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domenica, Ottobre 5, 2025
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Piercing e orecchino uomo dove farli, punti tradizionali e come sceglierli

Piercing e orecchino uomo dove farli, punti tradizionali e come sceglierli
Piercing e orecchino uomo dove farli, punti tradizionali e come sceglierli

La cura del corpo e l’estetica maschile sta riscuotendo una certa attenzione. In questi canoni estetici rientrano anche i piercing uomo e gli orecchini maschili. Alle volte però l’incertezza di quali quali buchi alle orecchie fare, se da uno da entrambi i lobi e soprattutto, a quale orecchio farli, desta interrogativi. Cerchiamo di capire di più in fatto di piercing e orecchino uomo; dove farli, quali i punti più tradizionali e quali i fori maschili da fare, sicuramente scegliendo quelli più decorativi e sexy anche in base alle situazioni.

Piercing e orecchino uomo

Abbiamo parlato dei piercing uomo e visto che i piercing più sexy al maschile sono, in special modo alcuni, come il piercing al capezzolo, il piercing sul labbro, sia sopra che sotto di esso; discreto consenso riscuote il vertical industrial che attraversa, in senso verticale, l’orecchio.

Ma, oltre ai piercing, sono sempre più comuni i fiori alle orecchie per gli uomini. Nascono dunque diversi interrogativi in merito: quanti buchi fare alle orecchie, o più semplicemente ci si chiede in quale orecchio si mette l’orecchino da uomo, tradizionalmente.

Orecchino uomo dove farli e punti tradizionali per i fori alle orecchie maschili

Abbiamo viso dove si fanno i piercing i maschi, o meglio, quali sono i punti più trendy per i piercing maschili ora vediamo di capire quali sono i punti più fashion per i fori alle orecchi uomo, e soprattutto qual è anche il loro significato.

Buchi alle orecchie uomo ai due lati

Una tradizione che ha origini in diversi popoli aborigeni ma anche tra i corsari ed i pirati (sembra utile per poter pagare il proprio funerale in caso di morte). L’uso dei dei fori alle orecchie per gli uomini, uno lato dx e uno laro sx, era in uso tra questa categoria di uomini.

Gli stereotipi in uso negli anni 20 / 30 in relazione ai fori alle orecchie maschile e lati su cui indossarli fanno parte del passato. Oggi come oggi si possono indossare gli orecchini su un solo lato, destro o sinistro a scelta, o ad entrambe le orecchie.

Buco orecchio sinistro uomo

Il foro singolo per orecchio da uomo, viene in genere fatto all’orecchio sinistro, tradizione davvero datata, presente dall’inizio del secolo XIX, e proveniente, niente po’ po’ di meno che, dalla marina mercantile inglese.

Buco orecchio destro uomo

Anche in questo caso, la tradizione del buco orecchio destro uomo risale al secolo XIX e proviene sempre dalla marina, ma questa volta dalla marina militare inglese.

Due usanze, l’orecchino maschile a sinistra o orecchino a destra, che per decenni hanno identificato due tipologie di flotta, poi le tendenze sessuali e poi, attualmente, solo un fattore di scelta estetica.

Tipologie di buchi alle orecchie uomo e donna e prezzi

Esistono, oltre ai classici fori alle orecchie, anche altre tipologie di buchi da fare alle orecchie e in varie parti del lobo e delle cartilagini, sia per uomo che per donna. Tra essi helix o trago, inner ed outer conch, daith, roox, conch, ed il secondo buco al lobo chiamato upper lobe. I prezzi per un buco alle orecchie partono da circa 10 – 15 euro, fino a 30 euro.

Piercing orecchio prezzi
Piercing orecchio prezzi

Quando indossare un orecchino uomo e quando no

Vi sono molti tipi di orecchino uomo, alcuni eleganti come il classico brillantino ad un solo lobo, alcuni osano di più, come i cerchietti, alcuni ancora di più come i dilatatori, perni, e simili.

Quel che è certo, è che se dobbiamo recarci ad un colloquio di lavoro e non conosciamo il nostro interlocutore, o siamo invitati ad un evento importante, è meglio optare per un orecchino elegante come il brillantino, o in alternativa, togliere proprio l’orecchino.

Ma se vogliamo porci per come siamo, incluso lo stile moda uomo che adottiamo e che ci contraddistingue, il consiglio è comunque di optare per una soluzione soft, non troppo appariscente. Da evitare orecchini simbolo, come l’orecchino con la croce o il teschio, tanto per intenderci, sicuramente meglio, in queste occasioni specifiche, puntare su mini cerchietti uomo o brillantini.

Orecchini uomo, carnagione e forma del viso: come scegliere l’orecchino maschile giusto

Per scegliere un orecchino da uomo non è importante solo determinare il tipo di evento e l’eleganza richiesta, ma considerare anche la tipologia di orecchino, colore e forma, in base al proprio aspetto fisico e al colore dell’incarnato dell’uomo: vediamo alcuni esempi e consigli in merito!

  • Pelle chiara – La pelle chiara è perfetta per scegliere orecchini in oro bianco, argento o acciaio, un po’ meno adatto l’orecchino uomo in oro giallo, e ancor meno quelli in oro rosa.
  • Pelle scura, e pelle olivastra. La pelle olivastra si presta bene all’uso di orecchini sia in oro giallo, che bianco o rosa, nonché per gli orecchini scuri in nero. La pelle scura invece, è perfetta per indossare orecchini in oro giallo, che risaltano bene ma accoglie favorevolmente anche l’oro bianco e l’argento.
  • Pelle bianca – Anche in questo caso oro giallo e rosa sono da evitare. Meglio propendere per oro bianco o argento e acciaio.
  • Forma del viso – Anche la forma del viso dell’uomo influisce sulla scelta del tipo di orecchino da indossare: ad un viso rotondo stanno bene gli orecchini di forma quadrata e con pendenti; ad un viso lungo gli orecchini a cerchietto, ad un viso squadrato invece staranno ben gli orecchini di forma curva e i cerchietti ma anche i bottoni tondi etc; infine al viso di forma triangolare o a cuore, stanno bene i bilancieri, dilatatori ed orecchini con curve (cerchietti e simili).

Tipi di orecchino da uomo

Visto il fatto che ogni uomo può scegliere il lato su cui fare il foro alle orecchie o se indossarne invece due, vediamo quali sono i tipi di orecchino da uomo tra cui scegliere.

  • Brillantini: perfetti per ogni occasioni, discreti ed eleganti da indossare anche in coppia sui due lati, o in coppia sullo stesso lato su un lobo con due fori.
  • Cerchi: meglio optare per modelli piccoli. Si reperiscono sia con foro che con clip da agganciare al lobo senza forare le orecchie.
  • A bottone: alcuni sono discreti se piccoli, adatti anche per cerimonie (e funerali).
  • Orecchini con pendente o ciondoli: osano un po’ di più e non sono adatti per le occasioni formali, ma personalizzano molto l’outfit uomo.
  • Perle uomo: possono essere molto eleganti, se discrete e piccole, ma attenzione a come abbinarle.
  • Originali: sono qui tipi di orecchini maschili perfetti per chi ama l’estro e l’originalità, ad esempi orecchino a vite, con piccoli teschi o simili.
  • Dilatatori e finti dilatatori: osano di più e non stanno bene a tutti, i dilatatori sono molto personalizzanti.
  • A cono e a bilanciere: un’alternativa ai classici orecchini uomo; una scelta più audace che si adatta ad outfit rock o glamour da uomo.
  • Pietre preziose: belli, preziosi, ma talvolta talmente accattivanti da mettere in secondo piano il proprio look: attenzione a perle e gemme colorate. Meglio puntare su pietre neutre come il damante o colore verde e celeste se si hanno gli occhi del medesimo colore.
Tipi di orecchino uomo
Tipi di orecchino uomo

Orecchini da uomo i più facili da indossare ed i più eleganti

Sicuramente, come visto, gli orecchini maschili più facili da indossare ed anche i più classici ed eleganti si rivelano i brillantini ed i piccoli cerchietti. Perfetti i brillantini doppi per chi ha due buchi al lobo, quello tradizionale e l’upper lobe.

Anche l’orecchino a bottone medio piccolo in nero, è perfetto da abbinare ad alcuni outfit di tendenza uomo. Per quanto riguarda il meccanismo che permette di indossare gli orecchini maschili, oltre a quelli da uomo con fori alle orecchie, troviamo anche quelli a clip e gli orecchini magnetici che possono essere indossati senza bucare le orecchie.

Come fare i buchi alle orecchie uomo e norme igieniche

Come visto in altri articoli, i fori alle orecchio maschili richiedono le stesse attenzioni e norme igieniche di altri buchi e piercing. Sono semplici da far fare si possono eseguire in una struttura apposita di piercing o anche in gioielleria.

Si praticano con facilità e andranno poi tenuti puliti e disinfettati per alcune settimane fino a completa guarigione; ma per questo vi rimandiamo alla guida specifica sull’igiene di fori e piercing.

Infine, ricordo che anche l’orecchino e i piercing, per quanto concerne il modello e lo stile possono essere abbinati all’outfit in base al dress code uomo e al galateo adottato che può variare da quelli tipicamente casual a quelli eleganti tipici dell’abbigliamento da sera per uomo.

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Come cucire una maglietta New Era, acetato, tessuto tecnico con buco

Come cucire una maglietta New Era, acetato, tessuto tecnico con buco
Come cucire una maglietta New Era, acetato, tessuto tecnico con buco

L’arte del rammendo sta andando via via scomparendo, si tende a comprare invece che a riparare, ma alcuni tessuti tecnici, magliette New Era in tessuto non tessuto o in acetato possono danneggiarsi con estrema facilità semplicemente con una bruciatura di sigaretta, una scintilla del barbecue o situazioni simili. Gettare al secchio un completo New Era per una bruciatura lieve dopo averlo indossato magari 1 o 2 volte, dispiace sicuramente un po’; ed ecco dunque, come fare per riparare cucendo con destrezza una maglietta New Era, o simili, con qualche trucchetto semplice ma efficace.

Buco e cucitura maglietta New Era, acetato, tessuto tecnico: ecco come fare

Per riparare un buco su una t-shirt di questo tipo, non si può optare per un rammendo semplice perché esteticamente sarebbe poco gradevole e si vedrebbe molto bene, sia la riparazione, che le cuciture. Dunque, si deve agire in altro modo, operando un vero intervento di taglio e cucito e di ricostruzione dell’area del buco. I tipi di tessuto infatti non rispondono tutti nel medesimo modo alle cuciture ed ai rammendi.

Preparare la toppa mini

Per prima cosa è necessario preparare una toppa mini che andrà cucita dal rovescio. Il tessuto da utilizzare dovrà essere il medesimo, quindi dovremo tagliarlo dall’interno della maglietta scegliendo un punto di facile accesso, ossia la parte laterale sul fianco, infondo, sul bordo che delimita l’orlo, dove vi è tessuto ripiegato e cucitura.

Si scuce un po’ l’area di interesse, e si procede con una forbicina a punta e si taglia un pezzettino di tessuto della grandezza leggermente superiore del buco. Successivamente si ricuce il tutto.

Eliminare le bruciature dal buco della t-shirt

Specie se si tratta di tessuto bianco o chiaro ed il buco si è verificato per una bruciatura, caso assai frequente, vi conviene, in prima battuta, asportare l’eventuale tessuto bruciato con pinzette e forbicine, anche perché oltre che “cotto”, probabilmente sarà di colore più scuro o nero.

Eliminare le bruciature dal buco della t-shirt
Eliminare le bruciature dal buco della t-shirt New Era o simili

Come ricucire un buco da bruciatura

Dopo aver pulito l’area intorno al foro della maglietta, e realizzato la piccola toppa dovremo porla dalla parte interna avendo attenzione di mettere il verso del tessuto esterno così come è nella maglietta in quanto generalmente risulta leggermente più lucido.

I punti di cucitura dovranno essere preferibilmente non passanti ma leggerissimi ed attuati con un filo semplice e sottile (non annodate il filo in doppio). Utilizzare per cucire con ago e filo il punto base semplice o punto surfilo (come spiegato in questo tutorial). In questo modo i punti che tratterranno la toppa saranno molto leggeri ed invisibili.

Attenzione, perché i fori delle magliette, specie se molto ampi, quando vengono cuciti si arricciano, ragion per cui, si deve procedere non con cuciture normali, ma con rammendi. Questa tecnica vale per tutti i tipi di tessuto di abiti indumenti ed accessori, in genere, ma non per quelli sintetici o sportivi come questi in cui la cucitura risulterebbe troppo evidente.

Come si vede dalla foto sottostante il buco di bruciatura non si vede più o quasi e la maglietta è tornata ad essere nuova ed indossabile senza problemi.

 Buco di bruciatura non si vede più
Buco di bruciatura non si vede più

Il consiglio

Per questo tipo di buchi tessuti, la soluzione è quella di procedere come descritto o, in alternativa, a seconda del tipo di maglietta e del punto dove si è verificata la bruciatura o lo strappo, procedere si può anche optare per l’utilizzo di una vera e propria toppa disegnata, in tema con la maglietta.

Anche tessuti leggeri come la seta sono difficili da cucire senza che il buco e le cuciture si vedano.

Magliette vecchie e di poco valore, possono anche essere semplicemente sostituite capi di abbigliamento nuovi, ma quando la t-shirt è nuova di zecca è davvero scocciante doverla buttare. Questo tutorial di cucito può essere utile a chi si trova a dover riparare un buco su una maglietta di qualità o a cui tengono molto per motivi affettivi o personali.

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Arredamento stile anni 20 Art Déco e stile Bauhaus caratteristiche e colori

stile anni 20 30 Carta da parati vintage
Zewana - Carta da parati vintage - Stile anni 20 - 30

Gli anni 20 sono quelli della spinta al rinnovamento che deriva da un dopoguerra di ricostruzione. Sia la moda anni 20 che l’arredamento, vivono un periodo di forte crescita, una rinascita dovuta all’espansione dei processi di industrializzazione ma anche alla forte spinta emotiva. Lo Stile Libery, conosciuto anche come Art Nouveau, che aveva dilagato dalla fine dell’ 800 ad inizio 900, comincia a cedere il passo a nuove tendenze arredo tipiche degli anni 20 e 30 e in special modo, all’Art Déco e allo stile Bauhaus: scopriamone le caratteristiche e come arredare in stile anni 20 che si protraggono fino agli anni 30.

Dal Liberty all’Art Déco arredamento anni 20

Il nuovo stile arredo anni 20 e lo stile Liberty fatto di eleganza e raffinatezza, per un po’ convivono insieme: estetica e funzionalità viaggiano su binari paralleli, cedendo pian piano il passo alle nuove produzioni di mobili e design che spopoleranno tra gli anni 20 e gli anni 30.

Arredamento: Arts and Craf

Le prime rappresentazioni floreali ad opera dell’architetto Arthur Heygate Mackmurdo, si hanno in Inghilterra; mentre Williamo Morris, fondatore di Arts and Crafs propone mobili ed arredamenti dalle forme semplici, ma dall’esecuzione sofisticata, caratterizzati da forme geometriche molto estetiche.

Disegnata da Rietveld nel 1918, Red & Blue è una poltrona di design che assume i connotati di una scultura dalle forme geometriche e razionali
Disegnata da Rietveld nel 1918, Red & Blue è una poltrona di design che assume i connotati di una scultura dalle forme geometriche e razionali

Art Decò e stile Bauhaus anni 20 e 30

Le tendenze estetiche dell’Arts and Craf influenzeranno alcuni personaggi di rilievo per il design dell’epoca, tra essi, l’architetto Charles Rennie Mackintosh, che insieme a Joseph Maria Olbrich e a Josef Hoffmann daranno vita creazioni poi esposte alla Secession Art Viennese.

Creazioni cha anticipano lo stile geometrico dell’Art Decò: linee pulite colori molto intensi e carte da parati vintage dalle geometrie fantasiose e ricercate, saranno alcune delle particolarità dell’arredamento degli anni 20.

I due stili che caratterizzeranno l’intero decennio degli anni 20 fino agli anni 30 saranno dunque l’Art Déco dalle linee geometriche e lo stile Bauhaus.

L’Art Déco e lo stile Bauhaus sono i due movimenti culturali e artistici che influenzeranno maggiormente l’arredamento anni 20 e l’interior design dell’epoca.

Creazioni arredamento esposte alla Secession Art Viennese.
Art Dèxo e stile Bauhaus – Creazioni arredamento esposte alla Secession Art Viennese.

Stile arredamento Bauhaus anni 20 – 30

Bauhauds è uno stile arredo che si basa sull’esecuzione di linee geometriche esaltate da uno stile semplice e pulito, funzionale nel suo insieme. I materiali usati sono principalmente quelli tradizionali del legno, pietra e metallo.

Adottati dallo stile Bauhauds anche i rivestimenti in similpelle che fino a quel momento non erano mai entrati nelle case di lusso. Possiamo affermare che tra materiali e linee si va formando il precursore dei quello che sarà l’arredamento minimal.

Arredamento Art Decò anni 20 – 30

L’Art Decò invece, propone un arredamento dalle linee più morbide e rotonde, spariscono o quasi, gli angoli, i colori diventano intensi e tra essi, troviamo il piacevole e raffinato rosa antico, caldo ed elegante, il verde petrolio, tornato ora di gran moda, il pavone ma anche dettagli di oro e bronzo. L’Art Decò utilizza materiali già visti come il legno, il vetro ed il metallo. Disegni geometrici si affermano anche in questo caso ma solo per quanto concerne alcuni accessori come gli specchi o le fantasie delle carte da parati.

Lo specchio Art Déco 20- 30

Uno specchio in stile Art Déco è in grado con le sue dimensioni e le sue geometrie a pavone di personalizzare qualsiasi ambiente. Tipico degli anni venti lo specchio può arredare un soggiorno, un corridoio o magari essere posto in camera da letto.

Poltrone in stile Bauhaus anni 20 – 30

Per chi ama l’essenzialità, le poltrone arrotondate nelle linee e ben accoglienti, sono perfette per lo stile arredamento anni 20. Potrete utilizzarle per arredare uno studio, un soggiorno ad altro. Sono di quell’epoca le poltrone Bauhaus Egg di Chair, Bauhaus Ball, (a uovo e a palla) o quelle rivestite in cavallino. In salotto, risultano perfetti anche i modelli Chesterfield in ecopelle trapuntato.

Poltrona Bauhaus e poggia piedi rdi Eames
Poltrona Bauhaus e Poggiapiedi Eames (1597,98 euro s creastore.it)

Lampade anni 20 Art Déco

Le lampade, così come gli specchi sono accessori che conferiscono valore aggiunto all’arredamento. Tra i modelli di lampade anni 20 ve ne sono alcune particolarmente adatte, in linea con l’epoca Twenty:

Lampade con vetro inciso, vetro smaltato, vetro bianco; ed infine, le bellissime lampade in stile Tiffany.

Tiffany elegante lampada
Tiffany elegante lampada

Salotto anni 20 stile raffinatezza

Il salotto è l’ambiente volto alla convivialità, nato per ricevere, ma anche per rilassarsi. L’arredamento Art Decò stile anni 20 e 30 è sicuramente più indicato per questo ambiente. La carta da parati vintage potrà essere in forme geometriche; geometri e colori possono creare un ambiente molto raffinato in tal senso.

Il consiglio è di utilizzare due colori come il verde chiaro e il pavone, ad esempio o il rosa antico ed il grigio, il beige ed il grigio. Perfetti anche i contrati del bianco e del nero, tochi di colore importante come il rosso e l’oro.

Divani in velluto, tappetti dalle forme geometriche, completeranno l’ambiente soggiorno anni 20 magari insieme a qualche accessorio come una vecchio lume, o un vecchio orologio dal sapore vintage, o magari riproduzioni di vecchie stampe cinematografiche o poster pubblicitari dell’epoca.

Il bagno anni 20

Tipico di quegli anni l’uso del bronzo, dell’ottone e dell’oro nonché del rame. Non solo gli steli delle lampade sono adottati in questi colori sgargianti d eleganti al tempo stesso ma anche le cornici degli specchi e ila rubinetteria si trasformano in eleganti accessori.

La cucina anni 20

La cucina dell’epoca non era componibile ma utilizzava vari pezzi assemblati come si usa ancora per le cucine americane. Una libertà di esecuzione che permetteva di comporre le cucine a proprio gusto e necessità. Molte usate le geometrie a scacchi in bicolore sia per le cucine che per i bagni.

La camera da letto anni 20 – 30 Art déco è eleganza e opulenza

Romantica, essenziale e al tempo stesso sfrutta l’opulenza, dimensioni generose, velluti vivaci per cassapanche e poltroncine poste alla base del letto, testiere imbottite, mobili toilette con rifiniture in oro e mobilio decorato in foglia oro o argento.

La camera da letto anni 20 Art déco eleganza e opulenza
La camera da letto anni 20 Art déco eleganza e opulenza

Gli anni 20 storia e evoluzione arredamento e stili di vita fino agli anni 30

Gli anni 20 sono gli anni del Jazz del fox trot e delle flapers girl, sono anche gli anni del grande Gatsby, anni in cui lo stile ha segnato una profonda linea di demarcazione tra il passato ed il presente. Sono gli anni della rinascita, dell’emancipazione femminile, delle nuove linee moda anni 20, ma anche gli anni della personale rivoluzione del design. Il design degli anni 20 trasforma il concetto di vita e di abitazione.

Nascono nuovi materiali si impongono nuove linee, e nuove idee, prendono piede nuovi tessili e rivestimenti alternativi. Lo stile twenties porta con se una ventata di innovazione in ogni ambito, dall’arredamento, alle architetture, alla moda alla musica.

Gli stili di arredamento come scegliere i colori nell’arredamento

 

Acconciature sposa tendenze moda 2022 2023

Acconciature sposa tendenze moda 2022 2023
Acconciature sposa tendenze moda 2022 2023

Il matrimonio è un evento importante per ogni donna e dunque, la necessità di curare tutto nel dettaglio si fa sentire. Oltre al vestito da sposa l’acconciatura da sposa riveste una grandissima importanza: è in grado di abbinarsi all’abito e valorizzare il viso della sposa. Le tendenze moda autunno inverno 2022 2023 in fatto di capelli e acconciature delle spose danno risalto ad alcuni canoni, ma questo però, non deve inficiare sulla scelta consapevole dell’acconciatura che deve, in primo luogo, adattarsi perfettamente al viso della sposa dando risalto ai pregi del volto. Vediamo quali sono le acconciature sposa di tendenza e quale scegliere.

Acconciature sposa tendenze moda 2022 2023: stili e tipologie

Le acconciature da sposa, tendenze moda e non, possono essere di vario tipo e comprendere sia acconciature con i capelli totalmente raccolti, corti, lunghi, medi, mezzo raccolto, o sciolti. Ovviamente, la lunghezza dei propri capelli potrebbe condizionare l’acconciatura ma, il mercato odierno, permette di applicare ciocche di capelli finti, code, trecce di ogni tipo, e far diventare una chioma corta, lunga. Detto questo, il primo consiglio per le spose è quello che riguarda la cura dei capelli ed il colore.

Acconciatura sposa: cosa considerare
Acconciatura sposa: cosa considerare

Acconciatura sposa: cosa considerare

Procedendo per ordine, e in base a quello che vi abbiamo appena detto, ecco le cose da considerare nello scegliere un acconciatura da sposa, e come procedere nei mesi che precedono il grande evento:

  • Cura capelli da 3 mesi prima
  • Taglio e colore da fare almeno 2 mesi prima e poi ritoccare
  • Tipo di vestito e stile
  • Scollatura del vestito
  • Forma del viso e incarnato

Cura dei capelli, colore e taglio

Per essere una sposa al top la prima cosa da fare è prendersi cura dei propri capelli già da prima. Iniziare almeno tre mesi prima con maschere ed impacchi in grado di nutrire i capelli, chiudere le squame, arricchendoli di cheratina. La seconda cosa da fare è scegliere il colore più adatto, considerando sia il proprio viso che l’abito che andremo ad indossare.

I tipi di acconciature da sposa sono moltissimi, alcuni più di tendenza rispetto ad altri, come ad esempio, il raccolto o semi raccolto morbido e creativo, la trecce utilizzati in mille modi diversi, o il semi raccolto accessoriato di coroncine, fiori, fermagli, ed accessori per i capelli sposa. Ma le acconciature sposa tendenze moda 2022 2023 offrono tante varianti di stile.

Tipi di acconciatura sposa
Tipi di acconciatura sposa

Colore e taglio capelli da sposa

Da evitare completamente i tagli di capelli dell’ultimo momento e, ancor di più, il colore dell’ultimo momento. Meglio procedere per tempo e testarne il lato estetico. Poi, un quindicina di giorni prima, procedere con i ritocchi necessari di colore (se necessario), ed attendere il giorno del matrimonio per l’acconciatura da sposa ideale avendo come base un taglio ed un color testato e dei capelli curati e ben rinforzati, luminosi e brillanti. I tipi di acconciature da sposa sono più di uno, e si differenziano per stile, lunghezza, e chioma libera o semilibera.

Tipi di acconciature sposa:

Raccolto e semi raccolto hanno una grande infinità di varianti che possono essere morbide con ciocche ricadenti o boccoli e così. Alcuni esempi in foto.

Acconciatura capelli sposa raccolti
Acconciatura capelli sposa raccolti

Tipo di vestito e stile sposa

Ogni donna, ed ogni sposa, ha un suo personale stile. Il tipo di stile che si adotta il giorno del proprio matrimonio, in genere, rispecchia il proprio modo di essere: elegante, romantico, moderno, eclettico e così via. In base dunque al modello di vestito da sposa che viene adottato, e al suo stile, si dovrà lavorare sulla scelta dell’acconciatura. Acconciature classiche, non sono adatte ad un abito da sposa moderno, e viceversa. Oltre a questo, si deve tenere conto della scollatura e non esagerare con i gioielli.

Gioielli da sposa: glie errori da non commettere

La scollatura dell’abito da sposa e l’acconciatura dei capelli

La scollatura del vestito da sposa potrà essere più o meno profonda presentare una “V” su retro, o magari si tratta di un abito accollato. Una “V” profonda sul retro è perfetta per i capelli semi raccolti, così come per le acconciature treccia singola.

Capelli sciolti da sposa, se belli, sono perfetti qualora non vi siano scollature sul retro particolarmente profonde di quelle che raggiungono la vita.

Capelli raccolti completamente, sono idonei ad essere abbinati a vestiti da sposa romantici dal sapore retrò vagamente formali con scollatura medie o senza scollatura.

Scollatura dell’abito da sposa e l’acconciatura dei capelli

L’abito da sposa va scelto in base alla propria fisicità al tipo di matrimonio / evento più meno formale che vogliamo organizzare passo passo, ed ovviamente, anche in base al proprio gusto. Abiti da sposa economici e low cost oggi come oggi, permettono di fare comunque una bella figura se ben scelti, e in pendant con l’acconciatura e tutto il resto.

Il file rouge che lega il tutto armonicamente è dato anche dal make up da sposa. Un bravo parrucchiere e truccatore non stravolgerà il viso della sposa facendola sembrare un’altra persona ma tenderà a valorizzarne i pregi riducendo i difetti senza strafare.

Forma del viso e incarnato sposa

Il dettaglio più importante da considerare per scegliere l’acconciatura da sposa è sicuramente l’incarnato, così come la forma del viso. Un buon parrucchiere saprà valutare al meglio; ma il consiglio è quello di non stravolgere più di tanto le proprie abitudini collaudate nel corso degli anni in termini di lunghezze, colori e anche acconciatura e sicuramente non commetterete errori.

Infine, va ricordato che tutti gli hair stylist famosi, ricordano che l’acconciatura devi fondersi ed integrarsi con il vestito e scollatura, se ci si focalizza troppo sull’acconciatura, mettendo in secondo piano l’abito da sposa scelto, allora vuol dire che si è esagerato un po’.

Prezzo acconciatura da sposa

In ultimo, andrà anche considerato il budget a disposizione tendo conto che le acconciature da sposa hanno comunque un costo che va da 150 ai 300 – 350 euro e possono costare anche di più (dai 40 agli 80 euro aggiuntivi) se si richiede la classica prova da fare qualche tempo prima.

Altri consigli generici su come scegliere l’acconciatura da sposa di tendenza moda 2022 203, o classica, con una selezione in base al tipo di capelli, lisci, ricci, lunghi o corti li trovate qui sotto:

Come scegliere l’acconciatura da sposa

Bologna apre la mostra ai pittori di Pompei Museo Civico Archeologico

Pittori di Pompei mostra
Bologna apre la mostra ai pittori di Pompei Museo Civico Archeologico

Bologna, apre le porte ad una mostra d’arte d’avvero molto interessante in cui trovano spazio delle antichissime opere di grande valore. I Pittori di Pompei, in mostra al Museo Civico Archeologico di Bologna dal 22 Settembre 2022 fino a Marzo 2023. Bologna, capoluogo dell’Emilia Romagna è una città che trasuda fascino e cultura in ogni sua pietra murale e terrena. Uno dei suoi soprannomi “La Dotta”, è dovuto alla sua Università, la prima d’Europa. Bologna è anche un importante polo economico e gastronomico nota a livello internazionale; una città bellissima, che vanta siti di grande interesse, sia dal punto di vista architettonico, religioso, culturale e museale. Scopriamo di più di queste importante mostra d’arte dedicata ai pittori di Pompei e alle opere di epoca romana.

Bologna apre la mostra ai pittori di Pompei Museo Civico Archeologico

Bologna aveva espresso solidarietà verso i Musei Ucraini con un’iniziativa di cui vi abbiamo parlato, ma questo perché Bologna è una città molto attenta all’arte e alle sue esigenze.

La mostra vi farà viaggiare nella storia, e vi porterà nella società del I secolo d.C.. Il progetto espositivo delle mostra, molto curato nel suo insieme, con i pittori di Pompei, pone al centro le figure dei “pictores“, ovvero, gli autori degli straordinari apparati decorativi nelle case di Pompei, Ercolano e dell’area vesuviana.

Un allestimento attuato con l’obiettivo di comprenderne il ruolo, il rapporto con la committenza, le tecniche utilizzate in quell’epoca, nonché i modelli di riferimento greci e quelli locali.

Mostra sui Pittori di Pompei e le 100 opere partenopee


La mostra è curata da Mario Grimaldi e prodotta da MondoMostre. La sua attuazione si è resa possibile grazie a un sinergismo tra varie realtà culturali e scientifiche nato tra Comune di Bologna, Museo Civico Archeologico e Museo Archeologico Nazionale di Napoli che prevede il prestito di oltre 100 opere di epoca romanica, appartenenti tutte alla collezione del museo partenopeo, (museo in cui è conservata la più grande pinacoteca dell’antichità al mondo).

Partner della mostra sui pittori di Pompei, Trenitalia per, Vivaticket S.p.A; media partner QN-Il Resto del Carlino.

Cosa vedere a Bologna

Vedere a Bologna, i suoi musei, gustare le buona cucina tradizionale vi permetteranno di trascorrere dei giorni di vacanze in pieno relax immersi nell’arte.

Tra le cose da vedere, oltre alla rinomata Piazza Maggiore di Bologna, (dove è presente il Palazzo Comunale con la Biblioteca Sala Borsa, dove si trovano diversi reperti archeologici di varie civiltà antiche); e alcune architetture di rilievo, ve ne ricordiamo nello specifico tre:

  1. Fontana di Nettuno e piazza Maggiore
  2. Biblioteca Sala Borsa
  3. Basilica di San Petronio

Se siete a Bologna per la mostra e avete un paio di giorni di vacanza, vi consigliamo di leggere questa guida su Bologna. Bologna cosa fare e vedere in due giorni. Ma sicuramente non dovrete perdevi le due torri importanti di Bologna: Torre degli Asinelli alta 97,20 metri, e Torre Garisenda con i suoi 498 gradini, costruite tra il 1109 ed il 1119.

Bologna dall'alto
Bologna cosa vedere e fare in due giorni

Mostra Partenopea a Bologna e conferenza stampa Pittori di Pompei

I PITTORI DI POMPEI è una mostra a cura di Mario Grimaldi: 23 settembre 2022 – 19 marzo 2023; Museo Civico Archeologico, Bologna.

La mostra si aprirà con una conferenza stampa, ad essa parteciperanno vari personaggi di spicco legati al mondo dell’arte e della politica.

Interverranno alla mostra in anteprima per la stampa, oltre al curatore della mostra Mario Grimaldi, le seguenti personalità:


Elena Di Gioia, Delegata del Sindaco alla Cultura di Bologna e Città metropolitana
Paolo Giulierini; Direttore Museo Archeologico Nazionale di Napoli

Tommaso Radaelli; Presidente MondoMostre
Paola Giovetti; Direttrice Museo Civico Archeologico | Musei Civici Bologna

Moda anni 20 stili moda e tendenze moda nel primo dopoguerra

Moda anni 20 stili moda e tendenze moda nel primo dopoguerra
Moda anni 20 stili moda e tendenze moda nel primo dopoguerra

Gli anni venti sono gli anni del riscatto sociale, della rinascita, cambiamento ed evoluzione. La donna rinnova il suo modo di vestirsi ma anche di essere: vuole divertirsi, guida, fuma, frequenta le sale da ballo ed entra nello scenario lavorativo come non è mai accaduto nella storia.

La moda anni venti è fatta di vestiti elegantissimi, piume, pailletes, frange, outfit appariscenti ma comodi che consentono di muoversi in libertà. Make-up marcati e ben studiati, acconciature semplici, tagli corti, frangette e caschetti li accompagnano. E le scarpe anni 20? Diventano eleganti, alte ma comode, per potersi dimenare in pista. 

Moda anni 20 tutti gli stili moda e tendenze moda donna e uomo

I tipi di stile moda degli anni 20 e le tendenze moda del primo dopoguerra risentono sensibilmente della situazione sociale e politica del paese. Il ruolo della donna si modifica all’interno del nucleo familiare e della società, e dunque, nasce l’esigenza di nuovi abiti.

La moda anni 20 donna e ragazza ma anche uomo, subisce influenze sensibili, sia nei capi moda, che negli accessori e nei tessili. Ma vediamo nel dettaglio gli stili di moda anni 20, e le tendenze moda che si delinearono nei primi del 900 e nel dopoguerra per le donne e per gli uomini sicuramente più comodi e versatili.

Moda e stili 1920 icone di stile e flappers girls
Moda e stili 1920 icone di stile e flappers girls

Panorama storico degli anni 20 e gli stili di moda: il cambiamento

Mentre il periodo della guerra successivo alla Prima Guerra Mondiale, stravolge il ruolo femminile nella società, e catapulta la donna nel mondo del lavoro, si diffondono in Europa nuovi stili di vita. Si diffondono canzoni e musiche provenienti da oltre oceano come il Jazz, il Fox trot, il Charleston in particolar modo, ritmi che rallegrano le sale da ballo, mentre lo sport assume una connotazione diversa per uomini e donne.

Cambiando anche la vita lavorativa, oltre alle abitudini sociali di svago, mutano le esigenze collettive: c’è la necessità di dar vita a outfit eleganti, femminili ma comodi al tempo stesso.

Uomo e donna stili moda anni 20 dettagli in risalto

Nei primi del 900 saranno molte le modifiche agli abiti e agli stili di moda che si susseguiranno. Mentre l’abbigliamento maschile anni venti, resta praticamente invariato tranne che nei tessuti e qualche linea morbida, incluse calzature; mentre gli outfit sportivi si evolvono diventando una vera tendenza.

Le donne, invece, che all’inizio del 900 indossavano busti costrittivi, portavano cappelli immensi, boleri ricchi di pizzi e gonne a corolla, corpetti con perline e frange abbandonarono questi stili in favore di scelte più comode.

Si assiste prima alla scomparsa del busto, poi le gonne che si accorciarono alla caviglia, ed infine, si assiste alla nascita di completi comodi, femminili e maschili, adatti per la vita in società e quella lavorativa come ad esempio il tailleur per lei lo spezzato per lui.

Moda anni 20 stili e tendenze moda nel dopoguerra: evoluzione moda dai primi 900 agli anni venti
Moda anni 20 stili e tendenze moda nel dopoguerra: evoluzione moda dai primi 900 agli anni venti

Dalla moda del 900 alla Moda anni 20 del dopoguerra

Nei primi del 900, si assiste alle prima grande rivoluzione della moda, uno scenario che cambierà completamente le abitudine di abbigliamento ma anche quelle sociali. Negli anni che precedono la moda e gli stili anni 20, borghesi e media borghesia erano molto attenti all’estetica: amavano arredare le case con più gusto e vestire seguendo la moda e gli stili dell’epoca, ma accanto all’élite borghese vi erano anche le altre classi sociali. Per questo motivo in quegli anni, coesistevano varie mode e stili, anche in virtù delle esigenze delle diverse classi sociali.

Moda donna anni 20 stili e tendenze moda femminile

La crinolina in breve tempo, andò in disuso, e fu sostituita da sottogonna e gonna aderente un modello che rialzava il posteriore denominata ” cul de Paris“. Il corpino dava risalto al seno stringendosi verso l’alto si ammorbidì. L’industrializzazione apportò una grande spinta innovativa nella moda e diede vita alle produzione industriali. Gli abiti pronti dei grandi magazzini offerti in stili moda diversi favorirono il dilagarsi della moda pronta.

Il tailleur rilanciato da Coco Chanel fu uno dei protagonisti indiscussi della moda anni 20. Il taglio delle giacche era mascolino, i tessuti semplici, la cintura in cuoio, il corpetto dotato un colletto alto pratico. Questo perché nel dopoguerra, la praticità era ricercata per andare incontro alle esigenze delle donne che conducevano una vita più attiva.

Ma non mancarono gli abiti eleganti e da cerimonia, in cui lo stile era decisamente raffinato: Silhouette eleganti e filiformi si accompagnavano a scollature generose, mentre un elegante strascico deliziava la vista. Negli anni a seguire, quando la gonna si accorcerà, diventando più comoda e fruibile, si darà un maggior risalto ed importanza alla scarpa con il tacchetto.

Stile moda anni 20 l’abito Charleston, protagonista degli anni venti

L’idea di stile e di moda negli anni venti cambia molto le carte in tavola. Alla grande Coco Chanel si deve, nel 1917, il rilancio del tailleur (femminile ideato da un sarto nel 1885 per la principessa di Galles Alessandra) ma anche quella dell’abito tipico degli anni 20 l’abito da charleston dalle linee morbide. Un classico degli anni ’20 anche l’abito nero o Abito Ford o tubino, un capo moda che disegna una figura longilinea senza curve.

Sicuramente l’abito più rappresentativo degli anni venti è l’abito da Charleston caratterizzato da taglio morbido e lento in vita realizzato in tessuto leggero come Seta, Jersey, Chiffon ed arricchito da frange e perline talvolta anche da ricami e paillettes.

Ma gli anni 20 per la moda sono, non a caso, anche quelli degli abiti Flappers, tendenze moda che iniziano a diffondersi anche grazie alle dive del cinema muto.

  • Flappers girls erano ragazze giovani e disinvolte che adottarono uno stile moda anni 20 caratterizzato da gonne e abiti corti per l’epoca, capelli corti e un make up molto accentuato. Ma lo stile moda anni 20 non ruota solo unicamente intorno alle figure giovanili per questo gli stili e le tendenze moda anni 20, che si delineano, saranno più di uno.
Flappers girls moda anni 20
Flappers girls moda anni 20

Accessori moda anni 20: perle, tacchi, cappelli e calze

  • DONNA ANNI 20– Tra gli accessori si collocano sicuramente le calze e in particolar modo l’avvento delle calze color cipria o color carne. Tra gli accessori ricordiamo in particolar modo la collana di perle anche lunghissima. Per le donne le scarpe si fanno particolarmente eleganti, spesso sono scure nei colori e presentano tacchi più o meno accentati. Anche i cappelli passano dalla falda ampia a capelli a cuffia e di vario tipo.
  • UOMO ANNI 20 – Per l’uomo l’accessorio più comune è la cravatta, o il papillon, insieme al cappello in feltro, immancabile per definire l’eleganza nella sua totalità, troviamo anche i gemelli ad arricchire i polsini e il ferma cravatta per la cravatto o lo spillone per il plastron. Infine, è degli anni venti la nascita della prima scarpa comoda per l’uomo ” la scarpa da passeggio”.

Cravatta storia origini e tipi di cravatta

Make up anni 20 acconciature capelli e trucco

Il make up anni 20 è molto particolare e caratterizza lo sguardo ed il volto tendenzialmente pallido è ben incipriato. Le sopracciglia sono di moda sottilissime mentre le lebbra vengono messe in risalto da rossetti dai toni scuri come il marrone, il rosso scuro. Le labbra vengono disegnate dando risalto alla centralità delle bocca caratterizzata da un forma a cuore tipica anche delle bambole. Gli occhi, messi in risalto da matita e ciglia finte, utilizzano colori scuri come nero e grigio.

Acconciature e tagli cappelli anni 20

Negli anni 20 si passò dalle chiome lunghe e fluenti a tagli corti e scolpiti: dai caschetti ai carrè eleganti, ai capelli lisci ma non lunghissimi, alle volte arricchiti da morbide e sinuose onde, stile Greta Garbo, fino alle acconciature stile Flappers girls che prevedevano fasce tra i capelli. Un tagli tipico di ispirazione francese erano i capelli alla garconne (maschietta).

Louise Brooks, e il suo taglio à la garçonne, nel film “Lulu – Il vaso di Pandora” (1929):  icone degli Anni ’20 e prima diva della storia del cinema.
Louise Brooks, e il suo taglio à la garçonne, nel film “Lulu – Il vaso di Pandora” (1929): icone degli Anni ’20 e prima diva della storia del cinema.

Moda uomo anni 20 stili e tendenze moda maschile

Per gli uomini degli anni 20 la moda elegante da dress code, non cambia di molto rispetto alla precedente: la giacca, il fracrimasero per lungo tempo, gli abiti più importanti, accompagnati da bastone e cilindro. Tra i capispalla per uomo anni 20 di rilievo, troviamo un soprabito denominato finanziera, e il cappotto Chesterfield insieme al paltò con la vita segnata.

Per la sera invece, si aggiunse già dalla fine dell’800, un capo tutt’ora di gran uso: lo smoking! Più in la si affermeranno anche il tight e mezzo tight, capi moda maschili, adatti anche per il pomeriggio. Questi abiti eleganti sono tutt’ora tra i più gettonati per la moda maschile e le cerimonie e presenti negli stili di moda maschile. Ma insieme ai classici abiti nascono anche tendenze più comode.

Stile moda uomo anni 20: nuovi abiti, tessili ed accessori di lusso

Negli anni 20 la moda maschile subisce una sua evoluzioni in termini di praticità e comodità. Le giacche degli abiti si ammorbidiscono nelle forme e i nuovi tessili che l’industria moderna metterà in campo, permetteranno la produzione di abiti dai toni diversi come il principe di Galles e la nascita di completi alternativi come lo spezzato, ed il gessato entrambi, tutt’ora, di grande tendenza nella moda maschile. Sempre di quegli anni sono i pantaloni Oxfordbags, detti Tango. Si tratta di pantaloni larghi al fondo, che necessitavano di utilizzo di molta stoffa e per questo la loro moda durò circa un decennio. Altro cambiamento per la moda uomo anni 20 è il colletto della camici non più staccabile ma morbido ed unito al capo stesso.

Tra gli accessori uomo anni 20 ricordiamo cravatte, papillon e calze in principe di Galles.

Icone di stile moda anni 20 donne

Tra le icone di stile e di moda degli anni 20 si collocano senza dubbio alcune attrici nonché alcune first lady. Tra esse come visto Louise Brooks, attrice americana e il suo taglio à la garçonne, (foto in alto) icona degli Anni ’20 e prima diva della storia del cinema.

Altra icona di stile anni 20 fu Clara Bow una delle dive sicuramente più famose dell’età del jazz. Ma tra le icone degli anni 20 si collocano anche attrici dl calibro di Greta Garbo (anni 20 30), e Marlene Dietrich e Mary Thurman.

Icone di stile uomo anni 20

Tra le icone di stile uomo anni 20 troviamo senza dubbio Rodolfo Valentino, Stuart Holmes, attore anch’esso o John Gilbert interprete, in ruoli romantici, di grande amatore.

Un’icona di stile maschile anni venti, in antitesi con i canoni di Rodolfo Valentino, fu, sebbene elegante e sciatto al tempo stesso, Charlie Chaplin sul set, con il suo bastone e la sua bombetta. Ma è soprattutto anche nella vita privata che, Charlie Chaplin, fu un uomo elegante e dal grande stile.

Icone di stile uomo anni 20
Icone di stile uomo anni 20

Approfondimenti

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Gioielli nel Medioevo storia dell’arte orafa in Europa dai Romani ai Barbari, fino al Rinascimento

I gioielli del medioevo storia e origini
Gioielli nel Medioevo storia dell'arte orafa in Europa dai Romani ai Barbari, fino al Rinascimento

Il Gioiello nasce millenni fa, ma nel Medioevo, in Europa, segue un processo particolare che lo porterà ad evolversi fino ad arrivare alle creazioni raffinate del Rinascimento e alle produzioni odierne di alta oreficeria. La storia dei gioielli del Medioevo è vasta e ricca di sfaccettature. Saranno molte le influenze che porteranno l’arte orafa ad evolversi e passare dalle creazioni di oggetti semplici di uso comune o per ornamenti per le armi da guerra, a dei veri capolavori di oreficeria. Il Medioevo, considerato un periodo buio, è visto come “un’età di mezzo” posta tra la fine dell’età antica, e l’inizio di quella moderna. Un arco temporale durato circa mille anni, che ebbe inizio con la caduta dell’Impero Romano d’Occidente nel 476 d.C. e terminò  nel 1492 d.C. anno in cui ci fu la scoperta dell’America. Il Medioevo, può essere a sua volta diviso in basso ed alto Medioevo; ogni periodo medievale è caratterizzato da peculiarità specifiche, e questo accade anche nell’arte orafa e nei gioielli. Vediamo come nasce e si evolve la storia dei gioielli nel Medioevo e l’arte orafa in Europa.

Gioielli caratteristici del primo medioevo

Tra i gioielli caratteristici dell’ epoca medioevale troviamo sicuramente quelli di natura religiosa, croci, catene, corone e reliquari, tra essi uno dei reliquari ben conservati è l’albero d’oro di Lucignano. Da non dimenticare i gioielli dei sovrani governanti (a testimonianza del prestigio, esistono tutt’ora i gioielli della corona in Inghilterra), e quelli legati al mondo ecclesiastico che attraverseranno vari periodo di esaltazione e deplorazione.

Si può dire che furono propri i Celti e gli Anglosassoni, insieme alle influenze romaniche, a creare l’arte orafa di quel periodo. I gioielli del primo Medioevo in effetti sono sostanzialmente decorazioni in oro e argento che venivano applicate su scudi, spade, selle e faretre, trattandosi di popoli bellicosi e guerriglieri. Diversamente, invece l’arte orafa Egizia ed Araba, nonché quella degli antichi romani.

Albero d'oro Lucignano reliquario
Albero d’oro Lucignano reliquario

Gioielli e talismani del Medioevo

Di grande notorietà tra i gioielli del medioevo è sicuramente il talismano di Carlo Magno, un pendente in oro con granati, smeraldi, perle e zaffiri, al cui interno sono presenti una ciocca dei capelli di Maria Vergine insieme ad un piccolo frammento della croce di Cristo. La gioielleria dell’epoca era sicuramente molto suntuosa, frutto del connubio tra l’arte bizantina e quella barbarica, con influenze romaniche, inoltre utilizzava pietre colorate come quelle presenti nel talismano di Carlo Magno.

L’influenza della chiesa nell’arte orafa medioevale

In Europa, Nel Medioevo la Chiesa costituì un elemento fondamentale per lo sviluppo dell’arte, così come dell’oreficeria . I gioielli religiosi come medaglioni e crocifissi, erano largamente utilizzati, ma nel tempo, con le leggi suntuarie, l’ostentazione fu vista come frutto del demonio e quindi osteggiata. Per tale motivo, nel  XIII secolo, le leggi suntuarie frenarono il lusso cittadino, ma al tempo stesso permisero solo ed esclusivamente agli aristocratici di indossare comunque sia gioielli che ornamenti preziosi.

Gioielli medievali religiosi e non
Gioielli medievali religiosi e no

Significato religioso e artistico dei gioielli del Medioevo

Curioso accorgersi di come gioielli e pietre preziose assunsero un significato artistico cristiano: Lo zaffiro secondo lo scrittore Alberto Magno, “genera pace e concordia”.

Nel Vangelo si trovano molti versetti che esaltano la bellezza e purezza delle perle, associate spesso alla Vergine Maria. In una parabola di Matteo si narra la storia di un mercante che “trovata una perla di grande valore” e pur di possederla, vendette tutto ciò che aveva di suo.

La stessa parola di Dio venne interpretata come “una perla”. Mentre se pensiamo alla Gerusalemme Celeste nell’Apocalisse di San Giovanni, (versetto 21: 21) l’apostolo cita le “Le dodici porte erano dodici perle, ciascuna delle porte era formata da una sola perla, e la piazza della città era di oro puro, come di cristallo trasparente”.

Quel che è certo è che a molti gioielli e pietre veniva attribuito un potere magico ed erano considerati dei veri e propri amuleti portafortuna o protettivi da indossare in particolari occasioni o in guerra.

Trasformazione dell’arte orafa e dei gioielli nel Medioevo

Nei secoli successivi che seguirono al XIII secolo, l’oreficeria e l’arte orafa si distaccarono sensibilmente dall’utilizzo esclusivamente religioso e, modificandosi, si rivolsero ad un pubblico diverso. Gli artigiani orafi medioevali iniziarono a lavorare in maniera autonoma e creativa l’oro e le pietre, spesso subendo influenze ed inflessioni locali. Dal Medioevo ad oggi si evolvono la moda e gli stili e con essa anche i gioielli. Nel periodo Gotico oltre alle cattedrali nasceranno anche i gioielli dalla caratteristica punta.

Gioielli romani
Gioielli romani

Il gioiello medioevale e le tecniche di lavorazione: dai Romani ai Barbari

Alla fine dell’Impero Romano le influenze provenienti da oriente e in special modo, da Bisanzio, influenzano di molto, modificandolo, sia il gioiello che l’approccio dei nobili nei suoi confronti.

L’influenza delle popolazioni barbariche e, in particolar modo quella dei longobardi, che avevano del gioiello una concezione lussuosa e curata nei dettagli, si fonderanno con quelle provenienti dall’Impero Romano.

I romani indossavano abiti semplici e lunghi, tuniche e mantelli, insieme ad ogni tipologia di gioiello raffinato, e arricchivano di fili d’oro ornamenti, abiti e sciarpe. Utilizzavano gioielli come collane, orecchini, cavigliere, coroncine ed anelli.

Sempre di epoca romana sono i cerchi semplici o con pietre incastonate e l’uso delle perle e collane a più giri ricadenti sul corpo, quest’ultima tendenza verrà ereditato dalla gioielleria degli anni venti.

Più avanti, l’oreficeria Medievale assume una connotazione policroma e lineare sulla lamina a traforo o continua e usando smalti uniti a pietre preziose come rubini ed ametiste.  

Crocette sbalzate in lamina d’oro longobarde, Museo civico archeologico di Bergamo

Oreficeria, dalle lavorazioni a traforo agli smalti: tutti i gioielli del Medioevo

E’ in questo periodo infatti, che nascono le tecniche di lavorazione dell’oro a “opus interrasile “ossia lavorazione a traforo della lamina in oro. Troviamo anche la tecnica “codella” ossia una lamina d’oro scavata chiamata “chemplevé” con rilievo dei contorni colorati in smalto a strati “Basse taille“.

Ma nei gioielli del medioevo sono molto apprezzate le lavorazioni con superfici traslucide di smalti ma anche dei metalli, insieme alle pietre luminose, vistose e colorate, indossate dai sovrani.

Nascono nel medioevo bellissime spille utilizzate per chiudere mantelle e capi d’abbigliamento, insieme ad esse, troviamo fastose corone (Teodolinda o Teodora) lavorate a sbalzo ed incastonate di numerose pietre preziose. Anche le opere d’arte, affreschi e dipinti, propongono immagini sacre adornate da corone d’oro e gioielli che rispecchiano gli usi e costumi dell’epoca medievale.

Gioielli nel periodo Gotico

Nel periodo Gotico (XIII) gli aristocratici indossarono capi con bottoni in oro, ricami e pietre preziose intarsiate negli abiti e nei monili, grosse cinture impreziosite da ornamenti, pietre, foglie in oro, persino i libri miniati erano preziosamente scritti o affrescati dagli amanuensi con l’oro. Il gioiello era parte attiva nella vita delle caste sociali.

Gli amanuensi, i codici le miniature antiche e i monaci scribi
Gli amanuensi, i codici le miniature antiche e i monaci scribi

Gioielli nel Medioevo: dall’uniformità alla creatività orafa artigianale

Ma le produzioni artistiche del primo Medioevo erano uniformi, riflettevano le caratteristiche derivanti dallo stile senese del 300, destinate a modificarsi nel tempo. Piano piano, infatti, si entrò in una fase evolutiva del gioiello medioevale, la quale diede vita allo stile e al design del gioiello nello scenario Europeo.

E’ innegabile che l’arte orafa del Medioevo ha accompagnato le evoluzioni sociali e religiose, nonché culturali, di intere popolazioni. La fusione della cultura romanica con quelle barbare e dei Celti (Vichinghi, Vandali, Ostrogoti, Visigoti, e Franchi) ha prodotto un’evoluzione nel gioiello fondendo esperienze e usi e costumi del gioiello.

Se ci pensiamo, notiamo che i barbari invasori, indossavano preziosi e ornavano con essi le loro armi, come espressione di uno status sociale, esattamente come fecero i ceti benestanti l’aristocrazia insieme alla chiesa.

Il cromatismo vivace e vistoso caratteristico della gioielleria del Medioevo, in qualche modo, riusciva a supplire alla carenza della creatività dell’artigiano.

Ma l’arte orafa si evolverà diffondendo un nuovo gusto che dal Tardo Impero, fino all’epoca Bizantina e al Medioevo Europeo, darà vita ad una produzione di oggetti artistici d’oro caratteristici, di cui gli esemplari più significativi sono proprio di oreficeria bizantina, con testimonianze che ritroviamo, nei reperti di molti musei ed anche nei Mosaici di Ravenna raffiguranti figure suntuose ingioiellate.

Nascita della nuova gioielleria

Nacque nel tardo Medioevo, una gioielleria artigianale vera e propria dal gusto raffinato, creativo ed elegante, un tipo di artigianato orafo che porrà le basi dell’oreficeria rinascimentale. La professione di orafo rientrò, come altre attività artigianali dell’epoca, nelle corporazioni (Arti e Mestieri).

Innegabilmente, l’arte orafa del medioevo è originaria da caste e potere, riflette la supremazia dei sovrani insieme a quella della nobiltà dell’epoca, fondendo una storia di arti magiche, (in cui rientra la tragica strage delle streghe bruciate al rogo, come la strega di Todi Matteuccia), superstizioni popolari, e religione.

Il periodo migliore dell’oreficeria Medioevale

Senza dubbio, i risultati migliori dell’oreficeria del Medioevo si raggiungono proprio durante il periodo barbarico, ed è il frutto di una fusione tra le correnti classiche bizantine e le influenze barbare specie quelle di origine longobarda che molto attinsero dalle tradizioni germaniche e dalle influenze tardo romaniche.

A testimonianza di ciò, vi sono reperti dati alla luce nelle necropoli di diverse località Europee, come ad esempio quelle ritrovate a Bolsena, Nocera Umbra, ma anche in Spagna. Diademi, fibule, cinturoni, orecchini e bracciali gioielli caratterizzati dall’uso di pietre preziose levigare incastonate nell’oro lasciateci in eredità come testimonianza dell’arte orafa del medioevo in tutto l’arco temporale descritto.

Corona Ferrea che si trova nella Cappella di Teodolinda a Monza
Corona Ferrea che si trova nella Cappella di Teodolinda a Monza

Alcune opere orafe medievali note del periodo citato sono, ad esempio la Corona Ferrea che si trova nella Cappella di Teodolinda (o Teodora) imperatrice bizantina una delle 15 donne famose del Medioevo di cui vi abbiamo parlato. La sua corona è conservata all’interno del Museo del Duomo di Monza risalente al VII secolo, un diadema in oro, gemme e madreperla disposte su cinque file parallele montate su una lamina d’oro. A Firenze, troviamo il Trionfo di re Agilulfo, un opera realizzata a sbalzo, su lamina in bronzo dorato, risalente al VII secolo; mentre a Brescia, si trova la croce di Desiderio risalente al VIII-IX secolo.

Curiosità sui gioielli del Medioevo: L’oro del gatto

L’oro del gatto” era nel Medioevo denominata la Marcassite o Pirite. Questa definizione ebbe vita nel medioevo quando gli alchimisti tentavano di trasformare i metalli in oro. Spesso la Marcassite veniva venduta come oro, ed il nome “oro del gatto” si origina per via del fatto che nelle botteghe degli alchimisti vi erano spesso i gatti per contrastare la presenza dei topi. Nell’epoca medioevale e vi fu una grande produzioni di gioielli in Marcassite, tra essi spille, anelli e ciondoli in particolar modo.

Infine, un’ altra stranezza del medioevo da raccontare a proposito dei gioielli, ci viene dalla Francia medievale: Luigi IX di Francia proibì l’uso dei diamanti a tutte le donne, regine e principesse incluse perché sosteneva che solo la Madonna potesse indossare una simile pietra preziosa.

Quali son i gioielli del Medioevo?

Una domanda complessa a cui rispondere, perché come visto le creazioni in oro medievali attraversano vari stadi di produzione e creazione artistica come si vede nelle foto.

Infatti, come visto, gioielli nel Medioevo e la storia dell’arte orafa in Europa dai Romani ai Barbari, fino al Rinascimento, attraversano delle fasi evolutive ben precise che porteranno alla nascita delle botteghe artigiane e alle lavorazioni più svariate di oggetti e gioielli in oro. Elementi che saranno i precursori della gioielleria odierna.

Talee d’autunno come riprodurre le piante a Settembre e Ottobre: Rose, Ortensie, Gerani

Talee d'autunno come riprodurre le piante a Settembre e Ottobre: Rose, Ortensie, Gerani
Talee d'autunno come riprodurre le piante a Settembre e Ottobre: Rose, Ortensie, Gerani

Alcuni mesi dell’anno sono perfetti per riprodurre le piante da talea. Le talee d’autunno da effettuare nei mesi di Settembre ed Ottobre tendono a radicare con una certa facilità, allo stesso modo delle talee che si effettuano ad aprile e maggio con l’arrivo della primavera. Alcune piante da fiore e specie botaniche come le rose, le ortensie ed i gerani, ma anche le margherite, le violette, le Begonie, Papiro, Philodendron ed altro, si riproducono con estrema facilità attraverso le talee, ancora di più se si procede nel periodo più giusto. Vediamo insieme le talee d’autunno e come riprodurre le piante a Settembre ed Ottobre attraverso talee di ramo, talee di foglia o propaggine, tutti questo semplici procedimenti.

Come riprodurre le piante da talee a Settembre e Ottobre

I vivai sono pieni di specie botaniche da fiore e piante verdi, troviamo tante belle piante pronte a regalarci fioriture sia in primavera che in autunno, ma è innegabile che riuscire a riprodurre degli esemplari verdi o da fiore attraverso le talee in maniera autonoma, da sempre una certa soddisfazione.

Senza contare che la riproduzione di piante domestica, consente di preparare nuove piante per la primavera successiva risparmiando non poco, specie se riproduciamo da talea le ortensie, le rose o piante verdi d’appartamento, o comunque piante da fiore e non, che hanno un certo valore economico.

Gerani, Ortensie, Rose e piante verdi: riproduzione da talee a Settembre e Ottobre

Nei mesi di Settembre Ottobre le temperature sono ancora decisamente alte, ma il tasso di umidità inizia ad aumentare. Verso fine settembre le temperature medie si attestano intorno ai 25 gradi o poco più, le piogge cominciano a imperversare, ed il clima diventa ottimale per la riproduzione di nuove piante. Ottenere le piante da talea è facile, ancora di più se si procede nei mesi più giusti dell’anno.

Talee di geranio o altre piante
Talee di geranio o altre piante

Piante facili da riprodurre

Tra le piante più facili da riprodurre mediante talee in questi mesi autunnali troviamo in special modo le rose, le Ortensie, ma soprattutto i gerani. La riproduzione dei gerani per talea si effettua utilizzando delle porzioni di gambo con alcune foglie e terreno soffice ben drenato nel quale pianteremo i gambi.

Non servono sacchetti di plastica ed altri accorgimenti particolari se non quello di mantenere il terriccio umido per favorire la radicazione. Sarà necessario utilizzare cassoni o sacchetti solo nelle regioni a clima più freddo.

Talea di geranio
Talea di geranio

Rose e Ortensie

Per quanto concerne le rose e le ortensie. si potranno utilizzare anche degli ormoni radicanti per favorire appunto la radicazione, ma il più delle volte non servirà.

L’importante è collocare le talee in zona riparata, con buona luce e temperatura ottimale. I rametti di rosa e di ortensia dovranno essere di un certo spessore e non troppo sottili, questo per permettere al rametto di non disidratarsi con facilità e germogliare in poco tempo nel terreno soffice mantenuto umido.

Quali piante riprodurre a Settembre e Ottobre

Nei mesi di fine estate ed inizio autunno il giardino necessita di cure, allo stesso modo si potranno operare strategie per infoltire il prato attraverso la semina e la risemina, ed anche preparare il terreno concimandolo ed eliminando le infestanti.

Ma oltre ad abbellire il giardino con nuove fioriture, rinfoltire il prato, ci si deve preparare alla stagione invernale in arrivo. Pacciamare alcuni alberi e arbusti li proteggerà dal freddo, al tempo stesso, possiamo pensare a riprodurre le piante sia con le talee che con la separazione di bulbi, rizomi o cespi.

Quali piante riprodurre a Settembre Ottobre? Diciamo quasi tutte, comunque moltissime, tranne alcune come ad esempio gli agrumi e le Cycas Revoluta che richiedono le temperature estive per la riproduzione.

La riproduzione degli agrumi non è cosa facile, mentre lo è quella delle Cycas per separazione delle nuove piantine da effettuare tra luglio ed agosto.

Alcune specie botaniche sono più difficili da riprodurre, altre invece è semplice, basta avere alcuni accorgimenti in termini di temperature, umidità ed esposizione per generare nuove piantine per la stagione successiva.

Talee di foglia e talee di ramo

Se per le rose, le ortensie, i gerani, le piante da siepe e i cespugli vari, si procede con talee di ramo, per quanto riguarda altre specie è da preferire la talea di foglia, tra esse le violette, il papiro, il ficus, le begonie e begoniette e moltissime piante grasse decorative che vivono bene in casa, ma anche altre tipologie di piantine grasse da esterni.

Alcune specie come il gelsomino, trachelospermum, bignonia, piante rampicanti in genere, e alcune piante verdi, possono essere riprodotte per propaggine o anche immergendo un rametto in acqua aspettando che radichi come nel caso Philodendron o Filodendro sia a foglie piccole che grandi. La stessa cosa si può fare con i papiro, le margherite e i settembrini e molte altre piante.

La soddisfazione che si prova quando una nuova pianta prende vita grazie alla riproduzione per talea, propaggine, od anche seme, è sempre moltissima e, una volta avviata, non vi rimane che veder crescere la nuova pianta irrigarla concimarla re procedere ai rinvasi primaverili ogni 1 o 2 anni in base alla specie.

Come scegliere il terriccio giusto per fiori e piante