano el tendenze moda donna ma anche la moda uomo primavera estate 2023.

I texani sono perfetti con un vestito romantico così come con i Jeans, pantaloni a sigaretta, giacche ampie, gilet e giacche con frange per uno stile moda e abbigliamento country, perfetti anche con top, gilet, e maglie in crochet, uno stile di tendenza che piace e che può stimolarvi nella creazione di capi moda fai da te.

Colori stivali country primavera estate 2023 e abbinamenti donna
Colori stivali country primavera estate 2023 e abbinamenti donna

Modelli ed altezze stivali Texani

Per la primavera estate sicuramente è meglio optare per modelli più bassi ma gli stivali Texani, Camperos, Vacheros o Rodeo, che dir si voglia, esistono in tantissime versioni:

Bassi alla caviglia o alti fino al ginocchio, dai colori tenui o classici in nero o marrone, con o senza tacco, modelli grintosi, versatili, con un fascino tutto loro gli stivali texani rappresentano un modo per personalizzare il proprio look. Da indossare con i jeans ma anche con abiti in stile boho chic lunghi, o altri capai d’abbigliamento perfetti con gli short così come con le mini, offrono molti spunti per abbinamenti di stile.

Abbinare gli stivali uomo Texani o Camperos

Per la moda uomo primavera estate 2023 abbiamo visto che le tendenze sono caratterizzate da colori vivaci e caldi, tagli ampi e capi oversize, e per l’uomo, ovviamente, sia la scelta che l’abbinamento dei stivali texani è più semplice: si opta per modelli corti o medi, e si abbinano tranquillamente a pantaloni tipo jeans, magliette e camice. Per uno stile moda country anche gli uomini possono adottare giacche con frange e gilet e magari cappelli a falda ampia. I colori da preferire per l’uomo sono scuri, marrone, nero e al limite il beige.

Abbinare gli stivali uomo Texani o Camperos
Abbinare gli stivali uomo Texani o Camperos

Colori stivali country primavera estate 2023 e abbinamenti donna

Il vero passepartout estivo per gli stivali country texani in termini di colori, è sicuramente il colore beige, ma sono perfetti anche colori come il bianco, il marrone ed il nero, in base al tipo di outfit che volte adottare abbinerete il colore fermo restando che bianco e beige, in estate sono colori più sfruttabili e facili da abbinare un po’ a tutto.

Gli stivali bianchi o beige abbinati ad un vestito o una gonna in stile boho chic conferiscono un aria romantica e disinvolta al tempo stesso. Perfetti anche outfit freschi e giovani con short, top, e stivali per le ragazze. Insomma, tante opportunità e stili di moda diversi per abbinare gli stivali texani e godersi la primavera estate in piena comodità senza rinunciare alla femminilità.

In questa guida di moda abbiamo scoperto tutto sugli stivali texani un must per la primavera estate 2023 donna e uomo, belli da vedere e comodi da indossare nello loro più svariate declinazioni di stile, lunghezza e colori moda.

Bonsai di Ginkgo coltivazione, legatura, riproduzione e curiosità

Bonsai di Ginkgo coltivazione, legatura, riproduzione e curiosità
Bonsai di Ginkgo coltivazione, legatura, riproduzione e curiosità

Il Ginkgo è una specie botanica usata anche per i bonsai, giunta anticamente a noi dalle foreste asiatiche. Pianta dal portamento elegante è l’unico testimone facente parte di una famiglia botanica estinta. Imparentata con le conifere, il Ginkgo biloba presenta foglie a ventaglio, bilobate, che ricordano per aspetto quelle delle foglioline del capelvenere (felce). In autunno le foglie diventano color ambra per poi cadere a terra. Scopriamo di più sul bonsai di Ginkgo biloba o albero della vita e le norme di coltivazione di questa pianta.

Bonsai di Ginkgo coltivazione, esposizione e annaffiatura

Il Ginkgo è un albero con portamento eretto e tradizionalmente viene coltivato nello stile a gruppo formando dei suggestivi boschetti, ed anche come esemplare unico. Esattamente come le felci, presenta il sistema di fecondazione simile: una pellicola d’acqua aiuta e facilita l’incontro tra l’ovulo femminile e la cellula maschile.

Bonsai stili e tradizioni

Bonsai Ginkgo Esposizione

Benché sia una pianta rustica, d’inverno va protetta dal gelo. Ama le estati calde ed il pieno sole. Fanno eccezione le giovani piante che temono i raggi del sole cocenti estivi.

Bonsai Ginkgo annaffiatura

I Ginkgo sono alberi che amano molto l’acqua. Richiedono annaffiature frequenti ed abbondanti giornaliere, specie in estate e nel periodo vegetativo, avendo l’accortezza di drenare bene il terreno ed evitare i ristagni d’acqua.

Bonsai di Ginkgo Rinvaso, concimazione, potatura e legatura

Il rinvaso del Ginkgo bonsai va effettuato tendenzialmente ogni due anni, fino al decimo anno di vita, poi andrà effettuato anche ogni 3 anni, tenendo conto sempre della crescita del bonsai e del suo sviluppo radicale.

CONCIMAZIONI – Sia nel periodo primaverile che in quello estivo, va concimato ogni 15 giorni. A fine estate va ridotta la quantità di azoto per favorire una colorazione più intensa del fogliame giallo-oro.

Potatura e legatura

Le potature di questo bonsai che vive all’aperto vanno effettuate con circospezione e in modo lieve in quanto è una specie botanica che non sopporta molto i tagli. Si preferirà cimare solo i rami nuovi in primavera, senza esagerare utilizzando gli appositi attrezzi per bonsai.

Per quanto riguarda le legature andranno effettuate, come per molti bonsai, nel periodo invernale, durante la stasi vegetativa.

MOLTIPLICAZIONE – Da effettuarsi in primavera o in autunno da seme o in alternativa per talea legnosa a fine estate.

Parassiti e malattie del bonsai di Ginkgo

Questa bella piantina è praticamente immune agli attacchi dei parassiti, bella, forte e resistente, stesso discorso per quanto concerne le malattie ed è per questo motivo forse che viene anche chiamato “l’albero della vita“. Essendo resistente a parassiti e malattie è consigliabile a coloro che non hanno molta esperienza e vogliono cimentarsi nell’allevamento di bonsai.

Bonsai di Ginkgo curiosità

Il bonsai di Ginkgo chiamato appunto, albero della vita, e riprodotto in ciondoli e gioielli, anticamente era quasi del tutto estinto e venne riscoperto in Cina nel XII secolo. Dato che si tratta di una pianta forte resistente sia al vento che all’inquinamento si presta bene all’utilizzo di alberi da strada usati sui bordi.

In Giappone i semi di Ginkgo arrostiti sono considerati come un valido rimedio contro le sbronze e gli effetti dell’alcool.

Cure dei bonsai mese per mese

Come fare pace con la ex o l’ex fidanzato, quando c’è ancora amore

Come fare pace con la ex o l'ex fidanzato, quando c'è ancora amore
Portrait of couple standing back to back. Pair of lovers Come fare pace con la ex o l'ex fidanzato, quando c'è ancora amore

Si litiga, ci si lascia e ci si riprende, questa è la realtà della vita e della coppia. Talvolta pur amandosi non si va per nulla d’accordo. Spesso è questione di incompatibilità di carattere, di vedute diverse, di traumi, difficoltà economiche, o di punti di vista che non convergono e che non ci si impegna a far convergere. La convivenza, non è mai una passeggiata, e anche nelle coppie collaudate può attraversare momenti di crisi che talvolta possono sfociare in rotture. Ma vediamo come fare pace con la ex o l’ex fidanzato, quando c’è ancora amore e quando dunque vale la pena tentare e darsi un’altra opportunità.

Come fare pace con la ex o l’ex fidanzato, strategie e riflessioni

Fare pace quando c’è amore non è da tutti: ma è da persone intelligenti che sanno mettersi in discussione e che riescono a comprendere che lavorare per una riappacificazione farebbe bene ad entrambi. Purtroppo, la maggior parte delle volte l’orgoglio prende il sopravvento specie se ci si sente feriti, e la rottura diventa definitiva, con tutti i problemi conseguenziali che sorgono, in special modo quando ci sono i figli.

I puniti cardini per ricostruire una storia tra coniugi o fidanzati che sembra finita sono due:

  1. STRATEGIE
  2. RIFLESSIONI

Strategie per riavvicinarsi

Le strategie servono a valutare bene il tipo di rapporto che abbiamo costruito negli anni con il nostro ex o la nostra ex e mettere sul piatto i pro ed i contro di questo rapporto. Potate alla mente i ricordi: cosa ci ha fatto innamorare? Questo è molto importante, perché evidentemente in quella persona avevamo individuato elementi che ci piacevano.

Allo stesso modo dobbiamo cercare di fare una lista dei motivi che hanno portato alla rottura e cercare di capire quali di questi possono essere smussati con intelligenza, comprensione, o magari con l’aiuto di un professionista del settore. Qualcuno in grado di metterci difronte ai nostri fallimenti reciproci, e che sia in grado di trovare la soluzione di alcuni o la mediazione per altri.

Ammettere di amare ancora e aiutare l’ex

A volte ammettere di essere ancora innamorati dell’ex non è facile, ma se vi trovate a giustificare il vostro ex o la vostra ex, in tutto, o quasi, evidentemente lo siete ancora. Se poi riconoscete nella vostra ex o nel vostro ex delle incapacità relazionali, affettive, di maturità etc. che però pensate non dipendano da lei/lui, ma dalla sua infanzia, perché non lavorarci sopra? Esistono bravi psicologi, psichiatri, e gruppi di sostegno di vario tipo.

I problemi di natura psichica sono esattamente come un cancro: una malattia. Tutti fanno curare i propri compagni di vita (o quasi tutti), e si impegnano quando la propria moglie o il proprio marito se sono fisicamente malati, ma in pochi ricorrono alle strutture preposte e ai professionisti del settore quando la patologia è di ordine psichico comportamentale; la domanda è: perché?

Viviamo ancora in una società che realmente non è in grado di accumunare i disturbi della personalità, sempre più in crescita, ad una malattia… questa è la vera realtà! Altre volte, i problemi di coppia sono dovuti a sensibilità ed empatia diverse, alla capacità di ognuno di prestare attenzione verso l’altro, al modo in cui ci si lascia andare e si ama.

Ecco dunque che le strategie andranno messe in campo a seconda di quali sono le problematiche di entrambi che hanno portato alla rottura. Se ce la fate la coppia ne uscirà rinforzata e più matura.

Riflessioni e iniziative positive per la coppia

Le riflessioni servono proprio per riuscire a compiere un’attenta valutazione della situazione senza estremizzare nulla.

Il vostro ex è in difficoltà e ciò ha portato alla rottura? Avete una responsabilità, quello di non averla/o aiutato.

Siete voi ad essere in torto e ad avere delle difficoltà? La consapevolezza è già un passo compiuto in avanti!


La vostra ex (lei o lui che sia) non ha più come sostentarsi? Ricordatevi che avete delle responsabilità in tal senso, specie se ci sono dei figli di mezzo.

I genitori assumono per i figli un ruolo ed un significato importante e profondo. Un genitore che non sostiene l’altro, pur essendo separati, finirà per essere colpevolizzato dai figli, specie se al coniuge dovesse accadere qualcosa, compresa una vita di indigenza o altro.

Probabilmente non vorrete parlare con il vostro ex dopo la rottura. Almeno per i primi tempi accade spesso così. Si litiga ci si “vomita” addosso tutte le frustrazioni vissute, le colpe, i torti subiti, e non ci si parla più. Ma a lungo termine, dovrete fare pace con il vostro ex.

Dovrete farlo per voi, per lui/lei e soprattutto per i vostri figli (se li amate). Se prenderà il sopravvento l’orgoglio e l’egoismo questo non servirà a far crescere serenamente i vostri figli ne, a dargli, della vita di coppia e della famiglia, un giusta visione e un buon ricordo. Ci sono tante famiglie separate che vivono intelligentemente la separazione della coppia, ed altre invece, che sono in grado di fare solo danni a se stessi, e ai figli.

Coppia e conflitti: come riuscire a pacarli

Evitare i problemi: valutare le esigenze di entrambi

Quando si ha una relazione, è facile trascurare le cose che non funzionano. Per una vita di coppia sana e funzionale è necessario prendere decisioni che tengano conto delle esigenze di entrambi, economiche, lavorative, affettive, sociali, relazionali, e gestionali, questo perché se riuscite a concordarle sin da subito, o anche in fase di riavvicinamento, ci saranno meno problemi in seguito.

Lo stesso discorso riguarda le coppie separate gli ex: le decisioni devono tenere conto delle esigenze di entrambi e delle difficoltà soggettive, oltre che delle esigenze fisiche, economiche ed affettive dei figli. Solo in questo modo avrete con l’ex un buon rapporto, starete meglio voi e farete star meglio i vostri figli, piccoli o grandi che siano, e magari, senza rendervene conto darete il via ad un processo di riavvicinamento.

Se l’amore c’è va salvato

Forse avete voltato pagina, ma l’ex è ancora nella vostra vita. Dovete imparare a fare pace con il vostro ex partner, o finirete per distruggere anche eventuali nuove relazioni. O forse non sarete mai pronti per averne altre di nuove e durature. Magari non riuscirete mai ad innamorarvi di nuovo perché la vostra testa, e soprattutto il vostro cuore, è altrove.

Pensateci, 🙂 perché forse è arrivato il momento di mettere da parte l’orgoglio, di dimenticare tutte le parole offensive che vi siete detti reciprocamente e di concentrarvi sulla creazione di un rapporto migliore piuttosto che continuare a ripetere le stesse discussioni, e ad essere infelici entrambi.

Avere la volontà di rivalutarsi e rivalutare il rapporto è già il primo passo verso la coppia ed il benessere di entrambi, figli inclusi. Cominciate a lavorare sulle cause della rottura e sulle problematiche che l’hanno determinata. Provate a supportare la ex o l’ex, analizzatevi profondamente ammettendo le vostre responsabilità, specie se alla base di tutto, vi sono dei problemi che necessitano dell’intervento esterno, di un lavoro di coppia, e di un professionista del settore: date al vostro rapporto e alla vostra vita una seconda opportunità, se c’è amore ne vale la pena sempre!

Vi lascio riflettere e vi consiglio un’altra lettura: 10 regole per far funzionare un rapporto di coppia

5 capitali europee da visitare a Natale

5 capitali europee da visitare a Natale
5 capitali europee da visitare a Natale

Vivete la magia del Natale con i migliori luoghi di vacanza natalizi da visitare con la vostra famiglia in Europa. Le vacanze di Natale sono un momento perfetto per fare un viaggio ed arricchire la vita. Le vacanze di Natale possono dare una spinta in più all’allegria delle feste e iniziare bene il nuovo anno. I viaggi rallegrano, rafforzano i rapporti di coppia, ed anche i nuclei familiari traggono giovamento da queste esperienze di vita. Lasciate che le vacanze di Natale e Capodanno e del periodo che precede queste magiche feste, vi aiutiamo a creare ricordi che durano tutta la vita con i vostri cari. Vediamo 5 capitali europee da visitare a Natale.

Viaggi a Natale: 5 capitali europee da visitare a Natale

Se viaggiate nei mesi che precedono il Natale, potete approfittare di una serie di destinazioni che offrono celebrazioni festive e l’opportunità di confrontarsi con altre persone che festeggiano questa stagione gioiosa. Siete ancora alla ricerca della destinazione perfetta? Abbiamo idee perfette per qualsiasi stato d’animo e portafogli. La vostra famiglia amerà questa nuova avventura. Volete partire per questo Natale? Ecco alcune opzioni che renderanno le vostre vacanze divertenti e memorabili, ben 5 capitali europee da visitare a Natale:

  1. Parigi
  2. Praga
  3. Varsavia
  4. Vienna
  5. Lisbona

Parigi

Parigi e la sua torre luminosa: una città magica, ricca di storia e d’arte con il suo fantastico museo Louvre, l’obelisco Concorde, il centro Pompidour con la sua mostra d’arte contemporanea, gli edifici storici, la splendida Montmartre (quartiere degli artisti), la Basilica del sacre coeur.

Non dimenticate di visitare il Trocadero, L’Arc de Triomphe (arrondissement 8), per poi dedicarvi ad una bella passeggiata all’insegna dello shopping, nella rinomata via Champs Elysee. Mentre nella zona 6 troverete lo splendido Museo d’Orsay e, a poca distanza, gli splendidi giardini di Luxembourg.

Ma Parigi è anche locali e divertimento, Se avete pochi giorni per visitare questa romantica città e la sua splendida torre Eiffel vi consiglio di prendere spunto da questa guida: 3 giorni a Parigi: le cose più belle da non perdere. Tra le città d’Europa Parigi è sicuramente una delle più romantiche.

Praga

Un piccolo incanto! Praga è una città davvero accogliente e nel periodo natalizio si ricopre di luci. I mercatini natalizi a Praga sono un po’ ovunque pronti ad offrirvi ninnoli, regali, vino caldo ed ottimo cibo. Punti di ritrovo veri e propri che creano esteticamente un piccolo presepe a cielo aperto. Questa è Praga a Natale, con il suo bellissimo Ponte Carlo e i gruppi di gente che con lanterne alla mano, intona canti natalizi suggestivi, mentre poco più in la c’è un bel ragazzo pronto a dichiarare il suo amore e fare su “ponte Carlo” la sua proposta di matrimonio, con tanto di anello. Un’usanza locale davvero bella a cui abbiamo assistito.

Un piccolo mondo magico Praga, così come sembrano uscite da una fiaba le piccole case nel noto vicolo d’oro dove visse Kafka. Tutta l’aria circostante è perfettamente conservata e medievale, incluso il castello. Mentre per chi ama la modernità la casa danzante offre molti spunti in tal senso. Praga è una cittadina incantevole e sceglierla come meta per le vacanze di Natale non vi deluderà Per spunti ed idee eccovi la guida per Praga, tratta da un nostro viaggio: Praga a Natale, cosa vedere e dove andare.

Varsavia

Anche Varsavia a Natale ha le sue luminarie: luci ovunque e mercatini natalizi caratterizzano anche questa capitale. Ma rispetto a Praga, l’abbiamo trovata meno “calda” dal punto di vista umano. Ad ogni modo ci è piaciuta. Il costo della vita non è alto, la cucina è buona, e le cose da vedere sono molteplici, iniziando dallo splendido castello di Varsavia o Palazzo Reale. Ciò che ci ha colpito di più di Varsavia sono i giochi di luci, la pista sul giaccio ed i mercatini.

Vienna

Vienna è una città climaticamente più fredda rispetto alle altre, ma altrettanto bella. Giace sulle rive del Danubio, residenza estiva degli Asburgo, conosciuta appunto, per i suoi splendidi palazzi reali. Il centro storico, molto bello, può essere visitato tranquillamente a piedi. Non perdetevi una vista al Castello di Schonbrunn, (o Reggia Imperiale di Vienna), e la bellissima Cattedrale di Santo Stefano, simbolo della città. Da vistare anche la serra più grande d’EuropaLa Palmenhouse“, una struttura suggestiva costruita nel 1882 in stile Art Noveau da noi identificata come Stile Liberty. Consigliata anche una visita allo zoo di Vienna, uno dei giardini zoologici più antichi al mondo.

Vienna
Vienna

Lisbona

Se non amate il freddo dirigetevi a Lisbona. Tra le 5 capitali europee da visitare a Natale, Lisbona, è una delle più calde ed anche una delle più economiche. Si mangia benissimo, la gente è molto accogliente e, oltre ad arte e storia, potrete visitare lo splendido acquario di Lisbona, un centro ittico molto grande e suggestivo come se ne vedono davvero pochi: non perdete quindi l’Oceanario di Lisbona e la Torre di Belen dove si trova anche il rinomato monastero di San Geronimo.

Lisbona è una capitale bellissima da visitare in 2 o 4 giorni senza problemi, permettendovi di godere a pieno di tute le sue bellezze, da quelle naturistiche, (vi ricordo che affaccia sul mare), a quelle artistiche e culinarie. Se optate per un viaggio a Lisbona non dimenticare di dedicare una giornata alla vicina e splendida Sintra.

Eccoci dunque al termine dei nostri consigli circa le 5 capitali europee da visitare a Natale, e se non avete la possibilità di andare fuori Italia, ricordatevi che anche nel nostro paese ci sono un’infinità di cose belle da vedere a Natale, dai mercatini in Trentino. Alle città d’arte come Roma, Firenze, Bologna, Assisi, Gubbio. Ma anche il Natale trascorso nella propria città può offrire una magia inaspettata: basta saperla cercare!